Lezione di Cura delle Creature Magiche A.S. 2022/2023

ammessi studenti DAL 4° ANNO IN SU.

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    IV Anno


    – Ma… occhio e croce quelli sono I suoi primi cinque secondi …– Corresse il compagno. – Poi dipende anche da carattere a carattere. Non troppo distante da Ilvermorny per esempio ne abitava uno molto timido che evocava un temporale in cui nascondersi una volta si e l’altra pure. Ma in genere con il potere elettrico che liberano in cinque minuti possono friggerti manco fossi tu il pollo. – Non era per spaventare Loki, voleva solo essere il più sincero e schietto possibile. Era un pensiero terrificante, ma non per questo era saggio nascondergli il vero potenziale di quelle creature. Anzi tutte e tre le creature presenti quel giorno davanti a loro potevano massacrarli come niente. Due, per i suoi occhi che non avendo mai visto qualcuno morire non potevano percepire la presenza dei Threstral. Per lui c’era solo uno spazio vuoto alle spalle del prof con uno stand di carne essiccata come segnaposto.

    Il suo occhio cercò Reina e David all’affermazione di questi ultimi sull’odore delle bestie. Capiva l’antipatia che alcune persone potessero provare per gli animali, ma anche gli umani non erano messi tanto meglio se ci si pensava. Il sudore non era un gusto molto apprezzato e avrebbe voluto vedere loro vivere senza la comodità di una doccia in casa o anche solo della carta igienica. Alzò un sopracciglio alla loro uscita, uno che stava per “ma che davvero?” ma non servì aggiungere altro visto il modo in cui proprio il professore lì riportò in riga.

    Solo allora seguì lo sguardo in cagnesco di Loki puntato verso Halley. La guerra sembrava ancora una ferita aperta, profonda e forse pure piena di pus. Ecco quella era una roba schifosa che faceva passare in secondo piano l’odore degli animali. – Che culo – Si limitò sussurrare a Loki tagliando il discorso prima di dover intervenire a sedare una rissa magica. – Non avrei saputo come fare a toccare una creatura che non vedo. – Commentò virando completamente il discorso sui gruppi che il professore stava annunciando. Non sapeva nemmeno se Loki potesse vederli, ma viste le parole del professore un mezzo sospetto che il serpeverde avesse già visto morire qualcuno gli sovvenne. Che fosse proprio una delle vittime che lui stesso aveva dovuto prima derubare e poi uccidere?

    Fortuna nella sfiga perché lui dovette spostarsi nel gruppo ippogrifi, quello più lontano dai tuoni alati. Nel gruppo tra altri studenti inquadrò David, il bellimbusto che non riusciva a sostenere l’odore del letame, la caposcuola corvonero, Daphne e Hunter, questi ultimi che conosceva quasi solo di vista. – Non dovresti sottovalutare il letame David, è quello che fa crescere meglio il frumento per la burrobirra. Per non parlare che molte caramelle sono fatte di grasso di scarto di vari animali. – lo redarguì, più per cercare di fargli cambiare approccio alla materia che per punzecchiarlo come invece faceva il 90% degli studenti. Si approcciò a lui con quell’uscita solo perché era successo di averlo vicino mentre entrambi si approcciavano al proprio cavallo piumato.

    Quello davanti a Jayden sembrava un esemplare giovane con due grandi occhi curiosi che scrutavano tutti i ragazzi in fila, forse chiedendosi che strani animali fossero, o se sapeva cosa erano gli umani, chi sarebbe stato il suo nuovo padrone o cavaliere. Non poteva dirlo con certezza, ne era sicuro che fosse davvero un esemplare così giovane, ma il modo in cui girava la testa e la grandezza, quasi più assimilabile a quella di un pony che di un cavallo, portava a certe supposizioni.

    Si avvicinò a lui distaccandosi dagli studenti alle sue spalle, ma lasciando dieci buoni piedi di distanza dall’animale. Qui portò la gamba sinistra in avanti rispetto alla sorella e quindi stabilizzato scese in un inchino con tutto il petto, tranne per lo sguardo che cercava di essere puntato verso l’animale per accertarsi delle sue intenzioni. Questi sembrò scodinzolare allegro, quasi come un cane e subito replicò l’inchino alla sua maniera, quasi eccitato di avere qualcuno che gli si avvicinasse.
    Jayden sciolse l’inchino, così come l’animale e fece un altro passo verso la creatura, quindi un altro e un altro ancora allungando lentamente la mano destra verso il becco dell’animale cosicché il piccolo, era solo 1,70 m al garrese, potesse annusarlo. Il becco grigiastro sembrò freddo contro il palmo della mano, duro e liscio come una pietra, mentre le sue piume erano così morbide al tatto! Portò la mano più su passando per la guancia dell’animale quindi, evitando gli occhi, sulla fronte. – Professore mi scusi, ma quanto è coriacea la loro pelle? Nel senso se faccio così lo sente o va proprio battuto come per i cavalli no-mag? –

    -Parlato-Pensato-Parlato altrui-
    scheda | mailbox | memo

    Credits: Eltanin17


    Jayden Falkhart – IV Anno – Grifondoro
    Gruppo Ippogrifi

    Risponde a Loki, quindi si avventura nel gruppo assegnatogli. Qui trovandosi vicino a David interagisce con lui sperando di correggere la sua visione del mondo. Interagisce con il suo ippogrifo ponendo infine una domanda al prof.
     
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    Si voltò di scatto quando Halley le si avvicinò rivolgendole parola, troppo presa a pensare ai fatti suoi per prestare attenzione alle persone che entravano -A meno che il prof non decida di fare una grigliata, direi che possono stare tranquilli- a prescindere da quello che si diceva di lei in giro, gli animali non le dispiacevano, certo, non era in grado di occuparsene personalmente, ma le piacevano comunque più delle persone -E mi chiamo Reina- puntualizzò assottigliando lo sguardo rivolto alla Grifondoro. Solo una persona, prima di lei, l'aveva appellata con quel nomignolo assurdo e, cosa ancora più assurda, voleva che continuasse ad essere l'unica persona a chiamarla così. Rendersene conto era quasi come ricevere una doccia fredda ma, per fortuna, essere a lezione era una bella distrazione per non pensare a queste cose. Era una cosa di Hardice.
    Strizzò l'occhio a David quando le dette ragione, qualcuno che se non altro aveva le palle di ammetterlo ad alta voce c'era ma, quel bacchettone del professore sembrava non apprezzare un po' di sana verità. Ma che si aspettava? Non tutti avevano la fortuna di farsi portare da mammina e papino a comprare i libri scolastici quando volevano, per poi passarci l'estate sopra così da arrivare a lezione belli preparati e con la lingua umida al punto giusto per leccare il culo a tutti gli insegnanti. Lei aveva potuto lasciare l'istituto solo il giorno prima della partenza e, una volta acquistato il materiale, aveva passato la serata in camera di Seàn Hardice, decisamente meglio che stare sui libri a leggere di cavalli con le piume. Fantastico, aveva già pensato a lui due volte in meno di dieci minuti. Sembrava che ormai ogni scusa era buona per riportare la mente a quei, seppur pochi, momenti passati con lui. Per dirla tutta, ormai non riusciva più a guardare una rana senza sentirsi disgustata e allo stesso tempo eccitata. Un inferno. Qualcuno avrebbe potuto dire che la situazione non avrebbe potuto che migliorare, e invece no! Perché quando una cosa può andare storta stai pur tranquilla che ci andrà, la vita ti vomiterà in faccia tutte le sue porcherie, ad esempio facendoti capitare in gruppo con la White, che la stava anche fissando, magari voleva una foto, quella bocca larga di Halley e quel disagiato di Norman. Ma che bella lezione. Se non altro era capitata con i cavalli carini.
    Ghignò quando il prof corresse il Serpeverde nel suo gruppo, sarebbe stata proprio utile la sua esperienza in merito, come detto dall'insegnante. Ottima partenza e ottima scelta, erano in ottime mani. Per fortuna era in grado di vedere quelle creature da sola, non aveva bisogno che il ragazzo con la faccia da prete francescano le desse una mano. Le dispiacque solo che, a causa delle parole del professore, si illudesse di essere vagamente importante. Era ad un piccolo passo dal ridere della situazione, quando la Wheeler la fermò rivolgendosi nuovamente a lei
    -Non fare la palla al piede, Halley- si voltò per raggiungere gli stick di carne essiccata quando, la morettina, parlò di ricompensa o, come Reina preferiva chiamarla, disse la parolina magica
    -Ok, Wheeler- cominciò facendole cenno di raggiungerla e darsi una mossa -Ma se si incazzano ti userò come scudo umano- e tanti cari saluti. Era comunque una forma di collaborazione, e poi era nell'indole dei Grifonschifi sacrificarsi per gli altri, no?
    Arrivò ai bastoncini e, dopo averne preso uno, se lo rigirò tra le mani. Uno spuntino pratico. Ne ruppe un pezzetto all'estremità e se lo portò alla bocca, alla fine era carne!
    -Sa di bacon- si limitò a commentare prima di spostare l'attenzione sulla mora che aveva chiesto il suo aiuto.
    “Sto andando dalla parte giusta?” le chiese dopo aver preso a sua volta un pezzetto di carne
    -Non so Wheeler, fossi in te entrerei prima nel recinto, e poi mi metterei a cercarli- sorrise mentre l'altra si preoccupava per la sua incolumità, se si fidava così poco delle sue capacità avrebbe potuto unirsi allo gnomo da giardino che si stava occupando della White.
    -Rilassati, o farai agitare anche 'ste bestie- entrò nel recinto seguendo la Grifoncina e prese il suo tempo per osservare gli animali. Esili e ossuti da apparire quasi fragili, con un sacco di storie sul loro conto, credenze e superstizioni. Visti male a causa di qualcosa che non dipendeva nemmeno da loro. Temuti in un certo senso ed evitati per essere “poco convenzionali”. Era bastato poco perché i Thestral entrassero nelle sue simpatie. Inclinò leggermente la testa da un lato continuando ad osservare le creature mentre, in sottofondo, sentiva la voce di Halley parlare di Thestral come fossero dei bambini, povera pazza. Rimase calma ad osservare un esemplare non lontano da lei che sollevava il muso come ad annusare l'aria. Probabilmente aveva sentito l'odore di carne che, Reina, continuava a mangiucchiare distratta. Si voltò nuovamente verso la mora che sembrava sul serio una pazza mentre sventolava quel pezzo di carne
    -Fermati che sembri posseduta!- le mise una mano sulla spalla per fermare la sua avanzata e, dopo averla voltata appena alla sua sinistra, le diede altre indicazioni -Ne hai uno davanti a te, credo stia valutando se mangiare la carne essiccata o il tuo braccio- scherzò ma nemmeno troppo. Chissà cosa avrebbero fatto quegli animali se lasciati senza cibo per giorni. Magari a quel punto anche l'odore di ciccetta umana sarebbe risultata appetitosa
    -Un altro paio di passi e poi puoi provare a lanciarla, ma piano!- stava ancora controllando che la ragazza non combinasse troppi casini quando sentì qualcosa urtarle il gomito del braccio piagato che stava ancora tenendo il pezzetto di carne mangiucchiata. Si voltò e, con sorpresa, notò l'animale che solo pochi attimi prima stava guardando e che, a quanto pare, si era avvicinato affamato
    -Non saprei, Wheeler. Può essere considerato sfruttamento il fatto che noi poveri minorenni veniamo usati per sfamare gli animali?- guardò il Thestral e poi la striscetta di carne, indecisa se dargliela o meno. Era buona! E non aveva fatto una grande colazione quella mattina! Sembrava che, essendosi fatta i fatti suoi senza infastidire nessuno, il Thestral si fosse sentito abbastanza tranquillo da avvicinarsi da solo, come succedeva con i gatti. Sembrava proprio che, pur essendo state lasciate sole, al proprio destino, non se la stessero cavando poi troppo male. Il fatto che quei simpatici cavallini fossero pacifici e non inclini alla violenza aiutava a non aver bisogno di un supervisore, nemmeno di uno con esperienza, uno talmente sveglio da lanciare carne a caso in un recinto di creature che mangiano carne. Lo stick lanciato da Norman cadde proprio al suo fianco, lo avrebbe volentieri preso e rilanciato sulla sua faccia ma, dopo aver guardato dall'alto in basso il povero aiutante di Babbo Natale, pensò che non ne valesse proprio la pena. Anzi, forse le aveva pure fatto un favore visto che ora il Thestral aveva smesso di interessarsi alla sua carne puntando a quella a terra
    -Ci sei Halley, lancia quella cosa, è più o meno ad un metro da te- si rivolse nuovamente alla pseudo compagna mentre, approfittando della distrazione dell'animale preso a mangiare, passò la mano libera sul collo dello stesso. Tutto bene quel che finisce bene. (Ops)


    Reina Scott, Serpeverde, IV anno
    Gruppo Thestral
    Citati Rose e Norman. Interagito direttamente con Halley aiutandola a modo suo a trovare una bestiola. Toccato il Thestral dopo che Norman ha gentilmente lanciato la carne dalle sue parti distraendone uno.
     
