Posts written by Numero cinque

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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    Quel momento di relax in piscina si stava rivelando veramente rilassante. Non poteva chiedere di meglio. Poi era anche in buona compagnia! Chiacchierare con Kynthia era abbastanza piacevole. La trovava davvero intelligente e molto simpatica. A lui piaceva scherzare, quindi era la compagnia perfetta. Oltre a quello, adorava anche parlare di qualsiasi cosa che non sia impegnativo. Niente discussioni sui compiti, soprattutto. C'erano momenti in cui si parlava di scuola e momenti in cui si parlava di cose leggere. Quello era il secondo caso.
    E dato che si parlava di cose leggere, Roy ebbe la brillante idea di porle la domanda su dove abitasse. Era una domanda banale che per lui non aveva senso. A cosa gli serviva sapere dove abitava Kynthia?
    Eppure lei rispose senza problemi, cosa che lui apprezzò, aspettandosi qualche battuta su quanto fosse stupido. (cosa vera, tra l'altro. Lo ammetteva lui stesso).
    La compagna, poi, girò la domanda a Roy. “pure io Londra...a casa di mio padre. Preferirei vivere da solo, in realtà. Ma per il momento mi tocca essere mantenuto da lui” alzò le spalle, sperando che potesse liberassi di quella casa al più presto.
    “Mi piacerebbe avere una casetta a Chelsea, ad essere sincero. Mi piace quel posto.”
    Aggiunse, distrattamente. Ci girava spesso, nel periodo estivo, assieme agli amici babbani che frequentava. Oltretutto tifava pure per la squadra di calcio di quel quartiere. Così era pure vicino allo stadio, nel caso in cui avesse voglia di guardare una partita dei blues.
    Un sorriso divertito si formò sul volto di Roy sentendo le parole di Kynthia “Grifondoro coi fiocchi. Meriteresti una medaglia!” disse ironico, facendole l'occhiolino. Si divertiva a scherzare con lei e il fatto che approvava l'idea di mettere in giro la voce che il poltergeist della piscina esisteva veramente e, anzi, propose di alimentarne le voci, lo rese ancor più contento di star condividendo la piscina con la ragazza. “E' un'ottima idea! Un poltergeist veramente spaventoso che potrebbe tentare di affogarvi...o qualcosa del genere. Tanto per farli spaventare” disse ridacchiando divertito.
    Una cosa che non era in comune con lei, però, l'aveva trovata. Lui non era così competitivo in realtà. Sì, gli faceva piacere quando vinceva una gara di qualsiasi genere ma non se la prendeva molto quando perdeva. Aveva proposto quella gara tanto per divertirsi e muovere un po' le cose. A lei le sfide piacevano. Quindi si mise accanto a Roy e si preparò a partire. 'facciamo al mio tre' disse.
    Lui annuì, si sistemò e attese il conteggio 'Uno...tre!'.
    Partì spedita. Roy rimase per due secondi confuso, urlò “Ehy! Non vale!” per poi cominciare a nuotare con foga.
    Riuscì a recuperare un po' ma non fu abbastanza veloce e, dopo un po' si ritrovò al bordo opposto con il fiato corto.
    “Hai...barato!” protestò rivolto alla compagna, ma sul suo viso c'era un'espressione divertita. “Ti sei dimenticata che dopo UNO viene DUE?”
    Vabbè, poteva accettare la sconfitta. Come detto, non era uno che se la prendeva per aver perso.
    «Parlato»

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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    'Ti sembra il modo di rivolgerti ad una compagna di scuola?!' lo rimproverò la vocina nella sua testa. Roy non rispose, così sentì ancora quella vocina parlare ' “non poteva capitarmi compagna migliore”...ma dico io, così sembra che le stai parlando solo per farti aiutare! Penserà che a te importa di lei solo nel momento del bisogno. Ma sei deficiente? '
    Fece un profondo respiro, ignorando nuovamente il suo grillo parlante e sorrise raggiante alla compagna. “Alla grande, Rose” le rispose tenendo il sorriso sulle labbra, sempre a bassa voce.
    Roy abbassò lo sguardo verso il libro che teneva Rose, incuriosito. “Piante al freddo...? Cosa stai cercando?” le chiese, senza tenere a freno la lingua. 'magari non sono affari tuoi, Deficiente.'
    Altro sospiro. “Scusa, forse non sono fatti miei” portò la mano destra dietro la nuca, strofinandola impacciato.
    'Bravo, sei riuscito a capirlo. Forse stai migliorando?'
    “Ecco...si...volevo dire...no...”
    D'un tratto nella sua testa si formò una scimmietta che cominciò a sbattere dei piatti, senza alcun motivo.
    Era come se si fosse dimenticato per quale motivo aveva attirato l'attenzione della Tassorosso.
    “Aaah!” mormorò tornando a sorriderle.
    “Sono arrivato a quel punto del momento in cui ho concluso tutti i compiti della settimana-cosa piuttosto rara-ho sistemato il letto, l'armadio-anche se non è proprio vero...se guardi dentro il mio armadio ti verrebbe un mancamento-...insomma, non avevo nulla da fare...”
    si grattò distrattamente la tempia destra e guardò la compagna, immaginando già la sua espressione completamente confusa.
    “E mi sono chiesto: Continuo a non fare nulla, nel giardino? Oppure occupo il tempo leggendo qualche libro?”
    Alzò le sopracciglia e fece un gesto con le mani come a farle indovinare a quale opzione era arrivato infine. “E quindi..eccomi qui. Sono alla ricerca di un libro da leggere...un romanzo, un saggio (che non sia troppo noioso, eh?)...qualcosa di interessante sulla storia, anche. E visto che so che a te piace molto leggere-o magari mi ero sbagliato?- mi sono chiesto se magari tu potessi aiutarmi a scegliere”
    Fece un sorriso alla ragazza. “Magari ci mettiamo da qualche parte e ci mettiamo a leggere insieme...”
    'Vicini vicini' Roy lo ignorò, di nuovo.
    “Se ti va, ovviamente.”
    Roy chiuse gli occhi per qualche secondo, immaginando di mandare via a calci quella vocina nella sua testa e poi tornò a guardare Rose.
    “Tu continui il tuo libro e io comincio il libro che mi consigli tu. Così, se mi prende, te ne sarò grato per tutto il resto degli anni che mi rimangono qui ad Hogwarts. Sembra una banalità...ma è piuttosto difficile che un libro mi prenda sul serio”
    Sorrise divertito alla compagna e concluse con “Allora...mi aiuti?”

