Murder for Christmas - Capitolo 1

Quest di Natale (aperta solo agli studenti)

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    Vigilia di Natale | ore 21.01

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    Alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era stato organizzato, per la sera del 24 dicembre, il consueto cenone di Natale. Gli inviti erano stati recapitati a tutti coloro che abitavano tra le mura del castello ed era stato chiesto loro di presenziare in abito formale. In occasione delle festività natalizie, la Sala Grande era stata decorata con ghirlande, luci, alberi e vischi per i più coraggiosi. Le quattro lunghe tavolate erano ricolme di cibo, così come quella dei professori. Dietro di essa, inoltre, si ergeva in tutta la sua maestosità un abete di cinque metri, minuziosamente decorato con i colori delle quattro case. Quest’anno, tuttavia, prima di dare inizio al banchetto, il preside - con la collaborazione del corpo docenti - aveva deciso di fare una sorpresa ai suoi cari studenti. Pertanto, si alzò lentamente dalla sedia, continuando a sorridere, malgrado gli acciacchi dell’età e la malattia che, di anno in anno, lo portava sempre più vicino alla morte. Gli avevano consigliato di restare in ospedale e di non affaticarsi, ma lui aveva rifiutato perché, già da tempo, aveva deciso di vivere al meglio gli ultimi anni che gli restavano. Salì sul leggio, pronto a fare il suo discorso; estraesse, dunque, la bacchetta dalla tasca destra della giacca, la puntò contro la gola e pronunciò, in tono perentorio, la formula di uno dei più noti incantesimi di amplificazione: il Sonorus. «Come da tradizione, eccoci qui riuniti per il banchetto della Vigilia!» Un ampio sorriso si fece spazio sul suo volto. «Quest’anno, miei cari studenti, io e i professori abbiano deciso di farvi un regalo. Vi anticipo che non si tratta di eliminare gli esami di fine anno» Scherzò, facendo spallucce. «bensì di una cena con delitto!» Improvvisamente le porte della Sala Grande si chiusero, di fronte allo stupore generale degli studenti che, inconsapevoli di ciò che li aspettasse, ascoltavano con attenzione le parole del preside per capire come si sarebbe svolto quel gioco di origini babbane , sconosciuto ai più. «Per prima cosa, vi invito a pescare un bigliettino dai due calderoni apparsi lungo le vostre tavolate. All’interno ci sarà scritto il ruolo che dovrete interpretare. » Con un colpo di bacchetta fece apparire i calderoni e, di fronte ad ogni studente, dei fogli di pergamena con le apposite istruzioni. «Le regole del gioco sono tutte scritte lì. Buon divertimento!»




    Benvenuti alla prima edizione della Cena con Delitto.

    INFORMAZIONI GENERALI.
    L’evento si svolge durante la sera della Vigilia di Natale, ovvero domenica 24 dicembre, pertanto salvo giustificazioni che potrete citare in on nelle vostre role tutti gli studenti che non hanno fatto ritorno al proprio focolare per le feste e i docenti/dipendenti scolastici (PNG) saranno presenti al banchetto tenuto in sala grande all'ora di cena. A tutti gli studenti è stato recapitato l’invito a presenziare al banchetto della Viglia, in cui viene espressamente richiesto un abbigliamento formale/elegante. I pg non sono a conoscenza del tema sul quale si svolgerà l’intera serata. Dopo l’intervento del Signor Edevane, ognuno di voi sarà chiamato ad estrarre dai calderoni –apparsi sopra ad ogni tavolo di ogni casa- un biglietto sul quale troverete le informazioni (gli MP che vi sono stati recapitati, segnalano a grandi linee i profili dei pg, potrete fare di loro ciò che più vi aggrada, lasciando alla fantasia il corso degli eventi) utili per interpretare il personaggio al quale off gdr siete stati destinati, in seguito ad un sorteggio. Allo stesso tempo, proprio davanti a voi fluttueranno alcune pergamene con il regolamento dettagliato del gioco in sé. Terminati i convenevoli, quando meno ve lo aspetterete (?) le porte si chiuderanno. Nessuno potrà uscire e nessuno potrà entrare. Chi c’è, c’è e chi non c’è pace all’anima sua. Un urlo straziante verrà emesso dalla sfortunata vittima e da quel momento potrà avere inizio il vostro cimentarvi nel vestire i panni di un assassino o di un innocente o qualsiasi cosa il fato vi abbia assegnato. Dateci il dramma che è sempre ben accetto!

    IL CASO.
    Durante una cena organizzata per festeggiare il compleanno di Renee Meadows (impersonata dalla Professoressa di Divinazione, Dorothea Lovecraft), facoltosa pozionista, con il vizio di fare soldi attraverso atti illeciti, appoggiandosi a personalità di spicco nel mondo della malavita, avviene una disgrazia; nel corso della consumazione del pasto, la donna inizia a sentirsi male e dopo alcuni minuti si accascia sul tavolo (in questo caso rimarrà al tavolo dei professori) sotto gli occhi increduli degli invitati (la professoressa assumerà una pozione per apparire realmente senza vita, così da conferire più autenticità alla scena). Chi sarà il colpevole? Quale movente avrà spinto l’assassino a muoversi nell’ombra in una situazione così complicata, arrivando a commettere un crimine a porte chiuse? Un movente passionale? Una vendetta? Quale arma potrebbe essere stata utilizzata per togliere di mezzo la bionda? Insomma, sbizzarritevi con ipotesi. Puntatevi il dito, aggreditevi (in amicizia, ovviamente) colpevolizzatevi l’uno con l’altro. Lasciate che l’istinto prenda il sopravvento e vi induca a risolvere per primi questo enigma.

    RUOLI.
    Qui riportiamo una breve lista di coloro che sono presenti alla festa di compleanno della vittima. I suoi cari, forse infami, invitati.

    - Isaac Hunt – interpretato da William Knight – marito della vittima.
    - Poppy Hunt – interpretata da Freya Riis – figlia maggiore della vittima.
    - Kyle Hunt – interpretato da Yuki Rhodes – figlio minore della vittima.
    - Evie Meadows – interpretata da Ollie Turner – sorella della vittima.
    - Thomas Hunt – interpretato da Axel Dragonov – assistente personale della vittima e fratello di suo marito.
    - Eloise Brooks – interpretata da Kynthia Lloyd –cognata della vittima.
    - Devan Bass – interpretato da Roy Hargraves – amico di vecchia data della vittima.


    Con la partecipazione straordinaria (ma neanche tanto) di Aiden Walker e Rain Scamander, forse scoprirete il perché. O forse no. Chissà. Credeteci. Certo che ci saremo.

    La scadenza è fissata per domenica 10 dicembre alle ore 23.59
    Se avete domande, contattateci. Al vostro servizio.

    NB: In caso di mancata presenza, verrà applicata una penalità che renderà il vostro pg marginale nella vicenda. Vi preghiamo di rispettare le scadenze.

    Buon divertimento <3

    Essendo una role multipla, lo spoiler contente il resoconto delle vostre azioni (e il personaggio che interpretate, così da facilitare gli altri) è sempre obbligatorio. Vi chiedo di non infrangere senza pietà il limite delle 600 parole. Potrete, se vorrete, postare più di una volta durante i giri.


    Edited by Dragonov - 23/1/2024, 17:51
     
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    Una smorfia di disgusto prima di lasciar cadere la fiala vuota del suo contenuto all’interno del cestino. Mancava solo un’altra notte – oltre a quella – di libertà prima che il plenilunio reclamasse uno dei suoi figli. Con la saliva raccolse ciò che ne era del gusto della pozione nella sua bocca e, facendosi forza, buttò già quella nuova boccata amara dal gusto insopportabile calandosi quindi sul lavandino per bere una sorsata che cancellasse quella merda. Si sollevò incontrando il suo riflesso allo specchio. Fissando quegli occhi di un verde scuro simile alle fronde della Foresta Proibita chiedendosi, ancora un volta, chi fosse e quale parte di lui fosse al comando. Poi portò la dominante alla fronte strizzando gli occhi dal fastidio mentre una fitta di mal di testa incupiva il suo umore già di per sé tetro come ogni qual volta si trovasse in prossimità della luna piena. Odiava quel momento del mese con tutte le sue forze e, ancor di più, odiava quella stupida scuola che doveva festeggiare ogni peto di culo colorato sul calendario. Cazzo c’era da festeggiare poi? Ah, sì. L’inizio delle vacanze. Quante menate. Sbuffò uscendo dal bagno ignorando totalmente qualsiasi suono o movimento proveniente dall’altro inquilino della stanza terminando d’infilarsi il completo blu navy appuntando la catenella d’ornamento presente sulla giacca.
    Uscì quindi dalla stanza attendendo pazientemente all’inizio – o fine? – della biforcazione che portava ai dormitori femminili e attese immobile, statuario, quella che sarebbe stata la sua inconsapevole accompagnatrice per quella serata di sopportazione. Axel non glielo aveva propriamente chiesto, non faceva per lui, ma considerato il periodo del mese e la natura d’entrambi considerava scontato nonché un reciproco favore presenziare insieme alla cosa.
    «Rossa», la salutò prima di chinarsi per posarle un delicato bacio sulla guancia. Il loro, nonostante tutto, sarebbe rimasto un rapporto piuttosto controverso e poi, qualche passo più indietro la sua accompagnatrice alla quale offrì il braccio.
    «Ti hanno detto che sei “carina”?» Ghignò lasciando che la mezza risata arrivasse ad illuminare lo sguardo. «Sei incantevole Riis» si sbilanciò lasciando che fosse il suo sguardo a completare l’apprezzamento scivolando lungo il suo corpo ben fasciato nell’abito da lei scelto.
    Si sedettero a tavola ma fu quando il preside aprì bocca rivelando il tema della serata che il bulgaro si lasciò andare ad un brontolio di disapprovazione. Una pagliacciata! L’ennesima. Grindelwand schiantato! Lo sapeva che avrebbe fatto meglio a partire prima per la Bulgaria. Persino le cene di sua madre sarebbero state meno pesanti delle iniziative del castello. Chinò il capo poggiando la fronte nell’incavo naturale delle dita fino a che il calderone non gli si stanziò davanti spronandolo ad estrarre la sua parte di contenuto. Axel lo squadrò in cagnesco infilando brutalmente la mano al suo interno e ne estrasse il foglietto:

