Million reasons

with Nathan

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    Grifondoro
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    Salvare un amico da se stesso, il compito più arduo di tutti. Una passeggiata da equilibrista lungo un filo la cui altezza era proporzionale all’importanza del rapporto, all’intimità raggiunta dallo stesso. Più un’amicizia era stretta e più quel filo si faceva sottile aumentando il rischio della caduta il cui impatto avrebbe potenzialmente causato proprio la fine di quel legame. Così si sentiva la Grifondoro in quel preciso momento. S’allenava o meglio dire era costretta a fare l’equilibrista nel rapporto con i suoi amici più stretti e preziosi colpevoli, dal canto loro, d’avere, a suo giudizio, un pessimo metro di misura riguardo il prossimo e nello specifico proprio quel prossimo con la quale avevano ingaggiato una relazione. Sia la Wheeler che il Knox avevano perso la testa ma le controparti chiamate in causa erano quanto di più lontano dall’approvazione della loro giovane amica. Chi era il peggiore tra i due? Difficile a dirsi in quanto dalla propria, i due, avevano frecce ben appuntite nella propria faretra. Da un lato David Harris, il peggior essere umano che camminasse sulla terra. Abietto, piuttosto stupido e/o idiota sempre a suo giudizio e da quello che aveva avuto modo di vedere sul campo persino incompetente per non parlare di quanto fosse dannatamente quanto incredibilmente viscido, squallido. Il suo occhio si posava sulle ragazze radiografandole da cima a fondo e Grace avrebbe potuto giurarlo d’averlo visto leccarsi le labbra una volta. L’apoteosi del disgusto più totale. Cosa vi vedeva la sua amica in un malessere simile? La Johnson non sapeva proprio spiegarselo e quell’estate aveva tentato di far ragionare Halley ma, con una certa dose di rammarico e preoccupazione, aveva dovuto battere in ritirata constatando un fastidio nella compagna. Le piangeva il cuore a vederla così, inerme, l’ombra sbiadita di sé stessa e non più la fiera leonessa temuta da buona parte del castello. La “Tiranna” era stata soprannominata a causa della severa rigidità con la quale imbastiva e teneva gli allenamenti della sua squadra. Tutti e non uno di meno obbedivano al suo comando non osando nemmeno prendere in considerazione l’idea di trasgredirlo. Halley aveva saputo farsi rispettare e, nonostante il titolo non fosse ufficialmente suo, aveva preso ciò che era stato della squadra ricongiungendone i pezzi e mantenendola unita fino ad accompagnarla alla vittoria. Meritata. Senza dubbio! Ma chi era diventata ora quella donna? Non era più quella persona. La tiranna non c’era più e sia Grace che Nathan guardavano inermi a quella disperazione impressa su un così bel volto sciupato dalla tristezza. Cosa le stava succedendo? Chi ne era il responsabile? Per la Johnson la risposta era una ed una sola soltanto sulla quale avrebbe potuto serenamente adagiare la mano sul fuoco: non si sarebbe scottata e non grazie a quelle peculiarità che prima o poi avrebbero richiesto urgentemente la sua attenzione. Anche quello era un campo che premeva per essere sondato, forse persino alla svelta ma la giovane Grifondoro, complice l’età, possedeva ben altro ordine di priorità in testa in quel momento ed esse assumevano i contorni ben marcati di un biondino dagli occhi glaciali la cui casa d’appartenenza era la stessa di quella testa vuota che frequentava la Wheeler ma anche il Knox stesso. Oh sì! I grattacapi a quanto pareva non provenivano unicamente dalla capitana bensì ad aggiungersi vi era anche il compagno cacciatore che aveva deciso anche lui di lasciarsi lambire dalla perdizione rappresentata dalla bella Rain Scamander. Bella quanto quell’immagine di sé del tutto fastidiosa. Quella lingua biforcuta sempre pronta a frustare il prossimo scagliando sentenze a destra e a manca più o meno delicate ed il tutto senza lasciarsi sfiorare dal benché minimo scrupolo. Era oramai storia quel diverbio che avevano avuto alla lezione di Cura delle Creature Magiche del precedente anno scolastico. Lì la Scamander aveva concentrato le sue maligne attenzioni su una Corvonero le sue condizioni psicologiche piuttosto precarie erano conosciute dalla maggior parte degli abitanti del castello. Accanirsi contro di lei aveva mandato su tutte le furie la Johnson che non gliele aveva di certo mandate a dire. Come poteva adesso il suo migliore amico ammettere d’essersi preso una cotta per una persona tanto sgradevole? Tanto opportunista e sopra ogni cosa cattiva nel midollo? Grace non se ne capacitava. Nate era così buono, calmo e così infinitamente saggio mentre la Scamander distruggeva ogni cosa sotto il suo tocco.
