irrational thoughts.

with Freya.

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    Freya Estrid Riis | V | Serpeverde


    Senza-titolo-10
    Tutto quel discorso sulla paura dilagante stava prendendo una strana piega, Aiden usò confusione: fu superefficace. Freya corrucciò le sopracciglia cercando di seguire il filo del discorso in cui, prima, diceva che era tutta una coincidenza e non potevano essere sicuri che le due vicende accadute la notte della Vigilia di Natale fossero correlate e, in seguito, affermava che secondo un suo ragionamento lo erano di certo. C'era della logica dietro quella strana conversazione? Forse no, ma aveva abbandonato da un pezzo l'impresa di capire fino in fondo quello strano ragazzo che non faceva o diceva nulla che lei si sarebbe potuta aspettare. Aiden era una grande incognita vivente, con quella sua espressione impassibile che di poco cambiava, se non nulla, tra le varie situazioni che si trovava di fronte, intuire i suoi pensieri era pressoché impossibile e, capirlo, si sarebbe potuto rivelare un lavoro a tempo pieno non alla portata di tutti. Imprevedibile e misterioso ma, almeno, non risultava noioso. La noia, tuttavia, non era uno stato emotivo che la toccava in quel periodo. Al contrario, avrebbe tanto voluto che fosse così, avrebbe voluto potersi annoiare dalla troppa tranquillità e stabilità della sua vita ma, quei recenti avvenimenti, avevano spostato le sue sensazioni su ben altri binari, più caotici, più turbati, che mettevano in allerta tutti i suoi sensi più che sviluppati. Eppure continuava a mentire, fingendo una rilassatezza che non possedeva del tutto, con quella perpetua sensazione di minaccia sulle spalle che non se ne andava ma che, davanti alle altre persone, recitava di non avere. La menzogna era pante integrante della vita di chiunque e, come lei, anche Aiden ammise di servirsi di tale strumento. Onesto seppur, come al solito, non forniva ulteriori dettagli in merito all'argomento, lasciandolo cadere nel vuoto e spostando l'attenzione su altro che la fece sorridere “Nel caso lo diventassi non ti piacerei più?” non sapeva da dove derivasse tanta sfacciataggine, soprattutto da parte di un ragazzo che faceva dell'indifferenza e dell'imperscrutabilità le sue maggiori caratteristiche. La cosa la divertì abbastanza da lasciarsi andare ad una risatina prima di incrociare le braccia al petto ed inclinare la testa di lato, soppesando la figura del biondino che, quel giorno, aveva deciso di essere più strano del solito -Non lo so, non penso ti ci vedrei proprio nei panni del cattivo ragazzo- arricciò il naso immaginandolo in quelle vesti. Non era un ruolo per tutti, ci voleva una certa “aura”, se così si poteva definire. Una sorta di energia misteriosa e ammaliante, il fascino del male che da sempre imbrigliava le persone, la capacità di essere uno stronzo patentato, ma risultare comunque seducente. Aiden non l'aveva o, almeno, Freya non riusciva proprio a vederlo in quel modo. Ai suoi occhi rimaneva un ragazzo ingenuo che suscitava tenerezza a cui avrebbe tirato una guancia come si fa con i nipotini, da come studiava tutto come fosse la prima volta che lo vedesse, era più un bambino da tenere per mano e portare alla scoperta del mondo che non conosceva ancora, accompagnarlo a fare le sue prime esperienze. Il che non era un male, molte ragazze avrebbero apprezzato questo suo essere docile.
    Era strano, e lo dimostrava anche nel rapporto con il suo stesso animale davanti al quale non si era mai lasciato andare a gesti o frasi che non avrebbe mai fatto o detto davanti ad altri esseri umani. A lei era capitato di cambiarsi d'abito davanti a Vlad, portato di nascosto in camera sfruttando l'assenza delle sue compagne, così come si era ritrovata a lasciarsi andare ad esternazioni che non avrebbe ammesso ad anima viva, se l'indomani si fosse ritrovata a parlare con lui, non era sicura sarebbe stata al cento per cento a suo agio -Vedi? Non fai cose sconvenienti nemmeno davanti al tuo animaletto- allungò una mano approfittando del fatto che si fosse avvicinato e, come nulla fosse, si limitò a fargli pat-pat sulla spalla -Sei proprio un bravo ragazzo- sorrise ancora, convinta che una sua sua eventuale trasformazione in teppista da strada sarebbe stata troppo strana persino per lui -Ehi! Quando diventerai più pratico potresti anche chiederle cosa voleva da me quella volta!