    “THOMAS HUNT – COGNATO DELLA VITTIMA E ASSISTENTE”

    «Che culo» mugugnò arricciando le labbra in un’espressione sarcastica. Qualche istante dopo un urlo di donna lo costrinse a sollevare il capo e, con aria seccata, osservò la professoressa Lovecraft svenire teatralmente sul tavolo dei docenti. Le sopracciglia del mannaro scattarono in alto. Quanto palco. «Chi ti è capitata?» domandò alla Serpeverde mentre, maggiormente seccato, s’alzava dalla tavolata per cominciare quella pagliacciata. Si spostò verso la vittima notando i professori presenti ed il preside lasciare loro spazio mentre esaminavano la situazione. Gli altri, chiaramente, lui se ne stava in disparte, le braccia incrociate a sperare che qualcuno risolvesse presto la faccenda così, se tutto fosse andato per il meglio, magari avrebbe rimediato una scopata che avrebbe messo a tacere il mal di testa.


    THOMAS HUNT – COGNATO DELLA VITTIMA E ASSISTENTE


    Interagito con Rain e principalmente con Freya.

    Siamo a -2 dalla luna piena quindi il nostro simpatico mannaro di quartiere è affabile come come il ciclo mestruale. Ha uno scazzo da qui alla Bulgaria. Uscendo dal dormitorio si ferma per aspettare Freya ma prima di lei incrocia Rain che saluta. Approccia con Freya e con lei si presenta al banchetto (?). Assiste a tutta la cerimonia e commenta il ruolo capitato che, ovviamente, non gli piace.
    Rimane al momento in disparte lasciando che siano gli altri a sbattersi ✨
     
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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    Era arrivato Natale. Roy, come al solito aveva deciso di passarlo ad Hogwarts perché preferiva mille volte la scuola a quell'idiota di suo padre.
    Odiava essere sempre trattato come la pecora nera della famiglia da tutti i parenti. Odiava vedere quello stronzo di suo padre. Gli bastava sopportarlo nel periodo estivo. Non vedeva l'ora di diventare maggiorenne, trovare un lavoro e prendere una casa da solo. Gli andava bene anche un monolocale di 3 metri quadri. L'importante era non rimanere in casa Hargraves.
    Quindi eccolo lì, col suo completo grigio, camicia blu con gli ultimi due bottoni aperti e rigorosamente niente cravatta perché odia quel cappio al collo. Eccolo che attraversa le porte della sala grande e con fare tranquillo raggiunse il tavolo dei grifondoro. Si era sistemato ed aveva cominciato a sgranocchiare un pezzo di pane, in attesa che tutti quanti fossero arrivati.
    Aveva adocchiato i compagni e le compagne (soprattutto loro) e i vestiti che avevano deciso di mettere quel giorno, come se fosse così davvero interessato a quello che avevano addosso.
    Però era invece più interessato a quello che c'era sui tavoli della sala grande. “Cibo!”
    esclamò con l'acquolina in bocca. In realtà l'unica ragione per la quale aveva accettato l'invito era proprio perché il natale ad Hogwarts era sempre stato una grandissima tavolata di cibo delizioso di ogni genere.
    E non avrebbe mai rinunciato a quello.
    Poi la voce del preside fece cadere il silenzio in tutta la sala grande che si immobilizzò per ascoltarlo.
    “Cena con delitto? Davvero? Mi ricorda un film che avevo visto con i miei amici babbani.”
    Rimase ad ascoltare incuriosito e davvero eccitato di fare quel gioco. “Si recita quindi!”
    Si sistemò la giacca, infilò la mano nel calderone e pescò il suo bigliettino.

    Lesse il suo bigliettino
    DEVAN BASS | AMICO DELLA VITTIMA.
    "Uhuuuh sembra interessante.”
    Poco dopo un urlo e, voltandosi, vide la prof di divinazione 'morire' sul tavolo.
    “Ciak, si gira!”
    Roy entrò subito nella parte.
    Dopo quell'urlo, si alzò dalla panca e corse verso il corpo esanime di Renee. Sul suo volto si disegnò un'espressione scioccata.
    Quella cena, adesso, era diventata una scena del crimine. Roy...o meglio, Devan...si allontanò dal corpo, camminando all'indietro fino ad appoggiarsi ad un muro, visibilmente sconvolto da quella situazione. La cena con delitto era iniziata.
    «Parlato»




    DEVAN BASS | AMICO DELLA VITTIMA.
    Si presenta con un bel vestito alla Roy(?) eccolo
    osserva e saluta tutti i presenti, pregusta il cibo che si trova davanti, pesca il bigliettino e comincia a recitare, manco fosse un divo di Hollywood.
     
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    Quando si tratta di tradizioni, Hogwarts è peggio di quella nonna molto anziana che però non perde la voglia di fare il capofamiglia, detta le regole e se dice che la domenica si pranza tutti insieme allora tu zitto e obbedisci. In parole povere, Hogwarts è sempre puntuale ad ogni festa, pronta a tirare fuori l'ultimo gala, evento, o cena di turno “perchè sono così tanto fissati con l'abbigliamento formale?” sbuffo leggendo la pergamena su cui è riportato l'invito alla serata di Natale mentre procedo distrattamente ad aprire le ante dell'armadio per vedere cos'ha da offrirmi. Beh, quantomeno non è richiesto l'abito da sera, mi rende già più semplice il compito. Infatti tiro fuori dall'armadio una gonna a tubino in velluto nero ed un dolcevita smanicato dello stesso colore da metterci sopra. Minimo sforzo, massima resa, il nero è sempre formale e il velluto nella mia testa fa Natale. Ha senso? Boh, vabbè.
    Prendo un bel respiro a profondi polmoni mentre fisso il mio riflesso nello specchio del bagno. Ho fatto bene a restare, gli ultimi due anni sono stati troppo deprimenti, passati in una sorta di solitudine punitiva. Sì, ho fatto bene. È strano che in questa stanza ci sia tanto silenzio, di norma basterebbe Grace a riempirla ma questa volta sia lei che Halley sembrano aver optato per un Natale lontano dal castello. Infilo gli stivaletti prima di lasciarmi alle spalle la stanza senza salutare nessuno ovviamente, e molto stranamente. Sembra che alla fine mi sia davvero abituata ad averle in giro: rientrare in stanza e vedere Grace seduta sul letto di Halley intenta a raccontare qualcosa, è diventata un'immagine piuttosto familiare, un pezzo della nuova quotidianità che sto cercando di costruirmi a volte ancora con una certa fatica. Ma procedo, e va bene così.
    La sala grande è addobbata a festa, assolutamente non inaspettato. Al centro del tavolo dei professori in fondo alla sala troneggia il preside. Ecco, questo è effettivamente inaspettato: il suo stato di salute non è propriamente un segreto, ed è sempre più raro vederlo presenziare ad un evento organizzato dalla scuola. Scorgo un paio di facce conosciute, soprattutto al tavolo dei serpeverde dove troviamo sia Axel che quel tipo strano di Aiden. Ancora non so perché mi sono ritrovata a seguirlo verso la foresta proibita per una seconda volta, probabilmente ero annoiata. Ma quella volta non siamo stati fortunati come la prima, nessun incontro particolarmente interessante. Il preside sta per prendere nuovamente parola quindi mi siedo a caso su una panca, giusto per mettermi ad ascoltare l'interessante e inaspettato piano della serata. Beh, dai, come rendere il Natale un po' meno tedioso! Non male, sono impressionata, per una volta mi sembra di trovarmi davvero in accordo con un'iniziativa presa dalla scuola. Cena con delitto, bene. Prima cosa da fare, scoprire che personaggio sei, chi interpreti, qual è il tuo scopo nella vita. E a dircelo saranno i nomi estratti dai calderoni che iniziano a comparire davanti. Quindi non esito allungo la mano dentro un calderone e ne estraggo un piccolo foglietto che inizio a dispiegare curiosa fino a quando non intravedo le prime lettere, che dicono “Eloise Brooks, cognata della vittima” che per me, al momento, non significa assolutamente niente. Ma beh, ne prendo atto e sto al gioco. Sto al gioco anche quando la Lovecraft casca sul tavolo dopo essere stata uccisa, ovviamente per finta, in sostanza fingo di non aspettarmelo. Non so perché, ma mi ritrovo a pensare che il ruolo le si addica perfettamente. Mi alzo, mi metto in piedi perché il luogo di interesse ora diventa un altro. E nel tragitto chemi porta verso grande tavolata occupata dagli insegnanti intercetto qualcuno, Roy, il mio compagno di squadra che seguo fino al luogo del delitto. “Già entrato nella parte?” mi rivolgo proprio a Roy intento a mettere in atto la performance della vita “che personaggio interpreti? Mi sembri piuttosto scosso” mi porto ironicamente una mano al petto enfatizzando la frase, giusto per allinearmi con lui sul piano del dramma. Poi mi avvicino al corpo, mi abbasso un po' al livello del tavolo come a volerne guardare il viso e rimango piuttosto colpita da quanto effettivamente sembri davvero morta “non male, sarà avvantaggiato chi è bravo a Cluedo” e da amante del famoso gioco da tavola, mmetto che la cosa inizia a divertirmi.

