Ballo di fine anno Aperta a tutti gli studenti.

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    Abram Edevane | Preside di Hogwarts


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    Fin da giovanissimo Abram era sempre stato di salute cagionevole e con gli anni non aveva fatto altro che peggiorare, fino a portarlo ai giorni nostri con gravi patologie degenerative. Nonostante ciò era però sempre stato uno studioso particolarmente capace e al termine dei suoi percorsi di studio si era distinto per intelletto e predisposizione alle arti magiche, soprattuto su quelle che riguardavano argomenti più teorici e innocui, avendo sempre ripudiato la violenza in ogni sua forma.
    L'ormai anziano ex Tassorosso si era così ritrovato pian piano a scalare le vette delle più alte riconoscenze del mondo magico, fino a divenire, dopo svariati anni dalla seconda guerra magica, il preside di Hogwarts. Purtroppo la salute non gli aveva mai dato modo di godersi appieno tale onore, e a malincuore si era sempre limitato a svolgere il suo dovere da dietro una scrivania, senza più prestarsi alla sua tanto amata ex carriera da professore. Non ne avrebbe avuto le energie e se proprio doveva scegliere, preferiva occuparsi delle questioni burocratiche e di tutti quei piccoli accorgimenti che servivano a far filare tutto liscio fra le mura di Hogwarts. Con gli studenti si era sempre dimostrato paziente e comprensivo guadagnandosi così la loro stima e simpatia, ma col tenpo, anno dopo anno, la sua salute lo aveva sempre più abbandonato, riducendolo per la stragrande maggioranza del tempo, a letto. Era stato il vicepreside White a subentrare pazientemente ai suoi compiti ed era solo grazie a lui se ormai la scuola continuava a risplendere, se fosse dipeso da Abram, per quanto dolore gli provocasse tale consapevolezza, sarebbe scoppiato ormai da tempo il caos, essendo lui oramai incapace di ottemperare alla sua carica.
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    Negli ultimi mesi si era ritrovato addirittura a dover abbandonare il castello per via di rigide cure mediche alle quali non poteva in alcun modo sottrarsi, ma si era ripromesso che per quell'ultima settimana di giugno, con il ballo di fine anno alle porte e i suoi amati studenti prossimi alla partenza, avrebbe fatto in modo di esserci e così fece. Si assicurò che tutti i preparativi affidati ad alcuni professori e a svariati studenti fossero ultimati e dopo aver dato la serata libera al vicepreside, cosciente del fatto che non fosse un amante di tali eventi frivoli e grato per averlo sostituito tanto a lungo, si apprestò ad aiutare il corpo docenti ad allestire la sede del ballo. Complice il caldo e le giornate più lunghe si era deciso di montare il tendone incantato ad hoc nel cortile della scuola, più precisamente nei pressi del lago nero, dove col calare della notte, meravigliosi giochi di luce avrebbero affascinato chiunque. Per l'occasione era stata allestita pure una passerella che avrebbe condotto comodamente ogni studente al ballo, partiva a pochi metri dall'uscita del castello e attorno ad essa piccole bolle di luce sospese a mezz'aria avrebbero illuminato il cammino. Tutto era pronto e non restava che attendere che i primi studenti giungessero nella sala decorata a regola d'arte. Il tema richiamava l'universo e con esso tutte le sue costellazioni, pianeti e corpi celesti vari. Appesi al centro della pista vi erano enormi riproduzioni sospese a mezz'aria degli stessi, con al centro un area vuota e aperta, che con l'arrivo del buio avrebbe permesso una perfetta visione della luna e delle piccole stelle che la circondavano. Una visione degna degli scenari più romantici possibili, in grado con la sua bellezza, di sciogliere pure l'animo più arido e ingrigito. Abram si segnò mentalmente di fare i complimenti a tutti coloro che avevano ideato un tale splendore e ancora estasiato da tale vista andò stancamente a sedersi su uno dei divanetti riservati ai docenti in fondo alla sala, pronto per quanto a lui possibile, a supervisionare il quieto trascorrere della serata.


    Ciao a tutti!! Eccoci al ballo di fine anno. ON game è ambientato Sabato 25 Giugno. Off game avrà inizio ora con tempo massimo di conclusuone posto a fine Luglio, con possibilità di proroga al bisogno. Sono ammessi tutti gli studenti e docenti di Hogwarts, mentre l'accesso ai normali maghi adulti sarà precluso.
    Non ci sono alcolici ai banconi per il rinfresco posti su ambo i lati del tendone incantato (da fuori di dimensioni discrete ma dentro molto spazioso), ma siete liberi di provarli a introdurre e volendo mischiarli nelle bevande già presenti, se sarete poi pronti a giocarvi possibili conseguenze. Ehehehe. Ci si dovrà vestire OBBLIGATORIAMENTE in modo formale e sarà NECESSARIA una maschera per l'entrata. (Non per forza a tema universo, possono essere maschere eleganti, a forma di musi di animali o creature e molto altro). Tutti gli studenti saranno stati avvisati di tale ballo nelle settimane precedenti, con tutte le specifiche del caso e l'obbligo di partecipazione, essendo questo un evento simile al banchetto di inizio/fine anno (ON gdr se non volete portare un pg sarà come se ci fosse ma solo da png).

    Il tema come potete vedere dalle foto è quello dell'universo, quindi decorazioni varie saranno tutte incentrate su tale tema, a voi spaziare con la fantasia. In fondo alla sala, davanti alla pista da ballo, si troverà il palco dal quale verrà prodotta musica dal vivo, con stragrande maggioranza di brani lenti e classici, ma mai dire mai. Sarà possibile sostare pure fuori dal tendone, dove comode panchine di legno intrecciato si creeranno dal terreno al bisogno. Saranno adornate da particolari fiori magici che cambieranno colore in base alle diverse emozioni provate da chi ci sosta vicino, pure se emozioni inconsapevoli. Tali fiori saranno presenti sottoforma di rampicanti pure su tutta la parte esterna del tendone e saranno per voi un divertente spunto di gioco da poter utilizzare. Verso fine serata verranno eletti re e reginetta del ballo (le votazioni le faremo uscire in corso d'opera). Non serve avere un accompagnatore per presenziare e non sarà per nulla obbligatorio danzare, preferendo invece una passeggiata all'esterno sulle rive del lago o un'abbuffata alla zona buffet. Cibi e bevande non nascondono effetti strani a questo giro, lo giurooo, quindi tranquilli, consumateli pure.

    Il ballo avrà inizio verso le nove di sera e durerà fino a mezzanotte circa. È OBBLIGATORIO concludere il post con uno spoiler in cui citerete la vostra maschera, le persone con le quali avete interagito e un breve riassunto delle azioni compiute, così da dare modo velocemente a tutti di capire cosa succede loro attorno

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    Colori dei fiori magici:
    (Tali fiori sono di base trasparenti e si illumineranno cambiando poi colore solo al sostare davanti a loro o al contatto diretto con la pelle. Cambiano in base alle diverse emozioni, pure se il pg in questione non fosse consapevole di starle provando).

    - Rosso: Passione/Desiderio
    - Rosa: Amore
    - Arancione: Amicizia
    - Blu: Tristezza
    - Verde: Gelosia
    - Viola: Rabbia
    - Bianco: Imbarazzo
    - Azzurro: Mortificazione/Vergogna
    - Giallo: Odio/Antipatia
    - Marrone: Disgusto
    - Grigio: Noia
    - Nero: Risentimento
     
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    Jayden Falkhart – 15 – Grifondoro – III Anno



    Jayden non si considerava propriamente un tipo da balli, ma non disdegnava affatto le feste e stare con gli amici come poteva essere quell’ultima grande serata prima della separazione. Il tema del ballo era in un certo senso l’astronomia, stelle e pianeti, l’universo in generale, ma al contempo era un ballo in maschera, con i visi tanto celati quanto il lato nascosto della luna. Jayden non voleva essere banale, ma non voleva nemmeno apparire pronto per il carnevale di Rio, serviva una cosa equilibrata, ma al contempo sfiziosa. Fu una sua compagna di studi corvonero a suggerire l’idea perfetta che amalgamava tutti i requisiti in qualcosa di magico. Qualche galeone ed incantesimo avrebbe fatto il resto.

    Quella sera, dopo la cena, Jayden si sarebbe fiondato nella sala comune grifondoro pronto ad indossare per la seconda volta l’abito scelto, la prima era ovviamente per controllare che tutto andasse bene. Un corpetto in realtà spartano, blu come la notte avrebbe coperto il petto, emulando una tutina leggera a maniche corte, quasi da acrobata del circo, ma elegante che ricordava a tratti un kimono per i suoi sfavillanti colori e per le frange che svolazzavano libere. Il sotto erano dei pantaloncini corti, ben mascherati sotto lunghe frange larghe dalle diverse tonalità di blu e ricamati di alamari d’argento. Le braccia sarebbero poi state coperte da finti guanti senza dita sempre argentati con piccole finte pietre preziose dai colori dell’oceano, con la più grande poco più sotto del gomito di un colore blu cobalto. La spalla destra sarebbe poi stata coperta da un finto pelo spesso, quasi emulante gli abiti tipici dei paesi freddi, ma che in quel caso volevano richiamare il pelo della volpe. Il tessuto si annidava attorno alla sua figura per finire ad emulare una folta coda che pendeva da dietro la cintura d’argento. Sempre della volpe vi erano degli stivaletti neri, che ne imitavano le zampe sottili, con tanto di impronta specifica, e la maschera che copriva il volto lasciando liberi solo occhi e bocca. Ogni parte brillava a contatto con la luce facendo sembrare il vestito scintillante con colori che sfumavano in continuazione dal blu scuro al verde scuro passando per il più chiaro degli azzurri.
    Il vestito da revontulet, il fuoco di volpe, era completo. Forse un collegamento che avrebbe dovuto spiegare ai compagni, ma si rifaceva al mito finlandese per cui l’aurora boreale non era che il fuoco lasciato dalla volpe che corre rapida per la volta celeste.

    Il blu non era un colore che associava spesso alla sua persona, ma in quell’abito nella notte sapeva di essere perfetto. Si diede un ultima controllata allo specchio sistemando quei ciuffi ribelli che spuntavano oltre le lunghe orecchie decidendo infine di lasciarli così, selvaggi, ma colorò le loro punte di indaco e verde oltremare. Si, era pronto.

