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.Daphne era completamente a suo agio con la schiena poggiata contro il petto di Hunter e le sue dita che, delicatamente, le sfioravano il braccio. Era la prima volta che era così in intimità con un ragazzo, tanto da trovare strana la mancanza di un contatto, seppur minimo, tra loro. Per questo, non appena l'aveva visto, non aveva esitato nel baciarlo o nel toccarlo perché, per lei, era diventata un' abitudine. Le sarebbe piaciuto rimanere un altro po' in quella posizione, ma dopo la dichiarazione plateale per Mars e i commenti non richiesti di Aaron, non era stato possibile, così aveva deciso di bere uno dei drink serviti dalla barista con il rischio di incorrere in qualche strano effetto collaterale. L'alcol le bruciò la gola e il sapore di lime e ortica le invase la bocca, facendole storcere il nasso. Decisamente troppo forte per i suoi gusti.
Non le sfuggì l'espressione confusa di Hunter al suo particolare scambio di battute con il grifondoro, e infatti, non appena se ne andò, le chiese cos'avesse da farsi perdonare. Si voltò, pronta a rispondere, ma non appena i suoi occhi si posarono sul suo viso iniziò a confessargli una serie di cose che avrebbe preferito tenere per sé. «Come se vedessi solo me.» Sentiva i suoi addosso a lezione, in biblioteca, in Sala Grande. I loro sguardi si erano spesso incrociati, forse perché entrambi si cercavano tra la folla per stabilire un contatto e avere l'impressione di essere vicini anche se lontani. Da quando si erano ritrovati dopo mesi di assenza, avevano sviluppato questo bisogno di accertarsi che l'altra persona fosse lì, che non scappasse. Lui non lo aveva mai fatto, ma Daphne sì, aveva questa tendenza. Si avvicinò ancor di più a lui, tanto che le loro labbra si sfiorarono. A quel punto, si protese in avanti e gli diede un casto bacio, sorridendogli timidamente. Quel drink l'aveva resa fin troppo espansiva, anche se glielo avrebbe dato lo stesso se si fosse presentata l'occasione dato che ormai erano usciti allo scoperto. Quello che non avrebbe mai fatto, però, era dirgli dei sogni che aveva fatto in estate. Sperò che si aprisse una voragine nel terreno che la inghiottisse, stava morendo dalla vergogna. «Non ascoltarmi.» Nascose il viso nell' incavo del suo collo, era troppo imbarazzata per guardarlo in faccia. Nel suo campo visivo, però, entrò la rossa che, da tempo, gli ronzava sempre intorno. Il suo nome era Emily e, a detta sua, non c'era nulla di cui preoccuparsi, però a lei dava fastidio il modo di fare di quella ragazza perché era palese che stesse testando il terreno. Poteva anche non essersene accorto, i maschi di rado lo fanno, ma lei aveva una vaga idea di quelle che potevano essere le sue intenzioni. «Ha una cotta per te, si vede lontano un miglio e poi lo so.» Aveva parlato di questo con una sua amica, assicurandosi che Daphne la sentisse, quindi non aveva alcun dubbio a riguardo. Normalmente avrebbe affrontato la cosa in maniera differente, però quel drink le aveva fatto venire voglia di salire sul palco per fare una dichiarazione in grande stile come quella di poco fa. Hunter la fermò a metà strada, prendendole il viso tra le mani in modo tale che la sua attenzione fosse tutta per lui. «Dovresti ridere più spesso.» Ancora, non era riuscita a trattenersi dal dirgli ciò che pensava, quando sarebbe finito l'effetto di quel drink? Nella sua testa quella festa sarebbe dovuta andare in tutt'altro modo, odiava fare le cose contro la sua volontà e quella bevanda del cavolo la stava obbligando a esporsi più di quanto avesse voluto, però lo stava facendo con Hunter, quindi le era andata bene. Si fidava di lui. « Non mi basta, voglio che tutte sappiano che non sei più disponibile quindi se non ti dispiace...» Gli sorrise prima di fuggire alla sua presa per andare finalmente su quel palco, se l'era messo in testa, ma venne fermata da un altra persona che la trascinò al centro della pista. Guardò Aaron stranita quando si tolse la maglietta e la usò per avvicinarla a lui, prima di gettarla tra la folla e iniziare a muoversi in modo provocatorio contro di lei, toccandole la schiena, scendendo lungo i fianchi con le mani e con il viso a poca distanza dal suo. Ma che diamine gli era preso? Che cavolo stava facendo? Si irrigidì completamente, cercando di controllare la rabbia che lentamente saliva. Quando twerkò contro di lei, si gelò completamente sul posto. Era a disagio. L'aveva messa in una situazione scomoda, imbarazzante e al limite del ridicolo davanti all'intera scuola, senza chiederle cosa ne pensasse in merito. Non le piaceva stare al centro dell'attenzione, soprattutto in quel modo e lui ce l'aveva portata. Inoltre, Daphne aveva ricevuto un'educazione ben precisa: doveva risultare impeccabile ed elegante in qualsiasi occasione e ci teneva a farlo perché era stata sua nonna ad insegnarglielo e con quello show in atto credeva di averla delusa. Il suo viso era una maschera di indifferenza, gli occhi azzurri lo fissavano privi di qualsiasi emozione e la freddezza con cui lo lo allontanò, in maniera quasi meccanica, non lasciavano presagire nulla di buono. Aveva superato il limite. Fece quattro passi indietro, mettendo la giusta distanza, ed estrasse la bacchetta. Non poteva esagerare, erano in pubblico, e lei era un prefetto, non poteva macchiare la sua reputazione e poi, in passato, erano stati amici e questo