    ELOISE BROOKS - COGNATA DELLA VITTIMA

    Arriva da sola al banchetto e si guarda un po' in giro intravedendo le facce familiari di aiden e Axel al tevolo dei aerpeverde. Prende il biglietto e poi nota anche la presenza di Roy.
    Interagisce proprio Con Roy e poi si avvicina al corpo cercando di osservarne meglio il viso, non e ancora entrata molto nella parte evidentemente.



     
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    Freya Estrid Riis | V | Serpeverde


    SiIxI
    -Arrivo, arrivo!- commentò ad una spazientita Rain continuando, tuttavia, a rimirarsi allo specchio e a lisciarsi il vestito scarlatto scelto per l'occasione. Non era affatto a suo agio, e non per l'abbigliamento. Le mani, di solito ferme e sicure, era da un paio di giorni che le tremavano per il nervoso, c'era qualcosa che non andava e non riusciva a capirne il motivo. Li sentiva su di se, costantemente, quegli sguardi indagatori che sembravano aspettare un suo passo falso, un errore di valutazione, qualunque cosa l'avrebbe potuta esporre a coloro che ancora non sapevano di quella sua parte maledetta. Li sentiva i bisbigli, ogni volta che svoltava un angolo questi cessavano quasi a voler nascondere che parlassero di lei, le voci si stavano spargendo ne era sicura e, Freya, si stava trovando sull'orlo di una crisi di nervi. L'unica cosa che riuscisse a tranquillizzarla, in quei giorni già così stressanti, era la famosa pozione concessa da Ethan. Aveva finito le sue scorte personali e, dopo attenta analisi, aveva deciso di provare. Il pozionista le aveva assicurato che avrebbe avuto effetto come una classica anti-lupo, anzi, con effetti addirittura maggiori, aveva parlato anche di conseguenze ma quelle non sembravano essersi presentate. Probabile che l'uomo non fosse poi troppo pratico di licantropi e che non avesse valutato che erano ben più resistenti dei normali umani. Sciocco, saccente, pozionista bastardo. Ghignò più tranquilla al suo riflesso, aveva ottenuto quello che voleva e senza effetti collaterali.
    Scese le scale e, i suoi occhi indagatori, si soffermarono sulla figura massiccia di quel ragazzo che ormai avrebbe riconosciuto persino se la vista le fosse stata portata via
    -Questa l'ho già sentita- le labbra si aprirono in un sorriso dopo aver ingollato bile nel vederlo sbaciucchiare l'altra Serpeverde, accettando poi il braccio offerto e facendo scorrere lo sguardo sul completo da lui scelto -Nemmeno tu sei male, Dragonov- ammise riprendendo il cammino -Ma quella cravatta starebbe meglio attorno ai miei polsi- sussurrò infine avvicinando le labbra all'orecchio del moro.
    Era il primo anno che festeggiava il Natale ad Hogwarts e, la Sala Grande, rispose in modo eccelso alle sue aspettative -Speriamo ci siano bistecche!- tubò esaltata ancora legata al ragazzo. Eppure, una volta messo piede nella stanza, li avvertì di nuovo su di sé, quegli sguardi inquisitori che penetravano ogni sua certezza. Si strinse di più a lui in modo inconscio, quasi a volersi nascondere per sottrarsi a quello studio selvaggio che la innervosiva, era sicura che presto o tardi sarebbe arrivata ad esplodere reagendo con una violenza che non avrebbe saputo controllare. Una vera fortuna che il Preside la distrasse da quei pensieri, rivelando così quale fosse il reale obiettivo della serata -Quindi non si mangia?- delusione evidente sul suo volto, ma passò in fretta non appena avvertì le porte chiudersi una volta seduti. Sussultò sul posto mentre, sotto al tavolo, la mano andò ad afferrare la coscia muscolosa di Axel che, se avesse guardato, vi avrebbe visto gli artigli in bella mostra usciti senza controllo. Respirò a fondo, mollando la presa e calmandosi il tempo necessario ad estrarre un bigliettino dal calderone incantato e, dopo averlo letto, desiderò non averlo fatto:

    Poppy Hunt - figlia maggiore della vittima

    Nemmeno il tempo di maledire mentalmente l'ideatore che un ringhio leggero, basso e roco, nascosto dal chiacchiericcio, le partì dal petto mentre il capo si voltava con impeto verso la donna che urlò facendola sussultare di nuovo. Era un filo di nervi ma cercò di darsi una regolata
    -La figlia della morta. Grazie madre, mi hai rovinato il Natale- commentò sarcastica unendosi alla massa di persone che si avvicinarono alla vittima fittizia. Si chinò sulla professoressa osservandola da vicino -Immagino sia stato il karma per avermi chiamata Poppy- il danno oltre che la beffa.
    -Ok, quindi ora dovremmo improvvisarci investigatori per scoprire chi è stato?- domandò retorica osservando i presenti. Se doveva giocare, lei giocava per vincere -Fantastico. Quindi ragazzi, chi di voi è l'assassino? Si può chiedere?- si voltò verso i professori per cercare conferma ma, a giudicare dai loro sguardi e dalla risatina di Seth non sembrava una domanda lecita -Ok, ok. Va bene. Quindi ragazzi, chi di voi non è l'assassino?- mancavano un po' di indizi per riuscire a partire. Si avvicinò al bulgaro, prendendo posto al suo fianco -Chi ti è capitato? Lo sai che prima finiamo, prima ce ne possiamo andare?- ghignò, lasciando che il suo sguardo rivelasse le sue intenzioni in modo eloquente.



    Poppy Hunt - figlia maggiore della vittima.

    Interagito con Rain e Axel. Si mette uno straccetto, nervosa come poche cose al mondo per colpa di daddy Ethan che le rifila pozioni modificate, arriva alla cena e salta ad ogni rumore. Le fa orrore il nome del personaggio che le è capitato ma ha tutta l'intenzione di risolvere il caso per poi andarsi a fare Axel, e non lo nasconde. Alla fine interagisce un po' con tutti facendo domande inutili.


    Edited by -RedFlag- - 12/12/2023, 07:52
     
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    William Knight | sesto anno | grifondoro


    « Una cosa trovata è bella e conservata! Non la cantano dalle tue parti? » la mia voce squillante rompe la quiete dei posti che attraverso a tutta velocità: la sala comune del Grifondoro, in passaggio della Signora Grassa, le scale della torre che scendo correndo e saltando i gradini di due in due (a volte anche tre), perfino i corridoi. Il motivo? Sfuggire alla "furia" di Yuki. I più curiosi si chiederanno come mai il placido Rhodes stia inseguendo proprio me, il fantastico Mr Knight, con la bacchetta sguainata e pronta a colpire.
    « Oh andiamo, che ne è della tua filosofia zen?! Falsabuca » per difendermi da uno zampillo di luce che scanso per un pelo rispondo anch'io con un incantesimo. Dicevamo? Ah sì, perché Yuki "Il Giappo" Rhodes mi rincorre. Beh, perché ho preso in prestito uno dei suoi anelli. A mia discolpa posso dire che gli ho chiesto un sacco di volte di prestarmelo ma lui ha sempre rifiutato. Capite? Ha detto di no a Me, una cosa inconcepibile!
    « E' un anello, non una ragazza! L'ho solo preso in prestito! Blublubolla! E per la cronaca te l'avrei ridato! » continuo a correre e lanciare incantesimi (e riceverne!), vestito di tutto punto, per i corridoi della scuola; inchiodo solo davanti all'enorme porta della Sala Grande, spalancata e pronta ad accogliere i pochi rimasti a festeggiare il Natale a scuola. Ho il fiato corto e i capelli spettinati ma l'aria divertita stampata in faccia. Prendo il colletto della giacca con entrambe le mani e tiro, per stirarlo un po'.
    « Te l'hanno mai detto che dovresti essere un po' più flessibile? Le cose belle si condividono. Tranne le ragazze: quelle ah-ah, ntz. » ed entro, trionfale, nella stanza addobbata a festa.

