Ballo di fine anno

Aperta a tutti gli studenti.

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    Serpeverde
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    Axel
    «Mioddio Lloyd quanto la fai lunga, sembra tu sia al patibolo» sbuffò il Serpeverde sollevando gli occhi verdi, accentuati dal nero della matita che si fondeva con la maschera, al cielo. «Ogni tanto divertiti, fidati che è un toccasana», frase che detta da lui... Che la luna gli avesse dato alla testa? Da quando il signor muso lungo Dragonov si era dato all’ottimismo e alla voglia di vivere? Quel buonumore sprizzante da ogni cellula era l’anomalia per eccellenza così come l’ampio sorriso che ne arricciava gli angoli delle labbra creando una fossetta appena visibile al di sotto della maschera nella guancia. Qualcuno avrebbe persino potuto ipotizzare fosse ubriaco – o fatto – non fosse in maniera abbastanza evidente piuttosto lucido nelle risposte. «Davvero nessuno?» Replicò poi, stupito, alla Grifondoro lasciando che un nuovo sguardo la valutasse da capo a piedi. Ai suoi occhi era impossibile. Kynthia era assolutamente uno schianto e solo un imbecille non avrebbe potuto calcolarla per il ballo, però aspetta... «Ma tu non uscivi con mascellone?» E così chiedendo, posizionando un pugno per fianco, imitò la posa da supereroe con cui sfotteva e aveva sfottuto in precedenza il caposcuola dei Grifondoro. Se non ricordava male le voci e anche il giornalino scolastico li aveva spacciati per una coppia. «Tu piuttosto... damerino» le labbra del mannaro si corrugarono in un sorriso modesto dato che la sua espressione, imbarazzata, era ben celata in parte da quella maschera che indossava. «Ouch!» Finse di posarsi una mano all’altezza del ventre mimando quello che aveva recepito come un colpo basso. «Però sì, hai ragione, mi sono dato una ripulita!» Per quanto da quella ripulita fossero esclusi gli elementi fondamentali della sua personalità: l’orecchino, gli anelli e il nero a contornargli gli occhi verdissimi scintillanti di quell’ebbra euforia. «Stavo giusto aspettando... Oh hey!» s’interruppe per fare un cenno di saluto al suo compagno di stanza, ovviamente accompagnato dalla White, perché chi altri poteva essere altrimenti? Nega nega, pensò, però intanto ci stai sotto amico. O forse era il contrario e lui, da perfetto stronzo, se la stava lavorando per i suoi scopi. Uno stronzo per l’appunto, cosa che aveva fatto e rifatto anche lui in passato anche se pareva aver appeso quell’identità al chiodo. Il suo sguardo poi andò abbassandosi finendo a seguire uno svolazzo di capelli platino familiari che accentuò naturalmente il suo sorriso, inconsciamente, salvo poi ghiacciarlo fino a morirgli nell’espressione. Skylee stava sorridendo e strizzando la guancia ad un qualcuno, che non riconosceva a causa di quella stupida, fottutissima maschera che portavano tutti, sorridendogli splendida come solo lei era. Senza nemmeno rendersene conto Axel soffiò dalle narici mentre un ringhio basso gli nasceva in petto facendolo ribollire al pari di una caffettiera. Le mani si serrarono in pugni, così stretti che se malauguratamente avesse stretto un calice di qualcosa lo avrebbe mandato in mille pezzi senza nemmeno curarsi del vetro che andava conficcandosi nelle carni. Intorno a loro, le luci, che in realtà luci non erano ma bensì dei fiori stregati si spensero d’improvviso gettandoli in una semi oscurità che andò poi lentamente ad accendersi di viola in alcuni punti. «Chi cazzo è quel nano di merda?!» Apostrofò in un secondo ringhio gutturale che aveva ben poco di umano. L’umore del Serpeverde era precipitato di netto e sicuramente la Grifondoro non avrebbe potuto fare a meno di accorgersi di quel cambiamento così radicale. Se ad inizio serata aveva avuto il piacere di interloquire con una versione rara quanto allegra del bulgaro, adesso, aveva a che fare con la sua versione incazzata come pochi. Qualcuno di maligno avrebbe potuto dire che era tornato in sé: imbronciato, perennemente incazzato con il mondo con quei soliti occhi fiammeggianti con cui, se avesse potuto, avrebbe potuto uccidere, se avesse potuto avrebbe ridotto in cenere il ragazzo che, ignaro di cotanta attenzione, accompagnava Skylee al banco delle bibite. Bibite che non erano nemmeno alcoliche. «Cazzo!» sbottò con un tono appena più alto di quello che aveva usato fino ad un minuto prima per parlare spensieratamente con la ragazza. «Mi è venuta voglia di uccidere» sbottò e Kynthia avrebbe potuto prenderla come una battuta, magari lo avrebbe anche fatto, non fosse stata tremendamente funerea la sua voce. «Distraimi, vuoi ballare Lloyd?» I suoi occhi di fuoco di posarono poi sulla ragazza, «per favore» concluse a denti stretti.


    Qualcuno si è incazzato a morte 👀

    Interagito con Kynthia, fai qualcosa(?) e intravisto Sky con Loki (TVB nano🖤)
    Salutato David e citata Rose
     
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    Tassorosso
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    Quando lo sguardo di David si posò su di me sperai di essere convincente nell’eleganza e quando il suo pollice sfiorò la mia guancia, arrossì vistosamente e mi scostai leggermente da lui guardandomi in torno. «Cosa dici? Mi piaceva e l’ho messa...»Dove andava a pensare... Non c’era un secondo fine per la maschera o almeno non uno che si lasciava vedere al di fuori. Mi porse il braccio e mi sentii come una vera dama. Lo afferrai con delicatezza stringendo la mia mano al suo braccio. L’entrata fu bellissima anche se David non diede a vedere tutto quell’entusiasmo. Gli avevo chiesto dove voleva andare e aveva lasciato la scelta a me. Mi guardai in torno e poi vidi Axel con qualcuno al suo fianco. Ci avvicinammo di qualche passo per permettere a i due ragazzi di salutarsi. Eppure quella ragazza al fianco di Axel mi dava strane sensazioni. Era inutile mentire, mi sarei aspettata Sky al suo fianco, dopo che mi aveva anche parlato in privato di diverse cose ma Sky era all’opposto di dove eravamo noi. Alzai la mano sinistra per salutare anche io Axel e feci un dolce sorriso alla sua accompagnatrice senza soffermarmi troppo e poi, tenendomi ancora a David mi girai per osservare il tutto «Ti va di avvicinarci di là...? Verso il tavolo con le bibite...» Vi erano due grandi tavoli per bibite e stuzzichini, uno dov’era Sky e altri studenti e un altro di fronte leggermente spostato, erano entrambi vicino all'entrate, indicai l’altro... Nel mentre sentì David avvicinarsi al mio orecchio, facendomi un leggero solletico con il fiato, di fatti piegai leggermente la testa e sorrisi. Solo che il sorriso si trasformò in leggero imbarazzo sentendo le sue parole. Arrossii nuovamente e lasciando il suo braccio lo colpii con un piccolo pugnetto allo stomaco...«David! Cosa dici!? » dissi scostandomi leggermente e guardandomi ai lati sperando che nessuno fosse nelle vicinanze da poter udire qualche parola da lui detta. «Ma dove vai a pensare...!» Spostai una ciocca di capelli davanti alla maschera e feci due passetti in avanti dando le spalle al mio accompagnatore. Girai la testa verso di lui e dissi «Non è male... quindi non ti piace?» mi morsi il labbro e gli occhi si fissarono nei suoi come a cercare una risposta. Ero terrorizzata nel non essere adatta al contesto o troppo oppure troppo poco. Il vestito poi, lo avevo amato subito ma avevo paura che non piacesse a David. Nella mia testa passarono tanti pensieri, distolsi lo sguardo e osservai la mia gonna cercando di sistemarla con una mano... Mi soffermai su Sky che trovavo magnifica nel suo abito e con la sua maschera e poi mi soffermai sulla “dama” che era con Axel, anche lei molto bella... Mi continuai a mordere il labbro e portai un braccio verso lo stomaco...Mi mossi in direzione del tavolo con alcune bevande...«Vieni, se ti va...» gli dissi passandogli accanto e sfiorandogli il braccio. Prima di andare oltre mi fermai e feci un piccolo sorrisetto malizioso, tirai la sua giacca e mi avvicinai al suo orecchio «Attento a non farmi arrabbiare come in piscina... » Una piccola risata mi sfuggì che era un misto tra divertita e nervosa e mentre feci altri due passi ed aggiunsi voltandomi lanciandogli un occhiata. «Vivi al momento, al futuri ci pensiamo dopo...» Già il futuro poteva sempre modificarsi da un minuto all’altro... La serata in piscina ne fu una prova lampante. Sospirai aspettandolo e poi prendendo un piccolo bicchiere dal tavolo con dentro succo di lampone e ne bevvi un piccolo sorso, mentre continuavo ad ascoltare la musica, che amavo, muovendomi leggermente sul posto ed a fissare Sky. Certo che sembrava alterata... Speravo che il suo volto si girasse verso di me e che i nostri occhi si incontrassero per poter capire cosa stesse accadendo. Mi voltai verso David e nel farlo guardai ancora una volta quella fanciulla con Axel... mi venne in mente una persona osservandone i movimenti ma non poteva essere lei o almeno non sapevo che si conoscessero tanto con Axel... quindi rimasi a fissare la situazione mentre richiamai l’attenzione di David «Ehi... » gli feci segno con la mano «Ascoltami, tu sai chi è la ragazza che è vicino ad Axel?» erano compagni di stanza forse poteva sapere qualcosa... Anche se nella mia mente ronzava un solo nome... «David, lo sai? » chiesi appoggiando la mano sul suo avambraccio continuando a fare spola con lo sguardo tra Sky e Axel.



    Interagito con David.
    Salutato Axel con la mano E soffermata sulla sua "dama" Kynthia. Nominata e fissata da lontano Sky.

