Devil's trill

Quest di Halloween (aperta solo agli studenti)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,710
    Location
    Hapes

    Status
    i'm sleeping

    4afe758716586dd88f2ecd3a58f3860d62ab8f54
    corvo
    18 Anni
    III Anno

    Status: Adirato

    Nel caso in cui vi steste chiedendo – da uno a dieci – quanto fossi in hyper per il banchetto serale a tema Halloween, beh probabilmente la risposta sarebbe zero. Togliete pure il probabilmente, poiché (già di mio) tendevo ad evitare gli scalmanati che – come animali – erano soliti a mangiare quel che si trovavano davanti con le loro mani, magari nemmeno lavate in precedenza. Figuratevi quindi quanto piacevole potesse essere – per il sottoscritto e pochi altri – presenziare ad una festa ove tutti mettevano le mani quasi ovunque, a causa della loro astinenza da dolci a tema Halloween. Fortuna volle che, tra tutte le case, fossi capitato in quella avente un briciolo di decenza nel bon ton, ma vi assicuro che anche alla nostra tavolata v'erano trogloditi inferiori – di garbo – all'homo habilis. Entrato all'interno della sala, notai come nessuno dei corvonero (di mia conoscenza) si fosse ancora seduto al tavolo, a differenza di molti grifi e serpi dei quali avevo già più memoria. Mi sedetti – ovviamente – in un punto ancora sgombro, così da non dover temere (o vomitare, nel peggiore dei casi) a causa dell'indecenza altrui, come ad esempio attingere dai piatti con le mani, masticare con la bocca aperta o addirittura sputacchiare briciole di dolce mentre si parlava con la bocca aperta. Simili visioni, ero solite vederle tra i grifondoro o i tassorosso, più belve che esseri umano – ai miei occhi, sia chiaro.
    Quella Red Vervet a forma di zucca sembra deliziosa, credo ne taglierò una fetta.
    Strinsi il coltello da dolci e, senza alcun indugio, andai a sezionare il dolce dispiacendomi quasi nell'aver dovuto rovinare l'integrità della zucca, alla quale sarebbe ora mancato un occhio. Rimasi per un attimo immobile ad osservare l'oggetto, asimmetrico a causa mia, decidendo poi di amputare la torta anche della seconda fetta che lasciai lì per il prossimo. Compiaciuto, mi rimisi a sedere, non prima di essermi versato da una brocca un po' di succo d'arancia che si sarebbe abbinato alla perfezione con la delizia fatta mia. Certo, un bel boccale di burrobirra sarebbe sicuramente stato più gratificante, specie se mi sarei dovuto sorbire la visione di tutte quelle briciole che si sarebbero ben presto accumulate sul tavolo, nei miei dintorni. Mi limitai a sospirare, iniziando a dividere in parti più piccole la fetta, man mano che me la gustavo, alternandola alla bibita. Venni poi travolto dalla curiosità, quando vidi uno sciame di confetti svolazzarmi davanti agli occhi, Rimasi ad osservarli per diversi secondi, cercando (quanto più possibile) di far finta di nulla, assumendo il tipico comportamento in uso tra i gatti, quando tentavano istintivamente di sentirsi superiori. Provai anche a vederli come una controparte delle gelatine tutti i gusti +1, ma la tentazione fu enorme.
    Quante diamine ce ne sono? Riesco a mangiarli solo quando ci sono battesimi, comunioni o matrimoni e ormai saranno passati anni dall'ultima volta.
    La mia mano iniziò letteralmente a mostrare piccoli spasmi e me ne resi conto solo quando la forchetta fece un suono metallico contro il piatto mezzo vuoto.
    Al diavolo!
    Mollata la presa sulla posata, andai ad agguantare quelle che (considerata la colorazione) sembrarono essere al gusto cioccolato, mandorla e frutti di bosco...e non state a chiedervi come facessi a riconoscerli, i confetti erano dolci speciali almeno quanto quel dannato caciaro di Jaemin Wan che, ancora una volta, aveva perso la possibilità di darsi un contegno.
    Le mestruazioni sono il minore dei tuoi problemi.
    Pensai con sguardo sconcertato, mentre iniziavo a mettere in bocca i vari confetti, deliziandomi nel constatare ch'ero riuscito a fare tutti gli abbinamenti corretti. Continuai ad assaggiarne, fino a quando – raggiunta la decina – decisi di non proseguire oltre, pulendomi le dita dai residui di zucchero dei quali erano ricoperti i dolcetti. Iniziai così a sfregare col tovagliolo uno ad uno i vari polpastrelli, ma non riuscii a concludere la prima mano che una forte spossatezza mi soggiogò, facendomi perdere i sensi. Quando mi risvegliai, non riuscii a quantificare quanto tempo fosse trascorso, ma la Sala Grande s'era ormai svuotata; decisi così di alzarmi e di fare qualche passo nella speranza di capire cosa diavolo mi fosse accaduto. Mi ricordai delle dita impastricciate e me le pulii con perizia, ma il tovagliolo era così lercio che – anziché pulirmele – non fece altro che sporcarmele maggiormente.
    Devo andare in bagno a lavarmi le mani.
    Riflettei, mentre mollavo il tovagliolo lercio per poi dirigermi verso il bagno più vicino, così da togliermi di dosso quella sensazione d'appiccicaticcio che tanto m'infastidiva. Tuttavia, non appena mi ritrovai a pochi metri dal lavandino, una sfera di cristallo uscì dall'interno dell'ambiente, dirigendosi in mia direzione alla stregua di un feroce bolide. Riuscii a schivarlo per tempo ma, subito dopo ne uscirono in sequenza altri tre, troppo rapidi per essere evasi in serie. Portai – d'istinto – la mano sulla bacchetta, accorgendomi troppo tardi d'averla appena contaminata; ma non potevo fare altro, al momento.
    Vorrei tanto sapere chi si diverte con scherzi così idioti!
    Tracciati i tre lati di un rettangolo invisibile, puntai l'estremità del catalizzatore in direzione dei globi e, concentrandomi, manifestai l'incanto appreso l'anno prima.
    Bombarda!
    Le sfere esplosero in un connubio di polvere vitrea, in metto alla quale notai altre quattro sfere provenire dal bagno. Al che, vedendomi impossibilitato a raggiungere il lavandino e con la bacchetta sporca, mi sentii salire sempre più il nervoso dalle profondità del mio animo.
    Stai iniziando a stancarmi.
    Dichiarai ad alta voce, mentre con il polso replicai le movenze di prima ma con maggiore rapidità, replicando l'incanto un paio di volte, pronto alla quarta volta se ne avessi intraviste altre.
    Odio 'ste dannate sfere! Le distruggerò tutte, per esser sicuro di non vederne mai più!
    Forse un Reparo sarebbe pure stato in grado di ripristinare oggetti polverizzati, ma l'intenzione distruttiva – in quel momento – era troppo forte per essere prevaricata dalla logica e dalla lucidità che mi caratterizzava.


    Parlato Pensato
    scheda | mailbox | memo

    Credits: Eltanin17


    Alexander Reid, III anno, Corvonero.
    Commenta l'esclamazione di Jaemin (nella sua mente), mangia di gusto i confetti e si ritrova nei pressi del bagno a scagliare Bombarde contro sfere di cristallo, odiandole già per altri motivi *coff coff*
     
    .
  2. Kenya
     
    .

    User deleted



    grifo
    14 Anni
    II Anno

    Status: Ansia!

    Avevo trascorso la giornata a pensare a quella fatidica sera, quando mi sarei ritrovata seduta su di una delle lunghe panche, fiancheggianti le altrettanto estese tavolate imbandite. Avevo passato già da un po' di tempo la fase della "paura fottuta" per quella macabra sceneggiatura che andava a dipingere la Sala Grande, popolata – in quella giornata – dai fin troppo numerosi fantasmi. Le emozioni che provavo erano un misto di gioia e preoccupazione, le quali diedero vita ad un agglomerato d'ansia che mi trascinai per tutta la durata delle lezioni fino a quando, finalmente, giunse il momento di prepararsi per la cena. Avevo passato diverso tempo in cucina e, lontana dallo sguardo degli elfi, avevo “preso in prestito” – di volta in volta – piccole quantità di frutta dalla polpa rossastra, così che nessuno si accorgesse delle quotidiane mancanze. Avvezza alla preparazione di pozioni tramite l'uso di ingredienti di origine vegetale, non mi ci volle molto per dar vita ad una miscela del tutto simile (sia per colorazione che per consistenza) al sangue umano. Una volta indossato l'outfit per la serata e preparato l'adeguato soprabito (considerata l'eccesso di pelle scoperta) che mi sarei messa successivamente, giunse infine il momento del cosiddetto body painting. Ovviamente non quel genere di pittura corporea, porcelloni/e che non siete altro! Mi sarei limitata a colorare il collo, la parte superiore del petto, le braccia, parte dei capelli ed una parte dei vestiti. Insomma, parevo uscita da uno di quei film horror-splatter, nel ruolo di vittima? Antagonista? Chissà! Me ne uscii dalla torre della mia casa, usando un po' del colore (ancora umido) delle braccia per tingermi le labbra, giusto in tempo per arrivare alla sala ove si sarebbe tenuto il banchetto. Cercai con lo sguardo alcune mie conoscenze e, con il mio caratteristico sorriso d'angioletto, mi avvicinai a loro. Causai loro una certa impressione, visto che ero tutt'altro che la solita Kenya acqua e sapone. Ciò nonostante, mi bastarono poche battute per non essere più vista come una marziana scesa sulla Terra, ma come la vivace ragazzina di sempre.

    Non avrei ucciso nessuno, quella sera.

    In compagnia delle mie amiche, prendemmo ad assaggiare tutti i dolci che c'erano stati portati dai gentili elfi scolastici ed io, da golosa quale ero, non mi risparmiai per un solo attimo: tutto ciò che dava l'idea di essere alla frutta o con una morbida base di pan di spagna, finì nel mio piatto. Mi guardai per un attimo attorno, dando un occhio al tavolo dei tassorosso, nella speranza che quel rompiscatole di Will non mi stesse giudicando col suo tipico sguardo da dietologo. Accertatami di essere fuori dal suo campo visivo, iniziai ad assaggiare uno ad uno tutti i dolci che ero riuscita ad accumulare nel piatto, prendendomi piccole pause quando dovevo parlare alle mie amiche o quando – mandato giù troppo cibo in una volta sola – dovevo usare uno dei succhi per diluire il blocco nell'esofago. Conclusa la piccola abbuffata, mi sentii così sazia da sentirmi già pronta per decretare il KO tecnico ma fu allora che, a passare davanti ai miei occhi, ci fu una scia di confetti multicolor che catturò inevitabilmente la mia attenzione. Per i primi secondi, me ne restai immobile, fingendomi sazia oltremisura con le studentesse attorno a me, ma...non appena i loro sguardi furono catturati da un urlo proveniente dall'adiacente tavolo dei serpeverde, le mie dita andarono a togliere qualche stella dalla passeggera costellazione di confetti. Senza farmi sgamare, andai a mettermene un paio in bocca, incurante del sapore che si sarebbe sprigionato in bocca, all'unione delle due colorazioni – anche perché non ero mica una critica culinaria, a me bastava che fosse roba buona! Ne mangiai un terzo e poi un quarto, ma non feci in tempo a deglutire che la mia zucca andò a picchiare contro il tavolo. Sarebbe uscito del sangue? E chi se ne sarebbe accorto, con tutto quel trucco?!

