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.24/12 Christmas Eve DinnerL'invito al tradizionale cenone natalizio, era stato inviato il primo di dicembre (tramite gufi e civette) a tutti coloro che dimoravano all'interno delle mura del Castello. Un paio di giorni più tardi, invece, venne collocato, nei pressi della bacheca scolastica un banchetto – presidiato da studenti volontari – presso il quale si poteva ufficializzare la partecipazione in coppia alla prima edizione del Ballo di Natale. Questo momento di convivialità, fortemente voluto dal Preside Edevane, si sarebbe svolto in Sala Grande che – per l'occasione – sarebbe stata arricchita da decori sontuosi. Le pareti della Sala, erano state ricoperte da un sottile strato di ghiaccio e riempite di ghirlande a tema le quali venivano illuminate da luci danzanti aventi colorazioni variopinte. Le quattro lunghe tavolate, appartenenti ciascuna ad una specifica casa, erano state sostituite da una moltitudine di tavoli in cristallo più piccoli, ciascuno dei quali era illuminato da luci argentee racchiuse all'interno di piccole riproduzioni di un differente luogo appartenente al complesso scolastico; ogni scultura in ghiaccio, era coronata dalle varie prelibatezze preparate (per il buffet natalizio) dagli elfi domestici, ciascuna delle quali faceva sempre riferimento al luogo rappresentato: nel campo da quidditch, ad esempio, si potevano ravvisare torte a forma di bolidi o pasticcini a forma di boccini; così come le bevande più gustose e misteriose (sicuramente non alcoliche) si sarebbero potute provare unicamente nel tavolo avente raffigurata l'aula di pozioni. Ogni tavolo era un luogo da scoprire e da gustare insomma, e chissà se sarebbe schioccato qualche romantico bacio?! Già, poiché oltre alla schiera di tavoli erano state erette una serie di colonne di ghiaccio (rafforzate dalla magia), le quali avrebbero dato origine ad un intimo porticato decorato da ramificazioni di vischio pronti a fiorire ad ogni calda dimostrazione d'affetto. Ciò che sarebbe saltato maggiormente all'occhio di tutti, tuttavia, sarebbe stato il trio di abeti decorati con sfarzo alle spalle della lunga tavolata dei docenti, di fronte ai quali l'ampia pista da ballo avrebbe atteso pazientemente il concludersi del cenone onde accogliere tutte le coppie iscrittesi per l'occasione. Parlando di danze, poteva forse mancare la prestigiosa orchestra di Hogwarts? Ovviamente no! Per far sì che tutti potessero godersi la serata, i musicisti erano stati suddivisi a fasce orarie, cosi che tutti potessero sia cenare che (magari) chiedere la mano alla propria damigella.SPOILER (clicca per visualizzare)Ciao a tutti!! Eccoci alla role di Natale!! ON game è ambientato Sabato 24 Dicembre. OFF game avrà inizio in questo istante, con tempo massimo di conclusione post in data 15 Gennaio 2023 (compreso).
Sono ammessi tutti coloro che studiano e/o lavorano ad Hogwarts, mentre l'accesso ai normali maghi adulti sarà precluso.
Non ci sono alcolici ai tavoli, ma siete liberi di provare a introdurne e volendo mischiarli nelle bevande già presenti, questo se e solo se sarete poi pronti a giocarvi possibili conseguenze!! Ci si dovrà vestire OBBLIGATORIAMENTE con qualcosa di rosso (sia esso un capo o un accessorio) e sarà NECESSARIA una maschera per l'entrata. Come descritto ad inizio post, tutti gli abitanti del castello sono stati avvisati di tale ballo nelle settimane precedenti, con tutte le specifiche del caso e l'obbligo di partecipazione, essendo questo un evento simile al banchetto di inizio/fine anno (ON gdr se non volete portare un pg sarà come se ci fosse ma solo da png).
Il tema è chiaramente quello natalizio, quindi decorazioni varie saranno tutte incentrate su tale tema, a voi spaziare con la fantasia. In fondo alla Sala Grande, lateralmente rispetto la pista da ballo, si troverà un piccolo palco dal quale verrà prodotta musica dal vivo con stragrande maggioranza di brani lenti e classici, ma mai dire mai! Vi sarà inoltre possibile chiedere di suonare (sempre se il vostro pg ne sia notoriamente in grado) durante uno dei tre turni fissati. A differenza degli altri eventi, non ci sarà un solo premio in palio: in accordo con lo staff, tutti gli studenti riceveranno (al termine dell'evento) un regalo di Natale. Questo per favorire non solo il divertimento, ma anche la condivisione di un momento di pace da tutto.
Detto ciò, chiariamo che sarà necessario avere un accompagnatore per presenziare, così come non sarà per nulla obbligatorio danzare: vivetevi semplicemente il momento assieme agli altri giocatori. Cibi e bevande non nasconderanno effetti strani a questo giro, quindi tranquilli...consumateli pure!
Ed ora le regole base. La presente è una role multipla pertanto È OBBLIGATORIO concludere il post con uno spoiler in cui citerete la vostra maschera, le persone con le quali avrete interagito e un breve riassunto delle azioni compiute, così da dare modo velocemente a tutti di capire cosa stia succedendo loro attorno.BUON DIVERTIMENTO!L'idea della role e la gestione della stessa sono a cura di Andréas il quale ringraziamo per l'impegno!
Edited by Dragonov - 13/7/2023, 02:01. -
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.LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)Stesso posto, stesso smoking, stessa camicia, stessa cravatta. Addirittura: stessa maschera. Quella dannata maschera di merda che credeva avrebbe potuto incenerire quella notte di inizio estate, e che invece gli tocca indossare per la seconda volta. Cazzo. Tutto non fa che preannunciare una delle peggiori serate di sempre. Infatti, sebbene il boccone amaro sia stato ingoiato e ormai abbondantemente digerito mesi fa, ricorda ancora piuttosto vividamente la sensazione di inadeguatezza provata allora, e questa si aggiunge al già terribile umore del ragazzetto alle prese con l’imminente rituale di passaggio che prima o poi tutti dovranno affrontare, ma che per lui è arrivato forse troppo presto. Questa notte, a mezzanotte, la sua Traccia si dissolverà nel nulla, lasciandolo, ora e per sempre, solo al mondo. Nudo e impreparato. Libero, certamente, senza nessuno a cui pagare il conto. Ma allo stesso tempo, senza nessuno che possa anticiparlo per lui, parandogli le spalle nel caso in cui si lasciasse sfuggire qualche strafalcione da perfetto inesperto del mondo. E gli strafalcioni, ultimamente, abbondano; complice l’adolescenza con le sue reazioni chimiche esagerate che lo stanno ribaltando come se fosse un boxer nel ring e l’avversario, “peso massimo” esperto, fosse lanciato a furia contro di lui. Ci ha pensato molto negli ultimi giorni, e se inizialmente era riuscito a mettere in primo piano la prospettiva di potersi gestire la vita autonomamente, adesso che l’ora si sta inesorabilmente avvicinando, prova una sola, schifosissima emozione: angoscia. No, non è esatto. Non è solo quella. Anche la solitudine, in cui sguazza da tempo immemore, sta facendo sentire il suo spettro in modo sempre più opprimente, premendogli il petto tanto da rendergli difficile respirare a fondo da qualche giorno.
