Posts written by Lonely Star.

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    La psiche umana era tanto affascinante quanto spaventosa, era così semplice entrare nella testa di persone mentalmente fragili che al loro posto io avrei vissuto in costante stato di allerta, impaurito ed irrequieto al pensiero che qualcuno potesse giocare con la mia stessa volontà solo attraverso la mente, ma fortunatamente non mi sarei mai dovuto porre tale problema, perché io ero il carnefice, non la vittima, io ero l'intruso che si addentrava nel complesso labirinto che era la mente umana, il parassita che si nutriva di ogni brandello di altrui volontà per poi piegarla a me approfittando delle loro debolezze o paure. Io ero il mostro e la bella ragazza dalla pelle di porcellana davanti a me era la mia preda perfetta. Fragile e turbata da quanto appena accaduto, timorosa che il mondo scoprisse di che pasta era fatta e bisognosa di qualcuno che non la facesse sentire sbagliata e diamine, io lo avrei fatto eccome, le avrei fatto credere che in me avrebbe trovato un porto sicuro dove attraccare le sue insicurezze, dove trovare conforto e comprensione, un porto dove poter essere se stessa, ma lo avrei fatto a caro prezzo. Dovendo essere sincero avrei potuto affermare che a differenza delle altre dolci e giovani fanciulle che ero solito usare per i miei più indecenti scopi e desideri con lei ci sarebbe potuto essere di più, mai qualcosa di romantico, questo era da escludere a priori, ma con lei avrei forse potuto fare un eccezione, forse con quella Tassorosso dalle sfumature piuttosto inaspettate mi sarei potuto arrischiare a chiedere, piuttosto che a esigere per poi resettare la sua mente come tutte quelle splendide studentesse troppo fragili per poter sopportare il peso delle loro azioni o più banalmente tenere la bocca chiusa su quanto avevo fatto loro. Con lei avrei forse potuto concedermi più volte e fra un atto peccaminoso e l'altro le avrei potuto insegnare molto, era promettente in fin dei conti, forse un totale disastro in Erbologia, quello sì, ma aveva grinta e aveva carattere, le lacune in materia si sarebbero potute recuperare con sforzo e dedizione e grazie a quella scintilla che le avevo visto negli occhi avrebbe potuto fare strada quella ragazza, avrebbe potuto eccome. «Sarà il nostro piccolo segreto» Sussurrai sincero poggiandole il mento sulla nuca mentre ella si stringeva sempre più al mio petto risvegliando desideri e pulsioni che fin troppo spesso bussavano alle porte della mia mente affinché venissero soddisfatte. «Sarà il nostro piccolo segreto» Mi ripetei facendo eco alle parole di soli pochi attimi prima in modo che le penetrassero bene in testa cominciando a mettere radici là dove sarei andato a lavorare affinché quella povera ragazza non riuscisse più a fare a meno di me. Poi l'innaspettato. Senza che io dovessi metterci il benché minimo impegno affinché la Tassorosso si lasciasse andare alle mie imminenti avance, le sue labbra si mossero e andarono a sfiorare le mie assaporandone solo di sfuggita l'avvolgente calore. Non mi mostrai sorpreso, ma dentro l'ammiravo per il coraggio appena dimostrato, in poche si sarebbero esposte tanto senza avere la certezza di poter fare marcia indietro come ero solito fare persino io avvalendomi del mio talento innato, e questo le faceva onore. Forse era soltanto una pazza scriteriata, una giovane ragazza disperata o solo Salazar sapeva che altro, ma a me non importava e come al solito l'importante era il risultato, non il percorso compiuto per arrivarci. «Sì, temo che dovrebbe farlo eccome» Ammisi con fare autoritario mentre la mia mano dominante risaliva dalla sua schiena fino ad incontrare la base della nuca per poi intrecciarsi ai suoi lunghi e biondi capelli per obbligara la piegare leggermente il capo all'indietro stringendoli e tirandoli con gentile forza. «Ma immagino possa far parte pure questo del nostro piccolo segreto, lei che dice?» Mi sentivo magnanimo, le avrei dato persino la possibilità di scegliere il suo imminente destino prima di mandare in esplorazione l'altra mano verso i bordi irregolari della sua gonna. Non mi importava che accettasse o meno ciò che di li a poco avrei fatto di lei prendendola su quello stesso tronco, avrebbe potuto gridare e tentare invano di dimenarsi per evitare l'inevitabile ritrovandosi poi la mente ripulita una volta uscita di lì, o avrebbe potuto concedersi senza troppi problemi a me godendo e impazzendo sotto il mio ormai esperto tocco, certo, pure in questo caso avrebbe in futuro rischiato di ritrovarsi la mente resettata, ma prima le avrei dato il beneficio del dubbio fidandomi di lei, l'avrei tenuta costantemente sotto controllo affinché non andasse a spifferare a nessuno del modo in cui ci saremmo intrattenuti, ma col tenpo poi, se si fosse rivelata degna della mia fiducia, non avrebbe avuto più nulla da temere e tra una lezione e l'altra per raggiungere i suoi obiettivi e nutrire i suoi desideri di grandezza avrebbe potuto continuare a nutrire pure i miei, decisamente più impuri e peccaminosi, ma pur sempre bisognosi di nutrimento.
    Di lì a pochi minuti avrebbe cominciato a gemere e a contorcersi sotto di me, nuda ed esposta in mezzo a quel paesaggio di chissà quale paesello di svariati secoli indietro nel tempo, il come sarebbe toccato a lei sceglierlo e il veleno della pianta ci avrebbe dato il tempo necessario a concludere quell'atto ben lontano dall'essere un atto di amore ma che ci avrebbe appagato allo stesso modo prima di dividere le nostre strade una volta usciti da lì. Ci avrei guadagnato un nuovissimo giochino a lungo termine o ancora una volta sarebbe stato solo un gioco usa e getta? Spettava a lei la scelta e sarebbe stato meglio non farmi attendere troppo nel decidersi, perché altrimenti avrei potuto cominciare a fare di testa mia e a quel punto sarebbe probabilmente piaciuto soltanto a uno di noi due e di certo non sarebbe toccato a lei.
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    La pelle della ragazza risultava incredibilmente morbida al tatto, decisamente in netto contrasto con quella delle mie mani, resa dura e lievemente callosa a seguito dei lunghi anni di lavoro a contatto con le mie tanto preziose piante. Amavo ciò che facevo e seppure il mio aspetto esteriore tendeva a risentirne per via delle svariate mansioni manuali che tale lavoro richiedeva, cercavo sempre di limitare i danni con la magia, ma ahimè non poteva rimediare del tutto al lento trascorrere degli anni. Avevo però sviluppato una discreta capacità negli incanti guaritivi facendo ciò, e alle volte, seppure di norma tendessi a far del male alle persone piuttosto che curarle, tornava utile. «Emendo» Sussurrai con calma glaciale puntando la punta del mio catalizzatore scuro come la pece verso la fronte pallida e liscia della giovane donna a pochi passi da me. La ferita sulla fronte si rimarginò all'istante senza lasciare nessun tipo di cicatrice evidente ed estraendo con l'altra mano il fazzoletto da taschino color porpora avvicinai anch'esso alla fronte della fanciulla tamponando delicatamente la ferita ormai completamente rimarginata per eliminare i residui di sangue che le macchiavano il suo così bell'incarnato che la faceva somigliare a una graziosa bambola di porcellana. «Venga, sediamoci» Dissi con tono rassicurante sfiorando la sua schiena per condurla fin verso un tronco di grandi dimensioni disteso sul terreno a meno di un metro da noi. Doveva sedersi e recuperare le forze. Ciò che aveva vissuto poteva turbare agli inizi e per quanto a me non avesse mai suscitato particolar turbamento fin dalla più tenera età, ero abbastanza empatico da riconoscere che altri potevano vivere tali eventi traumatici in modo del tutto differente. «Sa, la rabbia è un emozione del tutto normale, non bisogna vergognarsi nel provarla» Forse altri le avrebbero detto il contrario, ma per me rabbia significava potenza e con la potenza si potevano compiere magie nettamente più violente e brutali di quelle lanciate in uno stato di serenità mentale. Ai maghi felici e rilassati sarebbe sempre mancata quella scintilla di fuoco nello sguardo che invece potevo scorgere senza troppa fatica in quello della ragazza e ciò, ero certo, l'avrebbe potuta portare a compiere grandi magie. «Mia cara Ruby» Cominciai passandole nuovamente una mano verso la nuca per attirarla al mio petto con quello