    Salutò i compagni e chiunque incontrasse sul suo cammino con un cenno della testa, quasi non volesse parlare per non far loro intendere il viso dietro quella maschera e con passo tranquillo si recò fuori dal castello, per venire accolto dal sentiero di luci che lo avrebbe condotto al luogo del ballo. Non era propriamente certo di chi avesse ideato il tutto, sapeva che c’era qualche studente di mezzo sebbene non sapesse chi, ma doveva ammettere che avevano preparato tutto in maniera eccelsa. La sala, quando la raggiunse, era perfetta, sembrava di danzare in mezzo alla volta celeste, quasi passeggiando sulla via lattea. – Signor preside, professori - Saluto le figure di riferimento che erano già arrivate, quasi fosse un conte che si mostrava al re prima di poter vagare per la sua corte, o qualcosa del genere, non ne era certo, ma sembrava carino farlo.

    Fatto ciò si sarebbe diretto verso qualche gruppo di studenti ad ammirare i loro costumi e forse a trovare qualcuno con cui parlare o perché no, danzare. Una cosa in cui aveva peccato in quella settimana era proprio andare in cerca di una compagna di ballo, una dama, ma era una dimenticanza giustificata: non aveva idea di chi invitare e poi non aveva il coraggio di farsi avanti. E se poi quella persona gli avesse detto no? che figura ci avrebbe fatto?! No, era stato meglio non rischiare. Partner o no, un modo per divertirsi lo avrebbe trovato.

    -parlato-Pensato-Citazione parlato altro PG-
    scheda | mailbox | memo

    Il vestito assomiglia a questo sketch e questa è la maschera.
    Jayden arriva al ballo e saluta il preside e, se presenti, i professori, prima di mettersi da una parte ad osservare qualche compagno png in attesa voi vogliate interagirci. Se lo fate scrivetemi/taggatemi così siete sicuri che non vi perdo XD
     
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    L'organizzazione per il ballo in maschera di fine anno era stata estremamente impegnativa, ma nel pomeriggio, quando ero andata a sbirciare come fosse stato allestito il tutto, ero rimasta letteralmente incantata. Era venuto fuori pure più magico e bello di quanto non sembrasse a parole e ciò significava solo una cosa, tale ballo aveva tutte le carte in regola per divenire indimenticabile, beh, per tanti studenti ecco, non per me, dato che alla fine mi ero decisa a trascinarci Loki, assieme a me, dato che da solo, nonostante il tacito obbligo di presenza, avrebbe fatto di tutto pur di non andarci e sia mai che dopo tanto impegno avrei accettato che anche solo un singolo studente non si riempisse gli occhi di tanta bellezza. All'appello ne sarebbe mancato solo uno, ironia della sorte, uno fra quelli che più mi sarebbe piaciuto partecipasse. Vanja. Avevo appreso dalle voci di corridoio della sospensione di due studenti per un motivo veramente imbarazzante, ma avevo capito che uno dei due fosse proprio Vanja solo al rientro in camera, quando notando la sparizione di tutti i suoi effetti personali, topo compreso, avevo subito fatto due più due. Le avevo poi immediatamente inviato un messaggio via gufo proccupatissima e dalla sua risposta avevo appreso che non solo sarebbe stata sospesa fino a fine anno, ma che il prossimo non saremmo più state nemmeno in classe assieme. Ci ero rimasta malissimo, ma sommando tutti i precedenti che contava nella sua carriera scolastica, non potevo nemmeno dirmi sorpresa da tale provvedimento, visto che al posto della preside che la graziò più e più volte al tempo, io per prima avrei votato per l'allontanamento di uno studente tanto insubordinato in seguito a molteplici atteggiamenti simili, il che per quanto difficile da accettare fosse, significava che sarebbe dovuta essere quasi grata per essersi ritrovata solo bocciata, piuttosto che direttamente espulsa. Nemmeno riuscivo a immaginarmi la mia vita scolastica senza entrambe le mie sorelle al mio fianco, anche se, negli ultimi mesi, tutto sembrava essersi crepato un po' fra di noi. Vanja sembrava essere sempre distante e strana, mentre Ellie sembrava star vivendo un qualcosa di talmente orribile e traumatico da renderla dannatamente chiusa e insofferente, ma la cosa peggiore era che nessuna delle due sembrava volesse confidarsi fra loro o con me e ciò rendeva i nostri rapporti molto traballanti. Mi domandavo se non fosse stato il karma, che dopo avermi vista tacere così tante cose loro, per evitare di metterle in una posizione difficile o peggio ancora in pericolo, si stesse vendicando del mio operato in un modo veramente subdolo e crudele. Se fosse stato realmente così non avrei potuto fare altro che sentirmi in colpa, nonostante fossi ben conscia del fatto che tali avvenimenti, tali orribili, traumatizzati e difficili avvenimenti, non li avrei mai potuti condividere con loro. Sarebbe stato troppo rischioso.
    Dopo la cena mi presi più tempo del solito per prepararmi e farmi un lungo bagno rilassante in previsione di una serata che forse, per svariati fattori, sarebbe potuta non essere altrettanto rilassante. Avevo intercettato Loki per dirgli di fare con calma e dargli un orario in cui trovarci per poi raggiungere il ballo assieme. Non che quello fosse un appuntamento romantico, o nulla del genere, affatto. Avevamo... avevo... solamente deciso di andarci assieme da buoni amici, per evitare di doverci andare da soli, visto che almeno nel mio caso, l'unica altra persona con la quale avrei potuto pensare di andarci assieme, come da previsione (e forse era stato meglio così) aveva deciso di glissare sull'argomento ballo ogni qualvolta era anche solo stato citato per caso in un discorso.
    Mi immersi per una mezz'oretta buona nella calda acqua che ormai profumava di miele e una volta uscita lasciai che i miei capelli si asciugassero in maniera del tutto naturale, regalando così alla mia chioma dei lunghi e morbidi boccoli color platino che non legai o acconciai in alcun modo, se non con due piccole treccie che partivano dai capi opposti della testa e si congiungevano elegantemente fra loro dietro al capo, dove un sottile nastrino di velo, le legava assieme. Indossai poi un vestito bianco fresco e leggero con svariati giochi di trasparenze e posai sul viso una maschera per me molto significativa. Accantonai l'idea di indossare dei tacchi per una volta tanto, evitando così di sovrastare troppo in altezza il povero Serpeverde che avevo praticamente costretto ad accompagnarmi, preferendo invece i miei fedeli anfibi neri, che per quanto poco eleganti fossero, erano stranamente simili al tipico colore delle zampe dell'animale che impersonavo. La volpe artica. Colorai poi le mie labbra di un rosso vivido che non ero solita indossare, totalmente in contrasto col total White di abito e maschera, e con fare spedito mi diressi verso l'entrata del castello per incontrarmi assieme con Loki. «Woow, abito totalmente approvato, maschera... mh....» Storsi visibilmente le labbra per farlo arrabbiare nonappena lo raggiunsi. Ci avviammo poi verso il ballo attraversando la lunga e illuminatissima passerella montata per l'occasione e quando finalmente lo raggiungemmo, in ritardo di quasi un quarto d'ora dall'orario di inizio, ci limitammo a guardarci curiosamente attorno scambiandoci qualche velenosa battutina come nostro solito. «Che vuoi fare ora? Mi indichi subito la zanzara che non hai invitato a venire con te, o dovrò scoprire da sola di chi si tratta?» Continuai a scherzare con tono basso e affilato protendendo leggermente la testa verso il ragazzo per farmi sentire in maniera più chiara. «Sai che amo le sfide...»
    ★ ★ ★
    Prefetta Corvonero | Scheda | Mailbox | Pensatoio

    Abito indossato - Maschera indossata.
    Raggiunto la festa in ritardo di circa 15 minuti in compagnia di Justapoint, da vere dive im ritardo quali siamo (?)
    A parte lui non ha ancora interagito con nessuno visto che sono già stata abbastanza prolissa così, ma arrieverò a tormentarvi. <3
     
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    LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

    Life+Photocall+65th+Berlinale+International+9Gdj-HLHhakx

    Il post cena è stato un crescendo di ansia, fatto di aspettative, preoccupazioni e imbarazzo. Ha aspettato sufficientemente a lungo prima di rientrare in dormitorio, conscio che SKYLEE avrebbe avuto il suo bel daffare, lasciando così che i compagni di stanza si preparassero tutti prima di lui, così da avere campo libero prima di cimentarsi a fare altrettanto. Che strano. Mai si sarebbe immaginato di doversi anche impegnare per presenziare ad una serata simile, che in tempi non sospetti avrebbe evitato a prescindere, rimanendo piuttosto a vegetare nel suo angolo di mondo dimenticato dagli dei in attesa di eventuali punizioni per la mancata partecipazione. E tanti saluti. Oggi invece si ritrova a doversi destreggiare con la sconosciuta arte dell’abbellimento del proprio aspetto, che a ben vedere è davvero difficile da migliorare. Saranno quelle stupide occhiaie onnipresenti, o quello sguardo ormai abituato a mantenersi tagliato a metà. Oppure semplicemente è che si sta facendo dei complessi del cazzo su questioni del cazzo solo perché vuole fare bella figura davanti a “qualcuno”. E a questo qualcuno piacciono i capelli arruffati, quindi ci prova un po’ a darsi una stropicciata a quella chioma generalmente tenuta ordinatissima, per poi guardare severo il proprio riflesso sullo specchio ancora umido dai vapori della doccia. Non lo sa fare, palesemente. Ci rinuncia e passa al profumo. La boccetta viene guardata con sospetto, come se fosse velenosa. Eppure non è mica la prima volta che ne fa uso. Però, beh, in genere è un accenno sui vestiti, dato che ci pensa solo a mantenersi profumato, da bravo maniaco della pulizia. Ora invece presume di doverlo mettere in punti strategici (nella parte alta del corpo, maliziosi!) così da darsi un tono più dignitoso del solito. Forse. Sospira, iniziando ad avvertire il bisogno di grattarsi la nuca più volte, mentre tenta di infilarsi addosso i vestiti scelti per la serata, che non sono nulla di eccezionale. Si tratta di uno smoking nero, con la giacca abbastanza leggera da poter essere indossata nonostante le temperature non più rigide, una camicia nello stesso tono stirata al millimetro, e cravatta e cintura ugualmente total black. Insomma un tripudio di colori (?). Anche la maschera è abbinata, e non presenta anomalie di sorta, facendo il suo lavoro da… beh, coso inutile che si mette attorno agli occhi, ma che almeno non crea contrasto con il resto del vestiario. Per la seconda volta nella vita, ha deciso che il nodo della cravatta non gli deve far mancare l’aria, quindi è un po’ più lento, donando quell’accenno casual che non guasta, specialmente in combo coi capelli scombinati. Non è ancora scoccata l’ora d’inizio alle danze quando si lascia alle spalle la Sala Comune Serpeverde per recarsi all’ingresso. Immagina di essere dunque in largo anticipo sull’orario concordato con la Prefetta, ma da bravo cavaliere preferisce arrivare prima di lei e aspettarla al bisogno, appoggiato con la schiena ad una parete della hall, possibilmente la più lontana dagli occhi degli altri. Il sottoscala è perfetto, così può anche sbirciare gli avventori della festa da una posizione vantaggiosa. Spesso passa una mano sul petto nel vano tentativo di placare quel nervosismo sempre più persistente, ed è in uno di questi momenti che si accorge dell’arrivo di una SKYLEE quasi accecante. Peccato che lui ormai abbia il cervello ridotto a poltiglia e non sia in grado di apprezzare fino in fondo tanta beltade, ma quantomeno gli occhi si fanno un po’ meno stretti mentre si stacca dal proprio sostegno alzando la mancina in segno di saluto. [Stai bene anche tu…] che detto da lui è comunque un complimento ad alta caratura, quindi magari funziona lo stesso. Uno sbuffo e iridi al cielo invece accolgono il commento alla propria maschera, fingendo di nulla per iniziare invece a muovere dei passi rigidi verso l’esterno al fianco della damigella. Spera vivamente che il fatto di arrivare in abbondante ritardo li esuli da finire al centro dell’attenzione. Cioè, ‘sta gente avrà anche di meglio da fare che non star lì ad aspettare loro, no? Se lo augura, mentre saetta con lo sguardo su ogni minimo dettaglio, non solo per non perdersi nulla dello spettacolo che gli si para davanti anche solo durante il pellegrinaggio verso il tendone, ma pure per cercare il succitato “qualcuno” fra la folla. Bisogna dire che tuttavia l’insistenza della Corvonero sull’argomento lo sta per mandare ai matti. Che già si sente agitato per conto suo senza il bisogno di questo ronzio fastidioso all’orecchio, che no, non è la zanzara di cui si sta parlando qui. Vorrebbe quasi picchiarla, se non la pianta prima di subito. [Sei ossessionante. Inizio a pensare che tu sia gelosa] ribatte stizzito sulla linea dei soliti battibecchi, abbassando un po’ la testa. Ora ha quasi paura a guardarsi attorno, che vicino a quell’arpia pronta a captare qualsiasi suo movimento teme seriamente di sorpassare i limiti invisibili dell’inopportuno, facendo saltare la copertura di un rapporto che sarebbe meglio restasse fra le mura di stanze nascoste. Meglio trovare un diversivo. [Prendo da bere. Cosa vuoi?] gentiluomo fino in fondo, sebbene l’obiettivo principale sia quello di allontanarsi da lei per un po’. Sta diventando pericolosa. E poi magari durante il tragitto potrebbe tornare ad alzare il mento, avvedendosi di JAYDEN cui invierebbe un inchino del capo in segno di rispetto.



