Devil's trill

Quest di Halloween (aperta solo agli studenti)

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    Serpeverde
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    Il suono dei miei singhiozzi sovrasta le urla di dolore e paura che si alzano da ogni lato della Sala Grande: vedo i miei compagni uccidere e morire ed è orrendo. Sono tutti impazziti, mi dico; hanno perso la testa. Continuo a ripetere che devo andare via ma sfortunatamente il mio corpo non risponde: resto bloccata al mio posto, al tavolo di Serpeverde ormai vuoto e saccheggiato, perché non ho la forza né il coraggio di muovermi. Penso bene di nascondermi sotto al lungo banco e da lì valutare il da farsi.

    Una volta al riparo chiudo gli occhi e scoppio a piangere ma dura pochissimo: l'universo mi ricorda che non c'è tempo in modo molto cattivo, con un tonfo proprio sopra la mia testa che mi catapulta senza dolcezza alla dura realtà. Qui si muore. Alzo lo sguardo e non mi è difficile realizzare l'orrore che si è appena consumato, specie dopo che un braccio diafano mi penzola davanti alla faccia.
    Terrorizzata mi tappo la bocca con la mano sinistra e penso che se la prossima non voglio essere io devo darmi una mossa. Cerco finalmente di recuperare il mio catalizzatore (per difendermi, per attaccare, per minacciare) ma la mano trema così tanto che... Cazzo! Lo vedo (e lo sento) rotolare a una decina di centimetri da me. Un'occhiata carica di terrore a destra, poi a sinistra, prima di tastare il pavimento con gesti lenti e titubanti, poi frettolosi e furiosi, per recuperarla. Nel momento in cui raggiungo la bacchetta e la impugno sento chiaramente un'altra mano stringermi polso. Stringe forte, con decisione, a volermi segnalare non solo la sua presenza ma anche e soprattutto il rischio a cui sto andando incontro. Spalanco la bocca davanti a due occhi neri come la pece e dei capelli riccissimi che cadono su una fronte sporgente e acneica.
    - Cucù - mi saluta ma io non la conosco, non ho la più pallida idea di chi sia. Avrei ricordato il suo naso greco, il neo sul mento, di certo. La cosa che più mi colpisce è il suo sguardo: è malvagio, senza ombra di dubbio.
    - No. Lasciami, no! - il primo no è sommesso, quasi impercettibile; il secondo già ben più forte e chiaro. Iniziamo a tirare entrambe, lei per tirarmi fuori dal mio nascondiglio e io per restarci o possibilmente sfuggirle. Il cuore sta per scoppiarmi nel petto. Credo che nessuna scuola possa mai abituarti alla sensazione terrificante di vederti puntata contro un'arma, col rischio concreto di essere uccisa. Mutilata. O ferita gravemente. Per quanti incantesimi abbia potuto imparare, per quante pozioni e piante e bestie incredibili nulla mi ha mai davvero preparata a questo. Quando questa studentessa mi punta contro la bacchetta e pronuncia le prime sillabe di "Depulso" sento la paura prendere possesso di ogni cellula del mio corpo e una rabbia incontenibile farsi largo. S'impadronisce del mio cervello, del mio cuore, del mio respiro perfino.
    - NOOH! - un grido rabbioso accompagna la manifestazione di magia involontaria più violenta che mi sia mai accorsa. Guardo questa ragazza, nemica di punto in bianco, dritto negli occhi finché ne ha due. È questione di un attimo: in una frazione di secondo, prima che possa anche solo pensare di volerlo, la sua testa esplode. Chiudo gli occhi per istinto alla detonazione ravvicinata. Sangue, materia grigia (o rossa?), frammenti di ossa e carne mi sporcano la faccia e la divisa, poi il suo corpo decapitato cade.

    Volevo avvicinarmi ai professori ma dopo quello che è successo l'unica cosa che desidero è uscire dalla Sala Grande, dalla scuola, magari imbarcarmi e andarmene dritta in stazione e poi a casa. Gattono sotto tutto il tavolo tremando come una foglia e singhiozzando mentre intorno a me cala pian piano il silenzio. Capisco che la scia di violenza si sta spostando fuori ed io ne voglio approfittare... A bloccare l'uscio Harry Barnes, ma per poco: lo vedo spingere contro il muro un ragazzetto e puntargli la bacchetta alla gola. Se la sta prendendo con lui, non si accorgerà nemmeno di me che lo supero in sordina e me la filo. Anche l'ingresso è bloccato: studenti combattono e cadono come foglie, così penso bene di prendere la prima porta a mia disposizione per scappare.

    Corro, guardandomi spesso alle spalle, nei sotterranei. Lancio un Falsabuca contro chi prova a rincorrermi e in men che non si dica (senza una vera e propria ragione soprattutto) mi ritrovo nella classe di pozioni. Ansimo per lo sforzo fisico a cui non sono abituata mentre mi chiudo la porta alle spalle e mi addentro tra i tavoli, i calderoni fumanti, i barattoli con i resti delle creature magiche che sembrano muoversi e battere con le zampette contro il vetro per uscire. Sono così scossa che urto contro un bordo duro col fianco e nel piegarmi dal dolore inalo del fumo, che mi fa tossire. Sbaglio o sta diventando più buio, qui dentro? perché provo a guardare in fondo alla stanza ma non riesco a distinguere i contorni delle cose. Oltre al ribollire dei calderoni e il fuocherello che scoppietta sotto ognuno di essi, riesco a percepire chiaramente la presenza di qualcun altro dentro la stanza.
    - Chi c'è? - sicuro non è il professore, addormentato o morto in Sala Grande con gli altri. Ti pare che mi risponderà? La cosa mi fa incazzare: quando si entra in una stanza occupata bisogna annunciarsi, cazzo. L'educazione è la prima cosa, giusto?
    - C'è qualcuno? - ripeto. La voce mi trema e l'altro lo percepirà benissimo. Provo a spostarmi usando come riferimento i tavoli: la mano destra tocca il legno e ne segue il contorno, è così difficile muoversi e distinguere chi o cosa...
    - P-puoi dirmelo. AHIA - l'ennesimo urto all'anca.
    - Esilio! - lo lancio con rabbia contro qualcosa di non ben definito che mi ostacola e che, penso, sia stato messo qui di proposito per bloccarmi o farmi cadere. C'è bisogno di questi trucchetti, dico?! Qualunque cosa sia, la sento sbattere contro la parete piena di provette, che cadono come pioggia e si frantumano in mille pezzi. Il rumore è assordante per qualche secondo interminabile ma non m'impedisce di sentire dei passi alla mia sinistra; ho la netta impressione di avere visto una sagoma muoversi e così nel dubbio scaglio un
    - Petrificus Totalus! -. Poi valuterò il da farsi.

    ––––––
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    Victoria Crain, II anno Serpeverde

    - La sua avventura inizia al tavolo di Serpeverde: ci si nasconde sotto e ci resta finché qualcuno non viene praticamente freddato sopra la sua testa. Panico paura: cerca di recuperare la bacchetta ma le scivola di mano, attirando così l'attenzione di una studentessa incattivita. Per rispettare il mors tua vita mea, Vic le fa esplodere la testa con un atto di magia involontaria. (FINALMENTE CE L'HO FATTA!)

    - Cito Harry Barnes, che sta davanti alla porta e se la prende con un piccolo grifondoro ed un altro gruppetto di studenti: Victoria gli passa dietro le spalle senza farsi vedere.

    Non potendo uscire all'esterno e avviarsi alla stazione per tornarsene a casa, imbocca la via dei sotterranei: usa Falsabuca contro chi la rincorre finché non arriva nell'aula di pozioni.

    Nell'aula di pozioni:
    Urta contro i tavoli e si fa male da sola perché non vede quasi niente; sa di non essere da sola ma non riesce a capire chi ci sia oltre lei.

    1. Chiede per ben due volte chi c'è
    2. Usa Esilio contro qualcosa di non ben definito perché ci ha urtato e fa cadere tutte le provette e ampolle al muro
    3. Scaglia infine Petrificus Totalus contro Kynthia - ma lei non lo sa.


    Petrificus Totalus: 2
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      9/11/2022, 10:31
      aquamärine
     
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  2. Mikhail
     
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    serpe
    17 Anni
    III Anno

    Status: Contrariato

    Con più tempo trascorsi in quel limbo e con più l'idea di star vivendo un'allucinazione condivisa mise radici nella mia mente. Non ne ero certo, chiaramente, ma mi bastava esserne profondamente convinto per divertirmi.
    Mi godrò ogni istante di questo inferno.
    Pensai dentro di me, facendomi tornare alla mente un film che avevo visto più di una decina di anni fa, il quale basava la trama sul cosiddetto “sogno condiviso”.
    Chissà se le ferite (o la morte) si ripercuotono anche sul corpo reale.
    Risi fragorosamente, senza dar modo a nessuno di comprenderne il reale motivo; giocai con la bacchetta alla stregua di un direttore d'orchestra, alternando il lancio di fatture a delle sonore ginocchiate o gomitate contro gli sterni (o i volti) di chi trovavo lungo il mio tragitto.
    Buenvenuti nel mio muondo, merde!
    Continuai a oltranza fino a quando, ritrovandomi di peso col ginocchio sul petto di un monello del primo anno, nasando l'aria sentii un odore a me familiare. Il sorriso si fece sardonico, mentre – dopo un Laqueusempra sul braccio dominante del bamboccio – mi voltai in direzione di una colonna... “quella” colonna.
    Ti ho in pugno!
    Pensai, nel riconoscerne l'odore oltre che a udirne quasi il fiato terrorizzato; iniziai così a muovermi silenziosamente verso la colonna dietro cui s'era nascosta ma, proprio quando mi trovai ad un metro da essa, una violenta esplosione (alle mie spalle) mi fermò, d'istinto. Mi voltai in direzione della sorgente sonora, notando in lontananza due del VI che se le stavano dando di santa ragione.
    Tsk!
    Mostrai un'espressione stizzita e contrariata per l'evidente perdita di tempo, tornando poi a sorridere quando mi preparai a tendere un agguato alla Johnson ma, non appena vi affacciai dall'altro lato della colonna (con catalizzatore già pronto a colpirla), della grifondoro non v'era più traccia. Digrignai i denti, guardandomi attorno alla ricerca della sua figura, ma niente.
    Maledetti bastardi.
    Sussurrai iracondo, voltandomi di scatto verso i due che stavano battagliando tra loro.
    Vi piacciono le esplosioni?!
    Iniziai a colmare a passo spedito i metri che mi separavano dal duo, volgendo poi la bacchetta verso il soffitto, mentre un profondo desiderio di morte s'insinuò nella mia mente fino a sfociare in un...
    Bombarda Maxima.
    ...che andò a disintegrare la pietra sopra alle loro teste, la quale franò sul duo che (distratto dalla sfida) venne preso in contropiede, perdendo così la vita. Malgrado ciò, non ero soddisfatto. Avevo perso una ghiotta occasione, ma...forse non era ancora tutto perduto.
    Dove si rifugiano le ragazze spaventate?
    Iniziai a riflettere per qualche istante, fino a quando non ebbi l'illuminazione: il bagno. Mi diressi così in tal luogo, entrandovi all'interno ed accorgendomi subito del malfunzionamento delle tubature, dovuto probabilmente ad un qualche tipo di fattura. Il mio sguardo si posò poi su di una ragazzina occhialuta che (ai miei occhi) appariva come il perfetto capro espiatorio sul quale sfogare l'incazzatura dovuta ai miei calzari pregni d'acqua.
    Guarda cos'hai fatto!
    Non aggiunsi altro, lasciando parlare la mia bacchetta per me.
    Recido.
    Con un movimento parallelo al pavimento allagato, sarei andato a decapitare rapidamente la studentessa o, perlomeno, quella fu la mia intenzione ultima.