che, da fuori, sarebbe potuto apparire come un caloroso gesto paterno, ma che dentro di me sprigionava desideri e fantasie decisamente lontane da quelle che un padre avrebbe dovuto avere nei confronti di una figlia. «Le insegnerò tutto ciò che desidera se questo potrà farla felice» Sorrisi consapevole che da quella posizione non avrebbe potuto vedere le mie labbra curvarsi all'insù. Avrei insegnato volentieri ciò che anni e anni di esperienza mi avevano donato, le avrei tramandato con passione il mio sapere e sarei stato un insegnante gentile con lei, però, e con me c'era sempre un però di mezzo, non avrei di certo potuto farlo senza chiederle nulla in cambio. Il pagamento che mi avrebbe concesso non sarebbe mai stato quantificabile in denaro, perché andava oltre e non poteva essere macchiato accomunandolo a una così tanto volare forma di pagamento quale poteva essere quella dello scambio di soldi babbani o magici che fossero. Era un pagamento ben diverso e ciò che più apprezzavo di tale pagamento era che se non concesso, poteva venir riscosso anche senza il consenso dell'altra persona e senza alcun rischio o ripercussione, non per persone dotate del medesimo dono che tanto mi contraddistingueva dagli altri almeno. «Ruby, non sei una debole» Sussurrai con tono caldo sollevandole il mento col dito indice per obbligarla a fissare il suo sguardo nel mio. «Non sei una debole» Ripetei abbandonando quel tono formale che utilizzavo con chiunque per concederle invece il privilegio che a pochi riservavo, quello che mi portava a usare dei toni decisamente più amichevoli e informali, toni che non mi appartenevano ma che sapevo bene fossero in grado di connettere due persone in modi che un lei, o un voi non sarebbero mai stati in grado di fare. «Sai cosa avrebbe fatto una persona debole?» Le domandai senza pretendere alcuna risposta, fornendone invece una io dopo pochi secondi. «Una persona debole avrebbe iniziato a piangere e a implorare pietà rinnegando con ardore ciò che è e ciò che la rende tanto speciale. Questo avrebbe fatto una persona debole, non certo ciò che con coraggio e fierezza hai fatto tu» Sorrisi nuovamente, questa volta permettendo agli occhi di lei di vedermi. Volevo collegasse il mio viso a quelle sensazioni di calma e sicurezza che tentavo di infonderle, volevo necessitasse di cercarlo ogni qual volta si sentiva spaventata o insicura, volevo diventasse dipendente da me, dipendente da quei caldi sorrisi in grado di spegnere ogni ansietà e paura, volevo non potesse più fare a meno di me. «Possiamo rimanere qui tutto il tempo che vorrai» Affermai permettendole solo allora di abbassare nuovamente lo sguardo e stringersi contro il mio petto coperto da morbidi e lisci strati di vestiario di pregiata fattura. «Sono qui accanto a te, non hai nulla da temere» Quelle parole stridevano quasi a contatto con la mia lingua, erano così innaturali da pronunciare che mi ci volle una dose non indifferente di autocontrollo per riuscire a non tradire quel tanto amichevole atteggiamento rilassato che cercavo di trasmetterle. «Sono qui per te» La strinsi maggiormente al mio petto cominciando a muovere pigramente una mano su e giù lungo la sua schiena, interrompendone la corsa ogni qual volta si avvicinava troppo pericolosamente al suo fondoschiena, ma, variandone pian piano la rotta fino ad arrivare al suo fianco dove il dapprima apparentemente disinteressato tocco mutò in un qualcosa di più dolce e suadente limitando il contatto al solo dito medio contro la sua pelle sfiorndola e coccolandola come solo un amante avrebbe potuto fare. Ora che si fidava di me volevo di più, volevo cominciasse a desiderarmi in un modo proibito a una comune studentessa, volevo risvegliare in lei un tormentante pensiero intrusivo che la costringesse ad osare, a tentare un qualsiasi approccio pur di appagare quello che sarebbe dovuto diventare il suo più indecente segreto da poter condividere unicamente con me, perché solo di me si sarebbe dovuta fidare a tal punto da poter essere totalmente se stessa non sentendosi sbagliata a soddisfare voglie o desideri altrimenti considerati peccaminosi e sbagliati.
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    Avevo atteso pazientemente il momento più adatto per entrare in scena e forse sì, quello faceva di me una persona piuttosto teatrale, ma diamine, amavo le entrate ad effetto. Mi facevano sentire al centro del mondo come era giusto che fosse e che si spostasse un po' il sole che mi faceva ombra, il mondo aveva il diritto di ammirarmi nella più grandiosa forma di me stesso. Per i miei standard mi trattenni addirittura quando venne il momento di restituire il favore per quanto fatto alla Tassorosso a quella plebaglia, non volevo certo scioccarla più del dovuto in fin dei conti e seppure in lei ci vedevo la giusta scintilla che se curata a dovere avrebbe potuto incendiare il mondo, era sempre meglio evitare di scoprire tutte le carte che si avevano in mano in una sola volta, era meglio studiare l'avversario e pazientare e solo al momento giusto rivelare la carta più vincente che si aveva. Senza star a fare troppi altri spettacolini, che ahimè amavo fare ma che comprendevo non sarebbe stato il momento più adatto di farli, lanciai quell'incantesimo tanto distruttivo quanto utile alla causa per darci tempo e riuscire a fuggire in pace e tanti cari saluti allo statuto di segretezza, che ci pensassero gli auror di quel luogo immaginario a sistemare le cose se ci tenevano tanto, io di certo non mi sarei fatto alcun problema essendo quella una semplice allucinazione gentilmente concessa da una delle mie piantine. Ero proprio orgoglioso di loro, crescevano così sane, belle e letali che mi sarei potuto commuovere, ma in quel momento avevo altro a cui pensare e quindi via con la Tassorosso per mano alla scoperta di quel mondo immaginario. «Non si preoccupi» La rassicurai con voce gentile mentre le permettevo di far scivolare il suo palmo sul mio fino a interrompere quel contatto che in tutta franchezza non mi era dispiaciuto affatto avere. Non era un segreto la mia passione per la carne giovane, o meglio, per la maggior parte delle persone lo era, ma di certo non per me, non avevo segreti con me stesso e se il mio corpo e la mia mente bramavano ardentemente qualcosa non vedevo perché mai avrei dovuto far finta che non fosse così pur di non sentirmi un deviato o un mostro dal quale tenersi alla larga, chi mai avrebbe voluto stare lontano da me? Io di certo no. Le giovani fanciulle sapevano di così puro e inviolato che poter essere uno dei primi a strappar loro un gemito di piacere dalle loro rosee labbra era godurioso come calarsi una dose di una qualche droga in grado di alterare i sensi, non che io facessi uso di certe porcherie, il mio corpo era un meraviglioso e perfetto tempio da proteggere ed io non avrei mai fatto nulla per rovinare il suo perfetto stato, forse al massimo solo un bicchierino di buon vino o whisky ogni tanto, ma nulla di più, amavo di gran lunga quest'altro tipo di droghe che erano in grado di darti piacere senza però avere alcun tipo di effetto collaterale. La osservai ostentare una disinvoltura degna di nota che però dubitavo provasse sul serio e senza proferire alcun suono se non quello provocato dal mio leggero sbuffare aria fuori dalle narici, ascoltai ciò che la ragazzina aveva da dirmi e sul volto mi comparse subito un sincero sorriso tirato. Oh certo, certo che mi doveva la vita, ma ero un dio gentile e le avrei permesso di sdebitarsi in modi che nemmeno si sarebbe mai potuta immaginare. «Non avrei mai permesso che quei bifolchi le facessero del male» Affermai risoluto e gentile avvicinandole il dorso della mano destra verso il volto per scostarle una ciocca di capelli appiccicatasi al viso per via del lieve rivoletto di sangue che le sporcava la fronte. «Si sente bene?» Domandai studiando la ferita provocata quasi certamente da uno di quei dannatissimi sassi volanti che non avevo previsto sarebbero stati scagliati da quella stupidissima gentaglia. «Volevano ucciderla perché avevano paura di lei e dei suoi presunti poteri che sostenevano avesse. Non c'è nulla di male nell'essere un po' temuti, anzi, l'importante è essere in grado di difendersi da eventuali colpi, ma lei è ancora molto giovane, ha tutta la vita davanti per imparare a proteggersi e a farsi temere Sorrisi con fare quasi paterno mentre spostando