    Abito come da foto + giacca, cravatta e maschera nera senza arte né parte.
    Arriva alla festa in ritardo di 15 minuti insieme a SKYLEE. Saluta JAYDEN mentre va verso uno dei tavoli con le bibite.
     
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    Non aveva mai amato i balli, così caotici con i loro rumori, la folla, il dover urlare per farsi sentire. Era sempre stato più uno da situazioni tranquille con pochi intimi e, quel ballo in particolare, aveva il sospetto che avrebbe messo a dura prova i suoi nervi già stressati nell'ultimo periodo. Cenò senza perdersi in chiacchiere per essere più rapido, e poi ce ne sarebbero state abbastanza più tardi e aveva solo un numero limitato di parole giornaliere, non poteva sprecarle tutte subito. Sembravano tutti eccitati per l'evento, non si parlava d'altro da giorni, e la cosa non sapeva bene come lo facesse sentire. Fosse stato onesto con se stesso avrebbe ammesso che il problema non era il ballo, ma chi ci sarebbe andato e da chi si sarebbe fatto accompagnare. Non che fosse geloso, Merlino ce ne scampi, la gelosia era per gli stupidi e gli insicuri, e lui era abbastanza sicuro di non essere stupido. Insicuro? Certo, era un ragazzetto ormonale senza barba in piena crisi di identità, chi non lo sarebbe stato? Non per questo era geloso, no. Infatti quella appena accennata sensazione di stritolamento delle interiora era dovuta senz'altro a qualcosa che aveva mangiato. Logico.
    Tornò in camera e si fiondò sotto la doccia prima che i compagni lo precedessero dandogli tempo di stare a far nulla a fissare il soffitto sul letto e farsi venire solo più paranoie, tenersi occupato era sempre la soluzione migliore. Con un colpo di bacchetta di asciugò i capelli, per l'occasione tinti di blu perché.. si, insomma, il cielo. Che originale. Sorrise guardandosi allo specchio al ricordo di una conversazione recente, chiedendosi se l'altro lo avrebbe notato. Guardò poi i vestiti preparati in precedenza sul letto, facendosi assalire dai dubbi dell'ultimo momento: troppo semplice? Banale? Noioso? Tutto possibile ma ormai non aveva più tempo per i ripensamenti, l'orologio sulla parete gli ricordava che a breve sarebbe dovuto passare a prendere la sua dama, e lui non arrivava mai in ritardo. Indossò i pantaloni neri dal taglio classico a cui abbinò le scarpe dello stesso colore, prendendosi qualche momento per osservare come questi gli cadessero addosso, facendosi prendere un po' dalla vanità, per poi infilare la camicia bianca dal taglio over ed inserendola in parte dentro i pantaloni, così da mostrare anche la cintura piena di luccichini. Si, luccichini. Qualcuno doveva portare un po' di luce a quella festa. Quindi fu pronto ad andare, il clima di fine Giugno permetteva l'assenza della giacca, sicuro che non gli sarebbe servita, ma la festa gli impose comunque un ulteriore accessorio. Posizionò la maschera bianca a nascondergli la parte alta del volto tranne gli occhi, come se questi non fossero già un segnale di chi ci fosse sotto, e la legò dietro alla nuca con il suo cordino nero. Si sentiva così stupido mentre si rimirava allo specchio. Sospirò prima di prendere la porta ed incamminandosi verso il punto in cui si era dato appuntamento con la sua accompagnatrice, la torre di Grifondoro sarebbe dovuta essere da quelle parti. Una volta sul posto guardò l'orologio, perfettamente puntuale, ma di Halley non vi era traccia. Con le mani nelle tasche si mise in disparte, per non intralciare il passaggio a nessuna delle coppiette che si stavano incamminando verso la meta a cui presto avrebbe dovuto dirigersi anche lui. Certo, se solo la ragazza non avesse deciso di dargli buca all'ultimo. Guardò nuovamente l'orologio, dieci minuti di ritardo, cominciava a chiedersi se non avesse sbagliato corridoio, ma finalmente la vide arrivare fasciata nel suo tubino nero
    -Sei in ritardo, ma ne valeva la pena- le sorrise porgendole il braccio da bravo cavaliere -Stai benissimo- si complimentò. La scortò per i lunghi corridoi e le scomode scale -Tranquilla, non ti faccio cadere- le disse prima di scendere la prima rampa. Halley, bella e brava, ma della sua stabilità sui tacchi si fidava davvero poco, non le dava molta fiducia, povera ragazza. Dopo un'estenuante camminata che gli fece rendere conto quanto fosse davvero grande il castello arrivarono, finalmente, all'esterno, dove una passerella creata per l'occorrenza li avrebbe guidati fino all'allestimento in riva al lago. Già da lontano sembrava uno spettacolo
    -Già deciso chi ti porterai a casa questa sera?- chiese divertito alla moretta -Però almeno un ballo concedimelo prima di fuggire via, ti lasco salire sui miei piedi se non sei capace- continuò senza riporre la minima fiducia sulle capacità dell'amica. Sensazioni.
    Finalmente arrivarono e dovette ammettere che gli organizzatori erano riusciti a fare proprio un bel lavoro. Il clima rappresentava in pieno il tema della serata ed ogni dettaglio sembrava esser stato curato nei minimi particolari. Lasciò vagare gli occhi per la sala, soffermandosi sul soffitto con le sue decorazioni, le luci, prese nota della disposizione dei tavoli e riuscì anche ad apprezzare la scelta della musica dal vivo, non proprio il suo genere ma rispecchiava quello che si sarebbe aspettato dall'evento. Non furono solo le decorazioni ad attirare la sua attenzione. Gli occhi gli caddero inevitabilmente su un ragazzo dall'altra parte della sala, il suo costume gli ricordava qualcosa a lui famigliare e la sua maschera da volpe per un attimo gli fece pensare alle kitsune, ma non avrebbe avuto senso, doveva esserci qualche altra ragione che al momento non sapeva trovare. L'associazione con la sua terra natia lo disturbò un po', ma la maschera fungeva al suo compito nascondendo le sopracciglia corrucciate. Continuò a far vagare la vista sulle persone già presenti in sala, grazie al ritardo che avevano accumulato e finalmente incontrò la figura a cui aveva pensato per buona parte della sua giornata. Un sorrisetto gli incurvò le labbra osservandolo nel suo total black, qualcosa glielo diceva che non sarebbe stato il più colorato della festa ma, subito dopo, si soffermò sulla Prefetta che lo aveva invitato. Un'altra volpe. Ma che era, una congiura? La squadrò da lontano forte del fatto che la distanza e le persone che si frapponevano tra loro le avrebbero reso impossibile capire con quale umore la stesse soppesando. Che cavolo, almeno avrebbe potuto sceglierla bruttina. Tch. Riportò l'attenzione sulla ragazza al suo fianco, avrebbe avuto modo di segnare il territorio più tardi
    -Prego faccia strada, signorina- con un leggero inchino del busto allungò il braccio sinistro verso il resto della sala, lasciando a lei la decisione su ciò che preferisse fare. Solo perché non vi erano alcolici, se no avrebbe già saputo che fare.


    Arrivato alla festa con Halley. Guardato Jayden da lontano con curiosità, Loki con desiderio e Skylee con fastidio (sorry).
    Interagito direttamente con Halley.