    Quando riaprii gli occhi, andai subito a sentire gli effetti del colpo sulla mia nuca, assieme ad una strana sensazione di nausea, dovuta (forse) all'eccessiva assunzione di cibo. Mi rimisi in piedi, massaggiandomi la fronte nel tentativo di diminuire il dolore ma nulla da fare.
    Vado a farmi dare una controllata in infermeria, torno subito.
    Dissi loro senza nemmeno rendermi conto di quello che mi stava capitando attorno, uscendo dalla sala con ancora la mano sulla fronte, cercando di far mente locale su dove fosse ubicata la mia meta. Ad un tratto, iniziai a sentire una strana cadenza di passi provenire dalle mie spalle e, quando mi voltai, vidi le mie amiche uscire dall'ombra con tutto il corpo scarnificato, in alcune parti addirittura ridotto in brandelli.
    Ra-Ragazze?
    Queste, emettendo versi molto inquietanti, continuarono ad avvicinarsi con passo lento ma ininterrotto, zoppicando e contorcendosi (in modo del tutto inusuale) su loro stesse.
    Ragazze n-non è per nulla di-divertente!
    Quando capii ch'era accaduto loro qualcosa, portai la mano libera sulla bacchetta, puntandola alternatamente prima su una poi sull'altra con fare intimidatorio.
    V-Voi non si-siete le mie ami-amiche! Chiu-Chiunque voi siate andatevene: non mi ri-risparmierò!
    Non appena vidi che gli zombie non volevano saperne di fermarsi, mossì la punta del catalizzatore verso la più vicina e – senza alcun indugio – proclamai il nome di uno dei pochi incanti offensivi di mia conoscenza...
    Rictusempra!!
    Dichiarai con fermezza, sbaragliando all'indietro la prima del gruppo, la quale ne travolse altre due alle sue spalle. Tornai nuovamente a muovere la bacchetta in senso antiorario, riutilizzando la fattura sull'altra ancora in piedi, facendola volare sul gruppetto alle sue spalle, ancora a terra.
    Rictusempra!!!!
    Malgrado il temporaneo successo, tuttavia, l'incanto non era sufficientemente potente da metterle definitivamente KO, ne ero più che conscia, ciò nonostante mi avrebbe permesso di prendere un buon vantaggio da loro. Iniziai così a correre verso l'infermeria, nella speranza d'incrociare qualcuno che potesse darmi una mano contro quella...epidemia? No, ma che epidemia OH! Facciamo ch'era semplicemente uno scherzo.
    Lo scherzo, infondo, è bello quando dura poco!


    Parlato Pensato
    scheda | mailbox | memo

    Credits: Eltanin17


    Kenya Gaia Singh, II anno, Grifondoro.
    Si trucca con del sangue finto, va a cne e parla con dei png, poiché non conosce ancora nessuno dei pg *sad* e cita Jaemin.
    Post risveglio, vede le amiche zombificate ed usa Scacciare i NonMorti Rictusempra su di loro, dirigendosi poi verso l'Infermeria in cerca di aiuto.
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    173
    Location
    Richmond Upon Thames, London, UK

    Status
    i'm sleeping
    496cf65ce7147debb346497127a78af3cae44b6f
    Lo fissavano tutti, una sensazione che a Harry piaceva. Il motivo era il suo travestimento per la serata di Halloween, che consisteva in un trucco da Drag Queen che ricopriva solamente metà del suo volto. L’altra metà vedeva una barbetta incolta insolita per il Barnes, che prediligeva le sua guance glabre, che sottolineavano la sua mascella scolpita, dandogli un’aria da duro. Era stata una concasata ad elaborarlo, la sua sgualdrinella del momento.
    Quel “travestimento” andava a sottolineare la sua omofobia, e Harry era certo che lo stessero guardando proprio per repulsione nei riguardi di essa. Harry trovava contro natura non solo avere istinti sessuali verso il sesso maschile (non lo comprendeva neanche nelle donne, a dir la verità), ma travestirsi da donna o, addirittura, voler cambiare sesso, era il limite del circo dell’orrore.
    Ciò rendeva assolutamente geniale la sua scelta. Tanto era un gran figo comunque.
    Sbatteva fascinosamente le ciglia dal lato truccato, arricciando le labbra in un bacio rivolto alla Mètis, del tavolo difronte. La ragazza non ricambiò, ma parve al contrario infastidita. Eppure avrebbe già dovuto farci l’abitudine. Harry non capiva come potesse resistergli: era perfetto in ogni modo possibile. Da quando l’aveva baciata, per piegarla alla sua supremazia in quanto uomo, nonché membro della casata Barnes, si era riacceso qualcosa in lui: aveva ricominciato a desiderare intensamente le sue labbra, il suo corpo contro il suo… il modo in cui quella ragazza lo accendeva, non aveva ancora trovato eguali in quella scuola. Prima o poi l’avrebbe fatta cedere, Dragonov o non Dragonov. In più, tutte le storie giungevano al termine, e ben presto sarebbe arrivato il momento anche per la chiusura del loro rapporto. Tempo al tempo.
    Harry non amava i dolci, ma amava l’atmosfera dark (per quanto non fosse ancora dark abbastanza, per i suoi gusti). Aveva evitato i dolci per tutta la cena, ma a fine pasto decise comunque di allungare una mano verso dei nuovi confetti viola che erano appena apparsi sulla tavola. Masticò lentamente, prima che i suoi occhi iniziassero a sfarfallare, facendolo cadere secondo dopo secondo verso uno stato di non coscienza; sbatté lievemente la testa contro il muro dietro di sé, subendo un addormentamento profondissimo.
    Quando riaprì gli occhi, dopo un tempo non chiaro, gli sembrava tutto come prima, a parte il fatto che tutti sembravano starsi risvegliando da un sogno comune.
    – Ma che diavolo è successo…? – si chiedeva, sbattendo le palpebre ancora un po’ rintronato, portandosi una mano davanti alla bocca a coprire uno sbadiglio particolarmente sonoro.
    Fece scrollare spalle e braccia e sentì il bisogno di mettersi in piedi; tanto la cena era ormai giunta al termine.
    Si stupì nel vedere i professori profondamente addormentati al loro tavolo, e si avvicinò per osservarli più da vicino. Sembrava abbastanza certo che non si sarebbero svegliati così presto, al contrario degli alunni. Afferrò i capelli della docente di Trasfigurazione, la Huxley, giovane e bionda. Gli era piaciuta sin dal primo instante. Le fece cadere dei pezzi di verdura dal volto, osservandone i tratti angelici. Sapeva bene di non essere apprezzato dall’insegnante, quindi decise di approfittare della situazione di farle uno sfregio: portando fuori la lingua, la fece scivolare sulla pelle candida della donna, in un unico gesto, passando dal mento alla tempia sinistra. Un brivido di piacere lo percosse, quando percepì la voce della Mètis alle sue spalle: non era d’accordo con quello che stava facendo.
    – Su, Mètis, rilassati… stanno tutti dormendo come ghiri. Non sarai mica gelosa? –
    – Gelosa, di te? Tu sei fuori di testa… quante volte devo dirtelo? È acqua passata. Tra di noi non c’è più niente. Anzi, non c’è mai stato niente. Tu mi fai ribrezzo, mi disgusti. Mi… – Harry la prese di peso per la divisa e la distese sulla tavolata dei professori, mandando a terra calici, rompendo piatti, sporcandole la divisa. – Devi… portare… un po’… di rispetto – le sbatté la testa sul tavolo, ripetutamente, facendovi seguire ogni parola. La Mètis ora sembrava intontita, e Harry ne approfittò per passarle una mano sulla coscia, alitandole addosso. – Sapevo che mi avresti portato a questo, prima o poi… – sentiva un’attrazione rabbiosa, una sete di potere e controllo senza eguali. Era un peccato che quella situazione venisse interrotta proprio da Axel Dragonov, che gli prese la spalla per sferrargli un pugno spacca mascella.
    Harry perse l’equilibrio e si passò un pollice sul labbro spaccato; quando mise a fuoco il sangue, iniziò a percepire un forte calore alla testa: la rabbia subì un picco terribile, ed Harry estrasse la bacchetta puntandola contro il bulgaro. – Incendio! – la manica del bulgaro venne accesa da una scintilla, che in un attimo si trasformò in una bocca di fuoco che lo inghiottì, centimetro dopo centimetro. – Torna al tuo paese, bestia. –
    Harry si passò la lingua sul labbro spaccato, assaporandone il sapore metallico e godendosi la scena.


    Arrivato alla cena con un trucco per metà da Drag Queen per mostrare tutta la propria omofobia; fatto uno sfregio alla professoressa Kore addormentata, messo le mani addosso a Sky e attaccato Axel rpg


    Edited by Harry‚ - 4/11/2022, 21:00
     
    .
  4.  
    .
    Avatar


    ★★★

    Group
    Grifondoro
    Posts
    218

    Status
    spymode
    “Oh maddai Carrie, che schifo” nella nostra parte della tavolata grifondoro, c'era il panico: un cumulo di briciole, carte e fazzolettini sporchi formava una deliziosa montagnetta decorativa proprio sotto al naso di Carrie, intenta a strafogare una roba dietro l'altra come se stesse cercando di superare qualche record mondiale. In realtà la scena di per sè, fa anche ridere e io tiro fuori un tono di voce per nulla severo e, più che altro, divertito. insomma, non sono nessuno per rovinare il divertimento alla mia buffa compagna di stanza o a qualsiasi di loro.
    Sono accerchiata, speravo di prendermi un posto tranquillo e godermi così il magico menù di Halloween, ma qualcuno sembrava avere degli altri piani per me. Così il tavolo è rimasto ordinato per due minuti, giusto il tempo che ci voleva a Carrie, Halley e Grace di prendere post. Soprattutto Grace, questa iniziativa è venuta da te, me ne sono accorta sai? Dopo lo shock iniziale comunque, credo anche di starmi gradualmente abituando alla loro presenza. Certo, sarebbe stato strano il contrario: la maggior parte delle lezioni l eseguiamo insieme, ciò implica che quando usciamo dalla stanza per dirigerci a lezione spesso lo facciamo insieme. Senza neanche farlo apposta, siamo tutte nella squadra di Quidditch e quindi pomeriggi e albe passate insieme ad allenarci. E a fine giornata, terminati gli impegni del giorno, ci ritroviamo qua, alla stessa tavola. Insomma, praticamente è una convivenza h24. Una sorta di barzelletta. Ho anche rinunciato agli attimi di silenzio... eppure penso quasi che sia meglio così, ho un'intera scuola a disposizione per stare sola.
    Indecisa su cosa assaggiare prima, opto inizialmente per un muffin a forma di zucca che dovrebbe sapere di zucca. In effetti sì, sa di zucca, e la mia faccia decreta il risultato “decisamente troppo dolce” lo abbandono lì, su un angolo del piatto, ritento con un confetto nero... meglio. Decisamente meglio. “Massì, lasciate che faccia pure il suo spettacolo” insomma, qualche soggetto estroso serviva sempre averlo “visto? a qualcuno piace!" a Carrie in questo caso, che risponde a gran voce urlando verso il tavolo Tassorosso. I due devono essere amici, o magari soltanto compagni di follia. Scuoto la testa piuttosto divertita, che soggetti. Afferro il secondo confetto che ormai si è guadagnato una medaglia per essere una delle cose più buone sulla tavola, nonostante la semplicità. Mi perdo guardandomi un po' intorno, qualcuno sembra essersi vestito a festa. Lo fa per farsi notare. Naaah, sono io che penso male, in realtà è solo per entrare nello spirito della festa... mh. Non ci credo nemmeno io. A qualcuno semplicemente piace trasformare la sala grande nella sua personale passerella, e Barnes non sembra essere uno a cui piace essere ignorato. Anche lui, che soggetto (nel senso negativo del termine), dovrebbe starsene chiuso da qualche parte ad intagliare zucche.
    Già, intagliare zucche, tipica attività di Halloween che per un attimo mi fa perdere nei miei pensieri e nei miei ricordi perchè, si da il caso, che fosse anche una delle attività preferite da mia madre. In un modo o nell'altro, nonostante le numerose distrazione, mi torni sempre in mente.
    Sospiro, batto velocemente le palpebre tornando a sintonizzarmi sul momento e ad un'occhiata rapida non sembro essere la sola ad essersi assentata un attimo. Prendo un confetto che lancio debolmente verso Grace con l'obbiettivo di farla tornare sul pianeta terra “bè?” e no eh, mi hai praticamente incastrata placcandomi al tavolo costringendomi ad interagire, adesso non te ne vai in giro con la mente chissà dove “ti sei bloccata?” non lo accetto.
    D'improvviso sento gli occhi pesanti, per qualche ragione a me oscura... avrò dormito poco. Forse stasera non dovrei tardare troppo, potrei approfittarne per stare a letto almeno un'oretta in più e...
    Buio.
    Luce. Oddio, definirla luce è troppo. Diciamo un po' meno buio di prima “cosa cazzo...” mi massaggio le tempie, doloranti pesanti, mentre lentamente apro sempre di più le palpebre. Davanti a me tutti sembrano star dormendo. Per un secondo, per un attimo solo, perchè non appena batto un'altra volta le palpebre sono tutti quanti spariti, i tavoli sono vuoti “ehi...?” che cazzo sta succedendo “EHI!” Halley, Grace, Carrie, non c'è più nessuno. Alzo la voce ma tutto ciò che mi ritorna indietro - oltre che il mio stesso eco - è una risata. Una fastidiosa, acuta risata che mi provoca un fastidioso prurito sia alle mani che alla base del collo. Un'altra ancora. Che cosa avranno da ridere. "come sei debole" “cosa..?” "ho detto che sei debole" sento sussurrare, proprio dietro le mie spalle. Anzi, no, è proprio dentro la mia testa. Mi volto. Sono in cinque, cinque di quelle teste di zucca volteggianti che adesso hanno anche un corpo allungano le mani ossute in mia direzione mentre dalle bocche spalancate vengono fuori lingue di fuoco. D'istinto, frettolosamente, recupero la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni “diffindo! DIFFINDO!” la domanda è sempre e solo una, che cosa cazzo sta succedendo?! Inizio a correre fra i tavoli, mentre quelle velocizzano il passo. Continuano a camminare anche senza testa. Porca puttana. Dovete crepare. dalla prima all'ultima."Non sei cambiata molto" questa volta la voce è diversa, ma non è un dettaglio che mi interessa.
    21c22c27f9ece75b34ae452fca141aac66c3edca
    Mi volto, decisa più che mai a zittire quelle voci "Lacarnum Inflamare! un lampo rosso fuoriesce dalla mia bacchetta fino ai piedi di quegli stronzi maledetti. Iniziano a bruciare, uno dietro l'altro, in una reazione a catena che illumina parzialmente lo spazio intorno a me consentendomi di vedere meglio. Iniziano anche ad emettere degli strani versi, quasi come se quei cosi fossero capaci di provare dolore. La soddisfazione che provo nel vederli bruciare è tanta. Troppa. Quasi strana. Fino a stamattina non avrei mai goduto così tanto nel lanciare un incanto del genere e invece adesso, ammiro la mia opera di distruzione. Mi avvicino, stringo lo sguardo. Per un momento, fra le fiamme, avrei giurato di vedere... Rose? No, è una zucca. O meglio, quello che ne resta. “Andatevene a fanculo” le lascio lì, inermi, mentre l'aria si fa pesante per il fumo e io procedo verso le porte della Sala Grande. Devo andarmene da qui. Non so nemmeno io dove, so soltanto che almeno nel corridoio ricomincio a respirare, lontano da quel fetore di rifiuti bruciati.