Pure la dama è la stessa dell’altra volta, comunque. Ma questo aspetto della questione non lo turba affatto. Al contrario, si è dimostrato subito collaborativo nei suoi confronti, assecondando le sue volontà e acconsentendo di stare alle regole del gioco. Così sfoggia nel taschino destro della giacca un fazzoletto rosso, necessario per il dress code della festa. Generalmente non si sarebbe impegnato a soddisfare questa richiesta, come neanche quella della maschera, però da bravo galantuomo, quale non è, ci sta mettendo il suo per non arrecare danno alla Caposcuola Corvonero, colei che sta aspettando appena oltre l’ingresso della Sala Grande. D’accordo, non sarà il più ben vestito del Ballo, la maschera è una di quelle semplici che contornano gli occhi, nera, come tutto il resto dei suoi abiti ad eccezione del fazzoletto, però tutto sommato è a posto. Sobrio, anonimo, come sempre. Anche perché non è un esperto di moda e non avrebbe saputo modificare quegli indumenti in modo più adeguato di quanto già non risultino ai suoi occhi. D’altro canto nemmeno gli dispiace passare inosservato. Anzi, è proprio ciò cui solitamente aspira, potendo così osservare, dal suo angolo privilegiato, la vita degli altri scorrergli davanti, così come la sua, sempre uguale, ma quantomeno non più ricoperta di merda e sangue.
E’ in anticipo, perciò si sistema nei pressi dell’uscio dopo averlo varcato, a pochi centimetri dalla parete che ospita lo stipite destro del portone di quercia, lasciando che lo sguardo si alterni fra i nuovi arrivi e le persone già presenti nella sala. Le iridi vengono attirate principalmente da due tipi di avventori: quelli più appariscenti, e le sue conoscenze più strette, su cui indugia più a lungo, ponendosi domande alle quali non potrà mai ricevere una risposta. E tant’è. Non è tipo da impicciarsi degli affari altrui. Babbo Natale, invece, lo trova una scelta discutibile per l’ambiente, ma che personalmente apprezza. Forse è stato chiamato qualcuno per intrattenere i più piccoli e dare loro la speranza di poter esprimere un desiderio che magari, un giorno, col sudore della loro stessa fronte, potranno avverare. A lui, ovviamente, non è mai stato concesso nemmeno il lusso di sperare, alla loro età. E se potesse farlo ora, beh, saprebbe per certo che ciò cui ambisce lui è del tutto irrealizzabile. Una famiglia. Hugo di nuovo al suo fianco. Sogni di un bambino che, fra poche ore, dovrà lasciare indietro. Per l’ultima volta.SPOILER (clicca per visualizzare)Arriva pieno di drammi interiori e si piazza all’interno della Sala Grande, di fianco all’ingresso sulla destra. Aspetta Skylee e fissa più o meno tutti, soprattutto Babbo Natale (Carrie)
Edited by Justapoint - 10/12/2022, 20:03. -
.«Dici che è troppo?» domandai ad Halley, osservando la mia immagine riflessa allo specchio. La Wheeler si era offerta di occuparsi del trucco ed io, che generalmente mettevo solo un po' di mascara o di eyeliner all'occorrenza, non avevo opposto resistenza. Per fortuna, pensai, visto il risultato. «Grazie capitano» la punzecchiai, aprendo un grosso sorriso soddisfatto, poi passai agli accessori: qualche immancabile anello e una catenina con un ciondolo a forma di lucchetto che - come l'abito - avevo affittato in un neozietto di Hogsmeade. Era stata Grace ad accompagnarmici e, alla fine, ne eravamo uscite con un completo rosso niente male.
Lisciai ancora una volta il mio blazer, cercando di capire se non fosse meglio coprire la bralette nera che traspariva e, quando Halley mi fece notare che non mi restava che cercare Carrie, distolsi lo sguardo dal mio riflesso e annuii, improvvisamente nervosa. «Giusto, Carrie.» ripetei, rendendomi conto solo in quel momento che non ci eravamo incrociate nemmeno una volta, quella sera. Che fosse scappata? Magari si era sentita costretta ad accettare, ma alla prima occasione se l'era data a gambe. Poteva davvero aver cambiato idea? «Vado a vedere dove si è cacciata. Vi aspetto giù.» informai le altre, prima di allontanarmi.
Scesi così un milione di scale, ringraziando mentalmente me stessa per aver deciso di non rinunciare ad un elemento imprescindibile del mio outfit, ossia le mie Vans Sk8-Hi (senza le quali sarei arrivata a destinazione morta, o sicuramente con qualche osso fratturato) e mi diressi al banchetto posto davanti alla bacheca della scuola per palesare la mia presenza. «Alexis Pierce, terzo anno.» feci, guardandomi intorno nervosamente, mentre la funzionaria messa lì per assicurarti che noi studenti ci fossimo tutti scorreva il dito lungo una lista di almeno un paio di centinaia di nomi. Quando quella riconobbe il mio nome, annuì e mi invitò ad entrare in Sala Grande. «Non è che potrebbe dirmi se Carrie Marshall è già arrivata?» provai, beccandomi un'occhiataccia da parte della donna che, solo all'ultimo, mi fece cenno di andare. Non riuscii a decifrare la sua espressione, ma mi parve di vederci sorpresa e sconcerto allo stesso tempo. Convinta che il motivo risiedesse nel fatto che fossimo una coppia di ragazze, aggrottai la fronte e scossi il capo. Assurdo che nel 2022 bisognasse ancora dare spiegazioni riguardanti la propria sessualità. «Grazie lo stesso» abbaiai, stizzita, prima di oltrepassare l'enorme ingresso della Sala Grande.
Quello che mi ritrovai ad osservare, una volta dentro, fu un vero spettacolo mozzafiato: la vecchia Sala era interamente ricoperta di ghiaccio, i tavoli erano spariti per far spazio ad un'enorme pista da ballo e al loro posto erano stati sistemati alcuni tavoli di cristallo sparsi sui quali non mancavano leccornie di ogni tipo. Tre grossi abeti addobbati per l'occasione occupavano il fondo della stanza e il soffitto era stato incantanto perché desse l'impressione che cadesse una neve leggera, quasi impercettibile. «Wow...» mi ritrovai a dire, addentrandomi tra la folla, mentre il mio sguardo veniva catturato da una presenza piuttosto buffa che era impossibile non notare. Sì, perché in mezzo agli studenti, un babbo natale parecchio simile all'originale andava in giro molestando gli studenti con il suo caratteristico Ho-Ho-Ho Buon Natale. Rimasi a fissarlo per minuti interi, senza rendermi conto di quanto quella scena mi facesse ridere. Anche i maghi avevano il loro Santa Klaus?SPOILER (clicca per visualizzare)Alexis interagisce con Halley e con le compagne di stanza insieme alle quali si prepara per l'occasione. Poi scende in Sala Grande, dove intravede un Babbo Natale tra la folla e finisce per osservarlo divertita.