    Parlato Pensato
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    Credits: Eltanin17


    Mikhail Aleksei Romanov, III anno, Serpeverde

    Gongola nel torturare/uccidere studenti (png), continua la ricerca della "piquola Greiiz" e crede di averla trovata, ma un'esplosione lo distrae e - peggio ancora - perde di vista la Johnson. Si dirige quindi verso il bagno e, contrariato dall'acqua che gli ha bagnato le scarpe se la prende con Giuggis, provando a decapitarla con un Recido.


    Opzione A: Recido! Riuscirà? Who knows?: 8
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      9/11/2022, 13:13
      Mikhail
     
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    Giuggis Maffei | II anno | Grifondoro


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    Ero molto confusa su quello che mi stava capitando, non avrei mai voluto una guerra soprattutto il mio primo anno ad Hogwarts! Certo era che dai libri in biblioteca c'erano molte storie ma mai avrei pensato che proprio in questo momento poteva capitare qualcosa del genere.
    Ero arrivata in bagno e non c'era nessuno, così provai a respirare un attimo e provare a capire cosa mi stava succedendo e come potevo comportarmi, ma arrivò una ragazza...anzi no era un mostro!
    «IMPEDIMENTA!» le scagliai. Ero terrorizzata all'idea di iniziare una lotta contro i miei compagni o quello che ne era rimasto. Vedevo solo mostri e morti in tutto il castello "e dire che non c'erano prima!” e mi accorsi che ne stava arrivando un altro e stavolta mi saltò addosso per mordermi, così lo scagliai via con la poca forza che avevo e provai a lanciare lo stesso incantesimo ma purtroppo era troppo veloce e distrussi tutte le tubature dei lavelli ma finalmente lo presi dopo poco «OBSCURO!» e riuscii a sibilare qualche parola «Cosa pensi di uccidermi? Eh? Stupido coglione!
    IMPEDIMENTA!!»
    dissi quando lui provò ad aggredirmi di nuovo.
    Lo avevo atterrato ma sentivo che non era ancora finita, il pericolo era dietro alle spalle, così mi guardai intorno e avevo rotto tutto. Il bagno delle ragazze non era integro, anzi direi distrutto, non feci in tempo a prendere respiro che ne arrivarono altri due «E dire che pensavo che il bagno fosse il posto più sicuro!
    IMPEDIMENTA!»
    dissi al primo e provai a schivare il secondo che mi atterrò per terra, ma puntai la bacchetta contro di lui «IMPEDIMENTA!» dissi ad alta voce.
    Forse era il momento di cercare un altro luogo per nascondersi, così feci per uscire dal bagno che mi incontrai un ragazzo dei Serpeverde. In quell'istante non mi ricordai come si chiamava perchè ero presa da altro. Mi si scagliò contro.
    «Guarda cos'hai fatto!» così indietreggiai e mi nascosi in un bagno mentre lui provò a tirare qualche incantesimo, poi presi un respiro e mi rimisi di fronte a lui e insieme lanciammo un incantesimo.
    «IMPEDIMENTA!» provai a capire cosa stava succedendo, mi sentivo tremendamente vuota.

    "Pensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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    Giuggis Maffei – II anno – Grifondoro.

    Lancia qualche incantesimo a qualche personaggio (PNG) in bagno e non ne è molto contenta soprattutto pensando che potrebbe essere qualche suo amico.
    Duellato con Mikhail.

    Lanciato Incanto IMPEDIMENTA: 6
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      9/11/2022, 19:08
      Giuggis Maffei
     
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    Serpeverde
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    Il suo olfatto sviluppato sentiva solo odore di sangue e di morte, non era stato l' unico a macchiarsi dell' omicidio di qualcuno quella notte. A terra c'erano corpi sgozzati, piegati, massacrati di chi non ce l'aveva fatta a scappare o che, probabilmente, era stato troppo debole per difendersi. Rise come un pazzo David, quella era esattamente la situazione ideale per la bestia che albergava in lui. La sua parte umana era stata momentaneamente soppressa per lasciare spazio a quella animalesca; oppure era solo una scusa perché, in realtà, anche quando era in sé e aveva ucciso quei due uomini a sangue freddo si era sentito bene. La verità era che era un assassino come suo padre, l'aveva sempre saputo e ora poteva dare sfogo a quella che era la sua vera natura senza preoccuparsi di eventuali ripercussioni. Diede un calcio negli stinchi al cadavere di suo fratello e passò oltre, giocando con il coltello che aveva tra le mani e pensando a dove andare. Gettò un'occhiata al tavolo dei professori, avrebbe voluto torturali uno a uno ma si trattenne, lo avrebbe fatto dopo essersi sbarazzato di tutti gli altri. Non che ci volesse molto, si stavano letteralmente uccidendo gli uni con gli altri, quella scuola era un caos.
    Una volta uscito dalla Sala Comune, lanciò una serie di Diffido a raffica, colpendo chiunque si mettesse sulla sua strada. A una ragazza aveva tagliato un braccio, a un primino una gamba e anche uno degli elfi domestici che lavorava nelle cucine non era riuscito a scampare alla sua furia omicida. Per tutto il tempo un sorriso sadico gli si era stampato in faccia e gli occhi neri, ormai spenti, si muovevano frenetici in cerca della sua prossima vittima. Mentre percorreva i corridoi lasciando dietro di sé solo morte, si sentiva alla stregua di un re. Aveva lui il controllo, era più forte di loro e li dominava, nessuno avrebbe potuto fermalo. Sangue, voglio più sangue. Una voce nella sua testa lo intimava a non fermarsi, a fare sempre di più. La cosa peggiore era che non aveva provato rimorso neanche una volta, qualunque cosa avesse scatenato questa voglia irrefrenabile di uccidere, gli era servito per capire che quella era la strada che avrebbe intrapreso per raggiungere i suoi obiettivi. Per ottenere il vero potere si dovevano fare cose che andavano al di là dell'etica umana. E poi lui, umano, non lo era più da tempo visto che, ad ogni luna piena, si trasformava in un mostro. E anche se tutte le ossa del suo corpo si spezzavano una ad una, a David non importava, era il giusto compromesso per le straordinarie capacità che aveva ottenuto. Sentì qualcuno dietro di lui, si fece subito da parte evitando per un soffio di essere scaraventato contro un muro. Ringhiò e, senza perdere tempo, attaccò: «Bombarda!» L'incanto lo prese in pieno e il biondino che aveva osato sfidarlo morì poco dopo. Cosa credeva, che cogliendolo di sorpresa avrebbe vinto? Quel verme non aveva idea di chi o cosa fosse. Nel mentre, era giunto fino alla Sala Trofei. Ghignò, pensando che, presto, avrebbe avuto uno scomparto unicamente dedicato a lui. Voleva essere lui stesso a decidere dove esattamente, così entrò. Si irritò quando si accorse di non essere solo, una ragazza dai capelli scuri aveva avuto la sua stessa pensata, ma doveva sparire, non era degna della sua compagnia, troppo stupida. «Quante cazzate che ti escono da quella fogna che ti ritrovi al posto della bocca.» Diede un calcio a un trofeo che gli bloccava la strada, ma questi si moltiplicò e il pavimento iniziò a tremare.«Che cazzo!» Che diavoleria era mai quella? La colpa era di quella stronza là davanti. Ebbe anche il coraggio di lanciargli uno di quei cosi contro con un calcio, al che David si piegò, riuscendo ad evitarlo grazie ai suoi riflessi e ne approfittò per lanciarle ad una velocità impressionante il coltello che aveva nella mano sinistra. Ferirla non sarebbe bastato, la voleva morta. Il rosso del suo sangue sarebbe stata una bellissima decorazione. «Non avresti dovuto provocarmi, paladina di sto cazzo. Adesso crepa.» Odiava i grifoni, anche quando erano in preda alla pazzia dovevano fare gli eroi. Quell' inutile essere se l'era presa con lui perché credeva fosse un ladro, che cosa ridicola. Avrebbe tanto voluto conoscere l'Anatema della Morte o un incanto oscuro per farla soffrire di più, ma avrebbe comunque trovato il modo di farle sentire dolore. «BOMBARDA MAXIMA!» <em> Marcisci all' inferno, stronza.



    Esce dalla sala grande, va in giro a uccidere altra gente e poi si reca in sala trofei. Lì incontra Halley, si incazza e tra i due inzia uno scontro. Prima lei gli lancia un trofeo che lui evita, nel mentre si moltipilicano e credendo sia colpa sua, David gli lancia prima il coltello e poi una Bombarda Maxima.


    Quest Halloween vs Halley: 9
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      9/11/2022, 19:19
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    Disintegrate le sfere in bagno ed iracondo per il ricordo che esse mi fecero riaffiorare, lasciai perdere il lavaggio delle mie mani optando per una spedizione punitiva nel luogo ove i globi erano stati presi. Quel desiderio, remoto quanto intenso, che provai quando mi venne data – per la prima volta nella mia vita – un'insufficienza, iniziò inspiegabilmente a creare un terremoto nel mio pacato animo. Vuoi per la sensazione di lerciume alle mani, vuoi per quella dannata prof che (a mio dire) non era capace di spiegare, vuoi perché erano state le emozioni a tirarmi quel tiro mancino...fatto sta che (inspiegabilmente) avvertii una sempre più crescente voglia di distruggere tutto, in quell'aula.
    Ora ti faccio vedere io come controllo bene le emozioni!
    Oltre che di fargliela pagare per quell'S+ che mi aveva rifilato, il quale suonava molto come un motivante “Scarso, si, ma con lode”. Agitai la bacchetta, dichiarando un Flagramus che mi avrebbe poi permesso di scrivere pareri molto profondi sulle pareti di quel bagno...

