Murder for Christmas - Capitolo 1

Quest di Natale (aperta solo agli studenti)

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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    Di una sola cosa Roy era più che sicuro: Da grande non avrebbe fatto il detective. Sì, perché non era portato per quel genere di cose.
    Si mise momentaneamente da parte, per ascoltare le accuse e le difese di ognuno. Ne osservò i movimenti e le loro espressioni, come se fosse un grande esperto di segnali del corpo. Insomma, quei tizi babbani che, nelle serie tv babbane, osservano ogni minimo movimento muscolare per capire se una persona mentiva o meno. E ovviamente non aveva colto niente di strano.
    Comunque aveva trovato l'ipotesi di Yuki interessante, ascoltandone attentamente le parole. O meglio quelle dopo aver sbottato stranamente contro di lui. “Senti, stai calmo che non sto dando la colpa a te.” scosse la testa incredulo. “Stavo solo cercando di capirci qualcosa.” Senza successo, oltretutto.
    Qualcuno propose anche di svuotare le tasche, per vedere se l'assassino ha ancora l'arma addosso. Trovò questa cosa inutile. Chi era così stupido da tenere addosso ciò che lo avrebbe incastrato?
    Quindi si avvicinò ai compagni e tirò fuori le fodere delle tasche dei pantaloni, rivelando a tutti il fatto che erano completamente vuote. “Potete controllare, se volete. Io non ho nulla nelle tasche.”
    Nel frattempo si guardò intorno..e si era distratto mentre vedeva Riis allargare la scollatura per fare in modo che Dragonov potesse guardarci dentro. 'Beato lui..' si mise a pensare, nascondendo in una risatina quella voglia di alzarsi e andare a darle una controllatina anche lui. 'pervertito che non sei altro, Roy'.
    Si ridestò tornando a guardarsi intorno. “Comunque non penso che troverete qualcosa di interessante, secondo me. A meno che la boccetta che conteneva la polvere non si fosse rotta nelle tasche dell'assassino e abbia riversato tutta la polvere nella tasca. Ma qualcosa mi dice che Kyle/Yuki, potrebbe aver ragione. Quella mente malata di Reené potrebbe davvero aver pensato di radunarci tutti qui per incolparci a vicenda, mentre in realtà l'assassino di Reené è in realtà lei stessa. Tutti avremmo potuto avere un motivo per farla fuori, da quello che si è scoperto. Avevo accusato il Signor Hunt/William, perché il movente potrebbe essere più plausibile...insomma ha delle corna che quasi non passa nemmeno dalla porta della sala. Però l'idea del suicidio potrebbe essere più interessante”. Non era entrato bene nella parte, probabilmente. Ma pazienza, ormai quel gioco stava per finire, no?
    Ora non vedeva l'ora di scoprire la verità su quel caso. Il colpevole verrà scoperto? Si tratta di omicidio o di suicidio?
    «Parlato»




    Ascolta un po' le discussioni varie, si svuota le tasche, chiede che qualcuno controlli che davvero ha le tasche vuote, invidia Dragonov che guarda dentro la scollatura di Riis dandosi del pervertito e sostiene l'ipotesi di Yuki del suicidio.
     
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    Oh, the weather outside is frightful
    But the fire is so delightful
    And since we've no place to go
    Let it snow, let it snow, let it snow…


    Oramai avevo messo la mia testa a riposare sulla risoluzione del caso, l'ipotesi del suicidio era il mio cavallo di battaglia e avrei sostenuto questa tesi fino alla fine. D'altronde era un gioco ed ognuno dei presenti aveva sparato un nome a cui addossare la colpa, tanto valeva giocare a modo mio.
    Non avrei risposto alle accuse che mi sarebbe state fatte successivamente né alle allusioni di Dragonov sulle presunte condizioni di salute di mia madre. Non che ne sapessi qualcosa direttamente, d'altronde mi ero solo arrivata la voce dopo anni di contatti più che limitati, ma la speranza era che la malattia - o presunta tale, se esistente - avessero addolcito il suo cuore calcolatore e manipolatore. Per questo ero tornato, per sperare in un suo cambio di pensiero per il tema eredità. Avrei dovuto affrontare con lei il tema da lì a poco, ma ahimè, qualcuno l'aveva tolta di mezzo. E per me quel qualcuno era proprio lei stessa.

    Io confermo la mia tesi sul suicidio. Non riesco a vedere altre possibilità e gli indizi non portano, secondo me, a nessuno di specifico ma a più persone. Il punto di vista di ognuno di voi è più che corretto, può essere stato chiunque ed è proprio per questo che continuo a sostenere la mia idea.