    «Parlato»

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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    Come volevasi dimostrare. Aveva pensato per due singoli secondi a lui ed eccolo lì, davanti l'ingresso della sala comune. 'Non potevo pensare a qualche ragazza? Chessò...nome a caso...Grace...o ancora...Kynthia? O magari entrambe?'
    Roy alzò gli occhi dai libri e li rivolse al compagno grifondoro. Era rimasto immobile davanti al ritratto che si era appena richiuso, con un bicchiere di latte in mano.
    “Ehilà, Drugo! Sei appena tornato dal Korova Milk Bar?” poteva mica non pensare a quel film, guardando quel bicchiere di latte?
    Sicuramente l'avrebbe capita solo Roy, a meno che anche William non sia a conoscenza del film.
    Fece un sospiro e chiuse tutto, perché ormai il silenzio era andato a farsi benedire.
    Riportò lo sguardo sul ragazzo e si rese conto che a lui bastava davvero pochissimo per trovare una citazione a qualche film o serie tv. Aveva visto Knight con un bicchiere di latte in mano e subito gli venne in mente 'arancia meccanica'.
    Trova divertenti queste cose, davvero. Gli piaceva tanto paragonare personaggi e situazioni che trovava in giro ai film che aveva visto e che amava. Era un purosangue (forse, dato che non aveva ancora capito se sua madre era una babbana o una strega...), però si divertiva a giocare per le strade di Londra con amici babbani. Assieme a loro aveva visto i film più belli e le serie tv più coinvolgenti. Si era divertito a vederli attaccati allo schermo mentre guardavano uno dei tanti film fantasy pieni di draghi e incantesimi inventati di sana pianta. Ovviamente non poteva dir loro che i draghi e tutte le creature che rappresentavano nei film esistevano realmente.
    Per pochi secondi ebbe un piccolo flashback delle estati passate assieme a loro, finché un rumore non lo riportò nella realtà.
    Altro sospiro e guardò il compagno. “Ci stavo provando, finché non sei arrivato tu.”
    Si appoggiò allo schienale della sedia e incrociò le braccia. “Tu invece? Non hai intenzione di aprire un libro, come al solito. Vero?” un sorrisetto sulle labbra e scosse la testa.
    “Rimani lì davanti all'entrata per tutto il tempo? Oppure ti accomodi?”
    Certo, non era in ottimi rapporti con William, però era pur sempre un suo compagno Grifondoro.
    Magari avrebbe finalmente capito perché lui e William non si piacevano. Ci doveva essere un motivo, no? No...?!
    «Parlato»