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    Grifondoro
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    Si pentiva amaramente. In quel momento più che mai. In mille le avevano suggerito di praticare della meditazione, così da poter reprimere i suoi repentini sbalzi umorali provocati da agenti esterni fastidiosi. Se, poi, al tutto, ci si aggiungeva quel contorno di emicrania che da giorni non la faceva addormentare a orari leciti, beh, la situazione prendeva una piega davvero al limite con la tragedia. Quella mattina avrebbe fatto meglio a darsi malata, così da poter evitare incontri che le avrebbero rovinato non solo la giornata ma, probabilmente l’intero anno. Aveva iniziato con tanti buoni propositi, andati a puttane subito dopo aver rivisto alcune facce di cui avrebbe fatto, senza dubbio, a meno. Beh, Loki era uno degli individui sulla sua black list e non avrebbe perso l’occasione per farglielo pesare. Aveva rivolto la domanda senza pensarci troppo sopra e, soprattutto, senza dare peso alla persona che aveva davanti suo malgrado.
    Già. Un errore che le costò un forte urto al sistema nervoso e, di conseguenza, dovette fare ricorso a tutto il suo auto controllo per non aggredire colui che aveva osato trattarla come una povera stronza. “Avrai, forse, esperienza con i Thestral, mio caro, ma per quanto riguarda le buone maniere non abbiamo ancora neanche sbloccato il livello cavernicolo.” Era già la seconda volta in due anni che si rivolgeva alla sua persona in quel modo volgare e bellicoso ed, Halley, iniziava ad averne abbastanza di quell’atteggiamento da represso cronico. Alla prossima non sarebbe stato così fortunato. “A nessuno interessano le tue patetiche storielle da quattro soldi, Norman. Rilassati.” Invadere la sua privacy? Mai e poi mai. Tutte stronzate. Non era lì per battibeccare con quello che neanche aveva un posto nella sua mente, se non per farla incazzare saltuariamente. Doveva concentrarsi ed affidarsi alla compagna per raggiungere il suo obiettivo finale, senza ricevere ferite potenzialmente mortali. Si voltò dall’altra parte, lasciandolo nel suo commovente brodino. Chissà se riusciva a darla a bere a qualcuno con quella faccetta da angelo caduto in disgrazia. Ahhhh. Non era un problema suo. Ci diede un taglio e andò oltre.

    “Scusami tanto, Reina!” L’apostrofò con tono cantilenante. Quante storie per un nomignolo carino. Pffff. Si fece coraggio, perché per affidarsi a lei, doveva averne accumulato molto e si portò all’interno del recinto dove, anche se invisibili, si trovavano quegli allegri cavallini. “Come siamo melodrammatici. Hai aperto un libro quest’estate? Non ci attaccheranno, a meno che non facciamo qualche cazzata e io non ne ho nessuna intenzione.” Ok, dovevano sembrare davvero due pazze idiote ma, in quel frangente, le era sembrata davvero un’ottima idea quella del navigatore. Meglio che viaggiare con le mani in avanti, fino a quando qualche cosa fosse comparso, insomma. Ebete sì, ma fino a un certo punto. Diede un rapido sguardo verso Rose e, come lei, faticava a trovare la bestiola. Insomma, mal comune mezzo gaudio, come si diceva. Non cambiava le cose. La sola idea di prendere un voto scarso in quella materia, le metteva i brividi anche perché non sapeva, poi, come annunciarlo a suo padre. Gli sarebbe preso un infarto, senza dubbio in tal caso. No. Impegno, ragazza! Si motivava così, un po’ malamente, come le veniva. Avanzò e, finalmente, Reina, le annunciò di essere quasi vicina a quella che era la sua preda (?).
    “E, comunque, io non sono minorenne! Credo che sia sfruttamento, come confinare quei poveri elfi domestici nelle cucine, anche se, diciamola tutta, il cibo è squisito!” Per essere precise.
    Di lì a poco avrebbe dovuto prepararsi al lancio. “Ok ok. Faccio come dici.” Non che la sua forza le permettesse chissà quale tipo di lancio. Ed oppllllà. Lanciò lo stick di carne essiccata a un metri da lei –centimetro più, centimetro meno- e quando fu certa che il Thestral avesse abboccato (?) allungò la pallida manina nella sua direzione per tentare di avere un contatto. Ed eccolo lì. Poteva sentire il suo manto di velluto. “Da bravo. Va tutto bene!” Una volta giunti fin lì, che avrebbero dovuto fare? “Grazie, Scott. Sono in debito con te!” Disse, regalandole un ampio sorriso. Nel frattempo, fugacemente, cercò di capire cosa stesse succedendo, intorno a lei, agli altri studenti alle prese con creature differenti. Curiosa ma sempre concentrata sugli ordini che, di lì a poco, sarebbero giunti dal simpatico professore. Sarebbe bastato attendere.


    Halley Wheeler, Grifondoro, IV anno.
    GRUPPO THESTRAL.
    Interagito con Loki, sorry ma è un riccio nelle mutande per lei u_u
    Interagito con Reina, seguito le sue direttive (?) e, finalmente, toccato il manto del Thestral.
     
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    Serpeverde
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    Axel
    Dimenticata, lei, figuriamoci. Come se fosse possibile per una come Skylee dimenticare qualcosa. Era in grado di ricordare anche la virgola quella dannata ragazza ed Axel lo aveva imparato con il tempo a sue fottutissime spese. Il bulgaro lesse la bugia bianca nel suo sguardo ma, rispetto al solito, non fu in grado di replicare. Fosse stato un altro momento l’avrebbe ripresa per avergli mentito così apertamente soprattutto dopo la discussione riguardo la sincerità che avevano avuto al loro arrivo in Alaska, ma era da un po’, ormai, che loro due non erano più gli stessi. Non da quando era successo ciò che era successo. Gravitavano l’uno nella sfera dell’altra, e viceversa, in punta di piedi. Ognuno perdonando all’altra parte cose che, in una situazione normale, non sarebbero passate in secondo piano. La mandibola del bulgaro fece uno scatto laterale, palesando comunque il fastidio, ma optò per cambiare radicalmente discorso concentrandosi su ciò che sarebbero andati ad affrontare quella mattina: cura delle creature magiche. Una materia un po’ strana per lui e di cui non aveva ancora fatto l’abitudine. Lì ad Hogwarts studiavano gli animali in sé e per sé: di cosa si nutrivano, come prendersene cura, gli venivano persino insegnate alcune tecniche di primo soccorso per una creatura in difficoltà. Strano, a suo dire, persino insensato per certi versi e per come gli era stato inculcato dalla scuola del nord. Cos’erano dei piccoli guardiacaccia del magizoo? Proprio non riusciva a capire l’approccio tollerante di quella scuola ed era proprio in materie come questa che Durmstrang, vinceva a mani basse. Lì, l’equivalente della materia si chiamava “uso” e non “cura” e questo già la diceva lunga su dove fosse indirizzato l’insegnamento. Poco importava, insomma, del benessere della creatura e certamente al mannaro nella sua vita era più servito lo sfruttamento delle creature stesse, il metodo per catturarle più che fargli i grattini dietro l’orecchio come gli stava chiedendo O’Neill.
    «Si chiama cheesecake, ha un carattere difficile, ma è sicuramente il mio preferito», un sorrisetto sornione fece capolino sul suo viso mentre gongolava a quell’affermazione contrariamente mal riuscita rispetto alle reali intenzioni della Corvonero d’indispettirlo. «Il tuo preferito, mh?! Farò finta di essermela presa», replicò scoccandole una leggera pacca sul sedere che di sicuro l’avrebbe fatta impazzire. Skylee aveva sempre odiato quando pubblicamente, con il rischio che qualcuno potesse sorprenderli, aveva allungato giocosamente le mani su di lei ma adesso la questione non era più segreta. Non dopo quel bacio al ballo. Come gli aveva ricordato nuovamente Reina che proprio in quel momento, tra l’altro, sfilava innanzi a loro scoccando al Dragonov un’occhiata carica di significato. «Scott», la salutò cantilenando sulla stessa scia mentre la squadrava sfilare verso le retrovie. Quanto gli sarebbe piaciuto filare anche lui al di fuori dei riflettori al posto di stare lì, in pieno mirino di quell’idiota – che si credeva anche simpatico – di O’Neill. «Hei, qui va bene», la tranquillizzò con decisione. Mentendo anche lui su ciò che erano i suoi reali desideri. «In fondo mi perderei tutte le battute del mitico e... sia mai!» Concluse abbassando il tono e indicandole con un colpo del capo la figura dell’insegnante intento a sfoggiare un’altra freddura delle sue. Si rendeva conto di ridere solo lui? Patetico. Sbuffò piano ancora una volta.
    «Professore.» I peli del corpo gli si rizzarono lungo la schiena ancor prima che David palesasse la sua presenza. Axel s’irrigidì mentre un basso ringhio gli gonfiava il petto. Un lupo riconosceva un altro lupo trasformato, la tensione tra i due predatori era palpabile. Avvicinò maggiormente Skylee a sé mentre si spostava istintivamente a farle da scudo contro l’altro mannaro. Non che David avesse potuto farle dell’altro e sicuramente non in quella situazione ma l’istinto del lupo si azionò prima della ragione stessa. Harris doveva viaggiare anni luce dalla Corvonero così come quell’idiota della sua amica. Ciò che era successo era stato unicamente a causa loro ed Axel non avrebbe più permesso a nessuno dei due di avvicinarsi in sua presenza. Non gliene fregava un cazzo. «Lavoriamo insieme, okay?» Bisbigliò all’orecchio della Corvonero ed il suo non era un invito quanto più un ordine nel vero senso della parola. «Non me ne frega di ciò che dice lui, ti voglio lontana da Harris», replicò alle lievi proteste di lei chiarendo maggiormente la sua posizione. Ma per uno scherzo del destino o semplicemente per logica di divisione il docente non sembrò essere dello stesso parere dividendo la classe e sorteggiando gli studenti che avrebbero dovuto avere a che fare con cosa. Il recinto del tuono alato poi, era distante rispetto a quello degli ippogrifi dove avrebbe dovuto lavorare Skylee. Strinse i pugni affondandoli nelle tasche mentre il nervoso e la collera cominciavano a montargli dentro. Avrebbe voluto replicare, rifiutarsi, ma la stretta delle dita fredde di Sky, del suo sorriso tranquillizzante e di quella vena di colpa che leggeva nei suoi occhi lo fecero fastidiosamente demordere. Porca di una troia, dovette cedere alla fine. «Stai attenta, okay? E stagli lontana», un nuovo ordine camuffato da gentilezza, o il contrario? Lasciò andare la Corvonero e s’incamminò verso il recinto della creatura dedicata al suo anno di corso, ma prima di farlo intercettò David e nel farlo urtò con una certa violenza la sua spalla. Fosse stato un umano normale con quell’impatto il ragazzo sarebbe finito con la spalla lussata al suolo, urlante di dolore ma adesso il Serpeverde era un lupo, un neo-lupo, avrebbe stretto i denti ma avrebbe retto benissimo lo scontro. «Stalle alla larga Harris o ti ammazzo questa volta», sibilò fissando i suoi ardenti occhi smeraldini in quelli scuri dell’ex compagno di stanza. Non stava scherzando e David lo sapeva più che bene. Ci aveva provato quell’estate e poteva ringraziare le ragazze se era ancora vivo.
    Tremante di collera si apprestò a mettersi in fila dietro la coda del sesto anno mentre con lo sguardo non smetteva di puntare al recinto degli ippogrifi e fu con questo mood, assolutamente all’opposto di quello che aveva spiegato il docente, che entrò nel recinto. Ci vuole calma, aveva detto O’Neill, sia interiore che esteriore. Axel non era calmo, non era calmo per un cazzo. L’animale era simile, per certi versi, ad un ippogrifo tranne che per il corpo molto più simile a quello di un’aquila ma allungato. Aveva tre paia d’ali e solo una coppia di zampe “posteriori” sulla quale poggiava mantenendosi in equilibrio grazie alla lunga coda srotolata sul terreno. L’animale osservava il lupo con le ali chiuse, gli occhi ambrati fissi in quelli del bulgaro e passarono lunghi attimi di silenzio dove i due non mossero un millimetro. Fu Axel a rompere quell’impasse muovendo guardingo un passo in avanti, i palmi ben visibili alla bestia ma quando i metri di distanza si accorciarono a tre la bestia emise un verso di dissenso facendo il movimento di distendere le ali. «Andiamo amico», Axel s’arrestò alzando più in alto i palmi e poi con un movimento veloce fece scivolare la bacchetta nella mano. Il rischio d’essere fulminato era alto ma non glielo avrebbe permesso gratuitamente; ciò indispose ulteriormente l’animale che si sollevò sulle zampe posteriori minacciando d’allargare le ali ma non ancora aprendole del tutto. Axel sapeva cosa sarebbe successo se le avesse aperte: una tempesta si sarebbe abbattuta su di lui e nel momento in cui la creatura le avesse fatte scuotere fino a toccarsi, allora, una scarica elettrica dal cielo gli sarebbe piovuta addosso riducendolo in polvere, o forse no, era pur sempre un lupo mannaro. Forse lo avrebbe tramortito, l’unica sicurezza era che non ne sarebbe uscito indenne con solo un taglietto sulla guancia. Calma e sangue freddo. Azzardò un altro passo senza smettere di fissare negli occhi l’animale che di rimando lo fissava anch’esso guardingo, le ali che fremevano. «Andiamo...» Borbottò avvicinandosi e allungando la mano in sua direzione. Il Tuono Alato emise un verso stridulo ma allo stesso tempo basso, d’avvertimento e quando il mannaro fu a portata quest’ultimo scatto cercando di beccarlo o meglio dire strappargli una mano. Axel saltò indietro giusto in tempo mentre nella sua mente affibbiava alla creatura diversi epiteti irripetibili. Stupido pennuto di merda, il più gentile, ma forse proprio quello che fece scattare una molla nella bestia che si sistemò lentamente sulle zampe muovendo dolcemente le paia d’ali principali, le più grandi, che cominciarono a generare una piccola ventata e a scurire il cielo sopra i recinti.