la mano dalla sua fronte alla sua nuca me la spingevo dolcemente verso il petto in quello che sarebbe potuto sembrare un abbraccio comprensivo e rassicurante, ma che per me significava ben altro. «Non c'è nulla che non vada in lei, deve girare sempre a testa alta fra i corridoi del castello o ovunque lei andrà, perché non ha nulla da invidiare ai suoi compagni, lei vale mille volte in più, ha un qualcosa che loro non hanno, ma dubito spetti a me dirle cosa sia» Cercai il suo sguardo ancora così acerbo e luminoso per indurla a fidarsi di me, delle mie parole. L'avrei protetta e guidata io se solo lo avesse voluto, era questo ciò che speravo cominciasse a pensare, perché se si fidava di me avrei potuto fare di lei letteralmente tutto ciò che avrei voluto e Salazar solo sapeva quanto scorrette erano le cose che avrei voluto farle. «Vuole che la riporti al castello ora?» Le domandai ladciando a lei la scelta, saremmo potuti tornare indietro per poi separarci e darci, nella migliore delle ipotesi, appuntamento a giorni o settimane dopo per parlare di ciò che avrebbe voluto apprendere da me e di ciò che abrei potuto offrirle io, oppure saremmo potuti restare ancora un po' lì a fare tutto ciò che alla sua giovanissima mente sarebbe venuto in mente di fare,ma personalmente, se fossi dovuto essere del tutto onesto con lei come lo ero con me stesso, tale scelta gliel'avrei decisamente sconsigliata, non era mai un bene aprire la serratura di quella porta blindata che nascondeva dietro a sè il mostro che ero, non era per nulla un bene.
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    Ciaoo, benvenuterrimo!! Speriamo ti troverai bene qui con noi e se dopo aver letto i regolamenti non trovi le risposte alle tue domande QUIII, puoi serenamente farcele direttamente qua o via MP al profilo STAFF. <3
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    Oh sì, avevo fatto decisamente bene ad attendere fino all'ultimo prima di giocarmi le mie carte per portare in salvo la dolce e indifesa Tassorosso che ormai, dopo quanto visto e udito, non poteva essere accostata ad aggettivi più sbagliati.
    Ero rimasto in disparte fra la folla fin dal momento zero dell'illusione, i miei occhi color ebano incorniciati da leggere rughe d'espressione avevano scrutato e atteso pazientemente il miglior momento per agire. Qualcosa dentro di me urlava di aspettare, di attendere, perché qualcosa di inaspettato sarebbe potuto accadere, ma nemmeno io mi sarei mai aspettato un qualcosa di così eccezionalmente inaspettato. Quel gran figlio di puttana del White poteva cominciare a tirar fuori gli oli profumati per massaggiare i miei stanchi piedini doloranti dopo una lunga giornata di lavoro non prevista, perché ero ormai abbastanza certo di avergli appena trovato l'ennesima donzella da aggiungere alla lista di papabili studenti affascinati dalle arti oscure da istruire e traviare a tal punto da renderli giovani soldati fidati da utilizzare senza remore di coscienza alcuna per i nostri ambiziosi scopi inerenti alla conquista del mondo magico. Alla fin fine il cappello parlante aveva preso la decisione giusta mandandomi fra le fila dei Serpeverde, ero curioso e amante del sapere, sì, possedevo una vena creativa fortemente fraintesa e incompresa, ma la mia ambizione, la mia ambizione e aspirazione alla grandezza assoluta non aveva freni. Ero affamato, affamato di potere e riconoscimenti atti a far impennare il mio ego già smisurato fino a fargli toccare apici mai visti fino a quel momento, volevo essere temuto dai più saggi ed essere guardato con invidia dai più deboli, volevo si ricordassero tutti del mio nome e che si voltassero a guardare altrove mentre passavo vicino a loro perché troppo timorosi di incrociare il mio sguardo. Volevo vincere su tutto e tutti. «Figlia mia... cosa ti è successo?» Si è svegliata caro il mio buon vecchio signore dalle vesti unte e sporche di solo Salazar sapeva cosa. Si è svegliata e ha finalmente smesso di indossare la maschera da brava ragazza che con ogni probabilità si sentiva costretta a indossare al castello perché troppo timorosa di mostrare la vera sé, ma era bastato poco, era stato solo necessario fare credere di essere da sola e non vista da nessuno che la conoscesse per farla uscire allo scoperto e sì, forse anche la minaccia di una molto prossima e dolorosa morte aveva influito in maniera positiva al farle tirar fuori quella feroce grinta pur di sopravvivere, ma insomma, il fine ultimo era stato raggiunto e io ora sapevo quanto utile e preziosa potesse essere quella micetta se solo fossi riuscito a ingraziarmela a dovere. «NON MI LIMITERÒ A METTERVI IN GINOCCHIO AD UNO AD UNO. VI CANCELLERÒ DALLA FACCIA DELLA TERRA» Ohh sì, queste parole mi piacevano assai e smuovevano decisamente qualcosa in me, era lei, era lei la ragazzina che per prima avrei piegato al nostro volere e perché no, magari persino altrove visto che se quell'acre odore di sudiciume misto a decomposizione non si fosse già stabilito a tempo indeterminato dentro alle mie narici ora avrei dovuto nascondere altro -localizzato all'altezza della cintura- oltre alla mia persona alla vista della ragazzina inferocita. «LIBERAMI DA QUESTE CORDE E TI PERMETTERÒ DI FARE CIAO CIAO ALLA TUA MOGLIETTINA» Uno sputo alla base del rogo ormai infiammato fucla risposta dell'uomo alla ragazza e in seguito ad esso la folla esplose richiedendo a gran voce di ucciderla più velocemente o di farla soffrire ulteriormente. Non potevo esserne certo ma il suo viso non ancora piegato dal dolore mi suggeriva che fosse riuscita a castare un qualche incantesimo difensivo per proteggersi da quelle ardenti fiamme color cremesi, ma quando svariati sassi dalle forme e grandezze più svariate cominciarono a pioverle addosso dalla folla non potè fare nulla per proteggersi e se alcuni di essi la mancarono vergognosamente altri la presero in pieno graffiandole lembi di pelle nuda facendola arrossare o gonfiare in seguito al doloroso urto. «Signori... Signori» Del popolo femminile avevo una scarsa considerazione già nel presente, figuriamoci lì. «Suvvia calmiamoci» Esclamai con un tono innaturalmente alto della voce gentilmente concesso da un incanto non verbale. «Nemmeno fossimo nel sedicesimo secolo...» Ah no, ops, effettivamente forse quello era proprio il sedicesimo secolo, anno più anno meno, le mie conoscenze riguardo Storia della Magia si erano sempre più concentrate su ciò che riguardava effettivamente la magia, piuttosto che su ciò o chi che la condannava e ripudiava, quelli erano solo... hum... ah sì, inutili insetti da schiacciare fra le proprie dita, grazie dolce Ruby.
    Occhi scioccati e spaventati si voltarono ad osservare i contorni della persona che con una voce tanto profonda quanto momentaneamente alta stava parlando loro per consigliare maggior pacatezza nei modi. Un consiglio, sì. Farsi largo lungo tutta quella folla pareva un modo veramente palloso di perdere tempo, optai quindi per una smaterializzazione lampo, molto scenica e sicuramente criticata dai paguri di mare attorno a me, che più in là della loro confortevole conchiglia non si sarebbero mai augurati di dover guardare. «Buh!» Feci riapparendo ai piedi della pila di legni infuocata con uno scenico aprirsi delle mani anticipatamente chiuse a pugno. E provateci pure a mettermi al rogo per questo, teste di cazzo. «Trovo che qui la situazione si sia scaldata un po' troppo, lei non crede?» Domandai con estrema calma all'organizzatore di quel festino per cacciatori di streghe. «Lei è uno st-st...» «Sronzo? Buffo, di solito me lo dicono solo le donne dopo che non le richiamo... con un telefono...» Così, giusto per confondergli ancora un po' le idee. «O forse voleva dire straordinario e magnifico uomo di bell'aspetto? Nel caso no grazie, come dicevo apprezzo di più le donne, nulla di personale» Ah già, le fiamme, forse era il caso di spegnerle visto che non potevo avere la certezza che il silenzio stampa della ragazza provenisse da un incanto di protezione piuttosto che dal suo solo ego, sarebbe stato un modo fin troppo stupido di morire in tal caso. Con un colpo di bacchetta spensi le fiamme, ma il pubblico non sembrò minimamente apprezzare... e io che volevo un applauso. «Stregone!» Urlò l'uomo indicandomi col terrore negli occhi. «Ahhh già, quello, che dire... Avada Kedavra?!» Sorrisi beffardo castandogli contro l'anatema che uccide quasi il mio fosse stato solo un saluto con augurio di vederci presto... sì beh... si spera non poi così presto, insomma... «Che c'è? Non ditemi che ora vi sciocca vedere un uomo morire» Chiesi al limite tra lo stupito e il divertito ai loro gridi di terrore e indietreggiamenti vari. Facevano sul serio? «Ecco a voi signori, che vi serva da lezione, se qualcuno dovesse rimanere vivo, questo è ciò che fanno realmente i maghi» L'istruzione era sempre importante, in ogni situazione. «Non preparare intrugli di guarigione, non osservare il cielo... sciocchini» Ok facevamo pure quello, ma non nel modo che si pensavano loro e niente, anche oggi avevo istruito studenti bisognosi di saggi insegnamenti, ma quand'è che me la davano questa benedetta targhetta per il professore dell'anno?