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    Ciaoooo benvenuto!
    Io sono Antonio. Muovo questo studentello simpatico ed un vampiro altrettanto simpatico (no, non è vero)
    Ci si vede in giro 😁
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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    Spesso era lui quello che faceva gli scherzi. Era raro che fosse lui la vittima. Ed in quel caso Kynthia trovò la sua vittima perfetta, solo perché si stava godendo la piscina e non aveva sentito i suoi passi.
    “Ti è riuscito bene, l'effetto sorpresa. Congratulazioni!” rispose lui accennando un sorriso divertito e scuotendo la testa. Si portò i capelli bagnati all'indietro e si pulì il viso.
    Intanto si era avvicinato di nuovo al bordo e si era appoggiato ad esso con le braccia accanto a Kynthia, che si era seduta con le gambe in acqua.
    Ascoltò le parole della compagna e se le ripeté nella mente. 'Non sempre casa è il posto migliore'. Era assolutamente vero. Ma nel suo caso, non lo era mai. Meno stava in quella casa meglio era per lui. Infatti, durante l'estate, quando era costretto a tornare a casa dato che la scuola chiudeva, passava tutte le giornate fuori a divertirsi con gli amici e tornava solo la sera tardi per dormire. Capitava qualche volta che rimaneva a dormire da un amico o da un'amica (anche se in quel caso non dormiva proprio).
    “Dove vivi, tu?” chiese all'improvviso, sinceramente incuriosito. Non era solito farsi i fatti degli altri (lui era sempre l'ultimo a scoprire notizie di gossip. Notizie che in realtà a lui interessavano meno di zero), infatti quella domanda gli uscì senza nemmeno accorgersene. Alzò gli occhi al cielo, dandosi dell'idiota. “Scusa per la domanda idiota. Puoi pure ignorarla.”
    Che poi, se lei gli avesse risposto, non cambiava chissà cosa. Non era così stupido da andare a suonare al suo campanello senza nemmeno avvisarla!
    Ciò che disse dopo, invece, lo fece ridere. Aveva fatto in modo che con quel mini infarto che aveva fatto venire a Roy gli aveva praaticamente salvato la vita.
    “aaaah beh, ti devo un favore allora. Grazie per avermi salvato da una morte nel sonno per affogamento. Se non ci fossi stata tu!” Rispose sarcastico alla ragazza, ridendo.
    Era una di quelle ragazze che riusciva a rigirare la situazione a suo favore? In quel caso poteva tranquillamente essere una battuta, solo per ridere. Ma magari era realmente così.
    In effetti non aveva mai avuto così tanta confidenza con lei. Era più grande di lui, la conosceva da alcuni anni, erano compagni di squadra a quidditch, eppure non avevano mai chiacchierato da soli.
    Quando l'argomento si spostò sul sogno di Roy riguardo a dove voleva essere realmente, Kynthia parlò di una diceria che girava su quella piscina.
    Roy guardò la compagna incuriosito di quella storia. Come al solito, lui non sapeva quella cosa (cominciava a pensare che forse i compagni gli raccontavano queste storielle ma lui era sempre distratto). “Un poltergeist, dici? Finora non l'ho visto. Sai una cosa? Se si tratta di una cavolata, non diciamolo in giro...almeno non si riempie e ci posso passare più tempo”
    Infine si allontanò dal bordo e guardò Kynthia. “Tu puoi venire, però. Ovviamente direi”.
    Fece un sorriso e cominciò a muovere le gambe sott'acqua, nuotando all'indietro. “Perché non entri pure tu, Kynthia? Su su! Gara di nuoto, che ne dici?”
    «Parlato»

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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    Studio. Studio, studio e poi studio. Roy non ne poteva più. Era dalla fine delle lezioni di quella giornata che aveva messo gli occhi sui libri e cercava di completare la relazione di Trasfigurazione. Avrebbe volentieri fatto a meno di quei libri, mettendosi invece a fare ciò che amava di più: cazzeggiare.
    E invece no, doveva finire quel compito entro quel giorno. Si era dato quell'obbligo, così, aveva pensato, aveva il weekend libero.
    Dopotutto non aveva più distrazioni varie che lo potevano allontanare dagli studi, come gli era successo al quarto anno, quando non venne ammesso al quinto. Lì, l'unico suo pensiero era quello di trovare informazioni su sua madre. E per quel motivo aveva trascurato gli studi, venendo bocciato e vedendosi costretto a dover ripetere il quarto anno.
    Però, dopo essere riuscito a scoprire le informazioni che cercava sulla madre, la scuola andò meglio, riuscì finalmente a superare il quarto anno ed eccolo lì, al quinto.
    Certo, lo studio non era la sua passione (non era mica corvonero!), però aveva deciso di impegnarsi e ce la stava mettendo tutta.
    Era quasi a metà della pergamena in sala comune non c'era nessuno, per sua fortuna, Quindi aveva preferito rimanere lì, piuttosto che muoversi e andare in biblioteca (pigro anche su questo).
    Silenzio assoluto, tranne per la penna che strisciava sul foglio e gli scoppiettii delle fiamme nel camino.
    Cosa sarebbe mai potuto andare storto?
    In pochi secondi gli venne in mente una sola persona che avrebbe potuto rovinargli quella pace e che lo avrebbe distratto dal suo compito. William Knight.
    Era praticamente il suo esatto opposto. Williiam era uno sportivo, un gran giocatore di quidditch. Roy un pigrone, entrato in squadra come portiere solo perché non aveva resistito agli occhi dolci di Grace.
    Roy era un po' presuntuoso, era vero e lo ammetteva ma Will...era la persona più egocentrica e presuntuosa che avesse mai conosciuto. Non che lo odiava, erano pure della stessa casa. Solo che non erano molto in sintonia, se si può dire così. Non avevano mai chiacchierato per più di qualche secondo.
    Perché gli venne in mente lui? Perché Roy era consapevole che, vista la sua fortuna negli ultimi tempi, se lo sarebbe trovato in sala comune da un momento all'altro.