    Pronto al banchetto migliore di tutti i tempi, saluto e mi siedo accanto agli amici e rigorosamente - volutamente, sfacciatamente - di fronte a Rain Scamander. Il mio diamante. Anche se lei questo ancora non lo sa. Le rivolgo un'alzata di sopracciglio e un sorrisetto accattivante e lascio che il Preside ci dia il benvenuto col suo discorso toccante sul Natale e la cena e il bello del condividere questi momenti preziosi con una cena con delitto e le solite cose. Le porte si chiudono sbattendo e i miei compagni più sovrappensiero sobbalzano. O meglio, io sobbalzo.
    « Ma che? » guardo Yuki, Kynthia e Hargraves cercando di capirci qualcosa, finché non vengo chiamato a pescare dal calderone. La mia sorpresa è evidente: tengo il biglietto con entrambe le mani e alzo gli occhi sui compagni.
    « Marito? E di chi? » scorro con gli occhi su tutti i presenti e mi fermo un po' di più su una Rain che sfortunatamente non è la prescelta.
    « Argh, peccato. Saremmo stati grandi, verame » ma l'urlo straziante della vittima zittisce tutti e da inizio al gioco. Ho bene o male letto il mio profilo ma, hey, è faticoso cambiare personalità in un tac. Mia moglie è niente meno che la Lovecraft. Non so se piangere per la disperazione o dal ridere. Nel dubbio, piango. Perché sono un marito affranto. E un attore strepitoso. Faccio del bigliettino il mio fazzoletto, con cui tampono le mie inesistenti lacrime, e tiro su col naso mentre torno al mio gruppo proprio mentre Roy si avvicina al corpo esanime di mia moglie e se ne allontana scioccato.
    « DOVE SONO QUEGLI SPERPERONI DEI MIEI FIGLI? Ah, siete qui. Ricordami di segnarmela questa, la prossima volta che oserai disobbedirmi potrò giocarmi la carta de "Yuki, io sono tuo padre". » sussurro sottovoce al mio amico giappo mentre torno ad ascoltare e giocare.




    Isaac Hunt, marito della vittima

    Liam arriva in sala grande dopo una lunga corsa e battaglia itinerante con Yuki, per un anello rubato.
    Una volta dentro si avvicina al tavolo e al gruppo e punta soprattutto Rain. Al momento giusto pesca dal calderone, si dispiace perché sua moglie non è Rain e poi cerca melodrammaticamente di interpretare un marito affranto. Entrare nella parte è davvero difficile.
     
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    Oh, the weather outside is frightful
    But the fire is so delightful
    And since we've no place to go
    Let it snow, let it snow, let it snow…



    L'inverno a Hogwarts è un'esperienza magica oltre ogni immaginazione. Quando il freddo avvolge il castello, la magia si intensifica. Nei cortili, la neve cade soffice, creando un tappeto candido sui terreni già coperti di ghiaccio. Le torri di pietra antica emergono maestose, ornate da ghirlande incantate che brillano sotto la luce argentea della luna. I corridoi scintillano con decorazioni natalizie, mentre gli alberi spogli si ergono come guardie silenziose contro il cielo grigio. I camini nelle sale comuni emanano un calore rassicurante, invitando gli studenti a riunirsi, con il profumo di castagne arrosto e cioccolata calda nell'aria. E mentre il lago ghiacciato riflette il riflesso delle stelle, Hogwarts diventa un luogo ancora più incantato, pronto a cullare sogni e avventure invernali. Halley aveva decisamente ragione, Hogwarts è casa.


    Tranne quando un bastardo cercava di rubarti un cimelio di famiglia facendolo passare come "prestito" costringendoti ad inseguirlo per tutto il castello a lanciargli addosso maledizioni a voce ed incantesimi con la bacchetta.

    Fermati stupido cleptomane!

    E giù di Falsabuca, ma sembrava tutto inutile. La fortuna di quel ragazzo andava oltre alle mie abilità da mago e così, dopo un'ultima sterzata, lo raggiunsi di corsa una volta fermatosi davanti al portone spalancato della sala grande. Afferrai la sua mano e ripresi l'oggetto della contesa, seguendolo poi all'interno della sala dopo essermi beccato la sua ultima perla di saggezza.

    Se ci tolgono dei punti siamo fregati, Halley ci distrugge

    Non che a lui potesse fregare più di tanto, ma...meglio così! Non sarebbe stato lui sennò e per quanto io lo negassi a voce la sua presenza aveva giocato un fattore importante sulla mia persona durante il mio soggiorno nella scuola scozzese. Il classico caso dell'estroverso che adotta l'introverso di turno senza un valido motivo: Un giorno cammini per il corridoio con le cuffie ascoltando Creep dei Radiohead, l'altro insegui il cleptomane di corsa sorridendo come un'idiota.

    Mi misi al suo fianco alla tavolata, salutando cordialmente i presenti, ascoltando poi con attenzione le parole dell'anziano preside riguardanti la serata e ignorando Liam.
    Cena con delitto?
    In Giappone una delle mie opere settimanali preferite da leggere era detective Conan e ammetto che avere la possibilità di poter risolvere un caso, seppur finto (per fortuna finto), mi stava intrigando e non poco. Allungai la mano verso il calderone ed estrassi un bigliettino, leggendone il contenuto:

    KYLE HUNT | FIGLIO MINORE DELLA VITTIMA

    La informazioni contenute davano una buona profondità al personaggio che avrei dovuto interpretare, ma ne sarei stato capace? È sì un gioco, ma i ragazzi sembravano quasi tutti essere nella loro parte. Eccetto Willy il giardiniere, maledetto non osare rovinare la serata.
    Mi schiarì la voce con un colpo di tosse, alzandomi dalla mia precedente postazione per mettermi in piedi ed avvicinarmi al corpo della vittima.
    Entra nel personaggio e nella storia!
    Entra nel personaggio e nella storia!
    Entra nel personaggio e nella storia!


    E quindi finalmente qualcuno è riuscito a farti fuori, madre, ma come e chi?

    troppo nel personaggio?

    Mi sarei inginocchiato vicino al corpo finto esanime della professoressa Lovecraft, cercando di trovare possibili indizi sull'arma del delitto.
    Nei miei manga normalmente si trovava sempre qualche indizio annusando e osservando in giro, se fosse stata avvelenata in qualche modo sarebbe rimasto qualche residuo in giro o sulle sue labbra oltre che sul piatto, no?




    Yuki
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    KYLE HUNT | FIGLIO MINORE DELLA VITTIMA

    arriva con Liam dopo averlo inseguito per tutto il castello, saluta Kynthia e Hargraves. Entra nella parte e si mette ad indagare, cercando segni di avvelenamento (odori o colori particolari) sulle labbra e sul cibo della madre
     
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    Arricciò il naso infastidita. Quanto avrebbe preferito farsi gli affari suoi, chiusa nella sua stanza, magari in compagnia di qualche lettura che molti avrebbero reputato pesante. Molti, sì. Ma non lei. Roteò gli occhi chiari, portandoli al soffitto e soffermandosi ad ammirare le decorazioni che, seppur esagerate dal suo punto di vista, si trovavano in linea con il classico tema natalizio. Forse un po’ troppo rosso. Gusti son gusti e lei non era nessuno per criticare. O forse sì. Seduta al suo tavolo, Chanel, attendeva impaziente l’inizio di quel banchetto. Rapido e indolore. In fondo non si sarebbe potuto differenziare quel granché dalle normali cene servite di consueto. Alcuni ritardatari presero, finalmente, posto e quando la Sala Grande fu al completo, il Preside prese la parola. Si addentrò in un discorso stravagante ma conciso, contornato da battute e informazioni che, ad un tratto, la lasciarono di stucco, infrangendo così le sue speranze di fare ritorno presto nella tana del bianconiglio, la sua preferita. Una cena con delitto? Piegò la testa di lato e posò i gomiti sul legno, intrecciando le dita delle mani e prestando attenzione alle spiegazioni che, sicuramente, sarebbero state fornite per dare un senso a quello scherzo di cattivo gusto. Scherzo? Illusa. Sui loro tavoli comparvero gli annunciati calderoni e, controvoglia, anche lei come gli altri si apprestò ad appropriarsi di uno dei biglietti sui quali vi era incisa la sua sorte. Estrasse il pezzetto di pergamena e, una volta riposizionatasi in maniera composta, svelò il suo truce destino, guardandolo inerme compiersi. “Mmmm!” Mugugnò, volgendo poi l’attenzione al regolamento vero e proprio dietro a quel gioco pseudo morale. Una scelta insolita per un tema natalizio. Avrebbe prediletto un balletto in calzamaglia o qualche cosa di meno creepy ma, almeno, il suo cervello sarebbe stato stimolato a tenersi attivo. Meglio che niente. “Sorella della vittima. Evie.” Strascicò le parole. “Evie Meadows. Parenti serpenti, come si suo dire!” Un’espressione incerta comparve tra i suoi glaciali lineamenti. Che cosa si doveva aspettare da quella farsa? In fondo lei, di default, non si sarebbe fidata neanche sei suoi genitori. Figuriamoci di quei perfetti estranei. Tutti colpevoli fino a prova contraria no? O forse sarebbero stati loro a dover temere lei? Non era dato a sapere e anche fosse stato, avrebbe fatto di tutto per nascondersi nell’ombra. Si trovava immersa nei suoi pensieri quando, improvvisamente, un urlo straziante pose fine all’atmosfera spensierata, dando inizio alle danze. Come molte personalità, anche lei, fu attratta dalla donna riversa sul suo piatto e, con discrezione, le si avvicinò, affiancandosi ai presenti. “Immagino di sì.” Rispose alla palese domanda retorica posta dalla mora, della quale le sfuggiva il nome. “Poppy? Sono tua zia!” Poppy? Che nome era poi? “Sono la sorella della vittima, a quanto pare!” Si piegò in avanti, cercando di intravedere quali potessero essere le motivazioni che l’avevano portata a spirare lì, davanti a tutti. Ok, il gioco ma, insomma. Capite. “E voi sareste?” Domandò al resto della ciurma che ancora non aveva espresso il grado di parentele o il legame con la defunta. Informazioni basilari. Tornò a fissare la poveretta e, subito, un dettaglio le si parò davanti. Esaminò con cura ciò che aveva appena attirato la sua attenzione e, con circospezione, fece qualche passo indietro raggiungendo chi, intelligentemente, si era premurato di allontanarsi per non contaminare la scena del crimine. “Sulle sue labbra!” Affermò. “Ho notato una polvere rossa.” Si rivolse al ragazzo asiatico che, da quel che aveva compreso, doveva impersonare il figlio della vittima. Affari loschi. La morte si era abbattuta sui cieli di Hogwarts e stava a loro risolvere l’enigma.
    EVIE MEADOWS - SORELLA DELLA VITTIMA