    Successivamente avrei collaborato alle indagini facendo ciò che era stato chiesto, ovvero svuotato le tasche mostrando semplicemente la bacchetta e l'anello che avevo ripreso da William poco prima della cena.

    Vista la situazione attuale, di stallo e di accuse finali a vuoto, si sarebbe palesato qualche altro personaggio esterno- Magari interpretato da qualche professore?- a darci la soluzione del caso oppure uno dei detective presenti, probabilmente quello interpretato da Aiden che sembrava più sul pezzo, ci avrebbe dato la soluzione e di conseguenza il come e il perché?

    Nell'attesa della rivelazione mi sarei messo a controllare minuziosamente il finto cadavere alla ricerca di altri indizi che potessero supportare la mia tesi, qualsiasi cosa in realtà mi sarebbe andata bene. Tipo un qualche contenitore con la polvere rossa lì in zona o nelle sue tasche, rimasugli di quella sostanza sulle dita e sui vestiti o...nulla, semplicemente cercare senza toccare troppo ed essere invadente.


    Yuki
    Rhodes


    gryffindor - half japanese - 16yo

    i want a raccoon


    KYLE HUNT | FIGLIO MINORE DELLA VITTIMA
     
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    insomma, qua si iniziano a scaldare gli animi e sembra quasi che qualcuno se la prenda sul personale per le accuse che gli vengono mosse. Wow, qua siamo su un livello supremo di immedesimazione, proprio ad uno stop successivo. Guardo William piuttosto impressionata per la performance, al punto che ad una certa vorrei anche dirgli di calmarsi e che non ha nessun figlio e nessuna moglie morta. Ma rovinargli il gioco? Come potrei? No, non sia mai.
    Qualcuno azzarda qualche ipotesi fuori dalle righe, qualcuno pensa che sia stato un teatrale suicidio. Mah, non posso dire di avere l'onore di conoscere la vittima ma dal profilo che ne è stati delineato non mi sembra un personaggio che facilmente potrebbe decidere volontariamente di togliersi dalle palle. Troppo egocentrica. Non lo esprimo ad alta voce, tengo il pensiero per me adagiandomi al tavolo e ascoltando nel mentre le varie opinioni. Assisto anche alle varie perquisizioni di chi ha deciso di assecondare la richiesta mia e di Poppy/Freya. Un vero e proprio spettacolo insomma, un tuca tuca generale. E poi ascolto la prevedibile accusa mossa da Axel, con tanto di ghigno e sorriso sbieco. Sorriso che si accentua particolarmente su quel love pronunciato come voce da culo come la sua faccia di culo. E poi espiro rumorosamente, scuotendo la testa “il danno d'immagine l'avrei avuto continuando a restare con te, caro maritino” anche i docenti sembrano essere interessati a ciò che sta accadendo, probabilmente gli piace vederci fallire o sono particolarmente fan dei gialli. Comunque sia “quindi continuo a sostenere che sia stato tu ad uccidere Renee. Non credo alle tue paroline zuccherosi e ai tuoi buoni propositi. Sposarti di nuovo? Poco credibile” in sostanza faccio la parte di quella che conosce fin troppo bene suo marito e che, quindi, non cede. Continua per la sua strada. In fondo è stato lui il mio sospettato fin dal principio “potresti essere stato abbastanza veloce da disfarti dell'arma alla prima occasione, che adesso è finita chissà dove. Quindi sì, per me sei tu il colpevole” e batto sul grosso tavolo in legno, come ad imitare il martelletto di un giudice che emana la sua sentenza: COLPEVOLE!

    ELOISE BROOKS - COGNATA DELLA VITTIMA

    Si tiene da parte a sentire le accuse altrui e ad osservare i vari sospettati svuotare le tasche. Alla fine interagisce con Axel e segue sempre la sua teoria iniziale: SEI STATO TUUU, INFAME.



     
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    CASO CHIUSO!