la trattenne dall'essere crudele, ma fargliela passare liscia era fuori questione. «Ti sei divertito?» Sorrise fredda, ignorando persino la canzone che aveva fatto da sottofondo al loro bacio, anni fa. Aaron sembrava aver ricordato quel momento, ma non aveva importanza. Aveva fatto quello spettacolo per colpa dell'alcol, di un incantesimo o per divertire la gente? Non le andava di razionalizzare la cosa, non quando le aveva fatto letteralmente saltare i nervi. «Levicorpus.» Lo appese per le caviglie come un salame, ma se credeva che avesse finito si sbagliava di grosso. L'aveva fatta incazzare, cosa che succedeva di rado, e c'era un motivo del perché cercava di controllarsi ogni volta: diventava vendicativa come sua madre. «Furnunculus.» Grosse bolle di pus gli uscirono sul suo bel visino, adesso si che andava bene. Posò la bacchetta e si avvicinò ad Aaron guardandolo dall'alto, perfettamente controllata in ogni suo movimento. «Stavolta hai davvero esagerato, odio queste cose.» Sussurrò in modo tale che potesse sentirla solo lui. Non aggiunse altro, poi si rivolse alla folla di persone che la stavano guardando e sorride cordiale. «Ha perso una scommessa, qualcuno vuole aiutarlo? Io ho vinto quindi non posso.» Addolcì lo sguardo, fingendo innocenza. Riusciva a mentire molto bene quando voleva, in quello aveva preso da sua madre. Nessuno doveva sapere che quella era stata una vendetta personale tranne le persone coinvolte. Quando vide qualcuno proporsi gli sorrise. «Ti ringrazio.» Poi prese a cercare Hunter tra la folla e quando lo vide sgranò leggermente gli occhi per il modo in cui la stava fissando: Non era per nulla contento dello spettacolo a cui aveva appena assistito e non lo biasimava per questo, se fosse successo il contrario si sarebbe infastidita non poco. Andò verso di lui, gli doveva una spiegazione.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Hunter e Aaron. Sta per salire sul palco ma Hunter la ferma, fugge per provarci di nuovo ma Aaron la porta al centro della pista e la usa come palo ( la player approva, la pg no c.c) e Daphne si arrabbia. A quel punto lo tortura ( sks Aaron è stata cattiva) e poi si finge innocente. Alla fine incrocia lo sguardo di Hunter.
P.s se qualcuno vuole aiutare Aaron 😱
Edited by Daphne. - 2/3/2023, 20:31. -
.Marcel Anhalt-Dessau | III | RavenclawRaggiunto il bancone, Marcel si poggiò con nonchalance sul suo bordo, rivolgendo un sorriso ammiccante alla persona dietro al bancone, prima di ordinare un drink per sé stesso.
In quel posto aveva alcune assurde – e francamente ridicole – regole circa il bere, il ché contribuiva all’antipatia di Marcel per quello specifico locale. Quello e il fatto che fosse relativamente spesso frequentato dagli studenti, cosa che trovava alquanto fastidiosa, non gli piaceva neanche un po’ interagire con i suoi coetanei. Scoparci? Perché no, ma altro? Neanche per sogno. Non era tipo da amici o cose simili, da compagni forse, ma non da amici, non c’era in lui quella spinta agli altri. Aveva sua sorella e in quel senso era più che soddisfatto.
Aveva persone con cui passare un po’ di tempo ogni tanto, certo, magari scopando, anche meglio, ma un amico per lui era altro, per lui un "amico" doveva essere qualcosa di diverso e francamente sconosciuto.
La verità era che per provare amicizia si deve avere un cuore, qualcosa che batta, che muova il sangue e lo spirito, occorre essere vivi. Io era morto da un po’ a quel punto, forse lo ero sempre stato, forse ero morto solo pochi anni prima, non lo so, non lo sapevo allora e non lo so ora.
Ero una cosa cinica, cronicamente distaccato da me stesso, incapace di provare qualcosa di profondo, non mancavo di nulla se non delle cose più importanti. Non desideravo nulla, non desideravo quello che potevo avere e neanche quello che non potevo. Volere era, nella sua passività, lo sfogo di un’anima attiva e io non ne avevo una. Esistevo solo perché non ero morto e non ero morto solo perché non desideravo neanche di morire.
Quello che credevo di volere - ed erano poche cose e mai buone - cercavo di prendermelo nei modi peggiori, solitamente distruggendo gli altri, più spesso me stesso. Non sceglievo mai di guarire, ero troppo testardo, sceglievo invece un’autodistruzione costante e venata di crudele ironia, senza mai imparare niente dai miei errori.
Ed ero crudele. Non sempre, beninteso, ma a volte passavo la soglia della malignità per darmi a una crudeltà priva di cattiveria, volevo solo distruggere ed essere distrutto, nulla di più, nulla di meno. Ero il gatto ed ero il topo, era insito nella mia natura.
E oggi, con la consapevolezza che non sarò mai altro da me stesso, che sarò per sempre giovane, vorrei svegliarmi e provare, per la prima volta, un fremito d’innocenza.
Non si accorse neanche di Barnes al bancone, non provava alcun interesse per quel tizio al di fuori di una lieve antipatia dovuta al resoconto di Jae dei fatti avvenuti tra i tre serpescemi e il vicestronzo. Al di fuori di Jae, Marcel non poteva certo dire di provare alcuna simpatia per nessuno dei tre, soprattutto per il vicestronzo, ma non era neanche un sentimento tanto forte da rendere Barnes degno di nota in una stanza affollata. Il ragazzo si limitava a esistere ai limiti del suo campo visivo, come un quadro leggermente storto: non lo notavi quasi mai, ma quando lo facevi era fastidioso, ma non abbastanza da volerlo correggere.