    EVIE MEADOWS - SORELLA DELLA VITTIMA
    Clicca e muori!
    Inizialmente Chanel si perde a guardare le decorazioni della Sala Grande ma quando il gioco inizia si mette sull'attenti e inizia ad investigare. Non è un agrande chiacchierona ma interagisce un po' con tutti per chiarire quali sono i ruoli (in on, si intende. Vi prego di risponderle). Interagisce principalmente con Freya e con Yuki quando si accorge del particolare sulle labbra della vittima: UNA STRANA POLVERE DALLA COLORAZIONE TENDENTE AL ROSSO.
    Abbiamo dovuto cambiare leggermente i piani e per questo subentro al posto di Ollie, così per correttezza ve lo dico. <3 A voi il primo indizio. Seguirà il post del master con ulteriori info utili. Rimanete sintonizzati!
     
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    Post importante da leggere per lo svolgimento della quest insieme allo spoiler.




    Aiden non aveva mai capito perché le persone amassero così tanto il Natale. In orfanotrofio, i bambini aspettavano trepidanti l'arrivo di Babbo Natale, un uomo dalla lunga barba bianca, un completo rosso e una slitta di renne che, la notte del venticinque dicembre di ogni anno, viaggia per tutto il mondo, dando dei regali ai bimbi più bravi. Dopo aver svolto le dovute ricerche, era arrivato alla conclusione che questo soggetto non esisteva, così, felice della sua scoperta, lo aveva detto agli altri bambini che, dopo essere scoppiati a piangere, lo avevano allontanato in malo modo. Questa leggenda, nel Mondo Magico, non era presente. Tra l'altro, i suoi genitori adottivi erano scoppiati a ridere per l'assurdità di quella storia. Aveva sempre avuto ragione, eppure, anche in quel caso, era stato deriso. Ciò lo aveva spinto a provare una certa indifferenza per quella festività così, quando si recò al banchetto che la scuola aveva organizzato per l' occasione, lo fece controvoglia. Sbottonò i primi due bottini della camicia, si aggiustò la giacca e, dopo aver fatto il suo ingresso nella Sala Grande, si accomodò al tavolo dei serpeverde. Si guardò attorno, leggermente infastidito dai colori sgargianti con cui la sala era stata decorata. Poco dopo, con un vestito altrettanto sgargiante, Rain prese posto accanto a lui. Volse il capo verso di lei, la fissò per qualche istante e poi la salutò educatamente. «Ciao Rain. Non credi di vestire un po' troppo di rosso?» Come di consuetudine, non mancò di dar voce ai suoi pensieri. La rossa, qualche volta, lo aveva aiutato a studiare e un'idea su di lui se l'era fatta, quindi non si sarebbe offesa per quelle parole.
    Quando il preside cominciò a parlare, Aiden lo osservò con le sopracciglia lievemente aggrottate. Una cena con delitto? In una scuola per maghi? Non era entusiasta all'idea di parteciparvi dato che, dopo il modo in cui i babbani lo avevano trattato, si era ripromesso di non avere a che fare con niente che li riguardasse per qualche tempo. E quel gioco era decisamente una loro usanza. Indietro non poteva tirarsi, a quel punto la cosa migliore da fare era studiare le reazioni dei suoi simili di fronte a quell'inaspettato evento. Nel mentre, estrasse il biglietto dal calderone per scoprire chi avrebbe interpretato in quella strana vicenda: Clark Luthor, detective. In seguito, lesse velocemente le istruzioni e, alla fine della pagina, si accorse della presenza di una freccia. Girò il foglio e, sul retro, vi erano scritte delle indicazioni appositamente per lui. Bene, allora so qualcosa in più degli altri su questo presunto omicidio. Dopo che la professoressa di Divinazione ebbe interpretato la sua parte, Aiden si alzò e si avvicinò al cadavere. Inizialmente, non disse nulla, poi quando lo ritenne opportuno prese parola e iniziò la sua recita. «Sono Clark Luthor, un detective. Il signor Isaac Hunt mi ha ingaggiato per spiare sua moglie. A proposito, condoglianze.» Si rivolse al grifondoro che, in quel momento, stava interpretando il marito. «Non avrei mai pensato che, ciò che avrei scoperto, mi sarebbe servito per risolvere un caso di omicidio, ma questi sono i rischi del mestiere. Dunque» I suoi occhi neri si posarono su Roy che, in quella messinscena, recitava la parte dell'amico e dell'assistente della vittima. «mi risulta che lei, Sig. Bass, sia il braccio destro di Renee. Quanta fiducia in un solo uomo, ma non mi sorprende, lei è uno dei migliori pozionisti della Gran Bretagna. Eppure» Un attimo di suspense. In tutti i film polizieschi che aveva visto e i libri che aveva letto, i detective lo facevano sempre. «ha cercato di rubarle i clienti, diffamando la sua persona e descrivendola come una donna sull'orlo della pazzia a causa della malattia. Tra l'altro, ha anche accesso a documenti importanti dell'azienda. Qual era il suo scopo? Voleva, forse, essere lei ad ereditare la sua fortuna? »Si avvicinò di qualche passo e, in men che non si dica, gli fu davanti. Lo guardò serio e poi fece la sua prima supposizione. «La polverina rossa sulle labbra della vittima potrebbe essere un veleno di sua creazione.» Lo inchiodò sul posto. Come si sarebbe difeso l'accusato?
    D' un tratto, un enorme civetta bianca si diresse verso il corpo della vittima e lasciò cadere un mazzo di rose blu su di esso. Al suo interno c'era una lettera. Cosa c'era scritto? E da parte di chi era? Le cose si stavano complicando ed Aiden era curioso di vedere chi, alla fine, sarebbe stato in grado di risolvere quell'enigma.


    Aiden è il detective che il marito della vittima ( interpretato da William) ha ingaggiato per fare delle indagini sulla moglie. In questo caso, chi viene accusato è l'amico e l'assistente della donna ( Roy), abile pozionista che, in segreto, ha cercato di diffamarla e rubarle i clienti. Perché lo ha fatto? Voleva rubarle l'attività? Date inizio alle vostre supposizioni e accusato, difenditi!

    Da notare, l'arrivo di un mazzo di fiori con una lettera che, dopo essere caduta a terra, verrà raccolta da Freya. Questo è un elemento importante per risolvere il caso. Fate attenzione. A breve, qualcuno di voi verrà contattato per sapere di altri indizi. Tenetevi pronti e.e Buon divertimento!

    Scadenza 16/12 ore 23.59
     
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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    'Chissà se prima o poi mi daranno l'oscar...' pensò Roy, mentre fingeva di essere scosso da quel delitto 'devi prima recitare in qualche film, idiota. Questa è solo una messa in scena tra studenti in una scuola.'
    La sua espressione era rimasta come prima. Appena sentì Kynthia rivolgergli la parola, tornò Roy, si aggiustò i capelli e le rispose con un sorriso “Mr Devan Bass. Amico e assistente della vittima. Tu chi sei, invece?” Sentì, poi, la ragazza parlare di Cluedo “uuh anche io conosco quel gioco! Una figata...anche se non sono così bravo con quel gioco. I giochi da tavola non mi fanno impazzire. Preferisco qualche sparatutto sulla play...o anche un bel videogioco sul calcio” ma ovviamente stava divagando con cose inutili che di sicuro non interessavano a Kynthia. “Adesso...entriamo nella parte” fece un occhiolino alla compagna e riprese ad interpretare la sua parte.
    Intanto ascoltava le supposizioni varie degli altri partecipanti. Qualcuno parlava di polvere rossa sulle labbra della donna.
    Devan li osservava, aspettandosi sicuramente qualche dito puntato. Ed eccolo lì. Un tizio che diceva di essere il detective assoldato dal marito.
    La sua espressione cambiò, raddrizzandosi per guardare il detective negli occhi, sicuro di se. Sguardo beffardo, quasi come se volesse sfidarlo.
    Lo ascoltò in silenzio. Le accuse non poteva negarle. Era quasi sempre in disaccordo con lei e voleva davvero prendere il suo posto.
    Si avvicinò a lui, ancora un po', trovandosi a pochi centimetri dalla sua faccia. Altro gesto di sfida. Diede la sua risposta. “Anche se queste tue deduzioni siano vere. Ti sembrerei così stupido da utilizzare una delle pozioni create da me per uccidere Renee. E sarei così idiota da ucciderla nel bel mezzo di una cena?! Non hai pensato magari al fatto che, se avessi voluto ucciderla, avrei preferito essere solo con lei?” scosse la testa, ridendogli in faccia. “Se avessi voluto farlo, non avrei di certo usato un metodo così...vigliacco. Non lo sai? Il veleno è l'arma delle donne, dei codardi...e degli eunuchi”.
    Citazione a caso della seria babbana “il Trono di Spade”? Perché no? Era sempre giusto farlo, anche se forse nessuno l'avrebbe colta. E subito gli riaffiorarono nella mente le immagini del Re Jeoffrey Baratheon morire male tra le braccia della mammina Cersei.
    Gli stava per venire da ridere ma si ricompose subito, tenendo lo sguardo fisso su Aiden/il detective.
    Poteva tenere questa sua difesa? Al detective l'ardua sentenza(?).
    «Parlato»



    Devan Bass. Amico della vittima.

