Devil's trillQuest di Halloween (aperta solo agli studenti)

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    III Anno

    Status: Adirato

    La proiezione della Vane che in quel momento avevo nella mia mente, la ritraevano nelle vesti di un’umanoide avente fattezze mostruose, del tutto simili a quelle di uno zombie di uno dei tanti telefilm visti in tv. Ero parecchio risentito per l’insufficienza ricevuta, ma (inconsciamente) sapevo che non mi sarei mai spinto così tanto lontano. Eppure, per ragioni che non riuscivo a spiegarmi, la ragione era stata completamente distrutta da un istinto e un’indole che mai avrei potuto credere mio. Il tentativo della creatura di proteggersi, venne negato da un improvviso aumento della forza di gravità su di lei, tanto da essere costretta a sottomettersi dinanzi al sottoscritto – prima in ginocchio e poi con i palmi a premere sul freddo pavimento. E quando non riesci ad alzare le mani, non riesci nemmeno ad emanare nulla, dal tuo catalizzatore.
    La sua materia è da sempre stata una delle mie preferite…fino al suo arrivo!
    Le gridai addosso, con tono iracondo, iniziando a camminare avanti e indietro, con passi pesanti quanto il mio umore.
    È riuscita a farmela disprezzare! È tutta colpa sua!!! Sua e sua soltanto!! Chieda scusa!! Avanti, lo faccia!!
    Mi avvicinai col capo al suo, con fare intimidatorio, malgrado tutto ciò che le volessi sentir dire era semplicemente quella parola.
    Non vuoi farlo?! Tsk! Sia come vuoi.
    Mi accovacciai difronte a lei, portando la punta della bacchetta contro il suo petto, per poi schiudere le labbra in modo da proferire il nome della fattura che sarei andato a utilizzare.
    Stupeficium.
    Un potente raggio cremisi, l’avrebbe schiantata in mezzo alla moltitudine di banchi che l’avrebbero travolta, inveendo su di lei alla stregua di una mandria di gnu impazzita.
    Mufasa+!
    Un bel voto, infondo. Voi che dite? Ad ogni modo, sistemata la responsabile della mia ira, optai per andare a scaricare a terra la tensione restante nell’unico posto che me lo avrebbe permesso: il Campo da Quidditch. Con un Accio, recuperai la mia scopa, aprendo la finestra che dava verso l’esterno onde poi spiccare il volo e, nel giro di una dozzina di secondi, raggiungere il luogo designato. Le sorprese, tuttavia, erano tutto fuorché finite: giunto al campo, avvertii fin da subito quanto l’aria fosse diversa dal solito, tanto da farmi respirare faticosamente. In quanto cercatore, avevo imparato a governare il mio mezzo con una sola mano, permettendomi – in questo modo – di poter utilizzare la mano dominante per tener stretta a me la bacchetta. Nemmeno il tempo di tirarla fuori dalla fondina, tuttavia, che mi vidi costretto ad abbassare (istintivamente) il capo, a causa di un sibilo via via sempre più intenso.
    Un bolide?!
    Chiaramente mi allarmai, specie quando le armi ch’ero solito a dover affrontare durante i match presero a moltiplicarsi e a causare uno stonato coro assordante. Fu durante una delle evasioni che fui costretto ad eseguire che lo notai: un essere completamente avvolto dalle ombre, stava gesticolando in mia direzione con una bacchetta nella propria mano.
    Sei tu l’artefice di questo casino?!
    Non sembrava volermi dare tregua, così come i bolidi (almeno secondo il mio punto di vista) da lui controllati. Lo sentii farfugliare qualcosa in una lingua a me sconosciuta, venendo poi colpito alla schiena da una delle sue stesse palle.
    Perirai per il tuo stesso potere, povero idiota!
    Me la risi di gusto, portando poi la bacchetta in direzione di due bolidi che – nel caso in cui non avessi fatto nulla – sarebbero riusciti a colpirmi, a causa delle loro traiettorie.
    Depulso!
    Le sfere deviarono di traiettoria, segno che la fattura (se ben usata) poteva essere efficace contro di loro. Portai nuovamente la bacchetta in direzione di altri bolidi, tornando a castare nuovamente l’incanto così da deviare gli oggetti e così avrei fatto ancora e ancora, nella speranza che il loro controllore sopperisse prima del sottoscritto, così da disperderne l’effetto…


    Parlato Pensato
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    Credits: Eltanin17


    Alexander Reid, III anno, Corvonero.
    Si conclude il suo conto in sospeso con la Vane-Amanda, dirigendosi poi - in volo sulla propria scopa - verso il Campo da Quidditch dove vede un Daniel nei panni di uno spirito avvolto dalle ombre. Vedendo che (a detta sua) l'evocatore di bolidi viene colpito da uno di essi, decide di giocarsela sulla difensiva, usando dei Depulso per deviare i bolidi a lui più pericolosi, attendendo che l'essere muoia per l'effetto del suo stesso incantesimo.


    Opzione B: Depulso! Riuscirà? Who knows?: 9
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      15/11/2022, 13:54
      Andréas
     
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    – Un mojito sarebbe molto gradito, ti ringrazio. Puoi adagiarlo qui accanto – Harry sbatté il largo palmo della mano sulla pavimentazione umida alla propria sinistra, in un pungente invito, prima che quello lanciasse non si sa quale incantesimo per abbrustolirgli metà gambe, che ora bruciavano incredibilmente, nonostante fosse uscito rapidamente dall’acqua.
    L’incantesimo che aveva deciso di lanciare di contro al concasato era perfettamente meritato. Un ghigno malevolo gli increspò la guancia sinistra, mentre soddisfatto guardava Séan spalancare gli occhi e accasciarsi al suolo, venendo consumato dall’interno da un incendio mortale. Era questo che accadeva, se ti mettevi contro un Barnes: il fuoco era sempre stato il suo elemento, sin da piccolo, e giocare al suo gioco preferito era stato il suo peggior errore, non che l’ultimo della sua vita.
    Si inginocchiò per osservarlo da vicino, prendendogli con forza la mascella; raccolse tutta la propria saliva e gli sputò in mezzo agli occhi, per poi lasciare andare la sua mandibola in malo modo, spingendola da una parte.
    Di rilassarsi per qualche minuto, in modo da poter quantomeno riflettere su cosa fare, non sembrava essercene possibilità, così decise di avanzare direttamente verso i dormitori di Sepeverde: le morti per mano sua erano appena salite a +1, e ormai restare in quel luogo non era concepibile.
    Mise piede così nella Sala Comune: era solo, almeno per il momento. Si avvicinò alla grande vetrata principale, osservando al dì fuori per un lungo momento, contemplando la fauna marina e la quiete delle sue acque.
    – Barnes. – una voce familiare lo fece voltare, ridestandolo con uno sfarfallio sorpreso di lunghe ciglia scure. – Scott –, le rispose d’istinto, – Hai trovato anche tu la festa troppo caotica? – ironizzò, come suo solito, facendo lenti passi verso i divani centrali. – Accomodati, avanti, facciamo due chiacchiere… vorrei almeno poter dire di averti conosciuta, prima di andarmene di qui. – la Scott non era una persona espansiva come lui, tutt’altro, e il moro non aveva ancora avuto modo di farsi un’idea reale sulla sua persona, sempre troppo schiva e sarcastica. Harry, razzista com’era, aveva approfittato del colore della sua pelle per prenderla in giro più e più volte, pur di attirare la sua attenzione, ma senza successo. In verità avrebbe voluto ottenere più che del fastidio da parte sua, reputandola – contro ogni suo principio – il bocconcino più particolare che Serpeverde offriva.
    – So sempre come movimentare le cose… ma mi duole deluderti: questa volta non c’entro un bel niente. – si buttò a peso morto sul divano centrale, allargando le braccia sopra lo schienale. – Sai, di questo passo, questa potrebbe essere l’ultima notte della tua-ehm, della nostra vita… perché non approfittiamo della disponibilità che la solitudine e questo divano ci offrono? – dopotutto, Hardice – il ragazzo con lui lo vedeva più spesso, ultimamente – era bello che andato. Ma non era il momento migliore per darle quella terribile notizia. Meglio lui che Harry, se non altro.
    Un potente vibrare azionò tutti i sensi del Serpeverde che, tentando di capire cosa stesse succedendo, si guardò intorno fino a che il suo sguardo non guizzò verso la vetrata, che in quel momento stava iniziando a creparsi in più punti.
    – Ma… che cazzo… sta succedendo??! – allarmato si alzò dal divano, impugnando la bacchetta in direzione della vetrata, notando con un senso di potenza un piccolo squarcio laterale aperto nel vetro, da cui stava entrando un fiume d’acqua, causando sempre più crepature.
    Il moro sollevò i piedi, che per via dell’acqua si erano fatti pesanti, le scarpe e i tessuti pregni d’acqua.
    – Forse è il caso di andarcene da qui… Testabolla! – si circondò la testa di una bolla d’aria per prima cosa, – Ti consiglio…Hey, che cazzo stai facendo? esclamò il moro, quando quella lo minacciò di ucciderlo. – Abbassa la bacchetta, donna, ti ho già detto che non c’entro niente… ti pare il caso? – ma la ragazza non voleva sentir ragione, e gli sferrò un incantesimo per nulla carino. In quel momento un grosso frammento di vetro sferzò l’aria…


