Grace Johnson

Nome: Grace
Cognome: Johnson
Data di nascita/Età: 20 luglio 2006
Luogo di nascita: Londra, Regno Unito
Stato di Sangue: Sconosciuto
Talento Innato: Elementalista di fuoco

Aspetto Fisico: Un metro e sessantacinque per cinquantacinque chili di peso. Grace vanta una figura longilinea e un viso allungato, magro, spruzzato di qualche timida lentiggine e incorniciato da lunghi capelli castano chiaro che d'estate, ai caldi raggi del sole, virano verso l'oro. Gli occhi di Grace sono di un azzurro limpido e cristallino. Segni particolari: ha una piccola voglia in mezzo al seno simile ad un chicco di caffè posta accanto alla cicatrice, un taglietto verticale, rimastole dall'incidente dove ha perso la vita la sorella. Un'altra piccola cicatrice è posta sul sopracciglio destro che lo fa sembrare leggermente più corto del sinistro.

Carattere: Grace è una persona che, per farla breve, potremmo definire “alla mano”: socievole, ironica, disinvolta, i gruppi numerosi non la mettono per niente a disagio, anzi, è forse negli eventi sociali che splende di più. Tutti la conoscono, ma soprattutto, lei conosce tutti: curiosa da fare schifo, non vi biasimiamo se iniziaste a considerarla impicciona. Ciò che può stupire però è che nonostante risulti essere un’ottima ascoltatrice, Grace è spesso spinta dall’esigenza e il piacere di sapere tutto di tutti. Sempre aggiornata, sempre sul pezzo, non ha il piacere di diffondere voci ma soltanto quello di apprenderne il più possibile. Tuttavia, ciò non significa che Grace non abbia interesse per niente, al contrario: quando qualcosa o qualcuno cattura davvero la sua attenzione è disposta a schierarsi in primo linea per capirla e difenderla. Non sempre quest’ultima è un’impresa facile, probabilmente perché sono poche le cose davvero capaci di impressionarla e, se lei stessa dovesse fare una lista – nel 90% dei casi non ne sarebbe capace – una cosa o l’annoia o l’ossessiona, non ci sono vie di mezzo ma non temete, avrà sempre qualche parola carina da rivolgervi.
Di contro non è molto brava a stare sola, pensare troppo la deprime nonostante talvolta debba fare pace col fatto che ogni tanto è da fare. Sorprende immediatamente un inganno quindi vi conviene restare il più trasparenti possibile quando vi approcciate a lei se non volete restare segnati nel libro nero a vita.
Permalosa quanto basta, è disposta a ridere di sé stessa se anche lei ride insieme a voi. Non è il pagliaccio di nessun gruppo.
Ha una morale nel complesso positiva ma una mente abbastanza aperta da poterla modificare se la circostanza lo richiedesse: in fondo i cambiamenti non la spaventano, la sua priorità è restare coerente con sé stessa.
Infine, potremmo dire di essere di fronte ad una “sognatrice razionale” che sogna in grande ma dentro i limiti del possibile. Poi, viste le sue ambizioni, quali siano esattamente questi limiti non è dato saperlo ma... possiamo lavorarci.

Allineamento: Neutrale Puro


Curiosità: Ha praticato scherma per diversi anni. Non ha un legame particolarmente bello con la madre e occasionalmente soffre della sindrome dell’impostore, questo prima di ricordarsi che ogni obbiettivo raggiunto è in realtà meritato.

Bacchetta: Legno di quercia e nucleo in crine di unicorno, 12 pollici, flessibile.


