irrational thoughts.

with Freya.

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  1. -RedFlag-
     
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    Freya Estrid Riis | V | Serpeverde


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    Non aveva mentito quando aveva detto d’essere rimasta sorpresa, eppure, quell’esternazione così innocente, detta da un soggetto come Aiden, l’aveva stupita ancor più che il suo gesto. L'aveva sempre visto come un soggetto distaccato, che preferiva osservare e capire invece di partecipare e provare sulla sua stessa pelle. Impacciato, poco abile nelle più normali interazioni tanto da farle credere di non avere alcuna esperienza nei rapporti umani, specialmente in quelli più intimi e, il modo repentino in cui si era avvicinato a lei, così inaspettato e strano, fu per lei solo una conferma di quelle che erano le sue congetture. Un cucciolo di foca innocente e inesperto, così lo vedeva, eppure non seppe cosa rispondere a quell'ammissione, davanti a quelle emozioni che diceva di non aver mai sentito prima. Il disagio di tutta la situazione che si era creata l'aveva lasciata interdetta, una novità per lei che credeva di avere sempre la risposta pronta e che ora, invece, si ritrovava a non saper cosa rispondere davanti a quel biondino che, secondo lei, non sapeva bene quello che stava dicendo. Sempre così asettico e macchinoso, non lo aveva mai visto in preda a vere emozioni, non lo aveva mai visto lasciarsi andare e, seppure quel giorno l'avesse colpita con quelle carezze, rimaneva dell'idea che fosse mosso più da pulsioni momentanee che da vere e proprie emozioni. Ma non era nella sua testa, quello rimaneva solo un suo pensiero che le impediva di dargli una risposta giusta. Non avrebbe neppure sputo cosa rispondere. Quelle carezze, quelle parole, erano le stesse che avrebbe voluto sentirsi dire, ma da un'altra persona. Gli fu grata per il cambio di argomento, così da distendere la tensione accumulata e parlare di altro di più allegro e meno pressante: omicidi.
    -Non sono convinta che i tutti i Grifondoro dicano di no per sembrare coraggiosi, alcuni mi sembrano così stupidi da pensarlo veramente- era vero, alcuni si fingevano spavaldi alla costante ricerca di complimenti ed ammirazione ma, altri, erano davvero così fuori di testa da non essere minimamente toccati dai recenti avvenimenti, quasi la cosa non li riguardasse o, ancora peggio, esaltati come se quella non fosse altro che una nuova avventura. Menti piccole e caratteri avventati, privi del più basilare istinto di sopravvivenza -Se cominciassero davvero ad esserci altri attacchi del genere vorrei proprio vedere se continuerebbero a fare i coraggiosi- quella era una paura reale. Non avevano la minima idea se l'omicidio dell'insegnante fosse stato mirato, casuale, o se era solo il primo di una lunga serie e, nonostante la presenza degli Auror dovesse essere un modo per scoraggiare l'assassino, o gli assassini, Freya non riusciva comunque a sentirsi sicura. In più, se a questi pensieri si aggiungeva quella sensazione di panico che l'assaliva ogni volta che si avvicinava la luna piena, quando si sentiva tutti gli occhi puntati contro, quando credeva che tutti fossero pronti a puntarle il dito contro per aver scoperto chi era in realtà, si poteva dire che quello non certo un bel periodo per la Serpeverde. Era tutto troppo. Prima o poi, ne era certa, sarebbe finita in infermeria con un mental breakdown. La testa si inclinò e gli occhi si puntarono sul ragazzo che le stava di fronte, stupita dalle parole di lui, cominciando a chiedersi se non fosse un mago sensitivo o un legilimens
    -Ma io non ho mai detto che le due cose fossero collegate- anzi, lei proprio non aveva nominato la fuga da Azkaban avvenuta la stessa sera dell'omicidio della professoressa di Divinazione. Tuttavia lo aveva pensato, che Aiden avesse poteri nascosti? -Non mi interessa se le due cose siano collegate o meno, mi preoccupa solo il fatto che potrebbero esserci altre morti- in particolare, era preoccupata di poter essere una vittima casuale, tanto quanto lo fosse stata anche solo una delle persone a cui teneva tra quelle quattro mura. Alle evasioni ci avrebbe pensato in seguito, quando e se ci fosse stato un seguito, o forse una volta terminata la scuola dato che, com'era in programma, aveva tutte le intenzioni di abbandonare la Norvegia per trovarsi una casa e fuggire dal controllo dei suoi genitori. Il pensiero che dei pazzi si aggirassero fuori dalla sua futura dimora la convinceva, ancora di più, che fosse il caso di cercare dei coinquilini. Aveva un paio di nomi in mente, valeva la pena tentare di convincerne almeno uno.