    Narrato la morte del povero Séan (RIP HARDICE), passato alla sala comune serpeverde e interagito con Reina che è entrata in scena, immaginando già di spassarsela con lei sul divano in pelle nera nella sua adorabile testolina zozzina. Lanciato un testabolla per protegersi dall'acqua che sta entrando da tutte le parti. Una scheggia sferza l'aria.


    Testabolla alla Quest: funziona?: 6
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      15/11/2022, 19:43
      Harry‚
     
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    La folata di vento di strega che si diffonde nella stanza mi aiuta. L'aula di pozioni ritorna ad essermi familiare nelle superfici in pietra e legno mentre i fumi, che fuoriescono copiosi dai calderoni, si diradano. Ho così l'opportunità di vedere le ultime ampolle riversarsi a terra dopo il mio involontario attacco e l'altro intruso.
    - Non voglio fare del male - mormoro ma non c'è molto tempo per pensare: la situazione degenera in fretta, come già successo in sala grande. Mors tua vita mea, si dice così no? Per difendermi dall'eventuale pericolo, scaglio nella sua direzione un Petrificus Totalus. Un immobilizzante, a parer mio, privo di rischi importanti. Sfortunatamente però la realtà mi contraddice. Quando il mio incantesimo va a segno, oltre al tonfo prodotto dalla caduta del corpo rigido di Kynthia c'è anche quello del tavolo che viene travolto, di provette - le ennesime - che si infrangono e di un calderone che capovolgendosi riversa il suo contenuto sul pavimento. All'inizio resto al mio posto, interessata più a riprendere a respirare in modo regolare; poi muovo i primi passi verso la verità. Collego il calmarsi del vento al fatto che la responsabile dell'incantesimo sia in questo momento impossibilitata... La realtà è ben diversa.
    La pozione doveva essere altamente corrosiva perché alla Grifondoro si è sciolta la faccia. C'è un solco nel suo cranio che ancora fuma, ed è irriconoscibile. Un dente rimasto clamorosamente intatto scivolò via, come una piccola barca su un fiume di sangue e tessuti liquefatti. Riconosco che si tratta di una Grifondoro dalla divisa. Trattengo un conato di vomito e a stento fuggo via.

    Non è la prima morte violenta della serata: sapere di non aver voluto uccidere volontariamente alcuna delle persone che ho incontrato mi fa sentire ancora più in colpa. Se ripenso al come, poi... Resisto alla tentazione di vomitare un paio di volte, finendo comunque per imbrattare una porzione di muro dei sotterranei. La cosa mi fa sentire meglio (fisicamente), abbastanza per riprendere la strada della superficie e perseguire - ancora - il piano iniziale: arrivare in stazione e tornarmene a casa.
    Un altro collega ha avuto lo stesso intento: aperta la porta d'ingresso ha trovato immediatamente la morte, fatto a pezzi con un recido. Muta come un pesce, per non essere sentita e rischiare la stessa malasorte, mi dileguo e imbocco una strada qualunque. Bacchetta sguaiata, terrore liquido nelle vene, la mente che cerca di ricordare tutti gli incantesimi che ho studiato e anche di più.
    La parte peggiore è trovarmi faccia a faccia con l'ultima persona che desideravo incontrare, l'unica che se fosse morta quella stessa notte avrebbe fatto un favore all'umanità intera. A me di sicuro. Ci metto qualche secondo per fermarmi del tutto e lasciare che la rabbia cieca prendesse le redini della situazione.
    - Wan - lo chiamo a denti stretti. L'odio che nutro nei suoi confronti alimenta la mia furia. Gli punto la bacchetta contro nell'immediato.
    - Ci sei tu dietro tutto questo? È un altro dei tuoi scherzi contorti? - ignoro Alexis all'inizio: non voglio perdere il contatto visivo con la mia nemesi. Ha un modo così assurdo di relazionarsi al resto del mondo, Jaemin, che mi urta i nervi qualunque cosa dica. Costantemente fuori luogo, sopra le righe, così fastidiosamente irritante...
    - Cosa?! IO? Sei tu quello che si diverte a rovinare la vita agli altri! Lo fai sempre - interagisco, incattivita. Mi arrabbio ancora di più e penso di metterlo finalmente a tacere una volta per tutte ma vengo dissuasa da qualcosa di ancor più problematico e inquietante.
    Gridano entrambi ed allora, per ultima, degno di uno sguardo anch'io a ciò che ci sta succedendo intorno.
    Mentre le pareti del corridoio si restringono, qualcosa si muove dietro le pareti di pietra. Prima ondeggiano in modo confuso poi danno forma a vere e proprie braccia, tese verso di noi. Sono braccia fameliche, che cercano di aggrapparsi a noi. Sono colta dal panico, come gli altri due presenti. Ognuno di noi prova a contrastare il pericolo imminente con un incantesimo, dall'esito più che incerto. Piedi ben saldi a terra e...
    - Aqua eructo! -

    ––––––
    scheda | mailbox | memo


    Victoria Crain, II anno Serpeverde

    Dopo la morte di Kynthia, cui è stata praticamente mangiata la faccia da una pozione corrosiva in seguito alla pesante caduta (scusa Kynthia), Vee fugge via. Assiste alla morte di un altro studente che ha provato a mettere piede fuori dal castello e, terrorizzata, imbocca una strada qualunque. La non strada per la felicità che la porta da Jaemin (ODIO E RANCORE PER TE) e Alexis.
    Dopo un piccolo scambio di battute - la serpeverde ritiene responsabile il suo concasato e ce l'ha a morte con lui - si accorge in ritardo delle mura che si restringono e delle braccia che provano ad acchiapparli e risucchiarli.
    Tenta con un opzione D: aqua eructo, con lo scopo di spingere gli altri tra le braccia infami e aver salva la vita.
    Aqua eructo: 6
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      16/11/2022, 22:32
      aquamärine
     
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    COPPIAINCANTITIROESITO
    Harry Barnes + Reina ScottA Paperante (3A) -1
    B Pressure (4A) +3
    C Testabolla (4A) +1
    D Altro -2
    Reina Scott
    Orbis -2 / 10 = 8
    Harry Barnes
    Testabolla +1 / 6 = 7

    SOPRAVVIVE
    REINA

    Grace Johnson + Mikhail Aleksei RomanovA Fastronum(3A) +1
    B Diffindo (1A) -1
    C Incarceramus (3A) +3
    D Altro -2
    Grace Johnson
    Frastonum +1 / 8 = 9
    Mikhail Aleksei Romanov
    Incarceramus +3 / 1 = 4

    SOPRAVVIVE
    GRACE

    David Aron Harris + Alexander ReidA Orbis (4A) +1
    B Depulso (4A) -2
    C Fumos (3A) +3
    D Altro -1
    David Aron Harris
    orbis +1 / 3 = 4
    Alexander Reid
    depulso -2 / 9 = 7

    SOPRAVVIVE
    ALEXANDER


    Victoria Crain + Jaemin Wan + Alexis PierceA Stupeficium (1A) -2
    B Bombarda Maxima (4A) +4
    C Oscuro (4A) -3
    D Altro +1
    Alexis Pierce
    Bombarda Maxima +4 / 6 = 10
    Jaemin Wan
    Oscuro -3 / 1 = -2
    Victoria Crain
    Aqua eructo +1 / 6 = 7

    SOPRAVVIVE
    ALEXIS





    “TERZO TURNO”



    ◬ Reina Scott e Grace Johnson


    Recinti delle creature - Un luogo molto bello per gli amanti degli animali ma non in questa notte. I recinti sono silenziosi tranne per degli scricchiolii strani che provengono da diverse direzioni. In un secondo vi ritroverete fra i piedi diversi Fiammagranchio. Sono carini vero? Beh si fino a chè non iniziano a espelle fiamme dal didietro. Avete capito bene! Presto ci sarà un bel falò. Chi sarà la torcia umana che riscalderà la notte di Halloween?