Indossa un completo gessato rosso, e per la fretta si è dimenticata la maschera (?). -
.Che fantastica idea del cazzo, Mike!” La convinzione di aver compiuto un passo falso, continuava a martellargli in testa. Quella sua debolezza l’avrebbe pagata da lì all’eternità, probabilmente ma, in fondo, dopo tutto lo sforzo che aveva fatto per riuscire ad ambientarsi lì dentro, lo portava a pensare che presenziare a uno degli eventi sociali, sarebbe stata la cosa migliore per mascherare il suo essere schifosamente dispotico. Se ne stava disteso a letto mentre, dall’altra parte della stanza il fratello scemo e Parker si davano da fare con i preparativi per la serata. Tutti in tiro, tutti così splendenti e irriconoscibili. Pronti a tentare di portarsi a letto le povere malcapitate che, quella sera, avrebbero condiviso il magico momento con loro. Due povere sfigate, senza dubbio. Sbuffò e si girò su un fianco. La sua strategia confidava nel fatto che i compagni sarebbero usciti in anticipo, così da lasciargli abbastanza tempo per tirarsi a lucido, in totale solitudine, così da evitare scomode domande alle quali non avrebbe mai voluto rispondere. Così fece. Rimase immobile, lasciando credere che, quella sera, sarebbe rimasto lì, balzando l’evento e aspettando l’indomani, tra le braccia di Morfeo. La porta si chiuse, senza neanche un saluto e, subito dopo, Mike si portò a sedere, stiracchiandosi le braccia. Raggiunse l’armadio e ne estrasse il completo che aveva, rigorosamente, scelto per l’evento in questione –con la stupida maschera annessa-. Il rosso, porca troia. Mi fa pure cagare. Sapeva che quel dettaglio sarebbe stato necessario e, con molta fatica, aveva accettato di vedersi addosso quella dannata camicia –gentilmente
rubataofferta dal fratello, grazie ai suoi gusti di merda- rossa. Sistemò al meglio il colletto e dopo aver infilato un paio di pantaloni neri di jeans, abbastanza eleganti, acchiappò al volo la sua giacca di pelle rimasta inutilizzata per troppo tempo. Passò una mano tra i capelli, spettinandoli al punto giusto ed, infine, dopo aver decretato che tutto fosse al suo posto, si lasciò alle spalle il dormitorio, facendo attenzione a non incrociare sguardi indiscreti che avrebbero potuto rovinare il suo piano. Sì. Qualche giorno prima, infatti, durante una delle tante obbligatorie sessioni di studio, il suo sguardo glaciale, aveva indugiato su un volto femminile che, senza un vero perché, era riuscito a catturare la sua attenzione. Si era preso tempo e, dopo aver calcolato pro e contro, si era deciso a fare un passo più lungo della gamba e, così, utilizzando la scusa dell’evento di Natale, l’aveva invitata a presenziare in sua compagnia così da approfondire un’eventuale conoscenza che sarebbe potuta nascere. Quel castello era pieno di bei culi, certo, ma le brave ragazze lo attizzavano molto di più delle sfacciate e lei sembrava proprio il tipo capace di accendergli la passione tipica di coloro che possedevano il gene della licantropia. Non si era fatto problemi quando, prepotentemente, si era intromesso nella discussione con l’amica e, alla fine aveva ottenuto ciò che voleva: il suo dannato appuntamento.
Ed eccolo lì. Splendente come un raggio di sole. Nessuno si sarebbe aspettato una sua partecipazione ma, in fin dei conti, si era evitato giorni e giorni di domande inutili sulla sua accompagnatrice della quale, tra l’altro, sapeva ben poco. Percorse la perfetta penombra dei sotterranei e, con passo tranquillo, raggiunse la superficie. Si respirava profumo di festa e, grazie a Merlino, la folla riuscì a nasconderlo per bene, permettendogli di raggiungere la meta che si era prefissato fin dal principio, improvvisandosi galantuomo che non era affatto. Salì le scalinate fino a raggiungere il settimo piano e, contro voglia, fece un appena accennato cenno del capo alla Signora Grassa, il ritratto che nascondeva la Sala Comune dei Grifondoro. Minuti interminabili, costellati da mille ripensamenti e dubbi che la ragazza in questione, avrebbe, all’ultimo cambiato idea, prediligendo la compagnia di un Tassorosso sicuramente più stabile mentalmente di lui. Sarebbe stata furba, senza dubbio. Nessuno avrebbe voluto lui come ipotetico compagno e, infatti, era certo che avesse accattato solo per la sua fisicità ma non di certo per il suo carattere tutt’altro che docile. Si era ripromesso di comportarsi bene e di non cercare di uccidere David. Era pur sempre Natale, i buoni propositi potevano considerarsi quasi d’obbligo, no?
Pochi istanti e da dietro il dipinto fecero capolino due ragazze. Sgranò gli occhi e rimase impressionato dalla bellezza della giovane donna. Porca troia. Sentiva lo sguardo dell’altra addosso, come se volesse affondargli un coltello nella giugulare da un momento all’altro. Percepiva un certo livello di astio ma, d’altro canto, di quella cretina non gli importava un cazzo di niente. Non era lei il suo bersaglio. “Avevi capito bene!” Iniziò con tono pacato. “Ma ero certo che avresti apprezzato!” Tirò un sorriso, nonostante la fatica in quei comportamenti normali. Le offrì il braccio e, con stizza, si rivolse all’altra ragazza che, nel frattempo aveva riconosciuto. “Sei sollevata dal tuo incarico, mi prenderò cura io di lei, da ora!” Quella mocciosa doveva essere l’amichetta di giochi di Kai, il suo compagno che da bravo coglione, non stava nella pelle a causa del suo desiderio di infilarsi nella sua camera dei segret. Attese che la Wheeler si levasse dai coglioni e, poi, finalmente, rivolse gli occhi azzurrini alla sua dama: “Sei bellissima! Non te l’ha mai detto nessuno?” Cazzo se ho bisogno di un po’ di erba. Non era abituato a tutte quelle smancerie, piuttosto gli riusciva meglio calarsi le braghe e fare ciò che ogni uomo sa fare meglio ma non era il caso. No, il contesto lo vedeva come una persona normale, in grado di controllare i suoi impulsi e a ribellarsi alla sua natura, finché avrebbe potuto. “Ti ringrazio di aver accettato il mio invito. Ero convinto che la tua amica avesse la meglio, persuadenti ad evitare un tipo come me.” Sicuramente, la stronza, ci aveva provato. Raggiunsero la Sala Grande e fecero il loro ingresso. Finalmente poteva palesarsi, senza troppi problemi. Non aveva paura del giudizio altrui anzi, al contrario, aveva solo paura che, da un momento all’altro, esplodesse la sua rabbia e, quello avrebbe dato inizio a uno scenario non propriamente consono a una serata volta a festeggiare il Natale.SPOILER (clicca per visualizzare)Micheal aspetta che i due compagni siano fuori dalle palle e inizia a prepararsi. Una volta fatto esce dal dormitorio e si reca a prendere la sua dama proprio davanti alla Sala Comune Grifondoro. Una volta prelevata intereagisce con lei e con Halley, liquidandola e invitandola poco gentilamente a levarsi dalle palle. Poi raggiungono la Sala Grande, chiacchierando allegramente.