    Se la Vane desse i voti come fa i pom*ini, saremmo tutti più felici!
    - un cliente -


    E, poco più sotto, avrei scritto pure la risposta, ovviamente con una calligrafia diversa dalla prima.

    Ti dirò: un dissennatore mi avrebbe lasciato più felice!
    - un cliente insoddisfatto -


    Un sorriso si dipinse sul mio volto mentre, ancora una volta, imprecai per la sensazione di lerciume che avvertivo nei palmi delle mie mani, dirigendomi – spedito – verso l'aula. Ignorate bellamente ogni figura che si stava affrontando lungo il tragitto, giunsi finalmente nell'Aula di Incantesimi. Una volta entrato, tuttavia, notai come i banchi fossero in perpetuo quanto randomico movimento, negandomi (in questo modo) la possibilità di arrivare fino alla teca all'interno della quale v'erano le sfere rimaste.
    Ora vedremo chi è lo "scarso-più"!
    Ringhiai con ira, mentre il catalizzatore si mosse verso uno qualunque dei banchi in movimento, pronto a scagliare una fattura degna del suo nome.
    Volate Ascenderai!
    Il tavolo si levò in volo, venendo poi proiettato verso la bacheca delle sfere di cristallo, andando a distruggere non solo la teca, ma anche il suo contenuto. Fu in quel momento che mi accorsi di una figura, all'interno dell'aula, la quale somigliava molto alla docente con cui ce l'avevo a morte, malgrado (a causa delle allucinazioni) apparve più come uno zombie, ai miei occhi: il ventre era smembrato, al punto che le viscere le oscillavano fuori alla stregua di liane di carne. Era forse quella, l'immagine che avevo di lei, in quel momento?
    Chieda scusa per il voto...in ginocchio.
    Mossi verso di lei la bacchetta, osservandola con fare furente ed espressione corrotta dalla vendetta, andandole a scagliar contro un incantesimo di cui mi aveva raccontato un corvonero del IV anno.
    Pressure.
    Qualora fossi riuscito nell'esecuzione, avrei atteso le scuse del mostro, lasciando poi che i banchi la travolgessero con il loro entropico impeto.


    Parlato Pensato
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    Alexander Reid, III anno, Corvonero.
    I ricordi della lezione riaffiorano e fungono da comburente per l'apertura del vaso di pandora emotivo: scrive commenti poco consoni nel bagno, poi si dirige in aula e scaglia un baco contro la teca delle sfere di cristallo; infine, per via dell'allucinazione, crede che Amanda sia in realtà una versione zombie della Vane e usa un Pressure per obbligarla a chiedergli scusa in ginocchio, lasciando ai banchi l'onore di farle poi del male...non è uno che si sporca le man-...beh, non sempre...


    Opzione D: Pressure! Riuscirà? Who knows?: 8
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      Andréas
     
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    Quel gesto non aiutò di certo Astrid, evidentemente esasperata per quella situazione. La ragazzina si agitò ancor più di prima, stavolta per paura che Astrid stessa potesse farle del male. Non si poteva di certo biasimarla. Astrid aveva uno sguardo che in quel momento avrebbe fatto paura chiunque. La Serpeverde desiderava farla tacere per sempre, e quel suo sadico bisogno lo si percepiva dal suo sguardo. Carico di odio e disprezzo per quella ragazza, che le stava complicando la situazione molto più di prima. Si sentiva strana. La norvegese normalmente non si faceva molti scrupoli, neanche le interessava della vita altrui e soprattutto degli ostacoli che si mettevano sul suo cammino. Era abituata ad abbatterli. Ma il bisogno di uccidere, era un sentimento nuovo per la ragazza. E la cosa peggiore era che non la preoccupava affatto. Guardò il viso bagnato di lacrime della piccola Tassorosso. In quel momento si sentì potente. Aveva paura di lei. E quando generalmente qualcuno aveva paura di te pur di "salvarsi" avrebbe fatto qualunque cosa. Un sorriso compiaciuto le comparve in volto. La Serpeverde avrebbe volentieri sacrificato la ragazza per salvare la pelle a se stessa. Con ancora il pezzo di vetro puntato alla sua gola, si volta in direzione delle tre armature, che erano rimaste ferme di guardia in quel punto per non lasciarle passare. Corri. Disse facendo cenno con il capo di correre verso le armature in direzione della sala comune di Serpeverde. La ragazzina inizialmente pensava che la norvegese la lasciasse libera e cercò di liberarsi dalla sua presa per correre altrove. Ma Astrid la fermò trattenendola ancora con la mano ben salda al tessuto della felpa. Ah, Ah! Verso di loro. Disse indicando i due fantocci di metallo. Voglio che corri fino alla sala comune di Tassorosso e che ci resti. Si trovava lì nei paraggi no?! Non ti sto chiedendo di scegliere, lo farai e basta. Altrimenti ti ritroverai questo conficcato alla gola, sul pavimento in un mare di sangue. Se corri, non ce la faranno mai a raggiungerti, non possono correre veloce come te considerando il peso che si trascinano dietro. Le stava dando comunque una possibilità di sopravvivere, dovrebbe esserle grata. Ma la ragazzina frignò ancora più forte facendo perdere la pazienza alla Serpeverde, che fece più pressione con la punta. Muoviti. La ragazzina impaurita scattò, Astrid la spinse in direzione delle armature in modo che la notassero e non potesse lei scappare in un'altra direzione. Le tre armature la notarono e iniziarono ad avanzare verso di lei. E solo quando la ragazzina si rialzò scappando verso la sua sala comune, portandosi dietro gli esseri di metallo, Astrid, ancora armata di vetro, scappò nella direzione opposta. Uscì cauta dai sotterranei cercando di capire dove potersi rifugiare e decise di andare in biblioteca, avrebbe potuto nascondersi tra gli scaffali.
    Entrò silenziosa cercando di non chiudere troppo forte la porta. Si guardò intorno tenendo la bacchetta ben salda tra le mani, pronta ad usarla se sarebbe stato necessario.
    Con l'avanzare dei passi Astrid udì qualcosa. Dei singhiozzi, quasi un lamento. Come se qualcuno stesse piangendo. Preoccupata che possa essere una qualche strana specie di mostro pronto ad ucciderla, cercò di voltarsi all'angolo dello scaffale facendo avanti solo la testa. Fu stranamente sollevata ma allo stesso tempo infastidita che fosse ancora quella ragazzina. Ah sei viva. Disse uscendo allo scoperto quasi come se fosse dispiaciuta della cosa. Ti ho detto di restartene nella tua sala comune, sono stufa di tenerti incollata al culo. E stavolta meditava davvero di fargliela pagare, pensando a quale tra gli incantesimi che era in grado di usare potesse riuscire meglio in quell'intento. Ma i suoi pensieri furono interrotti da un dolore improvviso alla testa. Qualcosa le era cascato addosso colpendole appunto la testa, e solo dopo essersi guardata intorno capì che quel dolore proveniva da uno dei libri caduti dallo scaffale. Si massaggiò la testa cercando di riprendere in mano la situazione. Ma iniziarono a cadere sempre più libri e Astrid fu costretta a correre, con la ragazzina ancora alle calcagna, per non essere schiacciata da essi. La Serpeverde cercava di farsi strada a suon di Flipendo per respingere i libri che le venivano addosso. O almeno quelli che riusciva a colpire. Non era più divertente per lei quella situazione, anzi, avrebbe volentieri strangolato chi le stava facendo questo.
    Alla fine degli scaffali notò la scrivania del bibliotecario e scivolò sotto di essa lasciando che i libri cadessero sulla superficie piana della scrivania. La Tassorosso seguì il suo esempio. Le due sgattaiolarono dal loro rifugio solo poco dopo, quando quella pioggia di libri finalmente terminò. Senza avvertire la ragazzina si incamminò verso l'uscita. Stavolta avrebbe riprovato a tornare nella sua Sala Comune. Si fermò di scatto. Sentì delle strane urla che non le piacquero affatto. Continuò ad avanzare cauta fino a svoltare un altro angolo notando da dove provenissero quelle urla. Istintivamente puntò la bacchetta verso di essa. Astrid davanti aveva una figura femminile che aveva l'aspetto di un mostro, con lunghi capelli neri e occhi arrossati. Riconobbe la figura, anche dal suo urlo. Era una banshee. Sbiancò dallo spavento non sapendo come combatterla. La banshee iniziò a scagliare incantesimi lasciando sorpresa la Serpeverde che aveva letto che quelle creature non erano in grado di utilizzare la magia. Astrid si difese istintivamente con un Protego e subito dopo iniziò a scagliare sulla banshee tutti gli incantesimi che conosceva, e lo stesso la sua avversaria. Cosa dici di iniziare ad agitare un po' quel bastoncino che tieni in tasca ed aiutarmi eh?! Si rivolse alla Tassorosso. Sì, è vero. Dopo averla minacciata, era un po' da ipocriti chiederle aiuto, ma si trattava comunque di salvare anche il suo culo e non solo quello della norvegese. La banshee scagliò infine un bombarda in direzione di uno scaffale. Astrid corse prontamente per evitarlo, gettandosi a terra e riuscendo a salvarsi, cosa che non si poteva dire della piccola Tassorosso che ne era rimasta schiacciata. Non curante della poverina si voltò nel punto in cui c'era la banshee, notando che ella fosse sparita. Astrid sollevata, recuperò la bacchetta alzandosi in piedi. Guardò la pila di libri sopra al corpo privo di vita della ragazzina. Tanto non servivi ad un cazzo. Esclamò facendo spalluce, quasi fosse un sollievo.
    Continuò ad avanzare verso l'uscita, sperando di trovarla in fretta e stavolta essendo più cauta di prima, ma si ritrovò ancora una volta a correre per incantesimi che le continuavano a venire addosso. Ancora quella maledetta bashee, nascosta sotto la scrivania. Hai seriamente rotto il cazzo. Diffindo. Disse puntando la bacchetta verso la scrivania dove era nascosta, nel disperato tentativo di tagliarla in due parti in modo da fargliela cascare addosso e schiacciarla, mentre lei continuava a correre.
    Poteva neutralizzarla in quel modo?! Pensò poco dopo aver lanciato già l'incantesimo.