    Abito

    Maschera


    Edited by Rose Mia White - 17/6/2022, 11:41
     
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    Grifondoro
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    Era lì. Neanche aveva ben chiaro il perché, eppure qualche cosa le diceva che doveva darsela a gambe per evitare problemi. L’ultima volta non era andata così bene, da quel che ricordava, eppure sembra voler ripercorrere i meandri dei suoi ricordi, riportandoli, in qualche modo alla realtà. Brava scema. Palle? Si trattava di questo? Aveva scambiato qualche parola con Loki e, nonostante non vantasse una conoscenza completa con il ragazzo, Halley, non poteva dire di essere rimasta colpita dalla sua entusiasmante personalità. Al contrario. Era riuscito, in poco tempo, a farle partire quell’embolo che poche persone erano state in grado di provocare. Un bene? Non proprio. La Grifondoro si era sempre reputata come qualcuno che, se non attaccata, raramente si prendeva la briga di provocare il prossimo ma, qualcuno, ce la metteva proprio tutta per portarla fuori dalle grazie di Merlino, offuscando la mente lucida che, per la maggior parte del tempo, albergava nella sua bella persona. “Proprio un fortunello.” Insomma, Sky non era di certo il suo prototipo di “amica” e, a dirla tutta, cercava di evitarla proprio per non rischiare neanche di scambiarci due parole che avrebbero, senza dubbio, confermato i suoi sospetti. No. Non le garbava affatto. Era un problema suo, sul quale, però, non sarebbe passata sopra, fingendo di sopportare quella scomoda presenza.
    Si rivolse a Jayden che, nel frattempo si complimentava con lei, strappandole un sorriso. “Niente alcol per me, stasera. I più dovrebbe essere vietato, se non erro.” Il rispetto delle regole le era stato inculcato talmente bene che non avrebbe fatto eccezione, neanche per quella sera di festa. “Però sono d’accordo. La notte è giovane. Mai dire mai.” Strizzò l’occhio ai due ragazzi che, piano piano, sembravano instaurare una conversazione. Niente di più appagante nell’andare d’accordo. “Interessante. Solo io ho scelto cose a caso?” Rise. Il compagno di casata stava per spiegare la scelta della sua maschera quando, improvvisamente, una simpatica bionda, fece la sua entrata teatrale nella discussione, provocando un estremo disagio nei presenti. Skylee. Che intraprendenza e che timore. Attese che il suo sproloquio giungesse al termine e la scrutò con aria interrogativa, come se non riuscisse a comprendere del perché di cotanto astio nei suoi confronti. “Io? Con te, Metis?” Si portò la mano al petto con fare melodrammatico. “Perché dovrei?” Coda di paglia, forse. La realtà differiva di gran lunga dalle sue insinuazioni ma, su una cosa aveva ragione, non riusciva a incrociare i suoi occhi senza che sul volto non le si dipingesse quell’espressione di chi non sopporta qualcuno. Il tutto senza farlo apposta. “Dovresti ringraziarmi, allora. Questo ha fatto in modo di aumentare il tuo ego, a quanto pare!” No. Non ne aveva bisogno, forse, vista la sceneggiata che stava ponendo in essere, così, davanti a tutti. Ci voleva pur sempre un bel coraggio ma, in fondo, LEI era la Prefetta perfetta. Che ne potevano gli altri. Le sganciò un’occhiataccia ricolma di pena. Perché quella reazione esagerata? Doveva essere successo altro nella sua esistenza e, lei, era solo il suo capro espiatorio. Fece spallucce, sottolineando il poco peso che stava dando a quella sciocchezza. Se voleva passare per la pazza, si poteva accomodare ma, la Wheeler non si sarebbe scomposta. “Un posto originale per un autografo. Forse non ti è così dispiaciuto il bacio di San Valentino!” Cantilenò, stampandosi un sorrisetto sulle labbra, volto allo scherno. Ce l’aveva con lei per quell’episodio o per quello con Axel? O per entrambi, perché no? “Mi dispiace, non sono interessata.” Alzò lo sguardo e osservò quel vestito privo di gusto. Quella ragazza aveva un grande desiderio di matrimonio, a quanto poteva vedere. Povero chi se la pigliava. Si rivolse a Loki e alla sua battuta sui reggiseni: “Sempre che Skylee ne sia provvista…” Chissà. “Nessun trascorso, tranquillo.” Tagliò corto, con tutta l’intenzione di sottrarsi a quel teatrino da due soldi messo in piedi da colei che, forse, sentiva di non essere ammirata e al centro dell’attenzione. “No. Jayden. Ha ragione. Non la sopporto, non è per niente un’impressione. Non so fingere. La mia faccia parla da sola.” Era appena iniziata la serata e già si stava pentendo di aver preso quella decisione affrettata, senza pensare ad alcune problematiche che erano state create in precedenza e che ancora non erano andate a scemare.
    ”… ma a proposito di fare volare via cose, bella camicia. Posso togliertela?” Avrebbe schiaffato un cinque al suo amico. Sapeva che Ryuu, con le parole, sapeva disarmare ma, visti i presenti, non aveva la benché minima idea che se ne uscisse con una battuta del genere. Tanto fiera quanto divertita. Era lì. Speranzosa che il tutto non fosse caduto in niente. No. Glissare su quella cosa non sarebbe stato ben accetto. Non per lei, per lo meno. Non aveva apprezzato neanche la decisione di Loki di presenziare al ballo in compagnia di Sky. Perché? Per quale assurdo motivo? Quale sorta di rapporto poteva mai intercorrere tra loro per preferire quella ragazza a Ryuu? I misteri della vita.


    Vestito - maschera.
    Interagito con Ryuu e Jayden, con Sky e con Loki! u___U
     
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    Corvonero
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    - Chi è che renderebbe un ballo obbligatorio? - rifletto sulla questione, una questione che di importante in realtà non ha nulla ma che mi lascia un po' interdetto. Capisco il coler celebrare la fine dell'anno, ma perché rendere obbligatorio un ballo, una notte di svago? Me lo sono sempre chiesto e anche quest'anno, mentre in piedi davanti allo specchio cerco di sistemare l'ultimo maledetto bottone della camicia, torno a domandarmelo e a non trovare una risposta. Mia sorella mi invidierebbe, mi ricordo perfettamente quando fosse eccitata per i balli organizzati a Beauxbatons e la scuola francese si impegnava tantissimo per questi eventi sociali. Avevano una passione per ballerine e circensi in effetti, chissà perché. Pure là là presenza era obbligatoria e quindi il vizio appartiene evidentemente a tutte le scuole di magia. Non è che abbia qualcosa contro ai balli, è che non per niente il mio terreno, non è per niente la mia comfort zone che invece risiede di più in luoghi isolati e poco frequentati. O su una radura magari, perchè no. Ed un ballo, non è esattamente una radura. Comunque me lo farò andar bene fino a mezzanotte, al massimo ingannerò il tempo giudicando l'arredamento e fumando.
    Però la maschera poggiata sul letto che aspetta di essere indossata, mi ricorda che quantomeno per essere un evento sociale è abbastanza adatto a chi con la socialità non ci sa molto fare. Oh, andiamo Hunter, non dire stronzate: al massimo devi fare conversazione, in quello sei bravo, non devi stringere legami che durino per sempre. Non ti scaldare troppo.
    Infilo l'ultimo strano accessorio del completo, una roba di cui non conosco nemmeno il nome ma che sicuramente rende il tutto un po' meno monotono. E anche qui, manco a dirlo, ci ha messo mano mia sorella. Le avevo risposto con un fogliettino con su scritto "a questo punto avresti anche potuto partecipare al posto mio, no?". Mi ha risposto con una strillettera che urlava "ti devi divertire". Vabbè.
    Passo una mano fra i capelli, quella noce di gel che ho usato mi aiuta a tenere i ricci al loro posto. I ricci, già, dopo le osservazioni di quella strana serpeverde incontrata alla stamberga strillante, li noto un po' di più.
    Mi metto la maschera percorrendo il percorso luminoso che porta alla sala vera e propria, posso dare il via ai paragoni fra la scuola inglese e francese: mi dico che la prima si difende bene, tutto sommato è abbastanza scenica. Il soffitto mi conquista, mi perdo a fissare quella riproduzione così perfetta del sistema solare. Mi viene voglia di allungare una mano e toccare tutti i pianeti, se solo volassero un po' più bassi. Se adesso ci provassi, sembrerei un cretino.
    Quindi decidendo di non voler sembrare un cretino, mi metto a mio agio prendendomi qualcosa da bere, una roba che apparentemente sembra limonata. Beh, resto contrariato solo a metà per il fatto che non sia alcolico, in fondo me lo aspettavo, però ha un sapore molto rinfrescante se non altro nonostante non capisco di cosa si tratti.
    Gli occhi continuano a guardare all'insù contro la mia volontà mentre mi faccio una passeggiata rilassata lì intorno. Solo in un secondo momento, oltre il bordo del mio bicchiere, gli occhi invece notano non una ma ben due facce conosciute celate dietro quelle maschere che in realtà lasciano benissimo intendere chi si nasconde dietro. Quante probabilità potevano esserci che Daphne e Chanel si conoscessero? Le due ragazze non passano esattamente inosservate ed ancora una volta, Chanel ci tiene a far sapere quanto si trovi a suo agio con il suo corpo tramite la scelta del suo abito. L'ultimo ambiguo incontro che abbiamo avuto in piscina poi,ha cambiato tutto: quella conversazione ed il conseguente giochino che ne è venuto fuori mi hanno messo una pulce nell'orecchio lasciandomi addosso qualche domanda di troppo. Ammetto con fatica che restare indifferente è impossibile, ma cerco di pensare che fosse soltanto un episodio isolato. Incrociando - più o meno - il loro sguardo, pongo ad entrambe un unico cenno con il mento come saluto.
    Non farlo sarebbe poco carino.


    ––––––
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    Hunter arriva da solo alla festa. Saluta da lontano Chanel e Daphne con un unico gesto per entrambe 👀
    Maschera e abito