    Interagito con Carrie, Halley e Grace. Notata la performance di Jaemin e anche l'ingresso di Harry versione drag in Sala Grande.
    Si risveglia nella stanza vuota, viene inseguita da uomini ossuti con la testa da zucca e comincia a diffindargli le teste. Alla fine da fuoco a tutti e cinque e anche a Rose (plotwist). Non sa che si tratava di lei, le sembra solo di averla vista bruciare tra i resti delle zucche ma è convinta che si tratti di un'allucinazione.
    Ha ammirato la sua opera di distruzione e di è diretta in corridio.





     
    .
  5.  
    .
    Avatar


    ★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    3,925

    Status
    i'm sleeping

    “PRIMO TURNO”



    ◬ Victoria Crain e Kynthia Lloyd

    Aula di Pozioni - I diversi calderoni presenti nella stanza hanno del liquido al loro interno che emette del fumo e che man mano vi impedirà una visuale limpida.

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Petrificus Totalus (3A)
    B Lacarnum Inflamare (4A)
    C Bombarda (2A)
    D Altro

    ◬ Kai Parker e Jaemin Wan

    Aula di Trasfigurazione - I vari oggetti presenti in aula si trasfigureranno in dei pixie chi vi verranno sopra infastidendovi.

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Alimens Flames (3A)
    B Fastronum (3A)
    C Locomotor mortis (3A)
    D Altro

    ◬ Alexander Reid e Amanda Mcmillan

    Aula d’Incantesimi - I banchi si muoveranno per tutto lo spazio senza badare a ostacoli umani e non.

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Waddiwasi (2A)
    B Continuus (3A)
    C Oppugno (2A)
    D Altro

    ◬ Halley Mia Wheeler e David Aron Harris

    Sala Trofei - I diversi trofei tremano come se ci fosse un terremoto e iniziano a cadere e a rotolare da tutte le partied ogni volta che cadranno o che voi li sfiorerete si triplicheranno.

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Bombarda maxima (4A)
    B Everte Statim (4A)
    C Confundus (4A)
    D Altro

    ◬ Kenya Gaia Singh e Alexis Pierce

    Infermeria - Attenzione, le lenzuola e le tende non sono contente della vostra presenza e cercheranno di prendervi per imprigionarvi o mandarvi fuori da li.

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Incarceramus (3A)
    B Mostrum (3A)
    C Zollum (2A)
    D Altro

    ◬ Reina Scott e Carrie Marshall

    Cucine - Qualcosa non quadra perché i pavimenti dopo un pochino diventano scivolosi come se dell’olio fosse stato buttato su di essi.

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Picei (3A)
    B Fumos (3A)
    C Serpen sortia (2A)
    D Altro

    ◬ Grace Johnson e Astrid Hansen

    Biblioteca - Attenzione mentre vagate nella biblioteca, non siete i benvenuti. I libri voleranno dagli scaffali cercando di colpirvi per mandarvi via.

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Diffindo (1A)
    B Crustremulus (2A)
    C Alimentes Flames (3A)
    D Altro

    ◬ Seán Hardice e Harry Barnes

    Piscina - La temperatura in piscina è una delle cose che ti fa rilassare ma oggi qualcosa non va perché quel termometro sale e sale e vi fa sudare sempre di più. Un caldo “soffocante”

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Mimblewimble (4A)
    B Notat (4A)
    C Exulcero (3A)
    D Altro

    ◬ Mikhail Aleksei Romanov e Giuggis Maffei

    Bagno degli studenti - Uno scherzo o forse no… L’acqua fuoriesce dai gabinetti e dai lavandini e non va via dalla stanza. Lentamente sale. Su su, che sta già entrando nelle scarpe!

    INCANTI DISPONIBILI:
    A Recido (4A)
    B Obscuro (2A)
    C Impedimenta (2A)
    D Altro


    La data di scadenza è il 10/11 23:59. Cercate di non andare troppo oltre le 1000 parole per facilitare a tutti la lettura dei post e ricordate sempre gli spoiler riassuntivi delle vostre azioni, inserite l'incanto scelto e tirate un D10.
    Ad ogni giro sarete tenuti a tirare un dado nel vostro post, tale dado, sommato ai bonus o malus precedentemente assegnati dai master alle scelte alle quali vi sottoporremo, deciderà quale pg vincerà e quale invece morirà (il tutto è quindi deciso dalla sorte per dare pari possibilità a tutti gli studenti seppure di diverso anno scolastico).

    A questo giro sarete tenuti a trovare un modo per dirigervi verso il luogo a voi assegnato per poi sfidarvi col vostro avversario lasciando come ultimo incantesimo aperto uno fra quelli da noi proposti, quindi senza citare la riuscita o la non riuscita dello stesso. La voce altro indica la possibilità di scegliere un qualunque incanto (non superiore alle +2 classi magiche di vostra appartenenza) o un altro modo creativo di attaccare l'avversario, tale azione avrà come gli altri incanti dei malus o dei bonus, pertanto non cambierà nulla a livello di vincita o sconfitta, é solo un modo per lasciarvi maggiore creatività nel caso gli incanti proposti non fossero nelle corde del vostro pg. Durante lo scontro potrete lanciare pure altri incanti decretando voi le sorti degli stessi (incanti non mortali ovviamente e nel caso è gradita una chiacchierata con l'altro player per accordarvi su eventuali effetti per non cadere nel powerplay), ma sarete tenuti SEMPRE a usare come ultimo incanto uno di quelli proposti che sarà poi quello che decreterà le vostre sorti grazie ai punteggi nascosti che verranno poi sommati al vostro tiro di dado. Prima di incontrare il vostro sfidante potrete ancora uccidere eventuali png, l'importante è che terminiate il post con il tiro di uno degli incanti richiesti o il post verrà considerato non valido e pertanto sarete automaticamente voi quelli uccisi, stessa cosa vale se non riuscite a postare entro la data di scadenza di questo giro! <3

    Per facilitarvi la ricerca degli effetti dei vari incanti abbiamo segnato a fianco l'anno di appartenenza così potrete trovarli senza difficolta nella lista dedicata.

     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    313

    Status
    spymode
    9205d1334bcd7c9a3ab723146cf97745aebbca43
    Correre, correre, correre. Pensavo solo a correre, senza una meta precisa. Il che era una cosa alquanto idiota, tanto per cambiare; mentre scendevo la scalinata che portava ai sotterranei, non stavo minimamente tenendo in conto il fatto che mi stessi, probabilmente, imprigionando da sola, infilandomi laddove sarebbe stato più difficile uscire in caso di pericolo.
    Però c’era un perché: gli elfi. Erano intelligenti e perlopiù gentili, ma soprattutto dotati di grande magia: loro avrebbero potuto aiutarmi, o quantomeno illuminarmi su cosa stesse succedendo. Sì, non avevo idee migliori. La genialità non faceva parte della mia casata, ricordiamocelo! Direi tutto il contrario.
    Mi aggrappavo dunque lungo le fredde e imperfette pareti in pietra, ridiscendendo svelta la scala semi-buia mentre mi buttavo sguardi spaventati alle spalle, controllando che nessun essere spaventoso mi stesse inseguendo. Mi chiedevo come le serpi o i tassi facessero a non capitombolare di continuo, specie quando avevano fretta per le lezioni, o quando dopo cena morivano dal sonno.
    Odiavo quella zona del castello, troppo umida e silenziosa, con i passi e altri rumori che rimbombavano, come ora il lento sgocciolare proveniente da chissà dove.
    C’era un lato positivo: almeno mi permetteva di sentire in anticipo se qualcuno mi arrivava alle spalle… anche se poteva, a sua volta, avvertirlo della mia stessa presenza.
    Ma erano problemi che, in quel momento, sinceramente non mi ponevo. Volevo solo trovare quei dannati elfi.
    Con passo felpato mi diressi di corsa verso le cucine, senza incrociare anima viva. Ma dove cacchio si trovavano? Non c’ero ancora stata, nelle cucine, chissà perché… sapevo solo che si trovasse accanto alla sala comune dei Tassorosso. Sì, ma dove si trovava la porta della loro sala comune? Non ce n’era traccia!
    Non capivo tutto questo mistero fra una casa e l’altra; sinceramente non capivo neanche le divisioni. Ok, mi impediva di condividere il dormitorio con gente palesemente meno affine a me, ma io, da quando ero arrivata al castello, ci vedevo solo un gran caos.
    Ora, dico io… non bastava una dannata parola d’ordine? Cos’avevano da nasco-
    Odore di cibo.
    Mi misi a sniffare l’aria come un fottuto Dobermann.
    Seguendo la scia dolciastra, arrivai finalmente alla porta giusta: la dischiusi molto lentamente, mandando avanti prima un occhio che potesse indagare all’interno.
    C’era un gran trambusto di elfi al lavoro, tra rumori di pentole e utensili da cucina che danzavano nell’aria secondo le direttive di quest’ultimi; una lunga fila di forni a legna era accesa, e grossi calderoni erano adagiati sui fuochi, mescolati da grossi cucchiai che venivano mossi al ritmo circolare dell’indice dell’elfo di turno, con le orecchie dumbesche che sbatacchiavano casualmente mentre con le teste seguivano il ritmo di una… – Musica…? – da tarantella medievale che proveniva da chissà dove.
    Tutte le capocce degli elfi si voltarono contemporaneamente verso di me. La mia voce, per per quanto flebile credevo che fosse, sembrava quasi essergli rimbombata in testa.
    Sussultai allarmata quando le creature presero a correre come uno sciame nella mia direzione, sollevandomi come a uno di quei concerti rock al quale non sono mai andata, e trascinandomi in un mare di orecchie giganti e nasi a punta su una seggiola vicino al forno centrale.
    – Ragazzina, benvenuta, benvenuta! Accomodati pure! Hai mangiato bene questa sera? Hai ancora fame? – mi chiese uno di essi, con un’allegria davvero poco consola alla situazione di qualche piano più su.
    – Io… sì, ho mangiato benissimo, come sempre! Ma… ecco… voi sapete cosa sta succedendo? Sono venuta per chiedervi aiuto… le mie compagne sono scomparse, ma al loro posto sono sbucati dei… mostri… non saprei come meglio defini- una cucchiaiata di cioccolata calda mi venne ficcata in bocca con violenza, rendendomi impossibile continuare a parlare. – Mangia, ragazzina, mangia! Rendici felici! Riempi tuo stomaco… fallo crescere, sarà più tondo e saporito… sìsì! –saporito? – …no, aspetta, in che sens- una folla di elfi mi assalì, ficcandomi in bocca dolciumi di ogni tipo: caramelle, biscotti, torte glassate…
    Mi sentivo soffocare, e d’un tratto i dolci mi parvero la cosa più disgustosa del mondo.
    – Ti faremo fritta, sìsì, riempiremo la tua grassa carne d’olio e salsa… –
    Tutto quel trambusto venne interrotto solamente dall’arrivo di… Ra-WI-na ScotWFt?! esclamai con la bocca piena.
    Al che, gli elfi corsero a dare attenzioni alla nuova arrivata, permettendomi di sputare per terra il cibo in eccesso dalla bocca; trattesi a mala pena un conato, mentre la serpeverde veniva trascinata su una seconda seggiola difronte a me.
    Non aveva mai avuto un’aria simpatica, la Scott. Era dotata di una monoespressività trucidante, o almeno così l’avevo sempre vista. Ma in quel momento, quell’impressione mi parve accentuata. Il suo sguardo mi sembrava losco… colpevole.
    – Non dirmi che ci siete voi Serpi dietro tutta questa storia. – ma certo! Che idiota. – Dovevo immaginarlo… – mi alzai di colpo dalla sedia, estraendo la bacchetta e puntandogliela contro.
    – Cos’avete fatto ai nostri compagni? Che ruolo hai tu in tutto questo?! –
    Di tutta risposta, il pavimento si fece… scivoloso!
    Cosa stai…?!… PICEI! – esclamai, nel tentativo di far sì che la mora venisse ricoperta di pece liquida che le impedisse i movimenti. Nel mentre, però, scivolai muso a terra, sbattendo così forte il mento che credetti di essermelo spaccato. – OUCH… cazzo… – non ero proprio la migliore delle eroine.