    Edited by .Cielo. - 6/6/2022, 22:12
     
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    E la medaglia del salto ad ostacoli va a... ? Rullo di tamburi. Axel Dragonov! Così si sentiva Axel mentre usciva fischiettando dalla doccia. Gli esami erano finalmente terminati e a suo modesto giudizio erano anche andati degnamente bene. Chiaro, in alcune materie sentiva d’aver spaccato e queste coincidevano anche con quelle di cui aveva un interesse a livello personale a differenza di altre in cui sperava di aver strappato il minimo sindacale che gli avrebbe permesso di accedere al sesto anno. Ma nulla, nemmeno l’esito degli esami più nefasti avrebbe urtato il suo buonumore dettato in primis dall’avvicinarsi della luna nuova che gli permetteva di essere più sé stesso, senza l’influsso troppo presente di quello stupido satellite in grado di incrementare la sua irascibilità e come secondo punto, ma non meno importante, il trovarsi in un periodo in cui i pensieri che lo avevano attanagliato per il resto dell’anno sembravano finalmente lasciargli un po’ di tregua. Sua madre dopo le vacanze pasquali a casa, in Bulgaria, sembrava aver smesso di pressarlo con le sue lettere come se, durante quei giorni difficili di plenilunio, avesse ricevuto le risposte di cui aveva tartassato il figlio. Solo una richiesta gli aveva però fatto ed era stata quella di tornare a casa per le vacanze estive almeno per un periodo adesso che, beh, aveva preso in mano il titolo e nonostante al mannaro scocciasse l’idea aveva visionato a sufficienti gli incartamenti per sentire l’obbligo di tornare a casa a sistemare un po’ le cose e sua madre, forte di questo, aveva caldamente suggerito al figlio d’invitare la futura nuora a trascorrere un nuovo periodo lì. Era proprio con questa proposta sulla punta della lingua che si preparava ad affrontare il ballo di fine scuola. Avrebbe accompagnato Skylee in un lento, proprio al centro della pista imponendole di lasciare che fosse lui a guidare quel ballo magari sollevandola affinché salisse sulle sue scarpe evitando così di dar sfoggio al suo pessimo senso del ritmo e lì, sotto quelle luci sceniche glielo avrebbe proposto poiché non poteva pensare che quella piccola dose di felicità e comprensione che lei gli regalava gli fosse distante per tutta la durata delle vacanze. Si era abituato a lei, alla sua presenza nonostante in alcuni momenti, come durante i giorni della trasformazione, avrebbe preferito che lei rimanesse a distanza nonostante poi al mattino, quando fuori dalla porta della Stanza delle Necessità gioisse nel trovare quel piccolo vassoio di cibo che lei gli lasciava. Si schiarì la gola scuotendo appena il capo mentre finiva di regolarsi la barba e con un po’ del gel – gentilmente “concesso” – di Harris, il suo compagno di stanza, si dava una sistemata ai capelli neri più lunghetti e ribelli del solito. Passò la matita sulla rima ciliare ed andò in camera ad infilarsi lo smoking che sua madre gli aveva inviato nonostante non riuscisse a capacitarsi di come quella donna sapesse dell’evento. Forse glielo aveva detto la Corvonero in qualche lettera, chissà, dopotutto la donna oltre che mandarle al figlio le mandava anche a lei. L’abito era un total black che giocava sulle varie finiture dei tessuti: la camicia, la giacca ed il pantalone opachi mentre la cravatta (rifiutava di mettersi il papillon che sua madre gli aveva allegato) ed i baveri erano di una finitura lucida. Lo indossò così come infilò alle dita i vari anelli che usava portare e all’orecchio infilò il pendente, una piuma nera le cui venature erano colorate di rosso così come rosso era il rubino incastonato nel suo anello di famiglia rigorosamente portato all’indice sinistro. Afferrò la maschera, che avrebbe indossato solo nei pressi della festa e preparando una sigaretta che appoggiò soltanto alle labbra uscì dalla sua stanza senza aspettare il compagno a cui non si era degnato di chiedere nulla. Harris era sempre più suscettibile nell’ultimo periodo, forse a causa della trasformazione sempre più vicina e non aveva nessuna voglia di battibeccare con lui. Salì la scalinata, in perfetto orario e si diresse al lago dove nella sua testa avrebbe incontrato la Corvonero. Non avevano un appuntamento e tantomeno, Axel, aveva pensato bene d’invitarla dando invece per scontato che le cose sarebbero andate a quel modo. Si frequentavano, scopavano, era così no? (Spoiler: chiaro che no). Ma ugualmente forte delle sue convinzioni, infilandosi la maschera che la Corvonero avrebbe apprezzato con una certa ironia cominciò canticchiando sottovoce tra sé e sé a fare il giro della sala. Il tutto era stato imbastito alla perfezione e mentalmente si appuntò di farle anche dei complimenti in merito dato che, come gli aveva accennato nell’ultimo periodo, lei sarebbe stata impegnata con i preparativi che ora stava ammirando. «Mah» borbottò tra sé mentre allungando il capo cercava la sua chioma quasi bianca tra quelle dei presenti, non trovandola. Sbuffò, non era da lei, ma pensò che ci fosse un motivo più che serio per il suo ritardo così si ritirò in disparte verso un viso amico, privo di maschera, che aveva notato. «Sai vero che mascherarsi è il punto cardine di un ballo in maschera?» Chiese divertito alla Grifondoro che imprecando sottovoce armeggiava con i nastrini della sua. Axel rise sotto i baffi prima di strapparle gentilmente di mano quello scampolo di tessuto invitandola a girarsi. «Poche storie Lloyd» la rimbeccò annodando la maschera a coprirle il volto. «Chi è il fortunato che porterà uhm... questo confetto a ballare?» Prese da bere, guardando il bicchiere con una certa diffidenza anche se la bionda prefetta che aspettava gli aveva assicurato – viste le sue proteste – che nessuno avrebbe avvelenato i drink e tantomeno – questo con suo disappunto – ci sarebbe stato alcool. «Sto scherzando, ti sta bene. Soprattutto ti valorizza gli occhi» al di sotto della maschera scura Kynthia non avrebbe potuto vedere l’eloquente mossa di sopracciglio tipica del lupo ma il ghigno che gli sollevò l’angolo delle labbra parlava chiaro.


    maschera lupo - abito

    arrivato alla festa da solo, interagito intanto con Kynthia
     
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    Grifondoro
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    Un vero incubo. Ryuu ci aveva messo settimane per convincerla a presenziare a quel dannato ballo. Dai. Cosa vuoi che succeda? Ma sì, insomma. Peggio dell’ultima volta non poteva essere o, almeno, se lo augurava con tutto il cuore. Non era abituata a quel tipo di eventi e non le era mai importato sfoggiare il suo vestito migliore per fare colpo su chissà chi. Sì trovava in difficoltà ma, alla fine, aveva preso la decisione di donare la sua immagine per fare un piacere al suo amichetto. Niente di più stupido.
    La giornata era passata all’insegna dell’eccitazione. Ogni ragazza, in quel castello, aveva passato ore e ore, davanti allo specchio per provare i mille possibili outfit per risultare impeccabile agli occhi dei loro accompagnatori. Halley, invece, non riusciva a pensare ad altro se non al male che avrebbe avuto ai piedi indossando le scarpe che le aveva, gentilmente, mandato la madre da Londra, seguite da un biglietto ricolmo di raccomandazioni sul non farsi mettere incinta dal primo che passava. Beh, non diceva proprio quello, ma il senso ci stava. Dopo cena si precipitò nella Torre di Grifondoro e svanì nella sua stanza. Se doveva fare quella cosa, tanto valeva farla con stile. Lavata e profumata, la ragazza, si posizionò davanti allo specchio e iniziò a sistemarsi con cura l’acconciatura, raccogliendo i capelli in un classico, ma scompigliato, chignon, contornato da un fiocco di raso nero, così come il resto dei suoi vestiti. Aveva sempre avuto un debole per quel colore e, nonostante in tanti le avrebbero fatto battute su un ipotetico funerale, non le importava un fico secco. Si infilò il suo tubino e si truccò molto leggermente, così, come era in grado. Aveva deciso di non chiedere aiuto proprio a nessuno, così da non essere forzata a portare qualche cosa che non desiderava. Ed eccola. Pronta a sfoggiare il suo look, così diverso da quelle di ogni giorno. Sul suo comodino si trovava la maschera che avrebbe completato il tutto. La raggiunse e la afferrò, scuotendo il capo, ancora poco convinta di quello che andava a fare.
    Quante storie per uno stupido ballo. Eppure non riusciva a mettersi il cuore in pace, nutrendo la speranza che tutto sarebbe andato per il verso giusto e che, una volta terminata la serata, la sua reputazione sarebbe stata immacolata, se così si poteva dire.
    L’ora era giunta.
    Lasciò la Sala Comune e si accorse di essere un tantino in ritardo. Il Corvonero l’avrebbe maledetta in tutte le lingue a lui conosciute. Maledizione. Quella scarpe le impedivano di accelerare il passo. Ed eccola lì, un t-rex menomato. Sbuffò e tolse quelle armi contundenti, solo per affrettarsi.
    Finalmente lo vide, in tutto il suo splendore. Ryuu era bello, delicato ma il loro legame non sarebbe mai andato oltre a quell’amicizia profonda che avevano coltivato giorno per giorno. Sapeva troppo di lei e lei di lui. Qualche cosa di dolce e tenero ma, ostacolante in una relazione amorosa. “Cazzo. Cazzo.” Niente male come esordio. “Le vedi? Le ho su da cinque minuti e già mi viene da piangere.” Si stava lamentando e ancora la serata non aveva preso il via. Un vero record. “Ti ringrazio. Anche tu non sei niente male!”Rimise le scarpe e si fece scortare come se fosse una vera guardia del corpo anche se, chi era a conoscenza delle loro personalità, sarebbe stato più facile il contrario. Il carattere irruento di Halley, avrebbe preso il sopravvento su qualsiasi tentativo di fare del male al suo amico. Non che fosse violenta ma, mai svegliare il can che dorme.
    ”Già deciso chi porterai a casa questa sera?” Sapeva bene come era finita l’ultima volta. Per lo meno non era previsto alcol o pericoli di quel tipo. “Sei serio?” Domandò alzando un sopracciglio, quasi incredula per quella domanda posta appositamente per darle fastidio. “Vuoi vedere la mia faccia sul giornalino, un’altra volta?” Probabilmente si ma non lo fece replicare. “A te neanche lo chiedo. Tanto so già la risposta!” Lo disse in maniera dura, avendo un’opinione decisamente diversa da quella di Ryuu su quello che era il suo flirt. Ci aveva parlato poco e niente e, per quel che la riguardava, nonostante gli sforzi per non cavargli un occhio, le era sembrato un tipo decisamente troppo distante dal suo modo di essere. Certo, non le importava ma rimaneva restia nei suoi confronti, sperando che non ferisse il suo accompagnatore. “Ti concedo tutti i balli che vuoi, a tuo rischio e pericolo!” Come se sapesse ballare. Una scopa in culo, ballava meglio di lei. Però, perché no? Alla fine erano lì proprio per quel motivo, tanto valeva muovere quelle anche.
    Osservò coloro che avevano già fatto il loro arrivo e, con sua grande sorpresa, a qualche passo da loro, poté notare la Metis in compagnia di Loki. Le scappò un risolino. “Che combo, gente!” Disse a bassa voce, facendo attenzione a non farsi sentire da orecchie indiscrete. “Scusa, Ryuu. Perché non è venuto al ballo con te?” La domanda venne spontanea, così come il tono irritato. A che giochetto stava giocando? Perdeva punti. Per un attimo ringraziò la maschera che celava le sue sprezzanti espressioni. Ok. Non era lì per passare una serata del cazzo, né per renderla invivibile agli altri. Passò oltre e intercettò la sguardo di Jayden. Fece qualche passo verso di lui e lo chiamò: “Ehi, Jayden. Buonasera! Stai proprio bene! Sembri in forma.” Esordì, sperando di non sembrare indiscreta. “Vi conoscete?” Chiese a Ryuu, mentre osservava da lontano Loki e la sua accompagnatrice, distratto. Andiamo. “Cosa beviamo, ragazzi?” Le danze si sarebbero aperte di lì a poco e non era del tutto pronta psicologicamente ma, in un modo o nell’altro, avrebbe fatto.


