Posts written by Kynthia

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    Mai stata particolarmente brava a dare consigli, questo perché le mie capacità di immedesimazione nell'altro sono un pelo scarse. È una mia mancanza, un qualcosa a cui provo a rimediare usando invece strumenti a me più affini, il sarcasmo fra tutti. In buona sostanza cerco sempre di non restare in silenzio quando qualcuno si rivolge a me, ci provo e alla fine il risultato che ottengo non è poi dei peggiori: Halley accenna ad un sorriso, che non so se sia sincero o artefatto, giusto per farmi un attimo contenta. In questo caso fake it until you make it, prima o poi questo sorriso diventerà vero. Chi può dirlo.
    Questo sempre ammettendo che il problema di possessività di Harris non sia in realtà molto più grave di quanto la mia compagna grifondoro non voglia far credere. Credo che la mia domanda, quindi, nasca dalla mia diffidenza: verso Harris in primo luogo, ma verso il genere umano in generale. Ho questo grande problema, faccio un'estrema fatica a fidarmi e penso sempre che l agente in qualche modo voglia fregarmi. Giusto? Sbagliato? Non lo so, so però per certo che la mia personalità sia stata deformata da quelle sfighe pazzesche che mi sono capitate , e che mi hanno fatto credere che prima o poi la fregatura arriva in qualsiasi rapporto. Inizialmente è partito tutto da una cotta di scuola, poi la cosa si è evoluta e si è diffusa all'interno della mia famiglia. Ad un certo punto era diventato come un tumore di cui continuano a comparire le metastasi e quindi ad un certo punto ti rassegni, ti prepari mentalmente a quello che verrà, ti fasci la testa in anticipo per non subire troppo bruscamente il colpo quando arriverà. Glielo chiedo abbastanza direttamente in modo che Halley capisca a cosa mi riferisco, noto nel modo in cui mi guarda che non si aspettasse questa domanda da parte mia e forse è anche meglio così. Quando mi risponde con sicurezza di no, il mio corpo sembra rilassarsi tutto d'un colpo “ok, bene, menomale” mi fido di quel che dice, perchè si mostra consapevole della persona che ha deciso di mettersi vicino. Non pare avere le fette di prosciutto sugli occhi insomma, Harris è un coglione e lei sa benissimo come appare all'esterno “oh, non ho dubbi!” so anche che Halley sia perfettamente in grado di difendersi da sola.
    “Davvero? ” faccio eco alla sua osservazione, senza però mostrare un vero stupore nella voce. Anzi, le mostro invece un sorriso abbastanza consapevole “dici che l'infallibile cappello questa volta ha sbagliato? Non sei la prima che me lo dice” mi ero già sentita dire questa cosa in passato, sembra che agli occhi degli altri una parte di me sia molto grifondoro e che invece in alcuni aspetti io risulti, appunto, anomala per la casa a cui appartengo. La cosa non mi ha mai dato nè fastidio nè fatto piacere, in realtà sento che sia un'affermazione esatta probabilmente perchè io per prima non mi sono mai trovata benissimo con queste suddivisioni. Quindi ecco cosa mi distinguerebbe da un grifondoro qualsiasi, la capacità analitica “non sono sempre stata così, ho fatto tutta una serie di cazzate e poi ho capito che dovevo iniziare a contare quantomeno fino a cinque prima di agire” una skill guadagnata con l'esperienza quindi. Ho capito che quando fai qualcosa di particolarmente avventato, la gente tende ad escludere il contesto giudicando invece solo l'atto in sè. E quindi, mi sono fatta furba “vero, vero, mi tocca ammetterlo” alzo le mani in segno di resa: nonostante sia sempre stata un po' più esterna alle meccaniche del gruppo, inizio a vederlo nella sua totalità. In qualche modo vengo coinvolta anche io e sì, la conclusione è che siamo un gruppo con un buona mescolanza di caratteri. Chissà se poi ad Halley non potesse sembrare strana la mia, per così dire, ambizione di vita. La verità è che non riesco a pensare ad altro “giaaà” e lo dico con un po' di amarezza. So che la mia è una pretesa troppo grande, eppure sembra solo tutto quello di cui ho bisogno. Bah, non lo so, forse sto delirando. Nella vita bisognerà sempre rendere conto e ragione a qualcuno prima o poi, essì, purtroppo così è. Ma sposata... mi volto con un'espressione scioccata. Ai limiti dello spaventato. Espressione che peggiora quando nomina una cosa pure più brutta del matrimonio: i figli “ti prego, smettila di terrorizzarmi cos'” chiedo umilmente pietà “se mai dovesse accadere, chiama aiuto perchè con ogni probabilità sono sotto imperio” mi metto a ridere pensando che in effetti quello che avevo detto era da prendere sul serio. Davvero, cioè, adesso Halley aveva la responsabilità di venirmi a salvare in caso di matrimonio.
    Comunque a quanto pare c'è dell'altro, e questo altro sembra più complesso dell'Harris di turno. La famiglia... annuisco, pensando che in effetti la famiglia non è così facile da evitare. Dovrei saperlo in effetti “non sembra molto rassicurante” infatti la definisce Crudeltà De Mon, una donna spietata che trasformerebbe cuccioli di cane in pellicce. Decisamente non rassicurante. “E non pensi che possa esistere un'alternativa per evitare questa fine tragica?” enfatizza con la voce, ci ironizza anche, ma la mia domanda in realtà è seria “forse devi solo trovare il modo giisto di... fregarla un po'” ok, forse non è il consiglio più saggio che mi sia uscito di bocca oggi. Non voglio entrare nel merito, in qualche modo sento di essermi fatta abbastanza i fatti suoi e chiedere anche della madre mi sembra una brutta invasione di privacy. Le lascio spazio per quello che vuole condividere oppure, che ne so, anche solo per starsene zitta.
    “Ma dai, fate sconti amicizia? Mi serviva giusto del lucido nuovo per la scopa...” sorrido ammiccando in sua direzione “hai fatto bene comunque ogni tanto il lavoro è meglio della terapia” ti tiene la testa impegnata, ti stanca e così non hai più la voglia di stare a riflettere su cose scomode. Praticamente perfetto. Alla domanda seguenge di Halley invece, mi si illumina come una specie di lampadina in testa “mediamente bene, però...” mi alzo dal letto, cammino verso il mio armadio e così, distrattamente, apro un'anta “i miei tempi sono buoni ma ho difficoltà con le virate. E insomma, un cercatore dovrebbe riuscire a cambiare traiettoria piuttosto velocemente” riposta all'interno di un borsone color cuio, si trova tutta la mia attrezzatura. Pettorine varie ed eventuali, ginocchiere, protezioni per i gomiti “hai da fare adesso? Ci sarà ancora un'ora di luce da poter sfruttare” la mia proposta arriva piuttosto diretta, senza aspettarsi neanche una risposta. Insomma, basta con questi discorsi seri, abbiamo entrambe bisogno di impegnare la testa in cose meno fondamentali.