    Non riuscii a terminare le mie lodi mentali che un sasso appuntito mi colpì in faccia tagliandomi il sopracciglio. Uh, coraggioso questo, sarebbe stato sicuramente un Grifondoro, peccato che non avrebbe vissuto abbastanza per scoprirlo. «Sapete... siete un pubblico veramente difficile... forse così andrà meglio...» Mi sollevai le maniche del completo come a prepararmi a fare a pugni, ma chi mi conosce lo sa, non sono bravo nelle risse corpo a corpo, molto meglio vincere in maniera sleale ma sicura. «Ardemonio» Dalla bacchetta fiamme indomabili esplosero e presero la forma di un apparentemente innocuo tasso -si, si lo so, sono uno spasso- e veloci si espansero lungo tutta la piazza divorando e incenerendo persona dopo persona. Che peccato fosse solo un illusione, una simile cosa mi avrebbe garantito di certo la prima pagina su un qualche giornale magico o non. «La prego signorina, mi dia la mano...» Feci con fare galante dopo essermi smaterializzato una seconda volta in cima alla pira non più infuocata per liberare la ragazza. «Spero per lei vada bene lo stesso, non sono mai stato un portento in trasfigurazione e schiacciarli uno a uno come insetti ci avrebbe fatto perdere fin troppo tempo che non abbiamo» Mentivo, ero bravo eccome in trasfigurazione, ma sullo scarso tempo a noi concesso ero sincero, avevo delle piantine bisognose di cure da cui tornare. Ero un padre responsabile. «Temo ci convenga andare altrove, non penso sia sicuro rimanere qui...» Constatai allungandole la mano per farmela stringere in modo da poter fare una terza smaterializzazione -questa volta di coppia- che ci avrebbe condotto chissà dove, magari persino al di fuori da quell'illusuone, chi poteva dirlo. La scelta era solo sua.
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    Mettere alla prova le persone mi era sempre piaciuto, trovavo affascinante osservare ciò che facevano se messe alle strette, capire cosa avrebbero scelto se pensavano che da una loro decisione sarebbero potute dipendere le sorti della loro vita. L'essere umano era così fragile e incline alla rottura sia mentale che fisica alla minima pressione che nulla mi dava più piacere che osservare i miei simili brancolare nel buio alla ricerca di una soluzione ai loro problemi. Per tutto il pomeriggio avevo messo alla prova la Tassorosso presentatasi nel mio ufficio e per tutto il pomeriggio avevo scorto in lei un qualcosa di singolare, una fiammella che le illuminava lo sguardo in un modo così simile a quello che ricordavo di aver percepito in me in giovane età che mi aveva in un qualche modo incuriosito. Volevo capire se era stata solo la mia immaginazione mista alle sue parole ambigue a farmi immaginare il tutto o se invece in lei poteva esserci realmente del potenziale e che quindi poteva valere la pena lavorarsela un poco affinché si fidasse prima di me e poi perché no del credo che mi ero ripromesso avrei portato avanti. Il nostro era ancora un lavoro in alto mare, un cantiere con dalla sua solo solide basi sulle quali piantare le fondamenta e poco più, ma eravamo decisi e agguerriti a prendere il controllo del mondo magico in un modo o nell'altro. Avremmo allargato la nostra rete di contatti e adepti e se per farlo bisognava portare dalla nostra perfino dei marmocchi o troppo stupidi da riuscire a pensare con la propria testa, o abbastanza intelligenti da capire cos'era meglio per il futuro della magia, beh, lo avremmo fatto. Quello era il nostro bene superiore e sarebbe valsa la pena di tentare il tutto e per tutto pur di vederlo risplendere. Ironia della forte o fortuna sfacciata la pianta dalle spore velenose parve spalleggiarmi in quella mia ricerca tanto singolare e decise di portare entrambi in una qualche epoca passata dinnanzi una delle barbarie più disgustose di sempre. Decisi di mischiarmi fra la folla per vedere cosa la ragazza dai biondi capelli avrebbe deciso di fare e non mi mossi di un solo passo quando con modi bruschi e frettolosi la legarono ben salda a un palo ricavato dal legno di chissà quale albero con una corda altrettanto resistente affinché la fanciulla sospettata di stregoneria non si potesse liberare. Lo trovavo ironico come metodo di imprigionamento, perché avrebbe funzionato realmente solo su streghe ancora troppo deboli e inesperte per castare incanti non verbali senza l'uso di bacchetta o non streghe, il che era a dir poco divertente se si pensava che quei coglioni per la stra grande maggioranza del loro tempo si erano divertiti ad abbrustulire loro simili ignari che le vere streghe stavano probabilmente bevendo calici ricolmi di whisky incendiario alla faccia loro al calduccio nei loro ripari improvvisati del tempo. Babbei. Gli umani non magici erano tanto intelligenti quanto stupidi e senza un benché minino briciolo di buon senso alle volte. Osservai ancora guardingo e silenzioso lo svolgersi degli eventi e non mi sorpresi affatto quando dalla folla cominciarono ad alzarsi insulti e incitamenti alla morte della sospetta strega e non mi stupii neppure quando il padre di lei -o almeno quello che l'allucinazione aveva deciso di appiopparle- si inginocchiò ai piedi dell'esecutore della sentenza per implorare pietà per la figlia. «La prego signore, la prego» Biascicò piangendo tirandosi i capelli stretti fra le ricurve dita. «Ha solo dei modi di fare un po' eccentrici, ma non è una spostata, non sa cosa sta dicendo ora, è agitata» Disse il vecchio nel tentativo di appianare gli animi decisamente riscaldati dalle parole inaspettate della giovane donna che con ferocia e grinta aveva abbaiato a tutti quanti quanto fosse disgustata da loro e che piuttosto che portare i loro figli in grembo avrebbe preferito morire. Interessante. Veramente molto interessante e inaspettata come reazione da parte di colei che stando agli stereotipi delle case di Hogwarts sarebbe dovuta essere molto più pacata e sensibile nei modi di fare, ma che invece ora sarebbe stata in grado di tenere testa al più sfacciato dei Grifondoro e al più spietato dei Serpeverde. Interessante. Mi ripetei silenzioso in testa continuando a osservare rapito la sua spassosa scenetta di fuoco e fiamme. Presto a bruciare non sarebbero stati loro però e quindi sarebbe stato particolarmente interessante scoprire se ciò che sosteneva ora sarebbe stata in grado poi di mantenere mentre le fiamme calde e ustionanti avrebbero cominciato a bruciarle le caviglie. «Tesoro mio, ti prego, di loro la verità, di loro che si sbagliano, tu non sei uno scherzo della natura, tu sei come me sei una persona qualunque come tutti noi, non una spostata, diglielo» La supplicò questa volta direttamente rivolgenole uno sguardo apprensivo degno di un vero e proprio genitore, non che io ne avessi mai visto uno rivolto a me, ma quelli che di tanto in tanto avevo visto sul volto dei genitori di un qualsiasi moccioso gli somigliavano abbastanza.
    La folla ricominciò a inveire contro la giovane donna e incurante delle preghiere del padre l'uomo designato per emettere la sentenza prese in mano una fiaccola e dopo averla accesa la mostrò alle svariate dozzine di persone presenti in piazza chiedendo loro se fosse giunta l'ora di bruciare la strega. Dalla folla si innalzarono solo urli d'assenso e la fiaccola si abbassò fino a sfiorare i primi legnetti alla base della struttura che subito presero fuoco risalendo lenti e minacciosi verso le punte dei piedi nudi della ragazza. Che avrebbe fatto? Ero così curioso che quasi quasi avrei atteso un altro po'.
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    CITAZIONE (Halley. @ 8/5/2023, 22:37) 
    Guarda che parte la denuncia penale v.v