    «Lo so, non è una persona con cui è facile avere a che fare» Le sopracciglia della bionda ebbero un’evidente flessione per quanto dalla sua bocca non fuoriuscì nemmeno un sospiro. Eloquente poi l’occhiata concentrata in un dettaglio ininfluente sulla divisa del ragazzo che ne palesava il pensiero alla successiva battuta: “oh se ne è accorto anche lui!” Almeno non era completamente andato, perso, invaghito e cieco davanti agli atteggiamenti da regina delle stronze della Serpeverde.
    «[...] Non è quello che sembra. C’è un motivo se fa così» poteva essere un giustificativo? Non troppo ai suoi occhi ma poiché l’amico le stava implorando pietà, con un sospiro, si arrese.
    «Se lo dici tu» bofonchiò non troppo convinta tuttavia cercando d’esortare quella sprezzante parte di sé nei riguardi della Serpeverde per fare più posto dando più luce ed attenzione a quella parte che invece voleva credere nella capacità di giudizio dell’amico. Voleva crederci, davvero, poiché Grace a Nathan voleva davvero bene e sapere che quel ragazzone pieno di qualità ma dall’animo timido, impicciato e malinconico fosse invece destinato a vedere quel suo sentimento infrangersi come una barchetta contro un iceberg la rendeva tremendamente irrequieta. Sperava di sbagliarsi, pregava di sbagliarsi. Merlino solo sapeva quanto bramasse di ricredersi e dar la ragione all’amico ma se così non fosse stato avrebbe battagliato per lui facendo quanto possibile per rendere difficile la vita della Scamander. Se pensava d’intimorirla si sbagliava di grosso! Avrebbe visto il fuoco dei Grifondoro... o anche solo le fiamme considerato quel problema che tarlava i limiti del suo conscio premendo per ricevere le giuste attenzioni. Non ora. Aveva altro a cui pensare.
    «Magari più sciolto di così!» Non poté fare a meno di scoppiare a ridere quando l’altro diede mostra di tutta l’incapacità con la quale non riusciva a ben gestire quella situazione che era involontariamente andata a crearsi con la Crain. Espirò. Una situazione certamente difficile ma a cui solo il tempo avrebbe davvero posto rimedio. Grace era convinta che la cotta della verde-argento sarebbe presto passata o, quantomeno, avrebbe perso d’intensità considerato tutto il contesto e chissà magari ben presto avrebbe volto le sue attenzioni verso qualcun altro di più disponibile. Lo sperava, come un po’ sperava che lo stesso Nathan ricadesse in quella dinamica che non riusciva in alcun modo a comprendere tanto che, incapace di trattenersi, gli chiese ancora una volta se fosse sicuro dei suoi sentimenti. Lo era. Scosse il capo. Era così strano, sbagliato e terribilmente pericoloso tanto che non poté trattenersi dal nascondere all’amico i dubbi circa la promiscuità della rossa ma ciò che ottenne fu una confessione in piena regola per quanto la Johnson non capisse appieno le implicazioni di una tale rivelazione. Nate si dichiarava solo, con niente ma ai suoi occhi il ragazzo non era niente di tutto questo. Si okay non sapeva nulla della sua vita al di fuori del castello come lui non sapeva poi molto di lei ma ciò che aveva imparato al castello era che poteva avere una seconda famiglia se lo voleva. Una famiglia formata dai suoi amici, dai suoi affetti e loro non l’avrebbero giudicata né sminuita ma apprezzata più di quanto avrebbe mai potuto fare la donna che chiamava madre. Quello per Grace era un tasto dolente che, tuttavia, riusciva a mettere da parte finché si trovava ad Hogwarts. Ci rimase male, quindi, quando il Knox se ne uscì asserendo quelle parole: lei cos’era per lui? Ma non stette zitta prendendo immediatamente posizione e, dal suo punto di vista, correggendo la sua visione. Non doveva più pensarsi solo. Non fino a che avrebbe avuto qualcuno al suo fianco e lei, Grace, intendeva rimanerci ben piantata.