Edited by Harris Jr. - 14/12/2022, 23:31. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Dragonov - 22/12/2022, 23:52. -
.SPOILER (clicca per visualizzare).
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Maschera indossata - Abito uguale a quello in foto - Accesorio rosso: Rossetto.
È arrivata alla festa e dopo aver raggiunto Justapoint gli a chiesto di andare a vedere il tavolino dedicato a Pozioni per bere qualcosa.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Marshall Carter-Johnson, IV anno, Tassorosso.
- Citato/interagito con: Will Singh, Grace Johnson e Mike Harris, un batterista png.
Heello, dunque, scusate il post lunghino. Quello che c'è da sapere è che Marshall è un cantante piuttosto famoso tra i babbani, quindi se i vostri pg sono nati babbani, o mezzosangue, o hanno vissuto in paesi babbani dovrebbero conoscerlo anche solo di nome.
In sintesi: Marshall a 'na certa fa smammare l'orchestra e non appena quelli lasciano il palco, le luci si spengono per una decina di secondi. Non appena si riaccenderanno, sul palco ci sarà una fila di armadietti (di quelli alla high school americana) fucsia dai quali spunterà Mars che comincia a suonare e dà il via ai suoi brani.
Per chi volesse vedere coi suoi occhi le performance (per farsi un'idea di ciò che accade sul palco): click qui!
Edited by -mars - 5/1/2023, 10:34. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Manomesso le bevande.
Interagito con Micheal Harris, Grace e Violette.
Edited by Harry‚ - 17/12/2022, 02:09. -
Mikhail.
User deleted
Quella cinquina, malgrado non fosse riuscita a smuovere il mio volto, provocò nel mio animo una malsana eccitazione. Fu come se, con quel gesto (dovuto indubbiamente a motivi differenti dai miei), la ragazza avesse iniziato – inconsapevolmente – una partita a scacchi con il sottoscritto. Quel tocco, accarezzò il mio cuore, accendendolo malgrado fosse così gelido da rasentare lo zero assoluto. A differenza dei miei, i suoi sentimenti furono così cristallini che sarei riuscito tranquillamente a vederci attraverso, fino a scorgere i suoi pensieri; ciò nonostante, se pensava davvero d’essere difronte ad uno di quei principi azzurri descritti nelle favole, di quelli che (magari) s’inginocchiano pure o dicono tutte quelle mielose quanto stucchevoli frasi banalotte, solo per compiacere la ragazza che aveva davanti, beh…aveva sbagliato genere di persona. Solo una sciocca (o un’ingenua) si sarebbe aspettata una simile galanteria dal sottoscritto, specie dopo essermi stata accanto in più frangenti di tempo ed aver avuto modo di saggiare il mio carattere tagliente.
I giorni, ad ogni modo, trascorsero come gocce d’acqua di un ruscello. Nei giorni seguenti all'uscita della notizia in bacheca, iniziai a ricevere diversi inviti da parte di ragazze facenti (quasi tutte) parte della mia piccola cerchia di sgherri. Decisi di accettare l’invito di una di quelle esterne alle mie conoscenze, sia perché di bell’aspetto e sia perché (magari) non mi avrebbe servito come tutte le altre.
Pochi giorni prima della fantomatica serata in Sala Grande, elaborai diverse miscele sia a base d’alcol che a base d’oli essenziali: tra esse, ne avrei scelta poi una, andandola poi a utilizzare come profumo d’accompagnamento per la serata. M’incontrai con la ragazza che mi avrebbe accompagnato la sera del giorno successivo, facendole sentire tutte le essenze ideate, così da avere un suo parere su quale – delle tre – fosse la migliore e alla fine vinse quella avente spezie, rum e tabacco come note di test; iris, cuoio e tuberosa come note di cuore; infine fava tonka, legno di guaiaco e benzoino come note di base. Nel complesso, si trattava di una fragranza dai toni caldi e afrodisiaci, i quali avrebbero (quantomeno) attirato l’attenzione delle malcapitate che si sarebbero ritrovate nei pressi della sua scia.
Trascorse un giorno e, con esso, il pomeriggio antecedente la Cena della Vigilia. Lune ed io, c’eravamo dati appuntamento ad una manciata di minuti prima dell’inizio dei festeggiamenti, nei pressi del quadro della Grande Natura Morta: l’accesso alla Sala Comune dei Tassorosso. Consapevole che sarebbe uscita a breve, aprii il flaconcino, per poi andare ad inumidire polsi e collo con il suo contenuto, così da essere pronto per il divertimento che mi avrebbe sicuramente regalato quell'evento. Non appena sbucò fuori, si avvicinò al collo mettendosi in punta di piedi, nel sorridermi con fare piacevolmente soddisfatto, unendosi poi a me verso l'entrata della Sala Grande. V'erano addobbi ovunque e la prima cosa che pensai fu un lampante "Che Schifo" che mi tenni – ovviamente – per me, per non spezzare l'atmosfera.Credo sia giunto il momento d'indossare le maschere.La tassina sciolse la presa sul mio braccio per il tempo necessario a collocare l'accessorio dorato col piumaggio nero sul viso, sistemandosi l'acconciatura con la bacchetta così che l'elastico si perdesse tra le lunghe chiome lisce, pioventi fin oltre le spalle. Allo stesso modo feci io, collocando la replica della maschera in avorio di Apollo sul volto, rendendomi cieco, sebbene il materiale fosse decisamente più leggero dell'originale. Attraverso i due fori lasciati per gli occhi, i due abissi iniziarono a sondare la zona circostante, abituandosi in pochi secondi a quella vista limitata dal volto divino che ora indossavo.Come sto?Una voce, quella di Lune, attirò la mia attenzione. Il mio volto si mosse di poco verso di lei, osservandola dall'alto verso il basso, facendo appena più attenzione alla maschera che aveva appena indossato.Sei davvero...graziosa, mia cara.Lei sorrise, senza (probabilmente) cogliere l'assenza di coinvolgimento in quel commento, probabilmente a causa della maschera che rendeva la mia voce appena comprensibile. Grazioso era il perfetto complimento una bambolina come lei...pareva essere stata realizzata da un geniale artigiano di bambole che, grazie all'uso della magia, riusciva a far loro dono del cosiddetto soffio vitale.Tu invece sei affascinante come quando non la indossi.Ridacchiai da sotto l'accessorio, malgrado fosse più un sogghigno che una vera e propria risata, tornandomene poi serio nell'alzare il gomito così che potesse aggrapparvisi. Uno affianco all'altro, iniziammo così a colmare gli ultimi metri che ci separavano dall'entrata, io con un sobrio outfit elegante, dalle tonalità prevalentemente chiare; leicon un vestito nero da serate di gala, con vari accessori in argento che le donavano un tocco di finezza senza pari. Le scarpe di entrambi erano nere ed eleganti, ma le sue montavano un tacco che l'avrebbero aiutata a colmare una manciata di centimetri, permettendole così di superare le mie spalle.SPOILER (clicca per visualizzare)
Non appena entrammo, notai fin da subito lo sfarzo nonché la cura maniacale dei vari addobbi natalizi, ma la cosa mi lasciò impassibile almeno quanto la vista della Johnson accanto allo studente del II Anno della mia casa.Ti và di bere qualcòsa?Chiesi alla mia accompagnatrice, nell'esatto istante in cui passai alle spalle della grifondoro, in modo da attirare prima la sua attenzione con il riconoscibilissimo accento russo (malgrado fosse ovattato dalla maschera) e poi lasciarla con un pugno di mosche in mano, passando oltre in compagnia di Lune. L'unica cosa che le lasciai fu il ricordo di quel profumo ammaliante che si sarebbe disperso nel corso di pochi attimi.Certo, molto volentieri!Mi sarei così incamminato verso il tavolo che ritraeva le sponde del Lago Nero e la Rimessa delle Barche, ciascuna delle quali era riempita da un differente succo o bibita – rigorosamente analcolica.Tieni.Dissi a Lune allungandole una barca con all'interno quello che sembrava essere succo di melograno, mentre alzavo la maschera per poter bere io stesso il succo contenuto nella medesima barca che la stessa ragazza mi offrì.Estratto di Melograno, a quanto pare.Sorrisi con fare compiaciuto, volgendo poi i due abissi verso Grace nell'allargare di poco il sorriso che venne coperto qualche attimo più tardi con la maschera.Guarda, Mik: del vischio!Volsi il viso verso di lei, in silenzio, venendo poi trascinato verso il portico dalla tassorosso che, a quanto pare, aveva piani ben delineati da portare a compimento.SPOILER (clicca per visualizzare)Mik arriva accompagnato da Lune (PNG - Personaggio casuale), indossando questa maschera, nonché un profumo dalle tonalità afrodisiache. Passa alle spalle di Grace, chiedendole se voleva qualcosa da bere, ma se e quando la grifa si volterà noterà che non era rivolto a lei l'invito, venendo raggiunta dal profumo di Mik che - nel mentre si allontana. A che tavolo? Ovviamente ad uno molto familiare.... -
.Marcel Anhalt-Dessau | III | Ravenclaw“Amelie mi ha detto una cosa interessante, ragazzo.” La voce gelò Marcel nel bel mezzo del corridoio.