    «Parlato»

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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    “Compiti fatti. Letto sistemato, armadio sistemato...”
    'non è vero, sembra sia entrato uno snaso lì dentro'
    'taci, nessuno ha chiesto il tuo parere, grillo parlante dei miei stivali.'
    “Direi che un po' di aria me la sono meritata, no?”
    Il giovane e allegro Grifondoro, quando non viene molestato dalla sua vocina nella testa, come appunto un grillo parlante che cerca di portarlo sulla retta via (Senza mai avere successo), ama immergersi in mezzo alla natura. Ma data la sua pigrizia, non ha scelto il parco esterno di Hogwarts, il lago nero o tutte le altre stupende zone esterne della scuola. Aveva scelto, invece, di rilassarsi direttamente nel giardino interno.
    E cosa avrebbe potuto fare lì? Leggere? Scrivere? Pensare al senso della vita? Pensare a perché non c'è una che se lo fila?
    'forse perché fai lo scemo con chiunque non abbia un gingillo tra le gambe?'
    'ancora a giudicare?' 'dico solo la verità. Prima Grace...'
    'Grace è già fidanzata'
    'Appunto! Poi Kynthia...poi ci provi pure con la professoressa di Trasfigurazione! E fai lo scemo pure con Daphne a lezione.'
    Roy cosse la testa, cercando di scacciare via quella vocina fastidiosa, mentre si incamminava verso quel giardino. Avrebbe potuto fare diverse cose, ma invece non aveva in mente niente di tutto ciò. Lui voleva solamente sedersi su una panchina e...non fare nulla. Assolutamente nulla.
    'Ed è questo che vorresti fare durante la giornata? Perché non vai in biblioteca?'
    'ho già letto'
    'hai studiato...se possiamo dire così'.
    Uno sbuffo, mentre si fermò in mezzo al corridoio. Non sapeva davvero cosa fare, adesso. Biblioteca o Giardino interno? Lettura tranquilla...o fancazzismo totale? Roy era uno di quelli che, alcune volte, non voleva fare nulla. Amava il silenzio, il vuoto e, soprattutto, adorava stare seduto a non far nulla.
    Eppure non andava mai in biblioteca, fuori dai momenti di studio. Lo trovava utile solo per fare le relazioni, per trovare qualcosa che non aveva capito a lezione e per studiare. Mai per svagarsi. Fece un sospiro e fece dietrofront. Niente giardino. Avrebbe passato un po' di tempo a leggere. Magari avrebbe trovato un romanzo interessante, magari dei libri che suggerivano consigli su come conquistare una strega. Avrebbe trovato un senso a quel pomeriggio. E per una volta aveva ascoltato il suo grillo parlante, annullando ciò che era stato detto prima (almeno per quel giorno). E in pochi minuti eccolo lì, davanti l'ingresso della biblioteca, spaesato come un bambino al primo anno di asilo.
    Entrò, si guardò intorno nella grande stanza ripiena di libri e di studenti in preda allo studio più sfrenato (o magari solo per leggere, come voleva fare lui).
    Si infilò in una delle salette tra una libreria ed un'altra e cominciò a cercare un libro che potesse attirarlo. Fece una smorfia, notando che di quei libri non riusciva nemmeno a capirne il titolo e si spostò in un'altra fila. Lì trovò una ragazza impegnata a leggere qualcosa. Assottigliò gli occhi, per cercare di ricordare chi fosse e subito le venne in mente “Ros...” cominciò ad alta voce, ricordandosi, un po' in ritardo, di essere in biblioteca. Finse di tossire e si mise a sedere accanto alla compagna tassorosso. “Rose White!” disse a bassa voce, stavolta. “Non poteva capitarmi una compagna migliore.” continuò con un sorriso sulle labbra. “Come stai, Rose? Ti disturbo?”
    Non voleva mica farle subito la fatidica domanda. Magari prima una chiacchierata non farebbe male. Sottovoce, però. Erano in biblioteca.
    «Parlato»