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Dominusterra (5A)
    B Volate Ascenderai (4A)
    C Sferis (5A)
    D Altro

    ◬ Alexander Reid e Alexis Pierce


    Serra n.4 (Serra piovosa) - Benvenuti nella serra numero 4. Forse non lo avrete notato ma Piove e tanto anche. E' un diluvio con i fiocchi. Vi bagnerete dalla testa ai piedi e appena metterete piede nella serra le piante inizieranno a produrre rumori strani tremando e strusciando tra di loro. Presto le loro radici usciranno fuori dal terreno e cercheranno di prendervi e avvolgervi come un bel baco da seta, ma al posto della solita trasformazione quell'involucro si riempirà di acido... Ops, qualcuno morirà in malo modo!
    Ah dimenticavo, le loro radici sono ricoperte da una sostanza urticante e velenosa che al tocco vi farà vedere le stelle come se qualcuno vi tagliasse la vostra bellissima pelle! Chi sarà appeso a testa in giù ?

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Herbivicus (5A)
    B Ventus (5A)
    C Priusmetra (4A)
    D Altro

    La data di scadenza è il 22/11 23:59. Cercate di non andare troppo oltre le 1000 parole per facilitare a tutti la lettura dei post e ricordate sempre gli spoiler riassuntivi delle vostre azioni, inserite l'incanto scelto e tirate un D10.

    A questo giro sarete tenuti a narrare le sorti della battaglia precedente inventandovi come è finita e se vi fosse difficile giustificarne le sorti con gli ultimi incanti tirati sarete liberi di narrare di aver lanciato un ulteriore incanto finale, che sarà poi quello letale all'avversario, ma se riusciste a giustificare il tutto con gli incanti scelti nel giro precedente sarebbe meglio, anzi, sarebbe più divertente! Dopo aver narrato lo scontro precedente sarete tenuti a trovare un modo per recarvi nel nuovo luogo a voi assegnato per poi scegliere uno dei nuovi incanti proposti lasciando come nel giro precedente l'esito aperto.

    l'importante è che terminiate il post con il tiro di uno degli incanti richiesti o il post verrà considerato non valido e pertanto sarete automaticamente voi quelli uccisi, stessa cosa vale se non riuscite a postare entro la data di scadenza di questo giro! <3

    Per facilitarvi la ricerca degli effetti dei vari incanti abbiamo segnato a fianco l'anno di appartenenza così potrete trovarli senza difficolta nella lista dedicata.

     
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    Incredibilmente il mio Bombarda Maxima andò a segno, facendo così esplodere un'intera parete di pietra, i cui detriti colpirono la ragazza in pieno volto, facendole perdere i sensi. In una situazione normale, avrei soccorso la sconosciuta senza farmi troppe domande, ma quella non era una situazione normale e ne ebbi ulteriore conferma quando - voltandomi in direzione di Jaemin, l'amico di Carrie, fui costretta ad assistere ad uno spettacolo raccapricciante: il ragazzo, infatti, in un momento di distrazione, fu bloccato e attirato alla parete dalla stessa e, avvolto dai suoi bracci di pietra, fu lentamente inglobato in essa. A nulla servirono le sue urla. Deglutii a vuoto, sconvolta e per qualche secondo pensai a Carrie. Non me l'avrebbe perdonata, ne ero piuttosto certa, ma in quel momento non ero in grado di pensare a niente che non riguardasse la mia sopravvivenza. Per cui, indietreggiai di qualche passo e, col cuore in gola, decisi di cercare aiuto altrove.

    Era assurdo come, in un attimo, il posto in cui mi ero sentita più al sicuro in vita mia si fosse trasformato in una trappola mortale. Corsi da una parte all'altra del castello, svoltando in un nuovo corridoio ogni volta che mi parve di sentire l'ennesimo rumore, finché - nella confusione più totale - mi addentrai nella serra numero quattro. Fino a quel momento, non mi ero resa conto del temporale che imperversava, me ne accorsi quando, inoltrandomi tra i fiumi di piante presenti nella serra, mi ritrovai proprio sotto alla tempesta. Incredula che tutta quell'acqua potesse entrare in una serra, osservai l'ambiente intorno a me, alla ricerca di un indizio, un segno qualsiasi che mi facesse sentire finalmente al sicuro. Nella calma apparente del momento non mi resi conto del fruscìo continuo che riempiva l'aria tutto intorno a me. Svoltando un angolo poi, mi ritrovai faccia a faccia con un ragazzo che non avevo mai visto prima. Alzai immediatamente la bacchetta. «Tu chi diavolo sei?.» gli domandai, senza pretendere una vera e propria risposta. L'unica cosa che mi chiedevo era cosa cazzo stesse succedendo. Era tutto così incredibile da sembrare irreale. Sentii l'ennesima vibrazione, una scossa questa volta, la stessa che mi aveva esortata ad agire, davanti ai pericoli precedenti.

    «Non ti avvicinare. Stà indietro, o giuro che...» cosa? Sarei davvero stata in grado di ammazzare qualcuno? D'altronde, sebbene non volutamente, lo avevo già fatto... «Allontanati ho detto!!» esclamai rabbiosamente, e distratta dal ragazzo non feci caso a ciò che stava succedendo tutto intorno a noi: sottilissime fila di radici apparentemente innocue avevano preso a fuori uscire dai vasi facendosi pericolosamente vicine a noi. «Cos... AH!!!!» urlai, quando una di quelle mi sfiorò la caviglia. Un dolore della stessa intensità di una bruciatura mi costrinse ad indietreggiare, facendo così cadere un paio di vasi. «Sei stato tu? AHHH!» urlai nuovamente, senza riuscire a contenermi. Dannazione! Una nuova radice mi aveva raggiunta, avvolgendomi il bicipite. «Diffindo! Diffindo!» esclamai, quando le radici si furono moltiplicate. Ma per ogni radice che riuscivo a recidere, altre due ne nascevano, pronte a colpirmi. Decisa a liberarmi una volta per tutte di quel dannato incubo, tra un Diffindo e l'altro, puntai la bacchetta in direzione dell'altro, colpevole di essere arrivato nel posto sbagliato nel momendo sbagliato, urlai: «Incendio!» urlai, con tutta la forza che avevo, nella speranza che quello sarebbe bastato per dar fuoco a tutte quelle dannate piante, ma anche a distrarre quel tizio da qualsiasi cosa stesse facendo. In quel momento non pensai nemmeno alla reale possibilità di metterlo gravemente in pericolo: volevo solo fuggire da lì prima che fosse troppo tardi.

    Alexis Pierce, III anno, Grifondoro
    Primo paragrafo: Sintetizzo ciò che è successo nella battaglia precedente e cito Carrie.
    Secondo paragrafo: Mi ritrovo nella serra dopo essermela data a gambe levate e, perquesendo la stessa, mi trovo faccia a faccia con Alex, proprio mentre le radici velenose si fanno più vicine.
    Terzo paragrafo: Non credendo molto nelle coincidenze, e dopo aver provato a liberarmi dalle radici biricchine con dei Diffindo (poco efficaci), casto un Incendio (Opzione D) nel disperato tentativo di FARE BURDIELL (e liberarmi delle piante, ma anche di Alex, di cui non mi fido per nulla).
    :fire:
    Uso Incendio contro Alex nella quest di Halloween: 5
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      17/11/2022, 20:16
      camden.
     
