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.Non era il massimo.
Non era il massimo aver dovuto attraversare mezza Europa il giorno prima; prendere una nave, svariate passaporte, usare la metropolvere ed infine una dannatissima carrozza per giungere in Inghilterra quel pomeriggio (e Merlino solo poteva sapere quanto odiasse volare!) Per non parlare della sensazione torci-budella che provava ogni qual volta che gettava quella maledettissima polvere volante in un camino.
Insomma... quel viaggetto era stata una vera e propria epopea di nausee e malumori, ma se c'era una cosa che Theodore non avrebbe mai rinunciato - nemmeno sul suo letto di morte - era una festa. E poi, quale modo migliore per farsi conoscere da quelli che sarebbero stati i suoi nuovi compagni di semestre, se non buttarsi nella mischia.
Al solito, aveva passato tutto il pomeriggio a profumarsi, imbellettarsi ed assumere tutto ciò che aveva portato con sé così da farsi passare la nausea, ed al solito, era giunto fino alle porte del locale carico di buone intenzioni: "Stasera non bevo", "Stasera faccio il bravo", "Stasera faccio quel tanto che basta per farmi qualche amico e poi torno a casa presto, così da iniziare qui ad Hogwarts fresco come una rosa"
Se... come no.
Cinque minuti dopo essere entrato nel vivo della serata si era già diretto al bancone dei drink con l'intento di prenderne "solo uno"; e no... non si trattava di indolenza, quanto piuttosto di debolezza... viziosità. Theodore semplicemente non sapeva dire di no a tutte quelle situazioni che forse, in qualche modo, sarebbero fiorite in occasioni: occasioni di divertimento, di fare esperienze nuove, di conoscere nuova gente, nuove amicizie, nuovi amori.
Per quello si cacciava sempre nei guai: non era un bad boy, non era uno spietato ragazzino senza cuore o un futuro mago oscuro. Era impulsivo... aveva scritto d'impulso sulla bacheca della Sala Grande di Beauxbatons il suo nome per lo scambio culturale; anche se non aveva un galeone da parte, la sua relazione con Jiji era fragile come la sua determinazione nel portare a termine le sue buone intenzioni, era ad un passo dall'ottenere il titolo di "Miglior sorriso smagliante" sul settimanale studentesco e dal farsi sospendere per cattiva condotta, dopo aver ripetutamente cercato di flirtare con la professoressa ottantenne di pozioni per ottenere almeno un accettabile.
A conti fatti, ripensandoci bene, il fatto che fosse stato selezionato per il semestre ad Hogwarts poteva essere stato un modo per liberarsi di lui.
...
Comunque questo non lo esulava dal fatto che avesse rinunciato a quello che sarebbe sicuramente stato il "suo anno" solo per un colpo di testa dovuto alla noia, un po' di nausea post metropolvere non lo avrebbe di certo fermato, soprattutto dopo aver visto la barista.
Si avvicinò al bancone perché voleva da bere, attaccò bottone solo ed unicamente perché la barista dagli occhi color ghiaccio era decisame la ragazza più bella che avesse mai visto, almeno... da quando aveva messo piede in Inghilterra venti ore prima.
Mon dieu... è sempre così qui?
E con "è sempre così" si riferiva a quel tipo che aveva visto su quella trappola infernale a forma di Thunderbird, shakerato a destra e a manca per poi essere fulminato per il gran finale.
Non era abituato a quel genere di cose... a Beauxbatons erano lascivi, insolenti, a tratti meschini e tendenziosi. Facevano feste anche loro, ma erano per lo più all'insegna di coltellate alle spalle, liquori invecchiati, stupide chiacchiere sulla politica e leziosità che le signorine per bene si concedevano per poi pentirsene le settimane successive (Theodore era una di quelle signorine, ma ormai era assuefatto al pentimento e la vergogna).
Si sedette, reggendosi con le mani il visetto incorniciato dai boccoli color oro. La ragazza doveva essere più grande, quel tanto che bastava per essersi già diplomata da qualche annetto; non che le importasse... ma preferì comunque non fare menzione della sua nuova avventura tra i banchi di una nuova scuola.
Ad ogni modo io sono Theodore... e se vuoi scappare da dietro al bancone, sbatti due volte le palpebre e creo un diversivo.SPOILER (clicca per visualizzare)Holaaa!
Theodore si siede al bancone e parla con Calliope ma prima di questo, potrebbe essere stato vittima dell'ingresso trionfale di Mackenzie (l'ho lasciato sul vago, quindi lascio decidere a te) e menziona Dragonov sul Thunderbird. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)- Interagito con Khyntia, Mackenzie e infine con Carrie..
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.Il tempismo di David era stato pessimo. L’agitazione della Grifondoro salì alle stelle e, per un istante, Halley, ebbe il timore che mandasse tutto a puttane e si lasciasse sfuggire quell’occasione d’oro. No. Non l’avrebbe permesso. Incassò lo schiaffò, uscendo allo scoperto con l’amica che, oramai, aveva intuito il grado di intimità tra i due ragazzi. Non aveva alcuna intenzione di farglielo sapere in quel modo brutale, così, all’improvviso, senza neanche avere modo di spiegarle la situazione ma, oramai, il danno era stato compiuto e, sicuramente, di lì a poco avrebbe dovuto inventarsi una scusa più che valida per non averle detto prima della sua pseudo relazione tossica con Harris. Accidenti. Allo stesso tempo il tocco del giovane, risvegliò il desiderio provato nella notte di capodanno quando, i due, avevano avuto il piacere di passare la notte insieme. Le sfuggì un sorriso il quale, però, non passò inosservato. Non lo rimproverò. Non aveva motivo per farlo. Una mano sulla natica non era nulla in confronto al resto, perché mai avrebbe dovuto scandalizzarsi per così poco. Altro discorso andava fatto per riguardo la poca sincerità nei riguardi della Johnson. L’aveva apostrofata per la sua scelta di presenziare al ballo in compagnia di Michael, predicando bene ma razzolando male.