    Edited by .Moore. - 14/6/2022, 10:19
     
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    Quegli eventi erano pane per i suoi denti. Balli, eventi e cazzate varie, erano sempre stati una costante nella sua vita. I genitori non perdevano occasione di mettere in mostra i loro possedimenti e, per questo motivo, organizzavano feste sfarzose all’interno della loro villa francese, provocandole una forte nausea, spesso e volentieri. Grazie all’allenamento, quindi, non le ci volle molto a rendersi presentabile. Il suo armadio era fornito di una vasta gamma di abiti per ogni occasione. Più o meno vistosi ma, per quell’evento, Chanel, avrebbe dato il meglio, con l’intenzione palese di non passare inosservata. Stava osando troppo? Chi lo poteva dire? I gusti erano pur sempre personali e soggettivi ma, a lei, importava meno di zero del parere altrui. Indossò il suo abito viola, sistemandolo adeguatamente, attenta anche ai più insignificanti particolari. Ventre in mostra e occhi truccati ma senza esagerazione, sembrando di voler apparire una ragazza acqua e sapone. Legò i lunghi capelli biondi in una coda bassa ed, infine, indossò la maschera che le avrebbe donato quell’aria misteriosa che non guastava. Da quando era giunta tra quelle quattro mura, la Lamaire, aveva compreso che la sua vita avrebbe preso una piega diversa dalla solita. L’Inghilterra non era la Francia e lei non sarebbe più stata la persona alla quale tutti erano abituati.
    Lasciò il suo dormitorio e si incamminò verso il luogo dove si sarebbe tenuto il ballo, arrestando la sua corsa poco prima di giungere alla meta. Pensava. Lì, ferma. Sapeva che, da quel momento, ogni azione compiuta, avrebbe avuto un grande impatto sul resto della sua esistenza. Non aveva scelta. Stava per fare il suo ingresso quando qualcuno, inavvertitamente, la urtò. I suoi occhi verdi indugiarono ma non reagì come, di solito, avrebbe fatto, soprattutto dopo aver visto chi fosse la ragazza che l’aveva toccata. “Non ti preoccupare, tranquilla!” Cercò di sembrare affabile, convinta che prima o poi, avrebbe dovuto fare nuove conoscenze e coltivare amicizie. “Sto bene! Non è successo nulla!” Aggiunse, tentando di rassicurare la giovane donna a pochi passi da lei, fasciata da un abito elegante e stupendo.
    L’aveva già vista per i corridoi ma, mai prima di quel momento, aveva avuto modo di scambiare due parole con lei. Le fece piacere, specialmente quando dichiarò di essere senza accompagnatore. Insomma, creature fantastiche. Si trovava lì da qualche minuto e, davanti a lei, erano passate decine di dame ancorate al braccio dei loro cavalieri. Che immagini patetiche. Si lasciò scappare un sorriso. “Certo. Mi farebbe piacere. Pensavo di essere l’unica sfigata a non essere stata invitata da nessuno ma, per quel che mi riguarda, mi ritengo fortunata!” Tutti in quel circolo vizioso del romanticismo, come se a fine serata tutti si sarebbero giurati amore eterno. Per favore.
    “Oh, non direi. È per me. In fondo mi piace essere ammirata!” Viva la sincerità. Perché mentire? Le piaceva essere guardata e, fino a prova contraria, sapeva bene che quel vestito avrebbe favorito il suo intento. “Anche il tuo non è niente male, comunque. Potrei girarti la domanda ma, immagino, che la tua possa essere una risposta affermativa!” Certo, altrimenti perché chiederlo? La sua attenzione fu catturata da due ragazze intente ad avere un diverbio, a qualche passo da lei e, in una, riconobbe la figura di Skylee. La osservò attentamente e scosse il capo, contenta di non essere nel bel mezzo di quel dramma. “E ancora non è iniziata la serata, in pratica! Stiamo alla larga.” Di quel passo sarebbero arrivate alla fine, probabilmente, stempiate, dalle tirate di capelli. Pfff. Quante palle.
    Il suo sguardo continuò a danzare tra i presenti, con la speranza di incontrare quello del suo vecchio amico con il quale, pochi giorni prima, aveva avuto un incontro ravvicinato in piscina. Se se la giocava bene, sarebbe anche passata inosservata. O no. Hunter, poi, fece il suo ingresso nel campo visivo della bionda e, subito, le balenò in mente una provocazione da avanzare al Corvo così, all’apparenza, schivo e inavvicinabile. “Mi puoi scusare, Daphne? Ho bisogno di un chiarimento con una certa persona…” Diede una pacca sulla spalla alla sua nuova amica: “… torno prima di subito.” Non le serviva troppo tempo per insinuare il dilemma nella testolina di Hunter. Niente di più facile. Dopo il suo gesto di saluto, prese a camminare, elegantemente, assicurandosi che la osservasse bene e che assaporasse la sua vera essenza. Si fermò solo quando la sua bocca si trovò a pochi millimetri dal suo orecchio, abbassando il tono della voce, quasi a renderla impercettibile: “Buonasera, Moore. Finita la festa, se vorrai, potrai prendere l’ardua decisione, se leccare il sale da mio collo o…” Puntò gli occhi smeraldini verso il basso: “… o dal mio ventre!” Non ci aveva girato intorno, le sue intenzioni erano più che chiare. Era così. Senza se e senza ma e il divertimento doveva ancora arrivare.


    vestito - maschera
    Interagito con Daphne ed entrata con lei. Osservato da lontano la situazione tra Halley e Sky (lol) ed, infine, interagito con Hunter (TVB)
     
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    David era convinto che la coniglietta avesse messo quella maschera per un motivo, poteva dire tutto quello che voleva ma non avrebbe cambiato idea. Non la faceva così ingenua, o almeno ci sperò, perché se così fosse stato se la sarebbe mangiata prima o poi. «E tra tutte le maschere disponibili hai scelto questa così, per caso?»Alzò un sopracciglio, la scusa non reggeva. Nel mentre erano già entrati nella sala di ballo, si sorprese nel vedere molte coppie, alcune delle quali piuttosto insolite. Da quando James Evans, serpeverde fissato con la purezza del sangue, stava con una mezzosangue? Assurdo. Dopo aver salutato Axel, si diresse insieme alla sua dama verso il tavolo delle bibite. Il tasso era stato abbastanza intelligente da non scegliere quello vicino all'avvoltoio che, a quanto pareva, era già in vena di litigare. E quando non lo è? Si versò un po' di Sprite e poi, assicurandosi di non essere visto, tirò fuori dalla tasca destra della giacca la sua boccetta di vodka. Mise anche quello nel bicchiere, mischiò e bevve tutto d' un fiato. Una festa non poteva definirsi tale senza alcol, andiamo. «Ne vuoi anche tu?»Le fece l' occhiolino. Sapeva che la caposcuola non avrebbe mai trasgredito le regole, ma lui era diverso. Se ne fregava altamente.
    Alla sua provocazione Rose reagì estattamente come si era aspettato, gli diede un pugno, se così si poteva chiamare, sull' addome e poi si allontanò di qualche passo. La seguì, era davvero divertente vederla tutta agitata, bastava poco. Chissà quanto diventi rossa a letto, coniglietta.Si scharì la gola, non era il momento di ascoltare il suo amichetto lì sotto, magari dopo. La prese per un braccio e l'avvicinò nuovamente a sé, abbassò la testa in modo tale che i loro nasi si sfiorassero, Rose era una nanetta rispetto a lui, e rispose alla domanda.«Se ti dico che sei bella, cosa mi dai in cambio?»Sorrise sorione, sapeva bene cosa volesse da lei ma il coniglio era troppo timido, quindi si sarebbe limitato a testare il terreno. L'aveva presa in custodia, tanto valeva allervarla. E poi era davvero curioso di vedere la reazione del caro vecchio White, sarebbe andato su tutte le furie. Nel mentre, le passò delicatamente un dito sulle labbra, non la finiva di morderle. «Brutto vizio, tasso.» Ritirò la mano e Rose gli sfiorò il braccio, invitandolo a segurila quando, d'un tratto, gli sussurrò all' orecchio una delle sue frasi strane. Scosse la testa, leggeva troppe cazzate su quei libri, gliel'aveva anche detto. Ancora si chiedeva cosa ci trovasse di bello; lui preferiva decisamente storie con più azione, un thriller o un horror magari, ma quelle d'amore gli facevano ribrezzo. «Una coniglietta arrabbiata, si salvi chi può.»Non gli sarebbe dispiaciuto vederlain rosso ancora una volta, ma in quel caso si sarebbe dovuto incazzare anche lui e non gli andava. Aveva scritto a suo cugino, anche lui mannaro, che gli aveva consigliato di mantere la calma. La prima trasformazione era delicata e l' umore ancora più instabile, non voleva rischiare di fare qualche cazzata, tipo uccidere qualcuno in preda alla rabbia. Un giorno lo avrebbe fatto, ne era certo, ma non ora. Prese un' altra bibita, evitando di aggiungerci dell' alcol questa volta, gli sarebbe servito più tardi. Infondo la serata era appena inizata e già erano partiti i primi drammi. Quando Rose gli chiese chi fosse la ragazza vicino a Axel, David non poté fare a meno di ghignare. Il tasso gli aveva appena confermato la relazione tra il suo compagno di stanza e l'avvoltoio. Quei due scopavano in segreto. «A parte un fenicottero, potrebbe essere la sua nuova conquista. Perché questa domanda?»Il tasso era la persona più ovvia di questo mondo mentre faceva vagare il suo sguardo preoccupato tra i due piccioncini. Quella sì che era una notizia interessante. Lui e Axel se la intendevano, ma non erano arrivati ad un livello di confidenza tale da parlare di cose private. La licantropia era un'eccezione, ma per il resto, salvo qualche battutina ogni tanto, si facevano i cazzi propri. E conveniva ad entrambi visto il loro temperamento. «Scopano in icognito?»Rise sotto i baffi, lo avrebbe preso in giro a vita.




    Continua a interagire e a fare lo sporcaccione con Rose. Cita l'avvoltoio (Sky), Axel e anche fenicottero ( Kynthia).
    Per ora sta insieme a Rose al tavolo delle bibite.
     
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    LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    Il fatto che sia presente fisicamente dietro la Prefetto, per lunghi istanti potrebbe anche risultare superfluo visto come si presenta agli astanti roboticamente per poi sostare mollemente sul posto in balìa dei propri disagi. Qualora fossero presenti dei rampicanti lì vicino, si potrebbero distintamente vedere i loro fiori subire continue fluttuazioni di colori, a cominciare da un bianco immacolato ricco di frustrazione per poi sfumare in un pericolosissimo rosa, che lentamente finisce per stanziarsi in un rosso acceso. Sono i preziosi secondi che precedono la sua probabile dipartita, durante i quali HALLEY e SKYLEE si scambiano i primi amorevoli commenti pregni di simpatia reciproca. Ma poi si può sapere perché tanta voglia di litigare? Qual è il punto? Non riesce ancora a coglierlo ma sente la necessità di intromettersi prima che volino i ceffoni, poiché poi sarebbe costretto a prendere le parti, e gradirebbe evitare data la posizione piuttosto scomoda in cui si trova. Che Halley non gli stia particolarmente a cuore non è un mistero, ma pure Skylee sta dando uno spettacolo che lui non approva. In più è sicuro della predisposizione di Ryuu. E quindi niente, fa la sua battuta orribile cercando di non scomporsi, ma come al solito la GRIFONDORO prende alla lettera qualsiasi cosa gli esca dalla bocca, facendogli sollevare un’occhiata severa. Chissenefrega se la Stalker ha l’intimo o meno, le sue intenzioni erano altre, tipo che magari si ricordassero di non essere nel salotto di casa. Va beh, sarà lui che è ancora intontito e si è fatto fraintendere, dunque molla il colpo subito dopo, cambiando prospettiva per inviare un breve segnale interessato a RYUU, e successivamente tornare a far finta di nulla con il proprio calice sotto il naso e l’attenzione su JAYDEN. [Mh] soffocato nel bicchiere in suo sostegno. Bravo, cambia discorso tu che ne sei capace. Gli stringerebbe la mano con tutta la partecipazione di cui è capace, ma non fa in tempo nemmeno a deglutire l’ultimo sorso che la bibita fruttata cambia direzione a causa dell’apprezzamento spericolato e posto a gamba tesa da RYUU. Una sola parola: (gay)panic. Il sangue gli va alla testa con una rapidità improbabile, contornando la maschera di un colorito violaceo. Non sarebbe nemmeno strano vedergli uscire vapori dalle cavità auricolari, sfiatando come una teiera, o una pentola a pressione. E a proposito di pressione, lui ci prova anche a serrare le labbra con forza, ma purtroppo l’istinto di sopravvivenza ha la meglio nel non farlo affogare, facendo sì che il fiotto di soda si apra da solo uno spiraglio fra le pieghe naturali della bocca. Peccato che davanti a lui ci sia appunto SKYLEE, che se non dovesse scartarlo istantaneamente verrebbe investita dallo sputo a spruzzo di quella soda zuccherosa. Con tanti cari saluti al vestito candido (?). Frattanto il dramma continua a consumarsi, perché gli va di traverso il goccio residuo, mettendolo fuori gioco qualche secondo, colto da un eccesso di tosse che lo piega a metà. [Cazzo… scusa…] fra uno spasmo e l’altro, la priorità è quella di non aumentare ulteriormente l’irritazione della ragazza, anche se la mente concentra i pensieri su tutt’altra persona. Dannazione. RYUU non conosce proprio il significato della parola “discrezione”. Si stava impegnando con tutto sé stesso a proteggere entrambi dalle potenziali ritorsioni che avrebbe la loro uscita allo scoperto, ma a quanto pare si è sbagliato su tutta la linea, ed è l’unico a cui preme mantenersi in sordina. Al contrario, il giapponese sta dando mostra di come il suo parere a riguardo si stanzi diametralmente all’opposto del proprio. Comunque i fiori che gli stanno appresso con ogni probabilità si sono dati all’autocombustione spontanea, assieme alla compostezza che generalmente accompagna il Serpeverde. Si raddrizza, visibilmente in difficoltà, con gli occhi ancora lucidi dalla naturale reazione del corpo in risposta alle convulsioni della tosse e cerca di agganciare con stentato coraggio lo sguardo con quello del Corvonero. Può percepire però distintamente gli occhi di HALLEY addosso, e con ogni probabilità quelli di tutti coloro che hanno assistito alla scena. Merda. Allora attende di aver recuperato l’aplomb, semmai gliene fosse rimasto un briciolo, giochicchiando con i denti sul labbro inferiore prima di decidersi (con calma, eh, entro il mese) a dare la sua risposta. [Sì] cede, sconfitto. Gliene sono passate molte altre per la testa, a dire la verità, ma siamo davanti ad una platea difficile da gestire. Uff, maledetto cinese . Con quel sorriso lo convincerebbe a fare qualsiasi cosa. E adesso chi la sente SKYLEE?!? Fra vestito e rivelazioni spera che non si metta a gridare attirando ancora più curiosi.