    Minacciato la Tassorosso (png) di conficcargli la punta del vetro in gola se non avesse corso a distrarre le armature. Approfittando di ciò Astrid scappa verso la biblioteca dove incontra ancora una volta la Tassorosso. Decide di volerla punire ma viene fermata dalla caduta dei libri sulla sua testa e in seguito scappa insieme a lei per evitarli. Si nasconde sotto la scrivania del bibliotecario e una volta calmate le acque riprende ad avanzare per uscire dalla biblioteca. Durante il tragitto sente urlare, si volta e vede dietro di lei una banshee (Grace). Si difende dai suoi attacchi, attaccandola a sua volta e quando ella scappa lanciando un bombarda, Astrid evita i libri correndo. Non curante della morte della sua fastidiosa compagna, continua ad avanzare ritrovandosi di nuovo la banshee davanti nascosta sotto la scrivania del bibliotecario. Decide di correre in direzione dell'uscita (e quindi verso di lei) scagliando un Diffindo alla scrivania per tagliarla in due e farla cadere sulla bashee per schiacciarla.










    Lancio Diffindo contro Grace alla Quest di Halloween: 7
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      10/11/2022, 01:41
      Astrid;
     
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    Delirante

    Amanda stava saltellando felice in biblioteca fino ad arrivare al reparto proibito e disse
    < A noi Reparto Proibito!.>
    Provò ad aprire il reparto proibito ma la porta non si aprì e imprecò
    < Dannazione!
    Maledetta Bibliotecaria che tiene chiusa la conoscenza.>

    Provò nuovamente ad aprire la porta ma in quel instante ( A causa della allucinazione) Vide dei ragni uscire dalla porta del reparto proibito e spaventata iniziò ad allontanarsi continuando a dire
    < Maledizione-Maledizione-MALEDIZIONE!!!!.>
    Corse fuori dalla biblioteca pensando
    < Sicuramente nel aula di incantesimi ci sarà qualcosa!.>
    Corse fino al aula di incantesimi evitando di guardare qualsiasi persona .
    Appena vi entrò nel aula vide che vi erano i banchi che si muovevano a caso e pensò
    < Che sta succedendo qui?.>
    ma la sua attenzione venne attirata da una figura ammantata di nero che stava per lanciarle qualcosa.
    D'instinto alzò la bacchetta e con un movimento rapido disse
    < Protego.>
    Subito dopo puntando alla creatura, in modo tale da immobilizzarla, fece un movimento rapido della Polso pronunciando
    <jutem.>
    In modo tale da imprigionare la figura.
    Doveva tenerla occupata e prigioniera per un po, pensava anche che nel caso visto che i banchi si stavano muovendo da soli sarebbero prima o poi andati addosso alla figura.



    -Parlato-Pensato-Parlato altrui-
    scheda | mailbox | memo

    Credits: Eltanin17



    Amanda Mcmillan Tassorosso II Anno
    Amanda stufa di non riuscire ad aprire il reparto proibito decide di andare nel aula di incantesimi, qui vede una figura ammantata di nero ( Causa del allucinazione e decide così di bloccarla
    Jutem: 4
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      Alejandro Hilltop
     
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    Sembra che mi stia lasciando alle spalle l'inferno che io stessa ho creato per entrare in uno ancora peggiore. Un acuto e disperato urlo femminile arriva alle mie orecchie costringendomi ad un'espressione infastidita, disorientata, spaventata. Tutto questo è reale? Che sta succedendo? Cerco contatto con la parete in pietra quasi a voler capire se questo posto sia reale, se mi trovo ancora ad Hogwarts o se è tutto uno scherzo di merda generato dalla mia mente.
    La parete è fredda. E mi accorgo troppo tardi che è anche sporca di sangue, così come le mie mani “...no no no” deglutisco mentre una sensazione di panico inizia ad aumentare come se fosse un fastidioso calore dalla bocca dello stomaco. Resto a fissare i miei palmi sporchi di rosso, incredula “cazzo” il respiro si fa affannoso, il battito accellerato, la testa pesante. Attimo dopo attimo sono sempre più nervosa, mentre realizzo quanto tutto questo sia vero. Seguo con lo sguardo la striscia di sangue che arriva fino al pavimento e lì la vedo, una corvonero che mi è capitato di incrociare qualche volta a lezione. O meglio, è il suo corpo senza vita e con gli occhi sbarrati dal terrore e quello che mi sporca le mani è il suo sangue. Un altro agghiacciante urlo, più vicino, spezza quel momentaneo silenzio, un fascio di luce rossa e poi un altro ragazzo finisce pesantemente contro il suolo. Non è un buon posto dove stare. Non lo è per niente. E per quel ragazzo non c'è più niente da fare. Indietreggio guardando i due corpi esamini, ripulisco le mani sporche sui miei stessi vestiti ed è quasi come se fossi stata io la colpevole della loro morte. Ma non sono stata io, no? Le sole cose che ho eliminato sono quelle maledette zucche infuocate, è stata legittima difesa. Cazzo, cazzo, CAZZO.
    Sarei voluta andare verso l'ingresso ma da lì provenivano le urla, allora mi volto in direzione opposta lasciandomi alle spalle il corridoio. Corro velocemente, non so più quale sia la mia direzione. Ma quale dovrebbe essere la direzione giusta? Se incontrassi qualche altro aspirante serial killer? In quel caso dovrei essere io ad ucciderlo... sto diventando paranoica. A cosa sto pensando. Non sarebbe comunque la prima volta che faccio del male a qualcuno.
    Questi maledetti pensieri intrusivi “STUPEFICIUM!” mi libero la strada scaraventando un primino giù per le scale. Lui per primo mi ha puntato la bacchetta contro ferendomi pure ad un braccio, quello stronzo. Ma comunque adesso quell'ostacolo non c'è più. Forse è morto. Non lo so, perchè dovrebbe importarmene. Sto per diventare pazza, perdo lucidità ad ogni passo e ho bisogno di un calmarmi. Sembra la fottuta notte del giudizio. Respiro lentamente, ma non serve a nulla, le stramaledette tecniche di repsirazione non sono abbastanza per calmarmi. Pensa Kynthia, pensa.
    Aula di pozioni. Lì deve esserci qualcosa, una pozione già fatta, uno schifo di erba medicinale che funzioni da tranquillante. Questa è l'unica idea che mi viene in mente, non posso far altro se non seguirla.
    procedo scendendo l'ennesima rampa di scale, riconosco l'umido corridoio che porta all'aula. Vista la situazione, nessuno dirà niente se prendo qualche erbetta dalla dispensa. Supero di qualche parte la porta, torno indietro quando realizzo di essere arrivata alla mia destinazione e aprendo la porta la prima impressione che ho, è che sull'aula sia calata una strana ed innaturale nebbia. I pentoloni ribollono di qualcosa, sento lo scoppiettio del liquido al loro interno. Me ne disinteresso, il mio obbiettivo sono le vetrinette che circondano l'aula: le raggiungo in un istante e senza stare troppo a perdere tempo sono pronta a farle esplodere quando - Chi c'è? - e quindi non sono sola. Istintivamente mi abbasso sulle ginocchia per non farmi vedere, probabilmente non serve ad un cazzo, la nebbia si fa sempre più densa impedendo anche a me la visuale - P-puoi dirmelo. - sì certo, come no! Magari mi presento anche e le stringo la mano, certamente. Mi allontano dalle vetrine sempre accovacciata, avanzo verso di lei. Che è una lei, lo distinguo dalla voce. Ok, forse non è necessario attaccare, potrei semplicemente fare il giro e tentare lasciare la stanza così come sono entrata. Ma quando è lei che prima lancia il suo incantesimo, non posso non rispondere “ma seriamente?!” mi copro la testa con le mani, tutto per evitare che la pioggia di vetri mi ferisca. Tutte le mie buone intenzioni si sgretolano in un istante, rivelando che forse non erano poi così solide “ventus!” mi alzo in piedi e lancio il mio incantesimo così che un po' di questo fumo del cazzo si dissolva “Notat!” e vattene a fanculo pure tu, chiunque tu sia.

    Kynthia Lloyd, III anno, Grifondoro.
    Nel corridoio trova un cadavere ed un altro ragazzo gli casca morto davanti.
    Iniziando a pensare di essere pazza, corre nell'aula di pozioni alla ricerca di qualcosa da assumere per calmarsi. Lungo la strada, scaraventa un primino con uno stupeficium.
    Entra in aula e inizia a frugare. Appena sente che c'è qualcun altro nell'aula, si accovaccia dietro i tavoli da lavoro. Quando cadono le provette per terra, lancia prima un ventus per dissipare la nebbia e vedere meglio e poi un notat contro Victoria.





    Notat:: 3
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      10/11/2022, 19:44
      Kynthia
     
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    COPPIAINCANTITIROESITO
    Victoria Crain + Kynthia LloydA Petrificus Totalus (3A) +4
    B Lacarnum Inflamare(4A) -2
    C Bombarda(2A) -3
    D Altro +2
    Victoria Crain
    Petrificus Totalus +4 / 2 = 6
    Kynthia Lloyd
    Notat +2 / 3 = 5

    SOPRAVVIVE
    VICTORIA

    Kai Parker + Jaemin Wan
    A Alimens Flames (3A) -1
    B Fastronum (3A) +2
    C Locomotor mortis (3A) -4
    D Altro +1
    Jaemin Wan
    Zollum +1 / 6 = 7
    Kai Parker
    Alimens Flames -1 / 5 = 4

    SOPRAVVIVE
    JAEMIN

    Alexander Reid + Amanda Mcmillan
    A Waddiwasi (2A) +1
    B Continuus (3A) -2
    C Oppugno (2A) +4
    D Altro -3
    Alexander Reid
    Pressure -3 / 8 = 5
    Amanda Mcmillan
    Jutem -3 / 4 = 1

    SOPRAVVIVE
    ALEXANDER

    Halley Mia Wheeler + David Aron Harris
    A Bombarda maxima (4A) +4
    B Everte Statim (4A) +3
    C Confundus (4A) -2
    D Altro -1
    Halley Mia Wheeler
    Confundus -2 / 4 = 2
    David Aron Harris
    Bombarda maxima +4 / 9 =13

    SOPRAVVIVE
    DAVID

    Kenya Gaia Singh + Alexis PierceA Incarceramus (3A) +4
    B Mostrum (3A) -1
    C Zollum (2A) -2
    D Altro +1
    Alexis Pierce
    Oppungo +1 / 6 = 7
    Kenya Gaia Singh
    Balbutio +1 / 5 = 6