Dimenticata? E come poteva? Certo, la cosa sarebbe potuta rimanere tra loro, senza problemi ma le manie di protagonismo del giovane battitore di Serpeverde, presero il sopravvento, tirandola appresso in quel vortice fatto di pettegolezzi che ne sarebbero derivati. Si guardò intorno e, dopo essersi assicurata che nessuno avesse avuto modo di recepire quelle parole, lo guardò storto. “Chiudi quella bocca. So bene quello che ho fatto. E quello che rifarei!” Ahhh. Quella dannata abitudine di dire la verità in ogni situazione. Di lì a poco ci avrebbe pensato lei, senza dubbio ma, nel frattempo, fare uno sforzo non sarebbe costato molto. Per rincarare la dose, si menzionò anche Mike che, fortunatamente, sembrava aver preso la saggia decisione di non mettere piede in quel locale, rimanendo nel suo e fuori dalla portata di Mars e dal piano che lo vedeva protagonista. Dissentì con il capo quando, finalmente l’amica si lanciò convinta verso il palco. “Ogni volta che apri bocca, mi fai incazzare.” Quell’atteggiamento volto a mettere in difficoltà le persone, con lei, non sortiva alcun effetto. Non si spostò di un millimetro da lui. In fondo, prima o poi, l’intera scuola avrebbe saputo di quella cosa ma, ad Halley, non fregava un cazzo. Se avessero parlato poco male. Nel bene o nel male, l’importante e che se ne parli, no? Quella finta innocenza che si stampò sulla sua consueta faccia da schiaffi la stremò. Se solo fossero stati soli, in qualche remoto luogo dimenticato da chissà quale divinità, sarebbero finiti a replicare i loro incontri precedenti ma, essendo in pubblico, Halley si ricompose, reprimendo l’istinto primordiale che si sprigionava in sua presenza. Dopo mesi, ancora, non aveva ben chiaro quale procedimento chimico, innescasse quella reazione ma, in fin dei conti, farsi troppe domande avrebbe offuscato il desiderio che meritava di vagare libero in lei.
“Non fare quella faccia. Non sono tutti come noi.” Tagliò corto prima di imbattersi in un’altra uscita sentenziosa. “Qualcuno crede nell’amore.” E con il cinismo ai massimi livelli, si mise a braccia conserte, godendosi il momento di gloria della sua piccolina. L’avrebbe sostenuta fino alla fine, qualsiasi fosse stata la sua scelta futura –con una sola riserva che tutti sapevano-.
“Non ne ho idea. Forse un giorno diventerai un insulso damerino, uccidendo ogni mio ormone. Sono stata brava a farti avere un assaggio di come potrebbe essere la tua vita, in quel caso. Ricordi, tesoro?” Lo stava sfidando. Aveva perso il conto delle volta che era riuscita a farlo incazzare per così poco. Ops.
Poche chiacchiere. L’alcol attendeva. Ordinò il suo e poi… “Effettivamente non fa una piega. Stavo solo cercando un aggettivo che non ci facesse sembrare pervertiti. Grazie, Principe.” Che idiota. Sbuffò e gli fece il dito medio. L’esagerazione in persona eppure quel tratto esasperato di David l’attraeva più del dovuto, facendola cedere ogni fottuta volta.
La domanda su Mike non ebbe le risposte che avrebbe voluto ma sapeva anche che David, per qualche motivo, non si sarebbe lasciato andare a quel tipo di confidenze, soprattutto riguardanti Mike. “Il mio obiettivo è tenerlo alla larga da lei. Puoi starne certo!” Non credeva che fosse il tipo adatto a Grace. Bevve il suo drink, sorso dopo sorso. Ad occhi chiusi e, alla fine li riaprì trovandosi faccia a faccia con lui che, in pochi istanti, le prese il viso tra le mani e iniziò a baciarla con foga, spiazzandola un attimo. Le morse il labbro, accedendo quella cazzo di miccia. Stronzo. “Ora penseranno tutti che non sono più sul mercato, idiota!” Era una provocazione bella e buona con un fondo di verità.
Bevve ancora e quando ebbe appoggiato il bicchiere, Halley, sentì una morsa allo stomaco. L’alcol entrava in circolo ma, allo stesso tempo, una sensazione assurda si impossessò del suo corpo. Si alzò e afferrò David per il bavero e lo attirò a sé, senza troppi complimenti, cancellando dalla mente l’affermazione che la vedeva preoccupata di cosa avrebbero pensato i ragazzi del suo status sentimentale. “Facendo due calcoli, ultimamente, è la sottoscritta a prendere l’iniziativa. Che aspetti?” Avrebbe fatto tutto ciò che rientrava nei suoi desideri più reconditi. Porca troia.SPOILER (clicca per visualizzare)Intereagito con David con il quale si trova faccia a faccia una volta bevuto il drink. OPPPPESE.. -
.“Esatto! Precisamente! Una foto per immortalare la nostra gnoccagine! ” la reazione di Alexis è ovvia: stupore, incredulità, confusione. Che alla fine sono le stesse sensazioni che provo se mi esterno dal mio corpo e mi guardo dall'esterno. Cioè, una foto, ma che cazzo? Quando mai ho avuto la voglia o peggio, la necessità, di fare questo genere di cose! MAI! Eppure adesso è una specie di bisogno primario, essenziale, se non lo faccio muoio “...maledetti drink modificati” è la vaga risposta che le do mentre continuo a trascinarla dall'altra parte della pista, con al seguito la corvonero. Massì, un'allegra comitiva creata da me medesima ed il mio improvviso è ingiustificato entusiasmo.
