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.Il 24 dicembre era finalmente arrivato e Mackenzie non vedeva l'ora di andare alla cena che era stata organizzata per quella sera. Le feste, le cene, quello era letteralmente il suo mondo. A casa sua le feste erano una cosa sacra e si organizzavano almeno una volta a settimana, specialmente quando suo padre aveva a che fare con dei nuovi clienti. La giovane Rosier adorava mettersi in ghingheri e accompagnare il padre in queste occasioni mondane, soprattutto perché durante le feste avevano una loro tradizione: suo padre le comprava il vestito da indossare e glielo faceva trovare perfettamente stirato sul suo letto. Anche per la cena di Natale di quella sera, Mackenzie aveva ricevuto il suo vestito, ma ad averglielo regalato era stata sua madre che aveva accompagnato il regalo con una lettera: Mia cara 'Kenzie, ho voluto rispettare la tradizione che tu e tuo padre avevate quando c'era un evento importante in casa. Spero possa piacerti, quando l'ho visto ho subito pensato a te. Ho una sola cosa da chiederti per questa sera: divertiti e non pensare a niente. Sei nel fiore dei tuoi anni e non è giusto che ti preoccupi di cose di cui tuo padre ed io abbiamo la colpa, perciò goditi la serata. Vedrai che risolveremo tutto, te lo prometto. Ti voglio bene. Mamma. Mackenzie si strinse la lettera al petto e venne travolta dal profumo che sua madre utilizzava mettere sulle lettere come per marchiarle. A quel punto posò la lettera sul suo comodino e prese il vestito che aveva riposto accuratamente nell'armadio, iniziando a prepararsi. Sua madre aveva scelto per lei un vestito che lasciava poco spazio all'immaginazione: le calzava a pennello e andava ad abbracciare tutte le sue forme, mettendole in risalto e...in vista. La giovane corvonero era rimasta sorpresa da quella scelta così forte, se possiamo definirla in questo modo. Però il vestito non era ciò che la preoccupava, quello era decisamente perfetto. Era visibilmente agitata perché a quella cena ci sarebbe andata in compagnia di Will, un ragazzo con cui non aveva chissà che rapporto e che l’aveva decisamente sorpresa quando le aveva fatto la proposta. Nei giorni addietro aveva riempito la testa di Ruby con ogni genere possibile e immaginabile di paure, preoccupazioni sul fatto che non si sentiva all'altezza della situazione o ancora, che pensava di fare la figura della stupida. Inutile dire che la ragazza l'aveva rassicurata dicendole che doveva semplicemente pensare a divertirsi e ad essere se stessa e che se l'aveva invitata era perché per lui, andava bene così com'era. Mackenzie, in tutta risposta, continuava a ripetere le parole della sua amica come un mantra. «Andrà bene, devo essere me stessa, devo pensare solo a divertirmi.» Andò avanti in questo modo fino a quando non terminò i vari preparativi. Era la prima volta che usciva con un ragazzo ed era agitata per ciò che sarebbe potuto accadere, viste le varie esperienze che aveva appreso dalle sue ormai ex compagne di Ilvermony. Davanti allo specchio si scrutava, alla ricerca di qualche possibile difetto quando allo specchio vide l’orario: era in ritardo. Con un delicato movimento della bacchetta chiamò a sé la pochette e la machera.che si era costruita per l'occasione. Uscì dalla sala comune in fretta e furia, sentendo il rumore dei tacchi che scandiva il suo passo felpato. Quando arrivò verso le scalinate che poi l’avrebbero condotta alla sala grande, prese un respiro profondo e si mise a scrutare i vari studenti alla ricerca di lunghi capelli biondi. Quando il ragazzo entrò nel suo campo visivo, gli sorride dolcemente e iniziò a scendere le scale con estrema grazia e disinvoltura. «Ciao Will.» Gli sorrise cercando di non sembrare agitata. «Come sei elegante.» Si complimentò con il ragazzo continuando a sorridere, doveva rilassare il viso o le sarebbe venuta una paralisi. «Non mi sono resa conto dell’orario e mi sono dimenticata di mettere la collana. Mi aiuteresti?» Gli mostrò la collana, prima di consegnargliela. Si voltò e delicatamente alzò i capelli così che il ragazzo potesse legargli la collana al collo, con la comoda clip che aveva in dotazione. «Possiamo andare.» Disse quando finalmente era pronta. «Volevo ringraziarti per l'invito. Come mai hai scelto proprio me?» Aaah l'arte di ficcare il naso negli affari degli altri non l'abbandonava mai ma che poteva farci? Era una corvonero ed essere curiosi era una delle doti che solitamente gli studenti di quella casata avevano. Però ciò che realmente voleva sapere la giovane Rosier, era se avesse chiesto a qualcun'altra prima di proporlo a lei. «Non vedo l'ora di vedere come hanno decorato la Sala Grande e cosa hanno pensato per questa occasione. E' la prima volta che organizzano un evento del genere?» Domandò ancora una volta, voltando il viso in direzione del ragazzo che aveva un'aura diversa sotto la luce fievole delle candele.SPOILER (clicca per visualizzare)Mackenzie Rosier, III anno, corvonero.
Interagito con Will con cui sta partecipando alla cena.
I suoi accessori rossi sono: la maschera e lo smalto.