Non lo avrebbe notato, complice anche il drink che gli venne passato proprio in quel momento, se l’altro non gli si fosse buttato addosso.
Marcel lo osservò con rabbia e sorpresa spuntando un “Che cazzo?!” mentre il drink gli sfuggiva di mano, riversandosi sul bancone e sul pavimento già lurido.
Il lussemburghese gli afferrò i polsi con le mani, stringendolo con forza, imbrigliandolo con forza pari a quella dello stesso serpeverde.
“Hai battuto la testa?” ribatté con disgusto per l’altro, scoprendo i denti come in risposta al ringhio dell’altro, gli occhi chiari che si incupivano per la rabbia e il disprezzo per l’altro.
Prima che avesse il tempo di dire altro – o ancora meglio, di dargli una meritata testata – l’altro lo baciò con violenza.
La sorpresa durò per un istante, prima che una risata crudele scuotesse le spalle pallide e scoperte del lussemburghese. Ecco che problema ha!
Le voci attorno a lui non le sentì neppure, non era interessato, si limitò invece a fare l’unica cosa sensata: rispondere al bacio con altrettanta aggressività, la lingua che si spingeva con violenza tra le labbra dell’altro, i denti che trovavano la carne morbida del labbro. Sporco e disgustoso, ecco cos’era quella parodia di un bacio.
Si staccò alla fine con violenza, i denti che si stringevano, stavolta con più forza, un’ultima volta sul labbro morbido di Barnes, prima di allontanarsi.
“Barnes, non ti hanno mai insegnato la buona educazione?” sputò, la voce colma di veleno e divertimento crudele, l’arroganza che gli macchiava la voce altrimenti piacevole “Quelli come te per il cazzo devono implorare in ginocchio.”SPOILER (clicca per visualizzare)Va al bancone per prendersi un drink ma viene afferrato e baciato da Harry risponde al bacio e poi interagisce con lui. -
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Axel (sorry love), Marcel e Harry. Ha insultato un pochino ax per il suo comportamento e ha cercato di cancellare il video, poor piccolina, non sa che si recuperano dal cestino. Ha poi raggiunto marcel è ha fatto un monologo di scuse per poi andare verso il bagno certa che il boyfriendo di Harry la seguirà per vedere come sta il suo boy, povera illusa ancora una volta? Po' esse. In bagno ha visto Harry ferito e ha tentato di medicargli la ferita da brava crocerossina smemorata, ocio o ti impalo .
Godetevi gli ultimi giri che tra poco comincia il quiddpong, sì questa è una minaccia .. -
.Marcel Anhalt-Dessau | III | RavenclawAt times, I get a little cruel
Non c’era davvero molto da dire, ancora meno da immaginare, solo cose da stringere e da divorare, in un desiderio sporco e privo di piacere – come un dovere, come una maledizione – e quello era stato il bacio tra loro.
Non gli importava neanche di cosa fosse saltato nel cervello di Barnes, non gli frega un cazzo di niente, quella sera meno di ogni altra sera, Marcel non si sentiva in vena di gentilezze e domande, non per qualcuno di inutile e disgustoso come Barnes comunque.
“Tra troie ci riconosciamo, no, Barnes?” rispose seccamente, il capo che si inclinava appena, osservando in quel modo obliquo in cui si osservano le cose insoddisfacenti ma al contempo lasciandogli spazio di muoversi sul suo collo.
Non era, Marcel, il tipo di uomo che si tirava indietro solo perché il potenziale partner lo disgustava.
Chissà se lui lo vedesse, pensò per l’ennesima volta con maligna soddisfazione, la mente che rimetteva insieme i tratti duri e austeri di un uomo che non era lì. Quello lo eccitò quanto l’erezione dell’altro ragazzo contro la sua, forse persino di più, una mano che saliva a stringersi e tirare i capelli di Barnes.
Oh, ma non erano di Barnes i riccioli neri nella sua mente, no, ma per quella sera andava bene. Andavano sempre bene per grattare quel prurito, per piegarsi a quelle scopate che si consumavano al confine tra corpo e mente, tra realtà e proiezione, tra odio e desiderio.
“Parli troppo.” Lo rimbeccò Marcel di fronte al suo sfoggio di inutile e ridicola virilità, limitandosi a usare la mano tra i suoi capelli per spingerlo con più forza verso il suo collo, i fianchi che si muovevano ad aumentare la frizione tra loro.
Ma com’era iniziato, con violenza e senza senso, quel contatto finì, lasciando che l’aria gelida – se così si poteva dire – tornasse tra i loro corpi.
Un sorrisetto crudele si dipinse sul volto di Marcel di fronte all’espressione addolorata e umiliata, ma ancora eccitata, di Harry. Povero coglione.
Lo osservò sparire con aria annoiata, chiedendosi brevemente fin dove era disposto a spingersi solo per umiliare quel coglione. Ho infilato il cazzo in posti peggiori alla fine.
L’avrebbe fatto, guadagnandosi con ogni probabilità la seconda scopata nei bagni della serata, ma per qualche motivo una testa bionda e familiare decise di impicciarsi.
In passato Marcel non era stato troppo sgradevole con Skylee, ma quella sera, oh, quella sera, non era dell’umore per contenersi. Non quando la ragazza sembrava essere diventata fondamentalmente cretina.