    Vestito - maschera.
    Arrivata alla festa con Ryuu. Guardato male Sky (u.u) e Loki ed, infiine, interagito con Jayden.
     
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    Grifondoro
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    Dylan
    Ho iniziato un quarto d'ora fa a fissare il soffitto della mia stanza nella speranza che il ballo di stasera venga annullato per, che ne so, invasione di topi. L'ho sperato per tutto il tempo, da quando non sono stata costretta - e sottolineo costretta - a prendere parte ai preparativi: mi è stata spacciata come un'occasione per distrarmi, mantenermi impegnata e a contatto con gli altri studenti così da combattere il mio isolamento. Fanculo, tutte stronzate, questo è solo uno scherzetto sadico di White atto a provocarmi e farmi diventare i nervi tesi come corde di violino. Tanto non è servito a nulla prendere parte a questa attività scolastica del cazzo, mi bocceranno comunque. Oddio e se... e se lo scopo di White fosse quello di tenermi impegnata in altro proprio per togliermi il tempo di studiare...? Cazzo, è così! Immagino la sua faccia soddisfatta stasera, quando mi vedrà cosciente che il suo piano abbia funzionato alla perfezione. Deve essere così, avrà voluto cogliere l'occasione per vendicarsi del fatto che sono a conoscenza del suo segreto. Il pugno si scontra contro il materasso proprio in contemporanea al rumore della porta del bagno che si apre rivelando la mia canterina compagna di stanza. È tutta la settimana che mi fa domande sull'organizzazione di questo maledettissimo ballo "ma ci saranno più piste da ballo o è solo una?" mi chiede ancora "una basta e avanza" le rispondo io staccando pesantemente la schiena sal materasso. Devo prepararmi. Non darò a quell'uomo neanche la soddisfazione di vedermi arrivare in ritardo.
    Che poi ho pure speso soldi in un abito che non rimetterò mai più. Io esco scema.
    Lo guardo, sospiro rassegnata. Memore poi del fatto che non intendo dare soddisfazione a nessuno, alzo il mento e raddrizzo le spalle dandomi un contegno. La doccia fredda mi aiuta quantomeno a tollerare il caldo, che negli ultimi giorni si sta facendo insopportabile. Poi ci metto una strana precisione nell'indossare il vestito, truccarmi, agghindarmi e tutte quelle cose da prom americano. Poi perdo tutti i minuti di anticipo non ricordandomi più dove cazzo abbia messo la maschera e non posso presentarmi ad un ballo in maschera senza maschera. Mi viene il lampo di genio, l'ho poggiata sul baule mentre mi preparavo ed infatti eccola, cascata ai piedi del letto.
    Tirandomi su l'abito, che mi pento amaramente di aver preso senza spalline ed il cui unico pregio sono delle tasche ai lati della gonna, scendo la torre e mi incammino in direzione del fantomatico ballo. Stando dall'orologio, sono in tranquillamente in orario nonostante l'imprevisto della mascherina perduta.
    Beh... per essere bello, è bello. Poi non posso dire nemmeno di aver chissà quale merito, mi sono limitata ad accordare con qualsiasi scelta presa e a fare da braccia portando cose a destra e a manca. Una di quelle che ci ha messo più passione sarà sicuramente Rose. O almeno, se la conosco ancora dovrebbe essere fan di queste cose... sapevo che fosse nell'organizzazione ma con tutto il lavoro che c'era da fare, l'ho intravista di rado. E' quasi un anno... quasi un anno. Stringo gli occhi, respiro, rimando queste cose a dopo ripetendo il solito mantra: non dargli soddisfazione, non farti sentire. Ma a proposito, dove sta White? Speravo che fosse il primo che avrei visto, così gli avrei sorriso amabile e falsa.
    Le prime facce si fanno vive e io mi ricordo all'improvviso che mi manca qualcosa "cazzo, la maschera" tiro fuori quello stupido pezzo di stoffa nero che ho raccattato giusto per rispettare il tema. Ecco qua, mettendola in tasca si è tutta annodata. "maledetta piccola stronza..." comincio la mia lotta per poi bloccarmi quando una voce conoscente si fa largo con un appunto "sì, me l'hanno detto. Ci sto provando, ma questa cosa non collabora!" e io tra poco gli do fuoco. "sembro Zorro" lascio che Axel me la tolga di mano ed un attimo dopo, nonostante le mie opposizioni eccola là la maschera, perfettamente aderente al mio volto. Mi rigiro alzando i pollici in segno di ringraziamento e subito dopo, allungo leggermente il collo sulla sala per vedere meglio le facce che stanno pian piano arrivando "senti, costava poco" confetto, mi scappa una mezza risata autoironica a quell'affermazione, vera, molto vera "nessuno. Già è tanto se sono qui. Se sarò io ad essere fortunata, i miei contatti saranno molto ridotti per stasera" inoltre nessun accompagnatore, nessun ballo. Era perfetto così. Avrei aspettato il concludersi della serata girovagando per la sala facendo finta che tutto fosse in ordine. Poi il serpeverde, che alla fine ricordiamoci sempre di chi si tratta, avanza uno pseudo complimento dal doppio significato accompagnato da ghigno soddisfatto che come risposta ottiene un'occhiata di sbieco ed un'alzata di sopracciglia. Fine. Non serve che aggiunga un commento verbale "tu piuttosto..." mi prendo un attimo per squdrarlo, emana un'aura poco da Axel "...damerino. Cazzo, meno male che non hai un papillon" me la rido sotto i baffi immaginandolo, appunto, con un farfallino legato al collo "sembri stranamente di buon umore. Con chi hai intenzione di ballare stasera, mh?" Axel l'ho sempre immaginato come accompagnatore di tutte e di nessuna. Però, forse....
    Stavolta il ghigno sono io a farlo.

    Arrivata alla festa in solitudine, interagito con Dragonov e nominata Rose Mia White





     
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    «Vero, sono gelosissima!» Risposi sorniona con un sorrisetto sghembo dipinto in volto, mentre con la mancina pizzicavo una guancia a Loki per dargli fastidio e fargliela pagare cara per quella tanto sciocca insinuazione. Non ero una persona gelosa, non lo ero mai stata da che ricordavo e di certo non lo sarei potuta essere di lui, eravamo solo amici e se ciò non fosse bastato, potevo vantare fieramente di non essere il tipo di persona che si lasciava pervadere da certi tipi di emozioni. Pfff, io ero nettamente superiore a quelle sciocche e inutili gelosie. Superiore. «Voglio starti col fiato sul collo finché non ti fregerai da solo guardando qualcuno con gli occhi a cuoricino, ecco cosa voglio» Affermai estremamente divertita dal modo con il quale evevo totalmente rielaborato la sua domanda per trasformarla in una sottile quanto amichevole minaccia. Constatato che nemmeno nei suoi più ottimistici sogni gli avrei permesso di sfuggire al mio attento quanto stronzo occhio indagatore, ci incamminammo verso uno dei due tavoloni sui lati opposti della sala adibiti a rinfresco, più precisamente verso quello che pareva essere più popolato. Mh... scelta ambigua trattandosi di Loki, il re della socialità. Pensai senza darci troppa attenzione, dato che il mio sguardo si era andato inconsapevolmente a posare proprio sulla persona che avrei voluto vedere quella sera, peccato solo che fosse in compagnia di un'altra e che con fare da vero cavaliere, quale in realtà era, per quanto amasse nasconderlo, legava il nastrino della maschera dietro la nuca di quella che immaginavo essere la sua preda della serata. Ironico vista la maschera che aveva scelto. Se non fossi stata troppo impegnata a stringere con forza il mio labbro inferiore con i denti forse avrei pure potuto ammirare per un momento quanto quell'abito gli stesse bene e quanto quella maschera, in un qualche e misterioso modo, potesse lasciar trasparire anche solo un piccolo passo verso l'accettazione di ciò che era e di ciò per il quale, per tanto tempo, si era considerato un mostro. Già, avrei potuto e forse in fin dei conti lo stavo pure facendo, ma il fastidio che provavo nel vederlo vicino a un'altra prevaleva su tutto. Non che fossi gelosa, pff, perché mai sarei dovuta esserlo? Noi eravamo solo amici. Solo amici. E come tali avevamo tutto il diritto di decidere di passare la serata, o beh... la nottata... con altre persone, nonostante poi spesso, molto spesso, lo facessimo pure fra noi. “Che combo, gente!” Mi voltai distratta in direzione della voce e della persona a pochi passi da noi, che prima di subito vidi allontanarsi in fretta. Ce l'aveva forse con me e Loki? Che diamine voleva? Istintivamente il mio sopracciglio coperto dalla maschera da volpe, schizzo verso l'alto. Per lo meno quel commento acido era servito a farmi distogliere per un momento lo sguardo da Axel, prima che potesse scorgermi dall'altro lato della sala rispetto a dove si trovava lui, intenta a spiare ciò che faceva assieme alla ragazza al suo fianco. Fanculo. Mi sentivo una dannata stalker. «Fanculo» Borbottai poi fra me e me fissando il mio sguardo bicolore su Loki. Era lui a chiamarmi scherzosamente in quel modo di solito e mai prima di quel momento me lo ero sentita calzare addosso alla perfezione. «Fanculo pure a te» Lo guardai imbronciata e certa che non avrebbe preso sul personale il mio commento, al massimo si sarebbe potuto sentire confuso per esso, ma nulla di più. Afferrai infastidita da nemmeno io sapevo cosa un bicchiere di soda fruttata e me lo portai con fare sgarbato alle labbra, mentre spostavo il mio sguardo verso la fonte della battutina che avevo udito poco prima, tutto pur di non far saettare nuovamente il mio sguardo in direzione del Bulgaro. Non era affar mio ciò che avrebbe fatto durante quella serata. Non ero io la sua accompagnatrice. «Senti ma sono io o quella gallina continua a lanciarmi occhiatacce?» Chiesi a Loki indicando con un cenno del capo quella che identificai solo dopo qualche minuto essere Halley, la gallina, appunto, che all'ultima festa aveva avuto il piacere di sbaciucchiarsi il Serpeverde, quello di cui quella serata non mi sarebbe affatto importato, per tutto il tempo. Dannata oca e dannato Axel, che non la smetteva un solo attimo di saltellare nei miei pensieri come una fastidiosa zanzara pronta a pungermi ripetutamente nel buio della notte. «Hai qualche problema con me? È da mesi che ogni volta che puoi mi squadri da capo a piedi, che c'è? Vuoi che ti autografi il reggiseno?» Sbottai improvvisamente incapace di tacere oltre, mentre involontariamente i miei piedi si erano mossi in totale autonomia fino a raggiungere la Grifondoro che, ed era assolutamente vero, negli ultimi mesi non aveva mai perso l'occasione per guardarmi male o rivolgermi acide battutine quando credeva io non la sentissi. Per troppo tempo l'avevo ignorata ed ero stata brava a farlo, odiavo dover discutere con le persone, per quanto facile mi venisse. Ma quella sera, quella dannata sera, per colpa di quella dannata zanzara, non ero più stata capace di dare un freno alla mia lingua biforcuta. Dannata me.
    ★ ★ ★
    Prefetta Corvonero | Scheda | Mailbox | Pensatoio