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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    “Sono a mio agio, dice?” si rivolse alla professoressa con un sorriso ironico “Ha ragione, prof, ho sempre desiderato avere delle zampe di scarafaggio al posto dei miei arti umani” aggiunse sarcastico, ma poi le fece un sorriso appena lei ritrasfigurò gambe e braccia nella loro forma originale. “Molto gentile, professoressa!” Mentre ritornava nella sua forma originale, Roy sentì qualcosa salire dal suo stomaco “Oh no, la mela...” rimase fermo qualche secondo, tenendo la bocca chiusa nella speranza che quella piccola nausea possa calmarsi...e per fortuna ci riuscì, fece un respiro profondo, prese al volo un bicchiere di acqua e lo mandò subito giù, calmando la nausea ed evitando di imbrattare il pavimento dell'aula. Poi sarebbe toccato a lui, pulire! Dopo quel piccolo giramento di stomaco, andò verso la compagna. “Non ti preoccupare, Daphne. Tanto so già che te la cavi con questo incantesimo...un po' di sfiga può capitare. E te lo dice uno che con la sfiga ci va a braccetto.” fece l'occhiolino alla compagna e, dopo essersi congratulato con lei si andò a sistemare al proprio posto.
    Finita quella parte della lezione, la professoressa riprese con la spiegazione. Il prossimo incantesimo che spiegò fu quello che aveva utilizzato per riportare lui ed i suoi compagni alla condizione originale, dopo la trasfigurazione. Roy la ascoltò con attenzione ed eseguì il movimento della bacchetta come aveva dimostrato la prof.
    Tentò un paio di volte, prima di porre lo sguardo sul povero coniglio trasfigurato a metà. Fece un sorrisetto divertito, osservandolo. “Quasi quasi lo terrei così e lo metterei sul comodino del mio dormitorio. Come Abat-jour. Potrebbe essere un mobile di design, come quelli che usano i ricchi, che spendono soldi per delle cazzate, solo perché si sentono moderni”.
    Per una volta mandò una piccola frecciatina alla “cara” famiglia del suo “amatissimo” padre. Un piccolo pensiero di odio, non poteva mancare.
    Comunque, quel piccolo riferimento ai suoi parenti di cui non parlava mai durò pochissimo, perché doveva concentrarsi per la seconda parte pratica di quella lezione. Doveva riuscire a riportare allo stato originale quel coniglio, con l'incantesimo Reparifarge.
    Il grifondoro si sistemò di fronte al coniglio/paralume, puntò la bacchetta verso di lui e mormorò, con decisione “Reparifarge!” muovendo decisa la bacchetta formando una U in aria.
    La prima parte pratica gli era andata alla grande, non ci credeva nemmeno lui. Ora sperava che anche quell'incantesimo possa andare a buon fine. E con sua grande sorpresa, anche quell'incantesimo gli riuscì alla perfezione. La testolina del coniglio, da paralume ritornò ad essere esattamente quella di un coniglio a tutti gli effetti. Il grifondoro sorrise soddisfatto del suo lavoro e avvicinò la mano alla testolina dell'animale per accarezzarlo. Quello, tutto contento, si godette le carezze "se fosse un gatto faresti le fusa, eh?" fece un sorrisetto divertito e poi guardò la professoressa "non è che potrei tenerlo? Non ho un animale domestico, adesso che ci penso, dopo cinque...anzi sei anni, visto che ho ripetuto il quarto due volte. Una piccola eccezione alla regola si può fare, no?" Dopotutto, anche lui poteva definirsi orfano e cresciuto da parenti che lo odiavano, come un certo personaggio molto conosciuto in quella scuola, no? Con l'unica differenza che non era un prescelto, un bambino sopravvissuto o con una cicatrice strana sulla fronte. E non c'era nessun cattivone che lo perseguitava.
    «Parlato»





    Si congratula comunque con Daphne, nonostante l'incantesimo andato male, consapevole che si trattava solo di sfortuna. Quindi segue il continuo della lezione e prosegue con la seconda parte dell'esercizio, l'incantesimo reparifarge, concludendo anche questo in modo perfetto. Infine prova a chiedere se può tenere il coniglio come animale domestico. Vuole sempre qualcosa, nelle lezioni. Per ricordo... no?
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    Ciaaao benvenuto/a! Io sono Antonio. Ho abbandonato lo studio già da tempo e preferisco lasciarlo stare lì 👀
    Imparo in altri modi più divertenti dei libri di scuola 😎.
    Ci si vede in giro nel forum!
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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    Con sua grande sorpresa (ed una grande fortuna a quanto pare) l'incantesimo gli riuscì perfettamente. La sua compagna, Daphne è diventata un carinissimo furetto che dalla paura si andò a nascondere sotto una sedia e cominciò ad osservarlo da lì. Roy si accovacciò per osservarla meglio “Uuuuh sembra a tutti gli effetti un furetto!” si prese con piacere i complimenti della professoressa, senza riuscire a nascondere un leggero rossore del viso e la vide ritrasformare la compagna in forma umana. Stava per avvicinarsi a lei per aiutarla, ma la professoressa lo anticipò. La osservò mentre si metteva seduta e beveva dell'acqua e decise di parlarle. “Ehy, tutto bene?” le chiese, sinceramente preoccupato. “Spero non ti abbia scombussolato troppo!”
    Toccava a lui, tra poco, quindi era piuttosto interessato a capire cosa avrebbe provato dopo essere tornato umano. E ascoltare la professoressa lo preoccupò ulteriormente. “Non potevo aspettare il pranzo in sala grande? Certo che no, idiota di un Hargraves, dovevo mangiarmi la mela per forza!”
    Appena la compagna si rialzò, Roy fece un respiro profondo e si preparò alla trasformazione.
    Sorrise alla compagna. “Sono pronto alla metamorfosi, come nel libro di Kafka! Spero solo di non vomitare subito dopo. Il mio stomaco non ama stare a digiuno ed ho avuto la brillante idea di mangiare una mela prima dell'inizio della lezione.” Non era sicuro che qualcuno avrebbe colto quel piccolo accenno ad un libro babbano, ma non ci badò molto.
    Si sistemò di fronte a Daphne e si preparò ad essere colpito dall'incantesimo. Un bagliore lo avvolse, chiuse gli occhi di scatto e sentì alcune parti del suo corpo trasformarsi.
    'eccoci...ci siamo, sto per diventare come Kafka...' Poi il bagliore cessò, aprì gli occhi, cercando di capire se era diventato uno scarafaggio oppure no. Notando però il fatto che la sua mente continuava a funzionare come un umano, capì che l'incantesimo della compagna non era riuscito nel migliore dei modi. Stava per portare una mano tra i capelli, quando si rese conto di trovarsi a pancia in giù e due paia di grosse zampe nere al posto delle braccia e delle gambe.
    Era la scena più grottesca a cui aveva fatto parte, adesso che ci pensava, e la cosa lo fece ridere perché quell'essere metà umano metà scarafaggio era proprio lui. “Bene Daphne, sono un nuovo supereroe...oppure potevo diventare un nuovo membro dei beatles?” le battute su quella situazione potevano essere davvero tante. “ok basta dire cavolate.” Guardò incuriosito la zampa anteriore sinistra “Beatleman. Se mi schiacci, puzzo” Niente, non riusciva a restare serio in quella situazione.
    “Ok prof, posso riavere i miei arti, adesso?” chiese, infine, alla professoressa, guardandola con un sorriso divertito sulle labbra. Si divertiva con poco
    «Parlato»