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    I vari Depulso riuscirono a tenere alla larga i bolidi, abbattendosi sull'oscura figura fino a farla stramazzare al suolo. Un sorriso si levò sul mio volto, ricolmo di un'accidia che non mi aveva mai rappresentato...fino a quel giorno, perlomeno.
    È un peccato che la Vane sia morta, ti avrebbe tolto 5 punti.
    Mi stavo chiaramente riferendo ai punti persi dopo aver azzardato un'Imaginem Maxima a lezione, ignaro del livello di tale incanto. Restai tuttavia ad osservarlo per poco, in quanto un rombo nel cielo – seguito poi da alcune goccioline di pioggia – mi fece capire che restarmene così in alto, senza riparo, non era esattamente la migliore delle idee. Ciò nonostante, il Castello sembrava essere completamente compromesso, indi per cui dovetti scegliere un altro rifugio da quel susseguirsi di eventi che continuavano a capitarmi.
    Potrei andare nella Serra.
    Riflettei, mentre (rapido) iniziai a scendere di quota, fino a volare rapido rasente il terreno, dirigendomi verso il complesso di strutture adibite alla coltivazione di piante magiche e di erbe. Sperando di non dovermi imbattere in un altro tizio contro cui combattere, entrai dentro ad uno dei vari ambienti; notai fin da subito l'elevato tasso di umidità, avvalorato dall'acqua piovana ch'era riuscita ad infiltrarsi in vari punti del tetto.
    Beh, meglio che fuori sicuramente...credo.
    Pensai con fare guardingo, mentre andai a compiere qualche passo verso l'interno, dandomi diverse occhiate attorno a causa dei sinistri rumori fatti dalle piante circostanti. Mi presi coraggio, brandendo il mio catalizzatore con mano ferma, pronto a reagire nell'eventualità che anche la vegetazione desse di matto. Fu allora che udii una voce e, non appena mi voltai di novanta gradi a sinistra, vidi una figura ricolma di edera (Poison Ivy, is that you?) che mi intimò di restarmene fermo, di non avvicinarmi a lei. Malgrado trovassi la sua carnagione (come ricoperta da un velo di muschio) bizzarramente interessante, l'avermi puntato la bacchetta contro non poté che farmi agire d'istinto.
    Repsi Genitum!
    Dei rampicanti si generarono dalla mia bacchetta, percorrendo il tragitto delle edere che erano già su di lei per raggiungerla nel minor tempo possibile; ne avrei approfittato anche per tenere a bada quelle che aveva addosso, così da limitare la sua capacità offensiva. Peccato per i Diffindo che riuscì a sfoderare, i quali mi fecero intuire che non aveva poi così a cuore la natura come pensai inizialmente. A complicare le cose, ci fu un avvenimento che demolì il mio morale: un ramo s'era attorcigliato attorno alla mia scopa, applicandovi sopra una forza tale da spezzarlo in due.
    Cazzo.
    Mi voltai per un attimo, usando lo stesso incanto di Poison Ivy così da recidere le varie piante che provarono ad avvicinarsi a me, ma non ebbi nemmeno il tempo di ultimare il compito che un'intensa luce illuminò il buio della serra, obbligandomi a voltarmi. Dall'estremità della bacchetta – puntata in mia direzione – iniziò a propagarsi una fiamma di medie dimensioni. Se non avessi “risposto al fuoco”, probabilmente sarebbe riuscito ad ustionarmi in varie parti del fuoco ed io non glielo potevo permettere. Fu così che recitai il nome della formula che mi avrebbe permesso di far cambiare direzione alle fiamme scaturite, sempre se ci fossi riuscito – ovviamente.
    VENTUS!!!
    Si sarebbe così generata una folata di vento parecchio intensa, tale da rispedire (potenzialmente) il fuoco a colei che lo aveva richiamato o (nel peggiore dei casi) di aggravare le fenditure attraverso cui pioveva l'acqua, usando proprio quest'ultima per spegnere il fuoco.


    Parlato Pensato
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    Alexander Reid, III anno, Corvonero.
    Sconfitta l'oscura presenza, si dirige alle serre, ritenendolo luogo sicuro; incontra tuttavia Alexis che scambia per una cosplayer(?) di Poison Ivy. Dopo averla attaccata con liane e tagliato qualche ramo, usa Ventus per soverchiarla con il suo stesso attacco.


    Opzione B: Ventus! Riuscirà? Who knows?: 2
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      Andréas
     
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    Grace Johnson

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    La paura, l’ansia, l’angoscia del non capire cosa stesse succedendo e la costante adrenalina ormai in circolo da quelle che forse erano ore? Quanto era passato dalla cena? Quanto era stata priva di sensi in Sala Grande? Quando aveva ripreso i sensi intorno a sé impazzava di già il caos e l’unica cosa che aveva potuto fare era stata proprio scappare dalla sala per cercare aiuto e rifugio altrove. Un aiuto che ad ora non aveva trovato. Quasi a rallentatore si sollevò dall’urlo che aveva lanciato a pieni polmoni. L’onda d’urto propagata dall’incantesimo, dall’esplosione data dalla magia della Grifondoro, aveva sbalzato quei piccoli mostri dall’attitudine da piranha facendone volare alcuni verso il largo delle profondità del Lago Nero e altri verso la riva ma una cosa li accumunava, giacevano tutti privi di vita così come il Serpeverde che da solido ora rappresentava un pezzo di carne pronto a crollare. Grace si allungò immediatamente cercando di sostenere la sua figura massiccia quanto inerme rispetto a lei così piccola e all’apparenza priva di forze. «Mik?! Mik?! Che succede? Aiutami!» Cercò di sostenere il suo peso con non poca fatica trascinando entrambi fuori dalle insidiose acque scure. Inciampò sul fondale cadendo in ginocchio ma sostenendo quasi fosse di vitale importanza il Serpeverde. Riuscì, non sapeva nemmeno lei come, a adagiarlo sulla riva ed a fatica, strisciando, gli si fece accanto. «Mik. Mik, ti prego! Non giocare, svegliati», si sporse sul suo corpo inerme tirandogli delicatamente il mantello per scuoterlo. «Mik?!» Lacrime correvano lungo le guance mentre la gravità di quanto aveva fatto si materializzava coscientemente in lei. Lo aveva ucciso. Ucciso come la figura senza nome nella biblioteca, ucciso come la Tassorosso sotto la pila di libri e, uccisa come Elisabeth, Ellie, sua... sorella. «Ti prego Mik», singhiozzò piegandosi sul suo petto, «svegliati.» Tutto vano. Il ragazzo era morto. Pianse sé stessa e ciò che aveva fatto, chi aveva perso, per un tempo indefinito prima di essere costretta ad alzarsi da lì. Nuove esplosioni e voci concitate si stavano avvicinando. Strinse la camicia strappata del Serpeverde sulla quale era china ma all’ultimo, a malincuore, fu costretta a staccarsi per mettersi in salvo. La concitazione era arrivata fino al lago, doveva scappare, doveva tornare al piano originale di riuscire a trovare qualcuno per mettersi in salvo per porre fine qualsiasi cosa stesse succedendo in quella dannata scuola quella dannata sera. Per porre fine a ciò che lei stessa stava facendo con la sua magia fuori controllo. Non capiva perché quell’esplosione di potere, non le era mai successo in quel modo. Era perché aveva a lungo soppresso sé stessa? Anni a tenere dentro ciò che provava, la frustrazione per il dislivello con cui i suoi genitori trattavano lei e la sorella che a tutti gli effetti era la loro preferita, ora tutto questo le stava presentando il conto?
    Grace corse a rifugiarsi nel folto della vegetazione al limitare del bosco camminando guardinga tra le siepi, nascondendosi dietro i tronchi al minimo suono. Chiuse gli occhi cercando di dominare il respiro, sentiva il cuore in gola e freddo sulle guance rigate dal pianto. Si strofinò la manica sul viso infondendo a sé stessa una dose di decisione e si spostò ancora muovendosi non sapeva nemmeno lei bene dove. Finì per trovarsi nella zona dei recinti e sperò che il guardiacaccia fosse lì – nella capanna aveva solo trovato i cadaveri di altri studenti – immaginando che l’uomo fosse andato a salvare le creature da tutta quella follia. «C’è nessuno?» Il silenzio regnava tra le staccionate, un silenzio di tombale, inquietante che mai c’era stato prima d’allora. «C’È NESSUNO?! PROFESSORE?» Grace sentì uno scricchiolio seguito da un verso e chinandosi trovò una piccola tartarughina dal carapace incastonato di gemme. «Hei, ti sei perso?» Si chinò cercando di carezzare la creatura, pareva a lei inoffensiva ma questa rizzò il piccolo collo all’indietro emettendo un verso più stridulo. La creatura parve impettirsi, gonfiarsi ed emettendo un nuovo suono più acuto dal suo posteriore ebbe come uno scoppiò. Velocemente la creatura sì giro investendo la Grifondoro con una piccola fiammata; Grace urlò saltando all’indietro tanto da finire a terra e in un battito di ciglia si trovò circondata da altre creature come la prima. Cercò di mettersi in piedi, ignorando il dolore bruciante della mano ferita. “Cavolo è la destra!” Costatò rapidamente portandosi al petto la dominante. Riprese a correre cercando di evitare i fiammagranchio e nel farlo andò a scontrarsi contro qualcosa, qualcuno. «Cazzo!» Si lamentò riuscendo a non finire a terra. «Io... Io d-Dio mi dispiace», la figura era un’altra studentessa e, a giudicare dai colori della sua divisa, un’altra Serpeverde. «Non andare di là, ci sono delle creature sputa fiamme. Dobbiamo andarcene!» Presto i fiammagranchio sarebbero arrivati lì, dovevano andarsene. «Che hai? Andiamo?!» Perché non si muoveva? «No, che stai facendo?!» Perché la bacchetta della Serpeverde la stava puntando? Dovevano essere unite, fuggire, ma la mora non sembrava del suo stesso avviso. Grace cercò di scappare sottraendosi alla superiorità magica di quella studentessa più grande e tentò di replicare con tutti gli incantesimi che conosceva. «SMETTILA! DOBBIAMO ESSERE UNITE!» Nulla. Vaffanculo. Cercò di prendere la mira nella foga della situazione puntando direttamente al petto della ragazza: «STUPEFICIUM!»