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    “Ma grazie! Grazie mille, sono soddisfazioni” continuo a mostrarmi compiaciuta per le mie malefiche azioni, sono davvero una persona terribile. Adesso però è il momento di fare quello per cui sono venita: rilassarmi. Alla fine Roy potrebbe non essere male come compagnia, una persona che conosco abbastanza da prendermi la libertà di prendere in giro ma che allo stesso momento non conosco troppo da parlare di cose che siano personali. Il perfetto equilibrio che cerco quando sono in vena di una chiacchierata senza impegno. Parole di circostanza, come va, come passerei le vacanze e dove abiti... dove abiti? È una domanda semplice alla fine, tranquilla, così tanto da sembrarmi strano il modo in suona. Se ha senso. Comunque “a Londra, niente di speciale in realtà” nonostante in generale la mia palette cromatica potesse suggerire origini più mediterranee che inglesi, alla fine avevo vissuto tutta la mia vita a Londra mentre il rapporto con la Grecia era rimasto un po' più distante “non ti scusare. Non era idiota, inattesa piuttosto” ma insomma, ci può stare, giusto per conoscere qualche dettaglio in più “tu?” giro la domanda e un sopracciglio scatta verso l'alto mentre assumo un'espressione piuttosto interrogativa. In effetti non so neanche le basi riguardo ai miei compagni, se dovessero mai farci un test tipo "quanto conosci i Grifondoro" perderei malamente.
    “D'altra parte sono una grifondoro, i gesti eroici mi vengono molto spontanei a quanto pare” o almeno così diceva lo stereotipo costruito nel corso dei lunghi anni di onorata carriera della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Eppure non mi ci sono mai rivista particolarmente, non credo di avere li spirito adatto ad essere una rosso oro... ma la scelta del cappello è legge, e allora me la tengo. Alla fine non fa molta differenza di che colore sia la mia cravatta.
    Comunque, mi rilasso, soprattutto in questa situazione “ la tua idea non è affatto male” mi si illumina lo sguardoz segno del fatto che qpprezzo davvero l'idea di Roy “propongo anzi di alimentare le voci, così si che nessuno metterà più piede in questo posto” un piano diabolico quindi: spargere il panico così da dare credibilità ad una voce di corridoio e approfittarne. Non pensavo che anche il mio compagno di Grifondoro apprezzasse la solitudine, lo facevo uno che amava essere circondato da persone. Che poi, voglio dire, magari lo è davvero ma non per la piscina.
    Essendo venuta qui con la chiara intenzione di farmi un bagno, immergo la restante parte del mio corpo provando un'immediata sensazione di sollievo appena questo si trica dentro l'acqua. È incredibile come doni un sollievo così immediato, mi viene di tornate in Grecia a farmi un bagno come si deve in un mare come si deve. Sorrido a Roy mentre mi avvicino per mettermi di lato a lui, su una stessa immaginaria linea di partenza “aaah, è una sfida? Non so dire di no ad una sfida ” sospiro scuotendo la testa in un gesto di velato disappunto nei miei confronti. In realtà le sfide per me sono e saranno sempre il sale della vita. Di conseguenza, irrinunciabili “andata. Facciamo al mio tre” così mi metto in posizione e... “uno... tre!” ops, sembra proprio che mi sia scordata un numero... vabbe insomma, sì, ho barato. E quindi sul tre - che in realtà dovrebbe essere due - dò la prima bracciata verso il bordo opposto della vasca. Tutto è lecito in guerra!



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    Non ricevo spesso posta, quindi che un gufo porti qualcosa per me è già di per se un evento insolito. Quando poi recupero il pezzetto di carta e leggo chi è a mandarmelo, sgrano gli occhi come a volermi assicurare di aver letto bene. Rose?
    Giro il foglietto per scrivere la mia risposta, così, senza pensarci molto. Recupero la prima cosa che trovo, in questo caso una matita, e quindi rispondo.



    Ciao Rose, venerdì va bene. Potrei ritardare leggermente, Fletcher vuole discutere dell'ultima pozione andata non proprio benissimo. Ma ci sarò.

    K.L.

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    “Prova a cascare qualche altra volta sul campo da quidditch, magari ti si raddrizzano le idee” insomma, continuo sulla linea dell'ironia offrendole anche un sorriso, non voglio trasferire la chiacchierata su toni più seri, non mi sembra il caso. Non sono la persona più sensibile ai cambiamenti di umore degli altri, ma non sono nemmeno tanto insensibile da non cogliere che questo è un momento piuttosto duro per la mia compagna di grifondoro. Ancora non so bene quale sia l'origine del suo malessere ma più parliamo, più iniziano ad emergere un paio di dettagli che mi fanno avvicinare alla risposta. Un ragazzo. Possibile che Halley stesse davvero così per un ragazzo?! Ma soprattutto, QUALE ragazzo, è il soggetto di cui stiamo parlando che mi fa storcere il naso in una smorfia di disappunto. E quando poi accenna al motivo dell'evidente scontro che deve esserci stato fra i due - uno dei tanto sembrerebbe - annuisco come se quell'informazione non mi suonasse nuova. Io l'ho detto che le piscia un po' troppo intorno, in maniera così insistente da sembrare soffocante a volte, però ecco “partiamo da presupposto che io Harris lo conosco poco e niente” e dal tono della mia voce si può cogliere che la cosa non mi dispiace affatto, anzi, sembro quasi sollevata dal non doverci avere niente a che fare... probabilmente perchè è proprio cosi “però la cosa non mi suona tanto strana. Non lo so, direi che quell'insistente metterti le mani sul culo mi aveva suggerito in qualche modo che potesse essere possessivo” e questo no significava affatto che io li avessi osservati per chissà quanto tempo, non era necessario farlo: ogni volta che mi trovavo a scorgere Halley in giro per i corridoi era affiancata dal simpaticissimo serpeverde, sempre presente come un vero cane da guardia con i denti digrignati. All'improvviso vengo assalita da un dubbio che mi fa bloccare per qualche attimo. Spero di sbagliarmi insomma, devo sbagliarmi, è che da questo punto di vista temo di essere un po' paranoica “Halley... non è che durante queste scenate di gelosia è aggressivo, vero?” gli uomini che ho conosciuto, fatta eccezione per un paio, mi hanno insegnato che spesso tendono a risolvere le cose con la violenza, che non hanno nè pazienza nè la capacità di accettare un no come risposta. Di conseguenza è per esperienza personale che parlo, che chiedo, perchè sono sicura che non sia così, ma metti caso...
    “Hai ragione, vorrei avere il superpotere di smettere di macinare pensieri ogni tanto!” wow, l'ho detto davvero, proprio io che ponevo sempre l'azione davanti al pensare. In seguito agli eventi che hanno costellato la mia esistenza, il mio personaggio si è mosso verso un'evoluzione che non avevo mai considerato prima e che non vedevo tanto nelle mie corde. Eppure, non smetto mai di smentirmi “sono sopravvissuti i migliori” con la mia spalla do un colpetto a quella di Halley; tante ragazze avevano attraversato la porta della nostra stanza portando perlopiù disordine. Adesso invece, da quando siamo fra di noi, sembra che questo sia diventato davvero il nostro spazio, con il suo insolito equilibrio. Non ci avevo mai riflettuto prima d'ora ma effettivamente, era davvero così. I toni della nostra conversazione cambiano nuovamente, si fanno più seri e in qualche modo mi ritrovo a fare una sorta di stima della mia vita... penso di essere ancora troppo giovane per farlo, ma eccoci qua “non voglio ritrovarmi in una situazione in cui non sono fedele a me stessa. Nè tantomeno voglio circondarmi di persone a cui devo sempre delle spiegazioni” aveva senso come risposta? Per me sì, perfettamente; non ho mai sopportato l'idea di dover perdere il contatto con me stessa solo per far felice qualcun altro, e se mi circondo di persone che reputo amiche non vedo nemmeno perchè dovrei stare lì a giustificare le mie azioni. Ho sempre tenuto così tanto alla mia libertà, ho fatto tanto per ottenerla e ora non voglio permettere a nessuno di portarmela via, anche fosse solo un minimo “la vita è già stressante di per sè” aggiungo a voce bassa un po' come se fosse una riflessone fra me e me. Quindi figurarsi se reputavo giusto farsi rovinare l'esperienza da uno come HARRIS. Ok, non riesco a frenare il mio disappunto, questo perchè reputo Halley abbastanza intelligente da non finire con uno come lui. Boh, ci vedrà qualche fascino nascosto che io invece ignoro del tutto“mmh” il punto della questione però, non sembrava essere solo il serpeverde. Così annuisco, mi ritrovo ad aprire la bocca per poi richiuderla immediatamente, perchè quando si parla di famiglia non so mai come approcciare l'argomento. Eppure qualcosa mi sentivo in dovere di dirla “ed è una cosa così terribile?” aver deluso la sua famiglia, intendo. La grifondoro mi sembra una a posto, con la testa sulle spalle... cosa potrebbe aver mai fatto di tanto grave?
    “Davvero? Qualcosa in più da aggiungere alla tua routine già abbastanza piena” faccio dell'ironia, ma in realtà condivido questa iniziativa “che genere di lavoro?” mi ritrovo ad interessarmi alla questione e a condividere con lei molto di più di quanto non avessi mai fato. Che comunque, non è poi così male.