Ovviamente era lì, pronto a rimbeccarlo. Avrebbe dovuto intuirlo dalla porta socchiusa dello studio, quando mai Albert Von Nassau lasciava la porta del suo studio socchiusa? Quando stava aspettando il suo adorato figlioccio al varco, ecco quando.
“Davvero, cosa le ha detto, signore?” chiese seccato, aprendo le porte dello studio ed entrando, seguendo quello che era un copione noto a entrambi gli attori in scena.
Albert lo aspettava seduto su una poltrona, quella centrale, la sua preferita, con in mano il solito bicchiere colmo di liquore ambrato. Tutto secondo copione.
“Stai andando ad un ballo in quella piccola scuola inglese, ti manca così tanto da volerci tornare anche durante le vacanze?” il suo tono apparentemente gentile era in realtà colmo di un veleno invisibile, ma a cui Marcel era ormai avvezzo.
“Ho ricevuto un invito, non credevo fosse un problema.” Ma non ebbe neanche il tempo di terminare la frase o aggiungere alcunché prima che Albert lo interrompesse con un gesto della mano, invitandolo – se di invito si poteva parlare – ad avvicinarsi a lui. Marcel obbedì senza esitare, conscio di non avere alcuna alternativa, soprattutto se non voleva passare il resto della serata nei sotterranei.
“Deve essere piuttosto importante per te, vedo che sei ben vestito.” L’uomo sorrise, un sorriso predatorio, mentre le sue mani si allungavano per rimuovere della polvere inesistente dalle spalle del ragazzo.
Ora che era in piedi si trovava a torreggiare su Marcel, la sua presenza come un miasma venefico che accelerava il battito del giovane duca.
Aprì la bocca per dire qualcosa, per negare forse, o per sfidarlo magari, ma tacque quando la mano dell’uomo piombo sul suo collo, piegandogli la testa di lato ed esponendo il suo collo pallido, levandogli appena il fiato.
Sta fermo. Non farlo arrabbiare. Rimani buono e obbediente.
Il naso dell’uomo si abbassò sul suo collo, il suo respiro tanto vicino da far accapponare la pelle di Marcel al solo passaggio di quel tocco fantasma.
“Puzzi come una puttana, come sempre. Di chi stai cercando l’attenzione, ragazzo?” mormorò l’uomo al suo orecchio, la sua mano che si faceva più stretta e crudele sulla sua gola.
“Di nessuno.” Rispose, restando immobile, gli occhi chiari colmi però di una rabbia figlia dell’umiliazione e dell’agitazione che il suo patrigno scatenava in lui.
“Moccioso bugiardo e impertinente.” Lo riprese l’uomo lasciandolo però andare al contempo, come un bambino che si disfa di una bambola ora divenuta noiosa.
“Posso andare ora, signore?” chiese, la voce leggermente roca e il volto in fiamme, i segni delle dita dell’uomo che già si formavano sulla sua pelle.
Questi però non gli rivolse neanche un’occhiata, liquidandolo con un gesto della mano, ora più interessato al suo bicchiere che a Marcel.
Il giovane Duca non attese di farselo ripetere due volte e si affrettò verso la porta, venendo però nuovamente gelato sull’uscio.
“Domani ti voglio di sotto, ragazzo. Sei diventato troppo arrogante lontano da me.”---
Il ragazzo che emerse ad Hogwarts sembrava avere poco o nulla in comune con quello spaventato che era rimasto immobile sotto le mani del suo patrigno, l’unica cosa che davvero erano in comune erano i segni di dita sul collo, che pian piano si facevano sempre più scuri sotto il colletto inamidato della camicia e il papillon.
Ma nessuno li avrebbe notati, no, osservandolo si sarebbe solo notato il taglio perfetto della sua giacca, dalle spalle ampie e dritte fino alle code della giacca da sera, passando per la camicia e il panciotto di seta.
I gemelli d’oro massiccio avevano la forma di orsi rampanti, uno dei simboli dell’ordine cavalleresco di cui gran maestro e della sua casata.
I medesimi orsi rampanti, molto più piccoli, erano incisi insieme al resto dello stemma della sua famiglia sul pesante anello massiccio che portava al dito.
Sua sorella aveva provato ad insistere perché indossasse anche la fascia con le insegne al grido di “ti fa sembrare un principe, Marcel!” al che lui le aveva fatto notare due cose: la prima era che lui un principe lo era davvero (“Dettagli”) e la seconda era che sembrava un completo idiota con quella cosa (“Non è vero!”).
Era anche solo un ballo scolastico quindi poteva risparmiarsi tutta quella roba ridicola.
Non che ci fossero comunque dubbi sullo status economico di Marcel: i suoi abiti erano semplicemente perfetti e ovviamente costosi, fatti su misura per lui con i migliori tagli di stoffa, così come le scarpe in pelle italiane, mentre i pochi gioelli d’oro massiccio erano comunque sottilmente vistosi.
Oltre a tutto ciò, ovviamente, portava anche come di dovere una maschera da uccello nera, ornata da piume di pelle e comprensiva di un becco.