    SOPRAVVIVE
    ALEXIS

    Reina Scott + Carrie MarshallA Picei (3A) +3
    B Fumos (3A) -1
    C Serpen sortia (2A) +2
    D Altro -3
    Carrie Marshall
    Picei +3 / 4 = 7
    Reina Scott
    Serpen sortia +2 / 7 = 9

    SOPRAVVIVE
    REINA

    Grace Johnson + Astrid HansenA Diffindo (1A) +1
    B Crustremulus (2A) -2
    C Alimentes Flames (3A) -1
    D Altro +3
    Grace Johnson
    Alimentes Flames -1 / 10 = 9
    Astrid Hansen
    Diffindo +1 / 7 = 8

    SOPRAVVIVE
    GRACE

    Seán Hardice + Harry BarnesA Mimblewimble (4A) +2
    B Notat (4A) +4
    C Exulcero (3A) -3
    D Altro -2
    Harry Barnes
    Notat +4 / 5 = 9
    Seán Hardice
    Incendio -2 / 9 = 7

    SOPRAVVIVE
    HARRY

    Mikhail Aleksei Romanov + Giuggis MaffeiA Recido (2A) +4
    B Obscuro (2A) -2
    C Impedimenta (2A) -1
    D Altro +2
    Mikhail Aleksei Romanov
    Recido +4 / 8 = 12
    Giuggis Maffei
    Impedimenta -1 / 6 = 5

    SOPRAVVIVE
    MIKHAIL



    “SECONDO TURNO”



    ◬ Harry Barnes e Reina Scott

    Sala Comune Serpeverde - Pochi minuti dopo il vostro arrivo sentirete dei forti colpi che faranno tremare i diversi oggetti presenti intorno a voi e con essi anche i candelabri appesi al soffitto. Questi rumori provengono dalla vetrata che divide la sala comune dal lago nero che improvvisamente comincerà a creparsi e a far entrare nella stanza consistenti quantità d'acqua mista a pietre che potrebbero colpirvi, ad alghe fastidiose e urticanti e schegge di vetro di varie dimensioni. Spero per voi che sappiate nuotare... e non solo. Buon bagno!

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Paperante (3A)
    B Pressure (4A)
    C Testabolla (4A)
    D Altro

    ◬ Grace Johnson e Mikhail Aleksei Romanov

    Lago nero - Eccovi al lago nero, luogo tranquillo e sereno se non fosse che, mentre le vostre scarpe si posano sulle pietre vicino alla riva del lago l’acqua inizia a gorgogliare come se tanti, tantissimi pesci si muovessero al suo interno per qualche strana ragione. L'acqua gorgoglia sempre di più quando all’improvviso delle creature salteranno fuori dalle acque con un balzo ben preciso avvinghiandosi a voi con i loro tentacoli. Sono degli esseri che assomigliano agli avvincini ma che riescono a respirare fuori dall’acqua. Ve li ritroverete sopra che vi mordicchiano e vi strappano gli abiti e soprattutto lembi di pelle con la loro boccuccia piena di tanti piccoli denti super appuntiti mentre, man mano che passa il tempo, diventano sempre di più. Possiamo dire con certezza che siete il loro pasto...

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Fastronum(3A)
    B Diffindo (1A)
    C Incarceramus (3A)
    D Altro

    ◬ David Aron Harris e Alexander Reid

    Campo da quidditch - Appena arrivati nel campo da quidditch vi colpirà il silenzio che aleggerà intorno a voi… L’aria sembrerà ferma, senza vento e leggermente pesante tanto che potreste avere un leggero affanno dopo un po' di permanenza. Fate attenzione però, dai vari lati del campo non sentirete i cori dei tifosi ma arriveranno innumerevoli bolidi con dei fischi assordanti che non vi faranno ben capire da quale direzione arrivino gli stessi mentre cercheranno di colpirvi in ogni parte del corpo. No, non saranno gentili e premurosi con voi. Che la “partita/battaglia” abbia inizio! Chi alzerà la coppa della sopravvivenza?

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Orbis (3A)
    B Depulso (4A)
    C Fumos (3A)
    D Altro

    ◬ Victoria Crain, Jaemin Wan e Alexis Pierce

    Corridoio - Appena arrivati nel corridoio avvertirete le pareti tremare e da esse tante braccia fatte di pietra inizieranno a fuoriuscire e cercheranno di afferrarvi per stritolarvi e portarvi verso le pareti stesse. Una volta toccate le mura esse tenteranno in tutti i modi di inglobarvi al loro interno per farvi diventare parte del muro di pietra. Tutto ha un costo nella vita (e nella morte) e pure le pareti in pietra vi chiederanno un pagamento per la vostra sopravvivenza, anzi due, perché solo uno potrà proseguire. Vi odierete tanto da mandare qualcuno in pasto alle mura? Chi ne uscirà salvo? E chi perirà fra le braccia della morte?

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Stupeficium (1A)
    B Bombarda Maxima (4A)
    C Oscuro (4A)
    D Altro


    La data di scadenza è il 16/11 23:59. Cercate di non andare troppo oltre le 1000 parole per facilitare a tutti la lettura dei post e ricordate sempre gli spoiler riassuntivi delle vostre azioni inserendo pure l'incanto scelto e il vostro tiro di dado D10.

    A questo giro sarete tenuti a narrare le sorti della battaglia precedente inventandovi come è finita e se vi fosse difficile giustificarne le sorti con gli ultimi incanti tirati sarete liberi di narrare di aver lanciato un ulteriore incanto finale, che sarà poi quello letale all'avversario, ma se riusciste a giustificare il tutto con gli incanti scelti nel giro precedente sarebbe meglio, anzi, sarebbe più divertente! Potrete decidere in autonomia quali incanti dei vostri avversari sono andati a buon fine o meno durante il vostro scontro e se tali incanti o altri agenti esterni vi abbiano ferito e/o messo in difficoltà. Dopo aver narrato lo scontro precedente sarete tenuti a trovare un modo per recarvi nel nuovo luogo a voi assegnato per poi scegliere uno dei nuovi incanti proposti lasciando come nel giro precedente l'esito aperto.

    L'importante è che terminiate il post con il tiro di uno degli incanti richiesti o il post verrà considerato non valido e pertanto sarete automaticamente voi quelli uccisi, stessa cosa vale se non riuscite a postare entro la data di scadenza di questo giro! <3

    Se i morti volessero ancora parlare, o postare... potranno narrare la loro morte dopo che il compagno contro il quale vi siete sfidati avrà scritto come si è concluso il tutto e poi sarete liberi di fare i fantasmini infestanti per le mura del castello, ma vedete bene, in alcun caso i vostri pg potranno svegliarsi prima che tutti gli scontri abbiano fine lasciando in vita solo il/la campione/essa.

    Per facilitarvi la ricerca degli effetti dei vari incanti abbiamo segnato a fianco l'anno di appartenenza così potrete trovarli senza difficolta nella lista dedicata.

     
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    Dopo aver disarmato la mia avversaria, il mio oppugno andò a segno. Restai a guardare, con la bacchetta ancora ben alta difronte a me, mentre tende e lenzuoli le si attorcigliarono ovunque, rendendole possibile qualsiasi movimento. Senza muovere un muscolo, non feci assolutamente nulla nemmeno quando la sentii implorarmi di aiutarla: sospesa contro una parete e completamente impossibilitata a muoversi, ma avvolta in fasce immacolate di tessuto bianco, sembrava più spaventata che spaventosa. Deglutii quando la vidi sparire, come divorata dalle pareti stesse, inglobata in esse. Col cuore a mille, tornai a puntare minacciosamente la bacchetta intorno a me e, nonostante il peggio sembrasse passato, decisi di uscire di lì. Dovevo trovare le mie amiche.

    Corsi fuori dall'infermeria, armata di bacchetta e attraversai una quantità indefinita di corridoi, urlando il nome delle poche persone di cui mi sarei ancora fidata se solo le avessi viste. «Halley! Carrie! Dove diamine siete!?» urlai, ignorando il sangue che non smetteva di colarmi lungo il braccio per via della ferita che avevo riportato al dito medio. Era assurdo quanto sangue uscisse dalle estremità del corpo, quando capitava di farsi male. Scossi la mano, gemendo subito dopo e sporcando il pavimento di alcune goccioline di sangue. «Checazz...- stavo dicendo, quando mi ritrovai faccia a faccia con altri due studenti - e voi chi siete! Cosa pensate di fare?» I due si puntavano la bacchetta contro, quando li sorpresi e, contemporaneamente, la mossero pericolosamente nella mia direzione, motivo per cui non la abbassai nemmeno io, ma la alternai da un corpo all'altro.

    Eravamo tutti e tre lì, a discutere tra noi, quando successe qualcosa che quasi stentai a credere potesse essere reale: dalle pareti intorno a noi, a seguito di alcuni movimenti che sembrarono provenire dal loro interno, spuntarono fuori con dei forti boati delle vere e proprie braccia, anch'esse di pietra, che presero ad agitarsi come a volerci afferrare. Fui costretta a saltellare sul posto per evitarle. Era assurdo tutto ciò che stava accadendo, ma non potevo arrendermi. Non volevo arrendermi. Di nuovo, un brivido intenso quanto una scossa elettrica mi risalì la schiena, il collo e finì per muovere il mio polso ancora una volta. «Bombarda Maxima!!!» urlai, ancora più decisa di prima, nella speranza di farmi strada in mezzo ai due che - se colpiti dall'incantesimo - sarebbero stati acchiappati da quelle dannate pareti.

    Alexis Pierce, III anno, Grifondoro
    Primo paragrafo: Sintetizzo ciò che è successo nella battaglia precedente.
    Secondo paragrafo: Correndo fuori dall'infermeria alla ricerca delle amiche, si ritrova Victora e Jaemin, contro i quali alza la bacchetta, preoccupata.
    Terzo paragrafo: Accortasi dell'animazione dei muri che cercano di acchiappare chiunque vi si avvicini, viene presa dall'adrenalina del momento e, convinta di farsi strada solo se si libera dei due, scaglia un Bombarda Maxima (Opzione B) contro gli avversari.

    Uso Bombarda Maxima per liberarmi degli avversari nella Quest di Halloween: 6
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      camden.
     