    Roy Hargraves V anno Grifondoro.
    Si gode i complimenti della professoressa, si accerta della situazione di daphne e si prepara alla sua trasfigurazione.
    A semi-trasformazione avvenuta comincia a sparare un pugno di minchiate perché la situazione è troppo bella per rimanere seri, su.
    fiocco bianco, ma tanto non dovrebbe servire più, no?
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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    Quando Roy riusciva a rispondere correttamente ad una domanda, si sentiva veramente realizzato. Non era un gran secchione, in realtà, però cercava di mettercela tutta nelle lezioni. E soprattutto in questa, dove da qualche tempo aveva quel pallino di diventare animagus. Grazie alle risposte che gli diede la professoressa, poté capire che non sarebbe stato affatto un passo semplice. Ma si sarebbe impegnato anche in quella situazione.
    La professoressa continuò a spiegare ed a rispondere alle domande che gli altri compagni le ponevano, mentre lui prendeva appunti, con la pergamena poggiata sulla gamba.
    “Grazie mille per le risposte, professoressa” disse lui rivolgendole un sorriso “è sempre così disponibile e gentile!” disse infine. Non avrebbe ascoltato le eventuali battute dei compagni. Era un complimento che si sentiva di fare e non una mossa subdola per entrare nelle grazie della prof (nel senso meno malizioso del termine, sia chiaro...o forse no?).
    Comunque, dopo che la professoressa concluse quella parte della lezione, arrivarono a quella più interessante. La pratica.
    Roy lesse le formule che la prof aveva appena scritto alla lavagna. E alla spiegazione della prova, lui fece un sorrisino divertito. “Chi è che devo trasformare in furetto?” non c'era nulla da ridere, in realtà. Lui doveva essere trasfigurato in uno scarafaggio.
    Ascoltò e osservò con attenzione il movimento che avrebbe dovuto fare con la bacchetta per eseguire al meglio l'incanto e socchiuse le labbra, in piena confusione. “Aspetti...può ripetere per favore?” si concentrò meglio, cercando di imitare il movimento. “Tre linee a zig zag...” ripetè tra se e se e facendo il movimeto “Decise. Partendo dall'alto verso il basso e da destra verso sinistra. Bene..ho capito. Spero...”
    Arrivò il momento di provare l'incantesimo Furitum con il compagno che gli era capitato. O, meglio: Compagna. A Roy era capitata Daphne Andeersen, la ragazza serpeverde.
    Aveva legato il nastrino bianco al polso sinistro e, avvicinandosi a Daphne le sorrise. “Cerca di fare un buon incantesimo. Io cercherò di fare del mio meglio. Ti assicuro che sarai un magnifico furetto. Dopotutto, una bella ragazza non può che trasformarsi un un bel furetto” le fece l'occhiolino, senza pensare al fatto che lei poi l'avrebbe trasfigurato in uno scarafaggio e si mise in posizione.
    Puntò la bacchetta verso la compagna e si concentrò sull'incantesimo e sul movimento della bacchetta. “Furitum!” Aveva eseguito tutto come aveva spiegato la professoressa, almeno così immaginava. Bisognava solo vedere se il risultato sarebbe stato accettabile.
    «Parlato»