“Ohi, sei diventata rincoglionita di botto o cosa?” le chiese con ben poca gentilezza di fronte alle parole di questa. Non aveva la voglia, o la pazienza, di avere a che fare con la sua apparente deficienza mentale du jour.
Non la seguì, per un momento mandò mentalmente a fanculo entrambi, e limitandosi a tirare fuori dalla tasca il proprio cellulare per mandare una breve ma significativa serie messaggi a Jae.
Lol, bro, indovino chi sono limonato? Barnes.
E’ diventato coglione tutto de botto
Dovrei sbatterglielo nel culo per te anche per te?
La risposta fu virtualmente immediata.
Wtf?!? E me lo chiedi pure? Fammi pure il filmato mentre viene sotto i tuoi colpi, tigre!
Rise piano a quelle parole, prima di rimettersi il cellulare in tasca.
Fatto quello si diresse alla fine in direzione dei suddetti bagni, dove apparentemente stava ancora l’adorabile duo.
Si richiuse quindi la porta alle spalle con un tonfo e l’aria greve, priva anche del sorriso piglio ironicamente arrogante.
“Hey, principessa” esordì “Fuori dai coglioni. Io e rizzacazzi qui abbiamo una questione da chiudere.” E nel dirlo rivolse a Harry il suo migliore – peggiore? – sorriso da stronzo.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce prima con Harry e poi con Sky, poi manda dei messaggi a Jae e insegue entrambi in bagno dove interagisce di nuovo con entrambi. Fortunatamente non ha notato nulla del video o di Sky che lo cancella o la avrebbe odiata per sempre
Edited by Marcel N. - 3/3/2023, 02:04. -
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Edited by Barnes is our king. - 3/3/2023, 19:02. -
.Non me ne ero mai accorto, non mi aveva mai fatto notare prima di adesso il modo particolare in cui la guardo. Eppure appena lo dice, penso che abbia perfettamente senso - in effetti, è così - quando la guardo, quando le parlo, sono totalmente concentrato su di lei e non solo, sembra che abbia lo strano e pericoloso potere di attirarmi anche a distanza ovunque si trovi. Mi interesso a lei come se fosse davvero la materia di studio più intrigante che possa esistere e anche adesso, in maniera del tutto spontanea, lo ammetto probabilmente non perfettamente conscio del vero significato che potrebbero avere le mie parole. Non mi sento in me quando ciò che penso non si sofferma qualche istante nella mia testa prima di uscirmi di bocca, eppure non sono frustrato, mi va bene così. Sento che se rimuginassi di più sulla cosa, ne rovinerei l'essenza. Quindi lascio che lei mi distragga, la sua voce, il suo aspetto, le sue parole che iniziano a suonare un po' troppo strane da attribuire a Daphne - è un po' difficile non ascoltarti quando dici cose così interessanti - lei non lo saprà mai, ma ringrazio tacitamente qualunque fosse l'intruglio che ha ingerito per avermi concesso questa occasione più unica che rara. Sadismo, curiosità forse? Magari entrambe? Chissà, neanche importa, ma è divertente scoprirla strato dopo strato in vesti sempre più inedite. Ho sempre amato le scoperte, di qualunque genere esse fossero, solo che nel novantanove per centro dei casi, ad un certo punto, decidevo che non c'era più niente da scoprire. Così accantonavo l'oggetto del mio interesse non ritendendolo più degno di attenzione. In sintesi, subentrava un prepotente senso di noia... che tuttavia mi sembra impossibile pensare di provare con la serpeverde. Magari è per questo se con lei sorrido più del solito, se inizio a scoprire questa parte di me. Sento chiaro e forte l'eco in lontananza della voce di mia sorella che concorderebbe appieno con l'affermazione di Daphne; sembra che entrambe siano stupite dal vedermi sorridente ogni volta che lo faccio. Comunque non rispondo chiedendomi come sia possibile sorridere più spesso quando spesso neanche mi interesso a ciò che accade intorno a me. Tuttavia, penso che lei avrà altre occasioni di vedermi così.