    E nulla, mi astengo perché mi stanno uscendo solo cose troppo volgari per essere scritte in una presentazione ehehe
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    CITAZIONE (bunnÿ @ 8/5/2023, 22:27) 
    CITAZIONE (lily of the valley. @ 8/5/2023, 22:18) 
    Se avete letto il titolo con la giusta intonazione, oltre che essere - come me - schiavi dei trend di TikTok, dovete sapere che quell'espressione è anche quella standard che mi ritrovo a fare nel 90% della mia vita perché la gente intelligente è poca ma di idioti invece ce ne sono tantissimi. E su questo penso che siamo tutti d'accordo.

    Mi sento un po' colpita...


    Amiamo tutti Elisa e Ana, direi che sei la benvenutissima ahahahaha io sono ccccsè! Buon gioco e ci auguriamo di averti per molto tempo

    Oh parla per te... io a Eli la odio, ma chi la conosce? Ma chi le vuole bene? 👀👀
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    Ma ciaooo!! Benvenuterrima, io sono Sky e sono molto felice che quella bestiaccia di Eli ci abbia portato una nuova Eli, perché qui i nomi doppi si sprecano dal momento 0 di apertura, lol. Nomi a parte spero ti troverai bene qui con noi, ma da ciò che leggo se pure tu sei un'orribile e malvagia persona non potrà essere altrimenti! Ti aspettiamo! <3
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    «Si immagini un arcobaleno pieno di colori e più o meno si avvicinerà a ciò che intendo dire con "colorite"» Sorrisi amaramente incrociando le braccia al petto con fare disinvolto. Non avevo mai sperato che gli studenti mi eleggessero professore dell'anno o che per loro potessi essere un porto sicuro sul quale approdare ogni qualsivoglia volta ne avessero sentito la necessità per farsi dare pacche sulla schiena e ricevere consigli paternali, ma un minimo di gratitudine per quanto insegnavo loro l'avrei gradita. Non ero il tipo da pacche sulle spalle e mi sarei sentito a dir poco un coglione a riservare loro certi trattamenti, a quel punto mi sarebbe bastato indossare abiti di panno rossi e piazzarmi una bella barba finta color bianco ottico in faccia e il gioco sarebbe stato fatto, mi sarebbe mancato poi solo indurre bambini a sedersi sulle mie gambe e far loro regali e nessuno mi avrebbe più distinto da quella figura tanto pacchiana dei babbani al quale invidiavo di fatto solo la parte riguardante ragazze in braccio a lui, si... ragazze, perché un minimo dovevano averlo conosciuto il mondo prima di diventare interessanti per me, dopotutto l'odore di latte non mi era mai piaciuto molto e si sa, gli infanti piangono, piangono molto ed è tipo impossibile spegnerli, perciò sì, decisamente meglio più grandicelle. Feci spallucce al commento sui genitori incapaci, come darle torto d'altronde? Tuttavia mi limitai a ciò perché farle capire che ritenevo la stragrande maggioranza degli studenti e dei genitori dei veri e propri imbecilli mi sarebbe sembrato come espormi troppo. «Non lo moderi signorina, non con me almeno, certe lingue affilate dovrebbero rimanere sempre tali» Certo quello non era il modo più facile di farsi tanti amici, ma ci si sarebbe potuti vantare davanti allo specchio di essere sempre rimasti noi stessi nonostante le occhiatacce delle persone.

    «È orribile, ha ragione, ma lei non dovrà temere nulla di tutto ciò» La guardai rivolgendole quello che doveva essere un sorrisetto rassicurante, un qualcosa di così estraneo al mio volto che mi fece sentire parecchio a disagio, brrr... come facevano certe persone a compiere simili interazioni per la maggior parte della loro giornata senza sentirsi dei completi idioti?
    La guardai fare silenziosamente un piccolo passo in avanti verso la pianta in attesa di rilasciare le sue spore velenose e poi un altro e un altro ancora fino ad arrivarle davanti. Bastò attendere una manciata di secondi e subito dalle foglie della Calea Casus venne rilasciato un gas vaporoso incolore che fece immediatamente perdere i sensi alla ragazza davanti a me. Attesi che il getto di gas fosse quasi terminato prima di seguirla, assicurandomi così una confusione mentale ben più leggera rispetto a quella della Tassorosso che al contrario aveva inalato quel ciclo di spore per intero, un trucchetto imparato col tempo dopo tanta esperienza e tentativi andati non sempre a buon fine dove cercavo di apprendere il modo migliore per affrontare le visioni che tale pianta inviava al nostro cervello umano, una magia così curiosa e potente della quale non avrei potuto fare a meno di interessarmi. Ahh, la ricerca del potere, quale bevanda avvelenata tanto dolce e corrosiva al tempo stesso.

    Ci ritrovammo catapultati in un'altra epoca, un epoca lontana e pericolosa. Mi vidi bene dal farmi notare dalla Tassorosso già stretta fra le mani forti e vincolanti di due uomini corpulenti che la trascinavano contro la sua volontà verso la sua fine. Mi mischiai guardingo e silenzioso fra la folla con un cappello scuro a coprirmi in parte il volto mentre la osservavo per capire ciò che alla fine avrebbe fatto, quanto il suo spirito si sarebbe rivelato combattivo e quanto fino all'ultimo avrebbe vantato o meno la sua vera natura. Capii che ci dovevamo trovare in uno di quei tanto ignobili e immondi processi alle streghe non appena vidi svariati pali di legno ergersi al di sopra di pile ordinate di legna secca altamente infiammabile. Che poi, definirli processi era piuttosto inesatto visto che chi veniva legato a uno di quei pali difficilmente ne sarebbe mai disceso sulle sue gambe, non per camminare almeno, no, quelli non erano processi, erano vere e proprie condanne a morte prive di una qualsivoglia reale giustificazione e per cosa poi? Paura? Ahh, un giorno noi maghi saremmo finalmente riusciti a raggiungere ciò che da sempre ci sarebbe dovuto appartenere, il potere di dominare sui poveri umani privi di magia che per quanto si sforzassero di stare al nostro passo o addirittura superarci grazie a ingegnose scoperte scientifiche e tecnologiche, non avrebbero mai e poi mai potuto competere realmente contro di noi, un po' come se le loro gambe fossero state legate giusto poco prima di dare il via alla corsa per la supremazia di razza. Poveri illusi, apprezzavo ciò che erano in grado di fare senza l'ausilio della magia, si erano da sempre parecchio ingeniati, ma da qui a definirli nostri pari la strada era veramente molto lunga e tortuosa, una salita troppo ripida per poterla risalire. «Lei si trova qui oggi perché accusata di stregoneria» Strillò una voce maschile sovrastando il vociferio della folla che subito parve come ammutolita dinnanzi l'imponenza del suo tono. La Tassorosso che soli pochi attimi prima si era incamminata verso l'ignoto era ora legata stretta a un palo verticale dal quale non si sarebbe mai potuta liberare se fosse stata una babbana qualunque. Mi avvicinai di qualche passo rimanendo però nell'ombra per lasciar affrontare la situazione alla ragazza, ero curioso, molto curioso di vedere come si sarebbe comportata. «Come si dichiara?» Pfff, che domanda sciocca, come se qualsiasi cosa dicesse non fosse già condannata a morte. «Suo padre sostiene lei non sia una vera strega e che ci sbagliamo ad averla processata per stregoneria...» Indicò con una mano un signore smilzo e pallido già in ginocchio a pochi passi da lui intento a implorare silenziosamente pietà per la figlia. Una risata sprezzante si diffuse fra le fila di persone che ora avevano ripreso a vociferare fra loro indicando Ruby con fare di scherno. «bruciatela viva!» Gridò una donna paffuta dalla chioma color mogano. «È una schifosa strega! Uccidetela» Le diede manforte un vecchio rugoso che a malapena riusciva ancora a sostenere il suo peso sulle ricurve ginocchia avvizzite. «Ebbene? Vuole professarsi innocente in un qualche modo?» Domandò l'uomo che da prima aveva messo a tacere la folla con la sua sola presenza e che ora, limitandosi a pacati gesti con la mano destra, li invitava a calmarsi per far parlare la strega prima di ardere della fanciulla corpo e anima. Come si sarebbe dichiarata? E quanto a caro avrebbe avuto la sua vita? Magari pur di sopravvivere avrebbe dichiarato il falso sperando in un'assoluzione delle sue presunte colpe, forse pur di salvarmi io stesso lo avrei fatto, per poi attendere il momento migliore per far pagare a tutti i loro peccati come se la mano che si sarebbe mossa contro di loro munita di catalizzatore fosse la mano stessa del signore.
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    Ciaoo!! Benvenuterrima, se non avrai paura di rapportarti con le piccole bestie di satana che siamo (ciao forumfree, si scherza, nessun satanista è qui con noi) vedrai che ti troverai benissimo! Non preoccuparti per il fatto di sbagliare, capita a tutti, l'importante è essere ben disposti a collaborare da ambo le parti per sistemare. <3

