Million reasons

with Nathan

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    Grifondoro
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    L’amicizia, che cosa meravigliosa. Uno di quei legami che, se fortunati, avrebbe investito le parti in causa dei sentimenti più puri che l’essere umano avrebbe potuto sperimentare quali altruismo e amore del tutto incondizionato. Grace lo provava seppur, una di quelle parti, fosse da poco entrata nella sua cerchia più ristretta ma la Grifondoro non era quel tipo di persona che stabiliva l’importanza di un’amicizia dal tempo trascorso quanto proprio dalla qualità di quel tempo investito e con Nathan, ne era certa, era tempo ben speso. Il rosso-oro la ascoltava sempre a prescindere da qualsiasi cosa lei dicesse che fosse o meno sensata e, riflettendoci, davvero le proponeva sempre una risposta adeguata al contesto soprattutto quando si parlava di affari di cuori. Lui, insieme a Victoria, erano stati decisivi nel momento in cui la Grifondoro s’era dovuta decidere a troncare una relazione che in un primo acchito sembrava essere partita nel migliore dei modi ma solo successivamente era andata spegnendosi nel giro di poco. Un fuoco di paglia il suo che l’aveva lasciata con non poco amaro in bocca soprattutto per la reazione avuta da quello che ormai poteva definire un ex. Marshall se ne era andato, di punto in bianco e senza la benché minima spiegazione se non quella pungente propinata da Aaron, il suo migliore amico, che l’aveva ripresa con i suoi modi piuttosto bruschi “tranquillizzandola” di non essere lei la causa di quella sparizione. Aveva addotto come motivazione il concerto che avrebbero dovuto tenere proprio quell’estate e di cui la Johnson era anche in possesso dei biglietti ma qualcosa le stonava in quanto credeva che se fosse davvero stato nelle intenzioni del Tassorosso partire così anticipatamente credeva che l’avrebbe messa a parte di quella decisione. Nulla era stato fatto ed anzi era venuta a sapere, attraverso il magico portale babbano del web dove era possibile reperire qualsiasi informazione (o quasi), che il ragazzo aveva anche presentato una canzone del tutto inedita. Aveva guardato le live di quello show e, a disagio, aveva successivamente chiuso le finestre. Quella canzone parlava di lei? Il tarlo le sarebbe sempre rimasto ma aveva scelto di lasciar andare quel problema, almeno fino a che il suo nome non fosse stato fatto. Era quindi stato abbastanza semplice dimenticarsi della questione per passare a qualcosa d’interesse maggiore: Michael. Come avesse potuto dubitare che ciò che stava facendo era la cosa giusta aveva capito fosse solo un freno della paura. Non sapeva spiegarselo del tutto, eppure, per il Serpeverde provava qualcosa di sincero, di puro e mai volontariamente avrebbe messo a repentaglio ciò che avevano anche se, nonostante tutto, l’idillio fosse compromesso già di per sé dell’attitudine ermetica del suo ragazzo che proprio a seguito degli eventi intercorsi al falò sembrava aver deciso di chiudersi in un silenzio che Grace non sapeva come interpretare. La stava punendo? Non capiva il perché di quella e forse proprio Nate, in quanto esponente della fazione maschile, avrebbe potuto far luce sulle possibili motivazioni addotte. Questo però se il ragazzo avesse ancora voluto rivolgerle la parola a seguito di quanto gli avrebbe detto.
    Ebbene, i fatti erano di colpo diventati chiarissimi e il malinteso iniziale dissipato: non c’era stato nessun bacio tra la verde-argento, Victoria, ed il Grifondoro. Non tra loro quantomeno ma tra lui e niente poco di meno che la sua acerrima nemica: Diamond Rain Scamander e proprio lì sorgevano i problemi. Grace non aveva nulla di carino da proferire in favore della Serpeverde, al contrario, aveva mille ed uno aneddoti per scoraggiare il ragazzo dalla frequentazione con la rossa. Ma quanto in là le era consentito spingersi prima che anche lui si voltasse male nei suoi riguardi? Era umano, del tutto comprensibile e lei stessa aveva perpetrato quello stesso atteggiamento quando inizialmente Halley era venuta a conoscenza della sua frequentazione con il minore di casa Harris. Era stata categorica e lo aveva ricoperto delle peggiori sentenze senza tuttavia conoscerlo affatto. Grace non l’aveva ascoltata ma lo stesso nemmeno l’amica lo aveva fatto finendo proprio per mettersi insieme al battitore delle serpi. Da che pulpito!