Niente convenevoli, niente esitazione: le due finiscono sullo sgabello della cabina, una sopra all'altra perché il poco spazio non consente di stare comode. Io invece mi ritrovo schiacciata contro una... porta? Proprio alle mie spalle “oh, non ci avevo fatto caso” attimo di perplessità, effettivamente mi era sembrato ci fosse solo una tenda “vabbè” sticazzi insomma “oh sì, ecco il tasto” confermo alle ragazze anche con un certa fretta. Alexis però sembra esitare trovando qualcosa di più interessante su cui concentrarsi: gli occhi di Mackenzie. Che cazzo? “...che cazzo?” così, a caso, prende a fare la corte alla ragazza coinvolgendo in un certo senso me è il mio punto di vista “stupendi” annuisco con ampi movimenti della testa “incredibili” bisogna sempre assecondare i pazzi, ed è proprio ciò che faccio per tagliarla corta. Ma non sembra bastare perché dopo Alexis, come in una magica reazione a catena, anche l'altra parte ad intessere lodi alquanto imbarazzanti. Lei si impegna davvero un botto, le escono delle frasi che farebbero fruttare moltissimi soldi sonanti a chi produce cartoline per San Valentino “...inquietante” da brivido. Davvero da brivido. Sentendo le cose che escono di bocca a queste due, mi ritengo fortunata che il mio shot avesse come effetto solo quello di farmi venire gran voglia di farmi una foto. Va bene, passiamo a scattare fibalmente la tanto agoniata foto. Mi metto in posa mandando a fanculo l'obbiettivo davanti a noi ed un attimo dopo, la luce di un flash scoppiettante illumina per una frazione di secondo l'intera cabina e di conseguenza, i nostri volti. Finalmente la pace, la pace interiore: quella fretta, quella frenesia folla sparisce come se in primo luogo non fosse mai esistita. Tiro un sospiro di sollievo e con il volto alleggerito e rilassato, mi volto in direzione di Alexis poggiandole una mano sulla spalla “sì, possiamo andare” annuncio con soddisfazione “...scusatemi tantissimo. Non berrò più per stasera. E nemmeno voi, almeno non vicino a me” non voglio più sentirle dire cavolate come quelle di poco fa. Mi giro quindi alla ricerca della porta/tenda/qualunque cosa fosse in contemporanea con l'osservazione puntuale di Mackenzie: esatto, dove sta la porta? Poi non mi ero nemmeno accorta che fosse scomparsa. Continuo a tastare la parete come se fossi alla ricerca di qualcosa, una fessura, un segno, va bene tutto. Niente, è solo una parete perfettamente liscia. Sto tirando fuori la bacchetta dalla borsa, magari riesco a farci qualcosa. Ma mi fermo, mi impietrisco in realtà, quando sento la conclusione a cui giunge Mackenzie “che?!” quello shot era decisamente troppo forte, deve esserle andato di traverso “aspettate, aspettate, come fai ad esserne cos-” io volevo un attimo riflettere sulla cosa, considerare le alternative e POI agire. Invece no, la situazione si sta trasformando e sta diventando strana... strana e imbarazzante. Sono sicuramente le sensazioni predominanti, quelle che non mi permettono di avere un tempo di reazione più veloce quando la mano della mora si va a posare sulla mia coscia. Sto assistendo a distanza molto ravvicinata ad un bacio tra le mie compagne e io vorrei sparire, dileguarmi, liquefarmi perchè sono evidentemente nel posto sbagliato. Il problema è che non ho ancora visto niente, la sopresa vera arriva dopo: Mackenzie si sporge verso di me, allunga la sua mano e anche qua non riesco a reagire in tempo per evitare che lei effettivamente mi baci. Cosa stracazzo sta succedendo? Sbatto più volte le palpebre spuntando mentalmente una nuova esperienza di vita, ossia baciare una ragazza. Non che quel contatto mi abbia fatto schifo, noto anche un certo impegno da parte sua, però insomma... cosa? Che succede? Mi faccio indietro, mi ritiro dal bacio e dalla presa della ragazza “...direi anche basta, usciamo da qui eh” e come se non bastasse, improvvisamente, la porta che adesso è tornata una tenda si spalanca costringendomi a girarmi e a stringere gli occhi per via delle luci del locale che violentemente mi colpiscono dritto in faccia. Lato positivo: il bacio ha funzionato, siamo libere. Non entrerò mai più in questa maledetta trappola. Lato negativo: Carrie. È lei ad aver fatto irruzione spalancando la tenda “Carrie... sei venuta” capitan ovvio. Non c'è altro che possa aggiungere, anche perché Alexis fa presto a precipitare fuori dalla cabina, di corsa dietro alla nostra coinquilina. Spero che le dia una spiegazione degna, così che la grifondoro possa cancellare ogni film mentale sul nascere. Se così non dovesse essere, mi occuperò personalmente di spiegarle la dinamica dei fatti. O almeno, ci proverei.
Consapevole del fatto che non ci sia niente da continuare, fisso confusamente Mackenzie prima di decidere effettivamente di uscire da quella specie di ripostiglio. Mi sento decisamente strana, come se fossi stata solo spettatrice di questi strani eventi e non parte attiva. Mi schiarisco la voce e mi sistemo la gonna appena respiro un po' di più fuori dalla cabina. E dunque... dunque siamo rimaste noi. Noi ed un denso strato di disagio perfettamente percepibile, almeno da me.
“Che dire...” inizio spezzando il silenzio e spostandomi altrove nel mentre “...è stato un modo singolare di fare conoscenza” o magari per lei no, che ne so, ma effettivamente per me si “alcuni si baciano sulla guancia, e altri....” ironizzo, dai, si fa per scherzare “proporrei di lasciarci l'evento alle spalle così da-” il rombo violento di un fulmine mi interrompe costringendomi a voltarmi nella direzione del suono. Un thunderbird e Dragonov che viene colpito in pieno dal suo attacco. Non posso fare a meno di ripensare all'ultimo delizioso incontro ravvicinato che abbiamo avuto e quindi, non posso fare altro che chiamare questo evento karma. Che soffra un po', male non gli fa. Ha superato il limite.“dicevo... proporrei di lasciarci la cosa alle spalle così da evitarci imbarazzi futuri” allungo una mano che se vorrà potrà stringere per sancire simbolicamente il nostro patto “che ne pensi?”
SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito nella cabina con Alexis e Mackenzie.
Diciamo che ha circa, tipo, ricambiato il bacio...? Si è fatta baciare, mettiamola così.
Interagito con Carrie ancora sotto schock per quanto successo dentro la cabina delle foto.