    Axel Dragonov, VI anno, Serpeverde ~ Tuono Alato

    Interagito principalmente con Skylee, salutato Reina
    Citata Rose. Minacciato di morte David 🖤

    Si appresta a farsi fulminare dal tuono alato, aiut

    P.S. sta arrivando il temporale, fine della siccità (?!)
     
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    Corvonero
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    - Esatto - annuisco alla serpeverde con naturalezza, come se non avessi appena fatto un'apparizione improvvisa nè tantomeno un'osservazione a gamba tesa - è proprio quello il problema. Per alcuni potrebbe essere una lezione un po' scomoda - fino a che punto era moralmente corretto porre davanti alla morte chi magari avrebbe preferito evitarselo? Era affascinante cercare di capire dove finiva l'intenzione di un professore di svolgere una normale lezione ed iniziava il gesto "privo di sensibilità". Comunque la cosa non mi riguardava personalmente, alla fine io avevo visto la morte solo dopo aver svolto il suo compito: aver visto il corpo esanime di tuo padre, per i thestral non conta come aver visto qualcuno morire.
    Chissà se invece lei... non importa.
    Ricambio quell'accenno di sorriso e ormai accolgo il suo gesto neanche fosse la cosa più normale del mondo salutarsi tirandosi i capelli. Mi stranizza un po' la rapidità con cui mi sia abituato al suo singolare saluto, voglio dire, non mi era mai successo. Comunque il momento mi richiede che debba porre all'attenzione su una cosa per volta, per cui mi vedo costretto a distogliere lo sguardo dalla serpeverde per tornare a focalizzarmi su quanto detto dal professore. Sono tutte nozioni di base, cose che ho già potuto leggere durante il periodo estivo, ma il lavoro sul campo con dei cavalli alati, piumati, artigliati e dotati di becco perforante è una cosa a parte. Ed è proprio con loro che dovrò avere a che fare a quanto pare, provando anche un po' di masochistica invidia verso chi invece approccerà il tuono alato. Caso vuole che io e la bionda sembriamo andare proprio nella stessa direzione - dopo di lei - le faccio cenno di precedermi, tutto sommato con tono e fare rilassato. Strano come tornare al castello, improvvisamente, sembri qualcosa di positivo una volta tanto.
    La regola base in questo caso è essere educati: saluto, inchino e poi se l'ippogrifo è consenziente si tenta un avvicinamento. Facci un cenno di saluto all'altro membro della "combriccola dell'ippogrifo" che vagamente conosco, la mia concasata nonchè caposcuola Métis. Gli altri sono tuti dei visi confusi, già visti, ma confusi. La memoria questa estate ha fatto più cilecca del solito andando ad intaccare anche quella di mia sorella, proprio come aveva suggerito Blackwood. Io a questo punto faccio due più due, includendo la questione mentalismo tra le cose che mi danno ai nervi, non che mi dispiaccia possedere un'abilità simile, è solo una noia fin quando non sarò capace di gestirlo.
    Mi avvicino ai cinque esemplari restando in posizione di osservazione, mi guardo intorno e adocchio la carne essiccata ufficialmente destinata ai Thestral - gli ippogrifi sono carnivori - farfuglio cose riflettendo fra me e me - può sempre tornare utile - al mio cane do del cibo quando porta a compimento un comando. Stiamo già invadendo il loro spazio, ricompensarli per la loro brava condotta non dovrebbe essere una cattiva idea. Allora compio un paio di passi cauti in direzione del bancone, prendo un tocchetto di carne e stringendolo tra le mani porto le braccia dietro la schiena per evitare che invece diventi oggetto di distrazione di qualche ippogrifo affamato. Non dovrebbe succedere, sono pur sempre animali.
    Lascio procedere chi si sente più convinto ad approcciare l'animale per primo. Guardo tutto in silenzio affascinato dal momento cavalleresco prima di decidermi a mia volta ad avvicinarmi con cautela, conscio di quanto possano essere suscettibili gli ippogrifi. Mi stacco dal fianco di Daphne accennando ad una battuta - se dovesse staccarmi un bracci, recuperalo per favore - non pensavo davvero che quello sarebbe stato il mio destino, eppure lo scalpitare dello zoccolo della creatura contro il terreno, mi suggerisci di rallentare maggiormente il mio avvicinamento. A quelli che saranno circa tre metri di distanza - distanza di sicurezza - procedo ad abbassarmi in un inchino tenendo sempre la carne lontano dalla sua vista. Lui mi guarda un attimo, apparentemente poco convinto... inclina il capo a destra, a sinistra... poi forse solo per le norme dettate dalla sua natura, finalmente, si inchina a sua volta. Lo step uno è stato portato a compimento e quindi procedo nell'avvicinarmi di un altro paio di passi lenti e a sganciare il suo premio: lancio la carne che viene immediatamente localizzata dall'ippogrifo, agganciata, e sbranata con un'apertura di becco. Ora il suo sguardo è decisamente più vispo, aperto, vivace nel complesso. Gli lascio un po' di tempo con il suo "premio", poi avanzo ancora e la stessa cosa fa lui facendomi sospettare che questo non significhi nulla di buono ma, tuttavia, si ferma e mi lascia con la mano protesa in sua direzione a poca distanza dal suo viso. Contro ogni previsione la distanza l'annulla in maniera piuttosto brusca: da con il becco uno spintone alla mia mano sicuramente alla ricerca di altro cibo - non vorrei deluderti... - e invece mi sa che l'ho proprio deluso, ma almeno ho ancora tutte e due le mani - professore, quanto tempo ci vuole perchè ti permettano di salirgli in groppa? - intanto continuo a cercare di familiarizzare con l'esemplare, ancora alla ricerca di cibo che non ho. Dai, forse stiamo diventando amici.

    GRUPPO IPPOGRIFI
    Hunter Moore, V anno, corvonero.
    Interagito direttamente con Daphne e accennato un saluto a Skylee. Nominato Jayden.
    Ha preso un pezzo di carne pensando che un "premietto" potesse far piacere all'ippogrifo, sapendo che sono carnivori. Ha tentato un avvicinamento con l'ippogrifo inizialmente irritato e gli ha lanciato la carne. L'ippogrifo si è avvicinato e ha allungato il becco verso Hunter toccandolo, adesso sta cercando altra carne. Rivolto una domanda all'insegnante.




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    Roteò gli occhi nel sentire il commento sarcastico del docente, come se lui e la Scott avessero detto chissà quale stronzata. Gli animali puzzano, fine della questione. Si vede che era talmente abituato a stare in mezzo alla merda degli animali che non ci faceva nemmeno più caso, mentre lui il fetore lo sentiva eccome a causa del super olfatto che si ritrovava. Sentì il ringhio minaccioso di quello che un tempo era stato il suo compagno di stanza, ma che cazzo voleva? Ah sì, doveva proteggere la sua puttana. Gli lanciò un'occhiata colma di disgusto, sentiva le unghia tirare e l'istinto di spaccargli la faccia per tutto quello che gli aveva fatto era forte, ma cercò di controllarsi come meglio poteva, non voleva sentire di nuovo quel dolore lancinante e nemmeno far scoprire a mezza scuola di essere un mannaro e, soprattutto, non voleva avere niente a che fare con nessuno dei due, mai più. Non aveva mai sopportato l' O'Neil, era una faccia da culo al pari di Blackwood e l'odio nei suoi confronti non fece altro che aumentare quando lo mise nello stesso gruppo della Métis, ma che si era bevuto il cervello? Serrò la mascella pensando a ciò che era successo in estate, a com'era stato ridotto per qualcosa che nemmeno ricordava di aver fatto perché, se fosse stato cosciente, avrebbe cercato di evitarlo con tutte le sue forze. Quel potere era per pochi, così gli era stato insegnato, e quella bionda ossigenata non lo meritava. Prima di recarsi al recinto degli Ippogrifi, le schifose bestie con cui avrebbe lavorato quel giorno, si voltò per vedere che fine aveva fatto il coniglio. Quando i loro sguardi si incrociarono, David stava per farle l'occhiolino, ma Rose gli diede le spalle e andò via. Che le era preso adesso? Era in quella fase del mese? Fanculo. Che facesse il cazzo che voleva, non le aveva fatto nulla ed era anche stata l' unica persona che aveva salutato. Non gli andava di stare dietro ai suoi sbalzi d'umore, già aveva i suoi a cui pensare. Non ebbe neanche il tempo di fare due passi che qualcuno gli urtò con forza la spalla, facendolo barcollare. Portò una gamba all' indietro per non cadere e poi girò di scatto la testa guardando diritto negli occhi quello stronzo di Axel Dragnov che, per l'ennesima volta, gli aveva fatto sentire dolore. La bestia dentro di lui lo incitava ad ucciderlo, a fargli capire che non poteva e non doveva prendersi certe libertà con lui, ne aveva le palle piene del suo atteggiamento del cazzo. «Le tue minacce sai dove te le puoi ficcare? Su per il culo.» Il tono di voce basso e profondo non prometteva nulla di buono. Sentiva le unghia tirare e i canini affilarsi, era a un passo dall'esplodere. «Te lo ripeto per l' ultima volta quindi apri bene le orecchie. Non me ne fotte un cazzo della tua ragazza.»Lo fissò per qualche altro istante, prima di voltarsi e andare via. Già doveva sopportarlo agli allenamenti, che girasse a largo almeno a lezione. Prese aria, da quando si era trasformato era diventato ancor più diffcile controllare la rabbia, era sempre scazzato e bastava un niente per farlo scattare. Già prima era una bomba ad orologeria, ma adesso era anche peggio.
    Camminava con le mani in tasca verso quel dannato recinto, non gli andava proprio di inchinarsi di fronte a quella nullità. Gli altri avevano preso un pezzo di carne essiccato, David non si scomodò, non aveva senso premiare quella specie di uccello sformato solo perché si era fatto accarezzare. Era una stronzata, proprio come quella che aveva appena detto il prefetto dei Grifondoro. «Fantaghirò, qualcuno ha chiesto il tuo parere? » Non sapeva se avesse colto il riferimento e nemmeno gli importava, già si era dovuto subire Dragonov in versione cavaliere errante per la sua dama e di certo non gli serviva una spiegazione sull' utilizzo del letame. «E poi chi ha detto che è la loro merda a puzzare?» Lui e la Scott si riferivano agli animali in sé, non ai loro escrementi. Avrebbe fatto meglio a stare zitto. Continuò per la sua strada, evitando qualsiasi contatto con la corvonero dato che, ogni volta che interagivano, finivano sempre col litigare e adesso era l'ultima cosa che gli serviva. Non era passata neanche mezz'ora da quando era inziata la lezione e già aveva rischiato di dare di matto. «Andersen hai un bel culo, ma levati dalle palle.» La sorpassò in due falcate arrivando a destinazione. Si avvicinò a un Ippogrifo a caso, l'animale si accorse subito della sua presenza e lo guardò con fare minaccioso. Tra di loro c'era una distanza di quattro metri, ma quella specie di mezza aquila lo sovrastava con la sua presenza. Gli artigli affilati delle zampe anteriori erano pericolosi, ma David trovava quella creatura strana più che spaventosa. Che era un uccello o un cavallo? Incorciò le braccia, non aveva intenzione di inchinarsi di fronte a quella creature che se ne stava lì a fissarlo con il petto in fuori. Il professore aveva detto che erano creature orgogliose beh, anche lui lo era. «Che vuoi?» Fece qualche passo avanti. L'Ippogrifo iniziò ad agitarsi, muovendo le zampe ed emettendo un verso strano. David si fermò, una ferita inferta da quel coso non sarebbe stata poi così grave, avrebbe fatto male sì, ma sarebbe guarito in poco tempo. Tuttavia, decise altrimenti, indietreggiando e facendo una lieve riverenza. Quello era il massimo che avrebbe ottenuto da lui. Per la mezz'aquila non fu sufficiente e, infatti, non ricambiò l'inchino. David sbuffò, che stupido animale!