    Assiste al drama di SKYLEE e HALLEY, concorda con JAYDEN e poi muore.
    Poi risponde anche a RYUU.
     
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    Chanel era ironica al punto giusto, non le dispiaceva come persona. Inoltre, si era ambientata piuttosto bene per una che era arrivata quasi alla fine dell'anno, sicuramente più di lei. Quel vestito avrebbe fatto girare la testa a molti e, senza neanche sapere come, si sarebbe ritrovata con un cavaliere. L'esito era scontato. «Vedrai che non resterai sola a lungo. E poi ci si può diveritre anche tra ragazze, gli uomini sono sopravvalutati.» E portano solo guai, meglio evitare. Ancora ricordava le crisi di pianto delle sue coinquiline, una per essere stata tradita, l'altra scaricata. «Ti ringrazio. Io non mi sono vestita per fare colpo, ho di meglio da fare.»Le rivolse un sorriso di circostanza, pensando che l'amore e i ragazzi fossero l' ultimo dei suoi problemi. Stava andando a quella festa per divertirsi, non di certo per prendere parte a qualche dramma, come quello che Skylee e Halley stavano inscenando in quel momento. Lei e la corvonero andavano d'accordo, non l'aveva mai vista così incazzata, ma doveva anche ammettere che, quando ci si metteva, Halley era davvero una stronza. Esperienza personale. «Non intendo mettermi in mezzo.» Confidava nel buon senso della prefetto, sperò solo che la situazione non le sfuggisse di mano. Riportò l'attenzione su Chanel che, in maniera alquanto ovvia, stava facendo vagare il suo sguardo per la sala in cerca di qualcuno. E infatti, poco dopo, le disse di scusarla. La osservò con la coda dell'occhio e si accorse che la persona a cui si era avvicinata era niente poco di meno che Hunter, il corvonero che, oltre ad aver scambiato per una nonnetta, era anche a conoscenza di uno dei suoi segreti. Non sapeva che i due si conoscessero e, ad essere onesti, non potè di certo biasimarla per essersi avvicinata a lui. Quella sera era, come dire, stranamente affascinante, alla stregua di un fantasma tormentato. Distolse lo sguardo, lui era nella lista di persone da evitare. La loro posizione l'avevano chiarita, quindi non c'era necessità di interagire più di tanto, e poi, dopo le libertà che si era presa nel toccargli i capelli, preferì non avvicinarsi. Si diresse al tavolo delle bibite, prese una Coca-cola e salutò gli altri due presenti. «Ciao Rose, come stai? David, non fare il coglione.»Sapeva bene quali fossero le attitudini del suo compagno di casata, quindi lo avvertì. E poi la caposcuola era una ragazza tranquilla, sperò non la mettesse nei guai. Non si trattene molto, prese la sua bibita e inziò a girovagare per la sala. Il tutto era stato curato nei minimi dettagli e il soffitto con quei pianeti appesi era davvero originale. Sorrise maliconica, le mancava la Norvegia, lì le stelle si vedevano benissimo. Peccato che quell' anno non ci sarebbe tornata, le lezioni con il professor White avevano la priorità e poi doveva scoprire qualcosa in più sul suo passato. Quello che sua madre le aveva fatto dimenticare. Era così immersa nei suoi pensieri che, di nuovo, urtò qualcuno. Era una ragazza vestita di lilla, non l'aveva mai vista prima. «Scusa, ero sovrappensiero.» Sorrise educatamente, stava combinando solo guai. Accanto alla ragazza c'era un ragazzo alto dagli occhi verdi, sembrava alquanto agitato. Se ricodava bene il suo nome era Axel qualcosa, un serpeverde di qualche anno più grande. Non ci aveva mai parlato, se ne stava sempre per i fatti suoi, come lei, quindi l'occasione non si era mai presentata. «Non volevo disturbarvi nel caso in cui steste per... ballare credo.»Non era sicura, più che amanti davano l'impressione di essere amici di vecchia data. Bevve un altro sorso dal suo becchiere, non aveva idea di cosa fare. Forse era stata una cattiva idea andare al ballo, di base, c'erano un sacco di persone che conosceva ma erano tutte in compagnia. Sospirò, la prossima volta avrebbe fatto meglio ad accordarsi con qualcuno, almeno non avrebbe fatto l'anima in pena. Cosa che era, ma dettagli. «Le decorazioni sono belle ma un po' d'alcol non avrebbe guastato.» Non si rivolse a nessuno in particolare, la sua era più una costatazione personale. Voleva rimanere sobria, bere non l'avrebbe aiutata a dimenticare che, tra qualche ora, sarebbe stato il 26 giugno, ma almeno sarebbe stata più sciolta tanto da ballare. Forse.




    vestito e maschera

    Interagito con Chanel. Citati Hunter, Halley e Skylee. Va
    tavolo delle bibite dopo saluta David e Rose. Poi fa l'anima sconsolata e urta Kynthia. Interagisce quindi con lei e Axel.


    Edited by Daphne. - 8/6/2022, 23:35
     
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    «Fidati, non è così...» Tentai di chiarire le idee al ragazzo a pochi passi da noi, che nel tentativo di non far infuocare gli animi, aveva provato a convincermi che le intenzioni dell'insopportabile Grifondoro fossero di natura amichevole e per nulla ostile, povero illuso. Non biasimavo il suo tentativo di placare gli animi, anzi, in un altro momento e con un'altra persona io per prima avrei cercato di domare simili comportamenti, non era da me lasciarmi andare in quel modo togliendo il freno alla mia affilata lingua, ma quella smorfiosa non la reggevo proprio. Era da mesi ormai che mi sforzavo di rimanere in silenzio senza andare a indagare, in malo modo come ora, su cosa la spingesse a riservarmi tante occhiatacce di sufficienza. Quasi non avevamo mai parlato se si escludeva quella festa di soli pochi mesi prima e quindi proprio non capivo, sapevo solo che ero stufa di sentirmi puntati addosso gli occhi di molti, che senza uno straccio di motivo valido mi riservavano scherno e cattiveria gratuita. «E no, niente fuochi di volpe» Tagliai corto senza dare motivazioni al Grifondoro. Non amavo parlare dei fatti miei o del perché facessi una cosa piuttosto che un'altra, non ero fatta per socializzare con chiunque e magari era per quello che mi ero guadagnata l'antipatia di molti e soprannomi per nulla gentili, ma poco importava, dubitavo sarei mai riuscita a superare un tale ostacolo che ai miei occhi pareva tanto insormontabile e di certo non lo avrei fatto durante quella serata, non con quel muso odioso davanti a me che continuava a fissarmi e a rivolgermi frasette atte unicamente a provocarmi. Quel che era peggio però non era il suo modo di fare, tanto più il fatto che stesse riuscendo perfettamente nel suo intento. Cosa diamine mi stava accadendo? Io non ero così, non mi innervosivo per delle stupide battutine sulla biancheria intima e non sentivo la testa pulsare, prossima a esplodere, per degli stimoli tanto sciocchi. Non mi ero mai ritrovata a stringere così forte le mani chiuse a pugno fino a tagliarmi quasi la carne con le mie stesse unghie. Non era normale, non ero io. Guardavo il viso della ragazza e non riuscivo a pensare ad altro se non alla voglia crescente di aggredirla fisicamente.

    Non. Farle. Del. Male.
    Non. Farle. Del. Male.