    «Ne avresti potuti avere tanti di motivi.» Guardò con uno sguardo enigmatico Freya che, come gli altri, avrebbe potuto tranquillamente far fuori sua madre. Diversi studi atti alla ricostruzione del profilo psicologico-comportamentale dei serial killers, avevano sottolineato l'importanza delle esperienze traumatiche subite dal soggetto in ambito sia familiare che extrafamiliare, durante l'infanzia e l'adolescenza, per spiegare il manifestarsi del comportamento omicidiario seriale. Esaminando la casistica, si nota che molti assassini seriali sono spesso figli illegittimi che, avendo vissuto una vita basata sulla menzogna, arrivano a disprezzare talmente tanto colui o colei che li ha ingannati, da desiderarne la morte. In questa recita, quello era il ruolo di Poppy che fu l'unica a non ricevere alcuna accusa diretta. Aiden, infatti, se ne stava in silenzio, mentre osservava gli attori inscenare il loro ultimo atto. Alcuni furono disposti a farsi perquisire le tasche e persino la scollatura del vestito nel caso di Freya. Il suo compagno di stanza sembrò non cogliere l'occasione, al che Aiden si morse le labbra, pensieroso. Nel frattempo, gli indagati espressero la loro sentenza definitiva: c'era chi pensava fosse stato il marito, chi l'amante, chi la sorella e chi - come nel caso di Yuki e Roy - un suicidio. Erano tutte ipotesi interessanti, ma nessuna era quella corretta. Era arrivato, dunque, il momento di risolvere quel caso. Dopo aver scambiato un'occhiata di intesa con la sua collega, fece un passo avanti e, inespressivo come sempre, cominciò a parlare. «Renee è stata uccisa usando un veleno ricavato dalle foglie di Artemisia come avete detto.» Il che era evidente osservando la polverina rossa che la vittima aveva sulla bocca, ora ciò che era importante spiegare era in che modo ne fosse venuta a contatto. «La polverina è stata sparsa sul tovagliolo che c'è alla sua destra e che deve aver usato per tamponarsi il rossetto, infatti» Si avvicinò al corpo della professoressa e le alzò un braccio, mostrando le mani. «c'è anche sulle mani.» La lasciò andare e, deciso, affiancò Freya, alla quale sorrise sornione, puntando il dito verso di lei e indicando la scollatura. «La boccetta contente il veleno è proprio lì. Quindi» La fissò con i suoi imperturbabili occhi neri. «sei tu l'assassina, Poppy Hunt. La figlia illegittima. Devi aver disprezzato molto tua madre per averti ingannata, in fondo sei figlia del fratello di tuo padre, il frutto di uno dei peggiori dei tradimenti possibili. Quanto rancore devi aver provato? Quanto rabbia? Tanta da spingerti a fare questo.» Un gesto estremo, crudele che, molti, nel Mondo Magico e babbano non avrebbero esitato a commettere visto il genere di madre - e di donna- che era stata Renee. Una della peggior specie. Il suo ruolo era giunto al termine. Tornò ad essere Aiden e, silenzioso, si distaccò dai presenti, limitandosi ad osservare le reazioni di chi aveva perso e quella di chi, invece, aveva vinto. Da ciò aveva capito come i suoi simili potessero mentire, lui compreso, e di certo i dati che aveva raccolto in questa recita gli sarebbero stati molto utili in futuro.


    L'assassino è: POPPY HUNT - FREYA!
    Non essendo stata scoperta è lei la vincitrice, complimenti! Scoprirai presto il tuo premio, ma le sorprese non sono finite qui. Ci sarà una rivelazione importante, quindi restate sintonizzati.

    Spero che il caso vi sia piaciuto xoxo gossipgirl!
    Grazie per aver partecipato!
     
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    ... O FORSE NO!