    David Harris, V anno, Serpeverde

    Cita Rose, sta per andare al recinto ma si scontra con Axel, interagisce con lui, poi risponde a jayden poco carinamente poi, prima di andare dall'Ippogrifo interagisce con Daphne. Una volta giunto di fronte all'animale, si squadrano e dopo un primo approccio diretto fa una mezza riverenza ma l'animale non risponde all' inchino.
     
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    «Probabile, ma è meglio non vederli.»Si voltò a guardare i Therstal, tra loro c'era un cucciolo impaurito nascosto tra le gambe della madre che, di tanto in tanto, si sporgeva in avanti per osservare quelle che, ai suoi occhi, dovevano essere delle strane creature. Il loro aspetto incuteva timore, ma in realtà erano animali docili e tranquilli, se non provocati ovviamente. Riflettendoci, lavorare con loro sarebbe stato più facile che con gli Ippogrifi visto la loro imprevedibilità. Tuttavia Daphne non voleva assolutamente capitare con quegli scheletri neri dalle ali da pipistrello perché c'era il rischio che gli altri si accorgessero che era in grado di vederli e, onestamente, il fatto di aver avuto a che fare, in qualche modo, con la morte era qualcosa che voleva tenere per sé. Dopo aver salutato Hunter tirandogli un riccio, si chiese se avrebbe fatto lo stesso con un altro o se era un gesto riservato esclusivamente a lui. Si comportava in modo strano, prima decideva di mettere le distanze, come faceva con tutti, e poi, puntualmente, si avvicinava e lo toccava, proprio com'era successo alla Guferia. Devo darmi una regolata. Riportò la sua attenzione sul professore che dopo aver spiegato il comportamento dei tre in animali in modo generale, li divise in gruppi. Tirò un sospirò di sollievo, le era toccato l' Ippogrifo ed era anche insieme a persone che conosceva, l' unica pecca era David, ma l'avrebbe ignorato. Stava per incamminarsi verso il recinto quando si accorse che Hunter si era fatto da parte per farla passare, al che fece una breve reverenza e gli tenne il gioco «Mio cavaliere.» Almeno aveva fatto pratica con l'inchino. Durante il tragitto ne approfittò per scambiare due chiacchiere con Skylee, tra i vari impegni e le lezioni non aveva avuto tempo di chiederle come stesse anche se, guardandola meglio, decise di evitare, non sembrava particolarmente in forma. «Vedo che sei una Caposcuola adesso, ben fatto!»Era scontato che lo diventasse. Quella carica era un ottima referenza da mettere nel curriculum. «Peccato che non siamo più assistenti di pozioni, i nostri esperimenti dovranno attendere.»Si era divertita un sacco a fare la pozionista insieme alla corvonero, era un tipo a cui piaceva sperimentare e, a differenza di come la vedevano gli altri, non era così rigida come voleva far credere, almeno con lei non lo era stata, avevano persino infranto le regole. Un commento fastidioso la fece girare di scatto, guardò quell'idiota di David Harris al pari di un inutile insetto e sperò che la terra lo inghiottisse, non sarebbe mancato a nessuno. Neanche gli rispose, non ne valeva la pena.
    Alla sua destra c'era un banchetto ricolmo di stick di carne essicata, era un po' indecisa sul da farsi, non sapeva se gli conveniva dare del cibo a un animale con cui non aveva chissà quale confidenza, figuriamoci poi con delle creature orgogliose e fiere come gli Ippogrifi. Dopo averci rimuginato su un altro po' decise di prenderne uno, ma avrebbe agito con prudenza, non lo avrebbe tenuto su di sé mentre si avvicinava alla creatura, solo se quest'ultima si fosse mostrata disponibile glielo avrebbe dato, prima era importante stabilire una connessione. «Sta attento piuttosto.» Non le avrebbe fatto piacere vederlo senza un braccio. Alla sua sinistra c'era un Ippogrifo libero, si diresse lentamente verso di lui, non senza prima aver posato il pezzo di carne che aveva preso a terra, a circa sette metri di distanza mentre lei ne mantenne tre. L'ibrido si ergeva fiero e la scrutava con i suoi occhi grandi arancioni che erano simili a quelli di un'aquila, come tutta la testa d'altronde. Spettava a lei la prima mossa. Senza distogliere lo sguardo, mise il piede destro dietro al sinistro, piegò le ginocchia verso l'esterno tenendo diritta la schiena, e abbassò leggermente il capo, in segno di rispetto per chi aveva davanti. L'Ippogrifo osservò ogni suo movimento e, dopo qualche istante, la imitò. Daphne tornò con grazia alla sua posizione originale, sorridendo a quello che sperò essere un nuovo amico. Le lezioni di bon tone erano servite a qualcosa. Fece due passi in avanti, ma l'animale colmò velocemente la distanza che li separava e prese ad annusarla. Gli accarezzò il collo, non era soffice ma nemmeno duro al tatto, quindi continuò per un po'. «Piano, piano.» Era stranamente affettuoso, non se lo aspettava. Cavalcarlo sarebbe stato sicuramente interessante, gli piaceva andare sulla scopa, ma volare in groppa ad una creatura così maestosa non capitava tutti i giorni.




    Daphne Andersen, IV anno, Serpeverde
    Interagisce con Hunter e con Skylee mentre si reca al recinto degli Ippogrifi, ignorando del tutto David. Dopo un attimo di tentennamento decise di prendere la carne, ma la mette a debita distanza poi, dopo aver fatto l'inchino, l'animale fa lo stesso e adesso stanno facendo amicizia (?)


    Edited by Daphne. - 15/9/2022, 12:09
     
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    «Axel! Siamo a lezione... pensa a cosa succederebbe se tua madre passasse di qua proprio ora...» Tentai di riprenderlo con tono serioso mentre sentivo le gote andarmi a fuoco. Se prima vietavo al Bulgaro di mostrarsi in atteggiamenti intimi con me per via della segretezza che volevo mantenere a tutti i costi, ora tale veto non era più una scelta, bensì un obbligo che ci saremmo dovuti autoimporre affinché sua madre -non che nuova docente di Antiche Rune- non potesse in alcun modo sospettare che il plateale e casto sentimento che ci avrebbe dovuto legare fino al matrimonio da lei combinato con la complicità di mio nonno, fosse stato già reso decisamente meno casto e per nulla plateale. Nemmeno osavo immaginare cosa sarebbe potuto accadere se tali aspetti della nostra relazione fossero stati resi pubblici, Elena sembrava essere una donna piuttosto all'antica, come del resto a tratti lo era pure la mia famiglia e quindi una cosa era certa, farsi scoprire avrebbe portato sicuramente a delle conseguenze. «Mh... okay, però la prossina volta andiamo sulle retrovie a fare gli studenti disinteressati, va bene?» Sorrisi impacciata arricciando lievemente il labbro inferiore. Se lui poteva assecondare me facendomi osservare le mie adorate creature dalla prima fila, io avrei potuto assecondare lui ascoltando la prossima lezione dagli ultimi posti dell'aula e se poi tale lezione fosse stata "casualmente" Antiche Rune, pure meglio. «Solo se lavoriamo con i thestral...» Contrattai al percepire la presa attorno alla mia vita farsi più serrata. Il suo sguardo infuocato si posò poi sulla figura di David e immediatamente capii il perché di quella richiesta dai toni tanto urgenti. «Non c'è bisogno che tu mi difenda da lui Ax, è pieno giorno e siamo in mezzo a tantissime persone...» e per di più, per quanto Axel dissentisse ogni qual volta che provavo a intavolare l'argomento, ciò che era successo durante la prima notte di luna piena del mese precedente scindeva dalla volontà di David. Tra noi non correva buon sangue, era inutile negarlo, ma nemmeno il Bulgaro era in grado di resistere all'impulso della luna se non placato da un antilupo correttamente eseguita e che David quella notte non l'avesse assunta era ormai chiaro. «Starò attenta, promesso» Lo rassicurai infine ammorbidita dallo sguardo tormentato che gli era apparso in volto. Era colpa mia se stava così, io lo avrei obbligato a dover rivivere con dolore ciò che anni prima era accaduto a lui e sempre io, di lì a pochi giorni, mi sarei trasformata in un qualcosa che lui odiava profondamente. Era solo colpa mia se ora si trovava a dover combattere interiormente fra ciò che la sua mente lo spingeva a provare e ciò che il suo cuore, speravo, si sforzava di accettare. Sarei diventata un mostro, questa era la definizione che Axel aveva sempre usato parlando di sé, sarei diventata una creatura bramosa di sangue, morte. Sarei diventata tutto ciò che di se stesso odiava e ripudiava e questo non era giusto. Non lo era nemmeno un po'.
    Mi diressi lentamente e a capo alzato verso al cielo per sopprimere l'istinto di scoppiare in un pietoso pianto frustrato verso il recinto a me dedicato. Non avrei mai mostrato così tanta debolezza davanti ai miei compagni di classe e se il prezzo da pagare era farsi venire il torcicollo e una secchezza oculare da record a forza di tenere le palpebre serrate, me lo sarei fatta andare bene. «Hum... già» Costatai dopo essermi fatta riportare alla realtà dalla voce della Serpeverde che l'anno precedente aveva assistito con me la professoressa di Pozioni. «Grazie mille, significa molto per me» Ammisi sorridendo imbarazzata. La ragazza per quanto non mia strettissima amica sapeva bene quanto potessi essere ambiziosa, quella era sempre stata una caratteristica che mi accumunava alla casa dei Serpeverde e probabilmente era stato pure uno dei motivi che aveva spinto il cappello a domandarsi per più di cinque minuti a quale casa sarebbe stato meglio assegnarmi. «Ho provato a fare nuovamente domanda al professore di pozioni sai, ma non ho ancora ricevuto nemmeno uno stralcio di rusposta. Che nervoso» Pozioni assieme a Cura delle Creature Magiche ed Erbologia era senza ombra di dubbio una delle mie materie preferite e dato che per le ultime due i professori di ruolo dell'anno precedente avevano mantenuto la cattedra, pure le persone che li assistevano erano rimaste le stesse e ciò significava che potevo ambire ancora solo al posto di pozioni e diamine se avrei lottato per ottenerlo.
    «Moore» Salutai pacata il mio compagno di casata mentre raggiungevo l'unico recinto rimasto vuoto, che ironia della sorte si trova proprio affianco a quello di David. Quale sfacciata e gioiosa fortuna. Axel non avrebbe approvato minimamente, ma quando provai di indietreggiare per far posto a un altro studente il professore mi bloccò e mi intimò di finire ciò che avevo iniziato, ovvero raggiungere il recinto della creature che non avrei voluto approcciare quella giornata accanto all'unica persona che avrei voluto approcciare ancora meno. «Come stai?..» Sussurrai alla volta del Serpeverde confusa sul motivo per il quale la mia bocca si fosse presa il disturbo di aprirsi proprio in quel momento per potermi permettere di articolare una simile frase. Forse nel mio inconscio mi sentivo in colpa persino per David. Non avrei dovuto, non aveva minimamente senso che mi sentissi così, eppure il modo in cui Axel l'aveva ridotto a seguito di quanto accaduto quella notte era in un qualche modo colpa mia. Forse non avrei dovuto avvertire il Bulgaro di quanto successo, ma ciò avrebbe significato mentirgli ancora una volta e sapevo che omettergli una simile informazione sarebbe stato per lui un affronto sufficiente a non rivolgermi mai più la parola e con senno di poi l'avrei probabilmente rifatto ad occhi chiusi se avessi avuto la possibilità di riavvolgere il nastro della mia vita, anche se ciò era costato caro a david e mi faceva sentire dannatamente in colpa.
    Cercando di rimuovere la sensazione di impotenza che provavo dentro per tutta quella situazione mi avvicinai timidamente alla creatura dinnanzi a me e flettendomi sulle ginocchia mi inchinai profondamente e con fare composto in direzione della creature. Se c'era una cosa che l'etichetta dei ceti alti mi aveva insegnato era come portare rispetto al prossimo e per quanto avessi detestato quelle infinite lezioni di buone maniere, dovevo ammettere che mi erano tornate utili più e più volte. Di tutto rimando l'ippogrifo si chinò in avanti allungando il suo collo e la sua zampa anteriore sinistra verso di me. Attesi che si rialzasse per avvicinarmi ulteriormente e conscia dell'iter da seguire per farsi accettare da una simile creatura allungai lentamente un braccio aprendo il palmo davanti al suo piumato muso per farmi annusare. Un improvviso rumore mi fece voltare alla mia destra e distante qualche recinto potei scorgere Axel intento a provare di avvicinare senza troppo successo il suo tuono alato. Impettito e impermalosito dalla mia mancanza di attenzione nei suoi confronti l'ippogrifo emise un verso acuto atto a richiamare su di sé il mio sguardo. «Hey, scusami, non era mia intenzione ignorarti» Tantai di giustificarmi con tono gentile mentre tornavo ad avvicinare la mano verso la creatura per continuare ciò che avevo iniziato. L'animale, felice di essere tornato il mio punto di focus, si avvicinò a sua volta e con fare rispettoso mi diede una capocciata sulla spalla, voleva essere accarezzato con più enfasi e arricciando le labbra intenerita lo accontentai. Passai a strusciargli il dorso per una manciata di minuti ma poi il mio istinto di apprensione nei confronti del Bulgaro ebbe la meglio e la mia testa si voltò ancora una volta a cercarlo preoccupata per vedere come si era evoluta la situazione col suo tuono alato, non bene pareva a giudicare dal continuo scurirsi del cielo sopra alle nostre teste. Senza accorgermene la mia mano fermò la sua corsa sul dorso dell'ippogrifo e ciò, unito alla mancanza di attenzione nei suoi confronti di poco prima, bastò a farlo indisporre a tal punto da spingerlo ad avvicinare il suo capo verso la mia testa ancora voltata in direzione del Serpeverde per beccarmi un orecchio che cominciò subito a perdere una discreta quantità di sangue. «Auch» Esclamai con tono allarmato e sorpreso per quanto appena accaduto, mentre istintivamente mi portavo una mano a coprire la zona sanguinante. «Sei davvero permaloso...» Affermai poi voltandomi nuovamente verso la creatura che con sguardo impettinto tentava ancora una volta di evitare il mio. Forse avrei dovuto ritrattare la mia frase di pochi minuti prima, Axel somigliava molto di più a un ippogrifo che non a un thestral, loro non erano così dannatamente permalosi.
    ★ ★ ★
    Caposcuola Corvonero | Scheda | Mailbox | Pensatoio