    Me lo ero dovuta ripetere mentalmente più e più volte, mentre con estrema fatica tentavo di costringermi a tacere e forse per la prima volta in vita mia, a non continuare una battaglia verbale. Stavo rischiando di esplodere e sapevo cosa succedeva quando ciò accadeva, sapevo cosa comportava. Non potevo permetterlo, non così e non per un motivo tanto imbarazzante. Gelosia. Era di questo che si trattava? Ero gelosa e me la stavo prendendo con la persona sbagliata? Feci saettare il mio sguardo bicolore verso la parte opposta della sala per guardarlo ancora una volta, ma non mi soffermai, no, farlo mi avrebbe solamente incasinato ulteriormente la mente, spostai quindi lo sguardo altrove, in cerca di nemmeno io sapevo cosa e per chissà quale fortuito caso, riuscii a intrecciarlo proprio con l'unica persona che fino a quel momento era riuscita a farmi ritrovare la calma perduta. Aveva lo sguardo preoccupato, forse lei per prima aveva capito cosa stesse succedendo e tacitamente tentai di indurla a darmi nuovamente quella forza alla quale da sola temevo di non riuscire ad attingere. Feci un respiro profondo e le rivolsi un leggero cenno col capo. Nuovamente tranquilla. Nuovamente rilassata, forse e attingendo a tutto il mio autocontrollo, che era poco e per usarlo mi costringeva ad estraniarmi totalmente da tutte le voci che percepivo attorno, voltai nuovamente il capo e guardai fissa negli occhi la smorfiosa davanti a me, prossima a chiederle addirittura perdono, pur di interrompere quella lotta verbale che stava mettendo a dura prova la mia resistenza emotiva. «Perdona...» Mi bloccai di colpo irrigidendomi come un legnetto al percepire di un getto freddo e umido sui miei vestiti, esattamente all'altezza dei fianchi. Il tessuto velato del mio abito color latte fece subito aderenza sul mio corpo, lasciando intravvedere quasi pure il mio umore e senza esitare oltre mi voltai di colpo dando le spalle al resto della sala per incenerire Loki, il responsabile di tale amorevole imprevisto, con lo sguardo. «Io ti uccido» Sibilai a denti strettissimi mentre sentivo il mio volto avvampare sempre più per l'imbarazzo. Cosa diamine lo aveva fatto reagire in quel modo? Ero stata così impegnata a estraniarmi da chiunque che ero finita per perdere il contatto con la realtà che mi circondava. Balzai scattante nella posizione di partenza portandomi entrambe le mani a coprire ciò che il vestito non corpiva più, realizzando solo in quel momento di aver appena dato sfoggio delle mie forme rese gentilmente visibili per via della soda, a mezza scuola. Diamine. Ero prossima al morire dell'imbarazzo e indietreggiando mi avvicinai sempre più all'uscita più vicina del tendone, scattando poi veloce come un felino verso l'esterno, ma non prima di aver rivolto una tacita minaccia con lo sguardo al serpeverde colpevole del rossore delle mie gote, fortuna che almeno in parte la maschera avrebbe nascosto il mio evidente imbarazzo. Non gli avrei tenuto a vita il muso, ma non volevo che mi seguisse sentendosi in colpa, volevo solo sparire dal mirino di tutti per correre fino al lato corto della struttura, dove dentro si trovava il palco per la musica e fuori la riva del lago. Mi sedetti lì, atterra e con la schiena appoggiata al tendone, dove una parete fiorita tradì il mio reale umore diventando totalmente azzurra. Detestavo i balli, sapevo che non ci sarei dovuta andare, pareva che ogni volta che indossavo un vestito lungo e formale, qualcosa di catastrofico si abbattesse su di me e dopo aver dato sfoggio delle mie natiche a mezza scuola, non mi sarebbe rimasto che trasferirmi chissà dove cambiando identità, forse solo così avrei potuto dimenticare tutta la vergogna provata. Dannati balli. Dannata me.
    ★ ★ ★
    Prefetta Corvonero | Scheda | Mailbox | Pensatoio

    Maschera - Vestito (che mostra le chiappe chiare al mondo intero)

    Interagito con Jayden, Loki e Halley. Tacitamente pure con Rose. Ha lanciato una veloce occhiata verso axel ma non si è soffermata troppo.
    Ha cercato di evitare di rispondere a Hall per non esplodere totalmente (saggia bambina) e ha addirittura tentato delle scuse poco convinte, ma Loki l'ha preceduta per iscriverla al concorso maglietta bagnata ma sul culo 2022. Lo ha guardato male per non farsi seguire e poi è scappata fuori dal tendone per nascondersi e meditare sul paese nel quale trasferirsi. Si trova sul lato corto del tendone seduta per terra e con tanti fiorellini azzurri attorno (vergogna).
     
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    In effetti ci sto andando, al patibolo. Però per evitare di rivestire un ruolo che non mi appartiene, ovvero quello della tragica, tengo quella considerazione per me lasciando che sia la mia espressione poco convinta a parlare. Poco convinta ma forse anche un po' depressa. Effettivamente, è da allora che non mi diverto. In nessun modo, ho anche smesso di disegnare e adesso una matita sembra pesante quanto un macigno. Fondamentalmente visti da lontano io ed Axel siamo una nuvola bianca ed una nuvola nera e che quest'ultima sia proprio io, è molto strano. Voglio dire, guardatelo, ha l'espressione deficiente di un bimbo allegro perchè gli hanno comprato il gelato. Questa sì che è una versione del serpeverde più unica che rara.
    Sembra stupito dalla mia risposta. Anzi no, lo è davvero, mi squadra ancora una volta facendomi pensare che scegliere l'abito più economico forse non è stara l'idea migliore "i referti della radiografia quando posso ritirarli?" ironizzo soprattutto anche per evitare la sua domanda. Effettivamente io e Axel non parliamo mai troppo di cose private, o meglio: lui non domanda e nemmeno io. Ci facciamo i fatti nostri e condividiamo sigarette e disappunto. Alla fine non è per niente male come rapporto, uno dei pochi che posso dire di aver avuto in tempi recenti... se rapporto effettivamente si può chiamare.
    E quindi neanche gli aveva mai parlato o accennato della mia relazione con Logan, ma neanche era un segreto, quindi che lo sapesse aveva perfettamente senso. Imitazione perfetta comunque, ci mancava giusto un piedistallo sotto ai piedi "appunto" confermo annendo e schiarendomi la voce "ci uscivo" e parlare al passato ormai, posso dire che non sia un errore. Chissà se lui ce l'ha con me, ogni tanto me lo chiedo, ne avrebbe diritto. Non era giusto allontanarlo in quel modo, lo so, in realtà nessuno se lo emritava. Ma dallo sguardo che ogni tanto mi capita di incontrare, mi sembra di vedere il solito Logan che, anche senza parlare, ti fa capire che lui è lì se sei disposto a parlare. E il problema quindi, sono proprio io.
    Almeno uno dei due però stasera sembra essere davvero nel mood giusto per un ballo: la ripulita di Axel non poteva essere casuale. No, non poteva. Lui era più il tipo da commentare le ragazze nei corridoi e sfuggire alle loro avance, non da farsi bello per fare colpo su qualcuno. Eppure stasera sì, era palese e non lo nascondeva nemmeno "wow! Che rivelazione!" e no, giuro che mano che porto al petto non vuole essere un'esagerazione ma sono sinceramente colpita, non me lo aspettavo proprio! Peccato che il nome della fanciulla non salti fuori a causa di una piccola interruzione delle trasmissioni.
    Peccatissimo, ammetto che adesso la curiosità mi mangia.
    Una maschera da coniglio, una nera resa appena briosa da qualche brillantino .... piego la testa di lato cercando di inquadrare chi ci si nasconde dietro. Soprattutto la ragazza mi ricorda terribilmente qualcuno. No aspetta.
    Può essere? Però la scelta dell'abito mi sta fuorviando...
    Ah però... aspetta. Cos'ha sul polso? Possibile... possibile che sia Rose? Sceglierebbe quell'abito?
    Oddio, pensandoci bene, forse la Rose che conoscevo io no, ma quella di adesso... potrei dire di non conoscerla per niente. Però come si muove, gli sguardi che vedo da sotto la maschera sono gli stessi. Solo gli occhi non lo sono, non è il tipico dorato che abitualmente ha.
    Ecco qua, un'altra persona che non se lo meritava, accidenti. Forse è destino, karma, qualcosa che guole mettermi di fronte le mie scelte d'impulso che un anno fa mi sembravano le migliori. Che stronza.
    Ad un secondo sguardo anche l'accompagnatore ha una faccia familiare, sono convinta di averlo già visto, però... "chi cazzo è quel nano di merda?!" Axel ringhia interrompendo la moa indagine mentale. Davvero, non è un'esagerazione, quello era un cazzo di ringhio "woah, Axel, rieccoti" il suo temperamento solito, tutto scazzato per solo Dio sa quale ragione "porca miseria, ammazzarlo solo perchè è nano adesso mi pare troppo. Ma poi, ma con chi ce l'hai?!" sono disorientata dal suo cambiamento repentino: un attimo prima era tutto sorrisini e cuoricini e adesso vuole ammazzare qualcuno. Una donna col ciclo praticamente. Persino i fiorellini nella sala hanno iniziato a sfarfallare a causa del suo cambio di umore. Già, una genialata che ti fa capire lo stato della gente. E il nero non è buon segno.
    Allungo il collo alla ricerca di questo fantomatico nano, insomma, guardo nella stessa direzione in cui guarda lui per capire che succede. Vedo una ragazza riccia, una mora ed effettivamente un tipo basso.
    "Vuoi ballare Lloyd?" "ma sei cretino?" la risposta a quella domanda assurda è scontata "ma se ti ho appena detto che non vogl-cosa?" rieccomi, scioccata. Me lo sta chiedendo perfavore. Mi si accende una spia nel cervello: osservo meglio la sua postura rigida, i suoi denti stretti e gli occhi che chiaramente stanno fiammeggiando. Fin'ora l'avevo preso come uno dei suoi soliti sbalzi ma qua, chiaramente qualcosa non va.
    Ripeto, me lo sta chiedendo perfavore.
    Resto là a bocca semi aperta per un attimo e poi vengo urtata e riportata quindi alla realtà "oh, no tranquilla... cioè, sì" e arrivato il momento di prendere una decisione "sì, stavamo andando a ballare" me lo ha chiesto perfavore, cazzo. Poggio una mano sul braccio di Axel spingendolo leggermente in direzione della pista, lontano da qualunque sia il suo motivo di disturbo "ehm.. ci vediamo dopo" saluto la coppia ma in realtà mi rendo conto che sto guardando solo quella che ormai sono sicura essere Rose. Così, senza pensarci, è un gesto dettato dall'istinto. Forse è un invito. Forse voglio davvero rivederla dopo. Cazzo, non lo so, non so se lo coglierà. Sposto i capelli di lato, un gesto casuale per tenere impegnate le mani. Dopo di ciò, proseguo nello spostare un Axel decisamente nero verso la pista, dove risuona una musica classica fatta principalmente da archi. Lì, fermando le spalle del serpeverde, mi assicuro che dia le spalle al... nano, è il solo riferimento che ho. Ma cosa cazzo mi tocca fare. Scuoto la testa. Ok va bene, balliamo, ma come? Non è che non so ballare, è che questa specie di ballo di corte è TANTO fuori dalle mie corde "ascolta" faccio in tono pacato, pacatissimo, iniziando ad ondeggiare a tempo di musica perchè stare ferma in mezzo alla pista sarebbe uan scena ancora peggiore "non so quale sia il problema, ma non vale la pena fare cazzate" sapevo perfettamente cosa significava farsi prendere dalla rabbia e fare scelte sbagliate di cui poi ti pentirai al cento per cento e il mio obiettivo dell'anno, era di non ricascarci più "penso che tu lo sappia bene" ehi, ma... "ma perché sai ballare così bene un lento?!" non riesco a tenermi quell'osservazione per me. Non so se reggo, stasera sto avendo una rivelazione dietro l'altra, andrò a dormire riconsiderando tutto quello che so sulle persone che conosco "comunque sia, dicevo... puoi risolvere la questione in mille modi diversi, tipo parlando. Te lo ripeto: non fare cazzate" scandisco bene, lo fisso affinché il messaggio passi e, occasionalmente, mi capita di guardare oltre la sua spalla "senti, dovrei avere qualcosa di verde con me, non è molta ma te la offro" ammicco. Dai. Dai su. Ci siamo capiti.
    Ho scoperto che una canna di tanto in tanto, mi rilassa i sensi. Non ne faccio abuso, non ne prendo chissà quanta anche perchè qua è fottutamente cara. Ma non si sa mai quando potrebbe servire... tipo adesso. Adesso sarebbe perfetto. Sì ok, sono nell'organizzazione, forse è un rischio... ma che fai, non usi un abito con delle tasche per ottimi motivi tipo questo? Direi di sì. Tanto mi faranno ripetere l'anno comunque, questo ballo è una tortura e ho bisogno di non pensarci.
    A questo punto, speriamo solo che White non si faccia vedere ancora per un po'.