    Che altro dire, ah si, io sono Sky, piacereh e se ci darai un corvetto verrai sommersa di biscotti v.v ma pure per i tassi o i cof cof che schifo cof cof grifondoro, insomma... l'unica casa sovrappopolata sono le serpi, ma pure se sarà serpe riceverai un biscotto... piccolo e già mangiucchiato, ma lo avrai!
    Ti aspettiamo in on, e su telegram appena sistemiamo hahahaha.
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    «Strana? No, non la definirei strana» La rassicurai poggiandole con leggerezza una mano leggermente segnata da sottili rughe gentilmente concesse dalla mia età che pian piano avanzava. «Non in modo dispregiativo almeno, non credo ci sia nulla di male ad essere un po' strani. Pure io lo sono» Le rivolsi un sorriso smagliante e leggermente sghembo mente mi afferravo i lembi del tessuto della giacca che indossavo per tirarli verso il basso cercando di assumere un aspetto più ordinato. Ero strano, tutte le menti più brillanti erano un po' strane a modo loro, non osavo immaginare la noia e la desolazione delle menti più comuni, quelle che non erano mai state realmente in grado di partorire un pensiero loro per plasmarlo e viverlo appieno. Doveva essere demotivante realizzare di essere solo un comunissimo spettatore delle grandezze altrui e io solo sapevo quanto avrei preferito le calde e avvolgenti braccia della morte strette attorno a me piuttosto che il vuoto dentro. «Oh beh, se la rassicura le posso assicurare che la mia presenza qui non ha nulla a che fare con la frustrazione» Alzai le spalle con naturalezza nell'ammettere ciò che per me era così ovvio. Non mi sarei mai chiuso fra le opprimenti mura di un lavoro stabile e nemmeno troppo ben retribuito se non avessi avuto dalla mia un ampio margine di guadagno. Trovarsi lì in quel momento avrebbe concretizzato per sempre l'inizio dei miei sogni di grandezza, il primo passo da compiere per poter raggiungere i più alti piani dell'elite del mondo magico, l'unica via percorribile per svoltare la mia vita in maniera del tutto positiva. Non importava quanto di me avrei dovuto sacrificare nel mentre o quanto mi sarei dovuto trattenere affinché nessuno potesse sospettare dei piani che sia io che il professor White avevamo in mente per il futuro del mondo magico, ne sarebbe valsa la pena. «Mi trova pienamente daccordo su tale punto di vista, credo che conoscere la storia per non commettere gli stessi errori dei nostri predecessori sia di vitale importanza se si ambisce a fare grandi cose» Voldemort, quello sciocco e ottuso uomo troppo pieno di sé aveva fatto una figura pietosa dinnanzi alla storia dei suoi predecessori, certo, era riuscito a fare ciò che nessuno prima di lui era stato in grado di fare, ma era stato pure così ottuso da non vedere oltre il suo naso e troppo pieno di sé e convinto della sua superiorità verso chiunque da non capire che dietro di sé stava lasciando tante briciole utili ai suoi nemici per sconfiggerlo. Forse aveva peccato di superbia perché definirlo soltanto ingenuo mi pareva riduttivo e tale peccato gli era costato prima la vita e poi la fama, finendo per essere ricordato come lo sciocco che si sconfisse con le sue stesse mani in seguito a errori così sciocchi e da sprovveduti che facevano dubitare persino della sua intelligenza, perché era da stupidi ignorare certi dettagli cruciali alla riuscita dei suoi grandi piani. Non mi sentivo migliore di lui, pure io ero umano e pure io commettevo errori, potevo tralasciare fattori cruciali e non vedere ciò che per altri menti era invece ovvio, ma era per questo che il nostro modo di vedere il futuro del mondo della magia era più infallibile di quello del grande signore oscuro, perché non si affidava a una sola mente o a una sola persona, bensì a una rete di persone con il desiderio di percorrere la medesima strada unite contro tutti coloro che si sarebbero potuti opporre a una simile scuola di pensiero. «Voglio essere sincero con lei, per ora non posso dire di aver ottenuto i risultati sperati con voi ragazzi» Strinsi leggermente il nodo della cravatta e mi sistemai il colletto in un compulsivo gesto di insoddisfazione. Quegli stupidi ragazzi proprio non riuscivano a percepire quanto le lezioni mie e di alcuni miei colleghi sarebbero potute servire loro se solo si fossero applicati seriamente. «Io tento di prepararvi alla vita, ai pericoli che potreste correre» Che io vi potrei far correre se solo volessi. «E invece che esserne grati sento spesso colorite lamentele riguardanti i miei metodi a volte controversi» Li avevo avvelenati, questo era vero, ma lo avevo fatto per loro, volevo vedere chi fra tutti se la sarebbe cavata meglio e chi -nel mondo reale- sarebbe riuscito a sopravvivere a una simile minaccia, ma salvo pochissime eccezioni si erano lasciati quasi tutti sopraffare dagli effetti del veleno e molti, spalleggiati spesso dai loro genitori impiccioni, avevano avuto persino il coraggio di lamentarsi di ciò, come se alla loro fottuta portata non avessi tenuti pronti e ben in vista antidoti già ultimati da somministrate loro al bisogno. Pff, sciocchi bambini ingrati. Certe premure non le meritavano affatto. «Ooh... potrebbero farlo eccome...» Risposi sinceramente non appena ci trovammo a pochi metri dalla pianta in questione. Uno splendido esemplare di Calea Casus. «Se una persona non riuscisse ad uscire dall'allucinazione che tale pianta le ha inditto potrebbe rischiare di perdersi per sempre, potrebbe non essere più in grado di trovare la porta d'uscita della sua mente se non soccorsa in tempo da qualcuno» Era per questo e per svariati altri motivi che quella serra aveva svariati incanti protettivi a guardia di tutta la sua superficie, se solo qualcuno si fosse trovato in seria difficoltà la serra avrebbe cominciato a far suonare svariati campanelli d'allarme nel mio ufficio e in caso del mio mancato arrivo per un motivo o per un altro dopo pochi minuti l'allarme sarebbe stato diffuso ad altri docenti e personale di supporto del castello, cosicché nessuno sciocco ragazzino rischiasse danni irreversibili dentro le sicurissime mura di Hogwarts. Che noia. «Sa... se volesse mettere alla prova le sue capacità potremmo provare ad addentrarci dentro una delle allucinazioni che la pianta è in grado di procurare» Sibilai tentatore come il serpente che trasse Eva in inganno. «Potrei stare un passo dietro a lei per darle l'occasione di mettersi alla prova... potrei farlo eccome...» Continuai attirando la dolce mosca davanti a me sempre più vicina all'ordinanza e precisa tela di ragno che avevo appena terminato di tessere. Si sarebbe potuto rivelare interessante e per forse la prima volta dal mio arrivo al castello averi avuto l'occasione di valutare al meglio le reali doti di uno studente preso a campione per cercare di capire se poteva realmente valerne la pena di attirare quanti più ragazzini dalla nostra parte per fortificare in solido fronte dei nostri ideali magici. «Se vorrà le basterà fare qualche passetto avanti ed io la seguirò senza protestare, se si rivelasse particolarmente capace potrebbe persino far ottenere qualche punto alla sua casa, cosa ne pensa?» Le domandai infine attendendo una sua mossa per poi muovermi di conseguenza. In ogni caso il risultato si sarebbe potuto dire interessante per me, nel bene o nel male.
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    Il cocente sole Africano continuava prepotentemente a splendere in cielo e se non fosse stato per la tettoia improvvisata che io e la professoressa Holm avevamo eretto per proteggerci dai suoi raggi ora ci saremmo ritrovati forse abbrustoliti, ma se le nostre teste si potevano dire al sicuro, quelle dei ragazzi, ormai prossimi al vedere gli effetti dell'algabranchia svanire, non lo erano poi tanto. Certo, mi ero raccomandato con loro di usare un testabolla al bisogno, ma evidentemente presi dalla foga di arrivare per primi sembravano esserselo tutti scordati. Le uniche che riuscirono ad uscire dall'acqua prima che gli effetti della pianta cominciassero a svanire furono le tre ragazze del team tutto al femminile, team privo di studenti della mia casa ahimè, ma fu con un largo sorriso che accolsi il loro arrivo. «Complimenti ragazze, siete le prime!» Esclamai allargando le braccia e invitando loro a sedersi al di sotto della tettoia eretta per potersi stendere o sedere un po' dopo lo sforzo fisico impiegato. Il gruppo che sarebbe arrivato per secondo sembrò essere fino all'ultimo quello della mia protetta Rose White, ma ciò che accadde al di sotto del mare subito prima di cominciare la risalita cambiò completamente la classifica che fino a quel momento pareva essere già stata scritta. Da una delle palle di cristallo che avevamo incantato affinché fungessero da telecamere di sicurezza magiche sott'acqua, vidi la ragazza scagliare un incantesimo d'attacco alle spalle del Grifondoro che aveva ben deciso di rubar loro la restante algabranchia che avevano scovato, ma qualcosa non andò a buon fine. L'incantesimo non raggiunse mai il ragazzo e anzi, rimbalzò in un qualche modo addosso alla coppia formata unicamente da Tassorosso e li costrinse a rallentare di molto i loro movimenti segnando così il loro destino. Un vero peccato, mi dissi fra me e me, Rose aveva portato alto il nome della sua casa fino a quel momento impegnandosi notevolmente e mostrando a tutti la sua bravura in materia e non solo, già, perché la ragazza sembrava essere particolarmente portata pure per gli incantesimi di attacco, incanti che erano andati sempre a buon fine e che avevano salvato sia a lei che all'altro Tassorosso la vita -se solo fosse mai stata messa realmente in pericolo-, persino l'ultimo incanto sembrava essere stato particolarmente ben castato considerando i movimenti a rallentatore che ora i due erano costretti a fare, decisi per questo che avrei fatto del tutto finta di non aver visto nulla di quanto appena accaduto e che il voto che le avrei dato non sarebbe dipeso dalla loro posizione in classifica, cosa che in realtà non avrei fatto nemmeno con gli altri ragazzi, troppo comodo piazzarsi fra i primi rubando le altrui piante o altri sotterfugi simili, mi sarei basato solo sul complessivo delle loro azioni, dei modi creativi con i quali avevano deciso di affrontare prima il pericolo e recuperare poi la pianta che avevo loro chiesto di portarmi. Avrei considerato tutto attentamente, le magie utilizzate e quelle risparmiate, le tecniche di ricerca e le strategie ideate, insomma, mi sarei comportato da perfetto professore onesto, cosa che mi disgustava tanto quanto mi rendeva orgoglioso di sapere che stavo portando perfettamente a termine il mio compito all'interno di quel dannato castello polveroso.
    Accolsi con un sorriso leggermente meno raggiante i secondi arrivati e mi rivolsi a loro con aria di rimprovero. «Bravi ragazzi, siete i secondi, ma attenzione, il furto non è sempre una buona strategia, ricordatevelo in futuro e tu, valletto, ricordi di essere un mago vero?» Chiesi in fine al Corvonero che per quasi tutta la prova non aveva mai sfoderato la bacchetta preferendo strani metodi babbani per combattere creature magiche. «In una vera situazione di pericolo te la saresti potuta vedere brutta...» Continuai severo sottolineando il fatto che nulla di quanto vissuto fosse reale, a parte il momento di raccolta e che quindi, persino quella sorta di souvenir che si era infilato nel costume si era ormai tramutato in un groviglio di alghe mollicce. «Non male, terzi!» Annunciai alla coppia Serpe-Corvo in arrivo dalla riva. Era deludente veder sbucare il primo Serpeverde soltanto ora, ma terzo era pur sempre meglio che ultimo. Sbucarono poi i due che solo pochi minuti prima ci avevano dato una bella gatta da pelare obbligandoci a salvare loro le chiappe magiche e in fine pure la coppia Tassorosso che, nonostante fosse arrivata per ultima, era stata comunque molto più brava di tutti i restanti studenti che invece non erano stati in grado di superare le loro prove o di trovare esemplari di Algabranchia. «Complimenti a tutti!» Mi rivolsi a ogni singolo studente. «C'è chi se l'è cavata meglio di altri, ma nel complessivo sono molto orgoglioso di voi, bravi! Ora riposatevi tutti un po' ve lo siete sicuramente meritati, come avrete notato nulla di quanto successo lì sotto era reale» Constatai invitando i ragazzi a guardarsi attorno per notare che nessuno di loro riportava graffi o altri danni subiti sott'acqua. La sicurezza prima di tutto, no? Così forse mi sarei liberato di quegli stupidissimi genitori indignati che continuavano ancora a mandarmi lettere di lamentele in seguito al tentato -e riuscito- avvelenamento dei loro figli avvenuto l'anno prima. Se solo fossero stati in grado di capire che era solo per istruire i loro figli caproni e prepararli a ciò che sarebbe stato il mondo di lì a qualche anno se tutto fosse andato per il verso giusto... pff... «Ma ciò non toglie che la vostra stanchezza lo sia eccome, pertanto avrete ora un oretta libera per rilassarvi un po' prima della lezione di Babbanologia. Non allontanatevi, mi raccomando!» Come se potessero realmente farlo, ma shh, questo loro non lo sanno, lo scoprirebbero solo se ci provasserò, allora sì che lo scoprirebbero, perché una barriera invisibile, se provata a superare, li avrebbe fatti rimbalzare nuovamente all'interno come una pallina di comma lanciata contro a un muro.«Prima di lasciarvi andare però, come promesso, è giunto il momento dei premi ai vincitori o beh... vincitrici visto che al primo posto si è piazzata una squadra tutta al femminile» Annunciai facendo alzare le fanciulle per sistemarsi vicino a me. «sono orgoglioso di consegnarvi due boccette di pozione Sub a testa, é praticamente il corrispettivo pozionistico dell'algabranchia, ma dura un ora in più, fatene buon uso, è molto difficile da preparare e se non perfetta può dare non pochi problemi, ma questa ovviamente è impeccabile» Le rassicurai stringendo loro la mano prima di consegnare a tutte le due boccette vinte. Congedai poi tutti i ragazzi con un largo sorriso e una volta riposta tutta l'algabranchia ottenuta mi diressi verso la mia tenda già magicamente eretta -fanculo ai metodi babbani lunghi e noiosi- per farmi un po' di meritatissimi affari miei.