    Skylee Métis, V anno, Corvonero.
    Interagito con Axel, Daphne, Hunter e David. Avvicinata con successo alla creatura per accarezzarla ma ferita poi dal suo becco per aver voltato il capo in direzione di Axel e aver concentrato l'attenzione su di lui ignorando per una manciata di secondi l'ippogrifo.
     
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    Christopher O'Neill | Professore di CDCM

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    Non appena tutti gli studenti si furono posizionati davanti ai loro recinti l'ex Grifondoro diede loro il via per cominciare ad approcciare le varie creature. C'era chi si poteva dire leggermente più esperto in materia, chi più avvantaggiato di altri e chi invece poteva essere fortemente penalizzato dall'impossibilità di vedere il proprio animale, ma tutto sommato non era nulla che si distanziasse troppo dalla realtà. Quei giovani ragazzi erano fin troppo abituati alla sicurezza che Hogwarts forniva loro riguardo le avversità e i pericoli che il mondo magico nascondeva, ma fuori di lì la musica cambiava parecchio e creature come un Thestral, un Ippogrifo o un Tuono Alato sarebbero state l'ultimo dei loro problemi. Fuori da quella tanto rinomata e sicura scuola si celavano creature tutt'altro che pacifiche e addestrate, i vampiri ad esempio erano forse fra le più temibili, mezzi uomini e mezze creature della notte, che grazie ai loro spaventosi poteri potevano plagiare la mente e il volere di molti, mentre con i loro canini potevano prosciugare l'essenza stessa della vita da un caldo corpo umano come fosse una misera sacca di sangue. Christopher fortunatamente non si era mai trovato nelle prossime vicinanze di uno di loro, ma conosceva svariate persone che in seguito a un loro attacco avevano perso la vita e ciò gli bastava per volersene tenere il più alla larga possibile. Lui amava la vita.
    «Signorina White non abbia timore di avvicinarsi, sono creature addestrate e abituate al contatto fisico e soprattutto non sono solite scandalizzarsi se gli si tasta per errore una natica, anzi, alcuni di loro apprezzano in maniera smodata i grattini sul di dietro, ci provi se vuole» Esclamò una volta giunto alle spalle dell'esile e impacciata Tassorosso. Doveva andarci più sicura e decisa se intendeva entrare nelle grazie dei Thestral altrimenti avrebbe solo rischiato di farli insospettire con il suo fare titubante e incerto. «Signorina Scott ma che fa! Non è cibo per umani quello, lo sputi subito!» Davvero sarebbe servito dire che il cibo per i thestral era solo per i thestral? A quanto pareva, considerato come la Serpeverde se ne stesse gustando allegramente un pezzetto, sì. Come se non bastasse vide poi due ragazzi del recito affianco afferrare uno stick a testa per darlo poi in premio al loro ippogrifo e scuotento animatamente la testa si domandò perché con i ragazzini fosse sempre così difficile? «Signor Norman, affido a lei la signorina White, l'aiuti pure, ma senza esagerare, dovete riuscire da soli nel vostro compito non potete affidarvi ciecamente ai vostri compagni» Esclamò a tono alto parlando a tutti e a nessuno. Voleva che fosse chiaro a ognuno di loro quanto fuori di lì non avrebbero avuto aiuti, ma non ce l'aveva con nessuno in particolare. «Ragazzi...» Tuonò con tono serio una volta raggiunto il recinto degli ippogrifi. «Gli stick di carne essiccata erano per i thestral, non per ingrazziarsi gli ippogrifi, troppo comoda così! Forza, scambiatevi le creature e ricominciate da zero» Era stata buona la loro idea, anzi ottima, se solo quella non fosse stata una lezione con precise regole da seguire e fu proprio perché piacevolmente sorpreso da tale pensata che decise di non togliere loro punti né tantomeno penalizzare il loro voto finale per una simile mancanza di giudizio. O'Neill non era lì per mortificare i ragazzi, bensì per istruirli al rispetto delle regole e nutrire le loro menti. «Hanno una pellaccia dura questi giovanitti, ma sono pur sempre molto sensibili, basterà accarezzar loro con delicatezza per far sì che percepiscano il vostro tocco» Rispose sereno al Grifondoro poco distante non appena ebbe risolto la questione stick con i due studenti. «Signor Dragonov, la vedo in difficoltà, cosa la tormentata?» Chiese curioso come suo solito al Serpeverde, che con buona probabilità -considerato il suo umore non propriamente tranquillo che continuava a indisporre la creatura-, si sarebbe limitato a ignorare la sua domanda. «Voglio un sole splendente in cielo, non un temporale estivo, si concentri maggiormente e cerchi di svuotare la mente» Sussurrò con tono chiaro e rilassato al ragazzo per non farlo agitare maggiormente, ma priprio mentre stava per riservare lui l'ennesima raccomandazione un leggero urletto di dolore gli fece voltare velocemente il capo. «Torno subito, lei continui a provarci» Congedò il ragazzo dirigendosi nuovamente verso il recinto degli ippogrifi per accertarsi di quanto successo e guarire la malcapitata qualora lo necessitasse. «Tutto bene signorina Métis? Vuole andare in infermeria?» Chiese con un velo di preoccupazione nella voce. Non voleva sorbrisi la predica del vicepreside per mancato soccorso a uno dei suoi giovani studenti e quindi, se la ragazza avesse rifiutato il giretto in infermeria, si sarebbe preoccupato lui stesso di fare in modo che l'orecchio smettesse di sanguinarle. Sarebbe bastato un veloce colpo di bacchetta e tutto sarebbe tornato come nuovo, alla peggio la ragazza si sarebbe ritrovata con una piccola cicatrice simile alla sua che non avrebbe faticato a nascondere con l'aiuto dei capelli. Forse si sarebbe dovuto far crescere la frangia, pensò distratamente il giovane professore. Con quella avrebbe potuto coprire senza problemi il taglietto al sopracciglio, anche se l'ex Grifondoro non era molto certo che un simile taglio di capelli potesse donargli. «Dite che starei male con la frangia?» Domandò sovrappensiero agli studenti nei dintorni per tornare ad alleggerire l'aria che si respirava lì attorno. Poco gli importava se nessuno di loro avesse compreso ul senso di tale domanda. «Bene ragazzi, chiunque non fosse riusicto ad approciarsi con la propria creatura è pregato di riprovarci e si spera, riuscirci, cosicché possa poi unirsi ai propri compagni per spiccare il volo in sella al suo amichevole amico volatile» Avevano capito proprio bene, lo step successivo al contatto con la creatura era quello di salirci in groppa per poi alzarsi in cielo e farsi un bel giretto panoramico dell'istituto. «Quando sarete in volo ricordatevi di prestare la massima attenzione, non smetterò mai di ripetervelo. Solo perché sono creature ammaestrate non significa che siano totalmente innocue, mi raccomando» Visti gli episodi di poco prima forse era meglio sottolineare con maggior enfasi tale punto. «Forza che aspettate? Finite di fare la conoscenza delle vostre creature poi tutti a farvi un bel giretto panoramico del castello e attenzione, i confini della foresta proibita sono off limits pure per via aerea, non fate i furbi, vi osservo!»

    Prossima scadenza: 22/09 alle 23.59

    Ricordatevi gli spoiler e portate a termine l'esercizio del giro precedente qualora non foste riusciti a finirlo. Non appena sarete entrati in confidenza con le creature potrete narrare di salire loro in groppa per spiccare il volo. Il post inerente alla passeggiata in cielo vi consiglio di tenervelo per il prossimo girlo (nonché ultimo giro) cosicché abbiate di che narrare pure in quella parte della lezione, ma se volete narrare più a lungo la parte in volo siete liberi di scriverla già in questo post! Buon proseguimento!

    Il prof ha risposto a tutte le varie domande (spero di non essermene persa nessuna) e ha ripreso i tre dell'ave maria della carne essiccata. Vi osservo. Daphne e Hunter dovranno fare a cambio di Ippogrifo per portare di nuovo a un livello neutro la simpatia che le loro creature provano per loro. <3
     