    mike
    Quel deplorevole teatrino, finalmente, stava per avere fine. L’aveva suggerito in tutte le salse di provare a ballare il tuca tuca, passando in rassegna i “corpi del reato”. Peccato che nessuno avesse recepito i suoi messaggi subliminali. O forse sì. Una persona aveva azzeccato il compitino ma, contro ogni previsione, aveva deciso di coprire il vero assassino, consegnando nelle sue mani la vittoria di quel giochino, organizzato per passare la Vigilia di Natale in maniera differente da solito. In fondo aveva apprezzato lo sforzo dell’intero corpo docenti e, chissà, magari sarebbe potuto divenire un evento annuale, sul quale fare affidamento per evitare le solite cene mediocri e prive di divertimento. La rossa si alzò dalla sua postazione, fasciata nel suo abito scarlatto e, lentamente, affiancò quello che era stato il suo collega per tutta la durata delle recita: Aiden. Il putto, mosso da chissà quale senso di giustizia, aveva già preso la parola, andando a spiegare per filo e per segno quale fosse la risoluzione di quell’intricata vicenda. Risultato? Una psicopatica Poppy Hunt, addolorata da cotanta menzogna riversata nei suoi riguardi, si era prodigata a mettere in scena quella farsa per togliere di mezzo quella madre scellerata. Un movente come un altro, in fondo. Qualcuno, là fuori, si era sprecato anche per molto meno. Che dire? Una bella pacca sulla spalla alla colpevole. E Freya? Doveva ammetterlo, si era calata nella parte alla perfezione, fottendo i partecipanti con il suo zelante modo di spiegare il punto di vista che la riguardava. Falsa. Falsissima donna. Forse sarebbe stato meglio guardarsi le spalle da una persona simile. Sì. Per gli altri. Rain era certa di poter contare su quella faccia per niente innocente. Le piaceva. In un modo o nell’altro era riuscita a rimanere alla larga dalla personale black list della Scamander e, bene o male, averla come compagna di stanza, aveva il suo perché. “Non avevo dubbi!” Esclamò, posando delicatamente la mano sulla sull’avambraccio dell’amica avvinghiata ad Axel. BLEH. Roba da storcere il naso per quella sorta di omissione, sì, ma vi era tempo. Poi. Forse. Prima di tutto il dovere (?). Si era lasciata scappare qualche indizio, forse per essere utile alla causa, vista la sua impossibilità a prendere parte in pieno alle indagini ma, in fin dei conti, lei in primis, avrebbe adottato immediatamente la strategia dell’ispezionare uno ad uno i presenti alla ricerca di qualche strano contenitore, sporco di polvere rossa. Sì. Quella roba, in origine, doveva pur trovarsi da qualche parte ed essendo un delitto a porte chiuse, qualcuno si era assicurato di fare sparire la fialetta in qualche angolo remoto di sé stesso, magari in qualche mutanda o reggiseno. Il segreto stava nella manualità, insomma. Si voltò verso Nathan, sorridendo quel poco che bastava per ricordargli che di lì a poco tutto sarebbe terminato, lasciando che ognuno di loro potesse correre libero verso il dopo cena, di netto più interessante del resto. Era tutto pronto. Almeno nella sua testa. “Dlin dlin dlin. Abbiamo la vincitrice.” Le alzò il braccio, per poi aggrapparsi ad esso. Gesto sin troppo umano per quanto la riguardava. Se lo meritava. Era stata brava ricorrendo a quella parlantina fuorviante. Stava per ingannare pure lei, nonostante avesse la soluzione a portata di mano. Sarebbe stata una buona criminale e Rain una pessima detective. O forse le era proprio mancato quel pizzico di interesse in più. Chi poteva mai saperlo. Ma perché impegnarsi in qualche cosa che si sarebbe rivelata una farsa in piena regola? Sbuffò. I ragazzi presero a parlottare tra loro. Un brusio fastidioso si innalzò da ogni angolo della Sala Grande e, finalmente, si esaurì la messa in scena. “Sarebbe il momento di svegliare la bell’addormentata, vero?” Domandò ad Aiden, ancora fermo accanto e lei. Con il braccio liberò arpionò il biondino e, come la Vispa Teresa, si trascinò appresso sia lui che la vincitrice di quella perversione. Al tavolo degli insegnanti regnava la quiete. Inquietante. Beh, che motivo avevano per agitarsi? Si erano limitati a consumare il loro pasto in tutta tranquillità. “Guardatela! È così interessante quando dorme.” Quella papera starnazzante, sempre pronta a umiliare studenti e studentesse. Odiosa, con il vizietto di sbavare dietro a ragazzi troppo giovani. Sciolse la presa e raggiunse la finta vittima, abbassandosi e sporgendosi verso il suo orecchio. La mano di Rain andò a parare sul tavolo, per reggersi in quello sforzo. “Professoressa? Possiamo andare in pace!” Così decretò la fine ma, dall’altra parte, non vi fu nessun riscontro. “Professoressa Lovecraft?” Ancora niente. La mano libera si posò sulla spalla della donna, andando a scuoterla. Deglutì. Alzò lo sguardo sui compagni. Sul suo volto non vi era più l’espressione spavalda di poco prima. La strafottenza aveva lasciato il posto alla preoccupazione. Il terrore allo stato puro. Sfiorò le falangi della bionda e avvertì il gelo. La testa scattò verso il resto degli insegnanti, ignari di ciò che stava per avvenire. Che cazzo sta succedendo? Le sue iridi virarono per caso sul palmo della mano e notò una sfumatura rossastra. No! Stava davvero guardando in faccia la morte? Quella era la fine che avevano fatto i suoi genitori? Si sentì leggera. Tanto da sbilanciarsi all’indietro e rischiando di cadere. “Signor Fletcher!” Attirò l’attenzione del Professore di Pozioni, seduto a pochi passi da lei. Alzò il palmo ricoperto di polvere che doveva rappresentare la finta arma del delitto e lo rivolse verso di lui. Era certa che le sue pupille si erano dilatate del tutto, scurendo ancora di più i suoi occhi. “Doveva essere innocuo!” Il sono tono risultò freddo, quasi come per volersi auto convincere. “È gelida. Io…” No, non poteva essere vero. Si trattava di uno scherzo di cattivo gusto. Per forza. Qualcuno si era preso la briga di prendere tutti per il culo. “… credo sia morta.” Non si curò dei presenti. Il panico salì, raggiungendo lo stomaco. Un pugno. “Per davvero!” Terminò, nella speranza che qualcuno corresse in suo aiuto. Sentiva le forze venir meno. Un conato di vomito e i volti sorridenti dei suoi genitori, vennero spazzati via con un colpo di spugna immaginario. “Questa è la morte?” Biascicò a sé stessa.