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    JAEMIN WAN – 18 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    Il coreano non è una mente particolarmente brillante, questo è vero, ma non è nemmeno così stupido da dichiarare il proprio nome davanti ad un mostro ectoplasmico assetato di sangue. Diciamo che la sua psiche funziona in maniera un po’ diversa, è un “amico speciale”, e va detto che in questa situazione ne sta dando ampiamente riprova. Tuttavia mantiene quella parvenza di buon senso che lo accomuna ai maggiori primati. Quindi se ne sta in silenzio alle prime domande di KAI, prendendo tempo utile a trovare rifugio dietro ai banchi che adornano l’Aula che lui crede convintamente essere un laboratorio segreto. [Inscenato?] chiede invece confuso a sua volta, non comprendendo affatto a cosa si stia referendo. Cioè, il fatto di trovarsi all’interno di un mondo pokémon nella sua versione più dark non gli sembra tanto normale, ma si sta calando nella parte, come in un sogno dove si sospende qualsiasi giudizio sull’ambientazione e si inizia a ritenere coerenti tutte le sue stramberie. Il prima e il dopo che si mescolano, persone che cambiano volto, il ritrovarsi improvvisamente nudi durante l’interrogazione di Antiche Rune. A proposito di questo, un piccolo check ai propri vestiti se lo dà a più riprese, onde evitare di scoprirsi senza veli nel covo dell’organizzazione mafiosa della zona. Ma poi, a ben pensarci, il suo corpo perfetto potrebbe solo abbellire l’ambiente. Forse potrebbe spogliarsi di sua iniziativa? Comunque la sentenza la rimanda a più tardi, perché gli sembra doveroso dare spiegazioni ad un’anima in pena, sperduta al confine fra la realtà dei vivi e quella dei morti. Perché lui è una persona sensibile. [No, guarda, devi avere qualche conto in sospeso che ti ha riportato qui, capisci. Non vorrei essere io a dirtelo, ma sei morto, deceduto, caput, hai fatto il salto della qua… no, com’era?!?] si sta perdendo, e dunque tace di nuovo, assecondando anche le volontà dell’altro che gli intima, appunto, di stare zitto. Fa capolino con la testolina per un attimo, così da assicurarsi della posizione del Gengar selvatico e molto poco gioviale che ha tutta l’aria di voler ingaggiare una lotta. Glielo dice pure fra le righe che se lo vuole togliere dai piedi, e il timore di finire ad ottenere le stesse sembianze di quel coso brutto e viola (niente, contro il viola, è un bellissimo colore!) rende l’orientale molto meno propenso al dialogo. Studia invece le sue mosse, e soprattutto quelle che pensa essere le sue debolezze, scagliandogli addosso uno “Zollum" prontamente parato dal suo avversario d’apprima con uno scudo fisico e successivamente con il suo “Protego”. Ma così non vale! Questi mostricciattoli tascabili ora sanno pure usare la magia? Porca scuroball! E’ proprio ingiusto. Come se non bastasse arriva subito il contrattacco, neanche avesse priorità +1, e a giudicare dalla lingua di fuoco che gli arriva a pochi centimetri dalla faccia può immaginare bene che si sia servito della mossa “lanciafiamme”. Anzi no! Gengar non la può imparare… dev’essere per forza un Fuocofatuo. In ogni caso lo manca di un soffio, ma la fiamma ingigantita attecchisce in fretta sul mobilio formato quasi unicamente di legno, e si espande sul sacco di juta con i pixie/zubat da poco catturati, sulle candele attigue, sul pavimento ingombro di creature immobilizzate che sono quindi precipitate. [Aaah!!!] spaventato, scatta lontano dalle fiamme, puntando la bacchetta contro quel demone che ha rischiato di farlo arrosto, e gridando un [IMPEDIMENTA!] che sbalza KAI indietro con forza, facendogli battere la testa. Ma Jaemin non se ne avvede, sta già scappando a gambe levate via da quell’inferno, che con ogni probabilità finirà per divorare il suo stesso creatore.

    Affannato, sbuca oltre l’angolo, rallentando il passo solo quando la stanza infuocata non è che un vago bagliore appena percettibile. Non sa di preciso dove si trovi, non ha punti di riferimento, sta solo avanzando alla cieca con il catalizzatore nella mano dominante (la destra), e la divisa scomposta e a tratti abbrustolita dalla fuliggine rovente che gli si è depositata sopra durante la fuga. Quel che può comprendere è che le pareti qui sono parallele e corrono nella stessa direzione, quindi suppone di essere tornato nel tunnel da cui era partito, oppure di trovarsi in un corridoio analogo a quello. Chi lo sa. D’altra parte non ne è nemmeno troppo interessato. Ciò che gli preme al momento è seguire il percorso nella speranza di trovarne l’uscita, prima o poi. Ma fra lui e questo traguardo, naturalmente vi sono innumerevoli ostacoli. La Via della Vittoria è sempre stata piena di insidie per testare le abilità degli allenatori più caparbi. E restando in tema, il Froslass contro cui si imbatte di li a poco, è estremamente somigliante a quella sua compagna di scuola che fa di nome, appunto, “VICTORIA”. Fine, elegante, dall’aria vagamente snob, ma tutto sommato carina. Non avesse come abilità Corpofunesto, sarebbe pure simpatica. E invece non corre buon sangue, né nella sua versione umana, né in questo universo alternativo brandizzato Wan. Legge ostilità in quegli occhi di ghiaccio, la stessa che è abituato a vedere sul volto della Crain, ma se solitamente questo gli scatena solo una gran voglia di romperle gli zebedei o qualsiasi cosa abbiano le ragazze al loro posto, in questo caso la sensazione che avverte tende più all’autoconservazione e al desiderio di rimandarla al suo padre creatore Arceus.[Ho le palle e non ho paura di usarle] l’avverte sollevando la punta della bacchetta verso di lei, oltre ad un angolo della bocca in un sorriso di scherno. Compie anche un piccolo passo in più, per avvicinarsi al proprio bersaglio, quando dietro di lei giunge la voce di qualcuno che per un solo istante gli si palesa agli occhi come ALEXIS. Nel momento subito successivo, però, quell’immagine lascia il posto alla creatura che l’elaborazione cervellotica del coreano le associa per renderla congruente al contesto: una Zoroark bianca, dalla lunga chioma bicroma. Chissà come mai, se li sta figurando tutti spettri. Magari è il suo inconscio che gli sta dicendo qualcosa? Quale che sia la risposta a questo quesito, muove alternativamente l’arma verso l’una e verso l’altra, incapace di scegliere a chi dedicarsi per primo.[Un fiorino!] replica prontamente all’interrogatorio della GRIFONDORO, perché l’umorismo non guasta mai, neanche quando si è a un passo dalla fossa.[Non ti conviene agitarti tanto, questa qui può lanciare l’”Ultimo Canto” e stecchirci tutti e in combo] indica VICTORIA con un cenno della testa, saettando con la bacchetta fra di loro. Quasi a volerlo levare l’impiccio, il terreno inizia a quel punto a tremare rendendogli complesso anche solamente il mantenersi dritto, e dalle pareti, braccia pesanti di pietra emergono rumorosamente per attorcigliarsi sui loro corpi e strattonarli all’interno di un abbraccio mortale.[MINCHIA I GRAVELER!!!] urla esasperato, mentre si sente trascinare contro il muro di destra, e la mancina tenta invano di liberarsi da quella stretta sempre più pressante. Non ci voleva! Si trova in mezzo ad un’orda, e deve pure cavarsela da solo. L’unica cosa che può fare è tentare di mettere ko almeno le due creature che, per qualche assurdo motivo, sente essere il principale scoglio di questa sua avventura, prima di occuparsi degli esseri di roccia che a conti fatti dovrebbero rappresentare la sua priorità del momento. Diciamo che la logica in questo frangente è andata perduta da un pezzo. Insomma, in base a queste fantasticherie senza senso, ritiene che una mossa di Tipo Buio sia l’unica soluzione per regolare i conti con le due fantasmine poco più avanti. [OSCURO!] è quindi l’ultima parola che riesce a dire, catalizzatore indirizzato al centro fra di loro, prima che una manona rigida e fredda gli tappi la bocca, forse per sempre.


    Jaemin Wan – III anno – Serpeverde

    JAEMIN vs VICTORIA feat ALEXIS

    Il primo paragrafo è dedicato al resoconto dello scontro con Kai. Lo Zollum di Jaemin viene parato da Kai, che lancia l’Alimen Flames dando fuoco all’intera stanza. Jaemin Impedimenta Kai che finisce quindi per restare vittima del suo stesso incantesimo.

    Jaemin riesce quindi a fuggire dall’Aula ritrovandosi in corridoio. Qui incontra Victoria che lui è convinto essere un Froslass, e successivamente Alexis che associa a uno Zoroark. Non sa bene come affrontare le due, ma alla fine, messo alle strette dalle pareti molestatrici, scaglia un Oscuro (Opzione C) al centro fra le due ragazze.
    Incantesimo Oscuro (Opzione C) vs Victoria e Alexis: 1
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      12/11/2022, 20:57
      Personaggio casuale
     