Esce dalla cabina e interagisce con Mackenzie. Citato Axel.. -
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Che drink a rubato – e ingerito – Carrie?: 9
- 1d17
- 9
- Inviato il
- 26/2/2023, 15:23
- Lesbikerrie.
Che drink ha rubato – e ingerito – Carrie?: 16
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- Inviato il
- 26/2/2023, 15:23
- Lesbikerrie.
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.Marcel Anhalt-Dessau | III | Ravenclaw“Cazzo, sì! Bravo ragazzo!” Marcel, sepolto col viso tra le gambe della donna di fronte a lui ridacchiò, prima di tornare al suo duro lavoro, la mano scura e dotata di lunghe unghie rosse e rose della ragazza che si stringeva tra i suoi capelli e lo spingeva più verso di sé. Nascosti in uno dei bagno del locale, quello dello staff per la precisione, il rumore della musica era per loro solo un rimbombare di fondo. Non era la prima volta che Marcel passava del tempo sulle ginocchia, non era neanche la prima volta in quello specifico bagno o con Eveline – Eva per gli amici – una delle bariste in servizio quella sera.
Calda e voluttuosa, Marcel lascio che raggiungesse l’apice del piacere nella sua bocca disponibile, le mani strette dietro la schiena dal morso dei legacci di pelle, gentile omaggio di Eva stessa.
Raggiunto il piacere, rimasero ancora per un lungo momento in quella posizione, la testa di Marcel ora quietamente posata sulla gamba della donna, le labbra lucide e sporche di rossetto sbavato che si intonavano perfettamente con la matita nera che gli sfumava gli occhi.
“Vogliamo vederci a fine serata con calma?” propose la donna dopo che si fu rivestita, chinandosi per liberare le mani del ragazzo dalle manette e aiutarlo a rimettersi in piedi.
“Non posso, dobbiamo tornare in quel castello del cazzo.” Rispose il lussemburghese, massaggiandosi i polsi arrossati con ben poca delicatezza e malcelata esperienza. Fece anche per togliersi il collare - una striscia di pelle chiusa da un anello di metallo – ma Eva lo bloccò con un gesto della mano.
“Tienilo, pensalo come una promessa, me lo restituirai la prossima volta.” Gli disse con un sorriso, i canini bianchissimi da vampira che brillavano anche nella luce gialla e ronzante del bagno, prima di sussurrargli all’orecchio un “Ho una nuova croce su cui saresti perfetto” che era tanto una promessa quanto una proposta.
“Sarà un piacere. Nel frattempo…” la donna sorrise, prima di chinarsi su di lui per un bacio finale, una pillola che passava tra le loro bocche.
Fuori dal bar, minuti dopo, Marcel si ritrovò ad essere quasi stordito dalla forza della musica, sentendo nascere al contempo dentro di sé un’euforia violenta che era figlia della droga e del sesso in egual misura.
Il suo corpo, ancora un po’ eccitato e accaldato dall’incontro di poco prima, era stretto in pantaloni di pelle nera che nulla facevano per dissimulare il suo stato, complice anche la vita bassa al punto da lasciar ben più che intravedere le ossa iliache delicatamente sporgenti del suo bacino.
Stivali stringati di pelle nera e un’imbracatura del medesimo materiale e colore completavano il look, cui ora si era aggiunto anche un collare sempre in pelle nera. Le cicatrici sulla schiena erano insolitamente in bella vista, lasciate praticamente scoperte come il resto del torso muscoloso.
Le orecchie erano insolitamente adornate da una serie di piercing argentei, particolarmente luminosi sotto le luci del locale. Era un outfit ben più conservatore di quello che avrebbe indossato se fosse andato in uno dei locali che frequentava di solito, ma per quello andava più che bene. Del resto era lì solo perché Eva gli aveva chiesto di passare a trovarla. Non avrebbe avuto, altrimenti, particolare piacere a spendere altro tempo con le solite persone di scuola.
Era assurdo quanto, talvolta, si sentisse disconnesso dalle persone della sua età. Si sentiva così tanto più vecchio di loro, molto oltre i loro problemi fatti di primi amori e voti scolastici, come un intruso o un adulto che si trovava casualmente ad attraversare una classe di studenti.
Poteva interagire con loro, toccarli e farsi toccare, ma non era come loro. Era l’intruso in mezzo a una manciata di futuri promessi. Un capolinea o una linea morta, condannata eternamente alla stagnazione.
Ma un giorno, forse, dalla sua esistenza marcescente sarebbero nati dei fiori e in quei fiori avrebbe conosciuto un’esistenza più degna, sarebbero stati la sua eternità, l’unica dignità mai possibile.
Fendette la folla con grazia, ignorando gli sguardi che pure poteva chiaramente percepire alla sua schiena ora scoperta, non gli importava cosa avrebbero pensato dei segni che la adornavano, un mix di frustate vecchie e fresche che lo coprivano dalle spalle fino a sparire in parte oltre l’orlo basso dei pantaloni.
Non sapeva più neppure lui di cosa aveva voglia: forse di bere, più probabilmente di scopare, sicuramente di farsi a pezzi. Sai che novità.