Scuola di appartenenza: Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Anno frequentato: III
Casa di appartenenza: Grifondoro
Materie preferite/odiate: ✔ Trasfigurazione ✔ Incantesimi ✔ Duelli ; ✘ Pozioni ✘ Erbologia

Storia del pg: Questa storia è pesante. Esistono storie più tragiche a dirla tutta, esistono storie che ti fanno piangere. Ecco, questa magari non è la miglior candidata per far cascare la lacrima, però di certo se ne avverte la pesantezza. La pesantezza di una famiglia che ha riversato tutte le su aspettative sulla figlia, quella ancora viva delle due. In realtà se papà e mamma avessero avuto più tempo per scegliere avrebbero preferito investire tutto sulla figlia grande, quella – purtroppo – nata normale ma con grande talento in campo medico.
Ad Elisabeth mancava soltanto la magia: tutto nella sua persona sembrava costruito a tavolino per avere un posto di risalto nella vita e nel cuore delle persone. Persino il nome è ridondante, così principesco, così regale... se paragonato Grace è il nulla.
In realtà Grace non disprezzava il suo nome, lo aveva sempre ritenuto breve e per questo facilmente memorizzabile. Era pratico, ma si chiedeva perché fra lei e sua sorella dovessero esserci tutte queste discrepanze. L'unica fortuna che le era capitata, il dono della magia che i suoi genitori ritenevano straordinario, riusciva ad essere bypassato e messo totalmente in secondo piano dai magnifici voti che Elisabeth collezionava all'università. Potevano dei voti superare la magia?! Se fosse stata Ellie a prenderli, sì, avrebbero potuto: “Ehi mamma, posso far crescere le piante!” “Magnifico tesoro, ma guarda Elisabeth che brava, ha ottenuto il massimo dei voti in anatomia!”
Con un trattamento simile, sfidiamo chiunque a non sviluppare una certa invidia verso la sorella baciata dagli angeli ma non così tanta da desiderare la sua morte. Fu un incidente d'auto, le due si stavano proprio litigando l'apprezzamento dei genitori quando l'autista di un camion fuori controllo le travolse con il peso del suo veicolo. La Ford rossa si accartocciò su sé stessa, proprio dal lato del conducente ed il cuore di Elisabeth cessò di battere dopo un paio di giorni di pura agonia. Grace non poté fare a meno di pensare che forse, involontariamente, la sua rabbia avesse causato quell'incidente; eppure, né suo padre né sua madre osarono fargliene una colpa.
Le diedero però il peso delle aspettative, quelle che ormai non potevano più riporre sulla figlia più grande. Sembrò improvvisamente che la piccola Grace fosse stata investita dalla luce dei riflettori e, agli occhi dei più maliziosi, sembrò quasi che della morte della sorella ne avesse giovato. Non è strano? Tutto nella sua vita sembrava suggerirle che non ci fosse posto per entrambe le ragazze e che per qualche strana ragione dovesse essere lei, ora, ad ottenere grandi risultati per entrambi. Non si sentiva così adeguata al compito, ma in verità non le era neanche stata concessa una scelta. Allora studiò, anche se non le andava. Passò giornate sui tomi di Storia della Magia contrastando le ondate di noia che di tanto in tanto la travolgevano e accettò il fatto di essere soltanto un piano B su cui ora era necessario riporre le proprie speranze. Arrivò alle nazionali di scherma anche se il fioretto aveva ormai perso da tempo tutta la sua attrattiva, in fondo Grace si annoiava facilmente. Poi, naturalmente, non era facile guardare verso gli spalti e non trovare più il volto sorridente della sorella ad incitarla ogni volta che un colpo andava a segno, non era per niente facile, eppure non se ne lamentò mai. Preferì proseguire, sorridente e a testa alta nonostante il senso di colpa incombesse su di lei un giorno sì e l'altro pure, così come le urla della madre ormai perennemente insoddisfatta: con la morte del signor Johnson sembrò essere scomparsa anche lei, capace di sfoderare oggi il sorriso più grande del mondo e domani gli insulti più bastardi che è possibile immaginare. Ciò che salvò Grace fu il suo incredibile spirito di adattamento che le fece subito fare pace col fatto che qualsiasi cosa avesse fatto, non sarebbe mai bastato.
Però non si piegò, non cambiò mai, almeno non consapevolmente. Affrontò dignitosamente anche la perdita del padre, un brutto tumore che se lo portò via così rapidamente da non permettere alle due donne, mamma e figlia, di elaborare a dovere la perdita. La malattia se l'era portato via con l’inesorabile lenta velocità delle sabbie mobili e con lui, tutti i segreti legati a Grace, la figlia illegittima dell'uomo che non poté mai raccontare la verità sulla sua storia.