Lezione di Trasfigurazione A.S. 2023/2024

Studenti ammessi dal V anno in su

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  1. Halley.
     
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    Halley Wheeler | quinto anno | prefetto grifondoro


    Presto che è tardi! Si affrettava lungo il corridoio. Passo dopo passo. Sempre più vicina alla meta. L’ora di pranzo si trovava proprio dietro l’angolo ma, Halley, non avvertiva nessun sintomo proveniente dal suo stomaco. Negli ultimi tempi non si curava di sé. Tutti i suoi sforzi erano rivolti al quidditch, al lavoro, alla scuola e alla gestione del potere che, lentamente, si stava impossessando della sua quotidianità. Leggeva. Si documentava. Analizzava testimonianze provenienti da persone sconosciute, guardandosi bene dal rivolgersi a chi di dovere a causa di un rapporto a dir poco burrascoso. L’orgoglio aveva preso il sopravvento e i ponti si erano interrotti malamente. Non sentiva sua madre da più di un mese e non le importava. La sua vita aveva preso una svolta solitaria. Una svolta che l’aveva spinta a rivendicare la sua autonomia e, proprio grazie a quest’ultima, in estate non sarebbe più tornata in quella casa. Alzò lo sguardo giusto in tempo per comprendere di essere giunta a destinazione. Davanti a lei solo la pesante porta di legno che la divideva dall’inizio dalla lezione di Trasfigurazione. Un bell’ostacolo. O forse no. Tutto sarebbe dipeso dall’argomento trattato dalla professoressa Lynch, quel giorno. Fece spallucce, si rilassò e fece il suo ingresso poco trionfale in quello spazio illuminato da quella luce naturale che quasi le dava fastidio, tanto in lei regnava il grigio più assoluto. Tirò le labbra, contorcendole in un semi sorriso per niente convincente e salutò educatamente l’insegnante: “Buongiorno!” Con rapidità si guardò intorno. Da un lato Daphne, alla quale regalò un cenno del capo e dall’altro David, l’attendeva con la sua solita espressione apatica e insofferente nei confronti del mondo intero. Fece un passo in avanti, pronta a raggiungerlo quando, improvvisamente, una voce la destò dalla sua calma apparente, facendo in modo di riportare la sua attenzione al qui e ora. Lì. Dove sarebbe dovuta essere. ”Alina!” Evviva. Avrebbe mai imparato il suo nome? Certamente sì. L’avrebbe utilizzato? Certamente no. “Freya!” Non fece in tempo a finire di scandire il suo nome che avvertì un peso a livello delle spalle. La verde-argento si era presa la briga di agguantarla per obbligarla a seguirla verso nuovi lidi. Lanciò un’occhiata in direzione del maggiore dei fratelli Harris e si arrese alla mora che, con fare teatrale, la stava conducendo dall’altra parte dell’aula, lontana da colui che sarebbe stato un problema per il suo sistema nervoso. Ottima tattica. Poco male. Per lo meno non sarebbe stata distratta dalla sua presenza e dal suo atteggiamento dispotico al quale era abituato. Si lasciò guidare, stampandosi in faccia un’espressione neutra che la fece sembrare più cupa del dovuto. Il sopracciglio sinistro scattò all’insù ma, le sue parole, in un certo senso, le diedero pace al cuore, per un solo istante. La sua mente si concentrò su quello che doveva essere il motivo che l’aveva spinta, durante quel frangente, a interagire con lei piuttosto che con… sì. Perché non aveva raggiunto Axel? Problemi ai piani alti? Che non fosse tutto oro quello che luccicava sotto i suoi occhietti color smeraldo? La faccia dubbiosa caratterizzò tutto il tragitto fino alla postazione definitiva. “Sicura di sentirti bene?” Da che pulpito veniva la predica. Eppure era certa che vi fosse qualche cosa nel suo comportamento che non andava. “Ci sto prendendo gusto!” Affermò, con un filo di ironia. Dopo il loro incontro in biblioteca, la Grifondoro, si era resa conto che in quella ragazza vi era insediata un’anima tormentata. Che fosse solo un’impressione? Beh, avrebbe avuto tempo per conoscerla.
    La lezione prese il via. L’argomento del giorno –seppur non la entusiasmasse- catturò in parte la sua attenzione. La trasfigurazione umana. Interessante. Si concesse qualche istante per fare mente locale sulle nozioni assimilate nelle lezioni precedenti e, solo in seguito, si rese conto di essere pronta ad intervenire. Ma…
    ”… i Licantropi.” Il cuore le balzò in gola e fu certa che avesse perso un battuto. Non si mosse. Neanche scostò lo sguardo. Niente. Nessun segno vitale. Solo nella sua mente si dipinse il ricordo della confessione che, in un modo o nell’altro, aveva cambiato radicalmente la sua visione di David e del futuro che avrebbe voluto con lui. Strinse il pugno e tese le orecchie, alla ricerca di qualche cosa che la potesse aiutare a riemergere da quel baratro ma ciò che recepì non fece altro che peggiorare la sua condizione. ”… d’altra parte è una maledizione.” Non ne aveva colpa. La natura aveva scelto per lui. I genitori avevano deciso di condannarlo a un’inevitabile destino. Si guardò bene di osservarlo da lontano, incapace di gestire un eventuale lampo di dolore nei suoi occhi. Lasciò che il discorso andasse a scemare e, solo alla fine, prese la parola per completare la risposta della sua compagna. “Un metamorfomagus, invece, è una strega o un mago che possiede la capacità di cambiare il proprio aspetto. Tutti ciò è possibile senza dover ricorrere a pozioni o incantesimi. Infatti, a differenza degli animagus, questa abilità è innata. Ereditaria.” Prese fiato. Si stava scordando qualche cosa? Sì. “L’abilità è influenzata dallo stato emotivo del possessore.” Così si andava a dire, per lo meno. Da qualche parte doveva pur averlo letto. Una breve riflessione. “Mi scusi, Signorina Lynch.” Una domanda sorse, facendosi largo tra i suoi pensieri. “Queste persone posseggono la capacità, rara, di trasformarsi in altri individui.” Una semplice costatazione. “Si tratta di una pratica regolamentata? Voglio dire, è legale prendere le complete sembianze di un'altra persona?” Esisteva una sorta di elenco contenente i nomi dei metamorfomagus in circolazione nel paese? In caso contrario il caos sarebbe stato immediato. Si immaginò uno di queste personalità vestire i panni del vicepreside e divertirsi a tormentare i ragazzi del primo anno. Una scenetta davvero degna di nota. Posò le verdi iridi in quelle della docente, in attesa, così da poter colmare quelle lacune.




    Halley Mia Wheeler - V anno - Grifondoro
    Entra in classe e saluta la professoressa. Si fa rapire da Freya e saluta Daphne con un cenno del capo. Rivolge uno sguardo a Davide (PNG) e alla fine cerca di rispondere alla domanda e ne pone una a sua volta.
    Ps: Nastrino Viola <3


    Edited by Halley. - 4/2/2024, 18:55
     
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