- non era chiaro perché la biscia del suo amico le si fosse avvicinata in Sala Comune, la sorpresa del sentirla strisciare attorno al suo polpaccio la ricordava bene, così come ricordava che il verde-argento le avesse detto che era un comportamento insolito per Lilith che, in genere, si teneva ben distante dalle altre persone. Quello era un mistero che avrebbero potuto risolvere.
    Ma tutto passò in secondo piano davanti alle parole successive di Walker. Rapido, approfittando di quegli attimi che la lasciarono interdetta, se lo ritrovò ad un passo dal viso a rivelarle sentimenti che non credeva lui provasse, almeno non per lei. Era convinta di quello che gli aveva risposto, Aiden di lei non sapeva quasi nulla. Sebbene avessero chiacchierato spesso, le loro conversazioni non erano mai state troppo personali, non conosceva tanti lati di lei, solo quelli che la brunetta gli aveva permesso di vedere, quelli che mostrava a tutti per mantenere la sua maschera davanti alla quasi totalità della popolazione, per cui come poteva essere così sicuro di ciò che provava? Ciò che lui diceva di provare, Freya era convinta fosse solo attrazione. Sincera, questo magari si, ma superficiale attrazione fisica. Lui non sapeva chi, o meglio cosa, lei era in realtà. Non conosceva il suo passato, non immaginava il suo futuro, persino certi aspetti caratteriali che lei stessa frenava e nascondeva. Se lei gli avesse mostrato ciò che nascondeva nella parte più recondita di lei, allora anche il modo in cui la stava osservando in quel momento, così lusinghiero per lei, sarebbe cambiato. Non sarebbe stato in grado di capirlo, tanto meno di accettarlo, e quell'attrazione si sarebbe trasformata in disgusto. Sussultò ritrovandoselo così vicino, e fece altrettanto quando avvertì la mano del ragazzo sul suo viso -Aiden..- per nulla a suo agio, poggiò il palmo della mano sul petto del ragazzo e lo spinse in dietro, non in modo brusco, ma quel tanto che le consentisse di riappropriarsi del proprio spazio -Io non..- capisco. Come potesse, lui, affermare di provare quelle cose con tanta sicurezza era, per lei, assurdo. Al di la dell'aspetto, che poteva piacere o meno, cosa sapevano l'uno dell'altra? Da una parte, quell'ingenuità la faceva sorridere, dall'altra la metteva in difficoltà -Mi dispiace, Aiden, ma io non provo le stesse cose- in realtà dubitava che le provasse lui stesso, sarebbe stato troppo assurdo, ma anche lei un tempo aveva scambiato un sentimento di affetto per qualcosa di ben più grande, solo perché era il massimo che potesse provare in quel momento. Allo stesso modo, era convinta che il biondino, di solito più asettico e insensibile alle emozioni, avesse preso lo stesso abbaglio non essendo abituato a sensazioni positive. Ma, questo, evitò di dirlo. Lo avrebbe compreso a suo tempo -Sei carino, sei un ragazzo simpatico, ma..- ma c'è già qualcun altro. Altra cosa che non disse, non sarebbe servito -Ho sempre pensato a te come ad un amico, e vorrei che rimanessimo così- Merlino se faceva schifo con quel tipo di discorsi. Di solito era più facile, i ragazzi a cui era abituata le chiedevano al massimo di uscire così che lei potesse rifiutare, ma Aiden, che faceva della stranezza il suo cavallo di battaglia, aveva optato per una dichiarazione in piena regola e lei non sapeva cosa volesse ottenere perché, di fatto, non le stava chiedendo nulla, limitandosi a togliersi di dosso quello che doveva essere un peso -Possiamo rimanere amici?- si diceva sempre così ma, la maggior parte delle volte, il disagio prendeva il sopravvento e si finiva per diventare degli estranei. Sarebbe stato un peccato.

     
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