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    L'obiettivo è stato colpito e affondato. Letteralmente. Roy sprofonda in acqua provocando un tonfo più grande di quanto pensassi in realtà, doveva essere molto rilassato poggiato a bordo piscina. E invece sono arrivata io a scombinargli i piani e a rompere gli equilibri “ti è piaciuto? Ho giocato tutto sull'effetto sorpresa” me la rido ammirando il mio successo: un compagno di casa a cui sarà sicuramente entrata l'acqua dal naso e che quindi, a causa di un mio scherzo immaturo, ha perso tutta la sua compostezza. Immaturo, sì, ma divertente anche.
    Quindi, dopo aver annunciato la mia presenza in maniera assolutamente regolare, mi accomodo a bordo piscina con le gambe a penzoloni nell'acqua dalla temperatura ottimale. Nè calda, nè fredda, quella perfetta via di mezzo che solo Hogwarts sa regalare “mmmh, capisco” annuisco comprensiva alle sue parole, consapevole di una grande verità “non sempre casa è il posto migliore” per tutta una serie di motivi. Per me non era così, per me casa era quella con la C maiuscola: escluse le volte in cui l'ingombrante presenza di Ethan cambiava la mia percezione di casa, quel posto per me è sempre stato un luogo caldo, sicuro, familiare e rassicurante. Le cose però cambiano, anche se alcune preferiremmo che non lo facessero. Quindi, alla luce di ciò, rispondere alla sua domanda mi viene piuttosto naturale “...perchè non sempre casa è il posto migliore” camuffo la crudele verità dietro a quell'affermazione a cuore leggero ridendoci su, sono sempre stata brava a camuffare, anni di esperienza per evitare che la gente provi a sfruttare le mie debolezze contro me stessa. Inoltre questi non sono argomenti da affrontare durante quella che dovrebbe essere una piacevole sosta in piscina “c'è troppo casino ultimamente, la stiamo ristrutturando ed è meglio se sto fuori dai piedi” ovviamente non è vero, non del tutto almeno: non "stiamo" ristrutturando, sono "io" che la sto ritinteggiando per cancellare le prove dei miei sfoghi di magia causati dalla rabbia. Il lavoro in realtà è praticamente ultimato, però è vero che ho lasciato troppo casino in giro. Per questa volta non avevo alcuna voglia di tornarci. Sentivo di non averne bisogno, sentivo che non mi avrebbe aiutato così, dopo tanto tempo, ho preso una scelta consapevole di quelle che sono le mie esigenze. Che stia davvero maturando? Che stia davvero entrando nel periodo zen della mia vita? Francamente ne dubito, ma mi consola vederla sotto questa prospettiva.
    “Vedi, pensa che noia sarebbe stata... chi lo sa, magari avresti rischiato di affogare se ti fossi addormentato” mi porto le mani al petto con fare drammatico “ti ho praticamente salvato la vita in effetti!” un bel modo di rigirare la frittata e trasformare uno scherzo in un salvataggio “certo, una spiaggia dei Caraibi forse sarebbe più sicura” perchè? Glielo spiego subito “non so se sai cosa si dice riguardo la piscina, che ci sia un poltergaist che ogni tanto si aggira da queste parti a fare scherzi decisamente meno piacevoli del mio” faccio spallucce, questo perchè io non ho mia visto nessun poltergaist e queste sono solo dicerie sentite in giro. Quindi insomma, nulla da dover prendere troppo sul serio “non so se sia vero, fatto sta che di recente questo posto è frequentato da meno persone” Roy è uno che teme questo genere di cose? Non ne ho idea, credo che lo scoprirò molto presto...



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    “Nemmeno, prima volta” insomma una coppia di inesperti alle presi con cose lette solo nei libri fantasy o al massimo di mitologia, che alla fine è praticamente la stessa cosa. Nonostante sia la prima volta per entrambi però, riusciamo a cavarcela secondo me dignitosamente. Mi sembra che si sia creata una certa collaborazione tra me ed il serpeverde, il che mi ha reso il lavoro decisamente più lineare e meno complesso. Quindi dandoci una mano a vicenda, arriviamo finalmente al cuore del labirinto, al cospetto del mooncalf a cui tendiamo fondamentalmente un agguato. Approfitto del suo momento di distrazione in cui è occupato ad avere i flash del Vietnam e arrivo con un incantesimo alle sue spalle. Missione quasi compiuta “ottimo! Speriamo basti a calmarlo un po'” l'intenzione sarebbe prima quella di comprare la fiducia del mooncalf con la caramella, e poi procedere con tutta calma alla ricerca dell'uscita. Si spera almeno. Comunque un minimo la caramella lo fa, lui si calma e Aiden si preoccupa di prendere in braccio la creatura nonostante questa chiaramente si agiti ancora un po'. Però gestibile, bene così “sì possiamo andare... mi chiedo verso dove però" non vedo archi o passaggi vicino a noi, probabilmente saremo costretti a trovare l'uscita attraversando di nuovo il labirinto “cavolo, quanta fatica che ci costi!" mi riferisco al mooncalf dagli occhioni giganti che ogni tanto si agita e ogni tanto pare spegnersi quando guarda in direzione della luna. Beh, ci basta che faccia il bravo ancora per un po'.
    L'aria è densa, la terra umida e tutto troppo silenzioso. A meno fino alla domanda di Aiden “non saprei... sono anche delle prede però, magari hanno un'innato spirito di sopravivvenza. Perchè me lo chiedi?” c'era un motivo nello specifico? Il piccoletto faceva versi strani? Istintivamente prendo a guardarmi intorno e presto capisco il motivo della domanda. Lo sapevo che era una cazzo di arena, lo sapevo che c'era la fregatura! La faccia della Lancaster urla "vi odio" da ogni poro, sembrava troppo facile lasciarci andare così. Eccolo là, il predatore naturale dei mooncalf, un'orribile Hodag che sembra frutto di uno di quegli esperimenti dove si combinano parti di animali diverse. Brutto davvero. La prima cosa che adocchia è la sua cena: il mooncalf tra le braccia di Aiden rivolge a sua volta lo sguardo all'altra creatura, giustamente terrorizzato “merda” succede tutto in quella che mi sembra una frazione di secondo: l'hodag abbassa la testa e carica occhi-del-cuore (il mooncalf, per intenderci) come fosse un ariete impazzito e quest'ultimo inizia a dimenarsi più agitato che mai “petrificus totalus!” ci serve fermo. Ancora qualche attimo e si sarebbe svincolato dalla presa del serpeverde andando incontro a morte certa. Intanto il mio incantesimo si sovrappone a quello di Aiden, che fa spuntare tre serpenti dalla bacchetta. C'è uno strano momento in cui mi sembra che i serpenti siano molto più interessati al mi compagno piuttosto che all'hodag, ma non ho sicuramente il tempo di indagare. Indietreggio, mi volto e la Lancaster si dimostra essere anche abbastanza simpatica “l'uscita, da questa parte!” mi muovo verso l'arco e urlo in direzione di Aiden che però non sembra sentirmi “Aiden che cazzo fai, muoviti!” niente. Sembra immobilizzato. E l'hodag sembra aver iniziato a farsi strada verso di lui. È con uno scatto veloce, quasi un salto, che mi frappongo fra Aiden e la creatura incazzata “incendio!” mi viene spontaneo richiamate quell'incantesimo, forse il rapporto tra me e il fuoco sta davvero cambiando. Infatti l'incantesimo è subito responsivo: una una luminosa e vivida fiammata momentanea, si scaglia davanti a noi facendo indietreggiare l'hodag che sembra anche essere stato ferito dal fuoco. Non riesco bene a vedere oltre le fiamme, so solo che adesso mi sembra più incazzato di prima. Solo allora mi ricordo del sacchetto di buiopesto che ho ancora in tasca. Beh, quale migliore occasione. La lancio davanti a me, quasi in faccia all'hodag. Questo ci servirà per guadagnare un po' di tempo. Strattono il braccio di Aiden, me lo tiro così che mi segua verso l'arco apparso poco prima. Sento i versi dell'hodag ferito che nonostante tutto, continua a provare a farsi strada nella coltre di fumo nero che ci fa da muro. Prendo a correre in direzione del varco, i versi dell'animale si fanno sempre più lontani e non sembra che ci stia anfora dietro. Forse sta morendo? Quei serpenti erano parecchio aggressivi... Non importa, ci bastano le ultime falcate per uscire definitivamente dal labirinto e lasciarci il resto alle spalle. Prendo aria e, appena mi volto in direzione del mooncalf, casto un finite che lo libera dal mio incantesimo. Ed eccolo di nuovo qua, il tremante animaletto ritorna a tremare in libertà. Sano e salvo “sì, una bella squadra” guardo la strana espressione di Aiden e ripenso al quel blocco momentaneo che ha avuto poco prima “ma cos"è successo poco fa?” la professoressa ci raggiunge subito dopo, quindi non so se Aiden abbia sentito la mia domanda o se mi risponderà mai. Fosse successo ad un'altra persona non mi sarei stupita, ma Aiden? Il meccanico Aiden immobilizzato davanti ad un hodag, questo si che è davvero insolito.







    Kynthia Lloyd, grifondoro, quarto anno.