Edited by mackenzie. - 21/12/2022, 09:28. -
.Kai era in piedi davanti allo specchio, intento ad abbottonarsi la camicia che aveva preso in prestito da uno dei fratelli Harris. Ammettilo, sta meglio a me che a te. Schernì l'altro, semplicemente per il gusto di prenderlo in giro. La convivenza con i fratelli Harris non stava andando così male ovviamente tenendo in considerazione i caratterini che tutti e tre possedevano. Gli sfottò come i litigi erano all'ordine del giorno ma a Kai andavano bene, almeno così aveva modo di dar libero sfogo alla sua rabbia. La loro era davvero una camerata molto particolare, a volte si domandava a cosa cazzo stavano pensando quando avevano pensato a loro tre come coinquilini. Bah, un mistero. Guardati sembri uno di quei damerini sfigati, io invece conservo ancora il mio fascino brutale. Commentò la scelta di stile di David ma senza distogliere lo sguardo dalla sua meravigliosa figura. Ancora non ci credeva che stava partecipando ad una festa stupida come quella che era stata organizzata per gli studenti di Hogwarts e soprattutto non si capacitava del fatto che avesse invitato Halley. Come potevano le cose non sembrare complicate se lui l'aveva invitata a quella festa che si presumeva essere fatta per le coppiette affermate e desiderose di vantarsi in giro del proprio partner? Loro due non avevano una relazione di nessun tipo, né amorosa e né di amicizia. Allora che cazzo avrebbero fatto in quell'occasione? Tuttavia, Kai aveva pensato che quell'occasione fosse perfetta per sistemare le cose o comunque decidere in che verso dovessero andare visti gli ultimi avvenimenti. Ovviamente, nella speranza che la grifondoro avesse accettato di partecipare con lui. E sì perché Kai si era messo ai ripari, invitandola anonimamente. Sapeva che probabilmente l’avrebbe rifiutato è così aveva optato per un invito anonimo, forse aveva più chance di non essere rifiutato. Che ha Mike? Domandò alla volta di David mentre si infilava la giacca, pronto a raggiungere l'ingresso della Sala Grande dove aveva dato appuntamento alla grifondoro. Per la fretta e anche per il suo menefreghismo verso quella festa, aveva dimenticato sia la machera che un accessorio rosso. Anche se, in realtà, qualcosa di rosso c'era ed era un taglio ai lati della sua tempia procuratoselo in una rissa fuori da un locale ad Hogsmeade. L'ora X si avvcinava e il rampollo di casa Parker non aveva pensato ancora a come accogliere Halley ma doveva inventarsi qualcosa e anche alla svelta perché la grifondoro entrò immediatamente nel suo raggio d'azione. Wheeler. Richiamò la sua attenzione, non manifestando alcun tipo di emozione anche se dentro di lui stava implodendo. Aveva imparato a moderare le sue emozioni quando si trovava in presenza della grifondoro Davvero coraggioso da parte tua accettare l'invito di uno sconosciuto. Così dicendo, si palesò come il suo accompagnatore segreto. Cercò di scrutare l'espressione del volto della ragazza per capire cosa stesse pensando e soprattutto per capire se avesse anche la minima possibilità di finire alla festa con lei. Sorpresa? Delusa? Oppure non vedi l'ora di passare tutta la serata con il sottoscritto? Lui, chiaramente, sperava nell'ultima opzione. Passiamo al dunque perché non voglio perdere tempo: verrai o no alla festa con me? Era giunto il momento della verità.SPOILER (clicca per visualizzare)Kai Parker, III anno, Serpeverde.
Interagito con gli Harris nella sua stanza e poi con Halley una volta giunto all'ingresso della sala grande.
Edited by dickhead - 20/12/2022, 08:46. -
.Non amo molto la mondanità. Le feste e i ricevimenti mi creano disagio se fuori la mia zona di comfort e averne la piena consapevolezza peggiora - se possibile - la mia situazione. Ho tutta l'aria di un Ippogrifo che cammina sulle uova di civetta mentre varco l'ingresso della Sala Grande addobbata per la festa di Natale. Un tripudio di bianco e di argento, tra abiti formali e leccornie d'ogni tipo. Io, completamente in nero, sembro una formica che si addentra su per un mucchietto di zucchero. Perché mai, quindi, se non sono a mio agio ho deciso si presentarmi? Forse per dimostrare a me stesso di essere capace di superare i miei limiti come buon proposito per il nuovo anno, o forse per rispettare delle clausole contrattuali a cui moralmente non posso sottrarmi.
Mi guardo intorno mentre cammino: riconosco alcuni degli studenti, colleghi, professori.
- Buonasera - ricambio un saluto portandomi una mano sul petto e facendo un leggero inchino con la testa ad una coppia di giovani che per primi mi hanno riconosciuto. Se non fosse per i dettagli dorati sul mio completo non si direbbe che mi sia preparato per l'occasione ma chi baderà a ciò? Non io di certo. Ritorno dritto - spalle e mento impostati - e riprendo a camminare, sentendomi sempre più fuori dal tempo, sulla strada giusta per il di troppo, e più provo a mostrarmi disinvolto più qualcosa di quel che dico o faccio accende i riflettori su di me: è così evidente che non prendo parte ad una festa da molto? Un ballo poi... L'ultima volta che ci sono stato avevo intorno ai 17 anni.
C'è qualcos'altro che attira la mia attenzione man mano che avanzo: ognuno dei presenti ha un tocco di rosso; una gemma, un fermaglio, alcuni un fazzoletto da taschino. Trovo il dettaglio interessante per quanto ovvio. Si tratta pur sempre di ragazzi, bisogna dargli quello che con più probabilità attiri la loro attenzione accompagno l'osservazione con un'alzata di sopracciglio. E a proposito di attenzione la mia viene catturata dallo stand di pozioni, cui mi avvicino per recuperare una bevanda con cui sentirmi meno Ippogrifo. Impossibile non riconoscere il signor Norman, protagonista di un attacco in piena regola in biblioteca, e la signorina Métis.
- Signor Norman. Signorina Métis. - ancora una volta la mano sfiora il petto e rivolgo in direzione di entrambi un cenno del capo. Il pensiero che stiano insieme non mi sfiora nemmeno, per ragioni più che ovvie.
Nel frattempo la soave musica da camera, suonata da un'orchestra riconosciuta, viene interrotta e sostituita da... Una rock band. In piena prima serata. La cosa più sorprendente è il repentino calo delle luci, oltre alle modifiche apportate alla scenografia. Credevo che il concerto rock fosse permesso nel dopo festa... mi guardo intorno stranito, calice di acquavite alla mano, e noto il trambusto con cui quel ragazzo dallo stile alternativo e molto personale viene accolto dagli studenti (e non solo). Dal canto mio, ammetto di apprezzare il ritmo ma non lo do a vedere. Assottiglio lo sguardo e assisto ad una vera e propria serenata.
Il front-man ad un certo punto indica qualcuno tra la gente: peccato mi sia difficile capire chi, nonostante le luci puntino fisso una persona.SPOILER (clicca per visualizzare)Niente, il Bibliotecario si limita ad entrare e salutare studenti indefiniti. Si guarda intorno, prende un'acquavite e assiste all'inizio del concerto di Mars con intimo piacere - nel senso che da fuori sembra gli sia morto il gatto, come sempre, ma dentro la sua anima balla nuda in mezzo al bosco.
Ah, saluta chiaramente Loki e Skylee che sono vicino allo stand di pozioni
Scusate il post corto, mi serve almeno come incipit
Se avessi capito male qualcosa, fatemi un fischio che correggo!