    «Non credo» replicò all’amico abbassando intristita lo sguardo verso le fronde degli alberi che si stagliavano contro l’orizzonte. Sospirò e quello prima o poi sarebbe stato un altro punto da affrontare per quanto ci avesse già provato durante la loro mini vacanza a Brighton. Lì era arrivata molto vicina dall’indisporre l’amica ma una caratteristica della Johnson era proprio quella: la sincerità ad ogni costo. Se c’era un qualcosa che non andava Grace era la persona che veniva a dirtelo a maggior ragione se di mezzo c’era il benessere psico-fisico dell’altro ed Halley non stava bene, ora ne aveva la certezza. Non conosceva i dettagli ma le bastava incrociare gli occhi smeraldini della capitana per notare quanto qualcosa non andasse per il verso giusto e la Johnson era pronta a scommettere che la causa di quel malumore risiedesse proprio nel suo ragazzo. La mano sul fuoco! La paghetta di un anno!
    Sollevò lo sguardo incrociando i limpidi occhi azzurri dell’amico ed un nuovo sospiro lasciò le rosee labbra carnose della cacciatrice. Anche lui, stesso tranello. Possibile che entrambi i suoi migliori amici fossero affetti della stessa incapacità quando si trattava di scegliere le persone giuste? E ora come poteva dirglielo? Come poteva essere proprio lei quella che avrebbe infranto le sue aspettative, il suo cuore?
    «Lo so che non la sopporti, sei stata molto chiara, ma nemmeno la conosci.» Scattò immediatamente lui quando la Grifondoro toccò l’oggetto del suo desiderio. Il sopracciglio della Johnson ebbe un fremito d’indignazione, tuttavia, abbassò lo sguardo. Nathan era l’ultima persona – così come lo era stata Halley – con cui voleva litigare. Teneva al loro rapporto, era prezioso, per cui si zittì istantaneamente. «Non come la conosco io almeno» nascosta com’era dall’inclinazione del suo viso tirò le labbra in una smorfia amara. Era sicuro di conoscerla davvero? O conosceva solo la maschera da smorfiosa che Rain propinava a tutto il pubblico maschile. Possibile che i ragazzi soffrissero di memoria a breve termine? Possibile che non l’avesse notata fare la gatta morta con mezzo castello? Lei sì, lei l’aveva vista eccome soprattutto con quel colosso del cacciatore dei Serpeverde, a braccetto con lui mentre il tipo faceva di lei ciò che voleva senza il minimo pudore. Non sopportava quelle scene quando le si presentavano davanti lo sguardo, la privacy sapevano cosa fosse? Chiaramente no come chiaramente Nathan non aveva nemmeno lontanamente intuito l’interesse di Victoria nei suoi riguardi che lo gettò nel panico più totale. Grace allungò le mani cercando di confortarlo al meglio che poté. Si sporse verso di lui tuttavia non arrivando mai a toccarlo.
    «Io non lo sapevo, dovrei scusarmi? Dovrei parlarle? Grace, che devo fare?» Cominciò a farneticare completamente scioccato. La Grifondoro scosse il capo. «No, lascia stare. Non fare niente.» Fece attirandosi la reazione ancora più scioccata dell’altro. «Ormai è fatto e Vic è una persona orgogliosa. Negherebbe tutto. Non ha senso.» Lo avrebbe mangiato vivo nella collera come aveva fatto peraltro con lei. «Le passerà, è una tipa forte ma Nate, davvero?» Davvero s’era preso una sbandata per Rain Scamander? Il tutto era forse più grave del previsto tanto che anche lei sbraitò.