    Quando l'hodag si palesa, lancia un petrifucus totalus sul mooncalf che si dimena rischiando di riuscire a liberarsi dalla presa di Aiden. Prima usa un incendio (i dettagli citati sull'incanto sono dovuti al fatto che Kynthia è un elementalista di fuoco) per allontanare l'hodag, probabilmente ferendolo nel tentativo. Poi usa la buiopesto per aiutare Aiden che sta per essere attaccato dalla creatura e inizia a correre a tutta birra verso l'uscita. Fuori dal labirinto, usa un finite per liberare il mooncalf dal petrifucus.
    Interagito con Aiden, claro.
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    Buona l'idea della buiopesto, ottimo, grazie! Ma sarebbe stato meglio se l'avessi usata... già, come darle torto. E invece la fretta del momento mi ha fatto scordare di averla in tasca. Annuisco all'insegnante con l'orgoglio un po' ferito, perché effettivamente sono stata un po' scema. Ma alla fine non tutti i mali vengono per nuocere, credo, voglio dire, adesso ho un sacchetto di buiopesto in più che posso sfruttare per dopo. Infatti la lezione non si conclude affatto qui e, una volta che tutti i gruppi hanno fatto rientro, si riparte con la lezione. Mooncalf che mi domando cosa mangino per avere uno sguardo così allucinato. Siccome non mi sembra un tipo di domanda da fare, lascio perdere. Questa volta sto in silenzio ad assimilare le informazioni di chi è più veloce di me a dire qualsiasi cosa e intanto resto pronta per un'eventuale ripartenza, accanto al serpeverde. Sento le mani più calde del solito, è insolito per me ma allo stesso tempo ci sto quasi facendo l'abitudine, perché non è la prima volta che capita. Mi sollevo le maniche guardando in direzione di quel mooncalf che sicuramente ha visto giorni migliori. “Una caccia al tesoro quindi” commento fra me e me, kggi gli tocca fare il coniglio mentre noi saremo i sadici segugi che gli stanno alle calcagna. Non molto piacevole, sicuramente.
    Questa volta la professoressa vuole che entriamo in un labirinto e che, appunto, troviamo la creatura e la riportiamo a casa base. Stop, istruzioni semplici e lienati, vai, catturalo e riportalo illeso. Ci intima a rispettare lo stesso ordine di prima quindi anche questa volta, io e Aiden apriamo le danze. Osservo un po' l'arco prima di attraversarlo, lascio che Aiden mi preceda di qualche passo e poi anche io lo raggiungo. Un fruscio di foglie e rami mi fa intendere che qualcosa si è chiuso alle nostre spalle e infatti... “ah, ok, ho capito” mi guardo alle spalle e il passaggio di prima è stato sostituito da un muro di fogliame misto “la Lancaster non scherza... però piuttosto brava a creare l'atmosfera giusta” per qualche strana ragione abbasso la voce, non lo so, sarà la luce flebile. Sarà il labirinto. Tutto mi suggerisce di fare passi piccoli e tenere un profilo basso, quindi facciamo che mi fido del mio istinto. “Mai stato in un labirinto?” io, sinceramente, no. Prima volta. Lui, boh, non lo scopriremo mai visto che non ricevo nessuna risposta. Però sappia cosa fare, o almeno, sembra avere un'idea: si muove verso la parete e poggia una mano contro di essa. Annuisco capendo la sua intenzione, credo di aver visto questa cosa in qualche film, se tieni sempre il contatto con una parete non dovresti perderti all'interno di un labirinto, o una cosa del genere. Sto per affiancarlo ma lui è più veloce nel prendermi la mano. Sta diventando per caso un'abitudine? Prima guardo in basso in direzione delle nostre mani e poi, quando parla, alzo lo sguardo su di lui. Ha effettivamente ragione, ma, ecco “gentile, ma non ti preoccupare ” non mi sento molto a mio agio a camminare così, ci facevo meno caso quando mi ha semplicemente tirato via per salvarmi il culo dall'occamy. Mi chiedo quando potrò finalmente condividere un contatto a cuor leggero, che poi, non è chissà quale contatto questo. Eppure che cos'è, semplice disagio, un assolutamente non sano spirito di indipendenza un po' troppo alto? Quella mia mania di non volermi far aiutare? Non lo so, fatto sta che semplicemente lascio, la presa, mi sposto avanti e poggio la mano destra contro la parete ramosa esattamente come lui “ecco, sto davanti, così al massimo mi tieni sott'occhio visto quello che è successo prima” mi riferisco all'incidente con le giunchiglie, per adesso questa formazione è la migliore.
    Procediamo abbastanza in silenzio, la luce della luna illumina leggermente la zona ma insomma, neanche tanto. Ad un tratto sentiamo un suono entrambi accompagnato da un movimento sospetto proprio davanti ai nostri occhi “forse, ma muoviamoci piano” se è veramente il mooncalf abbiamo avuto una fortuna spropositata: prima ci si palesa davanti l'uovo d'oro, adesso la creaturina timida... troppa, troppa fortuna. Infatti, troppa: in una frazione di secondo, Aiden si abbassa di qualche centimetro. E non è perchè è effettivamente lui a diventare più basso, ma perché una pianta dagli scuri tentacoli minacciosi si è particolarmente affezionata alla gamba del serpeverde. C'è solo una cosa da fare “Lumus Maxima!” una coincidenza incredibile che anche io stia usando lo stesso incantesimi per lo stesso motivo ma per cause diverse. Davvero, una coincidenza incredibile. Comunque agisco immediatamente tendendo il braccio oltre la spalla del biondino, in direzione delle sue gambe. La luce dà fastidio al tranello del diavolo, ed è cosa risaputa. Infatti eccolo che in seguito al bagliore di luce che lascia la mia bacchetta, si ritira via liberando la presa “ottimo, non amo essere in debito... però a questo punto forse è meglio se ci scambiamo di posto. Dopo di te” con un gesto della mano invito ironicamente il serpeverde a precedermi e così eccomi alla posizione iniziale, alle spalle del mio collega. Che si è persino cimentato in quella che voleva essere una battuta? Wow, forse si sta leggermente ammorbidendo? NAAAH, magari è stata solo un'illusione.
    Man manco che avanziamo sembra che la luce della luna non sia più sufficiente, gli occhi iniziano a farsi stanchi per lo sforzo e ho paura che tra poco potrei scambiare un arbusto per una volpe... ah, ma quanto sono scema! Ma certo!
    Visibula Noctambulus"
    gli incantesimi sono due, uno per me e uno per Aiden che sicuramente apprezzerà il pensiero. Credo. Si volta verso di me in maniera tanto improvvisa che faccio uno scatto indietro “appreso di recente, chi lo avrebbe detto che sarebbe tornato subito utile” adesso è tutta un'altra storia! Appare subito tutto più chiaro il che ci permette di procedere in maniera leggerete più spedita, dobbiamo comunque stare attenti a non fare troppo casino.
    Giungiamo finalmente ad un punto di svolta “sarà il centro del labirinto?” chi può dirlo... non è che è un'arena? No dai, certo che penso davvero sempre al peggio eh. Però, istintivamente, rafforzare la presa sia sulla bacchetta che sul sacchetto di buiopesto che continuo ad avere in tasca come se potessero servirmi da un momento all'altro
    Presto però mi accorgo che per adesso posso rilassarmi: all'orizzonte si vede solo il mooncalf che fissa la luna nel cielo come se fosse la più bella delle apparizioni “eccolo! Bene, ora pensiamo a come fare” la risposta del serpeverde è molto rapida: giù. Giù? Inizialmente non capisco bene che intende ma quando si abbassa praticamente a stendersi sul terreno come un marines allora capisco. Io effettivamente mi abbasso restando però piegata sulle ginocchia, più comodo per muoversi, la scelta di Aiden mi appare piuttosto strana... come molte delle cose che fa in realtà. Vabbè comunque non è questo il momento di pensarci, anche perchè subito dopo gli viene un'idea davvero figa: lancia un imaginem proiettando davanti al mooncalf le immagini dei suoi simili. Ed ecco che la creaturina si rilassa facendomi anche piuttosto sorridere eor le movenze strane che fa “ehi, bella idea! Così non si accorgerà nemmeno di noi” bella idea davvero. Bene, adesso che il diversivo è stato creato, arriva il momento della cattura. Continuiamo ad avvicinarci, piano, con cautela e quando siamo abbastanza vicini penso a come fare per evitare che sgusci via. Forse un sacco? Oppure, oppure mmh... intanto un'idea aletarnativa si inizia a dleineare nella mia testa, quindi mi avvio: mi sollevo un po' facendo un cenno sulla spalla ad Aiden per avvertirlo della mia intenzione. Mi muovo, cerco di avvicinarmi il più possibile, e poi quando ce l'ho a tiro
    “levicorpus!” ecco che l'animaletto viene tirato su, in alto, sospeso a mezz'aria. Non sembra divertirsi molto, non deve essere super piacevole, ma sarebbe stato meglio chiuderlo in un sacco?? Dubito “è il meglio a cui sono riuscita a pensare ” un pensiero durato effettivamente poco“non volevo fargli male ” e questo è vero, Faccio in modo che il piccoletto voli basso “ehi ehi, adesso ti portiamo via. Hai qualcosa tipo una caramella? Per calmarlo” adesso che si fa, wingardium leviosa fino all'uscita? A proposito “dobbiamo anche capire come tornate indietro... con lui”








    Kynthia Lloyd, grifondoro, quarto anno.