Edited by Il bibliotecario. - 21/12/2022, 16:01. -
.Aveva preso quella decisione senza calcolare i pro e i contro che sarebbero franati sulla sua persona. Se da un lato l’aveva intesa come una grande possibilità per uscire alla luce, dimenticando per qualche attimo la sua disastrosa condizione familiare, dall’altro, Mike avrebbe corso il pericolo di scontrarsi anche con il suo lato più inquietante che, spesso, trapelava quando sentiva di essere in prossimità di persone tossiche. La sua calma apparente, però, in un modo o nell’altro, riusciva sempre a confondere le acqua e portarlo su un livello diverso da David (più impetuoso e aggressivo). Passare inosservato era, da sempre, il suo obiettivo, così da ingannare anche il più attento sguardo. Dentro di lui? Beh, tutto un altro discorso. Il suo sangue ribolliva di rabbia e vendetta. Nonostante i suoi sforzi, il DNA lo fotteva in toto, lasciandogli l’amara consapevolezza di essere pur sempre un Harris e, soprattutto, figlio di Dean. Scosse la testa, senza motivo. Oramai si trovava lì, che poteva dire? Trovare una scusa e defilarsi? Sarebbe stato scortese nei confronti della sua dama. Escluso. Sul suo volto, spesso inespressivo, comparve un sorriso appena accennato, in risposta alla gentilezza della Grifondoro. Si era vestito totalmente a caso e non per mancanza di gusto ma proprio per la sua indifferenza che provava per quel tipo di convenzioni.
“Non pensavo che avresti accettato di venire. Cioè, vedenti sul campo di quidditch, non ti facevo tipa da eventi mondani.” Osservazione idiota, visto e considerato che si trattava pur sempre di una ragazza e una cosa poteva non escludere l’altra. Insomma: rapporti umani? Rimandato a settembre ma apprezziamo il tentativo.
”Michael” Quella voce. Quella faccia. Ed ecco il primo motivo per il quale avrebbe dovuto rinchiudersi, a doppia mandata, in dormitorio. “Scusa? Ci conosciamo?” Chiese, fingendo indifferenza e con il suo solito tono pacato che non mostrava alcun interesse per i cugino. Lo ascoltò, fino a quando la sua bocca, finalmente, si chiuse dopo aver presentato la sua accompagnatrice. Una povera anima che non aveva alcuna idea del guaio che correva, anche solo comminando al fianco di quel ragazzo squilibrato. “Certo! Mi ha trattenuto. Puoi darmi torto?” La prese per mano e le fece fare un giro su sé stessa, così da mettere in mostra la sua figura. Un complimento poco velato che non avrebbe fatto un buco nell’acqua. Pensava realmente che Grace fosse una ragazza molto attraente e, per questo, non aveva perso tempo ad esporre la sua domanda, qualche giorno prima in biblioteca. Con un gesto plateale, Harry, andò a baciarle la mano e il volto di Mike si contorse in un’espressione disgustata. “Non ti preoccupare, tesoro, ti accompagno a lavarti le mani tra poco!” Mentre l’altra serpe presentava la Tassorosso con la quale aveva appuntamento, Mike, venne distratto da un personaggio bizzarro che, con irruenza, prese la parola: ”Che ne dite di fare un po’ di casino stasera?” Perché non bastava già lui? Prese a cantare. Non c’è limite al peggio. Quel tipo di cose lo indisponevano più del dovuto. Si percepiva il suo egocentrismo da metri di distanza, puzzava più della colonia utilizzata da qualcuno che, evidentemente, aveva davvero poco gusto. Un gioco di luci ebbe inizio. Un po’ qui e un po’ lì. Davvero irritante. Roteò gli occhi azzurri quando, senza preavviso, un lampo illuminò il volto di Grace più del necessario, insinuando nella mente del minore degli Harris un dubbio prepotente. Stava cercando proprio lei? Nah. Perché avrebbe dovuto? Oppure sì… Quando l’affusolato dito di quel dj da strapazzo la indicò, Mike, passò una mano tra i capelli, spettinandoseli ulteriormente. Fece un passo verso la moretta entrando, così, nel fascio illuminato e, con grande galanteria, le passò una mano sui fianchi. La strinse a sé, senza neanche pensarci troppo e, malignamente, il suo glaciale sguardo si posò sul biondino, sfidandolo a un divertente duello che, prima della fine della serata, magari, si sarebbe consumato tra quelle quattro mura, rallegrando il suo ego. Chiaramente, non si trattava di alcuna forma di gelosia ma un semplice testa a testa. Non avanzava nessun diritto sulla giovane e, da quel che poteva vedere, l’uccello canterino sarebbe stato il tipo giusto per una come lei. La scelta altro non era che sua. Questo, però, non sarebbe stato per nulla motivo che avrebbe spiegato un suo eventuale ritiro. Una sana competizione, insomma. Riprese a cantare a squarciagola, lasciando la Johnson impietrita. Che cosa romantica, si sarebbe commosso, se solo avesse avuto una fottuta anima da permettergli di provare qualche cosa. “Questa canzone sembra piacerti particolarmente.” Osservò, senza affrettare in tempi, in attesa che si riprendesse da quel momento catartico. Rimase in silenzio, titubante. Se le avesse chiesto di ballare su note condivise in precedenza con altri, probabilmente, avrebbe rovinato la perfezione di un ricordo personale o, addirittura, intimo e, no, non era sua intenzione. Quante volte gli erano stati strappati ricordi contro la sua volontà? Porre in essere un atteggiamento simile, si discostava dal suo codice d’onore. Non vantava una conoscenza approfondita della mora e, quindi, rimase sul vago: “Vuoi qualche cosa da bere?” Chiese, mostrando la gentilezza repressa per tanto tempo.
La Sala Grande era gremita fino all’orlo. Studenti ovunque, professori e, poco più in là, il fratello che intercettò in compagnia di una ragazza che riconobbe essere la Caposcuola di Tassorosso. Sapeva che David sarebbe rimasto sorpreso nel vederlo, così per non rischiare uno scontro, decise di fare un cenno di saluto con la testa. “Idiota!” Disse a bassa voce. “Scusa. Stavo definendo mio fratello! Vieni più qui!” La trascinò delicatamente più a sinistra, uscendo dalla visuale di David e, nel farlo, la trovò più vicina di quel che aveva mai pensato. Occhi negli occhi, si avvicinò sfiornaole l'orecchio con le labbra: “Sei davvero bellissima, Grace!” Si allontanò mentre la mano destra andò a fiorarle la guancia, accarezzandola dolcemente. Una trasformazione degna di nota che, probabilmente, sarebbe svanita in seguito per non fare più ritorno. Non vorrei essere nelle tue viscere, Tasso.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Grace, Harry e Viole. Quando Mars illumina Grace, Mike si sposta nel fascio di luce, torando a sé la sua dama (ops).