    «Tu avrai tutti i tuoi motivi per avercela con lei o trovarla odiosa, ma non è quello che vedo io» Roteò lateralmente gli occhi. Uomini: una ragazza mezza svestita sbatteva le ciglia e subito ai loro piedi. Sinceramente lo pensava migliore di così ma a quanto pareva era un caso disperato tanto quanto il loro capitano.
    «Non ti so dire esattamente cosa, magari ci vedo tutto quello che non riesci a vederci tu.» Mh. Aveva qualche dubbio, decisamente più di uno e per mera curiosità avrebbe tanto voluto indossare le lenti colorate che permettevano di vedere quell’arpia nel modo in cui la vedevano i maschi. Era davvero estremamente scettica e per questo forse appariva lei stessa antipatica in primis. «Non è lo stesso con il tuo Mike?» Il nome risuonò come un amo gettato a richiamarla dai cattivi sproloqui interiori che avevano preso piede. Incontrò il suo sguardo limpido arrossendo di un poco al nome del suo ragazzo che, come sempre, le suscitava un’alterazione a livello del ritmo cardiaco.
    «Non che mi sembri un cattivo ragazzo», il sopracciglio della Johnson si sollevò scattando immediatamente sulla difensiva. Guai a toccarle il suo Mike! «Quanti a parte te possono vantare una conoscenza? Non potrebbero farsi idee sbagliate su di lui come tu te ne fai su di lei?» Le intenzioni bellicose immediatamente si sgonfiarono lasciando spazio a quelle riflessioni che proprio il Knox era in grado di farle mettere in atto. Aveva ragione. Aveva dannatamente ragione e l’esempio chiaro e lampante lo aveva proprio in Halley che non riusciva nemmeno lontanamente a vedere di buon occhio il cacciatore verde-argento nonostante la frequentazione in atto con il di lui fratello. «Okay, okay» sollevò le mani in segno di resa porgendo un ramoscello d’ulivo con una battuta atta a schernire tutta la situazione. Possibile che di due migliori amici, due su due, fosse pessimi nelle scelte sentimentali? Nathan rise e con lui anche gli angoli delle labbra della Grifondoro si sollevarono. Pace fatta.
    Ascoltò il suo breve racconto notando con una certa inquietudine come lo sguardo di lui s’illuminasse raccontando dell’altra, come i suoi lineamenti s’addolcissero e le guance prendessero il familiare colorito che faceva di entrambi due libri aperti. Era cotto, cotto totalmente per la Scamander e questo rendeva il suo compito ancora più mesto, difficile soprattutto quando la temuta domanda arrivò bussando cristallina alla porta: Rain andava con tutti? Era una poco di buono? Lo sguardo della Johnson si perse in qualche dettaglio del tutto superfluo della divisa dell’altro mentre rovistava nella sua mente in cerca delle parole migliori con la quale indorare la pillola. Rain era una poco di buono. Lo era dannazione e non sopportava che l’altro fosse stato così cieco fino a quel momento quando l’altra non si era manco mai presa la briga d’essere più discreta.
    «Nate...» odiava con tutte le sue forze la posizione nella quale la Scamander l’aveva messa. Proprio al suo amico doveva puntare?! «Credimi ti voglio bene ma non so come dirtelo» in un modo che facesse quanto meno un male minore. «Lo penso perché l’ho vista.» Bomba sganciata pronta ad entrare in collisione in tre... due... uno. Si sentì male per la piega in cui tramutò il volto dell’altro ma doveva sapere. Doveva sapere a cosa andava incontro. «Dragonov su tutti ma l’ho vista anche con altri. Nate non direi mai una cosa così di qualcuno ma Rain è... così. Forse nemmeno lo fa a posta.» Cos’era? Un tentativo di spezzare una lancia in suo favore? «Ma non credo proprio sia una persona fedele.» Concluse e poi, in un impeto di sentimento cercò le mani del ragazzo nel tentativo di stringerle, di fargli forza. «Sta attento con lei, non voglio tu ti faccia male ma dovevi saperlo» e le dispiaceva con tutto il cuore essere proprio lei il boia.


    Edited by Dragonov - 7/1/2024, 18:35
     
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11 replies since 18/10/2023, 06:43   271 views
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