    «Certo che no! Per quanto sia la tua anima gemella hai palesemente dei gusti discutibili!» Rise, stemperando nuovamente la lieve tensione andata alzandosi e successivamente gli tirò un buffetto. «Dai che scherzo. Davvero, lo giuro. Tenterò di guardare oltre» sollevò le mani mimando l’insegnante di Divinazione, miss Lovecraft, quando agitava le lunga dita sottili intorno alle sue sfere di cristallo. «Di scrutare se la Scamander possiede un briciolo di umanità…» O qualità. Arricciò il nasino poggiando ambo i palmi ai lati del corpo sulla piega del davanzale grezzo. Non aveva ancora finito, aveva ancora un ultimo sassolino da lanciare prima di ritenersi soddisfatta. Non lo faceva certo con piacere ma non sarebbe stata in pace con sé stessa se non avesse snocciolato tutti quelli che erano i suoi dubbi che non avrebbe mai potuto, per principio, tenere nascosti a colui che identificava come tra il migliore dei suoi amici. Nathan doveva sapere e, se davvero avesse voluto gettarsi in quella situazione, avrebbe dovuto farlo con coscienza sapendo appieno a cosa andava incontro. Qui entrava in gioco lei e, per quanto le facesse male a sua volta, era il suo compito.
    «Devi» asserì annuendo solenne. «La mia porta sarà sempre aperta per te... a prescindere dai tuoi gusti» concluse con una smorfia allungando poi le braccia affinché anche l’altro Grifondoro la stringesse in un abbraccio che avrebbe così sancito la fine di possibili tensioni tra loro. Pace fatta!
    «È stata la prima persona che ho incontrato quando sono arrivato [...] Ma la svolta direi che è arrivata questa estate, mentre tu eri in giro a spassartela con Halley!» Grace sollevò le sopracciglia evitando commenti ma era ben leggibile sul suo viso cosa le stesse passando per la mente: vedi a lasciarti solo? Ma presto distese i lineamenti in un sorriso sereno che spinse l’altro a continuare il suo piccolo racconto.
    «Quasi... pff!» Come se ne avesse sbagliata una fino a quel momento e, fino a prova contraria, la Scamander ancora se la faceva con mezzo castello per cui...
    «Non mi piace avere segreti con te, ma ne ho» chi non ne aveva? La stessa Johnson ne portava silente uno dentro di sé alla quale per prima non aveva ancora voluto attivamente pensare. Una filosofia sciocca la sua piuttosto immatura persino ma era come se, mettendo da parte il problema, esso potesse scomparire. Non era chiaramente così e presto o tardi la giovane si sarebbe trovata a prescindere dalla sua volontà a dover affrontare quel suo problema con la magia che più spesso del dovuto sembrava scappare al suo controllo. Da quando era tornata poi non riusciva ad entrare in una stanza senza che il suo umore influenzasse il danzare delle fiammelle all’interno delle fiaccole. Quasi lei fosse una brezza e le fiaccole si muovessero con lei e per lei. Era lei la causa eppure Grace ingollava l’amaro boccone scegliendo d’ignorare.
    «Vorrei farlo! Solo non... non oggi» per un attimo rimase immobile, le labbra strette in una linea sottile. L’addolorava sentire e sapere che l’amico non fosse pronto a rivelarle una parte così intima di sé, sarebbe stata falsa a negare un tale sentimento del tutto fisiologico ma lo rispettava profondamente, lui ed i suoi tempi. Annuì rapidamente accennando un nuovo sorriso confortante mentre allungava una mano verso il suo braccio in quella che voleva essere una leggera carezza di conforto. Accolse di buon grado il cambio di discorso che la vedeva questa volta protagonista in quanto era proprio nelle sue intenzioni confrontarsi con il ragazzo ma non per questo l’esposizione della questione sarebbe stata più semplice. Boccheggiò mentre la mente, rapida, elaborava quanto voleva chiedere e come: Mike. Il suo Mike. Quel ragazzo tormentato che aveva capito d’amar così profondamente ed intensamente il cui destino le dava lo spiacevole brivido d’essere sempre legato ad un filo, come se ci fosse qualcosa al di sopra di loro pronta a portarglielo via. Perché aveva quella sensazione? Perché era presente quel terrore? Era innato, presente nelle sue ossa quanto il freddo dell’inverno riusciva a gelarla dentro. Era inspiegabile e dentro di sé non desiderava altro che lui smentisse quella sensazione che venisse fuori che era tutto un brutto incubo e che loro stessero bene e che anche lui l’amasse. Invece timore, onnipresente e crescente timore che non le permetteva di valutare nulla con la giusta e dovuta lucidità. Che fare quindi? La risposta era davanti gli occhi della Grifondoro nella figura dell’amico che immediatamente acquisiva un allure di saggezza investendolo del potere di condizionare le sue possibili scelte future.