    Interagito con al prof e con Aiden. Questa volta non fa nessuna domanda, si limita ad ascoltare e poi parte alla ricerca del mooncalf. Inizialmente aiuta Aiden a liberarsi dal tranello del diavolo con un lumos maxima, procedendo casta su entrambi un visibula Noctambulus per vederci meglio al buio. Avvistano la creatura e si avvicinano di soppiatto e mentre è distratta dall'illusione creata da Aiden Kynthia arriva a bloccare il mooncalf con un levicorpus per evitare di toccarlo e quindi fargli male (almeno questo lei spera)
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    “Dove sta il mio maglione blu??” letteralmente urlo dal nervoso, la mia pazienza si è esaurita. Il motivo per cui sembra scomparso nell'aire, è sicuramente che quel maglione l'ho fatto provare una volta a Grace, tempo fa, e ora non riesco più a trovarlo. Aaaah, che nervi. Fa niente, vorrà dire che rimarrà qui in giro, da qualche parte. Non sono mai stata una persona troppo ordinata, il mio armadio me è la prova, un luogo oscuro dentro cui lancio le cose quando sono di fretta. Perchè sono praticamente sempre di fretta: la notte non dormo particolarmente bene, di conseguenza la mattina mi sveglio di soprassalto e decisamente troppo tardi per fare le cose con calma prima che inizino le lezioni. Poi devo ricordarmi degli allenamenti, guai a saltarne uno atrimenti Halley te la fa pagare facendoti faticare abbastanza da recuperare le ore perse. Cioè, dipende, dipende dal suo mood che ultimamente mi è sembrato alquanto altalenante. Comunque per adesso l'unica cosa che devo pensare a fare bene è la valigia: ho promesso a mio nonno che per l'anno nuovo sarei tornata in Grecia e normalmente è mio solito mantenere le promesse. In fondo è sempre rigenerante andarci e siccome ho deciso di farmi le feste di Natale per i fatti miei, questo mi sembra anche un buon compromesso.
    Il maglione blu non salta fuori, boh, sarà magari finito per sbaglio in un armadio non mio. Giro per la stanza vuota facendo un ordine mentale delle cose che avrei dovuto mettere in valigia e giungo abbastanza presto alla conclusione che la valigia può ritenersi pronta. Ho tutto quello che mi serve. E adesso? Mi distendo sul letto pancia all'aria, fisso il soffitto e per un attimo tutta questa calma mi sembra surreale. Forse mi mette anche un po' di angoscia. Sono cambiata, è da un po' di tempo a questa parte che cerco di non stare mai troppo ferma, che cerco di non avere tempo a disposizione per riflettere su me stessa o cose così. L'autoanalisi preferisco risparmiarmela. Quindi, devo fare qualcosa. È un'urgenza. Mi ricordo che Hogwarts, oltre alla magnifica opportunità di fare luuuuunghe passeggiate nei suoi giardini, mette a disposizione una piscina. Non ci vado da tantissimo tempo, quindi ho deciso che ho trovato la mia attività tappa buchi. Scatto mettendomi a sedere sul bordo del letto, in un attimo afferro il mio solito costume intero rosso e, dopo aver superato il trauma di doversi togliere un caldo maglione, indossi il costume sotto ai vestiti. La strada la conosco bene perchè in realtà è un luogo che ho frequentato molto, essendo il nuoto una delle mie passioni. Chissà come mai è da così tanto che non vado.
    Passo dopo passo, arrivo alla grossa struttura dentro cui si trova la piscina; in questo periodo, nonostante l'acqua sia riscaldata, non è per nulla utilizzata. Entro, faccio tutto quello che devo fare, cioè cambio d'abito, scelta del punto perfetto da cui entrare in piscina ecc ecc quando proprio avvicinandomi al bordo non intravedo una figura familiare. È Roy, mio concasato e compagno di squadra, che se sta beato a rilassarsi a mollo nell'acqua perfettamente temperata. Sta con gli occhi chiuso, quindi dubito mi abbia vista. E allora opto per l'approccio simpatico: passeggio vicino al bordo finchè non arrivo alle sue spalle e allora, con un leggero ma improvvisamente colpo del piede, spingo i gomiti che gli fungono da appoggio per stareezzo fuori dall'acqua. Insomma “che fai qui? Stai poltrendo?” un improvviso tono scherzosamente accusatorio rivela la mia presenza. È stato un approccio simpatico? Magari no, ma mi annoiavo “nenche tu a casa per le vacanze vedo” dico giusto per fare conversazione mentre mi metto a sedere gambe a mollo a bordo piscina.



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    “Ti inquietava? Davvero?” non celo stupore nella voce, un po' perchè non ho mai visto la solitudine come inquietante probabilmente perché è stata ed è tutt'ora una mai fedele compagna: quando devo riflettere, fare chiarezza, scaricare i nervi, sembra che restare fra me e me sia il modo migliore per farlo. Penso a voce alta ragiono, giungo a conclusioni. Insomma, per carità, non che aborri così tanto l'idea di condividere con gli altri i miei pensieri ma sembra che sia semplicemente più brava a farlo da sola. Dall'altra parte la mia sorpresa è anche dovuta al fatto che questa frase che esce dalla bocca di Halley mi suona strana. Mi sono creata una sua immagine nella mia testa, per quello che l'ho conosciuta e per quello che ho potuto vedere. Fondamentalmente non mi è sembrata una persona dal bisogno disperato di socialità, ma evidentemente i momenti bui ci sono per tutti, no? E questi momenti bui, spesso, ti cambiano e ri fanno fare cose che in tempi normali non avresti fatto. Magari è così anche per lei “oh, andiamo, tutti nella vita ci contraddiciamo ogni tanto. Non farne una tragedia” e insieme a questa sincera riflessione, le rivolgo una sorriso che vorrebbe essere incoraggiante. La coerenza è sopravvalutata, la gente è mutevole, nessuno può restare uguale per sempre e l'importante è seguire le proprie sensazioni ed essere fedeli a sè stesso. Questa cosa me la diceva sempre mia madre, ed è una di quelle cose a cui do più valore ora rispetto a quando non fosse ancora viva. Mi dispiace aver capito troppo tardi cosa volesse dirmi, non ho avuto il tempo di ringraziarla. Ogni tanto sono troppo cocciuta nella vita, giungo troppo velocemente alle conclusioni e sono affrettata nel dare i miei giudizi; all'epoca credevo che le persone non potessero cambiare, stronzo nasci e stronzo resti. Oggi invece credo che si possa fare, almeno entro i limiti del possibile. Non come Ethan, lui così è nato e così morirà, non vedo alcun margine di miglioramento. Incredibile come ogni tanto il pensiero di quell'uomo arrivi a rovinarmi le giornate. Comunque, non oggi.
    E' vero, un'altra giornata portata a termine senza troppe rogne... pare che purtroppo Halley non possa dire la stessa cosa. E siccome al suo che merda inizio a pensare che la questione si sta facendo seria, mi autoinvito a sedermi sul bordo del suo letto perchè credo che la grifondoro abbia bisogno di essere ascoltata con un po' più di attenzione. Quando sento l'idiota poi, mi scappa un “aaaaaah” accompagnato dall'annuire della mia testa. Allora ecco a cosa ci stiamo riferendo “parli di Harris immagino” ok, ammetto che il mio tono non è completamente neutro. Ma perchè dai, è di Harris che stiamo parlando, un soggetto che si presenta da solo. E non lo fa sicuramente nella maniera più positiva. La relazione fra lui ed Halley non è di certo un segreto, ma perchè Harris, non è di certo una persona discreta. Ogni occasione è buona per pisciarle intorno, come no, è quasi nauseante... è una fortuna che la mia compagna di stanza possa vedere solo la mia espressione e non leggere i miei pensieri, credo.
    “Tu ci scherzi, ma mi sembra passato tantissimo tempo da quando sono riuscita a sentire i miei stessi pensieri!” la parlantina della nostra carissima compagna di stanza e di squadra, è famosa. Famosissima. Fondamentalmente è una radio, sia per la quantità di parole che pronuncia la giorno, sia per le notizie che quotidianamente porta con sè. Sempre aggiornata, sempre sul pezzo, Grace è come un giornalista in caccia di scoop. Dovrebbe considerarla una possibile carriera per il futuro “anche questo è vero, glielo concedo” insomma, se manca lei chi è che ricopre i ruolo dell'allegra del gruppo? Sicuramente non io. E sicuramente, vista la sua espressione, neanche Halley. La grifondoro è davvero strana oggi, non credo di averla mai vista così “sì?” rispondo al suo richiamo improvviso e seguito nell'ascoltare la sua domanda. Una domanda dalle sfumature esistenziali. Allargo gli occhi, corrugo la fronte facendomi in avanti con il busto come a volermi -e volerle- chiedere se ho sentito bene. Ho sentito bene? Mi sa proprio di sì “beh, dunque” nonostante lo stupore iniziale, inclino la testa di lato riflettendo seriamente sulla domanda: la risposta non tarda molto ad arrivare “sempre. Non ne ho proprio idea” verità, verità assoluta. Solo sincerità nelle mie parole, e un mezzo sorriso sul mio viso. Però... “però mi è capitato più volte di pensare a cosa non voglio. Ho realizzato che è più facile se cambi prospettiva, così senza accorgermene, ho creato la mia lista mentale delle cose che non voglio. Provare per credere” il mio è un invito, un invito a pensare almeno ad una cosa che non vuole. E poi ci provo, ci provo davvero a non approfondire, ma vederla così è troppo strano. Non è lei, non la Halley che sono abituata a vedere “Halley, non voglio farmi gli affari tuoi” davvero, è l'ultima delle mie intenzioni “ma per caso ha a che fare con l'idiota?” è davvero una persona come quella ad aver scatenato dentro di lei questa confusione che l'ha portata a porsi domande esistenziali come questa? No dai, non ci credo. Non voglio crederci, mi rifiuto.