Nel frattempo si dirigeva però verso il bancone del locale, intenzionato a prendersi forse qualcosa da bere.SPOILER (clicca per visualizzare)Ha fatto le sue belle cosine - tra cui prendersi una pasticca - e ora se ne va verso il bancone. Addosso, per darvi l'idea, ha una cosa del genere X. -
.Dietro il bancone avevo un'ampia vista su tutto quello che stava accadendo dentro il locale, riuscendo ad intuire che le persone si stavano divertendo. I drink, poi, aiutavano le povere anime indifese a dare una svolta a quella serata. I cocktail erano stati corretti dalle sapienti mani del proprietario del locale che aveva un certo repulso per la festa dedicata all'amore e lo aveva fatto con l'intento di mettere un pó di pepe nella vita amorosa di queste suddette coppie. Osservavo la stanza incuriosita da quello che avrebbero combinato i ragazzi una volta ingerite le varie bevande, pronta a godermi le varie scene con un sorriso stampato sul viso. C'era chi stava ballando, chi non riusciva a mettere a freno la propria lingua dando voce ai suoi pensieri piú reconditi, chi dedicava canzono d'amore, insomma la serata stava prendendo vita. Alcuni dei vari ospiti li conoscevo perché erano stati i miei compagni di scuola e mi era capitato piú volte di incrociarli tra i corridoi, altri invece mi sembravano nuovi, freschi di assunzione. Con un sorriso malinconico sul volto, riportai alla mente i miei anni di gloria e subito mi vennero in mente Helena, Ashton, Derek e Travis. Eravamo un gruppo molto affiatato che non perdeva mai l'occasione per festeggiare o di creare un pó di scompiglio lá dove le cose erano troppo monotone. I professori ero sicura non sentissero per niente la nostra mancanza, specie dopo l'ultima lezione di pozioni in cui di proposito avevamo riempito l'aula di bolle. La classe era letteralmente fuori controllo, cosí come il professore che ci fece pulire i recinti delle creature magiche fino alla fine della scuola. Ad Hogwarts mi ero divertita come non mai e avrei pagato qualsiasi prezzo, pur di ritornarci anche solo per qualche istante. Persa tra i miei pensieri, non mi resi conto della presensa di un ragazzo che sostava davanti al bancone. Non era un ragazzo qualsiasi, bensí era Harry. L'erba cattiva non muore mai. E giá. Harry era venuto almeno un paio di volte ad importunarmi durante i miei turni al locale. Mi domandavo quando saresti arrivato. Lo provocai leggermente mentre toglievo dal bancone alcuni bicchieri ormai privi del loro contenuto. In arrivo qualcosa di forte, sicuro di riuscire a reggerlo? Guarda che questa volta non saró io ad aiutarti, perció non ci proverei se fossi in te. L'ultima volta era toccato a me soccorrerlo, giungendo poi alla conclusione che era solo un modo per potermi toccare. Questa volta non mi avrebbe fregato perché avevo capito che genere di ragazzo fosse. Callie. Risposi brevemente mentre mi accingevo a recuperare un bicchiere pulito per iniziare a preparare la bevanda da lui richiesta. Normale, per il momento non sta accadendo nulla che io non abbia giá visto. Lavoravo in questo locale da un pó e non era la prima volta che vedevo comportamemti strani in seguito all'aver buttato giú uno dei nostri drink, diciamo che quella era la prassi. Nel frattempo versai nel bicchiere un liquido bianco che si tinse di rosa non appena lo girai con alcune bacche di ribes che avevo precedentemente schiacciato in una ciotolina nera. Preferirei di gran lunga essere tra gli ospiti ma purtroppo devo pure sopravvivere in qualche modo. Sorrisi brevemente mentre aggiungevo al bicchiere due o tre cubetti di ghiaccio, la quantitá giusta che serviva per rinfrescare la bevanda. Odiavo quando nei bicchieri era piú presente il ghiaccio dell'alcol, cosí ai miei clienti cercavo di fare esattamente l'opposto: piú alcol e meno ghiaccio. Mi sembra una richiesta implicita, vorresti essere per caso tu quel qualcuno? Con un ghigno sul volto lo guardai prima di poggiare entrambe le mani sul bancone, sporgendomi leggermente in avanti. Provocare e giocare con i clienti faceva parte del mio lavoro, dovevo mostrarmi disponibile e affabile per contratto ma chiaramente non mi sarei mai spinta oltre. Il mio pensiero andó ad Erika, la quale mi stava aspettando per una chiacchierata notturna. Mi aveva chiesto di iniziare a frequentarci e di lasciare Ashton, una richiesta che mi aveva messa in difficoltá ma che avevo accettato pur di non vedere la norvegese scivolare nuovamente via da me. Sai che é maleducazione ridere delle disgrazie altrui? Effettivamente era divertente quello che era successo al ragazzo su quell'aggeggio infernale sul quale non avrei mai posato il mio sedere regale. Tieni. Allungai il bicchiere sul tavolo e nell'istante successivo mi sbrigai per levare di mezzo tutto quello che avevo utilizzato per preparare il suo drink al sapore di rum bianco al ribes. Intorno al bicchiere c'erano dei cristalli di zucchero con tutti i colori dell'arcobaleno che conferivano dolcezza alla bevanda. Passarono alcuni minuti, il tempo che serviva per creare altro movimento attorno al bancone delle bevande. Harry aveva levato le tende ma ero sicura sarebbe tornato presto, nel frattempo il suo posto venne occupato da un ragazzo biondo dai tratti somatici differenti rispetto a quelli dei ragazzi di Hogwarts. La conferma giunse quando pronunció le parole mon dieu. Sfortunatamente no. Risposi con un sorriso divertito sicura che dopo quella sera avrei proposto al proprietario della barracca di lasciare quell'aggeggio all'interno del locale. Avevo una vaga idea di quale tra i miei clienti con la mano lunga, avrei spedito lí sopra. Potrei sapere prima il nome di chi vuole salvarmi da questa serata cosí noiosa? Domandai con un sorriso. Cosa posso offrirti? Ero lí per quello, perció la domanda era piú che legittima. Non sei di qui o sbaglio? Nel frattempo che sceglieva la bevanda, cercai di capire qualcosa in piú sul suo conto.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Harry e poi con Theodore..
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Callie e ... Marcel... maledetto drink dimmerda..
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Axel e a distanza con Harry. Bevuto un nuovo drink e seduta in compagnia del bulgaro al lato della pista da ballo.
schneider. Per il tuo innocuo obbligo dovrai utilizzare la persona che verrà sorteggiata come palo da lap dance mentre ti strusci contro lui o lei con fare da spogliarellista . Se rifiuti come da regolamento rimarrai in mutande e non avrai modo di riappropriarti dei tuoi vestiti fino a fine festa ehehe.
1 Alexis
2 Kynthia
3 Halley
4 Daphne
5 Skylee
6 Axel
7 Hunter
8 David
9 Carrie
10 Harry
11 Theodore
12 Marcel
(Ho escluso i tuoi pg e le persone già uscite, l'ordine è quello di entrata se qualcuno se lo chiedesse)Quale drink mi tocca?: 11
- 1d17
- 11
- Inviato il
- 27/2/2023, 12:35
- Skylee.