    Si rende conto di aver ucciso l'ennesimo personaggio (Mikhail) e comincia a farsi le paturnie su se stessa e cosa le stia accadendo. Rimarrebbe lì a piangere ma nuovi scontri sopraggiungono e cerca di nuovo di scappare allontanandosi da essi. Finisce ai recinti dove incontra un fiammagranchio, che non riconosce come tale, e vorrebbe accarezzare ma questo la attacca e nel farlo richiama tutto il branco dalla quale poi Grace scappa. Mentre fugge si scontra contro la prossima avversaria, Reina, che cerca di convincere ad aiutarla per fuggire da lì e mettersi in salvo ma la situazione, per forza di cose, precipita e parte lo scontro.
    Scaglia l'opzione D: Altro incantesimo.
    Opzione D, altro incantesimo: "Stupeficium". Riuscita?: 8
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      19/11/2022, 12:24
      yourgrace.
     
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    Barnes, una rana dalla bocca larga che credeva di infastidirla con qualche insulto razzista, che tenerezza. Lo osservò per tutto il tempo con gli occhi stretti in due fessure, sfrontato, sicuro, presuntuoso. Aveva diversi difetti, ma su una cosa ci aveva preso: se ne sarebbe andato, anche se non nel modo che immaginava. Le sopracciglia scattarono poi verso l'altro quando le propose di unirsi a lui sul quel divano, perché se davvero credeva che avrebbe accettato allora era anche stupido. Strinse la bacchetta con più rabbia di quanta ne avesse avuta fino quel momento. L'insana voglia di tagliargli la lingua con un diffindo.
    -Tu parli troppo, Barnes- gli ringhiò contro. Forse era vero, forse non c'era lui dietro tutto il casino di quella sera, ma questo non lo metteva in una posizione migliore. Più scorreva il tempo e più il nervoso si impossessava di lei, Harry poi, non faceva che velocizzare quel processo. Magari si sarebbe anche mossa prima se le vetrate della stanza non avessero cominciato ad autodistruggersi. Fu rapido a proteggersi le vie respiratorie, e non sembrava volerla attaccare, ma era troppo tardi. Era rimasta solo furia, non sapeva nemmeno da dove venisse ma stava montando, e la paura che montava addosso mentre l'acqua allagava la Sala Comune non aiutava. Gli puntò la bacchetta contro e, proprio mentre pronunciava l'incantesimo che lo avrebbe piantato a terra come un chiodo, una grossa scheggia di vetro gli passò davanti al viso squarciandogli la bolla d'aria temporanea che aveva evocato. Sarebbe dovuta uscire in fretta da li o si sarebbe trovata bloccata, ma non prima di essersi avvicinata al moro, con l'acqua che ormai gli copriva la bocca, incapace di muovere un muscolo. Si abbassò flettendo le gambe, intrecciò una mano nei suoi capelli e tirò per poterlo guardare negli occhi
    -Spero tu stia più comodo che su quel divano, solo lo sarai di certo- gli sussurrò usando le sue stesse parole. L'acqua ormai copriva anche il naso, sarebbe voluta restare per vederlo dimenarsi come poteva, prima che arrivassero gli spasmi che avrebbero fatto inondare i suoi polmoni, ma doveva andare. Non voleva rischiare di fare la sua fine. Ghignò un'ultima volta prima di mollare quella testa quasi sommersa e, a passo svelto, si fiondò fuori dal passaggio segreto.
    Quasi si mise a correre una volta fuori da li, risalì velocemente i gradini dei sotterranei e, subito dopo, si avviò verso l'eterno della scuola. Se le acque del Lago si fossero riversate dentro al castello non ci sarebbe stata nemmeno vicino. Il cuore batteva per l'agitazione e lo sforzo fisico, quella serata stava diventando folle. A tratti divertente, ma stancante. Era come un interruttore, quando incrociava gli occhi di qualcuno sentiva una forza spingerla ad attaccare e, nonostante fosse quasi piacevole, la disturbava non avere il pieno e totale controllo sulle sue azioni. Continuò ad avanzare, in realtà correva, finché non arrivò ad un grosso albero contro cui appoggiò la schiena. Si fermò solo una volta convinta di aver messo abbastanza distanza tra lei e il castello. Chiuse gli occhi un solo secondo, cercando di riprendere fiato, ma un urlo la ridestò facendole stringere ancora di più la bacchetta che non aveva mai rinfoderato. Se lei aveva questo istinto omicida, questa voglia di ferire, che l'avessero anche gli altri? Non poteva rischiare e, quando poi si avvicinò alla fonte dell'urlo notò che fosse una Grifondoro, fu ancora più sicura di quello che avrebbe voluto fare. Era la terza che incontrava, maledetta gallina urlante. Solo dopo si accorse degli animali che avevano preso a circondare la zona, strane creature dai peti infuocati e, mentre si spostava per evitarne uno, la ragazza le finì addosso
    -Sono già qui!- le fece notare indicando gli animali alle sue spalle. Se l'avesse fatta fuori e lasciata li, magari li avrebbe rallentati facendoli accanire su di lei, come gli elfi nelle cucine con la sua amichetta. Puntò la bacchetta contro il suo petto subito prima di calciare un granchio per allontanarlo da sé ma la mora si mise a scappare, ma dove cazzo voleva andare?
    -Smettila di correre, se non sono io adesso sarà qualcun altro dopo. Crepa e sta zitta- Si portò la mano libera all'orecchio, quasi se lo artigliò. Tutti parlavano, e urlavano, e dicevano cose ridicole e lei si sentiva sempre più confusa e irritata. L'altra si allontanava, parlava e alla fine anche lei sguainò la bacchetta. Mirarono e scandirono le parole quasi all'unisono
    -Dominusterra!- urlò cercando di puntare ai piedi della rosso-oro. Voleva solo che finisse.


    Reina Scott, IV anno, Serpeverde
    Reina vs Grace

    Infilza Harry nel terreno come un chiodo nel legno, la bolla che lui ha creato si rompe per via di una scheggia di vetro e lo molla li ad annegare senza poterlo osservare morire, so sad. Scappa fuori perché che schifo l'acqua del lago (non è vero, ha paura perché è inetta), qui sente Grace urlare e giustamente la va a cercare. Lancia Dominusterra (opzione A, 5A) e vediamo chi schiatta.