    EBBBRAVA FREYA!
    E ops. Arrivo a rovinare la festa! Sembra essere giunto il momento di svegliare la Bella Addormentata. Rain si avvicina alla vittima, trascinando Aiden e Freya. Prova a svegliarla MA... Interagisce con il Signor Flatcher, disperatamente. SORPRESA. DOROTHEA LOVECRAFT È MORTA!

    DA QUESTO MOMENTO POSTARE DIVENTA FACOLTATIVO.
    Chi vuole può continuare per esporre la reazione del proprio pg. <3
     
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    axel
    Quanto poteva tornare utile una faccia da poker totalmente inespressiva a comando? In quel momento, in quel gioco che i professori avevano imposto loro di giocare, tantissimo soprattutto per la controparte che con il suo solito fare spavaldo privo della benché minima traccia di pudore aveva allargato la scollatura del bel vestito lasciando che il lupo potesse intravedere il davanzale fasciato ad arte della proprietaria. Axel vi aveva gettato l’occhio pronto ad assaporare quella visione d’antipasto che l’altra che gli aveva consegnato, convinto di quel preludio che avrebbe anticipato un dopocena dai toni decisamente più piccanti e sì, ben più interessanti di quel teatrino da strapazzo nella quale un po’ tutti – meno che lui, solito guasta feste – s’erano calati nella parte. Sarebbe mai finita? Ed eccola lì la soluzione, la chiave per concludere quel teatrino. Perfettamente nascosta nell’incavo generato dai seni accoppiati, lì, premuta, la fiala giaceva rilucendo alla luce delle fiaccole. Freya era la colpevole. Impassibile lasciò che sul suo viso si dipingesse il classico sorriso sghembo, l’espressione da perfetto Don Giovanni di uno che aveva unicamente gustato una bella visione e, con nonchalance, passò oltre ignorando d’un primo acchito quanto visto con l’intenzione di d’utilizzare quell’informazione acquisita alla prima occasione che gli avrebbe portato un vantaggio.
    «Qualcun altro non si fida?» Fece la Riis rivolgendosi al pubblico come se fosse pronta a condividere lo spettacolo del suo décolleté con il resto dei partecipanti. Peccato qualcuno non fosse dello stesso avviso. Axel, infatti, allungò la mano aggrappandola al vestito della Serpeverde, tirandola gentilmente ma con un piglio deciso a sé mentre un’appena percettibile ringhio d’avvertimento gli vibrava in petto. Che cazzo faceva? Si faceva guardare da tutti? Le lanciò un’occhiata intimidatoria e successivamente optò per portare l’attenzione sulla sua persona mettendosi a disposizioni per eventuali perquisizioni. Lasciò che fosse la lupa a farlo ed incatenò il suo sguardo smeraldino negli occhi di lei quando questa, tastando, percepì il coltello nascosto nelle tasche. Sorpresa! Gli angoli delle labbra si sollevarono mentre con un tilt del capo lo piegava lateralmente lanciando un messaggio silenzioso alla verde-argento: se taci, taccio anch’io. Una double win per entrambi in cui la Riis avrebbe portato a casa la vittoria in quello sciocco giochino e lui non sarebbe finito nel mirino degli insegnanti per il possesso illecito di un’arma al castello. Perché sicuro gli avrebbero fatto storie, scontato come la balbuzie di Flecther.
    Incrociò le braccia al petto trattenendo uno sbadiglio in quell’ennesima ondata di accuse ma la sua attenzione tornò pigramente a focalizzarsi sul suo compagno di stanza quando questi prese la parola con fare solenne. Che fossero finalmente giunti alla fine? Così parve poiché partendo dalla teoria del big bang, Walker, cominciò a spiegare ogni dettaglio che portò all’incriminazione finale di Poppy Hunt alias Freya. Yuuuuppi! Colpevole trovato!
    «Ora possiamo mangiare?» Il caso l’avevano chiuso ed a digiuno ed il mannaro cominciava a percepire una certa fame. Magari avrebbe potuto prendere qualcosa da portarsi in camera d’asporto o su alla Stan…
    «Professoressa Lovecraft?» La voce di Rain salì di un ottava mentre la candida mano passava a scuotere il corpo esanime dell’insegnante. Lo sguardo del mannaro s’adombrò mentre in un passo si portò ad affiancare l’altra mannara. Quella situazione non gli stava piacendo ed il sesto senso mandò immediatamente in allerta i sensi sovra sviluppati. Osservò Rain andare in panico, farsi debole e sul punto di svenire e fu in quel momento che il biondino slavato corse al suo fianco recuperandola. Fu in quel momento che le sedie dal tavolo dei professori grattarono in terra mentre gli insegnanti s’alzavano per accorrere in soccorso alla Scamander ed alla presunta vittima. Axel fece un passo indietro e nel parapiglia generale afferrò il polso della Serpeverde.
    «Andiamo» e la sua non era una richiesta, era un ordine.