Con chi scontrà l'obbligo Aron: 4
- 1d12
- 4
- Inviato il
- 27/2/2023, 12:35
- Skylee.
. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Skylee. Citati Marcel e soprattutto Harry.
Dopo il collasso sul piccione si fa aiutare da Skylee che lo trascina a sedere un po' per riprendersi dal fulmine. Lì mentre chiacchiera con la Corvonero nota ciò che sta succedendo ad Harry e si fa passare velocemente la giacca nella quale ha il telefono e con la quale si appresta a riprendere spronando - e sfottendo - Harry a darci dentro. Finito parte dello show, dato che ha abbastanza materiale, chiede alla Métis quale attrazione provare propendendo per la cabina 😏😏 (chiamalo scè).. -
.Lo ammetto, celo una piccola quantità di stupore quando Daphne mi saluta in quel modo, un approccio che, dal mio punto di vista almeno, è più confidenziale di quanto mi aspettassi. Questo è un buon segno, dovrebbe voler dire che si sente a suo agio con me e non le interessa nascondere il nostro livello di confidenza che posso affermare con certezza essere abbastanza alto. Quindi in risposta, abbastanza automaticamente, l'attiro un po' a me sorridendole - capisco - Aaron è il nome di uno dei due, ma non è il primo a presentarsi. Daphne quindi mi stava aspettando davvero? Arriva anche il secondo, che conferma appunto il suo nome, come anticipato dal primo - piacere di conoscervi - non so se sia letteralmente un piacere, lo definirei piuttosto un sentimento neutro ma di certo non è quello che posso dire. Ammetto che l'approccio di questo tizio non è tra quelli che apprezzo di più: uno sconosciuto che commenta con aria sarcastica la relazione tra me e Daphne, un intervento che insomma poteva anche risparmiarsi. Chissà se Daphne la pensa allo stesso modo, comunque le rivolgo uno sguardo interrogativo come a tentare di capire se anche lei percepisce la stessa sensazione che percepisco io. Ad ogni modo sarebbe un motivo stupido per mostrarsi scorbutici, non ne vale la pena, quindi comunque mi do ai convenevoli mantenendo un'espressione rilassata e rispondendo senza troppi giri di parole al ragazzo - è quello che spero, in effetti - essere nei pensieri di Daphne. Non dico altro, mi limito a lasciare quelle poche parole sospese perchè la situazione non merita approfondimenti particolari. Sono sempre stato piuttosto allenato in questo genere di cose, quelle discussioni sopite che a me piace definire guerre fredde, con poche parole assestate, cose che vogliono dire tutto e niente allo stesso tempo. Diventa facile acquisire questa abilità quando metà della tua famiglia dà enorme peso alle apparenze e non può permettersi di fare promesse, devi imparare a parlare la loro lingua. Poi per entrare ancora più addentro a quel momento, prendo il bicchierino che mi porge Mars portandomelo alle labbra, salvo poi allontanarlo e tenero a mezz'aria quando la voce di Grace inizia a sentirsi forte e chiara nel locale. Forse anche un po' troppo forte e chiara, è facile capire che proviene dal palco ed è altrettanto facile capire dove vuole andare a parare. Non ci si può sbagliare, questa è una dichiarazione - ...che coraggio - commento un po' fra me e me, forse solo Daphne può sentirmi. E a proposito di lei, quando piego la testa verso il basso e la vedo poggiata a me con quella naturalezza mi colpisce una stranissima sensazione, molto vicina ad una realizzazione: non riesco più ad immaginarci come estranei, questo sì che sarebbe strano. Quindi senza bisogno di pensarci, la mano libera si poggia sul suo abbraccialo per accarezzarlo ripetutamente e lentamente mentre assistiamo a quella specie di strano spettacolo fuori programma che, a quanto pare, è dedicato proprio al biondo che mi ha passato da bere. Così sparisce in tutta fretta, seguito dalle parole di disappunto dell'amico che pare sentirsi di troppo. Un altro commento di cui avremmo potuto benissimo fare a meno, sento già che non ci potrà essere grande futuro fra me e questo ragazzo. Ho sinceramente pensato che avrei dovuto familiarizzare con le amicizie di Daphne ma questo tipo non me la rende per niente facile, soprattutto se la invita esplicitamente ad un supposto incontro per farsi, apparentemente, perdonare per qualcosa. Poso gli occhi su uno, poi sull'altra chiedendomi cosa abbiano in sospeso questi due e che tipo di precedenti abbiano. Tutti i miei interrogativi, adesso, mi si possono leggere in faccia e Daphne può praticamente vedermeli scorrere in fronte. Gli do voce però solo quando "il palo" si allontana lasciandoci soli - di cos'è che deve farsi perdonare? - ormai non penso di avere più intenzione di bere e così mi libero dall'impiccio posando il bicchierino sul bancone e ringraziando tacitamente la barista.