    Roy Hargraves Grifondoro quinto anno Nastro bianco: Furitum
    Niente, ringrazia la professoressa per la sua gentilezza e per la sua professionalità, a modo suo (completamente sbagliato, probabilmente).
    poi ascolta la lezione, prova il movimento della bacchetta.
    Infine interagisce con Daphne, facendo lo scemo e lancia l'incantesimo...
    col risultato di...
    Furitum su Daphne: 5
    • 1d6
      5
    • Inviato il
      13/2/2024, 00:43
      Numero cinque
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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    Aveva raggiunto l'aula con una mela in mano, già mangiata per metà. Aveva bisogno di mangiare, perché stava cominciando ad aver fame. E Roy, quando ha fame non riesce a far funzionare bene quei due neuroni che si ritrovava.
    “Buongiorno professoressa! Sempre in gran forma, vedo!” disse il giovane Grifo, sorridendo alla professoressa, per poi dare un altro morso alla sua mela. 'e sempre più spettacolare' aggiunse nella sua testa. Nessuno poteva mica negare che forse si trattava della prof più bella della scuola ( che poteva tranquillamente far parte dei tanti sogni impossibili del piccolo pervertito Roy Hargraves).
    Salutò i compagni, si mise a sedere in una delle sedie libere e guardò l'aula libera dai banchi e dalla cattedra, posizionate tutte ai muri dell'aula.
    Appena arrivarono tutti, lui aveva già finito la sua mela e la professoressa cominciò a parlare e a spiegare ciò che avrebbero fatto in questa lezione.
    “trasfigurazione di esseri viventi...” sussurrò, mettendosi meglio sulla sedia ed ascoltando con attenzione “mi piace”.
    Notò che tutti avevano tra le mani un nastrino. Chi lo aveva bianco e chi lo aveva viola. Alzò un sopracciglio, cercando di capire dove lo avessero preso e, scorgendo una sedia vuota, capì subito.
    “Ah. Che idiota” si alzò dalla sedia e guardò. In effetti, non si era accorto che sulla sedia in cui si era accomodato c'era un nastrino bianco. Scosse la testa insultandosi con diverse parole impronunciabili e prese il nastrino tra le mani. Poi si rimise seduto e continuò ad ascoltare la lezione.
    Trovava estremamente interessante, quella lezione. Anche perché da un po' di tempo voleva diventare un animagus. Era sempre stato interessato alla trasfigurazione umana. Avrebbe tanto voluto essere un metamorfomagus e trasformare il suo aspetto come voleva. Ma anche l'animagus era un'abilità che avrebbe voluto conoscere. Diventando più grande, decise che avrebbe provato a farlo, quando sarebbe stato pronto e, soprattutto, più abile con la magia. Stava studiando e stava cercando di impegnarsi proprio per questo. Adesso che era arrivata quella lezione, forse sarebbe anche arrivato il momento per cominciare a camminare verso la sua strada.
    Ascoltò la domanda che fece e le prime risposte delle compagne Frya e Halley e poi alzò la mano anche lui.
    “Professoressa, loro hanno spiegato i metamorfomagus e i licantropi...quindi a me tocca quello che interessa a me. Gli animagus...cioè coloro che, dopo un difficile rituale, chiamiamolo così, sono in grado di trasformarsi in un animale di qualsiasi tipo. E come ha detto Halley, questa è una caratteristica che, chiunque voglia potrà apprendere. Non come i metamorfomagus che lo apprendono dalla nascita e i Licantropi che, purtroppo, lo sono diventati non per loro scelta..." decise di non dire altro, ma aggiunse "Però ho qualche domanda da farle...”
    disse infine, giochicchiando col nastrino tra le sue dita.
    “Ecco...l'animale in cui uno si trasforma, lo può scegliere il mago durante il rituale per diventare animagus? Oppure è in base al proprio carattere...o qualcosa del genere?”
    E questa era la sua prima domanda.
    “La seconda domanda che le faccio, prof, è questa: Quanto è rischioso e quanto tempo ci vuole per eseguire questo rituale? Ho letto qualcosina in giro...ma vorrei che me lo spiegasse lei, se può...magari lei potrebbe avere dei suggerimenti interessanti da rivelarci”. E detto ciò, si zittì, mettendosi comodo sulla sedia e pronto ad ascoltare le parole della professoressa.
    «Parlato»




    Roy Hargraves V anno- Grifondoro
    saluta la prof, saluta i compagni, si siede su una sedia con il nastrino bianco e ascolta la lezione.
    Risponde alla domanda della prof, concentrandosi sugli animagus ed infine porge alla prof alcune domande su questa caratteristica.
  13. .