    Lanciato Dominusterra contro Grace alla Quest di Halloween: 5
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      20/11/2022, 16:10
      Reina Scott
     
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    COPPIAINCANTITIROESITO
    Reina Scott + Grace JohnsonA Dominusterra (5A) -4
    B Volate Ascenderai (4A) +3
    C Sferis (5A) -2
    D Altro +5
    Grace Johnson
    Stupeficium +5 / 8 = 13
    Reina Scott
    Dominusterra -4 / 5 = 1

    SOPRAVVIVE
    GRACE

    Alexander Reid + Alexis PierceA Herbivicus (5A) +5
    B Ventus (5A) -4
    C Priusmetra (4A) +3
    D Altro -2
    Alexis Pierce
    Incendio -2 / 5 = 3
    Alexander Reid
    Ventus -4 / 2 = -2

    SOPRAVVIVE
    ALEXIS




    “QUARTO TURNO”



    ◬ Grace Johnson e Alexis Pierce


    Rimessa delle barche - L'illusione si appresta a giungere al termine e con essa pure la vita di una di voi due, chi sopravviverà e chi perirà? A breve lo scopriremo ma nel mentre cercate di prestare attenzione all'ambiente intorno a voi. Sentirete il bisogno di dirigervi verso la rimessa delle barche e una volta giunte li comincerete a percepire una strana e oscura forza magica che vi porterà a raggiungere il culmine della vostra aggressività. L'energia negativa che quel posto emana vi schiaccerà così potentemente che della vostra umanità non resterà che un solo e vago ricordo. Tale sensazione potreste continuare a provarla persino una volta risvegliate da questo incubo, ma sicuramente non con la medesima intensità. Ben presto davanti ai vostri occhi cominceranno ad apparire piccoli frammenti dei vostri peggiori ricordi e per diversi secondi non riuscirete nemmeno a capire dove vi trovate o perché siete giunte lì, ma tranquille, sarà il vostro istinto omicida a guidarvi verso la vittoria. Attenzione però, il gioco non sarebbe abbastanza divertente senza qualche piccola complicanza e per la sfida finale bisogna fare le cose in grande. Che sono quelle ombre alle vostre spalle? Non vi sembrano minacciose? Ebbene lo sono eccome perché come spiriti tornati dall'oltretomba sotto forma di fantasmi, tutti coloro che avete ucciso nel corso della serata torneranno per darvi il tormento e per farvi sentire in colpa per la vita che avete loro tolto. Vi ucciderà prima il vostro avversario o saranno invece i sensi di colpa ad avere la meglio su di voi? Buona fortuna!
    (Se qualcuno volesse tornare sotto forma di fantasma si senta libero di farlo e mi raccomando, che le due povere Grifondoro vengano tormentate a dovere)


    INCANTI DISPONIBILI:
    A Ebublio (5A)
    B Laqueusempra (5A)
    C Serpensortia (2A)
    D Altro


    La data di scadenza è il 25/11 23:59. Cercate di non andare troppo oltre le 1000 parole per facilitare a tutti la lettura dei post e ricordate sempre gli spoiler riassuntivi delle vostre azioni, inserite l'incanto scelto e tirate un D10.

    A questo giro sarete tenuti a narrare le sorti della battaglia precedente inventandovi come è finita e se vi fosse difficile giustificarne le sorti con gli ultimi incanti tirati sarete liberi di narrare di aver lanciato un ulteriore incanto finale, che sarà poi quello letale all'avversario, ma se riusciste a giustificare il tutto con gli incanti scelti nel giro precedente sarebbe meglio, anzi, sarebbe più divertente! Dopo aver narrato lo scontro precedente sarete tenuti a trovare un modo per recarvi nel nuovo luogo a voi assegnato per poi scegliere uno dei nuovi incanti proposti lasciando come nel giro precedente l'esito aperto.

    l'importante è che terminiate il post con il tiro di uno degli incanti richiesti o il post verrà considerato non valido e pertanto sarete automaticamente voi quelli uccisi, stessa cosa vale se non riuscite a postare entro la data di scadenza di questo giro! <3


    Per facilitarvi la ricerca degli effetti dei vari incanti abbiamo segnato a fianco l'anno di appartenenza così potrete trovarli senza difficolta nella lista dedicata.

     
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  10. Mikhail
     
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    serpe
    17 Anni
    III Anno

    Status: Ectoplasma

    Con i muscoli e le articolazioni sottocutanee strappati dai molteplici morsi degli esseri anfibi, la mia mobilità motoria venne sufficientemente compromessa da concedere l’iniziativa alla grifondoro stante difronte a me. L’incanto che andò ad utilizzare, non solo tolse di mezzo gli esseri che ci avevano attaccato dal lago, ma causò anche danni irreversibili al mio sistema nervoso. Provai un tremendo (quanto costante), mal di testa, ma sapevo che i danni riportati erano di ben altra gravità. Portai un dito all’orecchio mancino, percependo l’umidità causata dal sangue fuoriuscito dalla cavità auricolare e – osservandolo con un sorriso – crollai in acqua. La ragazzina, si sforzò inutilmente nel tentativo di portarmi fino a riva, ma era tutto inutile…o forse no? Avrei sfruttato quel poco tempo di gioco che m’era rimasto, sfruttandolo per istigare quanto più possibile la ragazzina.
    È…un’illusione…coff…pikuola Gr…coffeizz.
    La mia mano (ancora sporca del sangue delle vittime incontrate lungo il percorso), tinse di rosso l’area attorno al suo sguardo, alla stregua di una macabra benedizione. Le avrei voluto dire altro, ma il mio tempo in quella sorta di “Squid Game” sembrava essersi concluso ma, qualcosa nel profondo, parve volermi mantenere lì. Forse era il legame tra preda e predatore – instauratosi ben prima di quella illusione – a tenermi ancorato a lei o, magari, era parte di quel vantaggio (la consapevolezza) garantitomi da quella voce maschile, poco prima di svenire. Fatto è che, desideroso di vederle far del male a qualcuno, iniziai ad intravedere una luce che via via si fece più nitida, fino a quando non mi parve di vedere la figura della grifondoro difronte a me, parzialmente sbiadita. La dimensione in cui mi trovavo ora, sembrava non coincidere più con la sua, eppure sentivo che potevo ancora…come dire…interferire con essa. Attorno a lei v’era la rimessa delle barche; difronte a lei, quella che sembrava essere un’altra studentessa.

    null

    *Sbarazzati di lei*
    Le sussurrai, con tono cupo, all’orecchio; la mia mano spettrale si posò là dove il sangue le aveva macchiato il viso, nel tentativo di oscurarle la mente dai buoni propositi ch’era solita coltivare. Il sangue, da rosso qual era si tinse di un macabro color nero, donando una sfumatura torva al suo sguardo.
    *Se si azzarda a levare la bacchetta verso di te, “accarezzale” il braccio con un Laqueusempra.*
    Avrei atteso, meschino, che la grifa facesse ciò che le suggerii, nella speranza di vederla – con i miei occhi spirituali – torturare un’altra persona. Qualora non avesse seguito le mie indicazioni, avrei portato la mia mano spettrale sul suo polso, nel tentativo di riuscire a creare una frizione tale da alzare l’avambraccio verso l’avversaria.
    *Fallo…prima che sia lei a farlo con te!*
    Tuonai nella sua mente, nel tentativo di spronare (quantomeno) il suo istinto di sopravvivenza.

    Parlato Pensato
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    Mikhail Aleksei Romanov, III anno, Fantasma Serpeverde

    Istiga la sua preda preferita :ansia:
     