- Cosa? - per me è una rivelazione: il dubbio che la grifondoro potesse avere una cotta per me, non mi ha nemmeno mai sfiorato il cervello. Ad ogni modo, questa consapevolezza non cambia nulla - ah, beh - voltandomi istintivamente verso l'oggetto della nostra discussione, faccio delle spallucce noncuranti - forse dovrei chiederglielo - sì lo ammetto, me ne sto approfittando, mi sto approfittando dell'improvvisa espansività di Daphne per fare qualcosa di diverso, che ne so, giocare un po' per esempio. Il corpo però mi tradisce, l'attiro a me senza poter nascondere ciò che penso davvero, è scritto a caratteri cubitali sulla mia faccia. La mia attenzione è già tutta riservata ad una persona in particolare, non ho la voglia di focalizzarmi nè l'interesse su altre. E mi piace la sua...gelosia. Questo spirito di possesso che somiglia tanto al mio. Eppure ricordo che avesse affermato di non esserlo, questa è un'altra bellissima novità che però non posso indagare maggiormente, devo fermarla dal fare gesti plateali - gliel'ho dirà personalmente e- ehi! - non mi permette di finire la frase, sfugge dalla mia presa e in un secondo la perdo venendo mezzo travolto dalla folla del locale. Le musiche intermittenti e il casino generato dalla musica non mi aiutano di certo, non so se riesce a vedere la mia mano mentre la agito a caso sopra le teste della gente o se riesce anche solo flebilmente a sentire che la chiamo. Mi basta poco per darmi una risposta da solo: no, evidentemente non mi sente. Temo che la prossima volta che la rivedrò sarà su quel palco, esattamente come Grace poco fa... non può accadere, devo recuperarla. Posso solo avanzare usando il palco come punto di riferimento, scanso un paio di persone e solo averne spinte di lato un paio individuo a testa bionda che pare essere la sua ma ho bisogno di faticare ancora un po' per poterlo verificare. Alla fine la folla si rivela utile: ricevo uno spintone da dietro che mi permette di avanzare un po' e confermare i miei dubbi. Si tratta di Daphne. Ma è con quel tipo. Mi ci vuole un attimo per mettere a fuoco non solo la scena, ma anche le sensazioni che sto provando. Perchè cazzo le sta così vicino? Perchè poi è senza maglietta? Merda, cos'è, un esibizonista? Fastidio, un fastidio implacabile mi scorre su per la schiena restituendomi la sensazione di un brivido. Un impeto quasi, un qualcosa che muove tanto il mio istinto da dovermi sforzare di trattenerlo stringendo i pugni e serrando i denti. Non mi piace che la tocchi, non mi piace che prenda tutta questa confidenza, non sono disposta a vederla così con qualcun altro, nessun altro che non sia io. L'unica ragione per cui la mano destra si rilassa, è per andare a cercare la bacchetta e fare cosa, ancora non lo so bene, qualsiasi, anche farlo saltare in aria rientra fra le opzioni, ma per fortuna prima che io possa fare qualsiasi cosa di incredibilmente stupido, il mio buonsenso riesce a farmi cambiare rotta optando invece per un - depulso - bisbigliato a denti stretti. Il mio desiderio di separarli si concretizza in quell'incantesimo che nel panico generale potrebbe aver capito da dove proviene, oppure no, ma in entrambi i casi poco mi importa. Non intendevo assistere a quella scena penosa un solo attimo in più. C'è più confidenza di quanto credo fra i due? Sono i gesti di un povero scemo che alzato troppo il gomito? Qualunque sia la spiegazione, non giustifica il gesto che palesemente non viene apprezzato da Daphne. Di fronte alla sua reazione, il mio incantesimo sembra il tentativo idiota di un bambino di voler allontanare un'altra persona da una sua proprietà. Ero preoccupato, preoccupato di come lei avrebbe reagito... ma a quanto pare, non c'era niente di cui preoccuparsi. Avanzo ancora mentre il ragazzo pende a testa in giù come a voler vedere meglio quello che Daphne sta facendo. Non l'ho mai vista così incazzata da quando la conosco e nonostante metta su una faccia serena per evitare di attirare ulteriormente l'attenzione, vedo soltanto quanto avrebbe voluto distruggerlo anche più brutalmente se fosse possibile. Lo guardo negli occhi, lo scemo, nei suoi occhi rovesciati sotto sopra che spuntano fra un brufolo e l'altro. Faccio scattare in alto le sopracciglia con soddisfazione sussurrando poi qualcosa che spero riesca a percepire anche solo leggendo il labiale, se ne è capace - hai scherzato con la ragazza sbagliata - tutto il mio disappunto è più che palese e non faccio neanche nulla per celarlo. Solo adesso i nostri occhi si incrociano, i miei e quelli di Daphne. Non riesco a sorriderle, mi dispiace, ma non ci riesco minimamente, anzi, mi irrigidisco ancora di più se possibile lasciando trapelare la sensazione che predomina adesso in me: fastidio.
Non è da me, merda, non è da me farmi dominare così dalle sensazioni. Non è da me reagire in questo modo ostentando espressioni infastidite che voglio che noti. Forse mi sto trasformando in un idiota, ma forse sono ancora in tempo per rimediare. Alla prima occasione utile, allungo un braccio per stringerle la mano fermamente e trascinarla via dal locale, verso un luogo dove potrò sentire tutto ciò che avrò da dire. Deve avere qualcosa da dirmi, una spiegazione, un collante che metta insieme i pezzi e che rimetta insieme anche la mia ragione, dannazione.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito direttamete con Daphne.
Ha lanciato ad Aaron un flebile depulso per staccarlo da Daphne prima che lei lo conciasse per le feste. Considerata la folla, potresti esserti accorta o meno che l'incantesimo l'ha lanciato Hunter, fai pure tu!
Adesso sei ufficialmente nella sua lista nera
Uscito trascinandosi dietro Daphne che adesso deve delle spiegazioni ad un Hunter alquanto incazzato.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito direttamente con Skylee, Harry e Marcel se in grado di intendere e volere.
Rimane interdetto da smemo-Sky e le risponde a tono mentre matura l'idea che il suo modo di porsi sia a causa dei drink del locale. Un paio di maledizioni e KTM rivolti al locale. Cerca Sky tra la folla e interroga i passanti su dove possa essere finita (chiunque volesse potrebbe prendere questo spunto d'interazione e farlo suo) e successivamente segue la Métis nei bagni dove trova la scena del crimine(?). Lì trova Harry darle di santa ragione a Marcel con Sky fin troppo vicina ai due che si picchiano. Decide d'intervenire per proteggere Sky e si avventa su Harry fondamentalmente levandolo di dosso a Marcel per sbatterlo sulla parete opposta dove lo tiene inchiodato. Intima quindi a Sky di portare via Marcel nel caso fosse in grado di camminare.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Harry, Axel e Marcel.
