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Edited by [bibliophile] - 13/5/2023, 19:22. -
.Rey Shiny | 5° anno | SerpeverdeSebbene era da molto tempo li a scuola, Rey aveva parlato tanto con poche persone.
Ciò che la attirava di più alla fine era lo studio, e se non per il suo aspetto oscuro, il look dark e cose simili, nessuno si ricordava di lei, dopotutto a scuola si portava la divisa, e lei raramente si metteva del trucco.
Anonima bomba ad orologeria, camminava per i corridoi quella mattina poco dopo aver mangiato la colazione a base di té nero ... e basta, come se potesse saziare, ma Rey mangiava così poco che era effettivamente sazia.
Nei corridoi Rey camminava, per un primo momento senza meta.
La sua mente era sempre fissa su difesa contro le arti oscure, sulla sua materia del cuore, non che il resto non le interessasse per nulla, ma non poteva essere paragonato.
Infatti leggeva spesso i suoi appunti, colmi di informazioni tratte dai libri della biblioteca, il più delle volte informazioni su come fare incantesimi, specie da duello, o su creature oscure da affrontare, o oggetti maledetti e come riconosceri.
Era al quinto anno dopotutto, la sua famiglia avrebbe voluto vederla come auror una volta uscita dalla scuola, la carriera da auror però non le piaceva, più a livello morale che altro, non aveva la minima intenzione di combattere i maghi oscuri, sebbene amava l'idea di base di combattere.
La vera aspirazione lavorativa di Rey era l'insegnante, l'insegnante della sua materia preferita difesa contro le arti oscure, e avrebbe cercato di fare il possibile per avere quel posto un giorno, da qualche parte nel mondo.
Chissà che voti bisognava avere, Rey aveva voti alti nelle materie dove si usava spesso la bacchetta, e ovviamente spiccava in difesa contro le arti oscure, ma sarebbe stato abbastanza per avviarsi verso la carriera di insegnante?
Quella mattina Rey aveva le lezioni, per i corridoi camminava con il libro di incantesimi in mano e il taccuino degli appunti di incantesimi.
In incantesimi, sebbene non era come difesa contro le arti oscure, Rey andava bene.
Le piaceva come materia anche se a volte era noiosa, in classe stava prevalentemente in silenzio, raramente non capiva qualcosa e chiedeva, e ancor più raramente chiedeva approfondimenti, cosa che invece accadeva più spesso in difesa, il chiedere approfondimenti.
Quel giorno non si sarebbe di certo persa le nuove lezioni, come ogni giorno ci teneva a partecipare a tutte le lezioni e apprendere il più possibile.
Andò come richiesto, oltre il cancello, prima degli altri studenti, con un leggero sorriso in volto, in modo diligente e ordinato.
Indossava la divisa scolastica, più comodo di questo alla fine non c'era, no?
Incantesimi, materia di tutto rispetto, la seconda materia in cui andava meglio eccetto difesa contro le arti oscure, anche se quello che mancava alla fine, era la stessa quantità di passione. Ogni volta si imparava un'incantesimo nuovo ed a Rey non importava troppo quale incantesimo poteva essere, lo voleva apprendere, anche se a volte la spiegazione di quell'incantesimo risultava noiosa. Era sempre stata molto diligente nei compiti, ordinata e non chiacchierava mai, non tempestava la professoressa di domande ma era quasi invisibile, spesso al banco più vicino alla cattedra a prendere appunti, cosa più da corvonero che da serpeverde avrebbe detto sua madre.
Ma alla fine una serpeverde poteva anche essere un po' quella che in classe veniva definita una secchiona, no?
Rey ascoltò, in questa lezione ci sarebbe stata anche una studentessa e il bibliotecario, era una lezione particolare quella, già dalla scorsa volta ne aveva il sentore, e non vedeva l'ora di iniziare effettivamente la lezione con entusiasmo ben più evidente del solito.
"Salve"
Disse Rey educatamente, ad entrambi, dando alla fine del lei anche alla studentessa.
Prese le biglie che stava distribuendo, chiedendosi quale incanto particolare avrebbero imparato, probabilmente avrebbero dovuto incantare queste biglie.
La souspance era altissima anche se Rey non lo diede a vedere all'esterno, si studiava le biglie con attenzione mentre cercava di farsi venire in mente tutti gli infiniti incanti che nel corso di quegli anni aveva letto in biblioteca, ma la mente era così colma di possibili ipotesi convincenti da non riuscire a trovarne una più valida dell'altra.
Fu solo quando la professoressa disse che erano passaporte, che Rey comprese.
Sarebbero dovuti andare in un altro luogo, chissà che luogo, e dal suo viso si notò un gran sorriso.
Alle otto in punto, seguendo la conta dell'insegnante, Rey si concentrò stringendo la biglia e tutto il mondo intorno a se incominciò a vorticare.
Tutto sembrò accartocciarsi, per Rey era una sensazione strana, quindi pazzesca.
Osservò attentamente fuori, ciò che sentiva nel suo corpo lo percepiva a livello mentale ma era come se non le desse fastidio, o avesse in qualche modo imparato a non farsi danneggiare da quella sensazione sgradevole.
Il mondo sembrò risucchiato dentro qualcosa, per poi tornare tutto normale...ma tutto cambiato.
Erano in un posto totalmente nuovo, immerso nella natura, si sentivano gli alberi, il rumore dell'acqua che passava, un fiume...
Rey assaporò subito quei rumori rilassanti che volentieri avrebbe sentito prima di addormentarsi.
Il luogo sembrava una giungla tropicale, si guardò intorno ancora, stupita e incuriosita, chiedendosi come mai erano stati trasportati in un luogo simile.
Dopo un primo, breve sguardo al panorama, la professoressa iniziò a parlare, rivelando che eravamo in una giungla in indonesia.
Indonesia?
Se lo avesse saputo suo padre!
La famiglia di Rey era in parte italiana, ma suo padre si era sempre rifiutato di farla andare a visitare l'italia, perchè troppo lontano. Se lo avesse saputo...
