irrational thoughts.

with Freya.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Aiden;
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Serpeverde
    Posts
    66
    Location
    Gatway, Scozia.

    Status
    spymode
    aiden
    Quando Aiden aveva unito il suo corpo con quello di un altro essere umano, lo aveva fatto per capire cosa si provasse nell'avere un unione così intima con la speranza di provare quelle emozioni forti di cui aveva tanto sentito parlare. Eppure, al termine di ogni incontro, si sentiva vuoto, come se mancasse qualcosa di fondamentale. Le emozioni che provava erano intense, sì, ma rimanevano confinate al livello fisico, senza mai toccare l'anima. Erano incontri fugaci, spesso avvenuti per caso con ragazze che aveva conosciuto in un bar in cui si era fermato a bere. La sua aura di mistero e la sua stranezza attiravano l'attenzione delle ragazze, che lo guardavano con curiosità e talvolta con timore. Alcune ridevano di lui, altre lo scansavano, mentre altre ancora, incuriosite dal suo comportamento, tentavano di approcciarlo per capirlo meglio. Ma Aiden, in quel periodo, non desiderava legami con i suoi simili. Preferiva la solitudine e la compagnia silenziosa dei serpenti. Solo di tanto in tanto si avventurava in quei luoghi affollati, attratto dal brulicare di umanità. Era come un osservatore silenzioso, un antropologo che studiava il comportamento delle persone, le loro interazioni, le loro emozioni. E tra queste, le ragazze rappresentavano un enigma affascinante che non poteva esimersi dal contemplare. Questo era anche dovuto al Sig.Depp che gli aveva sempre ripetuto quanto complicate fossero le donne e le emozioni, e Aiden aveva dovuto ammettere che, in parte, il suo mentore aveva ragione. Un esempio era proprio il suo primo caso studio: Freya. Quella ragazza era interessante da studiare, eppure da qualche tempo era diventata più di quello perché, oltre la raccolta di informazioni e la palese attrazione che sapeva di avere per lei, aveva inziato a provare delle emozioni. Quell'irrazionalità che tanto anelava lo spingeva ad agire in modo impulsivo. Per questo, d'improvviso, si era avvicinato alla serpeverde, sfiorandole la mano e toccandole il viso. I suoi occhi neri la fissarono, studiando ogni reazione, ogni movimento. Le pupille di lei si dilatarono per la sorpresa, le spalle si irrigidirono, il disagio era evidente. Quel gesto inaspettato l'aveva colta impreparata. Aiden socchiuse le palpebre e fece un passo indietro. Sì, aveva capito qualcosa toccandola in quel modo. Ma la sua comprensione si era ampliata osservando la sua reazione, soprattutto considerando la sua frequentazione con Axel. Quel gesto non doveva esserle piaciuto.Questa era la conclusione a cui era arrivato. Quello che sto provando adesso cosa è? Dispiacere? Perché? In fondo, me lo aspettavo. Il suo dispiacere, capì poco dopo, era dovuto alla cosiddetta "inutile speranza": un sentimento umano comprensibile, il desiderio di aggrapparsi a una possibilità, anche se flebile, di cambiamento o di un esito positivo nonostante la curda realtà dei fatti. Razionalmente parlando trovava quel sentimeno privo di senso, eppure l'aveva provato lo stesso. Era un passo avanti nel capire di più le emozioni umane. «Si, mi piace studiare le reazioni degli altri ma non mi sono avvicinato solo per questo.» Tanto valeva essere onesti e liberarsi di questa irrazionalità che lo aveva colto. La situazione che lui stesso aveva creato era singolare, e nutriva dubbi sulla scelta giusta da intraprendere. A questo punto, perché non lasciarsi andare all'impulsività? Le persone impulsive si lasciavano travolgere dai sentimenti, e questo era ciò di cui lui aveva bisogno. «L' ho fatto perché davanti a me ci sei tu, Freya. Con te provo delle emozioni mai sentite prima.» I tratti robotici del suo viso si addolcirono, renendo la sua espressione più umana. Il battito cardiaco accelerò e un calore singolare si diffuse all'altezza del petto. Sì, se considerava ciò che aveva assimilato da film e libri, la ragazza davanti a lui doveva piacergli. Per adesso, non glielo disse direttamente. Tacque e cambiò discorso. Perché? Forse per sentire la risposta dopo o per semplice autoconservazione. «Alcune persone dicono di no per sembrare coraggiosi, tipo i grifondoro. Altri mentono. Non è scontata la risposta.» Nessuna risposta lo era. Ogni indivuduo era un caso a sé