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    Non era riuscita a reggersi sulle sue stesse gambe ed era finita culo a terra, che cosa umiliante, o almeno lo sarebbe stato in qualsiasi altra situazione. L'incidente, infatti, le fece evitare il getto di pece lanciato alla tipa strana che le stava di fronte, finendo per investire in pieno l'elfo domestico che ancora si fissava il moncherino urlando, facendolo almeno smettere di lamentarsi. Fu tutto molto veloce, come ogni scontro tra maghi, osservò l'incanto passarle sopra la testa solo di sfuggita prima di riportare attenzione e bacchetta sulla ragazza, ma non ve ne fu bisogno. Approfittando del fatto che anche la Grifondoro si era ritrovata stesa a terra, il serpente evocato dalla mora le si avviluppò attorno al collo cominciando a stringere con forza. Se solo la grifoncina si fosse ricordata di avere una bacchetta e di poter far sparire il serpente, invece di provare a liberarsi con le mani, magari ora respirerebbe di nuovo. Invece invano lottò contro il rettile mettendoci sempre meno forza, mentre il viso si gonfiava per la stretta, mentre Reina la osservava, così come aveva fatto con il bambino prima di lei e con il biondo prima ancora, desiderosa di vedere la vita lasciare i suoi occhi un tempo vispi. Una volta terminati i lamenti si rialzò, ghignando di quel corpo senza vita, il serpente evocato venne fatto sparire e, con la punta sporca della scarpa, le sollevò il viso da terra per essere sicura del risultato. Un'altra Grifondoro in meno. Con molta calma, mentre gli elfi le lasciavano libero il passaggio, si avviò al lavandino dove lavò dalle mani il sangue di quelle inutili creature che avevano provato a metterle le mani addosso, che non si dicesse che non tenesse all'igiene. Una volta ripulite, afferrò un tramezzino e si avviò verso l'uscita
    -Buon appetito- fu tutto ciò che disse agli elfi che, ora che la via era libera, si stavano già avvicinando al corpo esanime a terra. Chissà se l'avrebbero mangiata cruda tipo sashimi, o se ne avrebbero fatto uno stufato? In ogni caso, la cosa non la riguardava e non le importava nemmeno.
    Cominciò a vagare senza meta, quasi danzando al ritmo delle urla che provenivano da poco lontano, facce mostruose sembravano seguirla e aspettarla ovunque si girasse e, fosse stata una persona diversa, forse ne avrebbe persino avuto paura. Invece rideva, con il volto ancora coperto di sangue, rideva e mangiava il suo tramezzino in preda ad una frenesia che non capiva da dove arrivava ma di cui si beava mentre lasciava che i lunghi capelli le frustassero la schiena intanto che avanzava verso quella che ancora non sapeva fosse la sua meta. Fece giusto in tempo a finire il suo spuntino prima di ritrovarsi davanti al passaggio segreto della sua Sala Comune. Era il caso di recuperare il suo tirapugni? Perché no. Varcò l'ingresso delle serpi e, con sua sorpresa, scoprì di non essere l'unica ad aver deciso di fare un salto a casa
    -Barnes- un saluto? Una constatazione? Comunque ghignò, cominciando a camminare in tondo attorno a lui come un avvoltoio, mantenendo comunque una certa distanza. Mai parlato con quel tipo, come con la maggior parte degli studenti del castello, erano solo nella stessa squadra con lui nel ruolo di afferra-palle. Tuttavia sapeva che era un tipo strano, uno di quelli su cui una madre premurosa avrebbe messo in guardia i figli, la classica cattiva compagnia, stronzo e facile alla rabbia, abbastanza bizzarro da farle venire un dubbio
    -Ti sei svegliato stamattina e hai pensato di movimentare le cose?- chiese ancora ghignando, ormai convinta che fosse lui la mente malata dietro quella situazione. Era indecisa se attaccarlo o ringraziarlo, ma un forte colpo mise in allerta tutti i suoi sensi prima che gli oggetti sulle pareti cominciassero a tremare e a cadere a terra. Altri colpi risuonarono nella sala prima che un rumore di vetro crepato la facesse voltare verso la vetrata ormai rotta che aveva cominciato a fare entrare acqua. Panico. Il cuore accelerò avviluppato dal terrore. Quella testa di cazzo voleva farla fuori con la sua peggiore paura. Aveva fatto i compiti, l'aveva studiata e aveva scoperto il suo punto debole. Per una frazione di secondo la mente tornò a quel giorno in piscina in cui Hardice l'aveva tirata fuori dall'acqua. Dov'era Hardice?
    Stava per elencargli i modi articolati a cui aveva già pensato per squartarlo dall'ombelico al mento, quando una pietra sbeccata, entrata dalla finestra ormai rotta, le ferì il dorso della mano
    -Ah!- si lasciò sfuggire un lamento per la sorpresa, si portò la mano alla bocca, e leccò via il sangue che aveva preso a colare, come un gatto. Sorrideva ancora, con gli occhi quasi spiritati e il cuore che comunque tamburellava nel petto rimbombandole nelle orecchie mentre l'acqua entrava a gran velocità riempiendo la grande stanza. Doveva andarsene da li il prima possibile, e allo stesso tempo il desiderio di farlo fuori era superiore a quello di sopravvivenza.
    -Io ti ucciderò- fu una sfrontata dichiarazione, o un ottimistico pensiero, che venne subito prima di stringere saldamente il catalizzatore nella mano destra, puntandolo contro il moro
    -Orbis!- gridò in sua direzione tentando di colpirlo. I morti andavano sotterrati.


    Reina Scott, Serpeverde, IV anno,
    Harry Barnes vs Reina Scott.

    Guarda Carrie venire strangolata da un serpente, si lava le mani, si mangia un tramezzino perché vuoi che non ti si apra lo stomaco dopo aver lasciato una scia di cadaveri? Lascia il corpo in pasto agli elfi e se ne va sculettando a ritmo di urla verso la Sala Comune senza un motivo preciso, segue il flow. Qui vede Harry, quando l'acqua inizia ad entrare pensa sia un suo giochetto, si ferisce alla mano con una pietra e si lecca la ferita (metodo approvato dai migliori medici), quindi prova a sotterrare Harry con un Orbis (opzione D, 4A).

    Lanciato Orbis contro Harry alla Quest di Halloween: 10
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      13/11/2022, 10:34
      Reina Scott
     
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  13. Mikhail
     
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    serpe
    17 Anni
    III Anno

    Status: Divertito

    Che arma straordinaria, la conoscenza. Già, poiché essere cosciente del fatto che non stavo rischiando nulla, mi diede la possibilità di mostrare la mia vera natura e...divertirmi, con tutti coloro che avrei incontrato. Infondo, avrei sempre potuto dire di non essere stato in me, no? In ogni caso, tornando al (per così dire) presente, l'Impedimenta che mi venne castato addosso, non fece altro che prolungare la sofferenza delle ragazzina. Il taglio causato dal mio Recido, difatti, recise il fianco del collo, fino a quando – raggiunta la giugulare – iniziò a far sgorgare fuori il sangue in essa pompato.
    Fuorse avruesti fuatto meglio a muozzarmi la mano...
    Il taglio continuò verso l'interno del collo, mentre il mio sguardo si mantenne fisso sul suo imbrattandosi non solo delle sue paure, ma anche degli schizzi del suo sangue.
    ...Giuggis-Quasi-Senza-Testa.
    Mi ricordai di quella grifondoro, giusto in tempo per prenderla per i fondelli poco prima della sua dipartita che, seppur illusoria, le sarebbe rimasta impressa nella mente, così come il sottoscritto. Interruppi l'effetto dell'incanto poco prima di mozzarle del tutto il capo, lasciandola cadere nell'acqua sottostante di color cremisi. Me ne andai, iniziando a cercare l'altra grifondoro, ovvero quella che – lentamente – stava diventando la mia ossessione. Quel suo visino da agnellino innocente, mi irritava almeno quanto la risatina con la quale mi sfotteva per il mio accento. Un ghignò apparve sul mio volto, simbolo della consapevolezza che – entro l'anno scolastico vigente – avrei sopperito a tale lacuna linguistica.
    La cercai in ogni dove, domandando ai vari studenti incontrati lungo strada se l'avessero vista, ammazzando coloro che non mi furono d'aiuto e risparmiando quei pochi che mi diedero informazioni utili. Una lunga scia di sangue tracciò il percorso che dal Castello mi condusse fino alle rive del Lago Nero. Solo allora, iniziai a guardarmi attorno con circospezione, cogliendo qualunque dettaglio (sonoro, visivo od olfattivo) che mi potesse indicare la sua attuale ubicazione.
    Nasquondersi non è da grifondoro, piquola Greiiz.
    Esclamai con tono di voce alto, così che la ragazzina impaurita potesse udirmi e – istigata – mettesse fuori il suo bel faccino da grifa inorgoglita. Fu, tuttavia, durante uno dei vari tentativi di farla sbucar fuori che, lo specchio d'acqua iniziò a ribollire. Malgrado il potenziale pericolo, conscio del fatto che – in realtà – non avrei rischiato nulla, non ci diedi troppa importanza: la giovane pettegola non mi sarebbe sfuggita nuovamente! Fu così che, attesi la sua apparizione con la bacchetta parallela al terreno, puntandola su di lei non appena la vidi. I pseudo Avvicini anfibi, si sarebbero potuti avvinghiare a me senza incontrare alcuna resistenza da parte del sottoscritto. Varie parti del mantello sarebbero state mordicchiate, strappate, così come le vesti sottostanti, fino a quando sarebbe stato il turno della mia carne. Avrei provato sicuramente del dolore, ma la deturpazione che i morsi dei loro dentini causarono sul mio corpo, non fecero altro che avvalorare l'incubo che Grace avrebbe vissuto di lì a breve.
    Riquordi la lezione di Incantesimi? Riquordi ciò kye ti ho muostrato, piquola Greiiz?
    La punta della mia bacchetta, iniziò a tracciare un vortice in senso antiorario, fino a quando le mie labbra si schiusero nel dichiarare l'incanto che avevo in serbo per lei.
    Incarceramus.
    Se tutto fosse andato secondo i piani, attorno al corpo della ragazza si sarebbero avviluppate una moltitudine di corde che – in pochi attimi – le avrebbero negato la possibilità di muoversi.
    Questo è suolo l'inizio.
    Le avrei sussurrato all'orecchio, qualora fossi riuscito a raggiungerla; in caso contrario, glielo avrei detto a voce alta poco prima di...“andarmene”.


    Parlato Pensato
    scheda | mailbox | memo
    Credits: Eltanin17


    Mikhail Aleksei Romanov, III anno, Serpeverde

    Mozza quasi del tutto la testa di Giuggis e la sfotte in punto di "morte". Si mette poi alla ricerca della sua vittima preferita, facendosi dare indicazioni dai passanti, fino a trovarla al Lago Nero. Conscio che è un'allucinazione/sogno, se ne sbatte dei mostriciattoli, lasciandosi mordicchiare per incutere più timore a Grace, infine le casta un Incarceramus...