    Interagito con Loki e Halley. Fissato molto passivo aggressivamente Axel e Kynthia da lontano, pur non riconoscendo quest'ultima. Sky si è diretta con loki verso una delle due zone rinfresco e in seguito ha ragiunto Halley e il gruppetto attorno a lei per chiederle pacatamente ed educatamente chiarimenti. <3
     
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    LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    Non è troppo convinto che la risposta della Prefetto corrisponda al vero, ma nel dubbio un passetto a lato lo fa, così da porre una leggera distanza durante la passerella che li separa dal disastro incombente. Insomma, patti chiari e amicizia lunga, non era questo il detto? Se non altro anche le intenzioni di SKYLEE sono chiare, cristalline si potrebbe dire, e infatti gli tocca volare basso mantenendosi ben attento a non sollevare le iridi dai tavoli verso cui si sta avvicinando. [Sei più molesta del solito] borbotta di rimando, a testa china e già rassegnato a passare una serata complicata. Che pessima idea quella di venirci con lei. Avrebbe dovuto tenere fede alla sua promessa ed evitare l’evento come la peste, o meglio ancora andarci con Ryuu, come suggerito da Halley poco più in là. Però lui non li sente quei commenti, concentrato com’è a non perdere il focus sull’obiettivo del momento, ovvero selezionare due calici di soda fruttata dal rinfresco per offrirne prontamente uno alla ragazza al suo fianco. Al massimo percepisce sguardi molesti dietro di sé e un lieve fischio alle orecchie quando viene nominato dalle labbra della Grifondoro, ma nulla a cui possa dare anche solo la più vaga interpretazione. Ignora dunque i motivi per cui il bicchiere della mancina gli viene strappato via con forza brutale dalla bionda, e rimane anche interdetto da quel “fanculo” mollato al vento da una Corvonero che gli pareva tutto sommato di buon umore fino a pochi istanti prima. Lo sguardo si deposita su di lei, mentre ruota lentamente il corpo verso il centro del tendone, prendendosi così il secondo insulto direttamente in faccia. E lui in tutta risposta sorseggia il proprio drink, arcuando un sopracciglio, interrogativo. Potrebbe pure prenderlo come un augurio, ma dubita che fosse questa l’intenzione. Mah, questi umori ballerini, sarà il caldo? Oppure deve davvero preoccuparsi sulla questione “gelosia”? Invece la risposta gli arriva pochi istanti più tardi dalla stessa SKYLEE, che lo spinge a indirizzare gli occhi nella direzione da lei indicatagli fino a farli scontrare con la figura di HALLEY. [E allora?] non sta riuscendo a dare una logica spiegazione al problema insorto, palesemente. Pure ponendo il fatto che la suddetta “gallina” guardasse male chicchessia, gli sfugge come questo dovrebbe irritare qualcuno fino al punto da farlo sbottare in quel modo. E poi chissenefotte della Wheeler, poiché per la verità a lei ha deposita un’occhiata approssimativa – il tempo in cui formula la domanda - e poi si sposta prontamente sul cavaliere che l’accompagna. Il cuore inizia allora a tamburellare ad una velocità sostenuta, mentre sente bollire l’orlo superiore delle orecchie sicuramente già accese da un rosso porpora. E’ splendido, stasera. Non che ieri fosse cesso, ma sarà quella mise elegante, oggi sembra illuminare da solo l’intera sala. Lo scruta dall’alto in basso e viceversa, con la mente obnubilata da quella vista, e in effetti perde anche un po’ la cognizione dello spazio e del tempo, ma dettagli. Anzi i dettagli sono importantissimi: come quei capelli blu. Se li è fatti davvero e questo non può che strappargli un sorriso che si precipita a soffocare sorbendo un altro sorso del proprio cocktail. Intanto SKYLEE ha ingranato la quarta ed è partita come un razzo proprio verso di loro, e lui rintronato si ritrova a doverla inseguire senza capire bene né il come né il perché. Raggiunge allora i compagni con un’andatura molto più pacifica rispetto a quella della Metis, fermandosi poi un poco dietro di lei, imbarazzato. Di nuovo la testa gli si abbassa, rendendolo più nano di quanto non sia già, eppure a sostenere il probabile sguardo di RYUU così da vicino non crede di poterci riuscire sul momento. E’ stato colto un po’ in contropiede, poverino, deve prepararsi psicologicamente, che si è già rintontito a sufficienza con quello sguardo a distanza e deve cercare di dare una parvenza dignitosa di fronte a mezza classe. Alza il braccio libero con un gesto meccanico in segno di saluto, e poi lascia ricadere la mano lungo il fianco, ripristinando le proprie funzioni sistemiche. [Non conosco i trascorsi, ma se devono volare reggiseni vi possiamo fare da pubblico] serafico, con il presunto beneplacito dei suoi colleghi di sesso maschile, prova a sedare gli animi attraverso questa battuta espressa con una faccia di bronzo tale da non accennare alla minima malizia. Anche perché quest'ultima la riserva tutta al collega CORVONERO poco più tardi, arrischiandosi a far salire le pupille sui suoi ciuffi colorati e piegando un angolo della bocca verso l'interno per una frazione di secondo, salvo poi rituffarsi sul proprio bicchiere.


    Parla con SKYLEE, prende i drink e poi è costretto a seguirla verso il gruppetto formato da HALLEY, RYUU e JAYDEN (?)
    Interagisce direttamente con le due fanciulle e tacitamente con RYUU
     
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    Tassorosso
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    Era arrivata la sera del ballo e non stavo nella pelle. Mangiare? No, grazie. Troppo emozionata, troppo presa da quello che dovevo fare e troppo preoccupata. Era tutto pronto avevo preso parte all’organizzazzione del ballo insieme ad altri studenti ed era stato stancante ma divertente allo stesso tempo. Avevo pensato all’allestimento dei fiori chiedendo aiuto al professore Blackwood e avevo anche aiutato gli altri per le altre decorazioni. Adoravo i balli anche se mi mettevano a disagio. L’abito appeso alla traversa del baldacchino per non rovinarlo le scarpe sotto di esso con un tacco non altissimo ma comodo e la maschera sul letto appoggiata. Avevo dedicato l’intero pomeriggio a lavarmi ed a sistemarmi. Ero su di giri, infatti i miei occhi non smettevano di brillare. Quel meraviglioso abito mi era stato regalato da Sky. Avevamo fatto shopping insieme e avevamo scelto entrambi gli abiti. Non potevo pagarlo con i miei risparmi del piccolo lavoretto e chiedere i soldi a mio padre era fuori discussione. Avrebbe fatto troppe domande e non avrebbe approvato nessun vestito decente. In più cercavo di tenermi alla larga, ultimamente da lui, per vari motivi. Ci vedevamo solo durante le lezioni o gli esami finali e nei momenti di pranzo e cena e comunque distanti. Era magnifico quel vestito, di colore nero e mi sentivo una principessa, me ne ero innamorata fin da subito ed anche a Sky era piaciuto molto aveva detto che sembrava disegnato per me. D’altro canto anche Sky aveva scelto il suo ed era meraviglioso la faceva sembrare una dea. Il tempo scorreva e io ero completamente agitata e di corsa anche se ero in largo anticipo. Per arrivare a questo ballo ne erano successe delle belle tra cui avevo invitato io il mio cavaliere e questo mi agitava ancora di più. I pensieri si confondevano e le preoccupazioni salivano alla testa, ero certa che le altre sarebbero state meravigliose, speravo di esserne all’altezza. Comunque dopo un super bagno profumato e un trucco abbastanza audace sulle labbra, indossai il vestito facendomi aiutare dalle mie compagne di stanza per chiudere il corpetto. Per la prima volta mi soffermai a guardare la mia immagine riflessa nello specchio per qualche attimo in più «Non sembro nemmeno io...» sussurrai portando una mano verso il petto. I capelli li avevo lasciati sciolti ma avevo optato per delle morbide e lunghe onde. Unico dettaglio un piccolo fermaglio al lato destro della testa con dei piccoli strass che brillavano se colpiti dalla luce, che teneva leggermente i capelli indietro. Il tempo era trascorso così velocemente che era quasi orario. Mi ero data appuntamento con David alla porta del castello per poi dirigerci insieme verso la sala allestita per il ballo. Ero pronta. Misi qualche goccia di profumo alla rosa, quello preferito dalla mia mamma ed anche da me, mentre i capelli avevano il buon profumo alla vaniglia dato dallo shampoo ed anche il corpo aveva lo stesso odore. Indossai la maschera nera con una forma particolare e iniziai ad incamminarmi. Prima di uscire dalla stanza mi soffermai, nuovamente di passaggio, vicino allo specchio e mi venne in mente di fare un piccolo cambiamento. Presi un bel respiro, chiusi gli occhi, visualizzai ed inglobai quello che volevo e poi li riaprì. I miei occhi erano di un colore celeste meraviglioso, come quelli della mia mamma. In quel momento la sentii vicino. Sorrisi e uscii dalla stanza. Per una volta mi sentivo carina. Iniziai ad incamminarmi mentre ogni volta che incontravo qualcuno per strada arrossivo vistosamente. Ero arrivata alla porta e mi fermai qualche passo indietro. C’erano dei ragazzi nelle vicinanze dell'uscita e delle ragazze che chiacchieravano allegramente, così dopo un piccolo respiro iniziai ad avvicinarmi superandole senza guardare chi fosse ed a guardarmi attorno. Vicino alla porta più in solitaria, un ragazzo elegantemente vestito era li fermo a guardare verso l’esterno. Era David non potevo non riconoscerlo. Mi avvicinai ed arrivata vicino a lui urtai la sua spalla con una mano «Spero di non essere in ritardo...» dissi dolcemente e sorridendo. Accidenti, David vestito così non lo avevo mai visto e faceva davvero una bellissima figura. «Che ne dici … andiamo?» dissi indicando con la testa l’esterno. Non avevo nessun dubbio che mi avrebbe riconosciuto dalla maschera, visto la sua particolare forma, un coniglietto nero. Insieme iniziammo a dirigerci verso il ballo percorrendo la passerella illuminata «E’ meravigliosa!!» Era bellissima e mi guardavo intorno così affascinata. La sera con la sua oscurità e l’emozione, sicuramente rendevano tutto ancora più magico. Entrammo nella sala e li alzai la testa per guardare verso l’alto... «Ho aiutato nell’allestire il tutto ma... non pensavo fosse venuto così bello...» ero così felice. Mi guardai intorno e vidi tanti ragazzi. Da lontano riconobbi Sky, conoscendo vestito e maschera era facile per me individuarla. Era vicino ad altri così la salutai con la mano sorridendole. Era davvero bella anche se sembrava leggermente agitata, ma forse mi sbagliavo, avrei chiesto dopo cosa stesse accadendo o se mi stavo sbagliando. Continuai a guardare intorno e la sala era piena di bellezze , tanto che mi sentii leggermente a disagio ed alzai lo sguardo verso quello di David per capire cosa potesse pensare. Forse non ero all’altezza delle altre. Scossi la testa per mandare via quel pensiero e mi avvicinai al serpeverde «Cosa vuoi fare? Vuoi andare da qualche parte?» chiesi con dolcezza guardando i diversi punti della sala.