Fa un cenno a Davide (?) e poi torna a Grace.. -
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Sentì la porta sbattere, finalmente un po' di pace. Si chiese chi erano state le sfortunate che avevano accettato gli inviti di quei due, dovevano essere davvero disperate. Si allacciò i lacci delle scarpe nero lucido e, dopo aver aggiustato il colletto della camicia di raso, rigorosamente rossa visto che l'occasione lo chiedeva, uscì anche lui. Nei corridoi erano tutti vestiti di tutto punto e, mentre camminava, si chiese cosa cazzo ci stesse andando a fare. Non era da lui partecipare a quel tipo di eventi, figuriamoci invitare una ragazza, quindi che cazzo stava facendo? Si fermò, stringendo i pugni. Tutto questo stava cominciando a pesargli, qualcosa dentro di lui stava scalpitando, tuttavia scosse la testa e proseguì diritto per la sua strada mettendo da parte quei pensieri. Se era lì era perché gli andava, perché era stato lui a volerlo, fine. Dopo qualche minuto arrivò in Sala Grande, storse il naso nel vedere tutto quel rosso. Odiava quel colore, troppo acceso per i suoi gusti e, onestamente, odiava anche quella festa del cazzo. Di nuovo, si chiese cosa ci facesse lì e lo stesso valeva per suo fratello. Anche lui non sopportava quelle formalità, quella scuola li stava cambiando e non sapeva se in negativo o in positivo. Dean Harris non sarebbe stato affatto felice. I suoi figli dovevano prendere la strada che lui aveva scelto, non il contrario e se avesse saputo dei piani di vendetta di David beh, quello che aveva visto a lezione di difesa sarebbe stata una barzelletta in confronto. Si guardò attorno e vide Rose, con quel vestito non passava di certo inosservata. Si avvicinò, le mise una mano su un fianco l'attirò a sé. «Ti sei fatta bella per me stasera?» La provocò come faceva sempre. Alzò un sopracciglio quando vide la maschera, dovevano piacerle davvero molto. Non la preferiva, ma nel complesso le piaceva come stava e sapere che si era preparata apposta per lui lo fece ghignare. «Hanno esagerato con le decorazioni, come sempre.» Donne. Tra la folla scorse era il vermetto, che stringeva possessivamente a sé una ragazza che non aveva mai visto prima, chi cazzo era? Meglio per lei che non si montava la testa, il più importante nella vita di Micheal era lui. Tornò a concentrarsi su Rose, mettendole una mano dietro la schiena e guidandola verso il centro, dov'erano tutti. «Comunque bel vestito.» Aveva buon gusto il coniglio, a differenza di quella puttana di sua madre che si atteggiava a donna dell'alta società quando era una fallita. Di nuovo, un brivido percosse la schiena, non era un buon segno. Era teso come una corda di violino, doveva rilassarsi altrimenti avrebbe dato di matto. Peccato che la musica ad alto volume non aiutasse, possibile che quel cantante da strapazzo non sapesse fare di meglio? Ma dove lo hanno preso a questo?SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Kai, citato Micheal. Si prepara nervosamente, poi esce dalla camera e arriva in Sala. Vede Rose, le va vicino e interagisce con lei. Commenta in negativo Mars ( tvb)
Indossa un completo nero classico e una camicia di raso rossa.
Edited by David_ - 22/12/2022, 21:16. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con la signorina Rosier e la Saint-Clément, citati Marshall e Grace, diretta al tavolo raffigurante l'aula di pozioni e interagito il biblio, citati ancora prof di pozioni e infermiere
Vestito
Edited by Liv · - 23/12/2022, 10:23. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito direttamente con Michael, Harry e Viole e a distanza con Marshall. Citati Halley, Mikhail e la sua dama.
Riassunto 😂😂, con tanto di indici per una consultazione più rapida.
Arriva al ballo con Michael stizzendosi un po' per il commento maschilista per la quale una sportiva non possa anche possedere un latto femminile ma non fa a tempo a farglielo notare perché appare Harry che si presenta e che a sua volta presenta la sua accompagnatrice, Violette. Cerca di socializzare un po' con i due ma l'odore per lei nauseante del profumo di Mikhail attira la sua attenzione. Vederlo in dolce compagnia la infastidisce dopo come si erano lasciati. Accetta la proposta di Viole di spostarsi al banco dei drink ma l'apparizione di Marshall sul palco attira la sua attenzione fino a lasciarla senza fiato - e confusa - per la sua dedica. Non sa bene come reagire andando in error 404 ed è la presenza di Michael al suo fianco che la riporta sulla terra e la fa sentire in colpa dato che starebbe partecipando con lui, lol. I modi del Serpeverde la mandano ancora più in tilt.
- abito
- maschera. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Abito - Maschera
Interagito con Loki, con il Bibliotecario e con Marcel. Skylee e accompagnatore sono giunti al tavolo dei drink e ne hanno bevuto uno a testa, Sky sospetta che siano alcolici ma si domanda se non sia solo uno strano scherzo della sua immaginazione. Ha "svegliato" Loki dalla sua trance/adorazine alla volta di Marcel e ha poi salutato quest'ultimo ignorando la sua compagna. Opse.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Marshall, Mackenzie e citati Kenya, Marcel e Rain.
Al momento al tavolo delle bibite.
Outfit
Edited by Will` - 24/12/2022, 11:58. -
.La musica era la dimensione in cui Mars abitava. Sin dalla tenera età, il tassorosso aveva respirato ed espirato musica. Non c'era posto in cui si sentesse più a suo agio di un palco, niente che lo rendesse più felice di un plettro che sfiorava le sei corde, del tempo che scandivano le bacchette di una batteria o del colore che un basso riusciva a donare alle canzoni. Da quando aveva scoperto il potere curativo della musica, Marshall ci si era donato completamente. Quasi fosse un semplice veicolo di qualcosa molto più grande di lui, si era messo al servizio di una parte di sé che faticava a comprendere del tutto, ma che riusciva ad esprimere solo attraverso le note di una canzone. Così, il piccolo Carter-Johnson aveva percorso il cammino che, alla fine, lo aveva portato al successo, si, ma non senza togliergli niente. Il Marshall adolescente, infatti, non era stato sempre in grado di canalizzare le sue emozioni nel processo creativo, anzi. L'abbandono del padre costituiva una ferita ancora aperta e, nonostante i tentativi del compagno della madre di stargli accanto a modo suo, l'assenza del signor Johnson, per Mars era stato particolarmente difficile, tanto da aveva avuto un forte ascendente sulla formazione del suo carattere. Una voragine, quella che aveva lasciato il padre, che lo aveva spesso fatto cadere nell'eccesso: abuso di alcol, di droghe, ma non solo. Avere a disposizione una grande quantità di soldi, quando si è totalmente in balia delle proprie emozioni, lo aveva spinto a cercare di riempire i suoi vuoti in maniera "poco ortodossa". Contornarsi di amici e di ragazze ogni giorno diversi era diventato un modo per non pensare, per ignorare quelle sensazioni spiacevoli che lo tormentavano, una fra tante era l'idea di essere un mostro, qualcuno di cui non vale la pena prendersi cura, che forse nemmeno merita di essere amato. Allora, l'approvazione di una massa di sconosciuti che ineggiava il suo nome con il solo intento di rimanere nelle sue grazie così da sfruttare il suo potenziale economico era diventata la regola, tanto da convincere Mars che quella che si ritrovava ormai a vivere non fosse altro che la normalità.