A quel pensiero Rey ridacchiò appena, una beffa a suo padre era sempre ben accetta dato che non lo sopportava.
Gli e lo avrebbe detto? Oh si che gli e lo avrebbe detto, con gusto anche.
L'argomento poi venne a galla... l'elementalismo.
All'inizio dell'anno lo aveva trattato, e a quel punto a Rey fu tutto chiaro.
In quale luogo era più utile studiare gli elementi, se non in mezzo alla natura?
Rey sorrise ancora, comprendendo lo scopo della lezione ed anche approvando in cuor suo, essendo che l'argomento era interessante, e quindi si sarebbe divertita.
La professoressa chiese inoltre alla classe un ripasso, una delucidazione, cosa che Rey voleva lasciare a qualcuno di probabilmente più preparato di lei.SPOILER (clicca per visualizzare)Rey Shiny, Quinto anno serpeverde
Arriva prima degli altri al cancello, non interagisce con nessuno per ora, si studia la biglia e quando si ritrova in indonesia si osserva intorno felice.
Non risponde alla richiesta della prof di riassumere la precedente lezione credendosi non abbastanza preparata. -
.A volte si chiedeva, come prima cosa appena aperti gli occhi, chi diavolo glielo avesse fatto fare di lasciare la comodità della sua casa per iniziare una scuola completamente nuova ad anno iniziato, con la consapevolezza di venir bocciati a fine anno come un somaro qualsiasi. Alzarsi quando voleva, colazione in camera, potersi dedicare ai propri interessi, relax totale insomma! Ecco, una cosa del genere era tollerabile per un mese, due al massimo, poi ci si frantumava le palle, almeno per lei era così. Non sarebbe mai stata in grado di sopportare quella vita, ecco perché non sarebbe mai stata adatta a fare la moglie trofeo di un uomo ricco, con l'unico compito di essere carina e sorridere rimanendo in casa a fare Merlino solo sa cosa, tipo sua madre. E a proposito della sua genitrice, ecco un altro motivo per mollare quella casa il più presto possibile per andare in Scozia a farsi segare a fine anno. Si sarebbe trasferita anche all'inferno piuttosto che stare un altro giorno a sopportare le occhiate che la donna le riservava. Ed infatti eccola li, con gli occhi ridotti a due fessure, pronta a fulminare chiunque avesse osato rivolgerle la parola prima di aver finito di bere il suo caffè, momento sacro della giornata. Quando sorseggiava quella bevanda corroborante, almeno cinque o sei volte al giorno, le altre persone dovevano mollarla e starle alla larga. Era il suo momento di massimo godimento, nessuno aveva diritto di rovinarglielo! In un luogo tanto affollato come Hogwarts, dove nemmeno le camere erano singole, era importante, per lei, prendersi i suoi spazi di solitudine e la colazione era uno di quei momenti in cui amava stare sola e non parlare con nessuno, avrebbe avuto tutto il tempo di socializzare e litigare nel resto della giornata. Posò la tazza ormai vuota sul tavolo, cominciando solo in quel momento a guardarsi attorno e prestare realmente attenzione a quello che succedeva e alle persone su cui posava di sfuggita allo sguardo: più o meno la stessa situazione di tutte le mattine, facce assonnate, facce disperate, un brusio timido rispetto a quello che si sentiva all'ora di pranzo e di cena ma, al contrario delle altre mattine, invece di prendere le solite scale che portavano ai corridoi con le varie aule, molti studenti stavano imboccando il portone per dirigersi all'esterno della scuola. La cosa più strana era vedere così tanti ragazzi senza la classica divisa in un giorno che non fosse nel weekend, ma ordini della Vane, e se per una volta poteva starsene comoda non se lo sarebbe fatta ripetere due volte. Per lei che aveva sempre caldo, fu scontato optare per un paio di pantaloncini e una semplice canotta, comoda era comoda e, una volta abbandonata la tavola di Serpeverde, si unì al gruppo che, come lei, si stava dirigendo ai cancelli per la lezione di Incantesimi.
-'Giorno- salutò sia la professoressa che.. il bibliotecario? Ok, si, era un bel vedere e non se ne sarebbe lamentata, ma continuava a non comprendere il motivo della sua presenza. Magari sarebbe stata la cavia per i loro incantesimi, ma forse sarebbe stato meno crudele esercitarsi su un manichino. Ascoltò le parole dell'insegnante, per poi ringraziare con un cenno del capo la Grifondoro che le mise una palla in mano. Si rigirò l'oggetto tra le dita interessata, soprattutto quando apprese che altro non erano che passaporte. Bhè, che non sarebbero rimasti a scuola era stato evidente fin da quando vennero informati sul luogo dell'incontro, ora però restava da chiedersi dove aveva intenzioni di portarli. Giusto il tempo di fantasticare e ringraziare la giovane insegnante per la gita imminente, che si ritrovò a maledire tutti i suoi antenati, non appena i suoi piedi si ritrovarono belli freschi dentro l'acqua
-Uooo!- si lasciò sfuggire suoni confusi mentre tentava di rimanere in piedi, e ci riuscì solo aggrappandosi al braccio destro di una ragazza bassina che, come lei era finita in mezzo all'acqua. Non ricordava nemmeno il nome della mora di Grifondoro, sapeva solo che era il vice della sua squadra di Quidditch. Non era la mora il problema, piuttosto Freya faceva abbastanza schifo a farsi degli amici, e ancora più difficile era per lei ricordare i nomi degli estranei, come al momento vedeva la maggior parte degli studenti del castello. Ma si sa come dice il detto, gli estranei non sono altro che persone che non abbiamo ancora traumatizzato, e da qualche parte bisogna sempre iniziare
-Scusa, tesoro- optò per un nomignolo, così da non farsi subito riconoscere e spoilerare che non aveva idea di come avrebbe dovuto chiamarla, con un po' di fortuna qualcuno l'avrebbe salutata o cose del genere, e avrebbe potuto fingere di averlo sempre saputo. Ma poi anche no, le era servita per rimanere in piedi, non doveva mica invitarla a cena fuori! Che problemi si faceva.