    Scheda - Gufo - Pensatoio


    Arrivata al ballo
    Interagito con David e saluto Sky da lontano appena la noto.

    Abito: photo_2022-06-06_18-23-39_0

    maschera: photo_2022-06-06_18-23-04


    Edited by Rose Mia White - 7/6/2022, 00:22
     
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    I balli formali erano un gran rottura di cazzo e David ancora si chiedeva cosa ci andasse a fare. Ah, giusto. Era l'accompagnatore della coniglietta,nonché figlia del vicepreside White. Non osava immaginare la faccia di paparino non appena avesse visto la piccola Rose in sua compagnia. Ghignò, si sarebbe divertito. Uscì dalla doccia, comprendosi le parti intime con un asciugamano, e con un colpo di bacchetta si asciugò i capelli. Solitamente li avrebbe lasciati così com'erano, ricci e ribelli, ma avrebbero stonato con il completo elegante che a breve avrebbe indossato. Così, li buttò all' indietro, cercando di domare quanto più possibile quei boccoli che non ne volevano sapere di starsene fermi quindi passò al gel. Si guardò allo specchio, soddisfatto del risultato si diresse verso l'armadio a due ante sulla destra, lo aprì e prese tutto il ncecessario. Uno dei vantaggi dell'essere uomo era che a quel tipo di eventi non avessero chissà quale scelta, di base mettevano sempre una camicia, una giacca e un paio di pantaloni. Ed era, infatti, ciò che David stava indossando. Si cambiò velocemente, non gli andava di perdere tempo. Sistemò il colletto della camicia, tirandolo verso l'alto per poi piegarlo ai lati e tirò su la lampo. Il colore dello smoking era nero, non avrebbe messo qualcosa di blu o grigio, per carità. Aveva un certo gusto nel vestire, e poi era tutto su misura. Mise le scarpe, accuratamente senza lacci, una spruzzata di profumo e via, poteva andare. Prima di uscire si specchiò, era davvero bellissimo. Avrebbe fatto girare la testa a un sacco di ragazze, peccato che fosse occupato per la serata. Uscì dal dormitorio, cammianva a passo svelto, come sempre, e in poco tempo giunse il luogo dell' incontro. Avevano deciso di vedersi fuori la porta, anche perché non sarebbe mai andato a prenderla fino alla sala comune dei tassorosso, era fuori discussione. Nel mentre si fumò una sigaretta, perché le donne facevano sempre tardi? E poi la conigletta era la tipica ragazza acqua e sapone, di certo non avrebbe perso tempo in cose futili come trucco e parruccho. D' un tratto si accorse di non aver indossato la mascara. Alzò gli occhi al cielo, bel modo di inziare la serata. Tornò in fretta e furia nel suo dormitorio, aprì il cassetto del comodino e tirò fuori una maschera nera semplice. Le cose sfarzose non facevano per lui. Aggiunse l' ultimo elemento che mancava al suo outfit e tornò al posto di prima. La coniglietta non era ancora arrivata, perfetto. Si voltò quando sentì una voce famigliare e per poco non scoppiò a ridere. In senso positivo, ovviamente. Rose aveva indossato la maschera di un coniglio, era un messaggio per dirgli che dopo si sarebbero dati ad attività più interessanti? Si avvicinò con fare deciso, fermandosi a pochi centimentri di distanza. «Niente male, coniglietta.»Le spostò una ciocca di capelli, e con il pollice le accarezzò una guancia. «Vuoi dirmi qualcosa con questa maschera, mmh?»Non era di certo una causalità, l'aveva scelta di proposito. Le porse il braccio, aspettando che lo prendesse, infondo fin da piccolo aveva ricevuto lezioni di galateo, sapeva come comportarsi in quelle situazioni. Che poi non lo facesse perché si rompeva il cazzo erano dettagli. Entrano nella sala, si guardò attorno e vide delle facce conosciute. Con un cenno del capo salutò Axel che era in compagnia di una ragazza girata di spalle, povero avvoltoio, sicuramente sarebbe morta di gelosia. Con la coda dell'occhio si accorse che la bionda ossigenata era alla sua destra, sembrava alquanto tesa. Aria di rissa? Rise sotto i baffi, magari qualcuno l'avrebbe picchiata, chi poteva dirlo. «Sì dai, il risultato è decente.»Fece spallucce. Onestamente dell'allestimento non gliene fregava niente, non aveva nemmeno idea di come sarebbe andata la serata. «Per me è indifferente. Scegli tu, coniglietta.»Per ora le avrebbe lasciato campo libero. Con suo enorme dispiacere il caro vecchio White non era presente. Ghignò, questo rendeva le cose più facili. Si chinò, facendo il modo che le sue labbra sfiorassero l'orecchio del tasso. «Ho qualche idea sul post serata, se ti va. Sai il vestito non è male, ma io ti preferirei con meno stoffa addosso. Un po' come in piscina.»Era proprio curioso di vedere che reazione avrebbe avuto dopo una frase del genere. Sicuro sarebbe diventata un pomodoro ambulante, così imparava a mettersi la maschera di un coniglio. Se il suo intento era quello di provocarlo beh, ci era riuscita. Dopo, però, si sarebbe tenuta le conseguenze.




    Vestito e maschera

    Ha inziato a fare lo sporcaccione con Rose. Citato Axel e Skylee.
     
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    Lui ci provava a non pensare a Loki che ciondolava intorno a Skylee, al fatto che sarebbero stati appiccicati tutta la serata, a dondolare sul posto facendo finta di ballare, a ridere e scherzare e magari, dopo un'overdose di salatini, si sarebbero pure buttati su qualche panchina a farsi le coccole. Davvero, non ci voleva pensare, ma Halley era un'amica, e come tale aveva il diritto di fare la stronza ed affondare il coltello nella piaga. Una legge non scritta, insomma. Come mai non era andato al ballo con Loki, chiedeva. Che bella domanda. Vero che quando era uscita la notizia del ballo non si stavano parlando per incomprensioni varie, ma anche se così non fosse stato non era sicuro sarebbero comunque andati al ballo insieme. Non sapeva bene come comportarsi con lui, non avevano mai definito il loro rapporto o se si poteva considerare tale, non aveva nemmeno idea se l'altro volesse o meno rendere pubblica la cosa. Voltò la testa verso i tavoli più vicini fingendo interesse per ciò che vi era disposto sopra, così da non dover guardare lei o l'arzilla coppietta
    -Perché lei ha avuto le palle di invitarlo e io no, immagino- lapidario e sincero, sperò che questo potesse mettere fine all'argomento perché non aveva affatto voglia di farsi prendere male già ad inizio serata. Non aveva nemmeno voglia di chiedersi perché anche Loki non avesse provato ad invitare lui. Era un ballo! Voleva solo spegnere il cervello. Se non altro poteva darle ragione su una cosa, quella era proprio una combinazione bizzarra. Lui sarebbe stato meglio con qualcuno di più alto e con meno tette. Seguì la grifoncina che doveva aver intercettato qualcuno a lei famigliare, il caso volle che fosse proprio il ragazzo che aveva attirato la sua attenzione appena arrivato. Gli occhi dell'orientale si soffermarono di nuovo sul suo costume per qualche attimo prima di tornare alla realtà e ricordarsi le buone maniere
    -Non ufficialmente, sono Ryuu- sorrise prima alla ragazza e poi a Jayden -Bella maschera- continuò volendo togliersi la curiosità -Qualche motivo in particolare per la scelta?- avrebbe volentieri portato avanti la conversazione, così come avrebbe gradito afferrare un calice di qualsiasi cosa ci fosse in quei bicchieri, ma il povero trio appena formato venne travolto da un uragano biondo che con grazia e pacatezza aveva interrotto le loro chiacchiere. Ora, di sicuro il fatto che il Prefetto avesse allungato le sue delicate manine su quello che era, di fatto, il suo interesse non lasciava che il giapponese la vedesse di buon occhio, ma quei modi gli fecero alzare entrambe le sopracciglia sotto la maschera bianca. Le differenze culturali a cui era andato in contro trasferendosi erano state tante, ma lui era stato cresciuto in altro modo e l'educazione aveva ancora una parte importante nella sua vita. Schioccò la lingua contro il palato mentre lui e Jayden venivano bellamente ignorati rivolgendo a quest'ultimo uno sguardo sconcertato prima di indicarla con un cenno del capo, mentre lei era evidentemente troppo presa ad inveire contro Halley. Sicuro del fatto che l'amica non avesse bisogno di qualcuno che la difendesse per così poco, incrociò le braccia al petto osservando la scena infastidito. La serata era appena cominciata e già cominciavano a discutere, mai possibile? Doveva essere per forza frustrata o non si spiegava come mai fosse scattata così tanto per così poco, ma non aveva motivo di gettare la sua frustrazione su chi le capitava davanti. Sperò che il motivo non fosse ancora quella stupida festa di San Valentino, erano passati mesi, che passasse oltre, ma soprattutto non pensasse di distendere i suoi nervi con l'aiuto di un certo Serpeverde di loro conoscenza, e mentre pensava questo lo vide arrivare dietro la belva e sostare fin troppo distante per i suoi gusti. Sapeva che era in imbarazzo, glielo leggeva in faccia, scrollò la testa per fare ondeggiare i capelli colorati per farglieli notare mentre un sorrisetto gli incurvava le labbra, almeno aveva smesso di pensare alla scortesia della Corvonero. La serpe non lo guardava nemmeno mentre salutava con il suo solito, contagioso, entusiasmo. Era carino. Gli veniva voglia di stropicciargli quei capelli sempre troppo in ordine per i suoi gusti, e stava per avvicinarsi a lui con ancora il sorriso sulle labbra, quando l'altro si mise a parlare dei reggiseni delle due litiganti. In che senso, scusa? Loki voleva stare li a guardare quelle due con le tette al vento a tirarsi reggiseni? Il sorriso si gelò sulle labbra e gli occhi si assottigliarono osservando il nanetto troppo imbarazzato per guardarlo in faccia e rivolgergli la parola, ma non così tanto da non pensare a capezzoli altrui. Questa se la segnava.
    -Spererei che non si arrivasse a tanto- gli si rivolse con tono divertito anche se dentro si stava mangiando il fegato -Ma a proposito di far volare via cose, bella camicia. Posso togliertela?- chiese con un tono bello alto vista la distanza a cui si era fermato il nano. Poco importava se lo avessero sentito, anzi meglio, così avrebbero tenuto giù le manine. Sorseggiasse pure il suo drink, la vipera. Più tardi avrebbe trovato il modo di punirlo.