    Corsa verso i sotterranei in direzione cucine per trovare gli elfi e chiedergli aiuto; ha invece trovato una sorta di party elfico, vedendoli ancora impegnati con la cucina, mentre "ballicchiavano" al ritmo di una musica proveniente da chissà dove. Non appena la vedono, la prendono di peso e la fanno sedere su una seggiolina ingozzandola a forza di dolci, facendola capire di volerla bella grassa per potersela pappare. A un certo punto arriva la Scott, e Carrie realizza che possa esserci lei, nonché il resto dei Serpeverde, dietro tutta quella storia. Il pavimento inizia a farsi scivoloso, e credendo ancora una volta che la colpa sia di Raina, le scaglia un Picei.


    Lancio incanto Picei contro la Scott alla Quest di Halloween: 4
    • 1d10
      4
    • Inviato il
      5/11/2022, 16:02
      Lesbikerrie.


    Edited by Lesbikerrie. - 5/11/2022, 16:28
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    173
    Location
    Richmond Upon Thames, London, UK

    Status
    i'm sleeping
    alex-fitzalan-gif-1
    Lo lasciò così, il bulgaro, intento a spegnere le fiamme che divampavano sul suo corpo. Dopodiché si allontanò, percorrendo il corridoio centrale fra le tavolate di corvonero e grifondoro a passo spedito, combattendo un’irritazione furibonda. Doveva calmarsi, ma il fuoco che sentiva dentro era difficile da domare, l’adrenalina per i gesti appena compiuti che era come benzina.
    Spintonò violentemente gli studenti all’entrata della sala grande, facendone cadere alcuni per terra, l’uno sull’altro, come birilli. – Che cazzo guardi, stronzo? – si trattenne sulla soglia ancora per un momento, giusto il tempo di piantare due grossi palmi contro il petto di un grifondoro a caso, infastidito dal suo gesto. Gli piantò la bacchetta alla gola, e senza riuscire a trattenersi lanciò uno Stupeficium che lo fece saltare in aria, risalendo la cornice della porta e sbattendo la testa sul tetto, prima di ricadere al suolo esanime. – Merlino, che scuola del cazzo. – si allontanò definitivamente, intento solo a trovare un posto tranquillo per calmare i bollenti spiriti, scambiando occhiatacce con chiunque incontrasse. Si era aspettato una festa degna di quel nome, con musica, costumi sexy, erba passata da schiena a schiena…e invece era un cazzo di porcile inutile. Pieno di porci. E i professori se la sonnecchiavano beatamente.
    Qualcosa, certamente, non andava. Ma sinceramente, qualsiasi cosa stesse accadendo non gli importava. Non erano affari suoi. Bastava solo che non gli rompessero le palle.
    La piscina era l’unico posto del castello che riuscisse davvero a rilassarlo, dunque il luogo scelto fu abbastanza scontato. Di sicuro non ci avrebbe trovato nessuno, e avrebbe potuto attendere lì che tutto tornasse alla normalità, tranquillo e beato.
    Tutt’un tratto realizzò: forse aveva ucciso una persona. Quel grifondoro non si era rialzato, ma magari era solamente svenuto… avevano delle teste troppo fragili, quelli lì. Ma se fosse davvero morto? I presenti erano stati innumerevoli… avrebbero tutti cantato. Forse avrebbe fatto meglio a mandare un gufo al padre, e andarsene di lì. Il suo maledetto istinto. Doveva sempre far danno, come se il caos avesse dimora dentro di lui, cogliendo l’attimo per scatenarlo. Perché era fatto così? Quella sera era tutto accentuato… la scarica di rabbia interiore era troppo forte rispetto al solito, e già normalmente faceva fatica a contenere i propri istinti. Sì, era deciso: avrebbe fatto un caldo tuffo in piscina e poi sarebbe sceso nei sotterranei per scrivere quella lettera. Forse Hogwarts non faceva proprio per lui, come nessun’altra istituzione. Le regole erano per lui come catene invisibili che gli strizzavano a sangue la pelle. Ma Azkaban non sarebbe stato certo un luogo migliore.
    Arrivato in piscina, si spogliò e si sedette sul bordo, immergendo le gambe fino ai polpacci. Si strofinò i polpastrelli contro gli occhi, scartavetrandoli quasi, schiaffando l’acqua con un calcio. Faceva fatica a trovare il rilassamento in tutta quella situazione, a far vagare la mente altrove che non fosse quel maledetto grifondoro, quella zoccolaccia della Métis e quel cane di Dragonov. Avrebbe voluto cruciarli tutti lentamente, fino a mandarli alla follia. Immagini di torture diaboliche gli riempivano la testa, e Harry dovette darsi colpi di palmo contro la tempia come inutile tentativo di scacciarli.
    Forse era maledettamente pazzo.
    L’attenzione venne direzionata verso un rumore improvviso alle sue spalle. – CHI È LÀ? – esclamò, alzando la bacchetta in direzione del rumore.
    Hardice.
    Contemporaneamente a quella visione, l’acqua nella quale erano immerse le sue gambe iniziarono a riscaldarsi, fino ribollire. – AHI, CAZZO…CAZZO!!! – si issò con difficoltà fuori dalla piscina, con le gambe che sembravano aver preso fuoco. – CHE CAZZO STAI FACENDO, HARDICE? STASERA DOVETE PROPRIO ROMPERMI I COGLIONI. NOTAT! sferrò l’incantesimo contro il concasato, cercando di fargli ribollire il sangue in modo da ricambiare, circa, con la stessa moneta. – Ti uccido, cazzo. – le gambe gli bruciavano all'inverosimile, e a quel punto vederci era impossibile.


    Prima di abbandonare la sala grande, lancia uno stupeficium contro un grifondoro a caso, facendogli sbattere la testa e incontrare la morte (o una semplice perdita di sensi - non è dato sapere). Dopodiché si dirige alla piscina, spogliandosi e immergendosi fino ai polpacci, seduto a bordo piscina. Si sente impazzire per gli istinti malvagi. Inizia a sentire ribollire l'acqua della piscina in seguito all'arrivo di Hardice, dando per scontato che fosse colpa sua, così gli lancia un Notat per ricambiare la moneta. Le gambe gli bruciano all'inverosimile dai piedi ai polpacci.
    Lancio Notat contro Hardice nella Quest di Halloween: 5
    • 1d10
      5
    • Inviato il
      5/11/2022, 18:24
      Harry‚
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    178

    Status
    i'm sleeping
    tumblr_nol06xwdFm1qlmm69o2_400_large
    Si passò la lingua sulle labbra ripulendole dagli schizzi di sangue arterioso che le erano finiti in faccia, gustandone così il retrogusto ferroso. Un sorriso sadico si impossessò del suo viso mentre ripuliva la lama del coltello su una manica del cadavere ai suoi piedi, prima di calpestarlo e passare oltre. Si era sempre chiesta cosa avrebbe provato, come sarebbe stato prendersi una vita e, ora che l'aveva fatto, sentiva una nuova frenesia scorrerle dentro. Si sentiva libera, non trattenuta dalle briglie di etica o morale ma, soprattutto. Si sentiva affamata. Sghignazzò realizzando che anche questo tipo di eccitazione le causava un certo languorino allo stomaco, e se non si era fatta problemi ad aprire la gola ad una persona, di certo non se ne sarebbe fatta per entrare nelle cucine di solito proibite. Passo dopo passo si allontanò dal vociare e dalle urla della Sala Grande, dirigendosi con il suo passo ciondolante verso il sotterraneo dove sapeva avrebbe trovato il quadro che le avrebbe aperto le porte della cucina mentre, nella sua testa, il solito motivetto prese a ripetersi accompagnandola e dettando il ritmo dei suoi passi
    “Ding dong, I know you can hear me, open up the door, I only want to play a little..”
    Avanzava mentre i suoi occhi rimanevano vigili, attenti ad ogni movimento tra le ombre che le fiaccole creavano man a mano che scendeva, ma furono le sue orecchie, tese a cercare di carpire i sussurri, a cogliere un suono che le rivelò la presenza di qualcuno. Seduto con la schiena contro una colonna, convinto di nascondersi grazie all'ombra che questa proiettava, un ragazzino di Tassorosso si era lasciato sfuggire un lamento, come se stesse piangendo. La Scott si arrestò volgendo il capo in sua direzione, era piccolo e tremolante, con le mani si reggeva la testa e gli occhi erano attanagliati dal terrore, doveva essere del primo anno. Non poteva lasciarlo li, in preda alla paura
    -Ehi, non è sicuro li- si abbassò avvicinandosi di qualche passo al ragazzino -Vieni, ti aiuto io- allungò le mani posandole sopra le sue, ai lati del capo e, non appena i loro occhi si incontrarono, gli sorrise. Un sorriso maligno, a tratti affilato, fu l'ultima cosa che il ragazzino vide prima che con un movimento deciso la testa venne ruotata con forza, fino a sentire l'osso rompersi. Rise ancora rimettendosi in piedi, non ricordava di essersi mai sentita così esaltata. Riprese la sua marcia, più affamata di prima, e non ci volle molto prima che l'entrata delle cucine entrasse nel suo campo visivo. Era socchiusa. Qualcuno aveva avuto la sua stessa idea. Chi era così malato da pensare a mangiare durante quei momenti di caos generale?
    “Ding don, you can't keep me waiting, it's alredy too late, for you to try and run away..”
    Spinse l'entrata e quello che vide la lasciò abbastanza interdetta. C'era qualcuno su una seggiola ma non riusciva a capire chi fosse, era sommerso da piccoli elfi bitorzoluti e sporchi che, come varcò l'ingresso, si riversarono verso di lei. Fece appena in tempo a mollare il coltello su un tavolo, afferrando una mannaia abbandonata su un tagliere, che questi le furono addosso. Si sentì spingere e tirare e, una volta nei pressi di una seconda sedia, si stancò di quei cosetti che continuavano a toccarla
    -Stupeficium!- con la destra puntò la bacchetta verso un elfo mentre gli altri, presi alla sprovvista, rallentarono. La mannaia venne piantata sul tavolo, proprio a fianco della mano ormai amputata di uno di quegli esseri orrendi che prese a lamentarsi del dolore e, ritrovandosi con una mano libera, afferrò un altro coltello appuntito e lo piantò dal basso sotto il mento di un terzo elfo. Ora quei cosi si erano allontanati, permettendole così la vista della ragazza. Carolyn, la Grifondoro che faceva sempre tanto casino. La grifoncina fu la prima a rivolgerle la parola, aumentando così solo il fastidio e la rabbia che la sua vista le aveva causato
    -Certo come no, e io sono venuta qui a farmi palpeggiare dagli elfi perché è un mio piacere segreto- Merlino. Stava cercando di confonderla quando in realtà era palesemente in combutta con quei così orridi, era coperta di cioccolato, se la stava spassando. Le puntò contro la bacchetta ma, quando anche l'altra indirizzò il catalizzatore verso di lei, il pavimento cominciò a cambiare. I piedi faticavano a rimanere ancorati e saldi, sembrava di ballare sala e merende.
    -Smettila!- le urlò contro e, proprio come la rosso-oro, anche Reina perse l'equilibrio. Se dovevano finire a terra, quanto meno, le avrebbe preparato una sorpresa ad accoglierla
    -Serpen sortia!- urlò prima di finire culo a terra. Almeno ci avrebbe provato.