    Interagito con un sacco di gente.
    Allora: interagito con Dragonov
    e spostatomi con lui in pista a fare i ballerini. Interagito direttamente con Rose Mia White e Daphne.. Squadrato David_.Da lontano sto anche guardando Skylee e Loki 😶‍🌫️
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    Ascoltò la spiegazione del ragazzo appena incontrato, in effetti la leggenda finlandese aveva molto più senso per la serata rispetto al mutaforma ingannatore a cui aveva pensato all'inizio appena posati gli occhi su di lui. Così almeno poteva stare tranquillo e mettere da parte i pensieri sulla sua terra natia, di certo non il momento più adeguato per pensarci. Avrebbe portato avanti la conversazione, ma non ne ebbero l'occasione quando la Prefetta decise di interromperli per dare sfogo ai suoi pensieri. Lecito, un filo eccessivo ma lecito. Gli occhi, come palline da ping pong, saltavano da una ragazza all'altra osservando la situazione, alzandoli poi al cielo ridacchiando dei modi teatrali dell'amica. L'avrebbe strozzata per la battuta su San Valentino, visto che lei per prima diceva di sperare che se ne dimenticassero tutti ma poi tirava fuori l'argomento, però l'aveva trovata divertente. A lui bastava poco, in genere, per ridere di una battuta, ma quella di Loki non l'aveva trovata così spassosa e, nel tentativo di attirare la sua attenzione, era riuscito a creare un leggero danno collaterale. Osservò il piccoletto di Serpeverde passare dal suo pallore classico ad un bel rosso acceso, e lui sarebbe stato già contento del risultato, ma il tempismo poteva essere un prezioso alleato o un nemico pericoloso. Vide il getto analcolico aprirsi a ventaglio sulla figura di Skylee, fortunata che si trattasse solo di un sorso, e rimase impietrito sul posto per il risultato del tutto inaspettato
    -Ops..- fu il suo unico commento sull'accaduto mentre le sopracciglia si corrucciarono riportando l'attenzione su Norman che non sembrava smettere di tossire. Magari la prossima volta sarebbe stato meglio salutarlo una pacca sulle spalle o qualcosa di più sobrio, povero cucciolo. La bionda si girò, regalando a tutti una splendida vista sul vestito che bhe, per fortuna non era diventato molto più trasparente di quanto già non fosse, prima di andarsene via e lasciare la sala. Doveva ammettere di essere rimasto un po' basito di quello strano corso di eventi, non era sicuro di quello che fosse successo, un attacco alla toccata e fuga si poteva dire. Senza risposte o un dialogo costruttivo, ma andava bene, quando mai succedevano cose che avessero senso in quella scuola? Tuttavia non gli era piaciuta tutta quella situazione, la prima donna che era dentro di lui si era sentita ignorata ed era meglio non farla arrabbiare. Ci pensò Loki a placare il fastidio rispondendo in modo affermativo a quella che sarebbe dovuta essere solo una battuta. Bhè, non proprio, ma shh. Preso di sorpresa non riuscì a frenare il rossore che gli colorò la punta del naso mentre un sorrisetto compiaciuto gli spuntava sulla faccia. Loki, delfino goloso.
    -Ci conto, allora- ammiccò con l'occhio destro, incapace di fare lo stesso con il sinistro. Era un po' troppo presto per infrattarsi in qualche cespuglio in riva al lago, ma era sicuro sarebbe riuscito a trovare l'occasione dare una svolta alla serata. Certo se la Metis avrebbe poi lasciato in vita il nanetto, cosa non del tutto scontata. Lo aveva già detto che non era un amante dei balli? Si lo aveva già detto, e continuava a pensarlo tutt'ora. Questi mezzi drammi non facevano per lui, per lo meno se proprio si doveva litigare che venisse fatto in grande stile. Il fastidio pizzicava ancora nei pensieri nascosti alla base della nuca, cominciò a guardarsi una mano prima di passarla davanti agli occhi di Halley
    -Senti ma tu mi vedi, vero? Non è che sono diventato trasparente?- dubbi esistenziali dell'ultimo minuto a parte, prese di nuovo a braccetto la sua compagna di disavventure e decise di portarla via dalla scena del crimine
    -Mi avevi promesso un ballo, ti sei pure messa i trampoli, sono moralmente obbligato ad approfittarmi della situazione- tutto pur di far passare il tempo -Però prima beviamo- aveva lasciato che fosse lei a guidare all'inizio e la fortuna non era stata della loro, quindi prese l'iniziativa e se la portò via verso uno dei tavoli con altre bevande, tenendosela vicina in modo che sembrasse meno impedita nella sua camminata che di aggraziato aveva ben poco
    -Ehi guarda, altre persone!- commentò sarcastico mentre attraversavano la sala -Ti prego, tesoro, se hai altri simpatici commenti per qualcuno di loro morditi la lingua- le sorrise sbattendo le ciglia scure nel tentativo di sembrare angelico e affatto minaccioso
    “Le decorazioni sono belle ma un po' d'alcol non avrebbe guastato” la voce di una biondina gli giunse all'orecchio mentre lo sguardo si girava a cercare la fonte del commento
    -Oh no! Stai dicendo che ancora nessuno ha corretto qualche drink?- chiese con voce sconsolata
    -Ammetto di essere un po' deluso-
    osservò più attentamente la ragazza in blu, cercando di capire se fosse qualcuno che già conosceva. Ma chi diavolo voleva prendere in giro, era li solo da qualche mese ed era in possesso di una capacità di memoria pari alla capienza di un cucchiaino da caffè, chissà chi pensava di conoscere.
    -Io sono Ryuu, conosci già Halley?- chiese indicando la compagna appesa al suo braccio -Per favore dimmi di no- pregò la ragazza temendo una risposta affermativa visto i precedenti. Amiche o nemiche? Donne, sempre tutto così complicato.
    -Pensate che la band faccia anche balli di gruppo?- la testa mimò la classica mossa del piccione, a dimostrazione di quanto fosse un ballerino provetto. Stava per dire un'altra stronzata, tanto perché ormai la serata era andata così, quando la sua attenzione cadde su un ragazzo che ballava con una ragazza vestita da caramella
    -Ehi- si rivolse alla mora al suo braccio -Quello non è il ragazzo che ti sei sbaciucchiata a San Valentino? Harper?- tenne un tono basso e, complice la musica a coprirlo, fu abbastanza sicuro che solo le due ragazze potessero sentire il commento -Vuoi andare a dondolare dalle sue parti per salutarlo?- le sopracciglia si alzarono e si abbassarono velocemente un paio di volte, mentre un ghigno malefico gli incrinava le labbra. Carini i balli, dopo tutto.


    Interagito con Loki e con Halley. Citata Skylee.
    Trascinata Halley in giro per la sala, interagito con Daphne, guardato Axel (Harper) ballare con Kynthia.
     