    Opzione C: Incarceramus su piquola Greiiz: 1
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      13/11/2022, 15:36
      Mikhail
     
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    Grifondoro
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    L’incantesimo castato sui libri aveva immediatamente attecchito e le fiamme avevano cominciato a spandersi sulle pagine secche come paglia al sole. In un ultimo disperato tentativo di salvarsi la Grifondoro, coprendosi il viso con le braccia, si era gettata oltre quelle fiamme e cadendo sul pavimento di pietra dura in uno scatto di reni si era girata verso il rogo alimentandolo di potenza nel momento in cui il mostro vi si avvicinava. Immediatamente i lembi dei vestiti della creatura si ricoprirono di fiamme mentre il demone umanoide si contorceva su sé stesso in spaventose grida di dolore. Grace rimase pietrificata da quella visione, quelle orride urla non erano bestiali bensì... umane? Rimase immobile, il fiato grosso, a fissare la creatura contorcersi fino a spegnersi fino a perdere quell’aspetto mostruoso. Strisciando sul pavimento si avvicinò al cadavere ancora ardente scoprendo dei profili verde-argento sulla divisa. La Grifondoro aggrottò le sopracciglia incapace di razionalizzare cosa stava vedendo. «Aguamenti», sussurrò l’incanto con un filo di voce mentre il getto spegneva le ultime fiamme dal corpo e dal libro. Cos’aveva fatto? Tremante allungò una mano verso il corpo che capì essere troppo danneggiato dalle fiamme anche se di una cosa era certa: non era più il mostro che aveva visto fino ad un attimo prima. Si rimise quindi in piedi avvicinandosi alla pila di libri, quella che aveva seppellito il secondo mostro e inginocchiandosi cominciò a scavare tra i tomi gettandoseli alle spalle. «No, no, no...», scavò fino a che non emerse un corpo – umano – dei capelli castano chiaro, poco più scuri dei suoi, ed il viso di una... bambina. «NO!» Urlò straziata mentre copiose lacrime cominciavano a scenderle lungo le guance ma nemmeno il tempo di contemplare quell’orrore che il pavimento cominciò a tremare come fosse attraversato da qualcosa che andasse infrangendo il sottosuolo. Grace si tirò in piedi osservando ovunque e da nessuna parte e quando gli scaffali cominciarono nuovamente ad inclinarsi in una pioggia di libri la Grifondoro cominciò a correre a perdifiato cercando di proteggersi da quella cascata. Continuò a correre senza guardarsi indietro evitando gli ostacoli che man mano si paravano lungo il suo cammino ma decidendo di castare unicamente incantesimi “inoffensivi”. Chi le diceva che dietro ciò che vedeva non c’erano altre persone? E se celato dietro un mostro ci fosse stata una delle sue amiche? Doveva scappare e nello specifico uscire da lì. Forse tutta quella pazzia era relegata all’interno del castello, quell’incubo sarebbe finito una volta uscita e forse avrebbe trovato rifugio da qualche parte dove non sarebbero riusciti a trovarla e magari da lì avrebbe capito come evocare aiuto. Sì! Così avrebbe fatto. Così avrebbe funzionato! Corse fino alla capanna del guardiacaccia dove trovò la porta socchiusa. Provò ad infilare il capo dentro e la prima cosa che fece fu coprirsi la bocca con la mano: sangue, sangue ovunque e due corpi. Anch'essi studenti. Morti. Ricacciandosi indietro le lacrime andò via; non poteva stare lì nascosta con due cadaveri, non ce l'avrebbe fatta non dopo quello che aveva fatto con le sue stesse mani in biblioteca. Terrorizzata e nervosa corse verso il lago, al limitare con la boscaglia e lì vi trovò esattamente il suo incubo. Prima che il mago, di spalle, potesse vederla si nascose nel fitto della vegetazione. Mikhail la stava cercando, ancora, continuando ad urlare il suo nome. Ma che diavolo voleva da lei? Perché poi?! Strinse i denti e nel pugno la bacchetta cercando di rimanere nascosta. Sentì lo scrociare dell’acqua e sporgendosi a sbirciare vide il Serpeverde addentrarsi nelle acque del lago che gli arrivavano a metà polpaccio. “Cos...?” L’acqua del lago cominciò a ribollire e presa dall’istinto Grace uscì dal suo nascondiglio. «ESCI DALL’ACQUA MIK!» Sentiva che qualcosa sarebbe successo e non sbagliò poiché piccoli mostriciattoli simili ad avvincini emersero dalle acque venendo sia a riva, verso la Grifondoro, che cominciando ad arrampicarsi sul corpo del Serpeverde. «MIK ESCI! TI STANNO DIVORANDO», ma lui rideva, di una risata folle, assurda. Tutto era assurdo. I piccoli mostri si avvinghiarono quindi al suo corpo risalendo, sommergendo e strappando lembi di tessuto arrivando persino a scoprire la carne del ragazzo, addentandola. «Riquordi la lezione di Incantesimi? Riquordi ciò kye ti ho muostrato?» Grace scosse lentamente il capo per l’assurdità di ciò che stava vedendo, ascoltando. «Smettila», lo pregò correndogli incontro. «Basta Mik, basta!» Gli afferrò la manica tentando di trascinarlo fuori dall’acqua mentre i piccoli mostri cominciavano a sommergere anche lei, a morderla a strapparle le carni. Grace urlò piegandosi per scacciare quei mostri e nel farlo, strizzando gli occhi si sollevò poi nuovamente, «FASTRONUM!» Ma contemporaneamente, guardando il Serpeverde e leggendo il suo labiale, così familiare, realizzò la trappola in cui era caduta mentre nel vuoto lunghe corde si materializzarono per legarla.

    «Questo è solo l’inizio.»

    Guarda morire il demone zucca rendendosi conto poi che non era un mostro ma una persona (Astrid). Le bruciature non le fanno realizzare chi è nello specifico, solo che è una Serpeverde. Scioccata va allora a vedere l'altro mostro (Tassorosso PNG) che aveva ucciso e scopre l'orribile verità: erano davvero altri studenti. Decide di scappare all'esterno provando a rifugiarsi cercando l'aiuto del guardiacaccia ma trova degli studenti che si sono uccisi tra loro e corre infine a nascondersi nella boscaglia nei pressi del lago nero dove si imbatte nell'obiettivo del giro, Mikhail. Scaglia l'opzione A: Fastronum.


    Opzione A: “Fastronum”, riuscita?: 8
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      14/11/2022, 00:19
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    Serpeverde
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    null
    Il coltello era stato lanciato ad una velocità tale che impossibile evitarlo, e infatti affondò nella gamba destra della ragazza che urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Si leccò le labbra, David, nel vedere il sangue che fuoriusciva dalla ferita, aveva fatto un buon lavoro. La grifondoro non si arrese, aveva ancora fiato per parlare. Cosa doveva fare per farla stare zitta? Farla esplodere? Ma sì, facciamo a pezzi quel bel corpicino. Grazie ai suoi agili riflessi riuscì ad evitare il Confundus e a scagliare una Bombarda Maxima che la colpì in pieno, scaraventandola contro la parete alle sue spalle talmente forte che si spappolò il cranio, morendo sul colpo. Non contento, David prese un trofeo da terra e glielo lanciò in faccia, ridendo come una iena per la crudeltà che le aveva riservato. Senza perderle altro tempo, si allontanò dal corpo senza vita della ragazza e vagò di nuovo tra i corridoi in cerca della sua prossima vittima. Non sapeva cosa ci fosse in quei cioccolatini ma stavano tirando fuori un lato che, per anni, era rimasto assopito. Adesso capiva perché i mangiamorte si davano alla pazza gioia nell'uccidere la gente: era davvero divertente. Ogni persona moriva in modo diverso, alcune pronunciavano parole strazianti per coloro che non avrebbero più rivisto, altre maledivano il loro aguzzino e, altre ancora, quelle preferite da David, morivano senza fiatare. Quando e se fosse toccato a lui, avrebbe fatto come loro, andandosene in silenzio. Infondo, il suo caro fratellino lo aspettava all' inferno e lui non vedeva l'ora di torturarlo anche lì. Nel mentre, lanciò l'ennesimo Diffindo per staccare la testa di un serpeverde che gli aveva rotto il cazzo tempo fa, glielo doveva.
    L'odore di sangue gli arrivò diritto alle narici, c'erano troppi corpi sgozzati e ne aveva abbastanza di respirare quell'aria putrida di cadaveri in decomposizione. Così, girò a destra e uscì dal castello, dirigendosi a passo svelto nel luogo che più preferiva: il campo da Quidditich. Odiava ogni materia, ogni professore e ogni studente che faceva parte di quella scuola tranne il volo e Seth Lennox. Lui era l' unico sopportabile e non gli dispiaceva per niente essere il suo assistente anche se, a volte, gli faceva girare i coglioni come tutti. Ma questo era inevitabile, non esisteva una persona sulla faccia della terra che non stesse sul cazzo a David. Una volta giunto a destinazione, si accorse che non c'era nessuno. Era dall'anno scorso che ogni volta che andava da qualche parte si trovava qualcuno davanti alle palle, invece, adesso, per una volta, era completamente solo. «FINALMENTE SIETE ANDATI A FARVI FOTTERE TUTTI!» E rise ancora, mentre la sua voce riecheggiava nello stadio vuoto. C'era una strana atmosfera, ma David era troppo occupato a delirare per accorgersene. D' un tratto sentì qualcosa arrivare alla sua destra, si girò e non appena si rese conto che l'oggetto che stava per colpirlo era un bolide, si gettò a terra per evitarlo. Non fu così facile. Quella palla del cazzo non la smetteva di seguirlo, e lui sapeva bene come funzionava essendo un battitore. Si rimise in piedi con un agilità impressionante grazie al suo essere un mannaro e, correndo a più non posso, cercò di mettere quanto più distanza possibile tra lui e quella fottuta sfera di ferro. «IMMOBILUS!» Riuscì a fermare quella palla di Satana e a distruggerla con un Reducto. Chi cazzo gli aveva lanciato un bolide? Non era solo? Si guardò attorno e, in lontananza, scorse un ragazzo dai capelli scuri. Strinse i pugni e avanzò verso di lui, pronto a uccidere di nuovo. Aveva perso il conto di quanti fossero morti per mano sua, ma non glene fotteva un cazzo, non quando gli piaceva ciò che stava facendo. «Sei stato tu ad attaccarmi? Adesso perché non muori, mmh?» La bestia voleva più sangue e non si sarebbe fermata fino a quando non li avrebbe ammazzati tutti, vicepreside compreso. Il prossimo era il corvonero là davanti. Peccato che non riuscì a colpirlo subito perché altri boldi lo avevano preso di mira, ma David era agile e riuscì, in qualche modo, a schivarli tutti. Purtroppo, però, uno gli si conficcò nella schiena. Barcollò e strinse i denti per urlare, non sarebbe di certo passato a miglior vita per una stupida palla di merda! Senza perdere altro tempo, puntò la bacchetta contro il suo avversario che, si accorse, essere a pochi passi da lui. Ghignò, non lo avrebbe mancato. «ORBIS!» E con quello non avrebbe avuto bisogno nemmeno della sepoltura.



    Dopo aver ucciso Halley ( RIP), vaga per i corridoi e fa altre vittime. Decide di andare al campo da Quidditch, qui evita un bolide e vede Alex, interagendo con lui e minacciandolo di morte. Evita altri boldi, viene colpito da uno ma comunque lancia l' incanto per uccidere il suo avversario. Precisamente un Orbis


    Quest Halloween vs Alex: 3
    • 1d10
      3
    • Inviato il
      14/11/2022, 20:22
      David_
     
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58 replies since 31/10/2022, 10:30   1848 views
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