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    Grace Johnson

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    Dobbiamo essere unite. Così le aveva urlato Grace cercando di smuovere la mora che inchiodata la squadrava dall’alto in basso. Poi quella frase per lei incomprensibile: «se non sono io adesso sarà qualcun altro dopo», dopo cosa? A fare che cosa? Tutto si era fatto più chiaro quando la Serpeverde aveva sollevato la bacchetta puntandogliela in direzione dei piedi e la reazione di Grace era stata puro istinto. Sopravvivere. Nonostante tutto, nonostante tutti. Il terreno aveva cominciato a tremarle sotto i piedi minacciando di farla cadere e piccole crepe s’erano persino aperte inghiottendo nel centro della terra le piccole creature pronte ad attaccarle con i loro getti di fuoco. Ma quella vibrazione aveva presto smesso. Quasi in ginocchio la Grifondoro si tenne in equilibrio con il palmo poggiato al terreno e sollevando lo sguardo ne capì il motivo: la forza dell’incantesimo l’aveva schiantata contro un albero il cui ramo era andato conficcandosi al centro del suo petto. «No...» Il sussurro fuoriuscì flebilmente dalla bocca mentre nuove lacrime andavano a rigarle il viso, gli occhi che non si staccavano dal corpo penzoloni della Serpeverde, il sangue che gocciolava copiosamente impregnandole la camicia scorrendole lungo la gonna per finire in una piccola pozza che andava via via allargandosi ai suoi piedi. Grace si sedette a terra incrociando le gambe mentre piangeva e si dondolava dallo shock, dal terrore di cosa le sue mani, di cosa quel potere incontrollato avevano fatto. Perché ora? Perché scoppiava adesso? Voleva tornare a casa, voleva sua sorella, suo padre, voleva persino sua madre per quanto la donna non fosse mai stata uno stinco d’affettuosità. Voleva che tutto in quell’incubo finisse, che si risvegliasse e nulla di quanto successo fosse mai accaduto. “Ti prego Dio, se esisti... Se esisti fa finire tutto questo!” Pregò per quanto nella vita non si fosse mai professata fedele. La madre le aveva insegnato, aveva mandato lei e la sorella agli incontri settimanali della fede ma per entrambe erano stati solo motivo di chiacchiere, ore in più da passare con gli amici babbani e non di certo a praticare ciò che le anziane donne cercavano di spiegare loro. Eppure, Grace era adesso lì che si dimenava e piangeva incapace di reagire mentre il sangue della Scott colava sempre più lentamente, gli occhi vitrei che fissavano un punto indefinito dinanzi a sé. Per Grace era come se stessero guardando lei che le stessero dicendo “cosa mi hai fatto?” E cosa aveva fatto? Lei voleva solo difendersi, difendere, come al Lago Nero, con Mikhail, lei aveva cercato di difendere entrambi dall’attacco di quei mostri che mangiavano le carni del ragazzo. L’aveva voluto difendere e invece lo aveva ucciso. È un illusione, aggrottò le sopracciglia mentre un ricordo le riaffiorava alla mente ma non riuscì a darvi il giusto peso poiché i fiammagranchio superstiti cominciarono a circondarla pizzicandola alcuni con i piccoli becchi acuminati e contempo altri si giravano per colpirla col fuoco. Fu quindi costretta a ridestarsi e alzandosi di scatto in piedi ne calciò via alcuni prendendosi tuttavia le fiammate dei rimasti. Urlò e gemette di dolore ricominciando nuovamente a correre senza una meta precisa. Gli scoppi all’interno del castello erano sempre meno e più avanzava e più trovava sulla via i cadaveri degli altri studenti. «No! No! NO!» Ovunque andasse l’unica ad accoglierla erano solo morte e distruzione. Straziata ultimò la sua corsa poggiandosi contro il fianco in pietra del castello, lì in quell’incavo di rocce s’apriva il margine di lago dov’erano ormeggiate le barche che da Hogsmeade portavano gli studenti del primo anno al castello. Lì la gente veniva a fumare, a leggere, era un angolo di pace. Era. Un rumore attirò la sua attenzione ed immediatamente la Grifondoro scattò in direzione del suono puntando la bacchetta. «A-al... Lexi sei tu?» L’aveva riconosciuta, il timbro vocale era di sollievo; eppure, Grace non riusciva ad abbassare la bacchetta. Ostinatamente la puntava contro il petto della compagna di stanza. «Io non...», cominciò guardando il suo braccio flettersi con maggiore vigore. Poi una voce, un sussurro all’orecchio quasi il sibilo di un serpente suadente dall’accento duro, un accento dell’est che la fece fremere da dentro: Sbarazzati di lei, le ordinò la voce. «No...», sussurrò quasi in un gemito mentre quella presenza la circondava, Grace poteva sentire il calore della punta delle sue dita che le spostava i capelli dietro all’orecchio. Se si azzarda a levare la bacchetta verso di te, “accarezzale” il braccio con un Laqueusempra, continuò la voce passando a muovere le dita lungo il braccio della Grifondoro, tenendole alta la bacchetta. “Non posso” avrebbe voluto replicare ancora ma una nuova visione entrò nel suo campo visivo: la mora, la Serpeverde che aveva impalato. Ah! Adesso ti fai scrupoli?! Poca fa non hai avuto tutti questi problemi, fece lei fermandosi al fianco di Alexis con il braccio piegato al fianco. Guarda un po’ qui! Puoi vederci attraverso! Guarda cosa hai fatto! S’indicò il buco nel petto i cui contorni erano macchiati di sangue. Vuoi che tutto finisca piccola Grace? Chiese nuovamente Mikhail. La Grifondoro annuì. Devi solo lanciare l’incanto allora! Il braccio della Johnson tremava sotto la presa del Romanov. È solo un illusione Un’illusione! Non sarebbe accaduto niente ad Alexis. Avanti che ti è piaciuto...! Ondeggio suadente la Serpeverde.
    Laque...
    «Laqueusempra»

    Dopo aver ucciso Reina va un po' in para profonda rimettendo in discussione sé stessa e cosa sta facendo pensando che sia uno scoppio del suo potere che ora non riesce più a regolare. I fiammagranchi tornano a colpirla e lei scappa finendo alla rimessa delle barche dove incontra Alexis. All'inizio inizio, tipo 0.1 secondi tutto bene poi iniziano i problemi. Le punta la bacchetta al petto e non riesce ad abbassarla. Due simpatici spiritelli cominciando a tentarla verso il lato oscuro: Reina appunto e Mikhail.
    Le parti di narrato dei due fantasmi sono autorizzate e approvate dai player interessati.

    Scaglia l'opzione B: Laqueusempra.

    Opzione B "Laqueusempra": Riuscita?: 7
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    Il mio Incendio precedette l'incantesimo del corvonero e fu proprio grazie alle fiamme che riuscii a liberarmi di quelle dannate radici orticanti. Quello che non avevo previsto era che quello si muovesse, prendendosi il mio incanto in pieno petto: vidi le fiamme divampare a contatto con la sua pelle e i suoi vestiti. Accadde tutto così in fretta che non riuscii ad impedirlo, ma - nel sentire le sue urla - gli diedi le spalle e mi coprii il volto con le mani, incapace di guardarlo bruciare davanti ai miei occhi.
    Rimasi immobile sul posto per dei minuti interi. Il cuore sembrava mi potesse uscire dalla cassa toracica, tanto il battito era accelerato. Non mi sembrava possibile che tutto quello stesse accadendo, né che stesse accadendo proprio a me. Non che mi sentissi immune dalle disgrazie, anzi, ma era tutto...troppo. Quando riuscii a riprendere il controllo del mio corpo, portai lo sguardo dove solo qualche decina di minuti prima c'era il ragazzo: di lui non era rimasta che cenere. Con la bacchetta ancora impugnata, indietreggiai scossa, fino a raggiungere l'uscita di quel posto e scappai.

    Corsi con tutta la forza che avevo in corpo. Lo feci attraverso i corridoi del castello, superai intere scalinate, riuscii a non farmi ostacolare nemmeno dalle scale e, senza sapere bene il perché, mi ritrovai fuori dalle mura di Hogwarts, nel grande cortile intorno al castello. La luna pallida era alta nel cielo, oscurata solo da qualche nuvola passeggera. Al pensiero del corpo del ragazzo in fiamme, al ricordo delle sue urla, fui colta da una forte nausea. Rigettata violentemente tutta la cena, tossii più volte e, quando i conati smisero di scuotermi e di attanagliarmi la bocca dello stomaco, mi pulii le labbra col dorso di una mano e mi rimisi in piedi. Dovevo trovare una via di fuga da quell'incubo, al più presto.
    Avevo ormai raggiunto la riva del Lago Nero, sentivo freddo, mi bruciavano le braccia e il collo in corrispondeva delle ustioni che le radici mi avevano provocato nella serra. Ero stanca, così stanca che desiderai di cadere sulle ginocchia, di cedere e lasciare che il lago e i suoi abitanti facessero di me ciò che volevano, e lo avrei fatto, se - quella che percepii come - una presenza alle mie spalle non mi avesse parlato. «Sei sempre la solita puttanella la voce roca di un uomo, mi rimbombò nelle orecchie. Sapevo benissimo a chi apparteneva. Mi girai e rigirai su me stessa, cercando di intravederlo nell'oscurità. «Guardati. Sei esattamente come ti ho lasciata, debole, impotente.» sbiascicò nuovamente la voce, tagliando l'aria. «Mostrati, bastardo. FATTI VEDERE!» urlai rabbiosamente, pervasa da una nuova scarica di adrenalina, o forse dalla collera. Non mi avrebbe più toccata, non quella sera, non mentre ero io ad avere un'arma stretta nel pugno. E non mi sarei tirata indietro, se solo improvvisamente non avessi intravisto delle ombre, tante ombre, avanzare in mia direzione, quasi volessero accerchiarmi. Deglutii a vuoto, nel riconoscere tra loro i volti deformi di tutti quelli che avevo lasciato indietro.