    Interagito con Halley e Jayden vicino ai tavoli. Citato Skylee e quasi urlato a Loki di spogliarlo, aggratis


    Edited by .Cielo. - 6/6/2022, 23:45
     
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    Daphne si guardò allo specchio, non aveva una bella cera. La sua compagna di stanza era già uscita, era sola e non aveva molta voglia di andare al ballo di fine anno. Le scoperte delle ultime settimane l'avevano distrutta e poi, come se non bastasse, allo scoccare della mezzanotte sarebbe stato il 26 giugno, un giorno che sperò non arrivasse mai. Ripensandoci forse era meglio andare, si sarebbe distratta. Si era già fatta una doccia, di conseguenza decise di partire dal make up. Si applicò più del solito, nessuno doveva sapere che era stata male e il trucco era un ottimo alleato. Risaltò gli occhi azzurri con un ombretto dello stesso colore, eyeliner e mascara. Mise un po' di blush e un lucidalabbra, non le andava di esagerare. La prima maschera era pronta. Con un colpo di bacchetta rese i capelli completamente lisci, optò per una fila centrale e li fissò ai lati con due forcine in modo tale che non finissero davanti agli occhi. Si diresse poi verso l'armadio, per fortuna aveva un vestito adatto all' occasione che, guarda caso, era stato anche l' ultimo regalo di sua nonna. Era un abito blu notte senza spalline, brillantinato, lungo e con tanto di spacco laterale. Lo tirò fuori, si tolse il pigiama e lo indossò. Chiuse velocemente la zip laterale e si specchiò: sembrava una bambola da esposizione ed era ciò che sarebbe stata quella sera. Non era dell' umore adatto per divertirsi, per questo avrebbe dovuto fingere, cosa che le veniva naturale dato che ogni volta che partecipava ad un ricevimento organizzato dai suoi era obbligata a sorridere a dei perfetti sconosciuti che non vedevano l'ora di sparlarle dietro. Al lato del letto c'erano le scarpe argento, le prese e le indossò, facendo attenzione a non stringere troppo il cinturino. Infine si spruzzò un po' di profumo e si coprì il viso con la maschera blu dalle sfumature azzurre che aveva comprato qualche giorno fa. Era semplice, nulla di troppo appariscente. A quel punto uscì dalla stanza, percorrendo molto lentamente i corridoi della scuola. Di solito sarebbe stata una delle prime ad arrivare, ci teneva alla puntualità, ma quella sera aveva deciso di prendersela comoda, infondo avrebbe finto tutto il tempo e non c'era motivo di anticipare la cosa. Tanto non sarebbe rimasta fino alla fine, doveva andare via prima della mezzanotte indipendentemente dalle circostanze in cui si sarebbe trovata. Sperò solo di concludere l'anno nel migliore dei modi, senza scenate o problemi. Ne aveva già abbastanza. Si accorse che quasi tutte avevano un accompagnatore, magari l'anno prossimo ne avrebbe avuto uno anche lei, o forse no. Non aveva tempo per quelle sciocchezze, aveva altro a cui pensare. Era così immersa nei suoi pensieri che, non volendo, urtò qualcuno. «Scusa, stai bene?»Quando incrociò il suo sguardo, sorrise. Conosceva quella ragazza, era una corvonero arrivata da poco e, qualche volta, avevano scambiato due chiacchiere nei corridoi. Il tutto era iniziato quando Chanel le aveva chiesto dove si trovasse la biblioteca, da allora erano diventante conoscenti e si sopportavano abbastanza. «Stai andando anche tu al ballo, vero? Se vuoi possiamo entrare insieme, nemmeno io ho un cavaliere.»Bene, era anche in vena di scherzare, si era calata perfettamente nella parte. Osservò Chanel da capo a piedi, aveva un vestito alquanto audace ma stava bene, col fisico che aveva se lo poteva permettere. Non sarebbe passata di certo inosseravata e, non appena qualcuno di interessante le si fosse avvicinato lei si sarebbe fatta da parte, quella notte sarebbe stata una semplice comparsa. «Bel vestito Chanel, è per qualcuno?»La prese in giro, su chi aveva messo gli occhi? Poco dopo giunsero alla sala da ballo, entrarono e Daphne rimase senza parole. Il tema era l' universo, il soffitto era spettacolare, sembrava di essere all'interno di un planetario. Sorrise tristemente, quell'atmosfera poteva essere romantica per alcuni, ma a lei metteva solo nostalgia. Si guardò attorno, molti studenti erano già arrivati e tra di loro c'era anche Skylee. Spiccava con quel vestito lungo bianco e, a quanto pareva, stava avendo una specie di confronto con Halley. La salutò da lontano, magari dopo avrebbero scambiato qualche parola e poi era davvero curiosa di sapere cosa cavolo stesse succedendo con la grifondoro. Era una tipa strana Halley, infatti era da poco che avevano instaurato una sorta di reciproca sopportazione, se così la si poteva chiamare. Riportò la sua attenzione su Chanel, anche lei sembrava aver visto qualcuno. «Allora, che ti va di fare?» Per il momento sarebbero state insieme, tanto la sua serata di recita era appena cominciata.




    vestito e maschera

    Arrivata alla festa con Chanel e interagito con lei. Citati Skylee e Halley.


    Edited by Daphne. - 7/6/2022, 00:18
     
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    Jayden Falkhart – 15 – Grifondoro – III Anno



    L’inizio della serata era passato ad osservare gli abiti di tutti coloro che arrivavano al ballo. Ce n’erano di normali, di quasi babbani, di fantasiosi, più legati allo stile magico e anche altri, come il suo, più impostati verso il fare scena, l’essere eccentrici o semplicemente se stessi. Infondo per una volta che la divisa non era obbligatoria perché non svagarsi davvero? Stava osservando l’abito blu notte di una tassorosso sulla quale, quasi ad intermittenza si illuminavano costellazioni diverse quando si accorse dell’arrivo di Loki in compagnia di Skylee. Mentre lui aveva un semplice abito elegante, quello di lei la faceva sembrare una sposa o una principessa, ma fu più colpito dalla maschera di lei, anch’essa dalla forma volpide come la propria. Avevano usato lo stesso riferimento o era un caso fra centomila? Se ce ne fosse stata l’occasione sarebbe stato interessante andarglielo a chiedere. Ricambiò il saluto di Loki anch’egli con un cenno del capo augurandogli mentalmente una buona serata in compagnia della sua dama.
    Non molto tempo più tardi vide avvicinarsi la sua compagna grifondoro Halley che aveva scelto un abito da serata, ma nulla di speciale. Interessante però l’accostamento con una maschera da pipistrello; gli animali andavano molto più di quanto si sarebbe aspettato. Rimase invece stupito dalla frase pronunciata dalla ragazza: In che senso sembrava in forma? Lui era in forma, ci teneva alla sua linea. Era forse una di quelle frasi di cortesia per non dire di far schifo? – Emh… anche tu stai molto bene. – Rispose così su due piedi giusto per non sembrare un pesce lesso. Lei poi gli presentò il suo accompagnatore, un ragazzo orientale di nome Ryuu, che frequentava il loro stesso anno scolastico sebbene, se non sbagliasse, fosse molto più grande di età. – Solo di vista direi. Piacere Ryuu, Io sono Jayden – cercò di presentarsi al ragazzo mentre Halley con foga li trascinava tutti verso il banco delle bevande. – Non è un po’ presto per darsi all’alchool? La notte è giovane. – Scherzò in risposta alla richiesta di Halley. Possibile che dovessero già alzare il gomito? Nemmeno si erano aperte le danze! Avrebbe tentato di intavolare una discussione con l’asiatico, ma tra la domanda relativa alla propria maschera quest’ultimo sembrava avesse occhi solo per Loki. – E’ una forbita citazione alla leggenda finlandese per cui è una volpe quella che causa l’aurora. Credo che anche Skylee sia andata per la stessa inter…- Avrebbe voluto finire la frase se non fosse che la diretta interessata stava raggiungendoli, con Loki al seguito, con intenzioni ben poco pacifiche. Prima che qualcuno potesse dire nulla Skylee quasi sbraitò addosso ad Halley, e pensare che non troppo tempo prima si erano baciate, o almeno così girava voce. Loki fu il primo a tentare di disinnescare la bomba fra le due tirando fuori la battuta più brutta che si poteva usare in quel momento. Quello a ricevere l’occhiataccia fu proprio Loki prima di esalare un lungo sospiro. Si preannunciava una di quelle serate eh… E mentre le due ragazze facevano a botte l’asiatico ci provò con il dio norreno, così per riequilibrare l’odio e l’amore, lo yin e lo yang qualcosa qualcosa. Si, ok, ma non aiutava la situazione. Doveva davvero intervenire? Che palle. – Ragazze eddai. E’ solo una strana impressione, si ammirano i costumi, siamo tutti qui per divertirci… A proposito Sky, anche tu hai optato per la leggenda dei fuochi di volpe? – Tentò di sviare il discorso ponendosi in mezzo tra le due per poi girarsi verso Skylee e distrarre la ragazza con il primo argomento a portata di mano.

    -parlato-Pensato-Citazione parlato altro PG-
    scheda | mailbox | memo


    Una vaga idea del vestito e della maschera
    Riassunto: Jay si unisce alla combriccola Ryuu e Halley, rispondendo alla seconda e cercando di far conoscenza con il primo. Vengono raggiunti da Skylee e Loki e tenta di disinnescare la situazione prima che scoppi la guerra ponendosi tra le due litiganti.
     
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