    Fare i marpioni ripaga SEMPRE! Rido.
    React varie alle interazioni del giro precedente + a quanto successo alla prof. RIP Dorothea, insegna agli angeli a guardare nelle palle di cristallo.
    Detto ciò, come in ogni situazione di pericolo che potrebbe attirare gli auror il buon vecchio Axel fa come Baglioni e si leva da…
    Adiossssss
     
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    Freya Estrid Riis | V | Serpeverde


    Sj16N
    Difficile interpretare un personaggio vendicativo senza risultare fuori luogo o eccessiva, aveva provato a darne un sentore avvicinandosi alla vittima per rinfacciarle il nome affibbiatole ma, per gli altri, doveva essere suonata più come una battuta che altro. Certo, non si sarebbe mai esposta deliberatamente, mettendosi su un piedistallo per far si che tutti puntassero gli occhi su di lei per vederla come possibile omicida ma, d'altra parte, avrebbe potuto fare anche molto di più per non apparire come tale. Avrebbe potuto seguire la scia di William, interpretando la parte di una figlia sconsolata e triste per la dipartita della povera madre, cosa che non fece mai, come mai si dichiarò dispiaciuta per la perdita, o ancora avrebbe potuto mostrarsi stupita alla notizia che, il padre che avrebbe dovuto essere tale, si dimostrò un povero cornuto e mazziato, altra cosa che non fece, ridendo invece delle espressioni di Dragonov che chissà quali pensieri era andato a scomodare. Ecco, forse l'unica volta in cui si era lasciata prendere un po' troppo la mano fu proprio quando Rain portò alla luce i documenti che ne certificavano la paternità, documenti di cui non aveva avuto il minimo accenno nel biglietto da lei estratto, l'unica volta in cui si fece prendere più dalla voglia di vincere e li strappò dalle mani della compagna per verificarne il contenuto, unico elemento che, in quel momento, avrebbe attirato l'attenzione su di lei ma, per quanto la sua voglia di vincere e di non essere scoperta fosse prevalente, non era riuscita a trattenere l'istinto di controllare con i suoi stessi occhi. Nessuno sembrò notare nemmeno quel gesto, anzi, quasi andò a suo favore portandolo come prova ulteriore per avallare i moventi di altri. Sembrava tutto così facile da risultarle quasi noioso e, per quanto sapesse che era un rischio che avrebbe potuto costarle la vittoria, si divertì a darsi la zappa sui piedi facendo presente che quel veleno doveva pur provenire da qualche parte e che, fosse stato trovato addosso all'assassino, sarebbe stata la prova schiacciante della sua colpevolezza. Davvero nessuno ci aveva pensato? Controllare i sospettati era la prima cosa da fare, chiunque avesse mai letto un giallo ne doveva essere a conoscenza. Forse l'altra sua fortuna fu che i partecipanti fossero più degli adolescenti in botta ormonale che degli appassionati di lettura. Tutto molto bello ma, tra tutti, solo una persona sembrava aver snasato qualcosa su di lei, lo leggeva nello sguardo di Kynthia che la invitò, insieme a tutti gli altri, a svuotare le tasche dal loro contenuto. Non ne aveva e, magari sarebbe stato persino plausibile che si rifiutasse di mostrare il contenuto privato del suo vestito per portare alla luce ciò che qualcuno vi aveva nascosto durante quel blackout, mani molto delicate, doveva ammetterlo. Si trovò combattuta sul da farsi ma, inconsapevole, fu proprio Axel ad arrivare in suo soccorso e, se qualcuno doveva vincere, non le sarebbe dispiaciuto se fosse stato proprio lui. Sollevò le sopracciglia, colpita, quando il ragazzo rimase in silenzio, senza sfruttare quell'opportunità e tacendo su quanto nascondeva, e non fu per lei uno sforzo nascondere a sua volta il contenuto proibito delle tasche del Serpeverde. Un favore per un favore ma, in realtà, non lo avrebbe