Vedere Grace fare il suo ingresso col Serpeverde aveva reso Marshall molto più irrequieto e competitivo del solito. Non sapeva perché si sentisse coinvolto in una sorta di competizione, non era da lui, ma sentiva in qualche modo di dover dimostrare qualcosa a lei, piuttosto che al suo accompagnatore e quale migliore occasione di quella per farsi conoscere dalla ragazza con cui aveva passato i momenti più sereni e spensierati in quegli ultimi mesi?
Illuminare il punto preciso in cui si trovava la Johnson fu un'idea che gli venne sul momento, prima di presentarsi alla folla e di animare quella festa (che a causa dell'orchestra stava diventando fin troppo noiosa). Vederla improvvisamente spaesata, anche un po' confusa, o forse sorpresa da quel gesto folle e del tutto inaspettato non fece altro che caricare Marshall di nuove energie. Voleva che lei lo vedesse, finalmente, nella versione più vera di sé, quella più autentica, forte - probabilmente - della corazza dell'artista che, invece, quando si trovavano a passare del tempo insieme, da soli, lui non indossava. Cantò così quei due versi solo per lei e, per alcuni secondi, fu come condividere il palco con la ragazza. Sì, per alcuni istanti, fu come se nella sala non ci fosse più nessun altro; fu come se, occhi negli occhi, cercavano di comunicare a distanza utilizzando una nuova lingua unicamente loro. Ma tutto venne interrotto dall'accompagnatore di Grace che, accortosi di ciò che stava avvenendo proprio davanti a lui, le cinse la vita con un braccio, come a voler rimarcare un qualche confine da non oltrepassare. Il fatto era che Mars, di limiti, non ne aveva mai voluto sentir parlare e, presto o tardi, anche quel tizio se ne sarebbe accorto.
Finito quel terzo brano della serata e notando con la coda dell'occhio la rosso-oro allontanarsi insieme al Serpeverde, Mars decise di ringraziare tutti gli studenti e i professori per avergli permesso quell'esibizione, e si concesse un'ultima canzone. «Buona serata a tutti!» augurò il tasso a tutto il corpo scolastico, mentre si apprestava a stringere ancora una volta il microfono tra le mani.
«I'm writing you this message just so I can say that I love you/I had to let you know that everything about me was you...»
La canzone, dalle vibrazioni sicuramente più malinconiche e a tratti tristi, riempì gentilmente la Sala Grande che era tornata a scintillare, illuminata dalle luci delle candele sospese per aria, ma anche delle migliaia di decorazioni che avevano reso la sala magica come mai era stata prima di quella sera. Mars, a quel punto, per i tre minuti e venticinque secondi che seguirono, si dedicò completamente a quel brano, uno di quelli che spesso veniva apprezzato di meno, ma che nascondeva una parte di lui piuttosto profonda che non in tanti avevano avuto occasione di conoscere. I suoi occhi - per la prima volta, quella sera - si socchiusero e fu come vedere qualcuno cantare per sé stesso, piuttosto che per far godere ad un pubblico la sua arte. C'era qualcosa, nel modo in cui si abbandonava a quella canzone, che trasmetteva a chiunque la ascoltasse per davvero un senso di amarezza difficile da scacciare.
Saltato giù dal palco senza curarsi del fatto che avrebbe potuto farsi piuttosto male se non fosse atterrato su entrambi i piedi, Mars strinse le mani di quelli che si complimentarono con lui, ma sorrise anche a chi lo osservò con sufficenza, probabilmente infastidito dalla sua musica. In fondo, una cosa l'aveva imparata: non si poteva piacere a tutti e a lui nemmeno interessava. Soprattutto quella sera, c'era solo una cosa, anzi una persona che gli importava raggiungere. Così, rubato un bicchiere dal primo tavolino che si ritrovò a tiro, si apprestò a raggiungere un gruppetto di ragazzi e ragazze in mezzo alle quali intravide finalmente Grace. Quando poi riconobbe il suo cavaliere non riuscì proprio a resistere alla tentazione primordiale e malsana di fare lo stronzo e fu a seguito di quell'impulso che, fingendo di inciampare, finì per versare addosso alla camicia del serpeverde il contenuto del bicchiere che aveva tenuto in mano fino a quel momento. «Merda, scusami, sono un cazzo di disastro.» sospirò il tasso, cercando di fingere una simpatia per l'altro che proprio non era da lui. In effetti, quella situazione era piuttosto surreale per Mars. Non era mai stato un tipo geloso, né probabilmente aveva il diritto di esserlo, ma non riusciva ad ignorare il fastidio che gli provocava vedere quel tipo trascinarsi in giro Grace come fosse un trofeo. Grace. Fu quando lo sguardo della rosso-oro inciampò in quello del tassorosso che lui improvvisamente cambiò espressione, passando da una non ben definita ad un sorriso che andava da guancia a guancia. «Ti va di ballare, Johnson?» le domandò con estrema naturalezza, allungando una mano in sua direzione come se, ancora una volta, fossero rimasti soli, ignorando completamente il fatto che l'Harris era lì, o che altra gente avrebbe potuto giudicare quello che stava succedendo. A Mars non era mai importato il giudizio altrui, non avrebbe sicuramente cominciato a farci caso quel giorno.
SPOILER (clicca per visualizzare)Marshall Carter-Johnson, IV anno, Tassorosso.
- Mars si esibisce in un ultimo brano, magari può essere considerato una sorta di lento:
- Si avvicina al gruppetto degli Harris + consorti e finge di inciampare per lanciare il suo drink su Mike.