    «Scusami, non fosse stato per me Victoria non si sarebbe arrabbiata.» Grace scosse il capo socchiudendo gli occhi minimizzando quanto successo. Non era sua intenzione rinfacciare ancora quanto accaduto con la Serpeverde. Non era lei la vera causa del tutto ma unicamente l’elemento scatenante di un qualcosa che presto o tardi si sarebbe presentato. La miccia era stata inserita e prima o poi qualcosa ne avrebbe causato l’innesco.
    «Non deve essere bello sapere che ti manca una parte per capire il quadro» no, non lo era affatto e questo le dava una gran rabbia. «magari fargli sapere che sai che c’è qualcosa che non ti dice e mostrarti disposta ad ascoltarlo quando se la sentirà...»
    «L’ho fatto! Lui nega oppure cambia discorso. Ceh nega l’evidenza dei fatti Nate!» Sbottò animandosi la Grifondoro porgendo all’altro l’assist verso la successiva affermazione che la portò ad incassare quello che era a tutti gli effetti un dato di fatto: Grace non era paziente. Voleva tutto e lo voleva subito. Non aveva tempo per “strategie” né era il tipo. Fumante, di pancia e assolutamente spontanea ecco tutto ciò che era quella ragazzina londinese. Abbozzò un sorriso in risposta alle sue parole coprendosi il viso con le mani. Era così evidente, vero?
    «Non ce la faccio proprio a fare come dice mia mamma. Sii pacata Grace, rifletti... Non urlare non fare non dire. Uff!» Lei non era capace!
    «Però potrebbe funzionare»
    «Lo credi davvero?» Forse era davvero giunto il momento di prendere di petto la situazione. Di metterlo con le spalle al muro considerato che più volte la Johnson aveva tentato “la strada delle buone” ed il metodo non aveva sortito alcun effetto. Forse era davvero giunto il momento per la giovane leonessa di fare le cose a modo suo. Sì, doveva essere così.
    «Credo di sì. Non ne sono certa ma il mio istinto dice così» fece riferendosi ai timori che provava nei riguardi della situazione familiare dell’altro. Non osò entrare nel terreno minato di quanto aveva dedotto dai suoi incontri con Barnes poiché erano pur sempre affari strettamente personali del Serpeverde a cui nemmeno lei, se si fosse trovata nei suoi panni, avrebbe fatto piacere sapere che fossero oggetto di disquisizione altrui. Si tenne i dettagli per sé parlando unicamente di quelli che erano i suoi timori basati effettivamente sul nulla di certo e si lasciò andare ad un sospiro pregno del peso che quelle elucubrazioni portavano con sé.
    «Spero solo non lo porti via da me.» Sollevò lo sguardo negli occhi dell’amico. «Ci tengo davvero a lui. Credo... Mi sono innamorata di lui, Nate. Merlino!» Arrossì portandosi le mani al viso. «Ne ho avute di cotte» ed il Grifondoro era stato anche testimone di alcune di esse. «Questo è diverso. Lo sento.» Un sorriso andò a formarsi sulle sue labbra, naturalmente, proprio grazie ed a causa di quel sentimento così forte e vivo che le ardeva dentro. Sperava solo che quanto stesse provando non la portasse a soffrire com’era successo agli esordi del loro rapporto, durante le festività di Natale, con quel brutto scherzo dall’autore ignoto. «Anche tu... con Rain?» Anche lui provava questo per la discutibile Serpeverde? «Come ci siamo finiti a questo punto?» Ridacchiò scuotendo il capo ricacciando indietro quel pizzicore che aveva preso ad infastidirle gli occhi azzurri.
     
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