mostrato comunque. Si offrì di farsi controllare da altri, sperando che quello spirito collaborativo bastasse a scoraggiare chiunque altro nella stanza dal controllare una seconda volta ma, prima che chiunque potesse farlo, si sentì di nuovo afferrare per il vestito, trovandosi ancora una volta al fianco del colossale verde-argento da cui proveniva un ringhio basso e leggero. Era la seconda volta che le sembrava di percepire del fastidio da parte del bulgaro, la cosa si faceva interessante e avrebbe meritato qualche domanda ma, in mancanza di tempo, si limitò ad un sorrisetto colpevole e ad un'alzata di spalle mentre Aiden, serio, riprendeva la parola.
    -Beccata- ammise ghignando e tirando fuori dallo scollo la fialetta incriminata in cui era ancora contenuta un po' di polvere vermiglia, identica a quella trovata attorno alle labbra della povera professoressa svenuta sul tavolo. Si lasciò sollevare il braccio da Rain, mantenendo il ghigno che si spense subito dopo quando, in preda a chissà cosa, la trascinò con sé in direzione del finto cadavere. Aggrottò le sopracciglia, chiedendosi se non fosse solo un modo per allontanarla da Axel e chiedendosi se, nonostante la pubblica ammissione della frequentazione con il Grifondoro con la faccia da pesce, non stesse continuando a dedicarsi a delle visite notturne nella stanza del bel tenebroso. Da capire. Si voltò un'ultima volta verso il moro, osservandolo da sopra alla spalla in una chiara richiesta di salvataggio ma, tutto quello che vi trovò, fu il commento di lui sull'iniziare finalmente il banchetto, cosa che la fece ridacchiare e venire fame allo stesso tempo
    -Uno di questi giorni dovrei chiederti qualcosa- sussurrò alla rossa che ancora si ostinava a tenersela vicino. Quanto le era costata quella frase solo lei poteva saperlo. Osservò Rain nell'ardua impresa di risvegliare la morta ma le cose si fecero immediatamente serie quando incrociò lo sguardo della Scamander. Panico, terrore, un turbinio di sensazioni che la mandarono in confusione. Le sopracciglia si aggrottarono mentre le labbra si schiusero intanto che i pensieri si accavallavano l'uno sugli altri. Che diavolo stava succedendo? Con occhi sbarrati fissò il corpo esanime della bionda insegnante, era davvero successo ciò che credeva?
    “È gelida. Io… credo sia morta. Per davvero!” fece un passo in dietro, ancora confusa, ritrovandosi al fianco di Axel ancora una volta senza nemmeno il bisogno di voltarsi per accertarsene, la sua presenza l'avrebbe riconosciuta tra mille. Si voltò verso di lui dopo quello che le parve un tempo infinito, avvolgendo l'intera mano attorno al mignolo del moro e rivolgendogli uno sguardo che quasi supplicasse di essere creduto
    -Non.. non sono stata davvero io- fu quello che riuscì a dire. Lo avrebbero capito, no? Il suo era solo un ruolo pescato a caso per un gioco d'intrattenimento, ma quanti di loro l'avrebbero poi guardata con sospetto come se avesse davvero elaborato un piano per liberarsi di quella professoressa bizzarra e fastidiosa? Si lasciò afferrare il polso e, senza ribattere, accettò quel comando seguendolo fuori dalla Sala Grande, senza capire perfettamente la direzione verso cui la stava guidando.



    Freya Riis, la malefica assassina.
    Interagito con Rain e Axel, citati Kynthia e Aiden.
    Breve riassunto generale su quello che ha e che non ha fatto, gongola un po' a sentire Axelino che fa il territoriale, quindi segue Rain fino al cadavere e scoprono che è schiattata davvero. Ora si domanda se non passerà da sospettata di un omicidio finto ad una sospettata per un omicidio vero. Comunque è abbastanza sconvolta dalla situa, non capitano spesso cadaveri a scuola, o almeno non dovrebbero. Alla fine segue Axel via da li più che volentieri.
     