    Reina Scott - Serpeverde, IV anno - n° 6
    Reina - Carrie

    Abbandona il cadavere di Simon e si dirige verso le cucine perché le è venuta voglia di panino con il salame. Sulla strada incontra un primino di Tassorosso a cui rompe l'osso del collo per puro spirito magnanimo per salvarlo dai suoi tormenti. Andava fatto, non è che si possono lasciare soffrire i cuccioli. Arrivata in cucina gli elfi la assalgono, ne stordisce uno con uno schiantesimo, amputa la mano ad un secondo con una mannaia e ne infilza un terzo. Poi vede Carrie (di cui, ovviamente non ricorda il nome) e mentre scivola per il pavimento oleoso lancia un Serpen Sortia.

    Lanciato Serpen Sortia contro Carrie alla Quest di Halloween: 7
    • 1d10
      7
    • Inviato il
      6/11/2022, 11:44
      Reina Scott
     
    .
  9.  
    .
    Avatar


    ★★

    Group
    Member
    Posts
    77

    Status
    i'm sleeping
    tumblr_onu11grv8Y1ur4jh8o9_r1_540
    Scappare difficilmente si dimostrava la soluzione ai problemi, eppure quella sera - non appena mi si aprì una via di fuga - corsi più veloce che potei (e quanto avrei voluto avere uno skate!). Bacchetta alla mano, sguardo che ogni tanto si rivolgeva indietro nel timore che fossi ancora inseguita, corsi senza meta per del tempo che non saprei quantificare e, non appena intravidi la porta dell'infermeria, mi ci fiondai dentro, richiudendomela alle spalle. Perché proprio l'infermeria? Stupidamente, pensai che il luogo dove venivano curati gli studenti non poteva che essere un luogo sicuro. Così, inspirando profondamente, poggiai la schiena alle porte e restai in allerta per qualche minuto durante i quali tesi le orecchie per verificare che nessuno mi avesse seguita. Pareva proprio così. Ero sola, finalmente, e mi addentrai nella stanza, ignorando lo strano fruscio lento ma continuo che sembrava animare l'aria da quando ero lì. Non ci feci caso, inizialmente: Hogwarts mi aveva mostrato tante di quelle stranezze, da quando ci avevo messo piede, che rumori di quel genere erano diventati parte della routine, un tutt'uno con l'ambiente in cui ormai vivevo. Eppure, quella volta, avrei dovuto rendermi conto che qualcosa di strano c'era.

    Un tonfo improvviso mi fece voltare in direzione della porta: una ragazzina bionda, evidentemente più piccola di me, era difronte a me. Alzai istintivamente la bacchetta. «Chi sei? Perché sei qui?» le domandai, paranoica, ma con aria minacciosa. A differenza delle presenze tra le quali mi ero risvegliata in Sala Grande, lei un volto ce l'aveva e, sebbene non l'avessi mai vista prima di quel momento, sembrava quasi reale. Ciò nonostante, non mi fidavo e non avevo intenzione di abbassare la bacchetta. Ero confusa, non riuscivo a comprendere cosa stesse accadendo e chiunque fosse quella ragazza mi convinsi - una voce nella mia testa lo fece - che non era mia amica. «NON-non muoverti.» ringhiai, vedendola avanzare nella stanza più di quanto non fosse necessario. Un brivido freddo mi accarezzò la schiena, risalendo lungo la spina dorsale, fino a terminare nella mano che impugnava la bacchetta ed ebbi la sensazione di essere pronta a colpire, quando notai cosa stava accadendo tutto intorno a noi: tende e lenzuola sembravano aver preso vita e - pur non potendolo dire con esattezza - sembravano ostili.
    Caddi in terra e persi la bacchetta quando una tenda si attorcigliò intorno alla mia caviglia e mi tirò a sé, costringendomi a strisciare. Cazzocazzocazzo. Fui abbastanza pronta da girarmi verso la tenda e cercare di sciogliere il nodo, ma pareva che più impegno ci mettessi, e più il nodo diventasse stretto. Così, mi allungai e mi dimenai nel tentativo di riprendere la bacchetta che era caduta poco distante da me. «Vaffanculo!!» borbottai tra me e me, quando nel tentativo di riprendere il controllo dell'unica arma che disponevo mi ruppi un'unghia. CheHalloweendimerda.

    «Presa!» esultai tra me e me, stringendo la bacchetta e agitandola in direzione delle tende. «Diffindo! Diffindo!» urlai, riuscendo a liberarmi temporaneamente dalle mie carceriere, le quali furono tagliate di netto dal mio incantesimo, ma ricrebbero alla stessa velocità. Cristosanto. Continuai a castare quell'incanto, finché non mi convinsi che la presenza dell'altra c'entrasse qualcosa con ciò che stava succedendo. «Ehi, tu! Expelliarmus!» urlai. Il mio arsenale di incantesimi era piuttosto ridotto, ma la mia proattività in situazioni di pericolo era una qualità ormai assodata. Puntai quindi la bacchetta in direzione delle tende che continuavano ad agitarsi e urlai: «Oppugno!» Se avesse funzionato, ne avrei approfittato per lasciare quella stanza all'istante!

    Alexis Pierce, III anno, Grifondoro, n.16
    Primo paragrafo: Alexis scappa dalla Sala Grande per rifugiarsi in infermeria, convinta di trovarsi in un posto sicuro.
    Secondo paragrafo: Kenya entra in scena, mettendo in allerta un'Alexis già paranoica di suo. Una tenda biricchina le fa perdere equilibrio e bacchetta.
    Terzo paragrafo: Alexis riesce a recuperare la bacchetta, si libera dagli attacchi delle tende assassine con qualche Diffindo tattico e, convintasi che sia proprio Kenya la causa di quel nuovo attacco, casta un Oppugno (Opzione D) su lenzuola/tende nel tentativo di ribaltare la situazione e fare in modo che quelle agiscano in suo favore!
    Uso Oppugno contro Kenya nella Quest di Halloween: 6
    • 1d10
      6
    • Inviato il
      6/11/2022, 13:28
      camden.
     
    .
  10.  
    .
    Avatar


    ★★

    Group
    Member
    Posts
    88

    Status
    spymode
    JAEMIN WAN – 18 ANNI – SERPEVERDE (III)

    jaemin-na
    Un senso di irrequietudine comincia ad impossessarsi di lui sempre di più dal momento in cui posa i primi passi oltre la soglia della Sala Grande. Anche i movimenti si fanno più pesanti, e nonostante la spossatezza potrebbe renderlo meno performante negli spostamenti, lui si impunta che deve cominciare a correre. Senza un motivo apparente. In verità, per lui è tutto molto logico. E’ oppresso, l’ambiente si sta scurendo sempre di più, come se il corridoio appena imboccato non avesse le fiaccole, e anzi non fosse nemmeno un corridoio ma una specie di… grotta? Forse è sempre stato così, solo che non se ne era mai accorto. I pensieri deliranti di un coreano sotto acidi, o qualsiasi cosa abbia appena ingerito. Il fatto è che nella sua testa ora non esiste più una scuola, non esistono più aule o bagni - ma poi chi se lo ricorda più che aveva deciso di recarsi al bagno, le priorità sono cambiate repentinamente e il ricordo di questa intenzione è stato prontamente eliminato dalla sua memoria. E’ immerso nel buio di un labirintico tunnel roccioso, da cui non sa come uscire e che gli sta svalvolando il cervello. Come se non fosse la sua abituale situazione neurologica. Però è fortunato, perché non è la prima volta che si trova ad affrontare una simile situazione, sebbene, di solito, quella gli venga proposta sotto forma di “Via della Vittoria” per raggiungere la tanto agognata Lega Pokémon. O magari è più come se si trovasse nell’oscuro covo del Team Rocket? Ora che ci pensa, non vede motivo per cui questo caso dovrebbe essere poi così diverso. E’ più immersivo, in prima persona, però il concetto è il medesimo, no? Inoltre, l’MT Flash lui l’ha imparata da un pezzo e non gli serve nemmeno l’aiuto di uno schiavo, per quanto ne apprezzerebbe la compagnia. [Lumos] si arrangia, dunque, estraendo la propria bacchetta dalla tasca dei pantaloni e puntandola davanti a sé per produrre luce sufficiente a far sì che perlomeno la sua maratona non lo schianti contro un muro. Talvolta gli capita di incrociare degli spazi più larghi da cui si dipanano altre due o tre vie, e la cosa lo manda ai matti perché non ha idea di quale scegliere. Poi gli torna in mente che una volta aveva letto un libro che… No, macché. Quando mai ha letto un libro, lui, non diciamo fesserie. Probabilmente era un cartone animato, in cui suggerivano che per non perdersi in un labirinto sarebbe saggio intraprendere sempre la medesima direzione. E tu vuoi non fidarti delle parole di un adorabile draghetto a strisce? Quindi lui inizia a imboccare sempre la via più a sinistra fino a sbucare in una cripta molto più aperta rispetto alle precedenti. E’ anche palesemente ingombra di cose non meglio identificabili, che hanno la vaga somiglianza a dei tavoli o ripiani… quelli dove hanno condotto gli esperimenti su Mew Two? Probabile. Magari se cerca bene potrebbe anche venire a scoprire interessanti retroscena. Peccato che ogni cosa che va a toccare si rivela essere viva, aggressiva, svolazzante… QUEI FOTTUTISSIMI ZUBAT SONO DAPPERTUTTO. Gli hanno sempre dato estremamente fastidio gli assalti di quelle bestie del demonio, ma oggi più che mai il sangue gli ribolle nelle vene, ponendolo nella condizione di voler fare una strage di massa. Devono morire tutti. Estinzione della specie, porca Infermiera Joy! E coi loro pezzi magari creare anche dei Repellenti. Quindi prima di tutto [Jutem!] prova a catturarne qualcuno che poi spiattellerebbe bruscamente a terra afferrando il sacco da una estremità con una ferocia che non gli dovrebbe appartenere. Sarà per tutto il casino che sta facendo che ad una certa si accorge di non essere nemmeno l’unico essere bipede dentro quella stanza. Non sa bene quando quella creatura sia arrivata (KAI), potrebbe essere che fosse già lì quando ha messo piede in quel luogo, nascosta nell’ombra o addirittura invisibile! E’ enorme, per quanto a tratti gli sembri evanescente. Un armadio a due ante. E ha tutta l’aria di essere senziente, di capire il suo linguaggio e di non gradire la sua presenza. Beh, la cosa comunque è reciproca. Non gli piace essere spiato a sua insaputa, se deve avere il pubblico preferisce esserne messo al corrente così da performare al suo meglio. E poi quell’espressione che ha in viso lo fa rabbrividire. Si china, con la tachicardia a mille, nascondendosi dietro uno dei banchi, per poterlo occhieggiare meglio senza farsi sgamare. [Possiamo, tipo, contrattare. Ti vendo l’anima di mio padre, e di tutto l’albero genealogico che lo precede, se ti unisci al mio team] prova a imbonirselo. I tratti somatici gli sono famigliari, specialmente gli occhi iniettati di sangue e la dentatura scoperta, per quanto la penombra gli renda complesso il compito di riconoscerlo; perciò dopo alcuni istanti il suo cervello si illumina come una lampadina trovando la risposta alla domanda. Sì, non ha più molti dubbi. [Ti faccio fare lo sweeper, sono un allenatore molto preparato…] prosegue, spostandosi quatto quatto dietro la fila di banchi successiva, così da poterlo eventualmente cogliere di sorpresa sbucando qualche metro più in là. Spera che non sia in grado di vedere attraverso gli ostacoli. Anche perché ora è sicurissimo di sapere al cospetto di chi si trovi. E’ Gengar, palesemente. Merda. Urge far funzionare gli ingranaggi della sua mente, prima che la situazione peggiori ulteriormente, perché questo è un nemico rapido, potente, imprevedibile: “doppio tipo, spettro-veleno, debole per due a spettro, psico, buio”… beh il buio è già presente, ma non è quello il punto. Forse. E lui non è manco uno psicologo, quindi non saprebbe come attaccarlo efficacemente utilizzando tecniche di psicanalisi confondenti. Inoltre, dacché ne possa dedurre, non è ancora morto una volta, quindi non può servirsi di abilità spettrali per battersela alla pari. Che fare? Accidenti, è uno scontro epocale. Non ha nemmeno una squadra con sé, non erano questi i patti, non funziona così questo gioco! …“Terra”… Oh, sì, il tipo terra è superefficace contro il veleno. E il giovane asiatico conosce l’attacco adatto per l’occasione. Esaltato da questa idea, salta quindi letteralmente in piedi, uscendo allo scoperto con la bacchetta sguainata e una sicurezza di sé inviabile che si traduce nel petto in fuori e una postura plastica che potrebbe rendergli vulnerabile oltre alla zona del cuore anche quella del collo a causa del mento tenuto alto. [ZOLLUM!] grida convintissimo, il braccio teso a raccogliere e, infine, rilasciare tutto il suo potenziale magico (?) che mirerebbe a scagliare contro il proprio avversario oltre ai mattoni di terra, anche tutta la frustrazione che ha in corpo.