    Risponde a Kynthia e poi torna subito nella parte, cercando di discolparsi dalle accuse poste dal detective nei suoi confronti, con il suo modo di fare. Senza smettere di essere il solito Roy, infilandoci citazioni che solo lui avrebbe capito.
     
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    Oh, the weather outside is frightful
    But the fire is so delightful
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    Non fui l'unico a decidere di avventurarsi verso il finto cadavere della professoressa Lovecraft, infatti al mio fianco apparve Chanel Blanchard. Come il sottoscritto anche la corvonero sembrava essere interessata ad indagare, fu proprio lei a farmi notare ciò che stavo cercando. Una polverina rossa sulle sue labbra, molto probabilmente la causa della morte. Uccidere una pozionista con del veleno, molto particolare come mezzo.
    Poco prima di rimettermi in piedi, mentre esaminavo il corpo della donna avvelenata, una tasca rivelò un indizio inatteso. Un pezzo di carta, delicatamente piegato, si trovava nascosto al suo interno. La mia mano andò a raccogliere un tovagliolo pulito del professore vicino e lo usai per raccogliere l'indizio: un messaggio sbiadito, una frase decisa che recitava

    Goditi la tua ultima cena

    Dissi ad alta voce allontanandomi dal corpo per riunirmi al gruppo, facendo vedere a tutti il bigliettino.
    Dopo le accuse del detective interpretato da Aiden, e la risposta dell'assistente della trapassata madre mi misi in mezzo a loro per rafforzare le accuse contro Devan.
    D'altronde con molta probabilità lui, a differenza mia, era stato inserito nel testamento. Anche se fosse stato innocente per me non cambiava assolutamente nulla, volevo solo vedere un po' di drama.

    Credo che il detective abbia ragione, inoltre la tua difesa Devan sembra un po' debole. Essendo il suo assistente passavi molto tempo con lei, una sua morte improvvisa per avvelenamento avrebbe portato sicuramente tutti i sospetti su di te viste le tue abilità da pozionista. Una cena invece sembra quasi il luogo ideale. Tante persone, tutte con qualcosa contro la povera madre, eccetto il sottoscritto, e la possibilità di uscire indenne dall'omicidio

    Forse davvero un po' troppo nella parte, Yuki

    Ma ad essere sinceri mi stavo divertendo un sacco, d'altronde era un gioco ed ero lì per giocare no? No! Ero sì lì per giocare, ma volevo anche vincere e per farlo avrei dovuto mettere all'angolo tutti.

    Avrei poi allungato al detective il tovagliolo con il messaggio ritrovato e nel farlo una civetta bianca planò verso il corpo della vittima lasciando su di esso un mazzo di rose con all'interno una lettera.
    Mi sarei voltato a guardare i presenti, in attesa che qualcuno andasse a recuperare la lettera per leggerla.
    La situazione si stava facendo interessante, ma una strana idea aveva preso ad insinuarsi dentro la mia mente da lettore ossessivo di gialli. Mi sarei tenuto, almeno per ora, tale idea.

    Forse mi sarà utile se provano ad accusarmi.



    Yuki
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    KYLE HUNT | FIGLIO MINORE DELLA VITTIMA

    Assieme a Chanel ritrova la povere rossa sulle labbra della vittima, poi fruga nella tasca di lei e trova un foglietto che legge a voce alta e che consegna al detective. Approfitta dell'interrogatorio che Aiden stava riservando a Roy per intensificare le accuse contro di lui, andando a smontare la sua teoria
     
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    POST IMPORTANTE PER LO SVOLGIMENTO DELLA QUEST

    mike
    Una festa non festa. Insomma, come poteva definirsi tale un evento privo di gioie alcoliche. Impossibile. Aveva accettato di degnare la plebe della sua presenza esclusivamente per are conferire ai suoi, tristi, occhietti scuri. Infatti, Nathan, sembrava ben intenzionato a passare del tempo in compagnia quella sera e, fino a prova contraria, chi era lei per negargli un simile piacere. Perché, sì, la buona compagnia non si poteva rifiutare. E lei lo era. Senza alcun dubbio. Osservò l’ora e. con aria truce, prese a rimproverare la sua compagna di stanza, nonché semi amica, Freya Riis. Si. Gnocca quanto vi pare ma quella faccia da funerale per aver indossato in vestito che le fasciava il culo risaltandolo come solo Merlino sapeva, le stava dando su i nervi. Sbuffò e prese a camminare avanti e indietro, vestita a festa con un piccolo straccetto che la faceva sembrare una Jessica Rabbit dall’esperienza ridotta. Insomma, chi di dovere, avrebbe apprezzato, se ci aveva visto bene. Finalmente furono libere e, una volta riversatesi nei corridoi, non ci volle molto per riemergere nei pressi della Sala Grande dove, come ogni fottutissimo anno, si sarebbe tenuto il noiosissimo banchetto. “Ci risiamo.” Commentò sarcasticamente mentre, disinvolta, fece il suo ingresso nello spazio addobbato a festa. Tutto molto interessante se non fosse stato che, per lei, il Natale, aveva perso di significato quando quello stronzo di suo padre si era premurato di strapparle le uniche persone in grado di farla sentire ancora viva. Con la coda dell’occhio si assicurò che l’oggetto del suo interesse fosse nei paraggi e proprio quando si convinse a raggiungerlo, la presentazione della serata ebbe il sopravvento, lasciando in sospeso un paio di argomenti che, a causa di forza maggiore, avrebbe rimandato al dopo cena. Con sua grande gioia. I Grifondoro così dannatamente sexy. Certo. Uno su tutti ma, proprio in quell’istante, sentì lo sguardo di un altro rosso-oro addosso, un personaggio intraprendete che, se la memoria non l’ingannava, aveva tentato di spaccarsi l’osso del collo durante il falò di benvenuto. Gli restituì un’occhiata stranita, come se non riuscisse a comprendere quale fosse il fine del suo atteggiamento. Come no. Conosceva bene quel tipo di approccio e, se avesse voluto ottenere un qualche cosa in più, si sarebbe dovuto applicare con il genere femminile.
    La sua voluta distrazione fu bruscamente interrotta da una notizia devastate. “Cosa?” Sbottò incredula. Il Preside, senza pietà, aveva appena annunciato una specie di rappresentazione teatrale dove i protagonisti sarebbero stati proprio loro. Una tortura. Una fottuta ingiustizia. “Mio padre lo varrà a sapere…” Ah no, suo padre era un fuggitivo e quell’altro, boh, forse si stava già rivoltando nella tomba a causa del suo stupido black humor. Bene ma non benissimo. Si voltò di scatto e trovò la testolina bionda dell’amante delle vipere. Quelle da due soldi. Non esemplari rari come si reputava lei. “Visto il quoziente intellettivo medio in questa Sala, forse avrei dovuto optare per il nero. Probabilmente la vittima sarà proprio l’intelligenza!” Chi poteva dirlo con certezza. Seguì l’esempio altrui ed estrasse anche lei uno dei bigliettini da uno dei calderoni apparsi sulla tavolata. “Che stronzata!” Scimmiottò prima di sentirsi in dovere di intercettare lo sguardo del biondino, occupato a leggere, come se fosse qualche cosa di vitale importanza e poi? Un urlo. Straziante. “Andiamo, è solo una recita. Era il caso?” Domandò irritata mentre, un rumore sordo, segnò la chiusura definitiva delle porte e l’inizio di quel gioco mortale. Un bla bla infinito e, dopo l’intervento del suo collega si decise a prendere la parola, zittendo i presenti con un soffocato e finto colpo di tosse. “Sì, si. Grazie, Sherlock! Abbiamo capito.” Un po’ troppo nella parte. “Detective Moriarty.” Presentò il suo ruolo, senza nemmeno scomodarsi inizialmente. Solo quando iniziò a sentirsi a suo agio si alzò e prese a camminare in direzione del marito della vittima. “Quanto mi dispiace solo Merlino lo sa. Ma forse la sua mogliettina le nascondeva ben altro di più grave. Un segreto di inestimabile valore…” Lasciò intendere tutte e niente. “Forse lo meritava, in fin dei conti!” Si abbassò e gli posò un piccolo bacio sulla guancia. “Madre certa. Padre ignoto. Così va la vita!” Alzò la voce, così che potessero tutti quanti udirla, non solo il diretto interessato, ossia Liam. “In ogni caso… condoglianze anche da parte mia, Signor Hunt!” Stronza nella vita. Stronza nella finizione. Perché la bastardaggine era pure una filosofia in grado di guidare una sana esistenza. Si aggirò per quello spazio ristretto, tenendosi alla larga da quella povera donna un po’ per rispetto (come no) e un po’ perché col cazzo che avrebbe voluto rientrare nella rosa dei sospettati. Lei. Candida come la neve. Non scherziamo. Analizzò i volti. Uno dopo l’altro. Attentamente. Soffermandosi su uno in particolare. Un volto familiare. Fin troppo per alcuni versi. “Axel! No, scusa. Coso! Vabbè come ti chiami. Mia luce nel buio! Potresti essere stato tu!” Gli posò un dito sul petto, additandolo ed ammiccando nello stesso momento. “Hai la faccia colpevole.” Perché sì. Perché doveva punzecchiarlo e perché in fondo un po’ fedifrago lo era, soprattutto quando l’aveva trascurata per lasciare spazio a quella bionda slavata per niente interessante. Pffff. “Quei tuoi capelli perfetti. La tua barba incolta.” Degna teoria derivata dai suoi recenti studi presso l'università della vita. Fece spallucce e si rivolse al resto della ciurma. “Io fossi in voi lo terrei d’occhio.” Si morse il labbro inferiore e scivolò via, lontana dal suo presunto colpevole e, proprio mentre le sue intenzioni erano quelle di tornare a sedere, così da potersi occupare dei fatti propri, vide uno dei professori issarsi in piedi ed, improvvisamente l’oscurità avvolse chiunque abitasse quel luogo. Il buio totale che la obbligò a fermarsi. Sì. Ma non solo. Nonostante si sforzasse a muoversi, i suoi muscoli parvero di pietra. Qualcuno li aveva immobilizzati. Senza alcuna pietà che, diciamocelo, neanche lei avrebbe avuto. Oh, quanto le piaceva quel sadismo.