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    Insomma, se la lezione inizia su queste note pacate può soltanto andare a migliorare, giusto? Non lo so, staremo a vedere. Lanciando un'occhiata rapida a Grace non mi sembra che abbia tutta questa voglia di discutere, alla fine la definirei un tipo un po' troppo esuberante per essere appassionata alle liti. Semmai è la serpeverde che mi aspetto non abbassi tanto facilmente l'ascia di guerra. Oppure sì? No perchè sarebbe necessario: caso vuole che, dopo il nostro bellissimo giro di domande e risposte sull'argomento del giorno, la mia coinquilina debba proprio essere costretta a collaborare con la rossa di serpeverde per l'esercizio di oggi. Insomma, che culo. E vista questa scelta, posso concludere che la professoressa sia effettivamente un po' sadica “credo che tu abbia bisogno che ti dica buona fortuna” faccio ironica alla grifondoro per poi darle le spalle e andare invece verso il tavolo su cui sono disposti svariati oggetti, più o meno di uso comune, più o meno babbani. Di lì a poco sento qualcuno raggiungermi, è Aiden, il compagno che mi è toccato per questo compito. Non so se sia una cosa positiva o no; non posso fare grandi previsioni, a parte che con i serpenti non so se con gli animali in generale se la cavi bene. Sicuramente se è bravo con le creature tanto quanto lo è con le parole, siamo spacciati. Che poi, chissà come mai ha così tanta difficoltà a comunicare. Non so, un ragazzo strano questo Aiden, un po' troppo difficile da inquadrare. Mi chiedo in effetti se sia possibile farlo “effettivamente, hai proprio ragione” erano già, quante, tre volte? "almeno è originale, le sale da tè sono decisamente troppo mainstrem” ironizzo sorridendo in sua direzione e prendendomi ancora qualche attimo per scegliere l'oggetto migliore per l'occasione. Non lo so, molti mi sembra che possano essere sostituiti da un incantesimo, come cesoie e torce... io sto cercando qualcosa di -oh “che abbiamo qui” un sacchettino nero. Lo sollevo per aprirlo e vederne il contenuto: polvere buiopesto. Ehi, sempre meglio di niente! Siccome mi sembra la cosa più interessante che il tavolo ha da offrirmi, la prendo e me la metto in tasca, non si sa mai.
    Siamo proprio noi ad aprire le danze quindi dopo un ultimo sguardo alla professoressa, passo a fare un cenno al mio compagno “ci sono, andiamo” e così faccio camminando in direzione dell'ingresso di quello che, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere un labirinto. E invece neanche tanto; certo, non è il massimo, non è equiparabile ad una passeggiata in pianura. Ci sono buche, sassi, piante dall'aspetto sospetto e Dio chissà quanti altri modi per spaccarsi un braccio. Insomma, ancora una volta si ostinano a provare a farci passare la notte in infermeria. Procedo dritto scostando i rami di qualche albero in mezzo alle scatole, quando vengo richiamata dalla voce di Aiden e mi giro quindi in sua direzione “sì hai ragione, non è da escludere” arrivare all'occamy non poteva essere troppo facile, dai, da qualche parte la fregatura deve pur stare. Eppure passano pochi minuti da lì a quando vedo in lontananza un flebile ma chiaro luccichio “oh, ehi, guarda lì!” senza alzare troppo la voce, richiamo l'attenzione del serpeverde dandogli una pacca sulla spalla e puntando con l'indice in direzione di un punto non meglio definito fra le fronde di un albero a pochi metri da noi. Tutto bene, abbiamo una direzione! Peccato che a forza di guardare in alto, mi siano scordata di guardare meglio dove mettevo i piedi: un acuto, fastidiosissimo suono simile a quello di una tromba stonata, improvvisamente risuona facendomi scattare all'indietro “...cazzo” non appena mi accorgo su cosa ho messo i piedi, ovviamente li sposto. Ma il danno è già stato fatto. Il serpeverde dal canto suo non muove un muscolo, non ha grandi reazioni e nonostante ciò la sua faccia impassibile mi fa comunque sentire colpevole. Mannaggia, non potevo stare un po' più attenta?! “è sicuramente opera della Lancaster, si sarà divertita a mettere cose del genere in giro” ed è così che l'occamy incazzato si palesò al nostro cospetto, ingrandendosi a vista d'occhio e con espressione incazzata. Dai, guarda lì come batte ferocemente le ali, quell'occamy è decisamente incazzato. Il primo istinto è indietreggiare, allontanarsi di lì ma giustamente, come anche Aiden ci tiene a ricordarmi, c'è un compito da portare a termine. La mano destra quindi scivola sul mio fianco a cui ho attaccato la bacchetta e la prima cosa a cui penso è “accio uovo d'oro!” il nido è troppo in alto, l'uccello-serpente troppo incazzato. Com'è che diceva la prof? Nel caso in cui incontrate un animale pericoloso l'opzione migliore è scappare, no? E quindi. Non appena sento il peso dell'uovo fra le mie braccia, un bagliore di luce si frappone fra me e la creatura pericolosamente vicina. Purtroppo resto mezza accecata anche io, motivo per cui devo affidarmi alla guida di Aiden per uscire di lì: fondamentalmente prendo a correre trascinata dal serpeverde, alle mie spalle sento l'impetuoso sbattere incessante delle ali dell'occamy. Appena riesco a riaprire gli occhi, scorgo l'arco da cui siamo entrati e così copro gli ultimi metri velocizzando il passo.
    E siamo fuori. Ho il fiatone. Mi sembra di non correre così neanche durante gli allenamenti. Mollo la presa sulla mano di Aiden, ho il fiatone “grazie per avermi trascinata” faccio ironica ad Aiden. Però davvero, letteralmente, trascinata come un sacco di patate. Riprendo aria e cammino in direzione della Lancaster, tutto sommato abbastanza soddisfatta perchè all'occamy non è stata staccata nemmeno una piuma “ecco l'uovo” sorrido al mio compagno, non è stata male l'idea del lumos, ancora non capisco come abbia fatto a lanciarlo con questa immensa tranquillità. Ok gestire bene le situazioni di stress, ma fino ad una certa “com'è che tu non sei minimamente scomposto?” per carità, c'è stato di peggio, ma un minimo di agitazione mi sembrerebbe normale “cavolo Aiden, mangiatela un'emozione ogni tanto!” ovviamente, il tutto con tono spiccatamente ironico. Non so se lo trovo più strano, divertente o inquietante. So solo che ripensare alla sua faccia impassibile mentre lancia quel lumos... beh, decisamente divertente.
    Kynthia Lloyd, 4° anno, grifondoro.