    Jaemin Wan – III anno – Serpeverde

    JAEMIN VS KAI

    Vagola per i corridoi confuso, fino a convincersi di essere nel covo del Team Rocket assediato dagli Zubat (i pixie). Cerca di catturane e ucciderne qualcuno, ma poi si rende conto della presenza di Kai, che scambia per Gengar. Quindi dopo un’elucubrazione mentale su quali attacchi siano superefficaci su di lui, gli scaglia contro uno Zollum (opzione D)
    Incantesimo Zollum vs Kai (Quest): 6
    • 1d10
      6
    • Inviato il
      6/11/2022, 15:03
      Personaggio casuale
     
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Grifondoro
    Posts
    301

    Status
    i'm sleeping

    Grace
    Ansimava gli occhi chiusi mentre pregava sé stessa di trovare una soluzione, di reagire a quella dannata situazione nella quale si era trovata catapultata. Cos’era successo? Come? Tutte domande alla quale non riusciva a darsi una spiegazione. Espirò tremante l’aria nei polmoni e stringendo la bacchetta si sporse da dietro il suo nascondiglio. Altri figure, studenti alcuni e mostri altri scappavano di quando in quando. Il caos più totale regnava nel castello e Grace giaceva pietrificata, la bacchetta che pareva sollevarsi per pura propria intenzione, mentre percepiva sulla punta della lingua incanti che sì conosceva ma che lucidamente non avrebbe mai scagliato. Doveva difendersi, puramente difendersi e non attaccare. Tantomeno attaccare altri ragazzi come lei intenti a fuggire. Cosa le stava succedendo? Perché provava quella furia disarmante? Era stato Mik? Mik e la sua pazzia che stavano venendo a cercarla. Si fece forza nel tentativo di sgattaiolare fuori dal suo nascondiglio, lì l’avrebbero trovata e abbassandosi con la bacchetta spianata di fronte a sé cercò di correre nuovamente. Un fascio di luce rossa le passò a qualche centimetro dall’orecchio costringendola e replicare con un incanto di difesa. «Protego!» Lo scudo parò il successivo colpo e si nascose dietro una seconda colonna. Avvertiva i passi avvicinarsi ed istintivamente si portò le mani alla bocca per zittire il fiato grosso e mozzo dal terrore. Una figura incappucciata le sfilò davanti e la Grifondoro scivolò lungo la pietra della parete finendo seduta sul pavimento gelido. Espirò mentre lacrime di tensione le appannavano la visuale bruciandole gli occhi chiari ma un’esplosione le indicò che non era il momento di cedere, non doveva darsi per vinta. Facendo leva con il palmo sul pavimento si tirò in piedi strofinandosi gli occhi e cercò di fare mente locale. Tornare al proprio dormitorio era fuori discussione. Avrebbe dovuto percorrere troppi piani e le scale l’avrebbero esposta a tutto il casino che stava succedendo senza contare che, se mai avessero deciso di cambiare, l’avrebbero potuta dirottare in un luogo nettamente diverso da quanto preventivato. La Sala Grande off-limits era proprio da lì che era partito tutto il disastro. Dove andare quindi? “L’infermeria!” Sì, sarebbe corsa lì. Il dottore forse non era stato colto dallo stesso veleno – perché doveva essere veleno quello che aveva ammazzato tutti i professori – e forse lui stesso stava organizzando una sorta di resistenza. L’avrebbe protetta. Si tirò in piedi cominciando a correre in direzione dell’infermeria ma altri fasci di luce, mostri e caos la costrinsero a rifugiarsi nella biblioteca. «Cazzo», s’appiattì contro il portone per poi voltarsi di scatto la bacchetta alta mentre si muoveva con circospezione. «C’è qualcuno?!» Urlò puntando la bacchetta a destra e a manca. «Signor Warmswizzler?!» Nulla se non l’eco della sua voce in quell’altrimenti inquietante silenzio. Gli occhi celesti della Grifondoro si mossero guardinghi e s’addentro lentamente in uno dei corridoi sormontati da altissime file di libri. Lì forse avrebbe trovato riparo ma Grace non poteva immaginare quanto si trovasse in errore. Le sommità degli scaffali cominciarono rumorosamente ad inclinarsi convergendo tra loro e una cascata di tomi minacciava ora di schiacciarla al di sotto del loro peso. Grace cominciò a correre ma più correva e più questi libri cercavano d’investirla cadendo a terra. Alcuni nella caduta si aprivano liberando ciò che celavano tra le loro pagine. «DIFFINDO! DIFFINDO!» Dalle pagine di un tomo alcune liane si liberarono afferrando le caviglie della Grifondoro mandandola al suolo. La bacchetta le sfuggì di mano rotolando lontano. Grace s’allungo nel tentativo di raggiungerla ma fu tutto vano così si piegò su sé stessa cercando di liberarsi da quella stretta. «LASCIAMI!» Afferrò un libro e violentemente lo abbatté contro la sua caviglia, contro la liana riuscendo finalmente a liberarsi. Rotolò sul fianco afferrando la bacchetta e alzandosi in piedi corse alla fine del corridoio dove per un soffio non si scontrò contro due esseri. «Cazzo!» Urlò mentre le due figure si voltavano, erano due esseri umanoidi la cui testa era formata da una zucca minacciosa. In mano brandivano una falce. La figura più piccola urla mentre quella più grande rise vedendo la Grifondoro. Sollevò l’ascia pronta ad abbatterla sulla Johnson. «STUPEFICIUM!» Tentò di schiantarla ed in breve partì un duello d’incantesimi che partivano direttamente dalle falci dei mostri-zucca. Correndo puntò la bacchetta verso gli scaffali e scagliò un Bombarda sulla sommità di quest’ultimo. I libri cominciarono a cadere ed il mostro dalla statura più piccola s’impalo, quasi spaventato, finendo investito sotto quella valanga. Grace si nascose sotto la scrivania del bibliotecario scagliando incantesimi a raffica, «lacarnum inflamare!», ma fu quando si trovò il mostro davanti che urlò un ultimo, disperato, tentativo di salvataggio mentre correndo si gettava oltre le fiamme: «ALIMENTES FLAMES!» Se il mostro fosse caduto nella trappola, inseguendola, sarebbe finito dritto in quel muro di fiamme.


    Si è inizialmente nascosta dietro qualche anfratto ancora terrorizzata da tutto ciò che è successo e dalla possibilità che Mikhail possa farle del male. Cerca di scappare ma incantesimi volanti scagliati da fonte ignota la rallentano. Riesce comunque a nascondersi dietro una nuova colonna dove una figura incappucciata - Mik sei tu? 🌚🌚 - le sfila davanti. Fugge poi verso l'infermeria con l'intenzione dei cercare l'aiuto del doc ma il caos la manda in biblioteca dove la stessa si ribella cercando di ucciderla. Appaiono due uomini zucca, così li vede per il veleno, che in realtà sono Astrid (Astrid;) e la Tassorosso PNG, che tenta di attaccare e difendersi a sua volta. Uccide la PNG e scaglia l'opzione C, Alimentes Flames.

    Citati l'infermieri Müller ed il bibliotecario, Warmswizzler.
    Alimentes Flames: riuscita?: 10
    • 1d10
      10
    • Inviato il
      6/11/2022, 17:55
      yourgrace.
     
    .
  12. seán
     
    .

    User deleted


    18 y.o.
    III anno
    diario
    Seán Hardice › DEVIL'S TRILL
    and if you gaze long enough into an abyss, the abyss will gaze back into you.
    HALLOWEEN 2022
    Percepivo l'odore ferroso del sangue dei miei compagni, non appena questo entrava in contatto con l'aria che riuscivo respirare. E arricciavo le narici, per quell'odore pungente che non avrei dovuto percepire. Non in una scuola. Vedevo rigoli di sangue arrivare a bagnarmi le scarpe senza riuscirci, perchè facevo un passo indietro, orripilato da quell'immagine. Vedevo i miei compagni cadere, una pedina alla volta. E la triste verità era che a me non fregava poi tanto di loro, a me interessava mettermi ai ripari, proteggermi. Anche per questo sentivo la necessità di far fuori quanti più studenti possibili, perchè appunto, la loro morte avrebbe comportato la mia sopravvivenza. Eppure, lo pensavo anche perchè mi sentivo così arrabbiato da voler compiere azioni brute a mia volta. Volevo ucciderli. Era una mia scelta, un scelta che, logicamente, non mi addiceva affatto, non era da me. Il problema era che non riuscivo ad affidarmi alla mia amata logica, nè ai sentimenti. Mi sentivo come un sacco vuoto, fatto di niente, un sacco vuoto e riempito di rabbia e vendetta ribollenti. Io ero un tipo tendenzialmente pacifico, se non mi si venivano pestati i piedi. Quando mai gli studenti diventavano assassini senza alcun motivo? Come mai io per primo sentivo la necessità di togliere la vita ad alcuni dei miei compagni, che non mi avevano mai fatto davvero niente? Le mani mi tremavano per l'adrenalina data da quel mare che mi ribolliva dentro e che facevo fatica a placare. Non riuscivo a pensare in maniera lucida e questo mi spaventava, perchè significava che avrei potuto compiere azioni di cui mi sarei pentito in seguito. Dovevo controllarmi, evitare di agitarmi. Ma non riuscivo a rimanere calmo quando mi sentivo sotto minaccia continua. Sentivo gli occhi dei miei compagni puntati addosso, le loro bacchette pronte a scagliarmi un incantesimo che mi avrebbe ucciso. La testa sembrava che stesse per esplodermi da un momento all'altro, era affollata di brutti pensieri, desideri nascosti di cui non riuscivo a rintracciare l'origine. Non era da me, questo lo riconoscevo, ma allo stesso tempo non riuscivo a pensare ad altro. Osservai il corpo senza vita di Ryuu, mi chiesi se avessi parenti che lo avrebbero pianto, ma non mi soffermai troppo a lungo sulle sue spoglie, dandogli importanza solo per qualche istante. Solo un ultimo sguardo, forse una punta di umanità in una vastità vuota, prima di voltarmi e dirigermi a passo svelto verso l'uscita della Sala Grande, schivando quella che letteralmente si stava rivelando una carneficina. Sangue, ferro, acre. Volevo scappare, evitare di incrociare degli studenti lungo il mio cammino, cambiare strada nel caso fosse avvenuto: ma così non avvenne. Durante il mio tragitto verso un luogo che ritenevo più sicuro degli altri, percepivo alle mie spalle delle figure losche che mi seguivano. Voltai lo sguardo paranoico dietro di me, rendendomi conto che non ci fosse nessuno a pedinarmi, e potei tirare un sospiro di sollievo, finchè poi, rivoltandomi dinnanzi a me, non mi ritrovai a faccia a faccia con uno studente del terzo anno come me, un grifondoro. Non potevo lasciargli secondi preziosi di vantaggio, nonostante la confusione iniziale che colse entrambi. Probabilmente stavamo pensando la stessa cosa: aveva intenzione di uccidermi? E se l'aveva, che senso poteva avere star fermo a rifletterci? Combattei con la parte di me più razionale e logica, rendendomi conto che vi fosse ben poco contro cui combattere: volevo uccidere quel ragazzino, e lo avrei fatto senza tentennare troppo, perchè ero sicuro chei suoi pensieri fossero esattamente gli stessi. Dunque, puntando la bacchetta contro la gola dell'avversario, mi sentii spinto a pronunciare un Diffindo! che gli avrebbe reciso la carotite, offrendogli una morte lenta, ma indolore. Sapevo che ciò che stavo facendo era sbagliato, ma cosa potevo fare quando sentivo la mia vita sotto minaccia? Decisi di scappare, corsi più veloce che potei cercando di evitare i luoghi più gettonati nei quali gli studenti avrebbero trovato rifugio. Le case comuni o i dormitori? Difficile, selettive, ma difficili. Era come che un topo decidesse lui stesso di rinchiudersi in una gabbia mortale. Dovevo trovare un luogo più appartato e che, possibilmente, non si cagasse nessuno ad ottobre inoltrato. La piscina credevo fosse il posto perfetto, e fu lì che mi diressi, nei piani inferiori, scartando e dando spallate contro alcuni degli studenti che intralciavano il mio cammino, pronto a difendermi in caso di attacco. Perchè percepivo la piscina come un luogo sicuro? Non riuscivo a dare una risposta a questa domanda, ma così mi era sembrato fosse.