    Arriva al banchetto con Freya. Interagisce con Aiden e poi si "concentra" su quella che per lei è una seccatura.
    Rain ha il ruolo di quell'altra Detective. Anche lei come Aiden ha il compito di indagare per conto del Signor Hunt (LIam), prende la cosa meno seriamente del suo collega, questo è evidente. Più che altro getta caos in quello che è già un disastro annunciato. Perchè, dai, fa bene.
    Si avvicina al Signor Hunt (ti ho dato un bacino di consolazione) per le condiglianze ma in realtà non fa altro che spiattellargli cose, dopo aver insinuato dubbi punta il dito contro Axel per la sua faccia da latin lover e sapete perchè? Perchè anche oggi prendiamo la vita sul serio domani.

    NOTATE BENE: Improvvisamente vi troverete bloccati al buio. Un buio che non potrà essere scalfito con nulla non solo perchè è un'oscurità indotta dalla Polvere Buiopesto Peruviana ma anche perchè siete stati immobilizzati da un incantesimo. Potrete narrare che dopo qualche istante torna tutto alla normalità. Questioni di pochi minuti, così potrete tornare a muovervi alla luce del sole (?)
    Neanche i licantropi saranno favoriti per la visione. Sorry not sorry <3
    In questo lasso di tempo qualcuno si è adoperato per sparegere indizi contro di voi o a vostro favore o non lo saprete mai. Datevi da fare!
    La scadenza è sempre il giorno sabato 16 dicembre alle ore 23.59
    Buon divertimento <3
     
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    axel
    «Immagino di sì» replicò senza il benché minimo entusiasmo alla Riis che molto retoricamente si domandò se a quel punto avrebbero dovuto accusarsi a vicenda. Non gliene poteva fregare di meno di quello che stava accedendo e tantomeno della messinscena o del finto cadavere della professoressa tanto che, a braccia conserte, si lasciò sfuggire un sonoro sbadiglio piuttosto annoiato. Ruotò sul posto avanzando stentatamente di qualche passo orbitando quasi fosse un satellite in direzione della verde-argento quando questa si caricò di un po’ di voglia di fare per portare avanti quel teatrino, Axel la osservava non capendo dove trovasse volontà per portare avanti lo sforzo. A che pro unirsi alle danze quando poteva rimanere in disparte lasciando che fosse la gente da sola a litigare accusandosi a caso facendo in quel modo il lavoro sporco? Una sorta di pura selezione naturale che gli avrebbe permesso – con un po’ di fortuna – di arrivare in fondo e indenne ma ciò che non aveva ben valutato – mentre la Serpeverde sì – era il tempo che avrebbe(ro) perso lasciando agli altri quell’incombenza.
    «Lo sai che prima finiamo, prima ce ne possiamo andare?» E fu la sua espressione ammiccante verso un desiderio affatto celato nel mannaro ad attirare finalmente la sua attenzione. Lo sguardo si depositò sulla lupa mentre le sopracciglia scattavano entrambe interrogative verso l’alto ma non tanto a chiedere cosa intendesse quanto se fosse realmente seria. Che sciocchezze! Certo che lo era! E diamine se così aveva la sua totale attenzione e collaborazione diversamente dal modo in cui, poco prima al tavolo, gli aveva fatto quasi perdere la pazienza per il modo in cui era saltata a causa di uno spavento dalle origini incomprensibili (almeno per lui). Non avesse sguainato gli artigli così vicino ai suoi gioielli di famiglia si sarebbe risparmiata una ringhiata con tanto di stretta solida al polso in cui le aveva intimato nemmeno per un cazzo gentilmente di darsi una regolata. Axel aveva poi dissimulato, considerato il contesto nella quale erano immersi, e si era unito mantenendo al meglio che aveva potuto le apparenze.
    Ed eccolo lì, ora, decisamente più interessato con quel premio in palio a quelle che sarebbero state le future dinamiche. A braccia incrociate passeggiò in mezzo al piccolo gruppetto seppur rimanendo in disparte mentre lo sguardo smeraldino adocchiava come un falco qualsiasi elemento. Si spostò alle spalle del Giappo-grifo adocchiando uno strano bigliettino di una grafia che gli risultò essere familiare tuttavia non riuscendo ad associarla immediatamente a qualcuno. Osservò quindi la sciorinata messa in atto dal suo compagno di stanza che giudicò, almeno all’apparenza, con il suo caratteristico sopracciglio sollevato spostando lo sguardo all’altro Grifondoro, Roy, corrucciando l’espressione sul finale della sua arringa difensiva. Che c’entravano gli eunuchi? E... HA! Ethan una donna. La sua espressione sarebbe stata uno spasso se fosse stato lì.
    «Axel! [...] Mia luce nel buio! Potresti essere stato tu! Hai la faccia colpevole» Gli venne da ridere ma solerte si ricordò del ruolo. «Uhmmm mi duole darti un dispiacere tesoro ma non c’è il mio zampino anche perché» e nel parlare si spostò verso il Giappondoro che aveva fatto per consegnare ad Aiden il bigliettino. Intercettò lo scambio prelevandolo per mostrarlo di nuovo a tutti. «Ora ho riconosciuto la grafia ed è di una persona tra noi», fece qualche passo portandosi al fianco di Kynthia – quel posto era fin troppo affollato da Grifondoro – «non è forse la tua... ?» Come aveva detto di chiamarsi? Boh. «Cognata avevi detto? Qualcosa mi dice tu sia mia moglie allora» ridacchiò. «Mi reputo un uomo fedele io.» Il sorriso beffardo si accentuò ancora di più a scherno di sé stesso. Ma quale fedeltà? «A differenza, forse,» colpevoli fino a prova contraria, no? «Della mia mogliettina. Non dirmi che te la facevi con... ehm» fissò Roy, come aveva detto di chiamarsi? «Lui» agitò la mano, poco contava il nome d’arte. «Lo hai sgamato non è vero?» Tirò la saliva schioccando la lingua. «Più scaltro amico, più scaltro... Ed il resto vien da sé. RIP Prof» Bon, il suo l’aveva fatto.