Edited by Skylee. - 8/3/2023, 18:17. -
.San Vale Who?Dorothea L. Lovecraft«A thing on beauty I know We'll never fade away»Era infastidita oltre ogni misura, quella sarebbe dovuta essere una serata per lei ed Alexander ma quest'ultimo ovviamente non c'era. E al Wonderland come ci sarebbe dovuta andare? Da sola?
Aveva preso la prima cosa che aveva trovato nell'armadio, un abito colorato a stampe floreali, per poi andare al Wonderland accompagnata da suo zio Eddie e la sua squadra. Non era così che avrebbe voluto passare quella sera, avrebbe voluto dedicarla a se stessa e al marito ma alla fine aveva dovuto optare per un'uscita con il capo del suo Hidalgo.
«Almeno qualcuno ha avuto voglia di accompagnarmi.» aveva detto lei una volta seduta al tavolo, tirando un lungo sospiro infastidito «Grazie, zio Eddie.»
L'uomo le sorrise, appoggiandosi anche lui allo schienale della sedia. Il suo sguardo guizzò prima sulla figura dei suoi due colleghi, Rosalva e Takeru, ed infine finì sulla figura seccata della nipote.
«E di che, Principessa.» si accese una sigaretta, soffiò un po' di fumo facendo attenzione a non farlo arrivare in faccia agli altri. L'idea era quella di ordinare delle birre, ma Dorothea spiegò che qui al Wonderland non sceglievi tu la tua bevanda, ma veniva scelta casualmente dal locale stesso.
«Ma che merdata!» lo disse ad alta voce l'uomo, in modo che si sentisse bene il suo disappunto perché se lo meritava una pinta di birra irlandese e quelli del locale non erano nessuno per impedirglielo. Dorothea però gli disse che comunque i cocktail erano buoni, ai suoi studenti piaceva quel locale e piaceva pure a lei. Era un po' il ritrovo romantico di Hogsmade, a tema Alice nel Paese delle Meraviglie dove, con il giusto partner al tuo fianco, ti potevi davvero divertire.
Eddie però la pensava diversamente.
«Ma cosa sta succedendo?» si erano messi tranquilli a parlare, quando ad in certo punto, poco più in là, Dorothea aveva visto Harry stampare un lungo e duro limone a Marcel. Ed in quel momento la povera professoressa era rimasta un po' interdetta, Barnes non era eterosessuale? Eddie si era messo a ridere sotto lo sguardo seccato di Rosalva che aveva distolto lo sguardo. Dorothea però non rideva perché Axel Dragonov aveva immediatamente colto l'occasione per fare un bel video di quel momento tanto speciale, suscitando disappunto nella donna.
«E Dragonov dovrebbe avere ventidue anni, cielo non mi aspettavo si comportasse da scolaretto di cinque.» ormai lo aveva capito da un po', i suoi studenti non ce la facevano ad essere maturi ma lei volle pensare che il bulgaro avesse deciso di fare così per via dell'alcool, volle trovargli una giustificazione plausibile per non prenderlo e tirargli talmente tanto forte le orecchie da staccargliele. Se non altro ebbe modo di notare Skylee che cercava di sistemare una situazione che stava degenerando minuto dopo minuto, da una parte un confronto tra fidanzatini e dall'altra groda tra Harry e Marcel. E forse qualcosa di pericoloso.
«Ma sono davvero tuoi studenti?» era perplesso lo zio di Dorothea e non si poteva certo biasimare perché l'atteggiamento che stava vedendo in questi giovani era discutibile. Non che lui fosse stato meglio in gioventù, anzi era stato anche peggio e la nipote lo sapeva, lo sapeva perfettamente.
«Sì.» mormorò stringendosi al cappottino nero che aveva appoggiato sulle spalle. Iniziava a pensare che il Wonderland dovesse smetterla di dare drink casuali ai suoi clienti, anche perché per tutta la serata aveva notato atteggiamenti fin troppo esagerati e no, non era perché i suoi studenti non avevano neuroni anzi. Li reputava tutti molto intelligenti, ma erano in un momento della loro vita particolarmente delicato e senza un punto di riferimento facevano scelte che purtroppo erano risultavano moleste.
«Mi sa che la situazione sta degenerando, vado a controllare.» se ne era accorto dalle grida che sentiva provenire dai bagni, stessa cosa anche Dorothea che era sinceramente preoccupata per i suoi ragazzi.
«Vengo con te.» aveva risposto subito e con lo zio si era alzata per raggiungere la fonte del problema. La scena che si parò di fronte ai due era agghiacciante: Harry tenuto a debita distanza da Marcel che sembrava non essere particolarmente in forma.
«Senti, la vogliamo piantare o devo staccarti le palle e fartele mangiare?» e a quel punto mostrò il distintivo da auror, mentre Dorothea invece si stava occupando di Marcel e di Skylee.
«Oh per Merlino... Skylee tu come stai? E Marcel? Hai bisogno di una mano?» preoccupata, la donna si era messa al fianco della studentessa di Corvonero sincerandosi delle condizioni fisiche del giovane.
«Grazie, Axel.» si rivolse poi anche al bulgaro, alla fine aveva evitato, per quanto gli fosse stato possibile, di evitare che qualcuno finisse al San Mungo quella sera «Puoi dare una mano al signor Silverhand? Io mi occupo di Marcel.»
Assieme alla studentessa lo avrebbero messo in sicurezza, lontano dal Serpeverde chiaramente non era lucido e sincerarsi delle sue condizioni di salute. Se fosse stato necessario, Dorothea avrebbe prestato qualche cura di primo soccorso ed eventualmente di accompagnarlo in infermeria.