    Interagisce con Grace e poi quando è il suo turno, recupera dal tavolo degli strumenti un sacchetto di polvere buiopesto.
    Interagisce con Aiden e insieme a lui entrano nella foresta in cui, sbadata lei, calpesta una giunchiglia strombazzante che fa incazzare l'occamy. L'idea è quella di rchiamare l'uovo dal nico usando un accio, così da non sfiorare nemmeno la creatura.
    Quindi non l'affrontano ma scappano tornando da dove sono venuti.
    Visto che brava prof, ho ascoltato la lezione.



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    Che giorno è? Che ora è? Oddio, sono in ritardo? No. Ok, fiù, meglio così. Un risveglio non dei più morbidi quello di questa mattina, causato da un aggressivo raggio di sole che è riuscito ad oltrepassare l'unico angolino di finestra rimasto scoperto dalla pesante tenda che la copre. Con una precisione millimetrica, riesce a colpirmi proprio sugli occhi svegliandomi brutalmente prima del suono della sveglia stessa. La peggiore delle cose che possano capitarmi la mattina. Comunque fra uno sbadiglio e l'altro cerco di captare le frasi dei miei compagni di casata, di squadra e ormai praticamente di vita ma alla fine sembra proprio che io non abbia iniziato a carburare come si deve perchè il mio unico contributo alla conversazione è qualche mugulio non meglio definito e un saluto finale con la mano a Liam. Poi mi affianco a Grace per iniziare questa maledetta giornata “chi è quel sadico che mette trasfigurazione a prima ora? Ci vuole decisamente troppo impegno” è più quasi un bisbiglio a me stessa, ma l'attentissima grifondoro alla mia destra lo capta alla perfezione “pare che siamo dirette nello stesso posto allora” e ancora una volta... sbadiglio. Volente o nolente insomma, devo darmi una svegliata. Tra i corridoi della scuola si respira un'aria diversa: nella pratica non sembra essere cambiato chissà che cosa, gli studenti percorrono in gruppetti la strada che li porta alle aule, qualche incantesimo di poco conto continua ad essere lanciato in giro per ingannare il tempo e la noia, eppure sembra che queste siano diventate solo parentesi. La gente si guarda intorno quando cammina, si guarda alle spalle, ci pensa due volte prima di girare gli angoli. Ho iniziato a farci caso quando ho notato che fosse un atteggiamento quasi di massa. Come biasimarli, c'è soltanto stato un omicidio all'interno dell'impenetrabile Hogwarts, cosa vuoi che sia? Mi sembra un'esperienza assolutamente normale per dei ragazzini in età adolescenziale. Ma sì, alla fine quasi se non tutti qua fanno a gara tra chi ha vissuto più traumi nella vita, uno più uno meno non sarà poi 'sta gran cosa. Eppure nonostante ciò, tutti si fanno più guardinghi sospettando che fra di noi possa esserci un assassino. La mia opinione a riguardo è che non ho voglia di avere ansia per questa cosa, in parte sospetto (e spero) che il responsabile abbia lasciato la scuola. E in parte, anche perchè anche se fosse ancora qui non so quanto interesse possa avere nel far fuori dei ragazzini. Avrà uno scopo, no? Se fosse stato davvero pazzo avrebbe commesso qualche omicidio di massa... non lo so, credo di essere ancora in modalità investigazione dalla vigilia.
    Ed è così fra una divagazione e l'altra che passa la prima metà della giornata. Esco dall'aula e tiro su le braccia per sgranchirmi la schiena “cura delle creature” il che non è male, perchè è effettivamente una di quelle materie che non mi pesa seguire “non è che mi stai stalkerando?” un commento ironico a Grace, che anche quetsa volta si affianca a me in direzione della lezione successiva. L'unico problema di questa lezione è l'orario, solo perchè sono proiettata verso il pranzo che invece dovrà aspettare ancora un po', Usciamo dal castello, sembra che la lezione avverrà in un posto realizzato ad hoc per l'occasione. Mi piace quando è così, significa che si prospetta qualcosa di interessante “mmmh, non saprei. L'approccio aggressivo in realtà non mi dispiace” faccio a Grace allungando il collo per osservare meglio le siepi in lontananza “è che non rieso bene ad inquadrarla. Non capisco se sia solo severa o solo stronza” ed è per questo che la lezione che prevedo non è affatto pacifica “...il cibo per le sue creature” rido della mia stessa battuta, qualche passo e raggiungiamo la piccola folla che intato si è formata. Per prima coa leggo distrattamente il cartello di avviso posto proprio all'ingresso della zona preparata dalla Lancaster. La mia compagna di stanza non sembra molto contenta di vedere alcune facce in particolare, le si può leggere in faccia. Ed è per questo che le dò una piccola spallata, per riportare la sua attenzione sulla docente che ha appena fatto il suo glorioso ingresso uccidendo sul nascere ogni nostro possibile brusio. Che la lezioni di oggi sarebbe stata interessante l'avevo già mezzo intuito, ma la Lancaster ci tenne comunque a ricordarcelo. Poi prese a fare il suo discorso e così, giugiamo ai primi interrogativi della giornata e con essi, le prime dimostrazioni: una lunga cicatrice in questo caso, che segna in maniera diefinitiva il corpo della professoressa. Istantaneamente l'occhio cade sulla mia di cicatrice sull'avanbraccio destro che tuttavia sporge appena dalla manica della camicia. Ehi, posso iniziare a chiacchierare amichevolmente con la proff riguardo le rispettive ferite di guerra. Iniziano presto ad arrivare anche risposte pregne di sarcasmo “oh, ma perfavore” a mia reazione è immediatamente quella di far ruotare gli occhi verso l'alto in maniera piuttosto spontanea, insomma, non prendo le parti di nessuno ma trovo terribilmente noioso questo meccanismo da mean girl“wow, quanta voglia di litigare. Sospetto sia rabbia repressa” e incrocio le braccia al petto. Mi è scappata, mi è scappata la solita riflessione fra me e me che comunque credo che Grace sia riuscita a sentire, vista la vicinanza con me. Ed è allora che noto anche la presenza di Aiden, segue il suo saluto quasi militare. Cazzo, questo ragazzo è un fantasma, è sempre stato qui?“Ehi Aiden, non ti avevo visto” più onesta di così si muore. La sua presenza riesce ad essere tanto discreta quanto paradossalmente invadente a volte, non so, sarà l'insistenza con cui ti fissa con quegli occhi inespressivi.
    Beh, cerchiamo di fare qualcosa di produttivo invece: provo a prendere la parola per dire la mia, così, giusto per ingannare il tempo “intanto osserverei l'ambiente circostante, per capire se trovo una posizione ottimale per me e meno comoda per l'animale. Poi ne osserverei i micro-movimenti, beh, spesso si possono comprendere le intenzioni dell'animale se guardiamo attentamente il suo modo di muoversi o il modo in cui ci osserva” un po' come con i cani, no? Non ti avvicini ad un cane che ti guarda di sbieco mostrandoti i denti. A meno che tu non sia uno scemo totale.
    Questa breve introduzione ci porta dritti dritti alla seconda domanda, quella di natura più scolastica direi “sono sicuramente molto belli...” da lontano “effettivamente, somigliano a dei serpenti ma sono piumati. Sono classificabili più come uccelli o come rettili? Hanno pure le ali” domanda lecita, cme è anche lecito chiedere “professoressa, c'è un limite di dimensioni che un occamy può raggiungere? Cioè, potenzialmente potrebbe diventare piccolo quanto un granello di sabbia e grande quanto un grattacielo?” in qualche modo credo che trapeli il fatto che l'argomento è riuscito ad attirarsi la mia curiosità.

    Kynthia Lloyd, IV anno, Grifondoro
    Arriva a lezione cn Grace (assolutamente non contro la sua volontà, giuro) e inetragisce con lei lungo la strada.
    Quando arriva sul luogo della lezione si guarda intorno e commenta con Grace il battibecco del trinagolo Rain-Grace-Victoria, chi è vicino a lei potrebbe sentirla.
    Interagisce con Aiden e lo saluta quando si accoge della sua presenza, e infine pone due domande all'insegnante.
    Baciotti.