- Interagisce con Grace
Edited by -mars - 26/12/2022, 19:42. -
.Raggiungo con calma il tavolo delle bibite, con un braccio fermo dietro la schiena dritta. Voglio concedermi del tempo stasera: per osservare come hanno sistemato e addobbato la stanza e, perché no, studiare il comportamento delle persone al di fuori del contesto prettamente scolastico. Durante i pasti sono più o meno tutti conviviali ma trattenuti dalle tavolate e naturalmente anche dal rigido controllo esercitato dal tavolo dei professori; in questo particolare momento i ragazzi - e non solo - sono liberi di esprimersi, nell'abbigliamento come nel sociale. Da un punto di vista esclusivamente accademico mi interessa osservarli, certo di poter imparare qualcosa... Devo ammetterlo, anche dal lato personale: non sono un esteta alla continua ricerca del bello ma so riconoscerlo ed apprezzarlo quando lo vedo e stasera, in Sala Grande, ce n'è in abbondanza.
Saluti, eleganti riverenze, postura e gestualità che esprimono sicurezza e savoir faire: il fatto che trascorra la gran parte del mio tempo in biblioteca, a riordinare e vegliare i miei libri, non significa certo che non sappia come si stia tra la gente o che sia incapace di socializzare. I problemi principalmente si presentano quando apro bocca: risulto irriverente, a tratti insensibile; il mio senso dell'umorismo è singolare e, per quanto m'impegni, gli altri stentano ad apprezzarlo. Per questo prima di uscire fisso il buon proposito di limitare le interazioni e di fermarmi al primo segnale d'allarme... Puntualmente fallisco.
Al tavolo delle bibite, sistemate ad uno stand intitolato all'aula di pozioni, trovo la signorina Métis e il signor Norman. La prima è un'assidua frequentatrice della Biblioteca, nota per costanti ricerche su uno specifico argomento; Norman invece per ragioni tutt'altro che accademiche, purtroppo. Li guardo: vestiti di tutto punto, brillanti, eleganti, seducenti sotto molti aspetti. Eppure...
Sorrido alla studentessa: non è la prima volta che mi chiama correttamente per nome, è una delle poche cui riesce con naturalezza e a cui è interessato imparare a farlo, ma non nascondo la soddisfazione. Non lo faccio mai perchè, mio malgrado, è una piccola attenzione che mi scalda il cuore. Le riservo un sorriso leggero ma dolce. Sto per accennare quanto debba essere triste non poter festeggiare insieme alla propria persona mentre allungo la mano verso i bicchieri - ho già individuato l'acquavite che desidero - quando provvidenzialmente vengo interrotto.
Vorrei poter dire che la prima cosa che vedo sia il viso della donna che mi affianca ma non è così. Prima di quello c'è la sua mano, che ha sfiorato la mia. C'è il rosso del suo vestito. C'è lo scollo a cuore sul suo décolleté. Poi il mio nome pronunciato correttamente per la seconda volta in così breve tempo. Sono colpito.
- Professoressa Vane - non dovrei esserlo: è comprensibile che la professoressa di Incantesimi dica "Warmswizzler" con simile scioltezza (chi più di lei, che deve saper pronunciare e insegnare altri a farlo parole di etimologia complessa) eppure mi compiaccio e lascio che lo sguardo s'illumini, specie per l'insolita musicalità che ha acquisito. Alzo gli occhi sul suo volto nell'immediato e ritiro la mano col bicchiere di acquavite. Non si aspettava di vedermi alla festa, dice.
- Che posso dire: mi piace disturbare lo statu quo, di tanto in tanto. Non è l'unica, se la consola. Mi sento particolarmente osservato - l'espressione del viso si rilassa appena mentre mi rivolgo col mezzo busto a lei e gli occhi neri si spostano da una testa all'altra. Decido di non dare del tutto le spalle alla festa, dopotutto sono lì per vigilare sugli studenti.
- In verità sono qui per fare da chaperon. Con tutti gli studenti presenti, due occhi e una bacchetta in più non sono che utili - Faccio per alzare il bicchiere quando mi pone ben due domande: una sulle bevande e l'altra sul guaritore della scuola. E' chiaro che la prima serva a rompere il ghiaccio e porre le basi per quella la cui risposta le interessa di più.
- Chi, il Guaritore? Non l'ho visto - le labbra si arricciano e si piegano all'ingiù e confermo il "no" scuotendo per una volta soltanto il capo. Allontano lo sguardo dalla professoressa e nel frattempo assisto alla dichiarazione del cantante sul palcoscenico e ai primi secondi del suo piccolo concerto.
- E' il suo accompagnatore? -
Nel frattempo riconosco il signor Anhalt-Dessau, affiancato da una dama, che si avvicina al tavolo delle bibite. Non c'è cosa più triste che vivere sopprimendo se stessi per far piacere agli altri, penso con amarezza.SPOILER (clicca per visualizzare)Saluta Skylee e Loki, poi s'intrattiene con la professoressa Vane al tavolo delle bibite.