    THOMAS HUNT | COGNATO DELLA VITTIMA E ASSISTENTE


    Non sono proprio 600 ma concedetemela.
    Freya lo convince bene ad entrare nel ruolo per cui, dopo aver osservato, cogliendo l'input/accusa di Rain punta a sua volta il dito contro Kynthia formulando una prima versione di come potrebbero essere andati i fatti, ovvero: i pg di Kynthia e Roy avevano un intreccio, Kynthia ha scoperto che Roy se la faceva con la vittima e ha smattato uccidendo la diretta concorrente. C'ha provato ✨


    Edited by Dragonov - 15/12/2023, 20:53
     
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    SirKD
    Mia luce nel buio, tesoro, toccamenti vari. La voglia di strappare i capelli, palesemente tinti, della sua compagna di stanza aumentava, si tratteneva solo per il contesto e in virtù di quella che, in teoria, sarebbe dovuta essere un'amicizia. Poco importava che non avesse mai parlato a Rain del suo interesse per il mannaro, lo doveva immaginareh. Il suo fastidio si trasformò in una semplice alzata di sguardo al cielo mentre, nervoso, il piede in bilico sul tacco tamburellava sul pavimento.
    “QuAlCoSa Mi DiCe ChE tU sIa MiA mOgLiE aLlOrA” gnignignigni. Ma vaccagare. Sempre meglio. Il modo in cui Dragonov si mangiò poi la Grifondoro con lo sguardo, almeno secondo una Freya non troppo lucida, fu la ciliegina sulla torta che la fece allontanare cercando, in quel gioco cretino, una distrazione per stemperare la tensione che accumulava ormai da giorni.
    -Zia, eh?- ed ecco li il capro espiatorio su cui sfogare le sue frustrazioni. Sollevò il sopracciglio passando in rassegna l'aspetto della ragazza, mezza svestita e con la faccia da maiala, figuriamoci.
    -Non sarai stata mica tu a far fuori mia madre?- un'opzione come un'altra, al momento non avevano troppi indizi su cui basarsi per estrarne una trama veritiera -Non deve essere facile essere l'eterna seconda. Voglio dire, lei aveva una famiglia, dei figli, un marito adorabile- e si voltò a strizzare l'occhio al rosso-oro che interpretava la parte del maritino della vittima -Aveva successo a lavoro, invidiosa? O magari una cotta proprio per mio padre. Succede spesso tra fratelli, desiderare quello che hanno gli altri- supposizioni sterili, motivazioni che potevano essere vere come no ma, con quello che avevano, erano le uniche cose che potevano venirle in mente. Avrebbe potuto continuare, accampare altre ipotesi, ma il tutto venne interrotto dall'arrivo di un grazioso mazzo di fiori che cadde con disinvoltura proprio sul corpo esanime della vittima. Niente di che, non ci avrebbe prestato troppa attenzione, se non fosse per quel bigliettino che, distaccatosi dal mazzo floreale, afferrò con ritrovata curiosità
    -Hyde Park, al solito posto. Vediamoci alle 21. É l'unico modo che ho per comunicare, il cornuto sospetta qualcosa.- lo lesse ad alta voce, mettendo tutti a parte di quello che vi era scritto, trattenendo a stento una risata e voltandosi, infine, verso il William-padre. Non perse tempo a scusarsi con la biondina, le importava ben poco, e si diresse dal Grifondoro fermandosi proprio di fronte a lui -É per questo che hai assoldato i due geni, paparino? Cornuto e mazziato, e hai deciso di uccidere la mia mamma?- finse di asciugarsi una lacrima, non riusciva a recitare fino quel punto -I delitti passionali vanno di moda, ma non me lo sarei proprio aspettata da te. Sei tu l'assassino?- poco importò della risposta quando, improvvisamente, venne assalita dal panico per l'impossibilità di muoversi. Cosa diavolo stava succedendo? L'avevano scoperta? Avevano bloccato i suoi movimenti e ora l'avrebbero smascherata davanti a tutti! Avrebbero messo in bella mostra il suo essere un licantropo e l'avrebbero umiliata! Poi, il buio. Certo, le tagliavano anche la vista, così che non potesse vedere i suoi aggressori. Ma si sarebbe liberata, presto o tardi, e li avrebbe squartati con le sue stesse zanne che, intrappolate nella sua stessa bocca immobile, non riuscivano nemmeno ad uscire allo scoperto come avrebbero fatto in situazioni diverse. Ovviamente, nulla di tutto ciò avvenne mai, con il ritorno alla luce, venne solo spiegato che fossero stati sparsi ulteriori indizi e, d'istinto, appena tornò a muoversi prese a guardarsi attorno notando, grazie alla sua vista fuori dal comune e attenta ai dettagli, un particolare che non riuscì a passare inosservato. Si avvicinò di nuovo al bulgaro, per quanto volesse rimanergli a distanza per non vederlo flirtare con la qualunque e, delicatamente, afferrò un petalo in bilico sul colletto della sua giacca, proprio dello stesso colore dei fiori del bouquet -Axel- un tono stupito, quasi deluso nonostante quella fosse una finzione -Eri tu a scoparti mia madre?- zanzanzaaaaan.



    Poppy Hunt - figlia maggiore della vittima.

    Questa cosa del limite delle parole è una tortura. Comunque. É infastidita tipo da tutto quello che fa Axel perché è rosicona inside, si allontana e interagisce con Chanel, che accusa perché ha la faccia da maiala e deve darle contro in qualche modo facendosi sentire da tutti. Raccoglie il bigliettino e lo legge ad alta voce così che tutti possano sapere cosa c'è scritto e viene fuori che mammina ha un amante simpatico. A quel punto accusa William, suo padre, che doveva saperlo per forza, secondo lei, visto che ha assunto due detective, la gelosia fa fare cose strane, Freya lo sa. Poi buio, poi luce, il secondo indizio è un petalo sulla giacca di Axel, da cui deduce che possa essere lui l'amante colpevole. Fedifrago che non è altro.
     
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    “Eloise Brooks, la cognata del morto” e quindi dovrei essere dispiaciuta per la cosa? In che rapporti stava con la cognata? Insomma, mi serve un background così da mettere in azione le mie doti attoriali che per chi se lo stesse chiedendo sono pari a zero. Sono più una persona da dietro le quinte.
    “Neanche io sono un asso in quel gioco” ammetto e faccio spallucce, sostanzialmente se qua è come a cluedo allora ho scarse possibilità di vittoria “però dicono che l'importante sia partecipare...” la mia espressione fa ben intendere che non sono per niente d'accordo con il famoso modo di dire, beh, solitamente se partecipo voglio vincere! Infatti adesso pensiamo a giocare. A rendere tutto più semplice ed immersivo, inaspettatamente, ci pensa Aiden. Che mi sembra stia prendendo molto sul serio il suo ruolo da detective. Ci dà comunque info utili e se la prende con Roy aiutato da Chanel che da l'avvio alla sua teoria, ma a me le teorie piace più smontarle “e se qualcuno avesse provato apposta a far cadere i sospetti sul signor Bass? Ha detto tu... cioè, ha detto lei che è un pozionista acclamato, sfruttare la scusa del veleno sembra troppo semplice. Per quanto ne sappiamo potrebbe anche trattarsi di una semplice pianta velenosa” sono sicura che ci sia qualche pianta velenosa con delle bacche rosse... c'entra qualcosa? Vabbè dai, ci provo ad entrare nel personaggio nonostante non sia proprio cosa mia. L'attenzione viete catalizzata poi dall'arrivo di un mazzo di fiori sulla scena del crimine. Wow, servizio express, non c'è neanche una lapida ma ci sono già i fiori. Sicuramente vorranno significare qualcosa, ma intanto continuo con la mia teoria “poi i primi a beneficiare della sua morte non dovrebbero essere proprio i suoi figli? Questioni di eredità-” rilancio accusando Yuki, ho appena il tempo di farlo perchè ad un tratto, buio. Un Fitto buio che non mi permette nè di completare la frase, nè di vedere ad un palmo dal naso. Non posso neanche allungare una mano e non perchè abbia paura del buio ma perchè sono fisicamente inchiodata sul posto! Sensazione sgradevole, ma almeno dura pochissimo e non appena torna la luce, mi guardo intorno chiedendomi se lo scenario non sia cambiato rispetto a prima. Sembra tutto al suo posto, ma mi rassegno al fatto che evidentemente non posso fare un discorso senza essere interrotta!
    Bene, allora mi faccio un attimo da parte, ascolto gli altri quando mio marito mi si rivolta contro. A quel punto la mia espressione scioccata è assolutamente teatrale “io?? Farmela con il signor Bass?? Come osi, screanzato!” ed è così che una mano scalfisce l'aria, così, giusto per entrare nel mood della donna tradita “piuttosto tu! Tu saresti un uomo fedele??” ed è davvero ironico che sia Axel a dirlo. Sul serio “lo sanno tutti che ti piaceva un po' troppo passare del tempo con... lei” non mi ricordo come caspita si chiama mia cognata, vabbè, non importa, la indico per capirci meglio . E così arriva a supporto della mia tesi un provvidenziale bigliettino raccolto da Feya, aka l'altra figlia della vittima che ho praticamente accusato indirettamente poco prima. Fantastico quanto sia perfetto il tempismo di questo bigliettino “lo sapevo che non era solo amicizia, brutto porco! Chiederò il divorzio quando questa storia sarà finita” sì dai, mi sto divertendo. Da brava moglie schifata poi, guardo Axel dall'alto verso il basso e mi allontano. Quel brutto porco era davvero appropriato, mi sono sentita sul serio una donna di mezz'età in piena crisi matrimoniale.

    ELOISE BROOKS - COGNATA DELLA VITTIMA

    Interagito con Roy.
    Suggerisce che la soluzione del pozionista che avvelena la socia sia un po' troppo scontata e che chiunque possa averla usata per far cadere i sospetti su Bass, non può essere così semplice, non accetta le cose semplici.
    Quindi ci prova e accusa i figli interpretati da Yuki e Freya.
    Poi risponde SCHIFATA a quello svergognato di Axel e lo accusa di averla tradita con la vittima forte del bigliettino trovato da Freya che le dà l'assist.




     
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