    Lezione conclusa, complimenti a tutti!

    Chiunque aveva tentato di portarsi fuori tesori magici quali avvincini o squame di sirena e simili si ritroverà con solo un pugno di alghe mollicce in mano, sorry not sorry eheh.

    David_ Ho dovuto penalizzarti sul punteggio dell'esercizio all'ultimo giro perché non hai rispettato le indicazioni scritte nel post decidendo di fare tutt'altra prova, mi dispiace ma la prossima volta presta più attenzione alle indicazioni per non ricadere nello stesso errore. Allego il punto del post dove era stato scritto ciò che avresti dovuto fare e annesso spoiler con indicazioni per essere il più trasparente possibile.

    CITAZIONE
    La coppia Norman-Harris sembrava finalmente decisa a collaborare nonostante sulle loro facce si notasse chiaramente il disappunto provato e quando finalmente si furono avviati assieme verso le profondità marine le alghe e le forti correnti che prima li avevano costretti a una resa incondizionata, tornarono. Questa volta se si fossero dati da fare sarebbero di certo riusciti ad avere la meglio liberandosi dalla stretta delle alghe incantate evitando così di finire risucchiati dal mulinello che li avrebbe costretti a finire sul fondale marino in attesa del momento nel quale l'algabranchia avrebbe cessato di funzionare facendoli così affogare incapaci di prendere ossigeno dall'acqua.

    Per ovvi motivi il tempo perso durante le prove solitarie fallite graverà sulle vostre spalle, ma alla fine riuscirete a superare la vostra nuova prova (se lo vorrete) e nell'allontanarsi dalla zona algosa noterete...

    Era stato ripetuto più volte che la prova era un'unione delle due prove singole di poco prima e non quella delle sirene che hai deciso di affrontare dicendo che andavi dritto, mi raccomando leggi sempre bene in futuro.

    Skylee. voodoo doll. Hestia. Brave, anzi, fortunate! Avete vinto due boccette di pozione "Sub" a testa, ricordate di aggiungerle nel pensatoio!

    CITAZIONE
    Sub: Permette a chi la ingerisce di respirare sott'acqua per un paio d'ore. Se non eseguita correttamente l'effetto potrebbe svanire all'improvviso mentre si è immersi.