    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    La spiaggia...era una bella immaginazione. Si era immaginato in quella calda spiaggia caraibica. Non c'era nessuno, oltre lui. Era sdraiato sulla riva del mare. Era il tramonto, le piccole onde lo coprivano facendogli sentire la sensazione di freschezza. Le braccia dietro la nuca come cuscino e un sorriso beato sulle labbra. Era tutto così stranamente reale. Poi sentì dei passi ed una ragazza si avvicinò a lei. Eccolo, come al solito arrivava a quel punto e non sapeva come sarebbe andata a finire. Aaah che bello...solo, in una spiaggia con una bella ragazza ...i pensieri vagavano nella sua testa, e solo lui poteva sapere ciò che stava immaginando di fare.
    Ma quel bel sogno momentaneamente irrealizzabile venne bruscamente interrotto da un colpo sui gomiti che lo fecero cadere completamente in acqua. “Che cazz...?!”
    Sentì una voce 'che fai qui? Stai poltrendo?'.
    I capelli bagnati gli coprirono gli occhi. Roy li portò indietro con un gesto della mano e vide chi era. “Kynthia!” esclamò sorpreso, avvicinandosi nuovamente al bordo piscina e appoggiandosi coi gomiti, rimanendo in acqua. “Ottimo modo per salutare i compagni.” le dico sorridendo divertito, mentre un pensiero preoccupato gli balenava nella mentre e se fosse una legilimens? Avrà sicuramente visto i miei per nulla casti pensieri, poco fa.
    Scacciò via quell'altro pensiero, mentre sorrideva alla compagna. Lei si era seduta sul bordo, con le gambe in acqua e lui si mise vicino a lei.
    “Preferisco stare qui, piuttosto che a casa mia.” rispose, senza pensarci. “Tu perché sei rimasta, invece? A parte perché ti diverte far prendere degli infarti a dei poveri compagni che si stanno rilassando in piscina, intendo”
    E fece un altro sorrisetto divertito. “Forse mi sarei addormentato, se non fossi arrivata tu. É più bello fare un bagno in piscina, quando non c'è praticamente nessuno a scuola. Silenzio, relax...mi sentivo quasi in una bella spiaggia dei Caraibi...”
    Evitò, per ovvie ragioni, di dire quali altri pensieri stava facendo. Era sempre il solito idiota. Però... forse qualcuno lo aveva davvero ascoltato ed aveva davvero esaudito il suo desiderio.
    Non pensò al fatto che, sicuramente, l'unica cosa che avrebbe ricevuto sarebbe stato un bel ceffone in faccia da parte della compagna di squadra.
    «Parlato»

  14. .
    Hola! Benvenuto, non so parlare spagnolo ma la Spagna mi piace 👀
    Sono Antonio e spero che ci si veda in giro per Hogwarts 👀
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    Roy Hargraves | V anno | Grifondoro


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    E' il 31 Dicembre, quest'anno stava per concludersi. Ovviamente Roy non aveva nessuna intenzione di festeggiare con gli Hargraves, quindi rimase ad Hogwarts anche quel giorno. Probabilmente avrebbe festeggiato con i compagni grifondoro o forse avrebbero fatto una cena in sala grande, non ne aveva la più pallida idea. Ciò che sapeva, invece, era che quel pomeriggio lo avrebbe passato in acqua. Sì, in quel freddo 31 Dicembre scozzese aveva voglia di fare un bagno in piscina. Molto probabilmente era anche solo e se non fosse per il fatto che si trovava in una scuola un bagno nudo lo avrebbe fatto volentieri. Ma, appunto era a scuola e non aveva voglia di rischiare punizioni o rimproveri vari.
    Quindi, un bel paio di boxer rossi (perché ancora natale non è finito fino al 6 gennaio...e anche perché il rosso alla fine dell'anno porta fortuna), asciugamano... e via direttamente in piscina.
    Come immaginava, almeno fino a quel momento, la piscina era vuota. Si tuffò e fece qualche vasca. Non era un nuotatore professionista (perché odiava l'esercizio fisico o praticare sport in generale), ma la piscina (o il mare) era un buon modo per rilassarsi.
    Quando era a casa sua, nel periodo estivo, passava le giornate con gli amici babbani a giocare a calcio, oppure da solo in spiaggia a fare un bagno al mare. Niente di più rilassante.
    Si era appoggiato al bordo della piscina, nella parte dove si toccava e aveva chiuso gli occhi.
    Era bello stare solo in quella piscina, però doveva ammettere che la compagnia di qualche ragazza non era così male.
    Un sorrisetto gli si disegnò sul viso. Se qualcuno lo vedesse in quel momento penserebbe che si era addormentato e stava sognando qualcosa di molto interessante. In realtà era sveglio e stava solo facendo strani pensieri su ciò che avrebbe voluto fare.
    'smettila di farlo' si intromise una vocina nella sua mente. Lui riaprì gli occhi e maledì se stesso. Si allontanò dal bordo e si immerse, facendo una nuotata sott'acqua fino al bordo opposto della piscina.
    E tornò a fare la stessa cosa di prima: Si appoggiò con i gomiti al bordo, chiuse gli occhi e si rilassò completamente. Stavolta senza pensare cose sconce. Si immaginava solamente in una spiaggia di qualche calda isola caraibica. Un altro sorriso sulle labbra e rimase così per un bel po' di tempo, finché non venne risucchiato dalla realtà a causa del rumore della porta della sala della piscina che si apriva e si richiudeva. Qualcuno era entrato e adesso non era più solo. Magari era una ragazza e qualcuno aveva esaudito il suo desiderio?



    Kynthia
50 replies since 26/10/2014
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