Tra le mani stringeva anche un piccolo omaggio floreale, una dozzina di perfette rose rosse dallo stelo lungo.
Avvicinandosi alla sala grande non ebbe in effetti difficoltà ad individuare la destinataria di suddetto omaggio floreale, Rain era una fiamma rossa dalla testa ai piedi.
“Buonasera a te, tesoro.” Rispose con un sorrisetto divertito, inarcando appena un sopracciglio di fronte a quella pagliacciata.
Si era chiesto, da che aveva ricevuto l’invito, più volte come mai la ragazza l’avesse chiesto a lui.
Ovviamente sapeva di essere bello, non era cieco, ma il perché di quell’invito di punto in bianco gli sfuggiva.
Ora invece un sospetto si faceva strada nella sua mente. E la cosa era estremamente divertente.
“Per te, mia cara. Un piccolo pensiero.” Disse porgendole i fiori con un sorriso galante “Sei splendida questa sera.” E lo era davvero, Marcel non poteva negare di aver accettato il suo invito anche e soprattutto perché la rossa era davvero sexy.
“Entriamo?” le propose, porgendole il braccio con fare galante e se lei avesse accettato avrebbero fatto assieme il loro ingresso in sala.
A quel punto Marcel si sarebbe chinato appena verso di lei per sussurrarle all’orecchio.
“Sono rimasto molto sorpreso dal tuo invito, sai?” le avrebbe mormorato con un sorriso “C’è qualcosa che dovrei sapere? Ho una teoria, ma sono alquanto curioso.” Avrebbe concluso, continuando a condurla all’interno della festa, verso il tavolo delle bevande.SPOILER (clicca per visualizzare)
Edited by Marcel N. - 17/12/2022, 11:04. -
.Viole aveva atteso la venuta del natale come si attende una condanna a morte, con la medesima gioia e il medesimo senso di soffocamento.
Ogni mattina aveva atteso inutilmente per una lettera che non era mai venuta. Ovviamente non era venuta.
Aveva iniziato quindi a programmare il suo ritorno a casa, o meglio, a casa di sua nonna per il Natale.
Se non poteva passarlo con suo padre, si era detta, quantomeno lo avrebbe passato fuori da quelle mura.
E di questo era stata convinta finché, con sua sorpresa, una mattina non le era stata recapitata una missiva da un serpeverde che non poteva dire di non conoscere: Harry, il ragazzo che aveva conosciuto al campo da quidditch qualche tempo prima.
Viole era rimasta sorpresa e lusingata dal suo invito inaspettato e in preda ad un momento di follia aveva accettato di essere la sua dama al ballo della vigilia.
Se n’era pentita quasi subito: per un momento la visione di Harry in una pozza di sangue, macellato come era successo a Marcus, si era fatta strada nella sua mente, ma aveva certato di mandarla via immediatamente.
È tutto diverso questa volta – si era detta – Laurier non è qui, non può fare niente, siamo solo amici, anzi, neanche quello.
Nei giorni successivi era stata un paio di volte sul punto di mandare tutto all’aria, preoccupata delle conseguenze delle sue azioni, ma aveva resistito e infine la vigilia di Natale era arrivata.
Tra i pochi studenti rimasti al castello si era diffusa una sorta di energia elettrica sotterranea, fatta di risolini e anticipazione, da cui Viole aveva cercato di farsi coinvolgere in modo da essere distratta dai suoi pensieri più cupo.
In parte aveva avuto successo: i preparativi per il ballo avevano in parte distratto la giovane tassorosso, consentendole di concentrare le sue attenzioni su questioni irrilevanti come quali orecchini o scarpe abbinare al vestito e alla maschera che avrebbe indossato.
Poteva sembrare una questione sciocca, ma quello era un bel problema per qualcuno che amava essere impeccabile ed era interessata alla moda come lo era Viole.
Nel strabordante armadio non mancavano certo gli abiti da sera, una signora aveva sempre una piccola selezione con sé, ma con sua grande sorpresa Harry gliene aveva fatto recapitare uno appositamente per il ballo.
Non aveva saputo inizialmente se esserne offesa o lusingata, ma alla fine il secondo sentimento aveva prevalso, complice anche il fatto che l’abito era semplicemente stupendo e perfettamente nel suo stile.
Aveva persino delle maniche che, per quanto sottili, erano abbastanza decorate da coprire la cicatrice sull’avambraccio. Era perfetto e Viole se ne era immediatamente innamorata perdutamente.
Alla fine, dopo una dozzina o poco più di prove, aveva scelto di abbinare l’abito a dei delicati orecchini di perle, diamanti e oro giallo, a una maschera placcata dello stesso materiale e a un accessorio per capelli che riprendesse il tema dei fiori e l’oro degli altri accessori.
Persino le scarpe di raso rosa cipria avevano delle decorazioni floreali smaltate e placcate. Non che fosse possibile vederle sotto il lungo abito, ma a Viole piaceva sapere di quel dettaglio.
Era un po’ troppo sopra le righe? Forse, ma perché limitarsi ad abiti noiose e linee semplici quando invece l’occasione consentiva di osare?
Viole poteva essere timida ma aveva sempre amato lo shopping e i begli abiti e, complice un conto in banca astronomico, aveva sempre ceduto a quella sua passione.
Da sola era consapevole di possedere probabilmente più capi d’abbigliamento di tutte le sue coinquiline messe assieme, questo senza considerare il valore astronomico dei pezzi che componevano il suo guardaroba, il cui totale probabilmente non era troppo lontano dai sei zero.
Ma a suo padre stava bene, persino ora che l’aveva esiliata il suo conto nella banca di famiglia continuava ad essere virtualmente illimitato, cosa di cui Viole era assolutamente grata.
Anche perché era per lei la riprova del fatto che suo padre tenesse ancora a lei e non l’avesse dimenticata.
Il giorno del ballo aveva iniziato a prepararsi ridicolmente presto, riscoprendosi molto più nervosa del previsto. Harry l’aveva invitata in amicizia, certo, ma era comunque la cosa più vicino ad un appuntamento che avesse da mesi, e il cielo sapeva che l’ultima volta non era andata bene.
Dopo una lunghissima doccia, che l’aveva aiutata a rilassarsi solo in minuscola parte, era passata ad acconciarsi i capelli in un grazioso raccolto cui aveva poi aggiunto un fermaglio floreale e a truccarsi, preferendo come di consueto un trucco semplice ma luminoso, andando a riprendere gli stessi toni cipria del suo abito.
Pochi spruzzi di profumo dolce e floreale dopo Viole era stata pronta per indossare l’abito donatole, riscoprendosi molto consapevole di quanto sexy fosse quel capo, i fiori che sembravano aggrapparsi alla sua pelle nuda più che alla stoffa di un abito.
Terminati gli ultimi dettagli aveva preso la maschera ed era uscita, ricevendo le prime occhiate stupite già in sala comune. Le aveva ignorate, ovviamente, uscendo a testa alta e con qualche difficoltà dalla sala comune, sicura sui tacchi vertiginosi grazie ad anni di esperienza e al loro essere su misura per lei.
Si diresse quindi con sicurezza, quantomeno apparente, verso la sala grande, appositamente allestita per l’evento in corso.