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    Tassorosso
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    Ero vicino al tavolo del rinfresco quando l’occhio cadde su David che prendeva qualcosa dalla tasca destra e lo inseriva nel suo bicchiere. Quando il serpeverde mi chiese se ne volevo i miei occhi si fissarono su di lui. Feci un piccolo respiro e mi avvicinai come a coprirlo con il mio corpo «Ti ricordo che anche adesso sono una Caposcuola... No, non voglio la tua “ bevanda” .» dissi e poi sottovoce aggiunsi «E farò finta di non aver visto...»Sistemai la maschera con la mano e in quel momento sentii afferrare il mio braccio e tirarmi. Mi ritrovai vicinissima al viso di David mentre i nostri nasi si sfiorarono. Oh no! Sapevo cosa voleva fare ma io stavo diventando rossa per l’imbarazzo. Li in mezzo a tante persone con i professori a due passi e altri compagni che avrebbero potuto riconoscermi. Non ero pronta, non ero abituata e non ero a mio agio. Non fece però quello che pensavo ma sussurrò una frase. Il mio viso rimase tirato e i miei occhi azzurri si scurirono leggermente. Non capivo. Perché avrei dovuto dare qualcosa in cambio per ricevere un complimento... forse perché era falso. Quindi non ero bella? Fuori contesto? I mille dubbi si stavano insinuando nella mia mente e la timidezza stava facendo capolino. Non sapevo cosa fare e cosa dire, mi stava confondendo. «Vuoi qualcosa per un complimento... Se non te la senti di farlo non c’è bisogno di mentire... » Mi spostai da vicino a lui e i miei capelli ebbero un cambio diventando neri così come i miei occhi, li sentì pizzicare, avevano sicuramente cambiato colore divenendo scuri. Confusa... e adesso mi sentivo inadatta. Poi d’improvviso la sua mano si avvicinò al mio viso mentre mordevo il labbro e il suo dito sfiorò le mie labbra accompagnato da una frase. Abbassai lo sguardo e poi lo rialzai nel suo per rispondere «Sai, tutti i vizi sono brutti... » dissi sottovoce e sorrisi timidamente. Mio padre odiava quando mi mordevo il labbro ma non era riuscito nemmeno lui ad eliminare quel piccolo vizietto. David non aveva la stessa intenzione di mio padre e si capiva dal tono della sua voce, per questo mi confondeva. Niente, un secondo sembrava dirmi cose non belle e il momento dopo se leggevi bene e in profondità ci trovavi qualcosa di carino. Mi continuava a confondere e non riuscivo a capire. «David! Per favore. »Gli dissi quando ricalcò sulla frase di una coniglietta arrabbiata. Non volevo che andasse così, iniziavo a pensare che non voleva stare con me, eppure era venuto al ballo insieme a me. Feci un piccolo respiro prima di puntare lo sguardo su Axel e la ragazza che era con lui e chiedere a David delucidazioni. «Che significa... un fenicottero?» chiesi quasi stizzita ma allo stesso tempo incuriosita da quella frase, non aveva senso. E poi concluse con una domanda che mi fece voltare verso di lui e fissarlo «Ma a chi ti riferisci? Se parli di Axel e la sua dama, non ne ho idea. Ho chiesto a te se la conosci?» Non avrei mai tradito la mia amica e dalla mia bocca non sarebbe uscito nulla «Sai, mi sembra di conoscerla... i suoi movimenti mi dicono qualcosa.» In quel momento si girò e da lontano alla base del collo intravidi qualcosa che non avrei potuto non riconoscere. Un tatuaggio a forma di libellula. Adesso sapevo chi era quella ragazza. Istintivamente alzai il braccio sinisto guardandomi il tatuaggio a forma di luna sul polso. «Adesso so chi è... ma non sapevo avessero così tanta confidenza...» Ero sorpresa? Si abbastanza ma effettivamente nemmeno tanto. In fondo ormai non sapevo come fosse e quanto fosse cambiata la grifondoro. Mi piegai in avanti leggermente portando una mano verso il petto. Faceva così male pensare a tutto quello che avevamo passato e che in un secondo era andato perso e che aveva distrutto. Mi girai dando, in quel momento le spalle a Kynthia ed Axel e guardai verso Sky. In quell’istante mi bloccai sul posto facendo un passetto indietro ed appoggiandomi, senza rendermene conto sul braccio di David. Sky, Sky sembrava nei guai e fuori controllo. La fissavo sperando che si voltasse e che sentisse il mio sguardo e come per miracolo accadde. Mi guardò e i nostri occhi si incrociarono. La fissai come a darle forza e mossi leggermente la testa in segno di no, quasi impercettibilmente. Con le labbra, senza far uscire nessun suono, la chiamai “SKY”. Non le tolsi lo sguardo di dosso nemmeno per un istante. La vidi scappare ed ero pronta ad inseguirla. Feci due passi e mi fermai puntando lo sguardo verso Axel. Se si fosse voltato per un istante avrebbe trovato il mio sguardo a fulminarlo come mai avrebbe potuto ricordare. Se il serpeverde avesse seguito la corvonero sarei rimasta al mio posto, lasciandoli da soli. In caso contrario ero pronta a scattare fuori ed a seguire e trovare la mia amica. «Ma cosa è successo?» chiesi con una domanda rivolta a me stessa e a David al mio fianco. Attendevo per capire come procedere ma nel mentre mi sentivo così vulnerabile e non mi ero resa conto di essere tornata qualche passetto indietro posandomi con la schiena nuovamente su David. «Doveva essere un ballo di fine anno divertente per tutti...Ci siamo impegnate tanto...» mi stavo rattristando per la situazione. «Hai ragione, leggo troppi libri con cavolate scritte...» dissi ricordando la frase che David mi aveva detto vicino alla foresta proibita qualche tempo prima e che ogni tanto mi ripeteva. Le mie braccia si incrociarono ad altezza petto come in un piccolo abbraccio consolatore da sola. Sarebbe stato carino avere un quarto di quelle cavolate lette nei libri ma la realtà era ben diversa. Eppure continuavo a sperare nel lieto fine e nell'amore. Ero un ingenua sognatrice. I miei occhi continuavano a fissare Axel e l’uscita che aveva preso Sky per capire cosa fare. Mentre la preoccupazione per la mia amica cresceva.



    Interagito con David_ e Skylee. da lontano.

    Nominata Kynthia ( ti ho riconosciuta dal tatuaggio) ed Axel Dragonov (ti sto fissando).

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    Sorrise quando Rose sorvolò sulla sua piccola trasgressione, ovvero quella di portare alcol alla festa. Riflettendoci, non era la prima volta che succedeva; anche quando lo aveva beccato a fumare uno spinello nei pressi della Foresta Proibita non aveva detto niente a differenza di quell' avvoltoio di merda. Al che decise di premiare la coniglietta a modo suo. Si abbassò e gli diede un veloce bacio sulla guancia, sia mai lo vedesse qualcuno. «Non sei così male per essere una caposcuola, coniglietta.» Le arruffò i capelli, era davvero di buon umore. Dopo l' incontro in piscina aveva calato un po' le sue difese con lei, quella reazione spropositata di fronte alle sue accuse gli aveva fatto capire che quel coniglio non era in grado di mentire, o almeno così credeva. Se l'avesse beccata a farlo nei suoi confronti l'avrebbe eliminata dalla sua vita, e no, non avrebbe dato seconde possibilità, sopratutto adesso che l'aveva presa in custiodia. Si accorse che gli occhi e i capelli del tasso erano diventati neri, e adesso che aveva? Quel coniglio cambiava umore quasi quanto lui. «Tasso, quante volte te lo devo dire? Dico sempre quello che penso. Se ti ho detto che sei bella è perché lo penso infatti.» Scosse la testa, la sua insicurezza era davvero esagerata. Ma non si guardava allo specchio? Eppure era stato molto esplicito non solo in piscina, ma anche quando le aveva detto che la preferiva con meno stoffa addosso. Era un modo per provocarla e sì, si divertiva quando si trasformava in un pomodoro, ma se non ne fosse stato attratto non si sarebbe mai abbassato a tanto. Quando sentì chiamare il suo nome si girò. Alzò gli occhi al cielo, quella biondina davvero non la reggeva certe volte. Di base si faceva i cazzi suoi, quindi agli occhi di David appariva leggermente sopportabile, ma era una precisina del cazzo. Qualcuno avrebbe dovuto scoparsela, almeno si sarebbe sciolta un po'. Nessun volontario? «Nessuno ha chiesto il tuo parere Andersen, pussa via.»Prese per un braccio Rose, allontanandola dalla molestatrice di turno, ci mancava solo che si mettessero a parlare.
    Nel mentre la coniglietta gli aveva fatto qualche domanda sulla presunta nuova fiamma del suo compare Axel. I due sembravano intendersela bene dato che stavano parlando a distanza ravvicinata, e la mora non era nemmeno male viste le curve che esibiva con quel vestito ma nell' insieme le ricordava un fenicottero, non era il suo tipo. Riportò lo sguardo su Rose che lo fissava infastidita. Sorrise sorione, era forse gelosa? Le passò un braccio intonro alla vita, avvicinandola al suo petto e poi le sussurrò: «Il vestito la fa sembrare un fenicottero. E non essere gelosa, resti sempre tu la mia coniglietta preferita.»Le morse il lombo dell'orecchio. Vediamo quanto arrossisci ora.. David era un provocatore nato. Poteva utilizzare quel tratto per far incavolare la persone o per stuzzicarle, proprio come stava facendo con Rose. In entrambi i casi riusciva sempre nel suo intento: quello di avere una reazione. «Non so chi sia. Ma a te cosa importa?» Sicuro non aveva una cotta per il Dragonov, era scontato. Quindi l' unica spiegazione possibile era che si preocupasse per la sua amica avvoltoio che si era data alla fuga. La coniglietta fissava una delle uscite della sala, quella che dava ai giardinetti per la precisione, e sembrava intenzionata a correrle dietro. Non che fosse una novità, quel coniglio era troppo sensibile, ormai l'aveva capito. Non lo fece. Si appoggiò, invece, al braccio di David come a volersi sostenere. Sentì il tasso pronunciare il suo nome, tipico. Scosse la testa, le ragazze e i loro sentimentalismi del cazzo. Se non inscenavano un dramma ogni volta non erano contente. «Ah, non lo so. Guai in paradiso?»Fece spallucce. Non gliene fregava un cazzo di ciò che era successo all'avvoltoio, per lui poteva anche sparire dalla faccia della terra, avrebbe fatto un piacere all' umanità. Rose si accasciò completamente su di lui, sembrava stremata. Quanto cazzo sei empatico, tasso.C'era un limite a tutto, davvero. Sospirò, poggiandole le mani sulle spalle per tenerla ferma. «Si, i libri sono solo cazzate. La vita fa schifo e niente va come vuoi. Per questo bisogna tirare fuori le palle.»Piangersi addosso era inutile. Quando poi il coniglio si chiuse a riccio, David esplose. La fece voltare, le prese entrambe le braccia, sollevandole verso l'alto e la guardò diritto negli occhi. «Non fare così tasso che mi fai innervosire. Se vuoi fare qualcosa fallo, ma non piangerti addosso. »La sua voce era ferma. Non la stava aggredendo, ma quel modo di fare non gli andava. E non se la sarebbe subita in quello stato tutta la sera per problemi che non erano neanche i suoi. Poco dopo la lasciò andare. Tuttavia, le accarezzò una guancia. Un gesto istintivo, niente di più. «Hai capito, tasso?»
    Era meglio per lei di sì.





    Ha smesso, per ora, di fare lo sporcaccione con Rose. Ha interagito normalmente con lei. Poi ha mandato via Daphne, e citato Sky, Axel e Kynthia. Si trova poco distante dal tavolo delle bibite.
     