    Arrivato nella stanza, sperai di trovarla vuota. Fallii. Mi nascosi dietro una colonna di pietra, la stessa dietro cui solo qualche tempo prima, avevo assistito a Reina Scott spogliarsi. Reina, dov'era? Come stava? Quanti ne aveva fatti fuori tra 10 e 20? Era già arrivata a 100? Quella bestiaccia.
    In realtà, ciò che ci vidi, però fu fortunatamente molto diverso. Harry Barnes era proprio lì, seduto a bordo vasca e con le gambe a mollo. Avessi avuto io la tranquillità di decidermi di fare un bagno mentre tutti gli studenti di Hogwarts si massacravano tra di loro. Avevo già ucciso due studenti, e non avevo con Harry così tanta confidenza da considerarlo intoccabile. Esattamente com'era avvenuto con Ryuu, o con lo studente grifondoro che avevo ucciso durante il tragitto. D'altra parte, nonostante io non volessi davvero colpirlo. Forse sarei riuscito a fermarmi, se mi fossi concentrato abbastanza da farlo. Anche se la rabbia montante era tanta. Ma era difficile far finta di nulla, quando potevo leggere nei suoi occhi scuri che lui per primo aveva intenzione di farmi fuori. E mentre la temperatura nella stanza sembrava farsi più alta del normale, ed iniziai a sudare, tenni la bacchetta puntata contro il Barnes, pronto a non scoprire il fianco a facili attacchi. Che cazzo ci fai tu qui. Avrei risposto di rimando, non appena si fosse fermato per prendere aria. Io pensavo di non trovarci nessuno, invece ci trovo te, a mollo. Vuoi anche un mojito? I nostri compagni sti stanno massacrando, di là. Io stesso ne ho uccisi due Ma non ebbi il tempo di dire altro, e non seppi nemmeno se le mie parole furono udite dall'altro che mi scagliò contro un incantesimo molto brutto. Se fosse andato a segno, probabilmente sarei morto. Per questo motivo, approfittando della colonna al mio fianco, avrei ruotato di quarantacinque gradi, andando a finire dietro la colonna stessa. Se fossi riuscito a scampare l'incantesimo letale di Harry, avrei ben pensato di contrattaccare, uscendo allo scoperto solo con metà corpo e con la bacchetta, puntata verso di lui ancora bordo piscina. Non mi sarei risparmiato un incantesimo che, se lo avesse colpito, lo avrebbe ucciso. Perchè indugiare, per dargli la possibilità di un secondo round? Dunque immaginando di vederlo prendere fuoco, avrei provato a lanciargli contro un Incendio! Giusto per aiutare un po' l'andazzo delle cose: la temperatura era così alta che presto anche io avrei preso fuoco spontaneamente. Almeno, saremmo morti nella stessa maniera. Ebbi paura, ma prima della mia forse futura dipartita, mi tornò in mente la citazione di uno degli ultimi libri letti di Haruki Murakami, Kafka on the Shore, che recitava:
    Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo.
    Sangue caldo e rosso. Che ti macchierà le mani.
    È il tuo sangue, e anche sangue di altri.
    Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo (ndr ma dove). Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta.


    code © psiche


    SEÁN HARDICE III ANNO, SERPEVERDE.
    Non so da dove siano uscite così tante parole, mi scuso. (gran parte delle parole sono conteggiate nel codice, più che nello scritto eh!)
    Se sopravvivo, il prossimo sarà più corto. Si può leggere direttamente dallo spartipost in poi, che è il punto saliente.

    1. In conflitto con sè stesso durante la prima parte del post.
    2. Durante la discesa nella sala piscina, uccide un grifondoro.
    3. Interagisce con Harry e usa contro di lui un Incendio (D: Altro 5A)
    Incendio:: 9
    • 1d10
      9
    • Inviato il
      6/11/2022, 20:18
      seán
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    88
    Location
    Boston

    Status
    spymode

    Girò intorno al corpo, ormai, privo di vita di Rain e chiuse gli occhi fiutando l'odore agre e ferroso del sangue che lentamente stava ricoprendo il pavimento. La osservò per qualche istante, sempre con quel suo luccichio negli occhi. Si sentì potente e avvertì una strana adrenalina scorrergli lungo tutto il corpo, facendolo sentire inarrestabile. Sapete i sensi di colpa che vi assalgono dopo aver compiuto un'azione deplorevole come quella? No? Beh, nemmeno Kai. Al contrario, lui non provava proprio niente. Nè sensi di colpa, né paura che qualcuno lo scoprisse e nemmeno un briciolo di soddisfazione. Non provava proprio un bel niente e non sapeva come decifrare quella sensazione di vuoto che lo assalì in quel momento. Riconobbe solo che era diversa da quella che aveva provato quell'estate nel momento in cui aveva capito che suo zio non avrebbe fatto ritorno, in quell'occasione si era sentito proprio abbandonato a se stesso ma adesso? Come doveva decifrare quella nuova sensazione? E come poteva capire se fosse positiva o meno? Ci avrebbe pensato nell'arco della serata ma in quel momento doveva pensare a come allontanarsi dal luogo del crimine e in quale zona del castello poteva nascondersi. Nox. Spense la luce e nell'oscurità si avviò verso una meta non ancora definita, l'unica cosa che contava era allontanarsi il più possibile dal cadavere. Mentre camminava per i corridoi si rese conto che tutto intorno a lui era stranamente tranquillo, troppo per i suoi gusti e incominciò a chiedersi se ci fosse qualcosa che non andava. Di solito, a quell'ora, i prefetti e i caposcuola avevano già iniziato la loro ronda notturna ma stranamente non c'era l'ombra di nessuno di loro. C'era silenzio. Troppo silenzio. E fu proprio quel silenzio a metterlo in guardia mentre il timore di un nuovo attacco di panico, iniziò a farsi vivo in lui. Era proprio nel silenzio assordante della sua stanza che aveva provato quella terribile sensazione di impotenza, dovuta all'attacco di panico e non voleva che si ripetesse. Perciò cercò di rimanere calmo ed entrò in una delle stanze del castello, alla ricerca di qualche anima perduta come la sua. Non riconobbe subito che l'aula in questione era quella di trasfigurazione perché i suoi occhi e la sua attenzione erano posti sugli oggetti di quella stanza che improvvisamente assunsero la forma dei pixie. Impugnò il suo coltellino con una mano mentre con l'altra teneva saldamente la sua fidata bacchetta che mai lo aveva tradito e che sperò vivamente non lo facesse proprio ora. Osservò quei cosi volanti scattare da un lato all'altro della stanza, sentendosi irrimediabilmente in trappola. Con gli incantesimi, Kai, non se la cavava poi così male. Doveva solo prendere la mira e colpire i pixie con l'unico incantesimo che in quel momento gli venne in mente. Immobilus. Gridò con una voce chiara e decisa. Improvvisamente i pixie finirono per immobilizzarsi, cessando anche di atrofizzare le orecchie del povero malcapitato con i loro versetti striduli e fastidiosi. Il silenzio, però, rivelò la presenza di un'altra persona in quella stanza. Bene, non era solo. Il che era davvero confortante, visto e considerando che era ciò che desiderava. Chi sei? Domandò puntando la bacchetta in direzione dell'interlocutore, pronto a colpire qualora quest'ultimo prendesse strane iniziative. Che cazzo stai dicendo? Domandò alquanto confuso, non capendo a cosa si stesse riferendo il ragazzo. Il tuo team? Hai per caso inscenato tu tutta questa cosa? Domandò riferendosi a ciò che aveva assistito qualche tempo fa in sala grande. Vedere i suoi compagni e anche i suoi professori addormentati come se fossero sotto l'effetto di qualche sortilegio, lo avevano messo in allarme ma senza la causale preoccupazione che dovrebbe agire sulle menti più deboli. Fa' silenzio. Intimò l'altro mentre studiava la situazione. L'effetto dell'erba stava diminuendo e lo stava facendo tornare lucido e capace di intendere e di volere. Pian piano si stava rendendo conto di quello che stava succedendo realmente quella sera. Qualcuno voleva mettere l'uno contro l'altro gli studenti ma per quale motivo? Perché tirare in ballo i tuoi familiari, quando potrei fare la stessa cosa con te? Mh? Piegò leggermente la testa di lato mentre puntò le sue iridi glaciali sul ragazzo. A quel punto avanzò di qualche passo verso colui che ben presto sarebbe diventata la sua nuova vittima. Il giovane Parker si guardò intorno, aspettando il momento perfetto per attaccare colui che impediva la sua fuga. Però, purtroppo, aveva sottovalutato l'altro che non perse tempo nell'attaccarlo. Vide quelle che sembravano essere delle piccole zolle di terra arrivare verso di lui, a quel punto doveva pensare in fretta. Abbassò di lato un banco e lo utilizzò per ripararsi dalle zolle di terra che continuavano a colpire il banco dietro il quale aveva deciso di nascondersi. A quel punto, decise di puntare la bacchetta proprio contro di esse e lanciare un incantesimo difensivo. Protego! Se fosse andato a buon fine, l'effetto sortito sarebbe stato quello di proteggerlo. Adesso mi sono proprio stufato! Disse uscendo fuori dal suo nascondiglio, dopo un breve momento di pausa tra i due. Rimettendosi in piedi e avanzando verso il suo avversario, infilzò uno dei pixie rimasto immobile a mezz'aria e lo bloccò al tavolo. Perché non la facciamo finita e ti levi dai piedi? Un briciolo di follia in Kai c'era sempre stato e quello che i confetti avevano fatto, era stato accentuare ancora di più quel suo lato malato. Tranquillo, ti aiuterò io. Sibilò a denti stretti mentre guardava il ragazzo con un barlume di follia negli occhi. Alimens flames. Puntò la bacchetta con fare sicuro sulla fiamma di una candela poco distante dal ragazzo con l'intento di aumentarne le dimensioni per ferire il serpeverde, il tutto senza mai distogliere lo sguardo dalla fiamma.

    Kai Parker, III anno.
    In coppia con: Personaggio casuale

    - Kai lascia il corpo di Rain e si dirige verso l'aula di trasfigurazione
    - Qui si trova a dover lottare con un gruppo di pixie, a cui lancia l'incanto IMMOBILUS
    - Successivamente interagisce con Jeamin
    - Lancia l'incanto PROTEGO per difendersi dal suo attacco
    - Infine lancia l'incanto ALIMENS FLAMES

    :news: considerate solo il primo lancio dei dadi perché non so come io abbia fatto ma me ne ha contati due...(?)
    Lancio dado: 5
    • 1d10
      5
    • Inviato il
      8/11/2022, 12:18
      dickhead
    Lancio dado: 10
    • 1d10
      10
    • Inviato il
      8/11/2022, 12:31
      dickhead


    Edited by dickhead - 8/11/2022, 12:39
     
    .
  14. Kenya
     
    .