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    Il saluto di Loki mi fece sorridere sorprendentemente e mi fece pensare che dovevo avere una faccia da cadavere. «Grazie Loki! Ti trovo bene anche a te!» era chiaro che non me la fossi presa e che ci stavo scherzando su. La lezione comunque era complicata, almeno per me, e non solo per il discorso Thestral ma anche per quello che provavo e che mi stava succedendo. Come potevo provare a domare qualcosa che non vedevo? Bella domanda che sul momento mi sembrava davvero senza risposta. Mentre cercavo di approcciarmi a quei cavalli invisibili mi voltai in direzione di David e vidi Axel dirgli qualcosa, il cuore fece un salto e il mio sguardo si bloccò in quella direzione, istintivamente portai le mani verso il petto stringendole tra di esse in un unico pungnetto. " Vi prego non fate niente" pensai molto preoccupata ed agitata. Nel momento che li vidi dividersi chiusi gli occhi, presi un bel respiro e continuai a lavorare. Sorrisi a Loki e mi avvicinai «Grazie per l’aiuto!» Gli dissi dolcemente e mi lasciai guidare da lui. Quando mi afferrò anche il braccio non feci nulla di particolare ma mi fidai ciecamente. Il Professore fu chiaro nel suo discorso, affidandomi al serpeverde ma non troppo, voleva che ce la cavassimo da soli, interessante " una guida su come farsi male" pensai istintivamente. Quando diedi le spalle al professore sbuffai leggermente. La caduta improvvisa mi fece sobbalzare ma quello che mi sorprese di più fu proprio il mio amico Loki che si mise a mia difesa. Mi rialzai pulendomi la gonna della divisa «Grazie Loki sono in debito con te!» dissi avvicinandomi al ragazzo e posandogli delicatamente una mano sulla spalla. Fu in quel momento ch sentì un piccolo urletto e mi voltai di scatto riconoscendo la voce di Sky. Istintivamente e senza pensarci la mia voce ebbe un volume più alto del mio solito ed allarmato «SKY!» dissi muovendomi di qualche passo nella sua direzione. Quando vidi il sangue che fuoriusciva dal suo orecchio, i miei occhi si spalancarono e le mie mani iniziarono a tremare. In un attimo con la mente ero tornata a quella sera di Agosto, stavo rivedendo alcune immagini, come il sangue a terra e su di noi, le urla e la paura. Stavo per corrergli incontro quando vidi il Professore avvicinarsi. Mi fermai ed istintivamente guardai le mie mani che erano pulite e non ricoperte del liquido rossastro che i miei occhi stavano rivivendo, mentre un brivido attraversò la mia spina dorsale fino ad arrivare alla testa. In quel momento un leggero venticello sposto delle ciocche di capelli e costatai che stavano diventando Viola o meglio ormai lo erano del tutto. Avevo perso il controllo anche del mio “potere”, se così si poteva chiamare. Mi guardai intorno preoccupata e vidi Loki che era colui più vicino a me. Corsi e mi fiondai dietro la sua schiena, afferrandogli le braccia come a coprirmi e muovendolo come un manichino, mentre mi abbassavo per nascondermi dal resto della classe, più o meno ma era chiaro che da tutti non potevo nascondermi. «Loki... ti prego stai fermo un secondo...» gli dissi quasi ansimando. «Ho bisogno che mi copri un attimo ok? Per favore...» Chiusi gli occhi per un secondo ed iniziai a fare dei respiri profondi mentre cercavo di pensare a qualcosa che mi tranquillizzasse. Qualche bel secondo lungo e sentii che la situazione era tornata alla normalità, controllai i capelli ed erano tornati castano scuro. Mi alzai da dietro al mio amico e tirai un bel sospiro. «Scusami davvero tanto...» gli dissi con aria dispiaciuta. Non avevo idea se qualcuno mi aveva vista di certo non era un nascondiglio perfetto e comunque i miei compagni di lezione erano sparsi nei recinti. Feci finta di nulla e spostai una ciocca dietro l’orecchio. «Torniamo dai Thestral... sono certa che Sky è in ottime mani...» dissi ma i miei occhi continuavano a puntare su di lei molto preoccupata. Mentre stavo tentando ancora di approcciare a un Thestral il Professore ci interruppe e andò avanti con la lezione. Quello che disse pero mi fece davvero bloccare sul posto e per la prima volta aprì bocca sbalordita «Cosa? Volare...?» chiesi in tono non molto alto ma veramente preoccupato ed incredulo. Non potevo volare. Non era possibile. Non amavo il volo su una scopa per paura di cadere figuriamoci su un animale e che per di più non vedevo minimamente. «Non- ci credo...» dissi sottovoce continuando a fissare il professore come se fosse un alieno. La paura adesso stava iniziando a prendere il sopravento e lo stomaco si contorceva. Mi voltai lentamente verso Loki e di conseguenza guardai Reina nella sua stessa traiettoria «Io non posso farlo... non li vedo... non...» In quel momento istintivamente il mio viso roteò fino a David, ma in fondo cosa poteva fare lui aveva gli ippogrifi. Eppure i miei occhi ruotarono nella sua direzione, cosa cercavo non lo sapevo ma avevo paura e mi sentivo persa, ancora una volta. «Io amavo questa materia...» dissi in un sussurro «e adesso è un incubo...» Non sapevo nemmeno dove guardare perché non vedevo che erba e recinti. Iniziavo a credere che il professore fosse uno di quelli che godeva nel guardare il terrore negli occhi degli altri. «...Nemmeno in coppia con qualcuno... devo salirci da sola...» Non che sarebbe cambiato molto ma avrei avuto almeno la visione di un essere che potevo ben vedere. Ero nel panico, ottimo modo per volare.



    Rose Mia White, IV anno – Tassorosso.
    GRUPPO THESTRAL.
    Ho interagito con Loki e da lontano ho urlato a Sky.
    Ho guardato Axel e David (David anche alla fine) e nominato Reina
    Ho interagito con il Professore involontariamente e presa dall’ansia (scusi Prof.)
    Nel mentre ho tentato di approcciare nuovamente con un Thestal.
    Non ho provato a volare anche perché sono terrorizzata.
     
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    Impressionato dalle parole di JAYDEN rivolge lo sguardo sul Tuono Alato nervoso della recinzione dedicata agli anni avanzati. Una mano si passa fra i capelli, sovrappensiero, prima che gli occhi tornino sul collega Grifondoro. [Sarà stato pure timido ma si faceva notare…] commenta preparandosi psicologicamente all’idea di dover fronteggiare una tempesta nel brevissimo periodo, qualora le intenzioni dell’esemplare lì vicino fossero le medesime di quello appena menzionato dall’altro. [Quando si dice “una bellezza sfolgorante”] scherza invece sulle potenzialità offensive della bestia, nonostante il volto permanga serio e anzi ben presto divenga addirittura imbronciato a causa dello scontro delle sue pupille con la figura di HALLEY. A lei, però, rivolge appena poche parole, suggerendole, in buona sostanza, di farsi gli affari propri, per poi girare i tacchi e lasciarsela alle spalle. Il fastidio provato a causa dei loro trascorsi, anziché attenuarsi col tempo sembra piuttosto alimentarsi ogni qualvolta si trovano a condividere lo spazio vitale. Ma proprio per questo motivo a lui non sembra intelligente, né tantomeno interessante, sprecarci ulteriore fiato, lasciandola blaterare in sottofondo senza prestarci molta attenzione. Gli si sta arrugginendo il cazzo con tutta quella acidità. E poi oltre a farle capire di essere disinteressato alle provocazioni, non può fare altro per lei. Piuttosto si sofferma nuovamente su JAYDEN, indicandogli con un cenno breve della testa gli Ippogrifi che sarà tenuto ad ammansire. [Eppure, a proposito di carattere, quelli mi danno l’aria di avere un po’ troppe pretese. Ai Thestral basta che non rompi i coglioni] come a lui, gli risponde non comprendendo a pieno la contentezza nel doversi prodigare in convenevoli al fine di non farsi strappare un arto. Arriccia le labbra, facendo spallucce al contempo. Va beh, se gli piace questa soluzione, meglio per l’amico. Sono stati fortunati entrambi. Lo lascia andare, dirigendosi invece al lato opposto e incrociando una ROSE particolarmente pallida. Un breve inchino del busto è la sua replica al “saluto” che lei gli rimanda indietro, sollevando un angolo della bocca, divertito. Probabilmente anche lui ha una gran faccia di merda, come sempre d’altro canto, il che lo rende particolarmente poco suscettibile sull’argomento. Al contrario, si sente soddisfatto della prontezza di spirito dimostrata dalla TASSOROSSO, incitandola quindi a seguirlo all’interno dell’appezzamento di terreno con i cavalli (ai più) invisibili. [Figurati] ricambia sinteticamente, sia perché non è tipo da spendersi in complimenti, sia perché di lì a poco la ragazza gli rovina a terra davanti agli occhi e lui si vede costretto a placare lo spavento delle creature. D’accordo, il professore aveva detto che avrebbero dovuto cavarsela da soli, però non ce la fa ad abbandonarla agli eventi senza che nemmeno abbia idea di cosa le stia succedendo attorno, e quindi finisce per tenderle una mano. Se ROSE leggesse fra le righe potrebbe immaginare che il gesto compiuto si risolve essere un indizio del fatto che le creature si siano ormai calmate, dato che sta volgendo loro il suo didietro, disinvolto. [Dovere] ribatte, minimizzando impacciato, e pertanto incapace di fiatare su quel tocco alla spalla; pacca che passa quasi subito in secondo piano perché la ragazza cambia priorità, individuabili al recinto degli Ippogrifi con una SKYLEE sanguinante. L’istinto fa compiere anche a lui dei passi di marcia in quella direzione, con le palpebre spalancate e l’ansia dipinta in faccia, ma si ferma quasi in contemporanea con la compagna al suo fianco, trattenuto dall’intervento tempestivo di qualcuno decisamente più competente di lui, ovvero il professore. Osserva la scena da distante, cominciando a massaggiarsi il collo con la mancina, a ripetizione, compulsivamente. Al contrario il DOCENTE la prende alla leggera, uscendosene con domande incomprensibilmente vanesie che gli strappano un’espressione scocciata, due occhi assottigliati e il nervosismo crescente. Bah, se non altro SKYLEE pare aver ripreso il controllo della situazione, e lui può roteare le iridi fino al cielo, per poi farle ripiombare velocemente in basso, ancora su ROSE, che inaspettatamente lo richiama all’ordine. [Mh?] non sta capendo la dinamica, e gira la testa indietro, dove si sta nascondendo lei, disorientato. Però, sebbene gli sia assolutamente oscuro lo svolgimento degli eventi, esegue il comando di non muoversi da lì, riportato al suo status originario di “soldato” programmato a seguire ciecamente gli imperativi imposti. E’ una sorta di impostazione inconscia, non si chiede nemmeno il perché. Invece gli viene naturale ricercare quantomeno una spiegazione al comportamento della Caposcuola. Cosa sta succedendo? Il ciuffo viola lo aveva anche prima? [Bei capelli… suppongo sia colpa delle fottute piogge acide] borbotta a mezza voce, facendo ricadere la mano sinistra lungo il fianco per poi aprire leggermente ambe le braccia in maniera tale che vi siano più punti ciechi per chiunque si fosse preso il disturbo di guardare verso di loro. In tutto ciò avrebbe tante domande da farle, molte dettate dalle sue propensioni personali, ma nessuna esce dalla sua bocca, aspettando anzi pazientemente che sia lei a riprendere parola. [Sì. Sky starà bene] ripete, scoccando alla Corvonero un'ultima occhiata, senza sapere nemmeno lui se più per sé stesso che per Rose o viceversa. Non è il posto adatto per intraprendere discorsi individuali, ma le sopracciglia alzate e lo sguardo insistente parlano al posto suo… Comunque la lezione deve riprendere, e questa volta deve anche impegnarsi nel contatto fisico con quegli animali. [Ah.] La cosa non è certamente di suo gusto. E poi non ha mai cavalcato in vita sua. Quindi non riesce neanche bene a figurarsi come debba agire da quel momento in poi. Gli toccherà improvvisare, con il malumore che prende il possesso della sua persona nonappena si rende conto di quanto sono alti rispetto a lui. Come cazzo ci arriva sulla groppa di quei cosi? E dove ci si aggrappa? Come si vola? Merda. Il senso di frustrazione va ad aggiungersi a quello lamentato da ROSE. Sospira profondamente. Se continua ad agitarsi peggiorerà la situazione che già non è rosea di per sé. [Fai del tuo meglio, quello che ritieni giusto. Se poi va tutto a puttane non avere rimpianti] che è pressappoco ciò che farà lui, perché altre soluzioni non ne ha. [Ad ogni modo ti sto attaccato al culo, così se vedo che si innervosiscono vengo a romperti le palle. Dammi un momento] conclude con un buffetto incoraggiante sul suo braccio più a portata, tralasciando il fatto che, se si dovessero innervosire mentre svolazzano nell’aere, sarà già tanto se riuscirà a restare in sella lui per primo. Ma questo a lei non glielo dice, sorvolando (!) sul problema. Torna al di fuori della recinzione per recuperare un altro paio stick di carne, e poi, dopo averne consegnato uno alla ragazza, con l’aria di chi vorrebbe essere ovunque tranne che dove si trova si appropinqua ad uno dei Thestral lasciati liberi dalle compagne. Qualora dovesse abboccare, tenterebbe di allungare e far scorrere le dita sul suo muso, tracciando la linea del collo squamoso per finire sulla schiena. Si prende il tempo necessario a familiarizzare con il destriero, massaggiandolo dove la spina dorsale si fa più concava, cioè dove sarà tenuto ad appoggiare le sue natiche di lì a qualche minuto. Solo stabilito il feeling che ritiene appropriato, compierebbe incerto un saltello, ponendo anche l’altra mano sul manto rugoso della bestia, così da potercisi issare sopra con la forza delle braccia, che tecnicamente non gli manca. A meno che quello non decida di sottrarsi alla sua presa.

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    Loki Norman – IV anno – Serpeverde
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    Risponde a JAYDEN, e ignora Halley (nominata)
    Poi aiuta ROSE, si preoccupa per Skylee (nominata) e si accorge del cambio colorazione della ciocca di Rose. Infine rassicura la Tassorosso e, tutto scocciato perché non sa cavalcare (a parte i doppisensi) prova ad avvicinarsi e salire sul Thestral.
     
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    Fece spallucce quando Loki commentò riguardo agli ippogrifi. Da quello che aveva studiato durante le vacanze estive le parole di loki erano vere però: – E’ comunque più facile badare ad una creatura che vedi piuttosto che una che non si sa dov’è. – Si riferiva ai threstral ovviamente, gruppo nel quale era capitato il serpeverde. Avrebbe proprio voluto vedere com’era toccare, e poi avrebbe scoperto anche cavalcare, il nulla.