Alla fine intercetta Marcel e fa un'amara considerazione tra sé e sé, perché lui vive nell'ignoranza e non sa. che naif
se qualcosa non dovesse andar bene, fischiate
Edited by Il bibliotecario. - 26/12/2022, 20:47. -
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Stava per dire a Rose di fare un giro quando, con orrore, vide la sua camicia preferita macchiarsi di chissà qualche schifezza contenuta nel bicchiere che quel demente con gli orecchini aveva versato addosso a suo fratello. David ci teneva alle sue cose, ci stava molto attento ed era possessivo, quindi non c'era da meravigliarsi se la giugulare iniziò a pulsargli. Quando sentì il cantante chiedere a quella tipa di ballare non ci mise molto a fare due più due: stavano facendo a gara a chi ce l'avesse più lungo, il tutto per farsi notare da quella ragazza che non era nemmeno tutta questa bellezza. Di solito se ne sarebbe fregato, per certi versi anche divertito a vedere il vermetto marcare il territorio come qualsiasi Harris che si rispetti, ma con la sua camicia in quelle condizioni col cazzo che gliela faceva passare liscia. Prese Rose per mano e la condusse verso quel ridicolo triangolo, adesso lo avrebbe sentito quel deficiente. Camminò a passo svelto, spingendo di lato un ragazzino che gli bloccava la strada. Ignaro, quell'ameba di suo fratello continuava a stringere tra le braccia la sua accompagnatrice mentre David si avvicinava minaccioso da dietro. Allungò una mano e prese per un orecchio Micheal, tirando con la giusta forza fino a quando le sue labbra non gli sfiorarono il lobo. «Vermetto, non solo hai preso la mia camicia senza permesso ma l'hai anche sporcata, razza di cretino!»Alzò quel tanto la voce per dargli fastidio, poi lo lasciò andare. Incrociò le braccia, mettendosi di fronte a lui e fissandolo diritto negli occhi con un'espressione poco amichevole in viso. «Le tue camicie te le strappo una per una.» Le avrebbe ridotte a brandelli. Poi lanciò un'occhiataccia all'altro colpevole, perché sapeva bene che quel drink era stato versato apposta. Non credeva neanche un po' alla buona fede di quel tipo, non quando il suo obiettivo era ballare con la sfigata a cui aveva dedicato la canzone.Ed ecco l'ennesimo dramma sentimentale del giorno. «E tu adesso rimedi al danno che hai fatto.»Il suo tono non ammetteva repliche. Un semplice incantesimo avrebbe risolto il problema, ma voleva che fosse lui a scomodarsi per la stronzata che aveva fatto. Aveva qualcosa da dire anche alla bella addormentata nel bosco. «Tu, ragazzina, ti muovi a fare una scelta.»La spronò, guardandola dall'alto in basso. Non rientrava per niente nei suoi gusti, meglio così, non rischiava di scoparsi le stesse tipe di suo fratello. La serata era appena cominciata e già si era rotto il cazzo, voleva starsene per i fatti suoi evitando quel deficiente dell'Harris minore, ma come al solito era andato da lui perché, in un modo o nell'altro, riusciva sempre ad urtargli il sistema nervoso.SPOILER (clicca per visualizzare)Citata Rose. Vede la sua amata camicia sporcarsi, la prende per mano e si dirige verso l'allegro trio. Interagisce con Mike, Mars e Grace facendo il simpy come al solito v.v. -
.Poco raccomandabile? Non si era mai posto il problema. Quando aveva preso la decisione di invitarla a quell’evento mondano, Mike, non si era posto minimamente la domanda: cosa penserà di me? Questo a causa del suo alto livello di sicurezza in sé stesso. La sua mente non era stata sfiorata, neanche lontanamente, dall’ipotesi che la Grifondoro, avrebbe anche potuto declinare la sua proposta in favore di qualcun altro ed, osservandola più da vicino, i corteggiatori non potevano mancarle. Detto ciò, effettivamente, non era un tipo ordinario e, molte madri, lo avrebbero bocciato come eventuale compagno di vita per le proprie figlie. Un riccio nelle mutande, insomma. Uno qualunque che non avrebbe avuto vita facile, in un futuro quando
e senella sua vita fosse entrata qualche anima pia in grado di riportarlo sulla retta via (?). Sospirò e dopo lo scivolone gigante sulla femminilità della sua accompagnatrice, si ripromise di non aprire bocca senza aver contato, almeno, fino a dieci. Certo, non era sua intenzione offenderla ma quel che aveva potuto notare, sul campo da quidditch, si discostava completamente da ciò che, quella sera, si era palesato davanti ai suoi occhi. Errare era pur sempre umano ma perseverare? Da idioti. Per questo glissò, lasciando cadere il discorso nel nulla cosmico e tirando avanti, dritto, come se nulla fosse successo, contando di poterle dimostrare –di lì a poco- le buone intenzioni nei suoi riguardi.
Quando Harry lo denigrò platealmente, Mike, non fece altro che allungargli un sorriso, accompagnato da una pacca sulla spalla. Davvero ridicolo il suo modo di porsi, soprattutto quando, al suo fianco, si trovava una giovane donzella elegante come la Tassorosso che, con sua grande dispiacere, aveva accettato quella farsa. No. Harry non era tipo da relazioni e, nonostante non sentiva il bisogno di entrare nel merito della questione, il minore dei fratelli Harris, pregava che dopo quella sera, la Saint-Clement, si rendesse conto di essersi affiancata a un coglione ambulante, senza un briciolo di onore. “Il lupo perde il pelo ma non il vizio, cugino caro!” Già. ”Sempre pronto a denigrare gli altri, senza guardare prima il proprio orticello. Chissà se prima o poi guarirai da questa malattia!” Lo sussurrò appena, evitando orecchie indiscrete. Sì, i panni sporchi si lavavano pur sempre in casa e, con suo grande rammarico, seppur marginalmente, il suo interlocutore faceva parte della sua linea di sangue. Tutte le sfighe. Fortunatamente, quella sera, la sua attenzione era rapita da ben altro soggetto, più succulento e meritevole. “Per una volta, mio cugino, ha ragione.” Se non fosse stato per lei, probabilmente, si sarebbe dovuto scontrare con una realtà molto diversa da quella che stava vivendo, fatta di dolore, sofferenza e sangue versato a favore di chissà quale causa. Insomma, ringraziava il cielo di essere lì a bere e a mangiare e, anche se non totalmente spensierato, proiettato a sensazioni tipiche di un adolescente comune. Osservò le dame, scambiarsi i solito convenevoli.
Finalmente la pagliacciata terminò e il suo rivale, fino a quel momento, fu allontanato. Il resto? Beh, tutto troppo in fretta per comprenderne la vera essenza. Grace si era fermata, improvvisamente e, con aria interrogativa, la vide passare in rassegna i presenti. Un chiaro segno che stesse cercando qualcuno tra la folla. Ondeggiava al ritmo di quella musica infernale, incitandolo ad unirsi a lei e a ragazzini urlanti. No. Non era il suo modo di fare, certamente. Rimase lì in piedi, fermo, attendendo che quel delirio terminasse ma, da uomo, senza interferire con il divertimento altrui. Rapita. Non aveva ben chiaro di chi fosse la colpa se della canzone o di colui che ne era l’artefice ma, nella sua testa, qualche cosa gli suggeriva che c’era una non so che di sbagliato in tutto ciò. Quando riprese la parola, la Johnson, sembrò risvegliarsi da quell’intenso turbinio di chissà cosa. La prese tra le braccia e dopo averle sussurrato la pura verità, riportò il glaciale sguardo sul suo viso, tuffandosi nei suoi occhi caldi ed espressivi. Alzò la mano destra e andò ad accarezzarle una guancia, così, teneramente, come mai prima di quel momento aveva fatto con una ragazza. Gli piaceva, nonostante non sapesse molto di lei, le vibrazioni positive che riusciva ad inviare, lo facevano sentire a proprio agio, senza fare chissà poi che cosa di così eccezionale. Aveva bisogno di quello. Di una semplicità naturale. Si abbassò e, con un gesto fugace andò a sfiorarle l’angolo delle labbra con le sue, senza, però, andare oltre. Non in quel momento. “Scusami. Non ho resistito.” Era pur sempre un signore e non l’avrebbe forzata in qualche cosa che non partiva da dentro.