    User deleted



    grifo
    14 Anni
    II Anno

    Status: Ansia/paura!

    Non appena svoltai l'angolo, imboccando il corridoio che mi avrebbe infine condotta in infermeria, vidi la porta del luogo di cura chiudersi, segno che nella destinazione scelta per barricarmi, avrei potuto ricevere aiuto da altri – sempre se non mi avessero chiusa fuori. In tal caso, sarei inevitabilmente finita in un vicolo cieco, dal quale difficilmente sarei riuscita a districarmi. La bacchetta, salda nella mia mano, puntava ad intervalli regolari sia in avanti che alle mie spalle, nell'eventualità di dover eseguire – con tempestività – un incanto in mia difesa.
    Ti prego, fa che sia ancora aperta!
    Supplicai nella mia testa, non appena la mano liberà andò a posarsi sul pomello dell'uscio, per poi inclinarlo sul suo stesso asse in modo da schiudere la porta che...si rivelò aperta. Non persi tempo, entrando all'interno per poi mettermi subito alla ricerca di qualcosa di pesante da mettere contro la porta. Il mio sguardo, si posò su di un vecchio attaccapanni stante accanto ad un letto e subito andai a prenderlo, con l'intenzione di usarlo (in un qualche modo) come perno per bloccare la porta. Quando mi voltai, muovendo il piede in direzione della porta, mi sentii stringere e tirare la caviglia in direzione del letto, tanto da farmi inciampare e cadere – inevitabilmente – a terra. Il tonfo causato dall'oggetto perso, attirò l'attenzione di chi era riuscita a raggiungere il luogo, prima di me.
    Per Godric! Ma non li hai visti gli zombie qui fuori?!
    Esclamai, senza averla ancora vista, voltandomi solo un attimo per districarmi dal lembo di tessuto nel quale ero incespicata, accorgendomi solo in un secondo momento che il lenzuolo era tutt'altro che inanimato.
    Esilio lenzuolo!
    Il nodo alla caviglia si sciolse ed il capo di biancheria venne allontanato come le tenebre al cospetto di un'intensa sorgente luminosa. Mi rimisi quindi in piedi, osservando poi la figura femminile che mi intimò poi di non muovermi. La guardai negli occhi, poi poco più in basso, notando solo in quel momento l'insolita lunghezza dei suoi canini.
    Una vampira? Oh, acciderba!
    Annuii alla sua richiesta, come a voler scongiurare qualunque ripercussione nei miei confronti da parte di quella creatura maligna, osservando passivamente i movimenti di tende e lenzuola che – per mia fortuna – andarono a distrarla. Ciò mi permise di muovermi, utilizzando il mio catalizzatore non solo per esiliare altre coperte, ma anche per indebolire la creatura oscura. La vidi perdere la sua arma e, lì per lì, avrei anche potuto usare un Accio per toglierla dalle sue mani, ma una tenda mi costrinse a difendermi cambiando unicamente il nome dell'oggetto che avrei poi esiliato. Il mio sguardo migrò nuovamente sulla vampira quando la sentii esultare per la bacchetta di nuovo tra le sue mani.
    Maledizione a me e alla mia stupida idea di truccarmi in questa maniera...mi sono praticamente messa un bersaglio addosso!
    Dovevo agire subito, così da non permetterle di succhiarmi il sangue dal collo. Così, non appena la vidi distratta a tagliuzzare il tessuto che provava ad avvilupparsi a lei, le sganciai addosso un incanto che le avrebbe (almeno a mio dire) negato sia di attaccarmi che di difendersi.
    Balbutio!
    Esclamai ad alta voce, puntando il tiglio argentato in sua direzione, nella speranza di inibirle la possibilità di castare incanti. L'anno precedente, durante la lezione di Incantesimi, ci avevano insegnato che la componente verbale era fondamentale per la manifestazione di un incanto. Bastava un accento sbagliato per compromettere un Wingardium Leviosa, figuratevi l'effetto di un'accentuata balbuzia! Specie se questa improvvisata strategia, mi avrebbe permesso di eliminare una creatura del male senza correre rischi, visto che ci avrebbero pensato i lenzuoli e le tende a sopprimerle il respiro.
    Muori, fottuto vampiro! Muori! Muori! Muoriiiii!

    Certo, i vampiri erano fondamentalmente persone già morte, ma in quel momento mi sentii inspiegabilmente (?) aggressiva, tanto da desiderare fermamente che l'esistenza di quell'essere immondo cessasse per sempre. Poi vabbé, forse - in quanto morti - non necessitavano nemmeno di respirare, ma non ero mica una vampirologa! A me piacevano i fiori e gli animali. Beh, magari da quella notte i pipistrelli un po' meno...


    Parlato Pensato
    scheda | mailbox | memo

    Credits: Eltanin17


    Kenya Gaia Singh, II anno, Grifondoro.
    Prova a barricarsi in infermeria, ma viene presa alla caviglia dal lembo di una coperta animata che scaccia con un Esilio, attirando su di sé l'attenzione di Bella Cullen (lol) una vampira! Fa come le viene detto, ma non appena le capita l'occasione le fa un Balbutio così da negarle la possibilità di difendersi dalle lenzuola nonché di ucciderla.
    A chi andrà il premio per aver fatto mummificare un vampiro?


    Opzione D: Balbutio! Riuscirà? Who Knows?: 5
    • 1d10
      5
    • Inviato il
      8/11/2022, 15:13
      Kenya
     
    .
  15.  
    .
    Avatar


    Group
    Grifondoro
    Posts
    415

    Status
    i'm sleeping
    Scrollò il piede, come per volersi liberare di un insetto fastidioso rimasto intrappolato sotto la suola e, poi, alzò lo sguardo fiero e inquietante. Aveva compito un atto ignobile ma non fece altro che oltrepassare il cadavere, senza degnarlo di un gesto di pentimento. Zero. I sentimenti erano spenti e la sua mente offuscata da una rabbia incontrollabile. I suoi nervi tiravano a tal punto che sembravano essere dotati di una vita propria ed essere li per fuoriuscire. A fior di pelle. Tutto vissuto in modo amplificato. Sentiva le voci provenienti da altre persone -non indentificate- lontane e ovattate ma non si curò di questo dettaglio, per lei, insignificante. Scivolò in un silenzio assordante verso l’uscita della Sala Grande, ruotando gli occhi smeraldini a destra e a sinistra, per assicurarsi che nessuno si intromettesse nei suoi piani. Si lasciò alle spalle quell’odore di morte che, fino a pochi istanti prima, aveva riempito le sue narici senza smuoverle neanche un briciolo di coscienza e, a passo, deciso, si diresse di gran carriera verso la stanza che più le stava a cuore: La Sala Trofei, per lei rifugio nei giorni più funesti –sempre-. Dava a quel luogo un valore affettivo non indifferente e non avrebbe tollerato che qualcuno le avesse impedito di raggiungere la sua pace dei sensi. Certo, come no. Salì le scalinate, prestando attenzione a non perdere l’orientamento e, una volta giunta in cima le si presentò davanti il terzo piano che conosceva alla perfezione. Svoltò l’angolo e si trovò faccia a faccia con un ragazzino che, ad occhio e croce, doveva essere più giovane di lei. Un ghigno malvagio sul suo volto si delineò, pian piano, contorcendo i lineamenti che naturalmente avrebbero denotato quel tocco di dolcezza che la caratterizzava. Fece qualche passo in avanti, lenta, come se stesse eseguendo una sorta di danza macabra. Occhi puntati in quelli dell’impaurito malcapitato -portatore della divisa Corvonero-, fissi e indagatori. Fece un giro intorno alla figura disturbante e una volta giunta faccia a faccia, sfoderò la bacchetta: “STUPEFICIUM!” Non aggiunse altro mentre il corpo inerme della sua vittima, si sfracellava contro il muro dall’altra parte del corridoio. Se fosse morto o ferito gravemente, ad Halley, non importava un fico secco anzi, avrebbe sperato di non lasciare testimoni sul tragitto che la separava dai suoi tanto amati trofei. “Fanculo. Scuola di merda!” Iniziava a crederlo veramente. Il flusso dei suoi pensieri sembrava non potersi arrestare in nessun modo ma, finalmente, giunse a destinazione, spingendo con tutta la forza da battitrice, la pesante porta che celava quel tesoro inestimabile per il quale si fomentava ogni santa volta.
    Si addentrò in quel labirinto sfavillante e si fermò ad osservare quello che era un trofeo vinto nell’anno in cui suo padre faceva parte della squadra di quidditch di Grifondoro. Quanto era fiera di essere sua figlia? Troppo. Si trovava ancora immersa nei suoi più profondi e intimi pensieri quando, come un fulmine a ciel sereno, un rumore di passi rovinò quella che, per lei, più si avvicinava alla pace dei sensi. Si voltò lentamente, curiosa di quale faccia da stronzo avrebbe urtato la sua sensibilità. Pochi istanti ci vollero ed eccolo lì, davanti a lei, un giovane dai tratti duri e tesi. Aria spavalda e faccia da schiaffi, niente di nuovo, in realtà. Che cazzo ci faceva in quel posto? “Cosa ci fai qui?” Chiese sulla difensiva. Che volesse impossessarsi di quel ben di Merlino appartenuto a coloro che si erano fatti un bel culo per raggiungere un certo tipo di livello? Mica come lui. Chi si credeva? “Sei un ladro. Io lo so.” Scagliò le accuse a voce alta, nel tentativo di sembrare minacciosa e pronta a tutto per difendere la collezione di trofei in palio. Respirò a fondo e, improvvisamente, il pavimento iniziò a tremare e, la Wheeler, fu costretta a indietreggiare di qualche passo per tenersi in equilibrio. Iniziava a provare una parvenza di paura, soprattutto per via delle coppe che, a causa di quel moto proveniente dal terreno, iniziarono a cadere a terra triplicandosi pericolosamente. “Sei stato tu. È colpa tua!” Con un piede calciò uno dei cimeli e lo indirizzò verso colui che, nella sua testa, era la causa di ogni suo male., sperando ardentemente di colpirlo in qualche modo. Muori sommerso, patetico stronzo. L’avrebbe pagata cara. Sì, per ogni singola azione posta in essere contro quel sacro luogo. La sicurezza che in Sala Grande aveva ampiamente mostrato, ora, scemava pian piano, lasciando spazio a una preoccupazione che l’avrebbe portata, comunque, a compiere atti ignobili per portarsi a casa la pelle. “Fanculo!” Urlo, nuovamente mentre con la mano andava a frugare nella manica alla ricerca della fidata compagna di mille avventure e puntandola verso il verde argento. ”CONFUNDUS!” Sbraitò nella sua direzione prima di rischiare di cadere vittima di quel pavimento smosso da chissà quale diavoleria messa in atto da quel pazzo. Ce l’aveva messa tutta, nel bene e nel male ma, l’energumeno, non avrebbe raggiunto il suo obiettivo senza intavolare un duello all’ultimo sangue.


    Halley Mia Wheeler – Grifondoro – IV anno.
    Halley vs David.

    Halley lascia Daphne in Sala Grande ed esce senza dare il minimo peso al resto. Imbocca le scalinate (con l’intenzione di recarsi in Sala Trofei) e, una volta giunta al Terzo Piano, si imbatte in uno studente Corvonero che, puntualmente, scaraventa contro il muro del corridoio con uno Stupeficium. Alla fine entra in Sala Trofei e dopo qualche istante passato ad osservare i cimeli, avverte la presenza di qualcuno alle sue spalle. Il pavimento inizia a tremare ed, Halley, inizia ad avere paura. Si scaglia contro David (ma chi è?) prima calciando un trofeo caduto a terra in seguito a quello che pare un terremoto (facendolo, così, triplicare) e alla fine gli scaglia il Confundus. Tvb anche qui.

    Confundus?: 4
    • 1d10
      4
    • Inviato il
      9/11/2022, 01:02
      Halley.
     
    .
58 replies since 31/10/2022, 10:30   1848 views
  Share  
.
Top
Top