Indocina. Alberi, acqua, verde. Dove aveva già visto tutto questo? Ah si, a scuola, li dove c'erano un parco, una foresta e un lago. Scrollò le spalle ignorando il pensiero, era comunque carino viaggiare un po' e vedere altri posti, posti pieni di grossi ragni e fastidiose zanzare, ci avrebbe scommesso. Che gioia. Ma cercò di rimanere ottimista, mente permettendo. Uno sbuffo appena accennato le sfuggì dalle labbra alla domanda della professoressa, sull'elementalismo sapeva giusto le basi, ma era troppo presa a cercare di tirarsi fuori dall'acqua e dalla melma che avrebbe potuto entrarle nelle scarpe per perdere tempo a rispondere. In fin dei conti non era un'abilità che le competeva, non aveva grande interesse al momento.
-Ehi- bisbigliò alla ragazza al suo fianco, ovviando di nuovo al problema non usando alcun nome -Hai un insetticida?- continuò sempre a bassa voce mentre la prof era presa a sorridere alla sua assistente. Si prospettava una lunga giornata.SPOILER (clicca per visualizzare)Freya Riis, V anno, Serpeverde
Salutai la prof e il biblio all'arrivo e ringraziata Kynthia, si è smaterializzata direttamente con i piedi a mollo e si è aggrappata al braccio di Halley per non cadere con cui interagisce anche. Ascolta la domanda della prof ma sceglie di non rispondere.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Halley Wheeler - IV anno - Grifondoro
Interagito con Aaron con il quale è arrivata ai cancelli e salutato la proffa e il biblio. Una volta giunta in Indocina, interegaisce con Freya e ascolta le risposte altrui, in silenzio.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Axel Dragonov - Serpeverde - VI Anno
I'M BACK BITCH!
Interagito direttamente con la professoressa, Freya e Kynthia. Più indirettamente con il biblio e Skylee.
Nella prima parte fottesega. C'è parte di cosa ha tenuto Axel distante dalla scuola (Ethan) ed il suo immediato ritorno ad essa. Grazie ad un Aiden (PNG) scopre quanto di necessario per presenziare al mattino dopo alla lezione.
Arriva nel luogo pattuito dalla professoressa Vane al quale rivolge un caloroso saluto, con tanto di mezzo inchino, mentre al biblio un cenno dall'alto del suo metro e un grattacielo giusto per spandere un po' di testosterone a caso.
Si allontana di poco per continuare a fumarsi la sigaretta del buongiorno ed affianca Freya con la quale scambia alcune parole prima di cominciare a giocare con la psiche di Kynthia, la quale verrà punzecchiata per tutta la durata del post.
Risponde alla domanda poiché l'elementalismo gli solletica qualche reminiscenza - noi player lo sappiamo che parliamo di Sky e Ky ma Axel chiaramente no - e si permette di rispondere sinteticamente alla domanda.
Outfit: pantaloni cargo, anfibi, t-shirt (che siamo calienti), felpina da levare in 0,1 sec.P.S. I vari png sono stati mossi con il consenso dei propri genitori (?)
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.La sveglia suonò fin troppo presto quella mattina e sfortunatamente non era nemmeno la mia. Io avevo deciso di saltare volontariamente le prime lezioni perché con Mars eravamo reduci da una serata in un locale che ci aveva chiamati per suonare qualche nostro pezzo. Avevamo accettato solo perché il patto che ci aveva proposto, ci era sembrato onesto; cosa che ovviamente avevamo scoperto troppo tardi non essere così. Difatti avremmo suonato per ultimi per pochi spicci e il proprietario del locale per evitare che fuggissimo via ci aveva rinchiuso in una sottospecie di magazzino, reindirizzato a camerino per l'evento. Puoi spegnere la tua fottuta sveglia? Nascosi la testa sotto al cuscino, soffocando le imprecazioni che seguirono quel breve scambio di battute con il mio compagno di stanza. Quanto sadici si doveva essere per comprare una sveglia con un suono così fastidioso. Sentendo che il fastidioso rumore non cessava, mi alzai controvoglia per mettere fine con le mie stesse mani a quello strazio. Questa... Dissi sventolando in faccia al mio compagno di stanza, il piccolo oggetto dalla forma circolare. ...sparisce. Io, da quando avevo perso la memoria, ero nuovo al mondo della magia e mi domandavo se non ci fosse un sostituto magico a quell'aggeggio babbano probabilmente inventato dal demonio. Senza proferire altre parole, mi fiondai sotto la doccia per lavarmi rapidamente: a quel punto, visto che ero sveglio, dovevo muovermi per cercare di arrivare in tempo per la prima lezione di quel giorno che, tra parentesi, non avevo la più pallida idea di che materia si trattava. Una volta giunto nella sala grande, presi posto tra i mei concasati e mi affrettai nel riempire il piatto di qualsiasi cosa mi capitava davanti. La sera precedente per stemperare la noia e anche la rabbia per essere stati fottuti, Mars ed io ci avevamo dato dentro sia con l'alcol che con l'erba motivo per il quale, quella mattina, avevo una fame da lupi. Presi praticamente qualsiasi cosa compariva sul tavolo: dai muffin al cioccolato, al tortino al cioccolato bianco dal cuore morbino al pistacchio, per poi virare verso qualcosa di più salato come le uova strapazzate e il bacon ben croccante. Avrei passato volentieri la mattinata seduto a quel tavolo purtroppo il dovere, vestito da Halley Wheeler, mi richiamò sull'attenti. Prima di raggiungere la mora, mi guardai intorno alla ricerca del tassorosso con il quale avevo affrontato ogni singola lezione. Probabilmente dorme ancora e ci raggiungerà a breve, pensai mentre mi affrettavo a raggiungere Halley. Ciao! Le dissi mentre stavo finendo di bere uno smoothie alla banana e frutti di bosco. C-con cosa pensi di aver esagerato? La scrutai con un espressione confusa sul volto prima di rendermi conto che mi stava indicando i suoi vestiti. La scrutai con attenzione, cercando di non soffermarmi troppo sul suo