Una situazione decisamente poco piacevole.code by friedaSPOILER (clicca per visualizzare)Dorothea è venuta al Wonderland con lo zio Eddie (che di mestiere fa l'auror tanto per cambiare) ed i membri della squadra di quest'ultimo. Si siedono, chiaccherano un po' ed assistono al teatrino Axel - Skylee - Marcel - Harry. Dato che intuiscono che la situazione sta sfuggendo di mano, Thea ed Eddie vanno nei bagni e cercando di placare gli animi. Dorothea cerca di assistere Skylee con Marcel e ringrazia Axel chiedendogli di dare una mano allo zio
Edited by Yuna ~ - 12/3/2023, 21:11. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Axel, citati Skylee, Marcel, la proffa e l'auror, a cui sta dedicando un'espressione da cane (che è stato) bastonato. La player di Marcel ha specificato che il suo pg dovesse uscire di scena..
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito direttamente con Skylee, Harry, la professoressa e l'auror. Citato Marcel.
Mantiene Harry inchiodato alla parete sbatacchiandolo un po' per puro sfizio salvo poi mollarlo quando il distintivo dello sbirro si para sotto i loro nasi. Al che si da una calmata e decide di mimetizzarsi con la tappezzeria rispondendo il minimo indispensabile alle domande della prof e di Silverhand. Appena si apre uno spiraglio si dilegua facenno cenno a Skylee di seguirlo, a lei la scelta se farlo o meno.
USCITO.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Marcel e la Professoressa. Citati Harry, l'Auror incazzoso e Axel, con il quale ha poi abbandonato il locale approfittando di un momento di distrazione degli adulti.
Uscita.. -
.San Vale Who?Dorothea L. Lovecraft«A thing on beauty I know We'll never fade away»La serata stava proseguendo davvero male, anche se un due suoi studenti si erano presi a pugni l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento Dorothea era di piangere.
Piangere perché quella sera tutto stava andando male.
Piangere perché suo zio era sul punto di far scoppiare l'ennesimo casino.
Piangere perché quello stronzo di Alexander non era lì con lei.
Cosa diavolo le era venuto in mente? Pensava davvero di essere ancora come i suoi studenti? Simpatica, briosa e divertente?
Lei che era diventata una madre killer per proteggere interessi e prole, che non si era fatta alcuno scrupolo a schiacciare qualsiasi tipo di nemico tentasse di andarle contro adesso era lì che pregava che nessuno si facesse più male del dovuto. E la possibilità c'era perché suo zio, nonostante il distintivo, poteva prendersi parecchie libertà se lo riteneva necessario e nessuno poteva andargli contro. Lui era la legge, lui faceva il lavoro di Dio sempre ammesso che ce ne fosse uno lassù e non si faceva problemi a sbattere in cella i suoi bersagli pieni di lividi e affatturati.
Eddie Silverhand era conosciuto in tutto il mondo per un motivo no?
«Magari facendomi il riassunto delle puntate precedenti, potrebbe essere utile.» Dorothea potè ascoltare il tono seccato dell'uomo, i cui occhi castani fissavano la figura del Serpeverde bulgaro che, con molta non chalance. Parlava con estrema calma, sicurezza, una sicurezza che la Lovecraft non ricordava di aver mai visto in lui, né nei corridoio nè a lezione. Tuttavia, c'era del chiaro nervosismo, era teso come una corda di un violino ed era comprensibile: quale ragazzo giovane vorrebbe ritrovarsi un Auror attaccato al sedere? Nessuno.
E Dorothea, che da giovane aveva combinato diverse stupidaggini, conosceva bene quella sensazione.
«Sì, lo so... Oggi ho visto cose che avrei preferito non vedere...» aveva visto uno twerkare addosso ad un'altra ragazza, poi un tizio si era messo ad elencare il repertorio di cose sconce che avrebbe fatto a tutti i presenti, compreso lui, in più aveva visto quel tizio, Barnes, limonarsi uno quando si vedeva lontano un miglio che era un somelier della patata.
Come lo era anche il signor Silverhand del resto.
Le conquiste dell'Auror, se così si possono chiamare le spogliarelliste che pagava da avere nel letto, erano spesso oggetto di discussione ma finché faceva il suo lavoro poteva spendersi i suoi soldi come meglio credeva. Dorothea disapprovava fortemente questo atteggiamento lascivo, forse perché credeva che dovesse concentrare le sue energie sul ritrovare sua moglie e stare vicino a Sabrina, ma anche se glielo avesse fatto capire con un disegno Eddie non l'avrebbe mai ascoltata.
Era troppo testardo.
«Ad ogni modo, voglio essere sincero: sti cazzi.» lo sti cazzi più sincero della storia, perché sì la favoletta che Axel Dragunov gli aveva raccontato corrispondeva con i fatti accaduti, ma lo sapevano entrambi che stava facendo l'avvocato del diavolo e magari, con qualcuno di più stupido di Eddie avrebbe pure funzionato.
Forse.
«Lo stronzo ha aggredito uno, fine. Ho sentito quello che volevo sentirmi dire e mi basta. E lo sai meglio di me che nel nostro sistema giudiziario non esistono le attenuanti.» e se fossero esistite probabilmente, sempre secondo Eddie, Azkhaban ed il resto delle prigioni magiche sarebbero abitate dalla metà dei carcerati che c'erano oggi. Dorothea lo vede poi un attimo allontanarsi dal bulgaro, abbozzare un sorrisetto compiaciuto ed osservare Harry per qualche istante, con lo sguardo da palese presa per il culo. Poi torna su Axel, ma solo dopo aver lanciato un'occhiata decisamente più morbida anche a Skylee e Dorothea.