Era piuttosto impressionante, doveva ammetterlo, pensò mentre si calava la maschera dorata sul viso e iniziava a cercare con lo sguardo il suo cavaliere. Fortunatamente individuarlo non fu particolarmente difficile, la cosa sgradevole fu invece notare le persone con cui stava parlando.
Le occorse meno di un secondo per riconoscere nella ragazza della coppia una delle due cacciatrici di grifondoro, Grace le pareva si chiamasse.
Una piccola smorfia apparve sul volto della tassorosso, ma rapida la scacciò, anche se da quella distanza e con quella folla non c’era modo che la vedessero e capissero.
Si stampò in volto il solito sorriso di cortesia, fendendo la folla con grazia per avvicinarsi al serpeverde e ai due ragazzi con lui.
“Harry.” Salutò con un sorriso una volta che fu abbastanza vicina al gruppetto “Stai molto bene stasera.” Certamente stava molto meglio rispetto all’ultima volta che l’aveva visto, anche solo perché non era più coperto di sudore né le stava tirando addosso nulla.
“E’ un piacere conoscerti, Micheal.” Disse con un sorriso al ragazzo prima di voltarsi anche verso Grace “Grace, giusto? Sei nella squadra di Quidditch di grifondoro. È un piacere conoscerti al di fuori del campo.”
Se lo stringerla a sé la infastidì non lo diede a vedere, troppo concentrata nel difficile compito di mantenere un’espressione stoica e rilassata in volto: qualcuno con fin troppa colonia addosso doveva essere passato loro vicino perché la traccia di un odore sgradevole ora persisteva nell’aria.
La gente avrebbe davvero dovuto imparare a scegliere e dosare meglio i propri profumi.
“Chiamatemi pure Viole.” Aggiunse con un sorriso appena disturbato dal fetore di colonia maschile.
Voltò quindi appena il capo verso Harry, sollevandolo appena per incontrare il suo sguardo “Qualcosa da bere?” propose, sperando di allontanarsi un po’ da lì e che qualcosa da tenere in mano la aiutasse un po’ con il nervosismo che quel tipo di occasioni sociali solitamente tendevano a scatenare in lei.
«parlato» “Pensato”«Citazione parlato altro PG»
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.Non ci speravo più!
Nelle settimane precedenti a Hogwarts l’atmosfera era in fermento, non solo per le vacanze natalizie e per il natale in sé stesso ma anche per il consueto cenone di natale che era stato annunciato puntualmente settimane prima. Già alla notizia dell’evento ero letteralmente entrata nel panico. Non avevo abbastanza soldi per un vestito nuovo e non sapevo cosa fare per di più non sapevo se qualcuno mi avrebbe invitata. Qualcuno chi, poi? David? Incertezza allo stato puro e basta... non avevo altri. Man mano che i giorni passavano mi venne un'idea per l’abito e così un weekend mi recai a casa White e dalla soffitta tirai fuori un bellissimo abito che apparteneva alla mia cara mamma e degli accessori contenuti in un armadio ben ordinato. Portai tutto ad Hogwarts e nelle serate anzi nottate prima dell’evento provai a sistemare l’abito in questione adattandolo a me. Però, nessuno mi aveva invitato e ormai avevo lasciato in un angolo pronto all’uso, l’abito e tutto quello che ne faceva parte fino al giorno prima dell’evento. Il 23 mattina una lettera piombò nella mia stanza e rimasi senza parole. David! David mi aveva scritto e non solo mi stava anche invitando al cenone! Sconvolta e scioccata rimasi a fissare e a rileggere la lettera. Lanciai un “finite incantate” per assicurarmi che non fosse qualche scherzo e dopo aver constatato che era reale presi una pergamena e risposi immediatamente accettando l’invito.
Era un qualcosa di così raro quello che stavo provando. Si, ero felice! Corsi veloce per iscriverci come coppia come prevedeva l’evento.
Ed eccomi qua al ventiquattro a sera che stavo cercando di prepararmi al meglio che potevo per andare in sala grande. Destreggiarmi con il bagno e le compagne di stanza rimaste era stata un impresa ma eccomi avviarmi allo specchio per indossare la maschera e dare una controllata al rossetto. L’abito mi andava davvero bene, sembrava che io e mia madre avessimo la stessa taglia e non solo in quello ma anche nelle scarpe che avevo preso sempre da casa White ed erano sue. Sistemai con le mani lo scollo che avevo sistemato aprendolo leggermente di più ma aggiungendo una stoffa “trasparente” per farlo tenere al suo posto e renderlo meno evidente. Poi sistemai anche il sotto con una mano e da lontano guardai lo specchio posto nella stanza. Un abito elegante con accessori rossi, come le scarpe e la maschera e i capelli lunghissimi sciolti e con dolci onde che accompagnavano la siluette della mia schiena. Non sembravo nemmeno io. Uno sguardo veloce a Liam che dormicchiava sul mio cuscino ed a Etto che dormiva nella sua cuccetta ed ero pronta. Feci un bel respiro e iniziai ad entrare nella sala comune per poi uscire e prendere la via della sala grande. Sentivo alcuni sguardi su di me e questo mi faceva arrossire leggermente e cercare di non incrociare nessuno sguardo. Ed eccola la sala grande! Mi avvicinai tranquillamente e sorrisi a coloro vicino all’entrata mentre mi guardavo intorno. David non sembrava essere li vicino, così attesi qualche minuto e poi decisi di entrare, mi avrebbe trovata all’interno della sala. Varcai la soglia e rimasi stupefatta dalla bellezza della sala. Mi guardai intorno come se fosse la prima volta che mettevo piede in quel luogo e continuai a camminare. Tante persone erano già nella stanza e i miei occhi si posarono delicatamente su alcuni di essi. Mi spostai dal centro e andai verso un lato dove mi misi ad ascoltare il cantante che era sul palco. Era davvero bravo! Mentre sotto la gonna dell’abito il piede si muoveva a ritmo. Ogni tanto il mio sguardo si posava sulla porta di ingresso aspettando David. Chissà dove si era cacciato. Da lontano riconobbi Loki ed alzai una mano in segno di saluto con un piccolo sorriso, se si fosse voltato avrebbe visto una ragazza super impacciata che lo salutava con discrezione.
Sbuffai leggermente pensando che chi di solito doveva essere in ritardo erano le dame non i cavalieri ma con David era sempre tutto un'incognita e questo pensiero mi fece leggermente sorridere. Speravo di godermi questo evento senza intoppi.