stante. Ad Aiden, però, la schiettezza e la sincertà di Freya piacevano particolarmente. Eppure, durante la cena con delitto, la stessa Freya che si mostrava così trasparente, in quell'occasione aveva mentito con abilità. Quando lo faceva? In quali circostanze? E perché? Le domande che si affollavano nella sua mente non erano più generiche riflessioni sulla natura umana. Erano domande specifiche, mirate a un'unica persona. Sì, questa ragazza mi piace. I suoi occhi si posarono su di lei e l'ascoltò parlare con spiccato interesse. «Si e no. Non sappiamo se l'evasione di massa della Vigilia è collegata all'omicidio della Lovecraft. Potrebbe anche essere stata una sfortunata coincidenza.» Senza dati oggettivi, formulare ipotesi concrete sugli eventi accaduti era quasi impossibile. Lasciarsi prendere dal panico, quindi, era prematuro: le probabilità di una Terza Guerra Magica erano pouttostto basse perché i suoi simili avevano imparato dagli errori del passato, no? Teoricamente così avrebbe dovuto essere, ma la storia aveva dimostrato il contrario.
    Mentiva? A volte sì, anche se non era una sua abitudine. Nonostante la sua natura schietta e diretta, in alcune circostanze Aiden ricorreva alle bugie bianche, come le aveva definite Freya. Lo faceva principalmente per osservare come le persone reagivano a determinate informazioni, misurando le loro emozioni e i loro pensieri. «Qualche volta.» Abbassò le ciglia, la mente immersa in un vortice di ricordi. Le bugie, le omissioni, tutte le volte in cui aveva ingannato i suoi genitori adottivi per ottenere ciò che desiderava o per sfuggire alle loro domande. Un rapporto di reciproca convenienza, privo di affetto, una sorta di neutralità che li teneva legati. Chissà che rapporto aveva con i suoi Rain, la rossa che da qualche settimana era diventata la sua tutor fissa. «Non posso darti torto.» Un sorriso singolare si dipinse sulle labbra di Aiden. Non solo le parole usate per descrivere la Scarmander lo divertivano, ma anche la reazione di Freya nel sapere che sì, era in grado di parlare con i serpenti. Era la prima persona a cui aveva confessato di possedere quella particolare abilità, perché era stato il primo umano, oltre a lui, a cui Lilith si era avvicianto. E anche perché gli piaceva. Ma ora che cosa avrebbe dovuto fare con questa nuova informazione? Renderla nota o no? In fondo, già prima le aveva fatto capire qualcosa, forse era meglio seguire quel detto babbano che diceva di "prendere il toro per le corna." Dopo, adesso è meglio parlare dei serpenti, è più facile. «Mi sembra di sentirli parlare nella mia testa, capisco qualche parola, ma non sono ancora in grado di capirli del tutto o di fare un discorso lungo.» Doveva iniziare a parlare con la sua vipera più spesso, a intavolare conversazioni più lunghe e complesse. Era l'unico modo oggettivo per praticare una lingua che gli era innata, un dono che non poteva ignorare. Avrebbe sicuramente consultato dei libri in biblioteca sull'argomento: dovevano esserci dei testi antichi che descrivevano il Serpentese, la lingua dei serpenti, e le sue peculiarità. Forse, in quelle pagine ingiallite dal tempo, avrebbe trovato la chiave per comprendere meglio questa sua abilità e per sfruttarla al meglio. «Dovrò esercitarmi e finalmente capirò Lilith!» I suoi occhi neri, solitamente inespressivi, si accesero di una luce nuova. Un'umanità inaspettata si dipinse sul suo volto, quasi un accenno di un sorriso sincero. Una strana euforia lo pervase al pensiero di poter finalmente stringere un legame reale con i suoi amici. Non sarebbe mai più stato solo. E anche se, in futuro, avesse deciso di tagliare i ponti con i suoi simili, sapeva che avrebbe sempre potuto contare su di loro. E forse fu proprio quell'euforia sconosciuta a spingerlo ad agire d'impulso. Un'ebbrezza nuova, mai provata prima, che gli annebbiava il giudizio e lo rendeva incapace di ragionare lucidamente. «Studiandoti ho capito che mi piaci.» E poi sorrise. Un sorriso sincero, spontaneo, come un normale essere umano. In quel momento stava vivendo l'irrazionalità umana che tanto aveva cercato. Era una sensazione nuova, quasi inebriante, ma il rifuto lo sarebbe stato altrettanto? Perché Aiden sapeva quale sarebbe stato l'esito della sua ammissione. Lo sapeva dall'inizio.




    Edited by Aiden; - 9/4/2024, 22:08
     
    .
9 replies since 22/1/2024, 23:31   272 views
  Share  
.
Top