sedere messo in risalto dai suoi pantaloni, Aaron concentrati sulla domanda. Io penso che vadano più che bene, sei uno schianto. Risposi cercando di mascherare al meglio la mia incertezza perché ancora non riuscivo a capire cosa cazzo centrassero i vestiti con una lezione. Che lezione abbiamo adesso? E perché non indossi la divisa? Quelle osservazioni, mi fecero immediatamente pensare che c'era qualcosa che non quadrava quella mattina. Non dirmi che Halley Wheeler, ha scelto di seguire la cattiva strada. La presi in giro mentre mi preoccupavo di capire cosa stava succedendo quel giorno e perché tutti sembravano non aver messo la divisa. In quel caso avresti un fedele braccio destro o...sinistro, insomma scegli tu. Ero sempre desideroso di allevare nuove leve ad abbandonare la noiosa strada della perfezione per seguire quella della negligenza e del divertimento senza limiti ma avevo dei seri dubbi riguardo la redenzione della mia compagna di squadra. E già, in preda alla smaniosa voglia di voler creare dei nuovi ricordi e avere qualcosa con cui occupare la mente, mi ero deciso ad iscrivermi alla squadra dei grifondoro prendendo il posto del portiere che aveva lasciato la squadra a mezz'aria. Arrivammo ai cancelli e in quel momento, ricordai delle parole di avvertimento della professoressa Vane. Cazzo, Halley! Imprecai, disfandomi immediatamente della divisa e gettandola alla rinfusa nello zaino. Me ne sono completamente dimenticato, non sai ieri cosa abbiamo dovuto passare Mars ed io. La Vane ci aveva annunciato che avremmo fatto una gita fuori porta e che per l'occasione avremmo fatto meglio a vestirci comodi. Fortunatamente sotto la divisa, ero solito mettere dei vestiti casual come quella mattina e togliendomi il mantello rimasi con la tenuta più sportiva che avevo: una maglietta nera a maniche corte -leggermente attillata-, jeans strappati e i miei fidati anfibi che in quel periodo primaverile non mi lasciavano mai, visto e considerando che le piogge non avevano ancora cessato di scagliarsi contro il territorio inglese. Alle ore 7.45 spaccate, ci ritrovammo a scorgere all’orizzonte alcune figure familiari già presenti sul luogo prestabilito. “Qualcuno più in fissa di me per la puntualità!” Aveva detto Halley e io con un sorriso divertito, le avevo risposto: Vedi, il ritardo è il primo passo verso la cattiva strada. Asserì, cercando di sembrare convincente. Ben presto, la professoressa iniziò a parlare e a presentarci il programma per quella giornata. Halley andrà tutto bene, visitare nuovi posti è sempre una gran cosa. No? Dissi, cercando di rincuorarla un po'. L'ultima gita, quella in cui ero stato vittima di un gruppo di avvincini, si era rivelata un grosso successo perciò mi aspettavo la stessa cosa da quella organizzata dalla professoressa Vane. Quello che avvenne dopo, accadde in così poco tempo che non ebbi nemmeno la percezione di quello che mi stava accadendo intorno. Avevo fatto appena in tempo a rimettermi in piedi dopo aver recuperato la biglia che mi ero ritrovato in un posto completamente differente da quello in cui mi trovavo qualche istante prima. Il sole batteva forte, l’aria era umida e nell'aria si sentivano degli odori del tutto nuovi rispetto a quelli che ero abituato a sentire ad Hogwarts. Le mie orecchie potettero percepire anche il frusciare delle foglie e degli altissimi alberi che delimitavano l’inizio di una giungla, lo scorrere dell’acqua alle nostre spalle, dove la striscia di terreno finiva. Mi guardai intorno alla ricerca della mia concasata che doveva essersi smaterializzata lontano da me ma venni rapito dagli uccelli tropicali del tutto estranei alla nostra terra di provenienza e ad una moltitudine di versi d’insetti identificabili; tutto questo faceva da sottofondo alle parole della professoressa che non ascoltai per niente. Halley, ti lascio sola per un secondo e ti ritrovo a sguazzare nell'acqua? Le porsi una mano, con l'intento di aiutarla ad uscire da quella sottospecie di acqua stagnante e melmosa. Meglio a lei che a me, mi ritrovai a pensare prima di accorgermi di una nuova presenza appartenente alla casata delle verdi argento. Non male. E tu sei? Le domandai mentre decisi di offrire anche a quest'ultima il mio aiuto. Meglio non seguire Halley, come vedi non sa dove mette i piedi. Cercai di sdrammatizzare tutta quella situazione, ignorando completamente il fatto che ci trovassimo all'interno della lezione.SPOILER (clicca per visualizzare)Aaron Schneider, V° anno, grifondoro
- Nella prima parte del post Aaron litiga con il suo compagno di stanza, per colpa del suono fastidioso della sveglia che gli fa aprire gli occhi all'improvviso. Poi si dirige nella sala grande, dove incontra Halley e con la quale si dirige a lezione completamente ignaro di quello che sta andando a fare. Dopo di che, ricordandosi delle parole della professoressa Vane, si disfa della sua divisa scolastica rimanendo in abiti non del tutto consoni all'occasione. Per lui, però, sono comodi.
- Verso la fine del post, dopo aver aiutato Halley, interagisce con Freya.
Citato: Mars.. -
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Oggi lezione di Incantesimi... Non è male, sicuramente è meglio di Divinazione, anche perché si va in gita.
Non ricordo che incubi io abbia fatto stanotte ma mi sento osservato, non so da chi o da cosa. Il calamaro degli incubi non c'è piú, la grossa vespa cacciatrice dalle ali arancioni nel bel mezzo del deserto è tutt'ora un mistero, ma non ricordo ci fossero altre creature nei miei brutti sogni e nelle allucinazioni.
Ad ogni modo, tanto per cambiare sono in ritardo, e non ho ancora scelto che scarpe mettere.
Anfibi neri, Converse nere, Vans bordeaux?
Opto per gli anfibi. Di conseguenza ci metto trentacinque ore ad allacciarli.