    Registro Voti Erbologia

    V anno in su

    Metratura punteggi:
    Casa
    Nome studente
    Presenza: ON/OFF (0 o 10)
    Partecipazione: fino a 20
    Esercizio: fino a 20
    Voto ON GDR: E, O, A, S, D, T →
    (indipendente dal player, si attiene alle azioni del pg ON ed eventuali preferenze del prof)

    Corvonero


    Hestia Anderson
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18
    Esercizio: 18
    Voto ON GDR: E

    Valentine Espinoza
    Presenza: 10
    Partecipazione: 16
    Esercizio: 18
    Voto ON GDR: A

    Kaeris Duval
    Presenza: 10
    Partecipazione: 19
    Esercizio: 19
    Voto ON GDR: O+

    Skylee Metis
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18
    Esercizio: 19
    Voto ON GDR: E


    Grifondoro


    Aaron Schneider
    Presenza: 10
    Partecipazione: 19
    Esercizio: 19
    Voto ON GDR: O-

    Elia Schneider
    Presenza: 2
    Partecipazione: 4
    Esercizio: 4
    Voto ON GDR: N.C (lezione non valida)


    Serpeverde


    Loki Norman
    Presenza: 5
    Partecipazione: 9
    Esercizio: 8
    Voto ON GDR: N.C (lezione non valida)

    David Harris
    Presenza: 10
    Partecipazione: 17
    Esercizio: 13
    Voto ON GDR: S

    Harry Barnes
    Presenza: 10
    Partecipazione: 19
    Esercizio: 18
    Voto ON GDR: O


    Tassorosso


    Ruby Elise Duvall
    Presenza: 10
    Partecipazione: 18
    Esercizio: 18
    Voto ON GDR: O+

    Viole SaintClement
    Presenza: 2
    Partecipazione: 4
    Esercizio: 5
    Voto ON GDR: N.C (lezione non valida)

    Mars Johnson
    Presenza: 7
    Partecipazione: 17
    Esercizio: 17
    Voto ON GDR: A

    Rose Mia White
    Presenza: 10
    Partecipazione: 19
    Esercizio: 19
    Voto ON GDR: E-

    Totale per casa:
    Corvonero 156 - Grifondoro 99 - Serpeverde 115 - Tassorosso 129
    (Il totale dei punti è una media di quelli ottenuti da ogni studente di una determinata casa, moltiplicati poi per dieci, così da non penalizzare quelle con pochi membri)

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    “Affascinanti creature. Così dannatamente letali.” Un sorrisetto appena accennato mi smosse gli angoli della bocca. Riflessione a dir poco originale per una giovane ragazza come quella che mi ritrovavo davanti. Aveva lineamenti dolci e fanciulleschi, ma sembrava nascondere una qualche passione repressa per ciò che altri avrebbero ritenuto inopportuno pensare. «La invito a prestare attenzione a ciò che dice in giro, persone un po' limitate e bacchettone potrebbero farsi un idea sbagliata di lei...» Questa volta sorrisi più apertamente in un espressione allusiva che non lasciava spazio a fraintendimenti. Il mio era un vero e proprio avvertimento, non un giudizio o un rimprovero, solo un: Fai attenzione, non tutti potrebbero capirti. Io per primo alla sua età avevo cominciato a mostrare un certo interesse per tutto ciò che poteva essere moralmente di dubbio gusto, guadagnandomi così parecchie occhiatacce da professori mentalmente ottusi e una leggera diffidenza da parte di adulti e ragazzi in generale. Col tempo avevo imparato a far trasparire di me soltanto il "meglio", ovvero la versione noiosa e accettabile dai più, mi ero fatto furbo e avevo smesso di condividere con chiunque il mio punto di vista o la mia curiosità e difatti le occhiatacce avevano cessato di seguirmi come pure la diffidenza generale che le persone provavano nei miei confronti. Ora questo poteva forse non essere il caso della ragazza, non potevo saperlo con certezza e farmi un idea su di lei e sulla sua mente basandomi solo su poche frasi buttate lì sarebbe stato sciocco e presuntuoso, ma avvertirla di diffidare dei pareri altrui non avrebbe potuto farle alcun male, al più l'avrebbe potuta prendere come un fraintendimento da parte mia, nulla di strano insomma. Comprensibile. «Sa... non saprei dirle se nella vita mi sia mai sentito realmente appagato, temo di essere una persona fin troppo ambiziosa, ad ogni traguardo si crea immediatamente un nuovo obbiettivo da raggiungere, quindi no, temo non sarò mai abbastanza appagato o soddisfatto della posizione che mi ritroverò a ricoprire» Le confidai sincero non vedendoci nulla di male nel piantare il seme dell'ambizione in giovani maghi che altrimenti avrebbero potuto decidere di vivere una vita banale e sciapa come un piatto di minestra preparata da mani poco capaci, un gran schifo insomma. “Ne sono a conoscenza. Tutte e quattro le casate hanno formato maghi oscuri. Sono appassionata di questo argomento da molti anni.” «Cosa nello specifico l'affascina?» Domandai curioso questa volta senza ricordarle l'avvertimento di poco prima, essendo ormai chiaro che io non ero uno di quei docenti che avrebbero visto di cattivo occhio una simile curiosità da parte dei propri studenti. Quella era una scuola e come tale era giusto che le loro curiosità, moralmente accettabili o meno che fossero, venissero nutrite ed io sarei stato per loro la responsabile figura che li avrebbe spinti a percorrere sempre a testa alta tali vie del sapere. Il loro eroe senza macchia insomma. Questo si che mi appagava. «Non dispiace nemmeno a me, ma purtroppo ai miei abiti di sartoria non piace affatto temo» Affermai divertito coprendo con l'ombrello incantato il capo di entrambi per evitare che la pioggia ci bagnasse.
    Feci strada alla Tassorosso fino alla serra numero otto, quella che fra tutte nascondeva più piante in grado di alterare lo stato mentale di chi ci entrava, una di quelle serre che amavo definire "interessante", perché lì si che il potenziale della mia amata materia era visibile persino all'occhio meno allenato. «Cosa mi ha portato qui ad Hogwarts chiede? Beh... non è forse qui che le vostre giovani menti vengono più... hum... condizionate nel bene o nel male?» Domandai a mia volta retorico fissando la ragazza con i miei penetranti occhi scuri come la pece. «Non voglio certo vivere in un mondo magico popolato da ignoranti...» Esclamai poi con disinvoltura per potare la ragazza a credere che le mie intenzioni fossero pure e forse solo un pelo presuntuose. «Qualcuno dovrà pur formarvi a dovere, non trova?» Continuai scherzando con tono leggero mentre aprivo la porta della serra per lasciar entrare la ragazza facendomi precedere di pochi passi. «Non abbia fretta» Le sorrisi amichevolmente prima di farle cenno di seguirmi verso il fitto della serra. «Qui potrà avere prova di quanto l'erbologia possa essere sottovalutata da molti. Vede quelle piante?» Indicai un punto non troppo distante da noi sulla sinistra dove, bellissime e sinuose, si ergevano un paio di esemplari di Calea Casus. «Quelle che paiono muoversi pur non essendoci vento» Uniche nel loro genere e incredibilmente sottovalutate. «Fra non molti minuti completeranno il loro ciclo di "ricarica interiore" e rilasceranno delle spore in grado di confondere a tal punto la mente umana da convincerci di star vivendo un qualcosa che in realtà avrà luogo solo nelle nostre teste, non le trova affascinanti?» Chiesi fissandole con occhi carichi di meraviglia. «Come tutto del resto potrebbe venir usata per scopi benevoli o malvagi, sta a noi decidere che uso farne, di base è solo una pianta con strabilianti capacità magiche, ma siamo noi maghi a scegliere come usarle» Tutto il potere era nelle nostre mani quando decidevamo di utilizzare mezzi magici tendenzialmente neutri, ma decidere di manipolarli affinché mostrassero il loro vero potenziale non era da tutti, serviva un mago deciso e sicuro delle proprie idee per farlo, altrimenti si rischiava che le piante stesse o gli oggetti magici vari tentassero di ribellarsi a noi facendoci diventare non più i carnefici bensì le vittime della loro magia.
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    CITAZIONE (.Moore. @ 28/3/2023, 14:26) 
    CITAZIONE (Dragonov @ 28/3/2023, 13:28) 
    Non ci sono preferenze no no 😂😂 😂😂
    Comunque bellissimo rob, quello col serpente dietro è una figata pura

    PROPRIO TU NON PUOI PARLARE, CHE SEI STATA LA PRIMA A CUI HO FATTO UN REGALO GRAFICO. Quindi ssssh.
    Comunque grazieee, le figate migliori le faccio per i pg degli altri 🥲

    CITAZIONE (bunnÿ @ 28/3/2023, 13:42) 
    CITAZIONE (Maniac @ 28/3/2023, 11:05) 
    Per inaugurare la nascita del nuovo PG Daphne. 😍

    tumblr_pn51x73UJh1trmlpi_540(IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff13798996/Aiden.jpg)

    Cioè tu sai fare gli avatar così

    Sai che me ne devi fare uno vero? L'importante è saperlo

    Forniscimi il nome della PV e ci provo, con un po' di ansiella da prestazione....

    ps se sei ispirata c'è una richiesta in sezione grafica pure.. 👀
57 replies since 9/2/2022
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