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    CITAZIONE (N O E T I C A @ 8/1/2024, 19:26) 
    Grazie a tutti quanti, da me si vive bene, soprattutto per il clima, infatti sto precisamente su un'isola spagnola, ovvero Fuerteventura. Scheda messa, spero possa piacere e di non traumatizzare nessuno con la mia mente contorta. XD

    Sul clima non avevo dubbi, la spagna mi ha sempre fatto una buona impressione quindi speriamo bene!
    Tranquillo ti accorgerai presto che i personaggi su questo forum non sono esattamente... equilibrati. Insomma, non traumatizzerai nessuno, non ti preoccupare :jump:
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    Holaaaa (sì, è una battuta pessima). Come si vive in spagna? Anche io tra poco dovrei viverci per un breve periodo, mi farebbe comodo saperlo ahahahha
    Comunque benvenuto, mi fa piacere che tu abbia optato per l'Hogwarts express per riprendere a ruolare =)
    Come tutti, anche io aspetto ansiosa di leggere la tua scheda, a presto!
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    insomma, qua si iniziano a scaldare gli animi e sembra quasi che qualcuno se la prenda sul personale per le accuse che gli vengono mosse. Wow, qua siamo su un livello supremo di immedesimazione, proprio ad uno stop successivo. Guardo William piuttosto impressionata per la performance, al punto che ad una certa vorrei anche dirgli di calmarsi e che non ha nessun figlio e nessuna moglie morta. Ma rovinargli il gioco? Come potrei? No, non sia mai.
    Qualcuno azzarda qualche ipotesi fuori dalle righe, qualcuno pensa che sia stato un teatrale suicidio. Mah, non posso dire di avere l'onore di conoscere la vittima ma dal profilo che ne è stati delineato non mi sembra un personaggio che facilmente potrebbe decidere volontariamente di togliersi dalle palle. Troppo egocentrica. Non lo esprimo ad alta voce, tengo il pensiero per me adagiandomi al tavolo e ascoltando nel mentre le varie opinioni. Assisto anche alle varie perquisizioni di chi ha deciso di assecondare la richiesta mia e di Poppy/Freya. Un vero e proprio spettacolo insomma, un tuca tuca generale. E poi ascolto la prevedibile accusa mossa da Axel, con tanto di ghigno e sorriso sbieco. Sorriso che si accentua particolarmente su quel love pronunciato come voce da culo come la sua faccia di culo. E poi espiro rumorosamente, scuotendo la testa “il danno d'immagine l'avrei avuto continuando a restare con te, caro maritino” anche i docenti sembrano essere interessati a ciò che sta accadendo, probabilmente gli piace vederci fallire o sono particolarmente fan dei gialli. Comunque sia “quindi continuo a sostenere che sia stato tu ad uccidere Renee. Non credo alle tue paroline zuccherosi e ai tuoi buoni propositi. Sposarti di nuovo? Poco credibile” in sostanza faccio la parte di quella che conosce fin troppo bene suo marito e che, quindi, non cede. Continua per la sua strada. In fondo è stato lui il mio sospettato fin dal principio “potresti essere stato abbastanza veloce da disfarti dell'arma alla prima occasione, che adesso è finita chissà dove. Quindi sì, per me sei tu il colpevole” e batto sul grosso tavolo in legno, come ad imitare il martelletto di un giudice che emana la sua sentenza: COLPEVOLE!

    ELOISE BROOKS - COGNATA DELLA VITTIMA

    Si tiene da parte a sentire le accuse altrui e ad osservare i vari sospettati svuotare le tasche. Alla fine interagisce con Axel e segue sempre la sua teoria iniziale: SEI STATO TUUU, INFAME.



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    Il mistero si infrattisce e presto diventa un accusarsi a vicenda. Prevedibile? Sì, molto, e va bene così perché fa parte del gioco “io non parlo di coincidenze, anzi, è proprio per questo che il collegamente fra il veleno e il signor Bass sembra troppo... banale” rispondo all'Aiden-detective procedendo per la mia strada, poi mi guardo per un attimo intorno, guardo le facce dei presenti, guardo il tavolo su cui la vittima giace (più o meno) senza vita. Poi l'occhio mi cade su quel mazzo di fiori, abbandonato, lasciato lì solo per un bigliettino? Mmmh, forse sì, o forse no “artemisia. È una pianta velenosa, i suoi fiori non sono rossi?” faccio riferendomi un po' a tutti e pensando che questa supposizione, se fosse vera, non prevederebbe l'azione di un abile pozionista. Chiunque potrebbe aver ricavato una polvere da un fiore già di per sè velenoso.
    Dopo il provvisorio blackout, le rivelazioni che vengono fuori sono così tante che si fa fatica a starci dietro: il figlio maschio pare avesse litigato poco prima con la madre, la figlia invece non è figlia dello stesso padre ma a quanto sembra... è figlia di mia marito! Oh che scoperta, oh che rivelazione! Quindi? Devo reagire come fossi scioccata, schifata e addolorata per la notizia. Mi porto una mano al petto guardando scandalizzata i presenti, Axel più di tutti, che si riconferma essere un “lurido porco” i somma, sono autorizzata a dargliene di ogni. Sulla mia stessa linea ma molto più teatrale abbiamo l'altro cornuto, William, che ci mette una buona dose di pathos nel reagire ad una delle scoperte più shock della serata. Un discorso anche abbastanza lungo che finisce con l'accusare la sorella della vittima, che si difende e torna a puntare su di me il dito. E quindi, questo è il momento giusto per controbattere e per fare ciò mi avvicino alla serpeverde alzando una mano all'altezza del suo viso come a voler fermare il suo monologo e qui, adesso, agisco “sì, ho frugato nel suo ufficio. Cercavo delle prove, e le ho trovate” salta fuori l'ennesimo elemento ad ingigantire le corna del marito della cara Renee “caro William, tu, qualunque sia il nome del tuo personaggio... comunque, mio caro, se avessi aspettato un po' di tempo ci avrebbe pensato Renee stessa a raccontarti tutto. A raccontarti dei suoi tradimenti, di quanto amasse mio marito e di come volesse rendere questo rapporto ufficiale per viverlo "alla luce del sole", cito testualmente ” massì massì, aggiungiamo anche noi elementi. Poggio una mano sulla spalla del caro grifondoro, quasi a volerlo consolare “ma questo sarebbe stato sconveniente per te... caro maritino” torno a rivolgermi al serpeverde, questa volta muovendomi in sua direzione “se tutti avessero saputo della vostra relazione anche io l'avrei saputo. E ovviamente, ti avrei mollato lasciandoti con il culo per terra. Perché senza di me sei un povero disgraziato senza un soldo. Ti avrebbe mandato in rovina e ovviamente avresti fatto qualsiasi cosa per evitarlo... persino uccidere. Ammetti di essere stato tu!” e non è finita qui “a proposito, su quella agenda tua sorella appuntava tante cose interessanti sai. Tipo i suoi affari loschi" che poi, agenda, post it, bigliettino... poco cambia il supporto, l'importante è venirsene fuori con qualsiasi informazioni a cazzo di cane grazie a cui discolparsi “l'avrei rovinata. Sarebbe stata questa la mia vendetta nei suoi confronti, ecco perché quella minaccia: questa sarebbe dovuta essere la sua ultima cena... da donna libera. Poi l'avrei fatta sbattare ad Azkaban” funziona, no? Perfettamente. Credo, immagino, non lo so neanche io da dove ho tirato fuori tutto ciò... ma ok così, l'importante è crederci, principio base di qualsiasi cazzata raccontata bene.
    Poi mi volto a sentire il riepilogo dei dati raccolti fino ad ora, di come nonostante tutto la figlia Poppy non mi butti addosso la colpa. Tuttavia “non sono ancora convinta che tu sia innocente... ma appoggio l'idea, anzi” rincariamo la dose “velocizziamo il processo, perchè non svuotare tutti quanti le nostre tasche? Per chi non ne ha, svuotate i reggiseni” chissà che qualcuno non abbia trovato il tempo di liberarsi della famosa arma del delitto.

    ELOISE BROOKS - COGNATA DELLA VITTIMA

    ALLORA. Fa un po' di cose.
    Innanzi tutto, ipotizza che l'arma possa essere un fiore di Artemisia secco e sbriciolato.
    Interagisce in generale con Aiden,William, Axel, Chanel e Freya.
    Prima si giustifica con Chanel dicendo di aver cercato le prove del tradimento di Axel (raga non ricordo i nomi) e di aver trovato una lettera per William in cui Renee gli confessava tutto e diceva di avere l'intenzione di rivelare la verità a tutti. Axel sapeva cosa volesse fare Renee ma se fosse stato lasciato sarebbe rimasto senza una lira perché quella ricca è la moglie. Inoltre scopre dalla famosa agenda degli affari loschi di Renee e minacciava quindi di mandarla in galera.
    Infine accoglie la proposta di Freya-Poppy e anzi, invita tutti a svuotare le tasche.
    FINE, CIAO.



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