Corro verso l'armadio saltando sui letti dei miei compagni di stanza per risparmiare il tempo di girarci attorno e non me ne frega proprio un cazzo del fatto che fossero rifatti e puliti.
Spero che la suola degli stivali non fosse coperta di fango.
Apro le ante del guardaroba e afferro la mia giacca di pelle... Ha qualche strappo, mannaggia a Kai.
Quello stronzo ce l'ha fatta, a rovinarmela, però almeno mi sono divertito.
Guardo sotto al mio cuscino per prendere il vecchio orologio di bronzo a conchiglia regalatomi da mio padre e noto che sono le fottutissime 7:52 del mattino.
Devo essere fuori dalla struttura alle 8.
Si corre.
Chiudo con una delicatezza recitata e forzata la porta di quella catapecchia che è la stanza e poi inizio a correre per i corridoi della scuola fottendomene di eventuali regolamenti insensati, e non è assolutamente una frecciatina alle scuole babbane.
I dipinti mi prendono per il culo chiedendomi se io stia vincendo la maratona.
Almeno io ho le gambe, stronzi!
Dico sorridendo col fiatone prima di raggiungere le scale.
E... Ste cazzo di scale.
Si muovono, tutto il tempo, tutto il diaminaccio di tempo, quello che io sto perdendo come un bastardo ritardatario.
Attendo che la struttura torni verso di me per darmi la possibilità di scendere di sotto.
Saranno circa le 7:55 adesso.
Scendo tipo quattro gradini alla volta sperando di non lasciarci i denti o la fronte, e finalmente riesco ad arrivare giú in pieno stile parkour.
Sorrido ai dipinti che fanno il tifo per me e mi fanno i complimenti per il fatto di non essere ancora inciampato.
Sono giú!
Percorro l'ultima parte del percorso a ostacoli ed esco fuori.
Tiro una boccata d'aria mattutina che sa di pini e petricore, godendomi il profumo come se avessi tempo da perdere, poi mi dirigo verso il punto d'incontro, nel quale sono tutti in cerchio per capire il da farsi.
I ragazzi stanno ascoltando la professoressa di Incantesimi e... Se c'è una cosa che adoro di Hogwarts è che i professori non sono uomini di mezza età noiosi, con le occhiaie e la bava alla bocca. Qui ci sono solo delle grandissime gnocche, e sarò etero ma non posso negare che Edmund non sia un bell'uomo. Questo non toglie che mi stia comunque sulle palle.
Una ragazza, suppongo una specie di braccio destro della professoressa, anche lei spettacolare, distribuisce delle biglie, che come ci viene detto sono delle passaporte. La mia biglia è color bordeaux, mi piace. Il colore del sangue.
Sono davvero curioso, se è una meta in stile spiaggia come quella di Erbologia potrei anche divertirmi.
La gnocca pronuncia il solito conto tre due uno eccetera e poi CRACK!
Mi sento le palle nello stomaco e il cuore in gola e... Per fortuna ho optato per gli anfibi.
Sono atterrato in un fiume, e davanti a me c'è una giungla...
Una giungla... Enormi alberi verdi intricati e natura ovunque!
Io voglio restare qui... Ho deciso. Mi voglio costruire una casa di legno fra gli alberi, piattaforme collegate tra loro da ponti, muri di canne di bamboo e soffitto in foglie di palma. Potrei sdraiarmi lí fra le cime degli alberi in piena notte a suonare la chitarra guardando le stelle. Che meraviglia... Ascoltando i versi degli animali, fare a botte con i mandrilli, cavalcare tigri, insegnare le parolacce ai pappagalli.
La professoressa ci spiega che siamo in Indocina, e fa la solita domanda sul riassumere le vecchie lezioni di Elementalismo, a cui io non ho partecipato, e delle quali non me ne può fregar di meno, quindi mi ritengo libero di esplorare.
Vedo fiori di ogni colore, profumi simili a quello della vaniglia mischiato a vari generi di incensi, ma delicati, floreali, naturali.
E i suoni... Canti di uccelli che non avevo mai sentito, vedo passarne due in volo con delle lunghissime code a ventaglio colorate. Ci sono ronzii e i versi di diverse specie di scimmie.
Mi avvicino a un cespuglio di grossi fiori gialli e viola e vedo una specie di insetto simile a una falena e a un coleottero con un lungo corno, è coloratissima, dovrebbe essere una Pyrops spinolae.
Su una foglia, appoggiata e mimetizzata, noto una grossa mantide del genere Hierodula, che faccio salire sulla mia mano delicatamente, mentre si mette in posa di combattimento come un piccolo ninja, come se io potessi ferirla. Non lo farei mai, cazzo.
Scuoto uno dei rami della pianta e una decina di grosse farfalle dai colori esotici iniziano a svolazzarmi attorno, e alcune si appoggiano addirittura sulla mia testa, le sento sui miei capelli.
Sul mio petto si posa una mosca scorpione, è una Panorpa nobilis.
Ho dimenticato di ascoltare la professoressa, ma non importa... Sono felice, penso alla mia famiglia, alla ragazza... Vorrei che fossero qui, a cercare insetti con me, a contare quanti fiori rossi ci sono, a respirare il profumo della giungla.
Sorrido.
Cerco di non pensare a lei.
Immerso dal verde, dagli insetti.
Mi merito tutto questo? Ho ammazzato delle persone, ho spaccato la capoccia di un ragazzo con una chitarra, ho piú sangue fuori dal corpo che dentro, si meritavano ciò che gli ho fatto, ma io non sono migliore di loro, non piú.
Torno a sentirmi osservato.
Qualcosa si nasconde, da qualche parte, qualcosa mi sta seguendo. Sta per mostrarsi...
Torno a concentrarmi sulla lezione.
Oggi non farò battute pessime, non in questo posto splendido.
Magari ci proverò con la professoressa, però...