Si allontanò appena, il giusto, per osservare la sua espressione, probabilmente stupita da quell’azzardo. Prima che potesse dire altro, però, qualcuno, senza essere stato invitato, si unì alla compagnia e, non solo, ebbe la sfacciataggine di versargli una sostanza contenuta nel suo dannato bicchiere addosso. Ed eccolo lì. In tutto il suo splendore da egocentrico bastardo. Il tipo che, poco prima, aveva palesemente puntato con il suo fottuto indice, la sua accompagnatrice. “Un tentativo alquanto banale di sabotaggio, non credi?.” Disse, mentre tirava fuori dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto, utile per tamponare la chiazza venutasi a creare sulla camicia del fratello. ”… sono un cazzo di disastro.” Si stava auto commiserando per tentare di mascherare la sua condotta messa in atto, appositamente, contro la persona che, a quanto pareva, aveva avuto le palle di invitare colei che era, evidentemente, oggetto della sua attenzione. Pessimo. Come pessimo era stato il suo tempismo. “Potevi, di certo, inventarti di meglio.” Voleva fare il bullo con lui. Cazzo, il mondo gira al contrario? Di solito stava dall’altra parte della barricata. Come poteva essere successo tutto così, senza una reale spiegazione. “Oppure no.” Alluse. Forse la sua fantasia si fermava lì, incapace di andare al di là di ciò che era prevedibile anche da parte di un bambino di due anni. “Pessimo… aspetta, come ti chiami? Non mi sovviene!” L’aveva giusto incrociato una miriade di volte per i corridoi. Troppo poco per far parte dei suoi pensieri. ”Ti va di ballare, Johnson?” Un affronto non indifferente che, però, non lo riguardava. Aveva invitato Grace, l’aveva tenuta con sé fino a quel momento ma costringerla a rimanere contro la sua volontà, non rientrava nei suoi poteri e, soprattutto, gli premeva che si sentisse al sicuro con lui. Senza limiti e senza paletti che, appositamente, non aveva mai messo per quella serata. Rimase in silenzio. I suoi occhi si muovevano da Grace al tizio, fino a quando, con orrore si rese conto che qualcuno aveva intercettato la loro posizione, giungendogli alle spalle, da codardo che era.
David.
Porca troia! Quello stronzo l’aveva preso per l’orecchio, andando quasi a sfiorarlo con la sua lurida bocca. Michael si liberò da quella presa e fece un passo in avanti, allontanando Grace, per non rischiare che finisse in mezzo a quella che poteva, tranquillamente, trasformarsi in una rissa se il fratello non si fosse dato una cazzo di calmata. “La prossima volta ti spezzo una mano, David.” In fondo non si era fatto scrupoli in precedenza, cosa gli impediva di fermare la follia del fratello maggiore, anche con metodi poco ortodossi? Ascoltò le parole di David. Aveva l’aria irritata, più del dovuto. Si trattava solo di una stupida camicia che sarebbe potuta tornare linda con un semplice colpo di bacchetta ma lui no, sempre ad esasperare ogni fottuta situazione. “Respira, fratello. È una cazzo di camicia.” Ok, la sua preferita ma anche meno. “Tu, biondino. Fai contento mio fratello. Così la pianta con questa sceneggiata.” Intimò il musicista a fare il suo dovere, così che David potesse ritrovare un minimo di equilibrio e, forse, cambiare aria una volta per tutte lasciandoli in pace a fronteggiarsi. Ma no. Doveva prevederlo. L’Harris problematico, infatti, aveva compreso la natura del loro confronto e non perse l’occasione di rivolgersi anche a colei che, in tutto ciò, non centrava assolutamente nulla: Grace.
”Tu, ragazzina, ti muovi a fare una scelta.” Per un attimo la lucidità caratteristica di Mike, andò in frantumi. Con un passo veloce si portò davanti al fratello. Faccia a faccia. Così vicino da riuscire a sentire il suo fastidioso respiro sul suo volto. Gli occhi azzurri lo scrutavano. La mascella si era serrata. “Non ti rivolgere a lei in questo modo. Mai più.” Iniziò, senza mai muoversi dalla sua posizione. Il suo tono era calmo, pacato volto a non lasciar trasparire minimamente nessuna emozione, neanche negativa. “Lei è affar mio. E non ti permetto di minacciarla. Né stasera, né in futuro.” Anche se le cose tra di loro non fossero andate in porto. Pezzo di idiota. “Sono stato abbastanza chiaro?” Sapeva bene che Daivid non aveva paura di lui e che, anzi, avrebbe colto la palla al balzo per rendergli, ulteriormente, la vita impossibile ma sentiva di dover proteggere Grace da quello che, potenzialmente, si poteva rivelare altamente pericoloso. Aumentò la distanza dal fratello, assicurandosi di tenere Grace dietro di sé, in segno di tutela nei suoi confronti. Mike sapeva. Lui era a conoscenza di tutto. Solo lui poteva fronteggiarlo. Lui aveva subito e David? David era qualcuno da tenere alla larga.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Grace, Harry e Viole. Avvicinato pericolosamente a Grace e... vabbè u_u poi interagito con lo spliungone Mars ed, infine, minacciato David.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Grace e Michael (indirettamente) una volta uscita dal ritratto. Arrivata in Sala Grande, trova Kai e interagisce con lui. una volta entrata, intergaisce con Alexis e fa i complimenti a Marshall (LOL). Infine nota divertita il siperaietto di Marshall e Michael ma si allarma quando vede avvicinarsi David e trascina Kai, prendendolo per mano (u.u) e alla fine, si porta nei pressi di Grace, pronta ad intervenire in caso di rissa, da brava mamy. Alla fine interagisce direttamente con Davide.
Machera
Vestito. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito direttamente con Michael, Marshall, David e Rose. Citati i prof presenti.
Rimane basita dal comportamento di Marshall che getta il drink addosso a Michael non potendo credere sia fatto di proposito. Cerca di tenere calmo Mike contro David e non accettando di rimanere la donzella in difficoltà lo fronteggia a sua volta "da piccola sconsiderata" quale che è. Risponde a tono a David - supplicando peraltro l'intervento di Rose - e chiarisce la sua posizione declinando l'invito di Mars a ballare (💔) in quanto quella sera è con Mike. Chiede a quest'ultimo di allontanarsi dall'occhio del ciclone..