    Quindi tornò su David che non sembrava aver preso bene le sue parole, anzi. – Solo perché loro non hanno acqua corrente e deodorante. – Era una frecciata rivolta in genere ad ogni umano che sapeva puzzare anche più degli animali tanto odiati dal corvo e poi gli umani stando sempre insieme ad altri umani erano assuefatti dall’odore l’uno dell’altro per questo non risultava così pungente. Pff, forse erano solo parole rivolte ad un muro, ma almeno era un muro divertente: nessuno lo aveva mai chiamato fantaghirò. Magari se cambiava qualcosina poteva renderlo un soprannome simpatico, tipo il “fantagrifò”. Suonava bene. Avrebbe dovuto segnarselo più tardi.

    Quindi un tuono, e non era colpa del Thunderbird. Jayden quasi sobbalzò quando il professore si avvicinò di buona lena al recinto degli ippogrifi solo per riprendere Hunter e Daphne per l’idea che la seconda aveva avuto. Che non era nemmeno cattiva come cosa, solo il professore pareva non averla apprezzata affatto visto che li costrinse a fare a cambio di animali e ricominciare l tutto.

    Accarezzò la sua mansuetissima creatura, davvero un piccolo, per modo di dire, curiosone quando nuovamente un mezzo urlo molto vicino strappò nuovamente la sua attenzione dall’ippogrifo. Era Skylee, nel suo stesso gruppo e anch’0ella alle prese con una bestiola. Sanguinava da un orecchio, segno che la sua cavalcatura non aveva preso troppo bene il suo intervento. Scavò nelle tasche dei pantaloni e sul retro trovò un fazzolettino di stoffa pulito che teneva sempre a portata di mano per le emergenze, di solito salutari.

    Cercò di avvicinarsi a Skylee, così come stava già facendo il professore, ripetendo l’inchino verso la creatura di lei pur di non farsi attaccare a sua volta. Non aveva intenzione di avvicinarsi troppo all’animale, ma era anche vero che questi era ancora vicino a Skylee e quindi un potenziale pericolo. Dopo aver spiegato a gesti a quell’ippogrifo che non voleva fargli del male si diresse verso Skylee per porgerle il fazzoletto. – Sputaci e tieni premuta la ferita per un po’. La saliva cicatrizza e fermerai il sangue. –

    Che lo avesse preso o meno sarebbe poi tornato dal suo ippogrifo avvicinandolo per cercare di salirgli in groppa. Sapeva come fare coi cavalli no-mag visto che aveva fatto una o due lezioni di equitazione, ma era la stessa cosa con gli animali magici? Ed era possibile cavalcarli senza sella? Soprattutto come si saliva senza sella? Se ci fosse stata bastava mettere un piede in una staffa e issarsi su con un po’ di forza, ma senza? Una scaletta magari? Ma non c’era nemmeno quella. Magari gli ippogrifi erano come i dromedari e potevi dargli un comando per farli scendere? Eh ok, ma quel era il comando? Si guardò intorno e cosciente del fatto che non c’era nulla da poter usare tirò fuori la bacchetta magica disegnando rapido nell’aria per creare una piccola scaletta eterea accanto al fianco dell’ippogrifo. Salendola sarebbe stato molto più facile portare la gamba sul fianco opposto, quasi come salire in bicicletta e poi, se ben ricordava le lezioni di equitazione bastava stringere le gambe per non cadere e tirare giù i talloni il più possibile e…. o forse quello era solo per le staffe? Come si cavalcava senza sella? Soprattutto… quelli erano cavalli alati. Quei cosi volavano. Volare significava stare lontano dal terreno. Una caduta era… poteva essere fatale. Come ci si teneva a quel coso? Come si faceva a farlo partire? Due gambate come per i cavalli? – Fai il bravo per favore– chiese sommessamente alla sua creatura che si muoveva già non troppo tranquilla quasi come stesse per spiccare il volo alla massima velocità. Ecco, gli era capitato l’ippogrifo Rainbow Dash.


    -Parlato-Pensato-Parlato altrui-
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    Jayden Falkhart – IV Anno – Grifondoro
    Gruppo Ippogrifi

    Risponde a Loki e David. Quindi nota che Skylee si è fatta male e si avvicina per darle un fazzolettino di stoffa per asciugarsi e tamponare la ferita.
    Sale sulla sua creatura non molto attratto dall’idea di spiccare davvero il volo.

    NDS: se il gruppo ippogrifi vuole Jay vi dà una mano a salire sulla vostra creatura o creando una scalal magica come ha fatto da solo o semplicemente venendo lì a farvi da gradino con le mani e pronto a darvi una spinta. In caso aggiungetelo pure al post.

    EDIT: Visto che mi hanno segnalato che ho mischiato David e Hunter li ho reinvertiti :asd:


    Edited by Eltanin17 - 21/9/2022, 14:15
     
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    “Che due palle” pensò la mora messa davanti al fatto che avrebbe dovuto fare amicizia con una bestia alata, e no, non si trattava di un drago capace almeno di sputare fuoco. Carini i Thestral, sicuramente il tipo di animali da compagnia che non ti avrebbe fatto sfigurare ad una festa, ma che cazzo di noia. Tra le tre creature erano, a quanto detto dal prof ossigenato, le più mansuete. Che cavolo di gusto c'era? Con tutte le creature interessanti e pericolose del mondo magico, di quelle che ti fanno stare con il brividino per tutto il tempo a causa del pericolo in cui ti trovi a stargli anche solo vicino, e invece no. Grazie al cavallo che un giorno si scopò un pipistrello, a lei toccarono gli scheletri volanti.
    A niente servì la sua buona azione mensile, sprecata ad aiutare la Grifondoro isterica che ora le doveva un favore, qualsiasi favore, il prof nemmeno lo notò.
    -Che c'è? È proteica!- rispose al suo rimprovero sventolando il pezzetto di carne che teneva tra le mani. Togliere il cibo agli affamati, ma come si fa? Lo osservò mentre si allontanava per rimproverare Cicì e Cocò nel recinto dei piccioni con gli artigli che, come lei, stavano usando gli stick in modo “improprio”, e staccò un altro pezzetto di carne direttamente con i denti mentre era distratto. Tch. Palese che volesse tenerseli per lui come spuntini post allenamento nel disperato tentativo di mantenere una forma fisica che lo facesse sembrare giovane, con quei capelli ossigenati, per mentire a se stesso quando invece stava rapidamente rotolando verso il reparto geriatria.
    Continuò ad accarezzare il Thestral al suo fianco che, nel frattempo aveva ormai finito di mangiarsi il suo cosetto di ciccia e ora era tornato a puntare il suo. Fissò i suoi occhi vitrei e privi di iridi o pupille, il suo muso scarno come quello di un animale morto da mesi, che affascinanti.
    -Ehi! A cuccia, Carolina!- lo rimbeccò citando un grande saggio, un certo Mushu. Ma l'animale non voleva demordere, continuando a chinare il capo verso la carne che alla fine afferrò. Testardo e prepotente -Mi sei simpatico- sussurrò ghignando mentre, con tocco leggero gli sfiorava il lungo collo. Si voltò ad osservare la Wheeler, curiosa di vedere se fosse riuscita a farsi staccare un dito anche da una creaturina così docile, ma fece appena in tempo a posare lo sguardo su di lei che presto si ritrovò a voltarsi dalla parte opposta, attirata dall'urlo della tassa in gruppo con lei. Gli occhi si fermarono sulla figura della Caposcuola di Corvonero, notando il sangue fuoriuscito dalla ferita. Si passò la lingua sulle labbra per inumidirle, mentre il viso assumeva un'espressione divertita dalla situazione. Peccato non fosse nulla di grave, quello si che avrebbe animato un po' la lezione
    -Visto?- Si rivolse di nuovo a quello che ormai considerava il suo Thestral -Se non ti fossi riempito con la mia merenda ora avresti potuto avere quello che rimaneva del suo orecchio- con un cenno del capo indicò la Métis, come se l'animale la stesse davvero ascoltando. O capendo. Ma mentre il capo si voltava, appunto, verso la biondona in blu, un altro colore attirò la sua attenzione. Corrucciò le sopracciglia confusa, sicura di aver visto qualcosa di viola sulla testa della White ma, quando questa uscì dall'ombra del suo compagno di merende, tutto era come al solito. Peccato, pensò scrollando le spalle, sarebbe stata molto più interessante con una chioma colorata.
    Stava passando una mano sotto il muso della creatura nera, quando Ken si decise a spiegargli cosa sarebbero dovuti andare a fare. Volare, niente meno. L'angolo sinistro della bocca si incurvò verso l'alto mentre, con passo lento, si spostava di nuovo verso il fianco dell'animale. Sfiorò le sue ali, all'apparenza sottili e delicate, ma capaci di sostenere il peso dell'animale stesso e di almeno un uomo adulto. Studiò la sua figura mentre ancora i suoi piedi erano saldamente ancorati a terra. Guardò dove la schiena della creatura si incurvava abbastanza da potersi mettere comoda, per modo di dire. Guardò l'attaccatura delle ali e in quali punti avrebbe potuto e dovuto accostare le gambe per evitare di impedirgli movimenti che avrebbero così potuto causarle problemi una volta in alto. Solo dopo aver controllato punto per punto la conformazione del Thestral, si decise a tentare un primo approccio. Posò una mano sul grosso sedere dell'animale e una poco più avanti rispetto all'incurvatura della schiena e, dopo essersi data una bella spinta flettendo le gambe, si issò sul Batcavallo e posizionò le lunghe gambe li dove si era assicurata che non avrebbe causato problemi alla creatura. Chinò il busto appena, così da arrivare ad accarezzare di nuovo il collo nero e al tatto simile al velluto, assicurandosi così che fosse tranquillo per evitare che la disarcionasse a dieci metri d'altezza. Eppure non tutti sembravano contenti del compito assegnato. Continuando ad accarezzare il Thestral che, placido, aveva preso a fare qualche passo per il recinto, si era avvicinata di poco a Rose che si stava preoccupando per il compito. Come poteva, Reina, lasciare che una sua povera compagna si disperasse a quel modo? Ovviamente doveva darle una mano, dall'alto della sua magnanima capacità empatica
    -Paura, White?- le chiese ghignando -Non pensare di volare su una creatura invisibile- cominciò quindi mentre il ghigno le si accentuava -Immagina invece che bello spettacolo sarà per i nostri compagni a terra che come te non possono vederli, mentre volerai sulle loro teste e vedranno attraverso il Thestral- e nel farlo si indicò la sua stessa gonna -Sperò tu abbia messo un paio di mutandine pulite- continuò abbassando la voce per non farsi sentire dal professore, prima di strizzarle un occhio mentre il suo Thestral cominciava ad allontanarsi di nuovo dalla Tassorosso -Perché le hai messe, vero?-


    Reina Scott, IV anno, Serpeverde
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    Citati Daphne (cicì) e Hunter (cocò). Continuato ad accarezzare il Thestral per quasi tutto il tempo (e ha anche parlato con lui come tutte le persone normali), ha mangiato un altro pezzetto di ciccia perché poverina è deperita. Nominata Halley per vedere se riesce a sopravvivere da sola e poi Sky quando si è ferita.
    Salita sul Thestral senza volare. Citata Rose a più riprese e alla fine ha interagito con lei :occhioni:


    Edited by Reina Scott - 20/9/2022, 15:52
     
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    i'm sleeping
    Dare troppe attenzioni alle persone, come potete ben immaginare, può far girare la testa a coloro che possiedono un ego smisurato. Patetici. Lasciò correre, rispondere a quelle provocazioni non l’avrebbe portata da nessuna parte ed, in quel momento, il fulcro della sua attenzione risiedeva nel compito affidato dal professore: il Thestral. Anche se non lo poteva osservare, Halley, sentiva, ora, la sua presenza inspiegabilmente. Sapeva che il fatto di non avere la possibilità di vedere le creature, stava a significare che la vita, con lei, era stata, dopo tutto, magnanima. Certo, vissuta tra alti e bassi ma, comunque, sempre nei limiti della decenza. Alzò le spalle e cercò di non pensare alle esperienze affrontate dalla compagna che l’aveva aiutata ad arrivare sana e salva di fronte allo strano cavallo. Voltò lo sguardo verso il recinto degli Ippogrifi, chiedendosi come stesse andando a coloro che, la sorte, li aveva destinati a quelle creature delle quali, la Wheeler sapeva tutto. Aveva passato l’estate con la testa sui libri e, allo stesso tempo, aveva partecipato a una missione di pochi giorni, in compagnia del padre –con grande disappunto della madre-. Era stata un’esperienza davvero esilarante, interessante e divertente dal suo punto di vista. Insomma, un’avventura capace di orientarla, ulteriormente, verso quello che già pensava per il suo futuro. Poteva dirsi soddisfatta e abbastanza preparata ad affrontare il nuovo anno in quello che, per i suoi standard, poteva dirsi il migliore dei modi –o era ciò che sperava intensamente-. Per queste motivazioni, a livello teorico, non pensava di avere particolari problematiche, essendo a conoscenza della loro affabile indole. Erano il classico esempio che, spesso, le apparenze inducevano a madornali errori. Si voltò di scatto quando il professore riprese la Scott per aver assaporato la carne essiccata. Che cosa mai le sarebbe potuto succedere? Si trattava pur sempre di cibo e girava di aver visto la Serpeverde cibarsi di cose ben più tossiche, senza parlare dell’alcol che scorreva negli studenti la posto del sangue a livelli tali da esplosione del fegato. Un pezzetto di carne non l’avrebbe uccisa di certo ma, fino a prova contraria, il Signor O’Neill ne doveva sapere più di loro, giovani inetti senza esperienza, tranne Loki.
    Lui sembrava Merlino in terra dalle movenze che teneva all’interno di quello spazio. Pffffff. Esibizionista. Roteò gli occhi smeraldini e li riportò sul punto dove era certa che ci fosse ancora il suo obiettivo. “Reina! Mi sei stata di grande aiuto ma…” Interruppe la frase, alzando un dito, lentamente, per non rischiare di spaventare la povera bestiola, già sottoposta a un grande livello di stress. Non doveva essere piacevole, sopportare loro, giovani, desiderosi di imparare e così caotici nei loro movimenti. Normale. Non era una cosa di tutti i giorni entrare in contatto con meraviglie di quel calibro. “… servirà ancora uno sforzo, per capire se salgo nel modo giusto!” Volare. Lo step successivo sarebbe stato proprio quello e, la moretta, non era certa di essere pronta al cento per cento ad affrontare quell’ulteriore pericolo. Dopo la lezione di erbologia e pozioni, sembrava una specie di congiura. Avvelenamenti, confronti con creature alate dalle strane abitudini. Si ammutolì e si portò lì, dove, secondo i calcoli mentali che si era fatta, dove si trovava il dorso del Thestral, sussurrandogli parole con tono pacato e dolce, volendo metterlo a proprio agio, con la speranza che scattasse quell’empatia necessaria per instaurare il legame necessario per passare il resto di quell’ora in modo da non rischiare la morte. Lo accarezzò, delicatamente. Un leggero timore le provocò un brivido lungo la schiena ma, nello stesso tempo, respirò a pieni polmoni, cercando di allontanare i dubbi che la attanagliavano se fuggire dal suo dovere o continuare e lanciarsi in qualche cosa di nuovo ed emozionante. Doveva farcela. Lanciò un’occhiata preoccupata al suo navigatore e si concentrò. Stava andando bene? Che sarebbe accaduto? Nonostante fosse il suo sogno, in quel momento non aveva la benché minima idea di dove mettere le mani per non rischiare una qualsiasi reazione negativa da parte del suo compagno di avventura. “Vado bene, vero?” Domanda di circostanza perché aveva la sensazione di essere proprio sulla via giusta per il trionfo (o forse verso l’insuccesso colossale utile per perdere la faccia). Con la mano continuò ad accarezzare la porzione di manto e, piano piano, aggiunse anche l’altra per creare una connessione più significativa. “Ho paura di cadere!” Pensò ad alta voce. Se fosse precipitata? Che sarebbe successo? No. Valeva lo stesso principio delle lezioni precedenti: il professore sarebbe intervenuto, eventualmente, a salvare loro le chiappe, evitando frittate di studente sul suolo. Si trovava ancora in piedi, accanto al suo destriero “E se gli faccio male?” Chiese in direzione del professore. Halley non vantava neanche una statura così accentuata per salire abilmente in groppa e, quindi, si sarebbe dovuta arrangiare con le sue sole forze. Accdienti! “Non c’è uno sgabellino? No? Devo arrangiarmi? Perfetto!” Appariva nervosa e titubante sul da farsi ma, alla fine, si fece coraggio e, senza pensare alle conseguenze negative, fece un balzo, prima alzando una gamba e poi l’altra, elevandosi tanto quanto bastava per sistemarsi sulla groppa sulla groppa, in modo impacciato e rischiando di misurare con il sedere il terreno. Non accadde, fortunatamente. Strinse le mani sudaticce alla criniera del cavallo, saldamente così da essere sicura di non sbilanciarsi né da una parte, né dall’altra. Bizzarro. Essere lì sopra le sembrava così strano e fuori da ogni logica, fino a quel momento. Mai e poi mai avrebbe pensato di trovarsi protagonista di una situazione simile. Sorrise e, dentro di sé, si vantò di essere diventata amica di un Thestral. Che sciocchezza, dopo quel giorno, probabilmente, avrebbe odiato gli umani ancora di più del dovuto. Non smetteva di accarezzarlo. “Ti è piaciuto lo snack? Sembravi gradire. Hai messo fame anche a me.” Anche se avrebbe fatto, senza dubbio a meno di quell’assaggino aspettando però con ansia il pranzo per gustarsi le prelibatezze messe a disposizione dai tanto simpatici Elfi domestici. Tenne salda la presa e, con lo sguardo indugiò sul docente che, di lì a poco avrebbe dato il via all’inevitabile giro panoramico della porzione di cielo che sovrastava il recinto. Verso l’infinito e oltre, insomma. Quando ebbe finito il suo arduo compito, prima di spiccare il volo si assicurò che anche gli altri avessero raggiunto lo scopo e, proprio in quel momento, si accorse delle difficoltà di Rose ma, allo stesso tempo, si rese conto di non poterla aiutare in alcun modo ma, grazie al cielo, trovò Reina intenta a darle una mano.
    Pronta a partire. Accelerare a mezz’aria senza un mezzo di trasporto visibile, beh, le innalzò il livello d’ansia, fortunatamente che i Thestral non avevano alcun bisogno di essere “pilotati”. No, loro conoscevano già il tragitto che avrebbero dovuto affrontare. Almeno, secondo la teoria.



    Halley Wheeler, Grifondoro, IV anno.

    GRUPPO THESTRAL.

    Interagito con Reina. Si è lavorata il Thestral, accarezzandolo e sussurrando parole dolci per non spaventarlo e poi è salita sul Thestral dopo aver seguito le ultime dritte di Reina. Halley sta un po' in ansia e chiesto al Professore quale reazione possa avere il thestral al dolore. Infine si preoccupa per Rose ma non è nella posizione di aiutarla e ringrazia il cielo che lo faccia Reina. Pronta per VOLAREEEE.
     
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    Di tutte le cose che Axel avrebbe voluto fare quel giorno la stramaledetta lezione di Cura era proprio in fondo alla lista. Il suo umore era nero, di un nero così oscuro e totalizzante e lo era stato anche per i precedenti quindici giorni da quando... beh da quando quel coglione di Harris aveva deciso di essere troppo speciale per prendere l’anti-lupo e così facendo aveva finito per trasformarsi proprio con l’ultima persona che il Dragonov avrebbe voluto nei suoi pressi. Stupida, maledetta White che inutile come sempre era corsa piangente dall’amica a farsi parare il culo come avevano già dovuto fare all’inizio delle vacanze e maledetto quanto dannato era Harris per il suo ego del cazzo. La trasformazione era imminente, lo sapeva, lo aveva sentito farneticarne orgoglioso e pomposo in merito quando ancora si tolleravano in camera, come aveva potuto quindi, quella testa di cazzo, saltarne l’assunzione? LO SAPEVA! Aveva scelto deliberatamente di non farlo mettendo in pericolo chiunque lo circondasse e chi era finito per sotto? Skylee. La sua Skylee. Maledetto grandissimo figlio di puttana. Fosse stata la White, per lui, poteva anche sbranarsela, ma della Métis lo aveva già avvertito di girare largo in primis con la curiosità e in secondo luogo con le offese destinate alla Corvonero. Ma lui no, figurarsi, doveva fare lo spaccone come suo solito... Il Tuono Alato emise un gridò stridulo che costrinse il mannaro a retrocedere tappandosi le orecchie mentre il cielo sopra la tenuta andava scurendosi.
    «Voglio un sole splendente in cielo, non un temporale estivo, si concentri maggiormente!» Proferì il professore invitandolo successivamente a svuotare la mente dopo avergli anche chiesto la natura dei suoi turbamenti. “Certo e io li vengo a dire a te stronzo!” Pensò maggiormente astioso mentre si massaggiava l’esterno dell’orecchio ancora ferito dal grido dello stupido pennuto. «Tutto bene signorina Métis? Vuole andare in infermeria?» Métis? Skylee? Che diamine era successo? Axel si voltò di scatto saettando con lo sguardo gli altri recinti per cercarla finendo per trovarla ancora una volta in compagnia di quello stronzo di David. Non aveva proprio capito un cazzo di starle lontano, senza nemmeno accorgersene un nuovo ringhio basso e gutturale gli gonfiò il petto mentre in bocca il sapore metallico del sangue gli rese noto che si era innescata una trasformazione parziale. L’animale a lato cominciò ad agitarsi fendendo il terreno con la punta delle ali. Percepiva, il Tuono Alato, il pericolo e percepiva che quello non era un ragazzo come tutti gli altri presenti, percepiva che una bestia scalciava graffiando con le unghie e strappando con i denti dentro l’animo del bulgaro e lo rendeva inquieto. Avrebbe fatto qualche passo in direzione della Corvonero se essa non lo avesse pregato con i suoi gesti di non fare nulla, che stava bene. Ovviamente non le credeva e se ne sarebbe sbattuto altamente le palle partendo alla carica in sua direzione non fosse stato per il Tuono che aveva deciso di ingaggiare un attacco. Le ali dell’animale si spalancarono fendendo l’aria con forza e investendo il Serpeverde con una potente folata che costrinse Axel a ripararsi con gli avambracci mentre il vento lo smuoveva all'indietro. L'attacco improvviso rimandò indietro di colpo i canini. “Maledetto piccione del cazzo!
    Coprendosi con un braccio solo allungò verso il basso la mano dominante richiamando nel palmo la bacchetta che non sperava di usare ad una lezione innocua del genere. Povero stolto. Calmarsi non era decisamente storia. Il suo mood sarebbe stato ancora per molto tempo ben lontano dalla pace interiore checché il professore dicesse e tentasse di psicanalizzare le sue paturnie per cui, scelse per optare per un approccio stile vecchia scuola, Durmstrang, e fanculo anche alle smancerie sulla cura degli animali! «Vuoi giocare, giochiamo» replicò al nuovo verso dell’uccello. Cominciò a corrergli attorno schivando buona parte delle sue folate tentando qualche incantesimo. L’animale era un osso duro ma lui di più, o forse era semplicemente più testardo e testa di cazzo. Sfruttò il caos generale dell’animale per scattare con la velocità del lupo alle sue spalle. «Agguantamenti!» Scagliò centrando finalmente l’animale che si vide avvolto da funi invisibili che lo ingabbiarono. Axel scattò nuovamente e con un balzò finale piombò sul dorso della bestia. Il prof voleva un giretto? Benissimo! Tastò il dorso dell’animale cercando le funi semi invisibili e trattandolo come fosse un cavallo lo spronò con i talloni appiattendosi contro le piume della bestia. «Avanti stronzo» lo istigò liberandogli le ali a colpi di diffindo. Questi si scrollò tentando di liberarsi del mannaro aggrappato saldamente al suo collo e che non accennava a perdere la presa fino a che, con un nuovo colpo di talloni, il Tuono Alato non fu spinto ad aprire le grosse paia d’ali ai lati del bulgaro ed innalzarsi lentamente in cielo. Forse quella era la sua risposta, alla fine, se non si levava con le buone, il passeggero clandestino, lo avrebbe fatto con le cattive nel suo elemento: l’aria.
    Il Tuono si alzò quindi da terra ed Axel sbuffò euforico conscio che non avrebbe mai potuto attaccarlo con un lampo finché gli stava in groppa, doveva solo rimanerci, facile no? No. L’animale si sollevò oltre il limitare degli alberi della Foresta cominciando a dimenarsi in volteggi, giri mortali e capriole nel tentativo di levarsi di groppa il Serpeverde. «Non mollo piccione!» Non poté dire parole più sbagliate poiché dalle grosse nubi scure pesanti goccioloni cominciarono a cadere verso il suolo. Tirò le redini di corda e quando il gesto fu nullo tirò il manto piumato cercando di comandare l’animale a scendere verso il basso. Tutto inutile... come poteva fare? Semplicemente non poteva, bella merda.


    Axel Dragonov, VI anno, Serpeverde ~ Tuono Alato

    Citati David e Rose
    Interagito a distanza con Sky

    Vorrebbe andare a vedere cosa è successo a Sky (ma sempre danni devi fare?) ma il tuono alato non glielo permette così ingaggiano una sorta di gara a chi ce l'ha più grosso che finisce con Axel in sella al tuono che cerca di disarcionarlo in volo. Aperte le scommesse di quante ossa si romperà ✨
     
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46 replies since 2/9/2022, 07:30   1286 views
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