Mi scusi, professoressa, non per interromperla, ma ho dato un'occhiata a fiori e farfalle di questo luogo da urlo, ma nessuno di essi splende quanto il suo viso. Stasera a cena offro io...SPOILER (clicca per visualizzare)Valentine Bonebird Espinoza, VI anno, Corvonero. Si sveglia tardi, si veste e fa quasi parkour per arrivare in tempo al punto d'incontro. Una volta arrivati in Indocina esplora i dintorni e decide di provarci con la professoressa.. -
.Alcuni pensieri sono più rumorosi ed incasinati di altri, occupano più spazio, consumano più tempo e più energie. Quindi forse è per questo che mi sento così stanco? Nonostante mi addormenti profondamente ogni notte, è come se saltassi tutte le ore di riposo arrivando direttamente al giorno dopo senza aver recuperato minimamente le forze. Mi guardo allo specchio e si notano i risultati di questo periodo di stress che dura dal maledetto ricevimento dato dai miei nonni. Li incolpo di tutto, di tutto ciò che è successo quella sera e forse mi comporto un po' da codardo facendolo perché voglio liberarmi di quelle colpe che invece sono soltanto mie. Sento il bisogno di togliermi questo peso di dosso, di trovare un angolo di pace che non mi faccia sentire schiacciato sotto una pressa fatta dalle mie cazzate. La verità è che sono debole, troppo debole. Ho ceduto quando non dovevo e ho mostrato a Daphne il lato più brutto di me. Stupido idiota. Ho davvero toccato il fondo. Tutto nella mia figura riflessa mi disgusta, mi irrita, per istinto alzo una mano chiusa a pugno contro lo specchio cone se volessi rompere il naso a quella testa di cazzo che vedo, poi però la ritraggo interrotto da un mio compagno di stanza - sì... sì, tutto bene - il pugno si rilassa, indice e pollice massaggiano le tempie, torno al presente. Mi stavo preparando per la lezione di incantesimi, sì, oggi c'è incantesimi ed è raccomandata massima puntualità - io vado - ed è decisamente meglio così, prima che possa notare altri atteggiamenti strani di cui mi vergognerei in futuro.
Scendendo dalla torre, è tutto un lungo e silenzioso esercizio di respirazione, conto i gradini per bloccare il flusso di pensieri che corrono come cani impazziti sulle praterie. Le orecchie si focalizzano sul rumore dell'aria che esce dalle narici, tutto inizia ad apparire ovattato, segno del fatto che sto riuscendo nell'intento di creare una bolla intorno a me che tenga tutti gli stimoli esterni fuori da me. Lei oggi non ci sarà e non pensavo che lo avrei mai detto, ma questa probabilmente è una fortuna per me. È come se tutto da parte sua fosse rimasto invariato, mentre invece da parte mia un'ansia crescente mi fa agire in maniera più insolita, innaturale. Non accade sempre, ma in maniera imprevedibile: sono momenti improvvisi, forti, confusionari, difficili da gestire. Il panico prende il comando costringendomi ad allontanarmi pur di non rischiare di mostrarle ancora quegli aspetti di me.
Ho una lezione per fortuna, qualcosa su cui concentrarmi, qualcosa che se mi distraessi fallirebbe. Non sono im primo ad arrivare, la cosa non mi stupisce più di tanto, so che effettivamente avrei potuto metterci più impegno per essere puntuale - buongiorno professoressa. Signor Warmswizzler - il bibliotecario? È strano vederlo in un ambiente che non è il suo, non circondato dai libri impolverati della biblioteca. È un viso familiare e vista la frequenza con cui mi reco in biblioteca, è anche quello con cui ho più confidenza fra il personale scolastico. Considerando poi la quantità di libri sul mentalismo che ho divorato negli ultimi tempi, inizio a pensare che possa sospettare che si tratti di più di una semplice ricerca personale disinteressata. La cosa comunque non mi preoccupa, non penso che il bibliotecario vada in giro a raccontare gli affari miei.
Ho indossato abiti comodi, quindi ho lasciato la divisa nell'armadio e optato per un jeans, una t shirt e una camicia. Non so cosa andremo ad affrontare, ma mi è sembrata una scelta valida. L'assistente passa fra di noi e la ringrazio quando ci poggia una sfera in mano, una banalissima sfera di vetro che riflette la luce del mattino. È una passaporti che si attiverà... praticamente a momenti, destinazione sconosciuta. Stringo l'oggetto e al mio arrivo per poco non perdo l'equilibrio cadendo su qualche mio compagno non meglio identificato - ah, scusami - faccio in tempo a scusarmi con il ragazzo che ho urtato, perchè si tratta proprio di un ragazzo. E quando lo guardo un po' meglio realizzo anche di conoscerlo, ma di non ricordarne il nome, affatto. È lui, è la causa di quella discussione idiota avuta con Daphne dopo la festa di San Valentino - ciao - e ammetto che il tono non fosse propriamente amichevole - vedo che la faccia sta meglio - mi riferisco alla fattura che la serpeverde gli aveva lanciato contro in seguito alle sue attenzioni non richieste. E non so precisamente perché l'abbia detto, di norma non sono tipo da provocazioni ma sembra che in questo periodo stia avendo davvero troppe difficoltà ad essere me stesso. Comunque sia mi allontano in fretta, non mi interessa continuare la conversazione. Ci mancava solo lui a mandarmi ulteriormente in tilt. La Vane inizia a darci informazioni più precise sul luogo in cui ci troviamo, ci da una localizzazione geografica e ci conferma che siamo proprio all'interno di una giungla come se le zanzare e l'umidità non fossero già un indizio abbastanza chiaro. Piego le braccia al petto in posizione di ascolto poi, quando arriva il momento di dire effettivamente qualcosa, mi pronuncio - è un antico tipo di magia che sfrutta i quattro elementi, acqua, terra, fuoco e aria. Ci sono persone che sviluppano una particolare affinità con questi elementi e riescono parzialmente a controllarli - è un'abilità senza dubbio curiosa - ci troviamo qui per entrare in connessione con la natura e sfruttare questo tipo di magia? -SPOILER (clicca per visualizzare)Hunter Moore, V anno, Corvonero
Arriva fra i primi all'appuntamento dato dalla Vane, saluto sia lei che il bibliotecario.