Però se Daphne si volta verso di me in questo modo... è facile distrarsi, dimenticarsi delle domande che vorrei farle e concentrarsi su tutt'altro. Le mie mani vanno ad incrociarsi dietro la sua schiena, appena sopra al suo sedere che, forse, sfiorano morbidamente. E ora se parlassi a voce alta verrei frainteso, ma perchè mi sembra improvvisamente molto più fisica? Non solo fisica, espansiva? - anche tu sei molto bella - supero la parte dei complimenti a cui rispondo con un sorriso stranito, mi concentro invece sulla seconda parte - perchè, come ti guardo? - è una lieve provocazione la mia, anche perchè so benissimo cosa penso quando la vedo. E si tratta di tutta una serie di pensieri che volano dall'ammirazione ad altre sensazioni, affatto pure. Altri desideri insomma, che ogni tanto si intravedono quando dondolo in sua direzione avvicinando un po' di più il mio viso al suo. Le nostre labbra infatti si sfiorano quando inaspettatamente, avvolge la braccia intorno al mio collo. Un altro gesto strano, decisamente non qualcosa che di solito farebbe in un posto tanto affollato: le sue esternazioni sono sempre state modeste, sobrie, non è mai stata tanto plateale come adesso. Eppure ha bevuto solo uno shot quindi non può essere già ubriaca, il dubbio è lecito, la situazione inizia a farsi strana e Daphne inizia a farsi troppo loquace lasciandosi sfuggire una rivelazione... curiosa - ma... cosa - mi confonde. Cosa c'era in quell'alcol? Che si sono inventati a questa festa per fare impazzire la gente? - di cosa stai parlando? - sono sicuro di aver capito bene, ma non ho tutti i pezzi della questione. Inoltre si aggiungo elementi sempre più strani, sempre più espliciti, sempre meno nelle corde della serpeverde. Prima i complimenti, poi la rivelazione su un sogno, adesso quella che mi suona tantissimo come un attacco di gelosia, del tutto immotivato poi visto il soggetto della discussione. La grifondoro di cui parla Daphne, è ormai diventata una conoscente con cui mi ritrovo a condividere il banco a lezione ma da qui a dire che mi giri troppo intorno, mi sembra un po' come distogliere la realtà - non può sul serio preoccuparti Emily - andiamo, si può dire che la guardo solo quando cade per sbaglio nel mio campo visivo. Ciò che dice è illogico ogni attimo di più e se continua così sfoceremo nel surreale - è lo shot a farti parl- - Daphne non sembra volersi arrendere, sfioriamo la follia quando si dichiara intenzionata a salire sul palco come aveva già fatto Grace - no, no, no, ehi! - la recupero allungando il braccio ad avvolgerle ancora di più il fianco per trattenerla - letteralmente - dal fare una grandissima cazzata di cui domani si pentirà - per quanto ammetto che sia divertente vedere questa versione inedita di te - le sussurro prendendole il volto fra le mani, magari se non guarda il palco cambierà idea - non posso permettere che tu perda tutta la tua dignità in questo modo idiota - qua una risata, lo ammetto, mi sfugge - parla direttamente con me se vuoi dirmi qualcosa. Non serve che sali sul palco - potresti cominciare ad esempio raccontandomi di queste sogni fatti in estate.Per adesso però non peggioro la situazione, continuo a distrarla parlando e allontanandola da lì. Il timore che possa voltarsi e correre all'improvviso verso il palco c'è; sono una merda se continuo a pensare che la cosa, in qualche modo, mi diverta? Non so se lei riesce ad accorgersi del fatto che sto stringendo le labbra per non farmi sfuggire nessuna risata. Mi chiedo che faccia farà non appena sarà svanito l'effetto del drink, inoltre ho ancora da approfondire quella faccenda delle mani...SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Mars, Aaron e Daphne. Nominata Callie,
Non ha bevuto il drink perchè interrotto dallo strano comportamento di Daphne, che trattiene dal fare cagate.
Ringraziami.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)- Interagito interamente con Carrie;
- Citati Grace e Mars.
- Uscita dal locale, si è incamminata sulla via del ritorno al castello.. -
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Edited by mackenzie. - 27/3/2023, 16:54. -
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Appoggiò il braccio sul bacone, in attesa del suo drink. L'alcol era scadente, ma chissene frega, non era lì per quello. Il motivo della sua presenza a quella festa era un altro: portarsi a letto la Wheleer. La guardò da capo a piedi, quel vestito rosso fuoco accentuava le sue curve e il desiderio di strapparglielo di dosso era sempre più forte. Il suo autocontrollo stava andando a farsi fottere. In tutti i sensi. «E tu potresti finire sottoterra. Ricordi com'era?»Le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le sorrise crudele. Sembrava aver dimenticato il modo in cui l'aveva uccisa, quella notte, in quell'illusione collettiva. Ah, se solo sapesse quanto aveva goduto nell'ammazzare la gente non solo in quel sogno, ma anche nella realtà, nel vederle supplicare, urlare e poi spegnersi. Le schiuse le labbra con il pollice e la baciò, sfiorandole delicatamente il collo con le dita. Con una presa più salda glielo avrebbe spezzato, sarebbe stato così facile, bastava un attimo e... Si allontanò leggermente, bevve il suo drink e la baciò con foga, affondando la lingua e mettendo da parte, per il momento, quello strano pensiero. «Sai che perdita.» E poi sul mercato non c'era più da quando era diventata una sua proprietà. Non era stato esplicito nel farglielo capire, la stronza avrebbe potuto giocare quella carta a suo favore e farlo uscire fuori di testa, quindi, per il momento, si sarebbe mostrato indifferente ad ogni suo probabile interesse. D' improvviso, gli venne voglia di fare una partita a Quiddpong. «Vie...» La mora non gli lasciò finire la frase, lo afferrò per il colletto della maglia e lo tirò verso di sé, a un centimetro dalle sue labbra. Poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di toccarla intimamente in pubblico per mandare un chiaro messaggio a tutta la popolazione maschile? Ovviamente no. «Rimediamo subito.» Si avventò su di lei, baciandola con passione. Le sue mani finirono entrambe sul suo seno, stingendolo, stuzzicandolo, prima di posarsi sui suoi fianchi e attirarla a sé, bloccandola tra lui e il bancone del locale. Si staccò, prendendo il labbro inferiore tra i denti, e la baciò di nuovo, mentre le mani scivolarono, lente, sul suo fondoschiena. «Ti voglio, ma prima giochiamo a Quiddpong.» Si allontanò e la prese per mano, ma si bloccò a metà strada non appena vide suo cugino baciare un ragazzo. Che cazz...? «Harry, se lo sa tuo padre ti ammazza!» Uomo, o mezzo uomo a questo punto, avvisato mezzo salvato. Il suo lo aveva fatto, adesso era arrivato il momento di giocare.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Halley e Harry da lontano. Dopo aver bevuto il drink, ha voglia di giocare a Quiddpong ma prima fa atti osceni in pubblico ( Halley colpa tua sks), ma nota suo cugino baciare un ragazzo. Gli urla qualcosa da lontano e poi aspetta di fare la sua partita.. -