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    POST CONCLUSIVO

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    Oh che bel castello marcondirondirodello, soprattutto durante le feste. Gli elfi schiavi hanno fatto un buon lavoro come arredatori, si respira proprio l'aria da villaggio di Babbo Natale. E chi è Babbo Natale? Ma Dylan White, ovviamente! Il mio caro collega che se ne sta seduto alla destra del padre, ovvero alla destra del preside, a seguire con lo sguardo i ragazzi che fanno il loro ingresso in sala grande. Buon Natale insomma, buon Natale del cazzo, perché ovunque era meglio che qui. Eppure. Eppure ancora una volta mi tocca scaldare questa sedia con il peso del mio culo.
    Comunque quantomeno si prospetta una serata interessante, si prospetta in verità una nottata interessante. Perché? Sesto senso. Qualcosa si sta muovendo nel nostro mondo, e io direi pure meno male. Stavo iniziando a cambiare idea, stavo iniziando a credere che tutto fosse diventato troppo noioso. Monotono. Ripetitivo. Ancora è troppo presto per parlare, prematuro. Bisogna osservare l'evoluzione delle cose, un po' come stiamo facendo adesso con questi ragazzini. Che ci stanno pure mettendo troppo a venire a capì della cosa, andiamo, è palese che sia stata la figlia squilibrata col nome di merda. Ci stanno ancora a pensare, stanno a fare i detective. Axel incolpa Kynthia, che mi sorprende che sappia ADDIRITTURA di che colore sia l'artemisia. Ragazzina, hai deciso di usare il cervello per una volta in vent'anni di vita? Sono piacevolmente colpito. E sono sicuro che lo sarai anche tu quando scoprirai.
    I giochi si chiudono, vincono i cattivi, ora possiamo tornare alle nostre cosce di pollo... se non fosse che «cosa succede signorina Scamander?» i capelli della rossa di serpeverde risaltano di più adesso che la sua pelle è sbiancata del tutto. Perché? Perché a quanto pare la fattucchiera è morta. Morta davvero. Ma prima di gridare a lupo a lupo, accertimocene. Con volto fintamente preoccupato, accorro subito a controllare da vicino la meno simpatica fra i miei colleghi. Effettivamente è grigia. Mi abbasso, porto il viso all'altezza del suo, cerco di captare un odore strano. Un minimo. Anche fossero gli odori del suo corpo senza vita già da un po'. Controllimo il battito: non pervenuto. Deglutisco rumorosamente e mi sistemo gli occhiali sul naso con le mani tremanti volgendo lo sguardo ai miei colleghi al tavolo che uno dopo l'altro, cogliendo perfettamente il significato della mia espressione frutto di una recitazione eccellente, si mettono in piedi in allarme. Preside compreso. Non è che questa cosa gli fa venire l'infarto? Così i morti sarebbero due. Bel numero. Ma no, il vecchio ha ancora un minimo di forza per fermare l'evento portando le mani in alto «niente panico ragazzi, niente panico!» questo perché pare che la reazione teatrale della Scamander abbia fatto ben intuire a tutta la scuola ciò che è accaduto «per chiare ragioni l'evento per questa sera si conclude qui. Fate ritorno nei vistri dormitori, seguite i prefetti e i caposcuola, formate file ordinate» insomma, un pastore al suo gregge «non si preoccupi signorina Reed, nessuno sospetta davvero di lei. Avete sentito il preside ragazzi, non fatevi prendere dall'ansia, fate rientro nelle vostre stanze. Ci pensiamo noi qua» faccio io al gruppetto intorno alla tavolata invitandolo gentilmente a levarsi dal cazzo. Che qui ora giocano gli adulti. Poi il vecchio si volta verso di me, mi guarda e mi chiede «signor Fletcher, non c'è niente da fare?» per fortuna no «temo di no, signore» solita vocina tremante. Il preside guarda allora il suo braccio destro, il caro Dylan. E anche io guardo il caro Dylan, trattenendo un'espressiome vagamente compiaciuta. Perchè questa non può essere una coincidenza.
    Io lo avevo detto che qualcosa sta iniziando a muoversi. Il mio sesto senso non sbaglia mai.

    Interviene il professor Fletcher per salvare la situazione (?).
    Si avvicina al corpo della professoressa Lovecraft e... conferma: Dorothea Lovecraft, è morta.
    Da adesso tutti gli studenti sono invitati ad uscire dalla Sala Grande e a lasciar lavorare i grandi.

    Si è appena consumato un omicidio all'interno del castello sotro gli occhi turbati di studenti e professori. Questo terribile avvenimento, si lascia alle spalle alcuni interrogativi: l'assassino è fra di noi? E se lo è, colpirà ancora? È davvero soltanto l'inizio di qualcosa di più grande? Forse qualcosa sta cambiando, forse nemmeno Hogwarts è più al sicuro.

    - FINE CAPITOLO UNO -




    Edited by Kynthia - 8/1/2024, 10:44
     
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