Interagito con Aaron che provoca leggermente visti i precedenti fra i due (sorry not sorry).
Risponde alla domanda dell'insegnante e ne pone una a sua volta.. -
.Ricevo un gufo in serata, un breve messaggio dalla Vane che richiede la mia presenza alla sua lezione del giorno dopo. Di mattina. Presto, molto presto, troppo presto. Vista la giornata che ho avuto oggi, un mix diabilico fra allenamenti e White, una parte di me cerca una scusa plausibile per rifiutare e andare avanti con l'intenzione di dormire tanto e profondamente. Ma l'altra parte di me, quella coscienziosa, si dice invece che non posso dirle di no. Non posso proprio per tutta una serie di motivi che prescindono dal mio ruolo di assistente, e quindi tecnicamente presentarmi davanti ai cancelli domani mattina alle sette e mezza rientra fra i miei obblighi. Ecco, fondamentalmente oltre a questo, ho anche un obbligo morale nei confronti dell'insegnante che ormai da mesi mi dedica alcune delle sue giornate per imparare a gestire quello che è un mio problema, e mio soltanto. Eppure la Vane ha un approccio particolare alla questione dell'elementarismo e l'impegno che ci mette nell'affrontare la cosa con me, fa sembrare il problema anche suo. Li ammetto, mi disorienta, ogni tanto mi capita di non sapere come reagire alla sua gentilezza e mi ritrovo a mettere su un'espressione sicuramente idiota mentre annuisco ai suoi complimenti per i miei progressi. Mai una volta si è tirata indietro dopo aver fissato un appuntamento con me, sembra che scelga sempre i giorni con cura e si preoccupi del fatto che possa dedicarmi il suo tempo al cento per cento. Quindi, potrei mai rifiutarmi solo per il mio desiderio egoistico di dormire un po' di più?... no, non posso, non sarebbe affatto corretto.
E quindi fisso una sveglia alle sei e mezza, sì, esattamente un'ora prima rispetto all'appuntamento perché già prevedo che mi volterò dall'altra parte del letto quando suonerà. Infatti faccio esattamente così, lamentandomi anche del fastidioso suono stridulo della sveglia che inizialmente mi sembra solo un brutto sogno. Invece no, purtroppo non lo è. Mi piazzo il cuscino sulle orecchie per potesta, poi riprendo conoscenza e mi rassegno al fatto che mi devo sbrigare. Merda, è già mattina. Era da un sacco di tempo che non dormivo così profondamente e avrei tanto voluto prolungare l'esperienza. Ahimè la cosa non è per niente fattibile, mi do una spinta e mi schiodo dal letto tentando di non svegliare le altre che invece possono godere di qualche altro momento di riposo. Le guardo con invidia prima di lasciare la stanza e scendere giù per la torre alla velocità della luce. Mentre scendo i gradini medito sulle mie scelte future, tipo: farò tardi se faccio colazione? Probabilmente sì, sicuramente sì. Merda. Allora niente, allora passi dalla sala grande e afferro il primo muffin che mi capita a tiro decidendo di portarmelo dietro da asporto insomma e grazie sempre agli elfi.
La giornata sembra buona, ma è caratterizzata dalla tipica pungente brezza mattutina che avvolge la scuola. Persino l'erba è umida, l'aria rarefatta forma una specie di leggera nebbia che attutisce tutto, colori e lineamenti. E a proposito di lineamenti... riesco a distinguere quelli della Vane, accompagnata da un uomo che in un primo momento non inquadro bene. Sto proprio dietro di loro e li seguo fin quando non si fermano davanti ai cancelli della scuola. Non so bene qual è il mio compito oggi, la docente non è stata molto precisa. L'unica cosa che conosco è la nostra destinazione di oggi, una gitarella che richiede abiti comodi e io ho obbedito indossando praticamente ciò che metto quando devo allenarmi sul campo da quidditch, t shirt e leggings comodi, capelli legati a liberare il viso e via. Comodi ed efficienti “buongiorno professoressa” saluto l'insegnante e ora che sono abbastanza vicina, riconosco anche l'altra persona “buongiorno” rinnovo il saluto e porgo un cenno del capo al bibliotecario dall'aria tormentata e il nome impronunciabile. Spero infatti che non mi venga mai richiesto di chiamarlo per nome, o potrei avere non pochi problemi a tirarmi fuori da una situazione parecchio imbarazzante. Quindi limitiamoci ad un buongiorno, semplice e pulito.
Le prime facce iniziano a spuntare, uno dopo l'altro iniziano a palesarsi gli studenti degli anni superiori e io nascondo uno sbadiglio dietro ad una mano. Non posso farci niente, nonostante i miei sforzi non sono riuscita a trattenerlo. Ok forse ci siamo tutti... oh, merda. Oh, cazzo. Vengo colpita tra capo e collo da una realizzazione improvvisa. Oh, che due coglioni. Axel Dragonov. Lo avevo totalmente dimenticato, rimosso, ero rilassata e già proiettata verso la fine di questa lezione, quando avrei rincontrato il mio materasso per continuare ciò che avevo interrotto. Assonnata, pure affamata direi, e quindi concentrata su altro. La sua presenza mi fa irrigidire, mi risveglia l'attenzione come se fossi vicina ad un pericolo imminente. Ok, devo solo ignorarlo e procedere per la mia strada. Lo ignoro, guardo altrove e mi concentro sulle parole dell'insegnante “sì, le prendo” quindi recupero le biglie dalla borsa che porto a tracolla e passo fra i vari studenti. Vedo Halley, faccia amica a cui rivolgo un “chi si vede” ironico. Avremmo potuto venire qua insieme. Ah no, giusto, io avevo dei doveri a cui adempiere. Procedo , uno per volta finchè non tocca pure al serpeverde. Sbem, la biglia incontra il suo palmo aperto con forse più forza di quella che avevo intenzione di metterci. "Lloyd" dice. “...Tch” la mia risposta. Un verso infastidito e il capo che si gira dall'altro lato, pronta a passare al prossimo studente. Mi sta sulle palle, sì, e non faccio nulla per nasconderlo. Sono sempre stata una persona che delimita molto bene i suoi limiti, li annuncia forte e chiaro e quel bacio forzato è stato quel too much che decisamente ti fa guadagnare un posto fisso nella lista nera.