    Scappa. mi ordinai mentalmente e, senza rifletterci ulteriormente, fuggii ancora, senza guardarmi indietro. Rischiai di scivolare un paio di volte a causa della rugiada notturna che inumidiva il prato e mi rifugiai nella rimessa delle barche, il primo posto che riuscii a raggiungere dal Lago Nero. Ripresi fiato, cominciando a guardarmi intorno nervosamente, finché quella voce ruppe nuovamente il silenzio. «Siamo di nuovo soli, Pierce.» Mi irrigidii incredula. Non poteva essere arrivato fino ad Hogwarts, no. Doveva essere uno scherzo. Eppure lui era lì, difronte a me, con la bacchetta puntata contro di me. La paura si tramutò presto in rabbia, la rabbia in desiderio di riscatto, di vendetta. Udii poi un'altra voce chiamarmi, una voce più dolce, più alta, più femminile, ma giunse alle mie orecchie in modo ovattato, non ci feci caso. «Sei pronta per un secondo gir-» stava per dire l'uomo, quando - presa da un istinto omicidia, pervasa da una rabbia incontrollabile - lanciai un incantesimo che non avevo mai provato prima, ma che avevo letto solo sui libri di scuola. «Ebublio!!!» urlai e desiderai di vederlo sanguinare. A quel punto, non desideravo altro che vederlo morto.

    Alexis Pierce, III anno, Grifondoro
    Primo paragrafo: Sintetizzo ciò che è successo nella battaglia precedente
    Secondo paragrafo: Travolta dal malessere per aver visto la sua ultima vittima prendere fuoco, Alexis scappa fino a raggiungere il Lago Nero, dove si trova faccia a faccia con l'uomo che l'ha violentata durante l'adolescenza. La Grifondoro è obbligata però a soffocare il suo istinto omicida a causa delle ombre delle sue vittime che sembrano volerla aggredire.
    Terzo paragrafo: Scappata dalla situazione precedente, si ritrova nella rimessa delle barche, dove scambia Grace per l'uomo e lo attacca mortalmente (?) con un Ebublio (Opzione A).
    Lancio di Ebublio contro Grace nella Quest di Halloween: 1
    • 1d10
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    • Inviato il
      22/11/2022, 22:14
      camden.
     
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    GIRO 4


    COPPIAINCANTITIROESITO
    Grace Johnson + Alexis Pierce A Ebublio (5A) +2
    B Laqueusempra (5A) -5
    C Serpensortia (2A) +4
    D Altro -3
    Grace Johnson
    Laqueusempra -5 / 7 = 2
    Alexis Pierce
    Ebublio +2 / 1 = 3

    SOPRAVVIVE
    ALEXIS




    “IL RISVEGLIO”


    Il sadico gioco era giunto al termine e i due mangiamorte in incognito avevano fatto ritorno al tavolo dei professori ormai da una manciata di minuti, fingendosi come da piano svenuti sul massiccio e lungo tavolo di legno come tutti i restanti docenti prigionieri di un sonno senza sogni né -in questo caso è meglio precisare- incubi. Il loro piano era riuscito senza intoppi, o quasi, difatti qualche piccola complicazione si era presentata ma nulla che un sortilegio oscuro non potesse risolvere. Aah... la magia... tanto formidabile quanto spaventosa e letale. Tutti gli studenti di Hogwarts dopo tale serata avrebbero forse rivalutato la sua purezza, altri forse dopo aver provato con mano il vero potere, quello in grado di decidere sulla vita e la morte di una persona, sarebbero rimasti come stregati dal lato oscuro della magia e magari si sarebbero avvicinati alla stessa con sincera curiosità. I più deboli forse non si sarebbero ripresi mai e nemmeno un giro da un bravo strizza cervelli sarebbe servito loro, giro che purtroppo per un po' non sarebbe più stato possibile fare al castello, che disdetta. Ma tornando a noi... ci erano voluti centinaia di cadaveri di giovani ragazzi per risvegliarsi da quell'incubo indotto dalle caramelle stregate gentilmente offerte dal signor Javier e per molti quell'incubo sarebbe continuato pure una volta riaperto gli occhi, ma quel che era certo era che la dirigenza scolastica si sarebbe presto occupata di trovare il responsabile di tale pensata, non quello vero ovviamente, non siate ingenui, solo un agnello sacrificale al quale affibbiare tutta la colpa, ecco quello sì che lo avrebbero trovato per certo e fu con tale promessa che l'ormai vecchio preside di Hogwarts concluse quello che forse fu il suo miglior discorso di sempre. Un discorso così sincero e provato dagli sguardi terrorizzati degli studenti che non fu necessario nemmeno l'intervento del vicepreside White, che probabilmente non sarebbe stato in grado di trasmettere la stessa vicinanza emotiva per quanto accaduto a tutti i ragazzi. Si sarebbe però occupato di trovare il responsabile di quell'orribile scherzo -così sarebbe stato definito nelle settimane seguenti- e si sarebbe occupato poi della sua severa punizione, punizione sicuramente immeritata, questo ci pare ovvio, ma i giovani ragazzi della scuola di magia cosa ne potranno mai sapere? Nulla. Come è giusto che sia.

    Che altro dirvi signori lettori, la fortuna non sarà stata forse dalla vostra parte ma di certo ha baciato uno in particolare fra di voi: camden. la più spietata e senza cuore fra tutti (<3) che studente dopo studente sulla propria coscienza è giunta in fine alla vittoria permettendo a tutti di svegliarsi dall'allucinazione meno politically correct di sempre. Lei si aggiudica così la possibilità (off gdr) di far apprendere alla propria pg una pozione o un incantesimo di fino due classi superiori alla propria senza dover svolgere una role per considerarla/o valido. Off GdR perché? Perché a tutti gli effetti l'apprensione di tale incanto/pozione sarà da considerarsi appresa di background e quindi sicuramente non grazie al fatto di aver vinto ON GdR il sadico gioco dei mangiamorte, per quello purtroppo non ci saranno premi se non l'odio e gli sguardi impauriti di molti.
    Ehehe, non c'è di che trampoline .

    In alternativa all'incanto/pozione di massimo due classi superiori alla propria potrà scegliere fra una lista di oggettucci interessanti che troverà di seguito.
    Qualsiasi sia la scelta sei pregata di scriverla sia qui sotto che nel tuo pensatoio all'apposita voce di appartenenza, altrimenti l'uso non verrà ritenuto valido in corso di role.

    OGGETTI MAGICI:

    - Mantello dell'invisibilità By: Sigmund Loverel (E' un mantello simile all'originale ma presenta qualche pecca di durata, il suo effetto si esaurirà infatti dopo cinque minuti dal suo utilizzo e necessiterà poi di almeno un'ora di riposo prima di essere utilizzato nuovamente. Potrebbe inoltre non essere propriamente comodo da usare in più persone, almeno che le stesse non siano felici di stare appiccicate fra loro come sardine).

    - Specchi gemelli (Gli specchi gemelli sono una coppia di specchi collegati tra loro che possono essere utilizzati per vedersi e comunicare a distanza, tali esemplari hanno un range di azione di circa 50km).

    - Motocicletta volante modello Chopper (Motocicletta in grado di volare per un autonomia pari a quella del carburante presente nel serbatoio, non chiedeteci come mai, non lo sappiamo. Non è invisibile agli occhi dei Babbani, per tale opcional dovrete arrangiarvi).

    - Braccialetto passaporta all'ocorrenza (Passaporta che vi condurrà nel luogo al quale penserete. Non è possibile utilizzarla per più di due volte al giorno e dopo circa un anno dal primo utilizzo cesserà di funzionare. Attenzione, se voi o altri penserete a un luogo specifico mentre toccate il braccialetto verrete immediatamente smaterializzati in quel posto pure se non era vostra intenzione recarvici. Ops, qualche malfunzionamento capita a tutti).

    - Fialetta di Distillato di Unicorno(Può salvare una persona da morte certa allungandogli persino la vita, ma sarà per sempre dannato, non riuscendo più a provare l'amore o altri sentimenti simili. Pozione estremamente rara e costosa).

    - Distillato di Drago (Veleno estremamente potente. Se ingerito causa la combustione interna dei tessuti causando una morte di atroci sofferenze. Pozione estremamente rara e costosa, nessun antidoto pare funzionare).



    Speriamo la quest vi sia piaciuta e se qualcuno volesse denunciare gli abusi subiti in corso di role è pregato di scrivere i propri reclami a tale indirizzo --->


     
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    Scelgo il "braccialetto passaporta all'occorenza". Grazie a tutti per esservi sacrificati :hihi:
     
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58 replies since 31/10/2022, 10:30   1848 views
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