    Alcune verità erano qualcosa di pericolo o di prezioso e, in entrambi i casi, andavano protetta anche al costo di mentire e negare l'evidenza. Per quanto la menzogna non era qualcosa che la verde-argento apprezzasse, era conscia che non si potesse fare altrimenti in alcuni casi e, riteneva, era diventata bravina a farne uso -E su cosa menti?- chiese curiosa al biondino. Difficile immaginare che conoscesse qualcosa come l'empatia, che mentisse agli altri per non ferirli o cose del genere, quindi perché mentiva? Lo osservò curiosa e divertita, accarezzando distrattamente la schiena di Vlad, ancora appeso a testa in giù dal ramo al fianco della padrona -Non starai diventando anche tu un mezzo teppista?- sollevò un sopracciglio, un ghigno si dipinse sul suo volto immaginandolo a capo di una sua versione della gang del bosco. Tutto si sarebbe potuta aspettare da lui, tranne che diventasse qualcuno di crudele o folle abbastanza da fare veri e propri danni. Doveva essere bello poter parlare con il proprio famiglio, capirlo e ricevere delle risposte, privilegio che Aiden sembrava avere essendo lui un rettilofono -Mi insegnerai qualche parola? Così potrei salutare Lilith la prossima volta che la vedrò!- le piaceva quella piccola biscia, curiosa quanto lei ma dal carattere spigoloso. Era evidente che fosse affezionata al ragazzo, a tratti le era parsa gelosa, ma immaginò fosse normale visto quanto speciale si era rivelato quel rapporto -Non sono un po' strane le cose con lei, ora? Voglio dire, chissà quante cose strane avrai fatto davanti a lei senza darci troppo peso- quelle cose che facevano un po' tutti in realtà, non trovandosi a disagio davanti al proprio animale da compagnia ma che, ora, per Walker avevano tutta un'altra considerazione -Tipo cambiarti davanti a lei, portartela in bagno quando ti fai la doccia o.. altro- trattenne una risatina infantile -É cambiato il tuo modo di comportarti con lei, ora?- era interessante immaginare come la dinamica tra i due potesse essere cambiata ora che poteva avere con lei delle conversazioni, seppur brevi, ma che sarebbero aumentate con la pratica. Così come, le dinamiche, stavano cambiando tra gli stessi Freya ed Aiden
    “Studiandoti ho capito che mi piaci” per la seconda volta il ragazzo riuscì a lasciarla di stucco, boccheggiante, senza saper bene cosa dire. Di nuovo, le stesse parole che avrebbe voluto sentirsi dire ma, ancora una volta, dalla persona sbagliata. Era forse una dichiarazione in piena regola? Così sembrava, ma non le stava chiedendo nulla, né di uscire, né di sapere se lei ricambiasse. Ma Freya non poteva ricambiare, la sua testa era altrove già da parecchio tempo. Eppure si ritrovò a pensarci. Con un ragazzo come Aiden le cose sarebbero state più facili, strane e bizzarre di sicuro, ma più semplici. Sembrava un ragazzo dolce, con la sua innocenza disarmante quando diceva qualunque cosa, forse con lui il rischio di rimanere ferita sarebbe stato inferiore, ma non poteva fingere un sentimento che non era reale, così come non credeva fosse reale quell'affetto che dichiarava di provare
    -Aiden..- sospirò sconsolata senza saper bene da dove cominciare -Come.. come puoi dirlo? Mi conosci appena, tu non sai.. davvero tante cose- aveva sempre dubitato di chiunque le avesse mai detto qualcosa del genere, era difficile credere che qualcuno avrebbe mai potuto apprezzarla per quella che era, troppo segnata dalle cicatrici emotive che i suoi genitori le avevano inflitto senza che lei nemmeno se ne rendesse conto. Tante volte si era guardata allo specchio, faticando lei per prima ad accettare la sua condizione, come avrebbe mai potuto farlo qualcun altro? Tuttavia Aiden non lo sapeva, quel suo segreto rimaneva ancora tale e, forse, così sarebbe rimasto, e allora cosa lo aveva spinto ad una tale dichiarazione? -Sei sicuro non ti piaccia solo la mia faccia?- sorrise cercando di stemperare quel momento, limitandosi a ritirarsi nell'oscurità di quella sua paura di non poter trovare qualcuno in grado di andare oltre la metà mannara che faceva parte di lei, figlia dell'indifferenza e del rifiuto che l'avevano cresciuta.



    Edited by -RedFlag- - 26/3/2024, 16:07
     
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