Faccio il giro, torno al fianco della Vane e si fa giusto l'ora giusta per la smaterializzazione. E si sa, le smaterializzazione sono ottime per colazione.
Passa un tempo minimo, inqualificabile, e il panorama cambia “oh, wow” siamo in Indocina annuncia la Vane. È tutto completamente diverso, ma non del tutto estraneo; ho visto qualcosa di simile nelle foto di viaggio di papà, ma essere presente sul luogo è una sensazione totalmente nuova. “Ah” lo stupore si consuma molto in fretta e viene sostituito da un bisbigliato “...cazzo, che sfiga” in breve, ho un piede a mollo, il sinistro. Il destro invece sembra essersi salvato. Beh, ad ogni modo non è un gran problema, è solo una coincidenza sfigata. Faccio un paio di passi in avanti per allontanarmi dal fiumiciattolo, e meno male che ho indossato degli anfibi sennò le mie scarpe si sarebbero tarsformate in palloncini ad acqua. Affianco nuovamente insegnante e bibliotecario ed è quando la Vane introduce l'argomento del giorno che capisco anche meglio il senso della mia presenza qui, oggi. Elementarismo, mh? Ah ah, che coincidenza divertente. Intreccio le braccia al petto pensando che oggi potrebbe essere utile anche per me è nel frattempo incontro lo sguardo di Dragonov. Oggi sta sfidando la mia pazienza, parrebbe proprio che dal nostro ultimo incontro non sia cambiato un cazzo. Anzi, ha la faccia così tanto come il culo che mi provoca pure, ancora. È chiaro che dopo avergli bruciato la maglietta abbia capito che forse, ma solo forse eh, fra me e il fuoco intercorre un legame particolare. Ed è proprio lui che doveva conoscere questo dettaglio? Sì, purtroppo sì, non proprio l'amichevole allegra con cui condividere i tuoi segreti, maledizione. Il mio sopracciglio sinistro schizza in alto, è come se il suo sguardo compiaciuto volesse dire "io so" e per quanto mi piacerebbe un sacco urlargli di smetterla di fare il coglione, ingoglio questo brutto nodo alla gola fatto di nervosismo e violenza e chiudo per un istante gli occhi. Quindi respiro e ricambio il sorriso della professoressa “sarà sicuramente interessante” rispondo giusto per dire qualcosa e distrarmi così dal mio nervosismo crescente. Che mattinata di merda.SPOILER (clicca per visualizzare)Kynthia Lloyd, assistente della professoressa Vane.
Si presenta in anticipo rispetto all'arrivo degli altri studenti. Consegna le passaporte a tutti come da richiesta dell'insegnante.
Interagito direttamente con Halley.
Interagito (e imbruttito come da GIF) abbastanza direttamente con Axel, spè che prendo il forcone.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito direttamente con Olivia, Kynthia, Axel e Valentin.
In pillole:
- Raggiunge i cancelli con Olivia, parlandole e ringraziandola dell'invito - lui non ha esperienze di istruzione al di fuori dell'ambiente della sua congrega, quindi è curioso. Ogni tanto perde colpi a causa sua, ma niente di serio.
- Saluta subito Kynthia e man mano riconosce gli studenti che vede spesso in biblioteca, soprattutto Hunter e Daphne. Se c'è anche Sky, le rivolge uno sguardo più complice e prolungato degli altri per il proprio vissuto recente. Con Axel c'è questo scambio di sguardi, tra maschio alfa (axel) e creatura non definita (il biblio). Immagina sia solo confuso quanto lui, non avendolo riconosciuto e trovandosi fuori comfort zone.
- Al momento della ricezione delle biglie, guarda interessato la sua finché scopre che si tratta di una passaporta: resta sbigottito, non aveva mica capito che si sarebbero allontanati dal suolo inglese!! Panik.
- Non è vero, ci mette poco ad ambientarsi e a stroncare la vita di una zanzara quando vuole fare la pappa proprio con lui. Nota importante: a Valentin consiglia di concentrarsi sulla giungla.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Ollie Turner - V anno - tassorosso
> si prepara per la lezione
> raggiunge i cancelli nel tempo prestabilito salutando la professoressa e il bibliotecario
> si materializza in Indocina con le scarpe immerse dentro una pozza (perché sì, la sfortuna non è mai abbastanza)
> borbotta e si guarda le scarpe. -
.code by friedaSPOILER (click to view)Hestia Jane Anderson - Corvonero Sesto Anno
Hestia arriva e prende la biglia da Kynthia per poi raggiungere l'Indocina con tutti, ma sull'asciutto. Si avvicina ad Halley e a Freya passando loro uno spray anti-insetto. Fa un saluto ad Aaron che ce lo ricordiamo dalle disavventure alla Indiana Jones della scorsa lezione e rispondiamo molto felici alla professoressa Vane chiedendole anche dove siamo esattamente. Poi si rivolge ad Ollie per chiederle se vuole stare con il suo gruppetto per provare poi a parlarle un po'.
Edited by Hestia. - 15/6/2023, 15:25. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Skylee Métis. Corvonero. V anno.
Interagito con Kaeris, Harry, la Professoressa il Bibliotecario, Kynthia e Axel. Citata Freya.
Dopo aver lanciato addosso a Kaeris il suo snaso Sky raggiunge la lezione con Harry, non prima di avergli rotto il cazzo tramite Radiogufo (oggetto vinto durante un evento del forum, trovabile nel pensatoio per maggiori info), saluta prof e assistenti e poi fa una battuta su Freya e il ragazzo accanto a lei salvo poi scoprire essere Axel e poi nulla, va in bug pesantissimo e cerca di distrarsi rispondendo alla domanda. Scusatemi non era mia intenzione sganciare un simile papiro, lo giuro.Nessun animale è stato maltrattato in questo post, nemmeno Harry.. -
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