SPOILER (clicca per visualizzare)
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.LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)Sta per incrociare le braccia al petto, osservando senza eccessivo interesse il direttore un po’ troppo giovane dell’orchestra impegnata a suonare una sorta di walzer, quando una voce famigliare gli giunge all’orecchio, facendolo voltare subitaneamente, mentre interrompe il movimento delle mani. Gli occhi si prendono un breve momento per scansionare SKYLEE dalla testa ai piedi, e quando ritornano al punto di partenza, un angolo della bocca si solleva appena, accompagnato dall’alzarsi delle sopracciglia. [Chi devi conquistare?] insinua, fingendo una consapevolezza sull’arte della seduzione che in realtà gli è completamente estranea. Però, se letto fra le righe, vale senza ombra di dubbio come complimento indiretto. Il fatto probabile che la Caposcuola abbia intenzione di selezionare un partner migliore per la serata vagliando fra le alternative che si presenteranno al suo cospetto, non pare essere una prospettiva eccessivamente fastidiosa per il piccoletto, che, cavallerescamente, allunga il braccio a lei più vicino di modo che possa agilmente agganciarvisi. [Milady.] il gesto viene seguito da un breve inchino del capo che permane poi rivolto nella sua direzione. Per fortuna che piega imbarazzante che stava per prendere quello scambio di convenevoli d’alto borgo viene spezzata dalla decisione della Corvonero di stilare una lista di norme comportamentali, comprendenti… una singola regola precisa. Sufficiente se non altro, a farlo rientrare nel suo comodo mondo di apparente apatia. [Non ti facevo una fomentatrice di risse…] commenta allora scherzoso, sebbene come sempre non vi siano indizi di ilarità sul suo viso, per poi stringersi fra le spalle subito dopo, fornendo la sua risposta definitiva: [Ricevuto]. Condivide la scarsa propensione a buttarsi nella mischia, e di sicuro non gli sarebbe mai baluginata neanche l’idea di chiederle di sottoporsi alla tortura della danza, cui non è avvezzo lui per primo. Però è ancora parzialmente incuriosito dalle mire di una ragazza che dubita vorrà accompagnarlo fino al termine di quella festa, perciò, con un po’ di incertezza, si arrischia ad allungarle una domanda: [Vale anche se ti piacesse il richiedente?]. Forse, nel suo profondo, un po’ spera in una risposta affermativa. Non tanto perché gli prema tenersela tutta per sé, non è di sicuro la compagnia migliore cui lei possa aspirare; piuttosto questo evento si sta rivelando un ottimo palliativo alle sue angosce interiori, e la possibilità di perdere il contatto con una persona amica in questo frangente, in parte, la teme. Solo in parte, però, come una punta di spillo pronta a premere sui suoi nervi appena ne paventa lo scenario. Di sottecchi le lancia un’ultima occhiata fugace, prima che a quella venga la pensata di trascinarlo di peso fino allo stand delle bevande. E lui che credeva che avrebbe dovuto guidarla almeno per le prime tappe dell’incontro, si ritrova ad essere quello che viene sballottato dagli umori della biondina. Scontato come risvolto, dopotutto, considerando che durante lo scorso ballo la dinamica era stata pressappoco la medesima. Si vede che non era stato attento la prima volta. Poco male, in ogni caso. L’unica perplessità che potrebbe esternare è quella relativa alla scelta della destinazione, che gli regala l’ennesimo dejà vu, menzionato di lì a poco dalla stessa SKYLEE. Invece [avevo solo avuto un incidente di percorso] protesta pacato, andando a scegliere un paio di ampollette contenenti del liquido colorato non meglio identificabile, una per sé e una per la ragazza. [Piuttosto ancora mi sfugge perché eri partita in quarta, quella volta… e a che ora sei rientrata in dormitorio, ammesso che tu lo abbia fatto] la stuzzica di rimando. Per lei, opta per una boccetta dal contenuto semi-trasparente, onde evitare il ripetersi di tragedie passate, porgendogliela con assoluta cautela. Mentre per sé stesso seleziona una bevanda di un rosso-ambrato scuro, che lui spera ardentemente essere del banale thé nero. Prima che possa testarlo, però, le luci si spengono all’improvviso e quando si riaccendono attirano la sua attenzione verso il palco, decisamente più accessoriato che in precedenza. Peccato che, per il suo gusto personale, il fucsia degli armadietti rischi di bruciargli le cornee se solo si ostinasse a guardarlo troppo a lungo, sicché trova saggio riportare presto il focus sulla platea, intercettando un’appariscente RAIN tutta in rosso che ne cattura abilmente lo sguardo, conducendolo qualche momento più tardi sul suo cicerone. Anche l’eleganza di MARCEL non passa inosservata al Serpeverde, un po’ rintronato dall’insieme di tutti i dettagli – sia quelli menzionati fino ad ora, sia quelli presenti sull’outfit del Lussemburghese – che resta dunque inchiodato con le iridi sulla sua persona per un tempo ben più dilatato rispetto a quello concesso agli altri. Probabilmente è consapevole della cosa, però non sente la necessità di scostarle altrove, continuando invece a mantenere le pupille pensierose incastrate fra i lineamenti spigolosi del ragazzo. Se non ha capito male, i loro natali sono quanto di più distante possa esistere. Lui un bastardo partorito in un tugurio polveroso nella parte più malfamata della Londra magica, e l’altro discendente di qualche capostipite dell’aristocrazia Europea. Eppure, per quel che ha potuto conoscere del Corvonero, non ha propriamente l’atteggiamento che ci si aspetterebbe da un simile rampollo al più alto gradino della scala sociale. Che sia un contrasto solo apparente? Dopotutto, non se ne intende di principati e similari. Chissà. Quel che è certo, è che fatica a comprenderlo, dacché ne consegue un frequente cambio di opinioni sul suo conto, dissimulato sapientemente con espressioni di ghiaccio e una parvenza di fermezza costruita e perfezionata nel tempo. Sono queste le riflessioni sottostanti quegli occhi insistenti, che qualora dovessero incrociarsi con i suoi, verrebbero assecondati con l’innalzarsi della mano stretta attorno all’ampolletta, in un gesto simile ad un brindisi con la funzione di un saluto, portato infine alle labbra. Beh, diciamo che la boccetta prima o poi se la scola a prescindere dai saluti. Non si è mica incantato (?). Anzi, a quel punto la mano allontana rapidamente la fiala dalla bocca per andarla ad osservare contrito, con la fronte aggrottata. Ma che schifo! Non solo non è affatto la bevanda che sperava di godersi, ma questo intruglio zuccherato e fruttato ha addirittura un retrogusto alcolico. Puah! Sicuramente, essendo una festa scolastica, non può che trattarsi di un semplice aroma aggiunto per soddisfare i palati degli studenti maggiorenni. Ma lui non ha l’aria di aver gradito, al contrario, ne è piuttosto contrariato. Gli verrebbe pure da tossicchiare un po’, con la gola irritata dal passaggio del liquido forte, ma si contiene, esibendosi perciò in un’espressione che prende in parte di tratti del disgusto e in parte quelli di un pugno in faccia. E sfiga vuole che proprio in quel momento di scompostezza, rialzando la testa, si accorga del saluto di ROSE, al cui sorriso replicherà dunque con una specie di spasmo da colica e una mancina rigida come un pezzo di legno.SPOILER (clicca per visualizzare)Accoglie SKYLEE e si fa scortare (?) al tavolo di Pozioni chiacchierando. Occhieggia ciò che sta succedendo sul palco e poi la sua attenzione viene catturata da RAIN e MARCEL (che saluta con il bicchiere). Offre da bere alla propria damigella, e sorseggia una delle bevande a sua volta, accorgendosi del forte gusto di alcol che lo disgusta e gli fa rivolgere a ROSE un saluto imbarazzante..