.Quella serata si stava rivelando per me parecchio caotica e...strana. Ero sempre stato l'animale da festa per eccellenza, lí dove c'ero io si creava un'atmosfera di delirio e divertimento. Amavo far ridere le persone, anche a costo di prendermi in giro, solo che in quella serata dedicata all'amore mi sentivo un pesce fuor d'acqua. Tutti sembravano avere qualcuno con cui condividere quel giorno cosí speciale. Tutti tranne me. Non me ne dispiacevo piú di tanto perché alla fine, io non credevo nel vero amore, per me erano solo un mucchio di stronzate alle quali le persone si aggrappavano per autoconvincersi di essere felici. Guardavo quei ragazzi cosí tanto innamorati e continuavo a convincermi che nessuna di quelle coppie, sarebbero resistite a lungo. Che pena che mi facevano. Dopo che Mars mi aveva piantato in asso per correre dietro ad una ragazza della mia stessa casata, avevo deciso di abbandonare Daphne e il suo compagno o qualsiasi cosa fossero. La biondina ce l'aveva con me e io non avevo nessuna intenzione di rovinargli la sua serata speciale ma mi sarei scervellato per trovare un modo per farmi perdonare. Mi sentivo terribilmente in colpa per come mi ero comportato, se soltanto avessi pensato prima alle conseguenze delle mie azioni non mi sarei mai permesso di trattarla in quel modo. La veritá era che le mie emozioni mi avevano soffocato a tal punto dal non farmi pensare lucidamente e dal convincermi che evitare Daphne era la soluzione migliore. Mi ero allontanato nuovamente da lei, sparendo senza darle nessun tipo di spiegazione. Sorseggiai il mio drink ma subito dopo, buttai il liquido nuovamente all'interno del bicchiere perché il suo sapore non mi convinceva molto. La pessima qualitá delle bevande mi spingeva ad abbandonare il locale al piú presto ma prima di fare ció, decisi di provare una delle attrazioni della festa: la ruota della fortuna. Ma si poteva parlare davvero di fortuna? Girai la ruota, sperando in un obbligo degno della mia portata e quello che uscí, mi lasció senza parole. In pratica dovevo utilizzare una persona come palo da lap dance mentre mi strusciavo contro di lui o lei con fare da spogliarellista. La cosa mi divertí parecchio e sembrava anche abbastanza allettante ma la persona che uscí e con cui avrei dovuto fare l'obbligo, probabilmente mi avrebbe odiato per sempre. Daphne. Sussurrai il suo nome mentre mi interrogavo sul da farsi, indeciso se accettare o meno quell'obbligo. Solitamente mi sarei buttato a capofitto dentro una situazione del genere ma quella volta c'erano parecchie cose da tenere in conto, incominciando dal fatto che la biondina ce l'aveva a morte con me. Se avessi compiuto quel gesto, non sarei mai riuscito a farmi perdonare. Poi, nella mia mente, si attivó una specie di meccanismo che mi spinse ad accettare l'obbligo: ero venuto alla festa con l'intento di portare scompiglio tra le coppie e quella occasione faceva proprio al caso mio. Peccato che la vittima sacrificale sarebbe stata la vita amorosa di Daphne. Quanto avrei dovuto faticare per ottenere il suo perdono. Attesi una canzone che fosse adatta per l'obbligo e mi addentrai in mezzo alla folla alla ricerca della serpeverde che era ancora in compagnia del suo amico/fidanzato/compagno di vita o chissá cosa. L'occasione di prenderla e allontanarla dal ragazzo, si presentó nel momento in cui la biondina sembró allontanarsi da lui. Mi avvicinai ai due e prima che il ragazzo potesse attirarla nuovamente a sé, le afferrai le mani e la trascinai in pista. Guardai Daphne, assumendo uno sguardo che mi facesse sembrare sotto l'effetto di qualche bevanda e, senza nemmeno pensarci troppo, mi sfilai la maglietta aderente e la lanciai verso una ragazza che era a qualche passo da noi. Non prima di averla avvolta intorno alla biondina per avvicinarla a me, in quello che sembrava un momento di pura pazzia. Dopo di che rivolsi la schiena alla ragazza, assunsi una posizione di semi-squat e, un secondo dopo, stavo tentando di twerkare sulla ragazza. Dio solo sa quanto l'erba e l'alcol mi avevano facilitato la realizzazione di quell'obbligo. Continuai a ballare su di lei per tutta la durata della canzone, compiaciuto del fatto che le persone si stavano divertendo. Terminata la canzone, mi ritrovai a guardarla a pochi centimentri di distanza dal suo viso. Mi sembrava incazzata, forse avevo esagerato e avrei provato a spiegarle cosa era successo se nella sala non avesse iniziato a suonare una melodia del tutto differente: piú lenta e meno allegra della precedente. Le sorrisi compiaciuto prima di prestare maggiore attenzione a quelle parole che nella mia testa risuonavano come una melodia giá ascoltata. Kiss me hard before you go, summertime sadness. Mi bloccai, come se fossi entrato in trance e dei flashback sfocati mi ricordarono del perché mi sembrava di aver giá sentito quella canzone. Vidi una stanza buia, illuminata da delle luci blu e rosa fluo, non mi sembrava di essere solo: altre persone sembravano agitarsi intorno a me. Poi, la riconobbi, il volto sorridente di Daphne mi apparve chiaro e nitido davanti ai miei occhi. Sembrava felice e rilassata, probabilmente aveva alzato il gomito quella sera. La mia confusione aumentó, quando vidi il suo volto davanti al mio. Tu ed io, ci siamo baciati. Non potevo dirlo con certezza perché il mio ricordo non era preciso ma quello che avevo percepito mi suggeriva che tra di noi c'era stato un bacio.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Daphne e citato Hunter.
Aaron ha portato Daphne al centro della pista e ha eseguito il suo obbligo.
Poi siccome il danno non mi sembrava giá abbastanza irreparabile, ho deciso di fargli ricordare del bacio. Oppese..