«Che poi, la tua principessa mi sembra la più sana del gruppo, sai?» e che se quello che diceva era vero allora che cosa aveva mai fatto di male la biondina che lo stava accompagnando? Era perplesso in realtà si notava, ma sicuramente c'era di più. Discussioni tra fidanzatini forse, cose che palesemente non interessavano né a Silverhand né a Dorothea che assieme a Skylee stava cercando di occuparsi di Marcel, ancora un po' stordito.
«Facciamo così: visto che la parte lesa alla fine della storia sono io e non siamo su suolo americano, per questa volta ve la lascio passare.» lo sguardo dell'auror saetta prima su Axel, poi su Marcel ed infine su Harry che ora aveva lo sguardo da povero cucciolo bastonato, colpevole della sciocchezza che aveva fatto. Sì, era sotto l'effetto di un qualche tipo di sostanza magica, ma ad Eddie fregava relativamente come aveva già fatto notare perché alla fine lo aveva picchiato, fine della storia. Solo che se fossero stati in America avrebbe preso sia Marcel che Harry, sbattuti entrambi in una fredda e triste cella prima di fargli un interrogatorio ufficiale.
E poteva fare tutto questo se riteneva che ci fosse un reale pericolo, ma l'Inghilterra funzionava diversamente, la morbidezza delle sue leggi alle volte era davvero frustrante ma andavano rispettate.
«Scusa? Tu parte lesa?» Dorothea era rimasta scandalizzata dalle parole dello zio perché no, lui non era decisamente la parte lesa, Marcel lo era e quando la donna cercò di rimetterlo in piedi, con l'aiuto di Skylee, venne ringraziata venendo bruscamente spostata.
Per poco non cadeva a terra e a quel punto si che si sarebbe messa a piangere per l'isteria.
«Ma se ti becco di nuovo a fare qualsiasi tipo di stronzata, ti prendo la faccia, te la ficco su per il culo e poi ti spedisco ad Azkhaban.» si rivolse ad Harry questa volta, con sguardo e tono davvero cattivo. C'era stanchezza nei suoi occhi, una stanchezza che derivava dall'essere stufo di vedere mocciosetti in fase ormonale incapace di comportarsi civilmente. Nella sua lunga carriera aveva visto quello scenario un centinaio di volte, era sempre la stessa storia e anche lì, al Wonderland Music Ballroom, la musica non sarebbe cambiata. Dorothea intanto cerca di risistemarsi, di rimettersi in piedi ormai presa tra le braccia adorabili dell'allieva di Corvonero. Di certo non si aspettava una simile reazione da parte del ragazzo della casata di Priscilla, sicuramente la donna si sarebbe legata al dito questa cosa perché era disposta a perdonare quasi tutto, ma non la maleducazione.
«Grazie Skylee ma io sto bene, però credo che qualcuno dovrà parlare con Marcel.» riacquistò il suo aplombe mentre vide Eddie lasciar andare anche Harry. Il tutto si era sistemato per il meglio per fortuna, nessuno si era fatto male e tutti potevano tornare alla loro triste e rovinata serata.
«Per il disturbo, visto che hai evitato che questo teatrino diventasse una tragedia greca.» prima che Axel potesse uscire dal bagno, Eddie gli allungò otto galeoni «Comprati dell'alcol in un altro locale. Ma un locale serio, non una barzelletta come questo posto.»
Non approvava Dorothea, non approvava per niente e quando tutti furono fuori, glielo fece presente.
«Non avresti dovuto farlo, lo sai.» perché bisognava dire la verità, non stava proprio facendo la figura del bravo Auror, di chi doveva essere l'araldo della giustizia, ma anzi si stava comportando come un ragazzino. Come i suoi studenti.
«E quindi? Dai Principessa questo posto vende stronzate. Meglio che vada a divertirsi con la fidanzatina in un posto migliore di questo e tu dovresti fare altrettanto.» non ascoltava mai Eddie Silverhand, aveva quella grande pretesa ed arroganza si sapere cosa fosse meglio per gli altri e per se stesso.
Perché lui era un uomo vissuto e lei ancora una ragazzina.
«Oppure riaccompagnarmi a casa. Venire qui è stata una pessima idea.» davvero pessima, le facevano male le scarpe, la testa e l'unica cosa che voleva in quel momento era struccarsi, pulire il suo adorabile visino con i prodotti nuovi di skin-care e mettersi a dormire.
Ad Alexader ci avrebbe pensato il giorno dopo.
Dunque, un po' seccata uscì per sentire suo zio concludere la loro conversazione con una sola frase.
«Ma dove cazzo sono finiti tutti?»code by friedaSPOILER (clicca per visualizzare)Dorothea è rimasta parecchio stizzita dal fatto che Marcel invece di dire grazie abbia spostato lei e Skylee, quindi probabilmente questa cosa se la legherà al dito. Eddie invece si fa fare il riassunto delle puntate precedenti, ascolta tipo mezzo sbadigliando perché in trent'anni di carriera ste cagate erano l'ordine del giorno. E visto che si sente lui quello offeso, minaccia Harry lasciandolo andare ma che se lo ribecca fare cagate lo spedisce in prigione senza condizionale. Dorothea vuole solo andare a casa ed una volta usciti Eddie si chiede che fine abbiano fatto tutti.
Poverino, non sa che il suo distintivo ha il potere magico di far scomparire i ragazzini.
Ed usciamo
PS: Otto galeoni sono circa l'equivalente di 50 dollari americani.