One year later

Daphne

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  1. .Moore.
     
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    24 dicembre 2023, Francia, ore 15:32


    24 dicembre, una data che più che Natale per me significa altro. È un po' il motivo per cui ho deciso di non trascorrerlo neanche questa volta fra le mura del castello, altrove ho qualcosa da festeggiare di molto più privato. Esattamente un anno fa, sono riuscito a capire cosa passava dalla mente di Daphne quando ha deciso di allontanarsi un po', dopo quel primo bacio che c'è stato. È già passato un anno? Ogni tanto me lo ripeto e lo realizzo nuovamente, ci penso e mi passano in mente tutte le cose che abbiamo condiviso. Ammetto che questo pensarci è accompagnato da una strana sensazione di turbamento: non mi sono mai scoperto così tanto con qualcuno, non ho mai esternato quanto potessi essere testardo e possessivo quando la causa me lo concede. È una sensazione di disagio della durata di pochissimi attimi che però ogni tanto mi prende totalmente, sempre e soltanto quando sono da solo come adesso, impegnato a recuperare Whisky dal recinto in cui ha passato questi mesi. Poi la vedo in lontananza e di quella sensazione non vi è più traccia, sono completamente focalizzato su di lei e sul momento, cosa che altrimenti mi sarebbe sembrata impossibile. Eppure un certo senso di colpa lo provo: perché non riesco a stare totalmente in pace con me stesso? Perché il motore della mia vita deve essere il turbamento - eccomi, ho fatto - camuffo i miei interrogativi con un sorriso mentre avanzo verso la serpeverde per attirarla poi a me e così lasciarle un bacio sulle labbra - se abbiamo tutto, possiamo andare - la tengo per mano mentre avanziamo nella neve. Ci uniamo all'ondata di gente che ha deciso di rientrare a casa per le vacanze, una buona quantità di persone in verità e ovviamente la cosa non stupisce. Chiunque abbia una famiglia da cui tornare la mette come priorità, frequentare Hogwarts è praticamente come essere uno studente fuori sede nel mondo babbano, e quindi il ritorno a casa è sempre un qualcosa che tutti aspettano con ansia. Per me non ho così, non ho chissà quale famiglia da cui fare ritorno: mio padre è morto, mia madre in carcere, mia sorella sotto mio consiglio ha finalmente deciso di fare quel viaggio che tanto desiderava con le sue amiche, ci vedremo fra un paio di giorni. Ecco, è lei la mia famiglia da cui fare ritorno. E da un anno a questa parte si è aggiunta un'altra persona nella mia lista delle priorità. Persino Emilie ormai chiede spudoratamente di lei, invitandola anche di tanto in tanto ad uscire o a delle cene. Non mi sorprenderei se a breve scrivesse direttamente a lei senza chiedere a me. Emilie è così quando le piace qualcuno: fortemente entusiasta.
    La prassi è sempre la stessa, la solita pallina di neve che riporta al suo interno la miniatura del mio cottage in Francia ci serve da passaporta per arrivare a quella a misura reale. Ci smaterializziamo, in un momento ci troviamo in Francia. La neve è alta come l'anno scorso, come ogni anno in realtà. Il cielo per nostra fortuna, è azzurro ma il freddo si fa ugualmente sentire a questa altitudine. Motivo per cui corriamo subito in casa dove il camino è già acceso a scaldare l'ambiente, non ricordo di una singola volta in cui sia stato spento e sembra alimentato da una specie di fiamma eterna. È tutto come l'abbiamo lasciato l'ultima volta che siamo stati qui, tranne per alcuni dettagli: c'è qualche decorazione natalizia nella stanza come ad esempio un alto albero natale decorato solo da tante piccole lucine sospese, o una ghirlanda poggiata giusto sopra la bocca del camino. Io non ho uno spiccato spirito natalizio, in realtà mi è abbastanza indifferente, ma conosco qualcuno che invece si diverte moltissimo con queste cose - sono sicuro che qua ci sia la mano di Emilie - dico a Daphne mentre mi muovo per liberarla dal suo cappotto. Mia sorella sapeva che saremmo venuti qui e sicuramente ha ben pensato che fosse il caso di rendere la casa ospitale, calorosa e in perfetto stile natalizio. E ovviamente non mi ha detto niente ma questa ultima parte non mi stupisce, se era un effetto sorpresa che voleva creare allora direi che ha assolutamente portato a termine la sua missione. Mi libero anche io degli strati pesanti, mi avvicino a Daphne bloccando il suo viso fra le mie mani solo per poterla baciare intensamente una volta che siamo soli, nel posto dove tutto è iniziato. Le schiudo la bocca con la lingua mentre indietreggia verso la spalliera del divano e solo allora pongo un paio di centimetri fra di noi, solo per poterle parlare a fior di labbra - ti ricorda niente? Mi sembra un dejavù - sorrido appena prima di morderle lievemente il labbro inferiore - magari però questa volta ti vorrei mostrare un posto diverso, oltre che questo soggiorno - la bacio di nuovo, stringendola per i fianchi e lasciando che una mano scorre sotto il suo maglione. Poi realizzo che se continuo così, sarò io ad impedirle di vedere altro all'infuori di questa stanza quindi, per evitare di concludere la giornata troppo velocemente, metto un po' di distanza tra di noi guardandola megli occhi con lo sguardo di chi si è già pentito di questa scelta.
    - C'è un piccolo bosco qua dietro, ti ci vorrei portare - sono di buon umore, è evidente. E il merito è tutto di questa persona, che ha deciso di affidarsi a me come io ho scelto di fare con lei. Il pensiero a volte sarà strano, eppure in momenti come questo sembra tutto facile come respirare.



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