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    Serpeverde
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    Axel
    Doveva trattenersi. Doveva respirare e trattenersi. Si concentrò sul respiro fissando intensamente davanti a sé Kynthia ma in realtà senza vederla davvero. Il suo sguardo si fissò sul candore della pelle privo di qualsivoglia macchia o neo che in realtà lo avrebbe aiutato a centralizzare la sua attenzione sul respiro, sul suo contenimento mentre cercava di quietare quella collera bruciante che lo mangiava dentro. Un movimento della giugulare della Grifondoro catturò la sua attenzione e gli occhi verdi del mannaro si puntarono sulla piccola venuzza pulsante del suo collo che ne scandiva il ritmo vitale. Doveva respirare, doveva reprimere quella foga di morte. Quella era la bestia, non lui. Mandò giù una boccata di saliva che fu come piombo mentre scendeva insieme al suo pomo d’Adamo lungo la gola. «Ma sei cretino?» Kynthia si era voltata lentamente, l’espressione ancora turbata come se avesse visto e riconosciuto un fantasma. La frase le era uscita istintiva ancora prima di accorgersi dello stato in cui verteva il bulgaro. Axel sollevò rapido lo sguardo, gli occhi verdi dardeggianti fieri ma allo stesso tempo supplicanti. “Aiutami” la stavano implorando e lei capì rimanendo tuttavia basita di quella richiesta fuori dal normale. Temporeggiò ancora mentre gli occhi si spostavano altrove e alla fine si decise tirandolo per la manica della giacca elegante. Lo sguardo funero del mannaro rimase incollato alla schiena di lei, era sicuro che, se avesse alzato lo sguardo e avesse visto dell’altro di troppo non sarebbe più stato in grado di contenere la bestia lasciando che essa prendesse parzialmente il sopravvento. Chiuse gli occhi focalizzandosi sul respiro, lasciando che fossero gli altri sensi sviluppati a guidarlo dietro la ragazza, tra la folla di studenti che si stava divertendo. Li riaprì solo quando la Lloyd si fermò e imbarazzata sollevò le mani non sapendo bene dove metterle. Ci pensò il bulgaro a levarla dall'impiccio, lo aveva già fatto altre volte, soprattutto da bambino quando gli era stata impartita l’educazione che ci si aspettava da una ricca famiglia nobile del mondo magico. Sospirò dalle narici e si posizionò la mancina della ragazza all’altezza della spalla, la destra la strinse nella sua e posizionando la sua di mancina nel fianco di lei la guidò in quel lento concentrandosi in quei movimenti familiari che compiva per inerzia. «Ascolta, non vale la pena fare cazzate» gli occhi verdi ed incazzati di lui si posarono nell’abisso scuro e preoccupato dell’amica. «Penso che tu lo sappia bene» eccome se lo sapeva bene ed il problema era che aveva una parte limitata sia di controllo che di responsabilità. Fosse totalmente dipeso da lui non ci sarebbe mai stata l’ombra di pericolo ma il problema, in un mannaro, sopraggiungeva quando era la rabbia a dominarlo. Era come se quel sentimento così forte agisse da canale preferenziale attraverso cui la bestia dentro di sé riusciva a prendere il sopravvento. Come un interruttore. Spento Axel, acceso il lupo ed era in quel momento che faceva cose avventate. «Perché sono un cazzo di duca» replicò monocorde alla domanda della mora di cui non identificò né il sarcasmo né tantomeno retoricità. Era la verità e gliel’aveva gettata anche in quel caso come nulla fosse, come aveva già fatto altre volte in passato come quella volta in cui lei, al suo giocare distrattamente con la lama del coltello, gli aveva gettato un “sei forse un serial killer che giri armato?” Lui aveva fermato le rotazioni del coltello e le aveva rivelato di averne uccisi tre con quello. Kynthia, ovviamente, non ci aveva creduto o così aveva dedotto lui dalla sua risata. «Puoi risolvere la questione in mille modi diversi, tipo parlando» Gli occhi di Axel cercarono nuovamente Skylee tra la folla, la vide agitata mentre si rivolgeva a qualcuno e riconobbe il biondino alle sue spalle. Un nuovo ringhio gli vibrò nel petto ed il pestone della Grifondoro richiamò l’attenzione su di sé. Si schiarì la gola. «Non credo» la voce gli uscì roca richiedendo un nuovo schiarimento, «di poterlo fare» sbuffò. Intorno a loro, di colpo, ci furono alcuni piccoli cori di stupore, alcune risatine, che lo portarono a fermarsi per tergiversare solo momentaneamente sulla domanda che Kynthia gli aveva appena posto. Gli aveva appena proposto dell’erba e lui non era mai stato fan di quei mezzi per calmarsi poiché temeva nell’effetto collaterale che poteva avere su di sé perdere il controllo. Se lo avessero fatto incazzare in uno stato alterato chi avrebbe potuto fermarlo? Un lampo bianco cominciò a fendere la folla e riconobbe Skylee scappare fuori dal tendone. Aggrottò le sopracciglia tornando sul gruppo ed il suo sguardo spostandosi a cercare nuovamente la Corvonero cadde invece su di un’altra persona: Rose. Scoprì che lo stava fissando di rimando. I suoi occhi cangianti lo guardavano con la stessa rabbia che aveva animato i suoi e le sopracciglia s’aggrottarono chiedendosi perché mai lo stesse guardando in quel modo. «Io...» Cominciò non sapendo bene come terminare la frase. Gli occhi ancora sulla tassa. Si fermò dal danzare lasciando andare Kynthia, liberandola dalla sua guida salda e non sapendo bene che fare borbottò qualcosa. «Mi serve aria» disse infine senza ulteriori spiegazioni. Si schiarì ancora la gola piegando in un rapido cenno educato il capo verso la Lloyd come gli avevano insegnato per congedarsi e buttando un’altra occhiata verso la White accelerò il passo allontanandosi dalla mora. Non si guardò alle spalle, quindi, non seppe se Kynthia lo avrebbe seguito ma procedette fendendo a sua volta la folla che si apriva al suo passaggio, scuro com’era in volto. Nessuno dopotutto voleva avere a che fare con lui.
    S'interrogò. Gli aveva appena dato un ordine Rose? E lui aveva obbedito? Ma cosa cazzo stava succedendo? Si fermò ad un passo fuori dal tendone ed espirò socchiudendo gli occhi per poi riaprirli quando in lontananza avvertì un singhiozzo. Non ne fu certo nonostante l’udito soprannaturale poiché era stato un suono appena accennato, soffocato, ma ne seguì un secondo che lo portò a compiere alcuni passi verso la fonte finendo per trovare, circondata da fiorellini azzurri, Skylee a terra. «Métis?!» Stava piangendo? Una nuova vampata di collera gli bruciò le viscere portandolo in poche falcate a raggiungerla piegandosi sul terreno. «Ou?! Che ti ha fatto?» Per essere ridotta in quello stato doveva averle fatto qualcosa, qualcosa di grave. Il sangue gli bolliva come acido nello stomaco. «Lo ammazzo» ringhiò deciso, sollevandosi da terra. Quel nano di merda avrebbe finito di respirare quella sera.


    Interagito direttamente con Kynthia, focalizzandosi unicamente su di lei per non uccidere nessuno.
    Nota che è successo qualcosa ma si becca solo l'occhiataccia con l'ordine muto di Rose che esegue (?)
    Quindi, va da Sky. Forse ucciderà il nano 🖤 TVB Nano
     
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    La ragazza che aveva urtato non si perse in chiacchiere, le disse che non faceva niente mentre, con una certa fretta, trascinava il suo accompagnatore sulla pista da ballo. Daphne rimase nuovamente sola e si chiese, per l'ennesima volta, cosa cavolo si facesse lì. Solitamente preferiva starsene per conto suo, alla feste era, infatti, la tipica ragazza che potevi trovare all'angolo della sala, con un bicchiere di Burrobirra in mano, intenta ad osservare gli altri invitati, puntalmente ubriachi, darsi alla pazza gioia con balli scoordinati e spogiarelli indesiderati. Sì, aveva assistito anche ad uno di quelli nella sua vecchia scuola. Invece, quella sera, non voleva stare da sola, aveva bisogno di distrarsi e non pensare a niente. Altrimenti si sarebbe ritrovata a piangere nel giro di cinque minuti. Proprio il giorno prima dell'anniversario di morte di sua nonna dovevano dare quel dannato ballo, la solita sfiga. Bevve un altro sorso dal suo bicchiere, quella bibita babbana non era male, ma non dissetava per niente, dopo si sarebbe scolata un'intera bottiglia d'acqua. Si guardò attorno, notando che Skylee non c'era più, che David continuava a fare cose sconce alla povera Rose e che Chanel sembrava molto interessata al mistero vivente che era Hunter. Gli era molto vicina, se la intendevano bene. Osservò, forse più del dovuto, la capigliatura del corvonero. I ricci erano in ordine, opera di qualche gel sicuramente. Peccato che al naturale fossero molto più belli. D' un tratto si accorse che qualcuno le si era avvicinato: un ragazzo dai capelli blu elettrico che non aveva mai visto prima. «Niente, tutte bevande anacoliche. Io con questo vestito non ho potuto portare niente, ma speravo che qualcun altro lo facesse.» Ci voleva proprio un po' di alcol, almeno si sarebbe sciolta. O forse no. Ripensadoci, da brilla diceva tutto quello che le passava per la testa, e non voleva di certo che tutta la scuola sapesse che domani, per lei, era un giorno di merda. Che poi non fregasse a nessuno era risaputo, ma non voleva fare scenate, quindi sì, era meglio non bere, decisamente. «Non esserlo, sono certa che presto quei drink saranno pieni di superalcolici.» I suoi cari compagni di casata non potevano di certo presentarsi ad una festa ufficiale senza alcol. Anzi. Era strano che le bibite fossero ancora intatte. «Daphne. Hai un nome particolare, non sei di qui, vero?» Che poi, guardandolo meglio, da dietro la maschera spuntavano un paio di occhi neri dal taglio orientale. Forse era giapponese. Quando sentì nominare Halley, sospirò. Ecco perché il povero ragazzo sembrava sull' orlo di una crisi di nervi, era il cavaliere di Miss Bipolare. «Certo che la conosco. Come stai, Halley? Serata movimentata?» Dopo il loro ultimo incontro alla guferia avevano deciso di comportarsi civilmente, ma quella frecciatina era d'obbligo. Halley si trovava sempre in situazioni strane, non sapeva proprio stare lontana dai guai. Però era contenta di averla lì, era un' ottima distrazione. «Ryuu, non farle assolutamente bere alcol. Quando è ubriaca non si controlla.»Fece un'espressione seria anche se, in realtà, la stava prendendo in giro. Sarebbe stato divertente vederla dare di matto. A modo suo era simaptica, anche se dovevi leggere tra le righe perché era una vera stronzetta quando ci si metteva. Vide il giapponese fare strano gesto con la testa, era l' imitazione di qualche pennuto? Rise, capelli blu non era male. «Lo spero, non tutti hanno un cavaliere! E poi i balli di gruppo sono più divertenti.»Talmente che era giù quella sera avrebbe anche ballato, poco le importava di sembrare un cucciolo di pinguino che aveva appena imparato a camminare. Meglio quello che andare in giro con un costume da banana. E poi, cosa più importante, l'avrebbe voluto lei, invece alla festa di San Valentino era tutto fuori controllo.
    Chi era Harper? Non l'aveva mai sentito nominare. Fece mente locale, ricordandosi che l' unico ragazzo che Halley avesse baciato era Axel. Quella era una notizia di dominio pubblico, tanto da meritare la prima pagina del giornalino scolastico. Non contenta, gli aveva anche dichiarato il suo amore. Si avvicinò ai due ragazzi, come a voler dire loro un segreto. «Il suo nome è Axel, un serpeverde. Devi sapere che Halley gli si è anche dichiarata.»Annuì con la testa per rimarcare il concetto. Alla proposta di Ryuu di andare a salutarlo, Daphne scoppiò a ridere. Quel ragazzo voleva far passare i guai alla grifondoro. Stava per dargli man forte quando vide Axel uscire dalla sala. «Troppo tardi, è andato via. Che peccato.» Diede una pacca sulla schiena alla grifondoro, così, giusto per consolarla. «Sarà per la prossima volta. E tu Ryuu, non sei geloso? Presumo che le tue attenzioni siano per qualcun altro allora.» Lo stuzzicò un po'. Solo perché era una ragazza schiva e riservata, non voleva dire che non sapesse socializzare. Anzi. Fin da piccola era stata educata all'arte della conversazione, sua madre ci teneva che intrattenesse gli ospiti. Se poi era anche l'erede di una famiglia importante peggio ancora.





    vestito e maschera

    All' inizio è da sola, così si guarda attorno e cita David, Rose, Hunter e Chanel. Viene raggiunta da Ryuu e Halley. Interagisce con loro. Cita, infine, Axel il fuggitivo.
     
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