Million reasons

with Nathan

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. yourgrace.
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Grifondoro
    Posts
    301

    Status
    i'm sleeping
    grace
    C’era una volta nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts una ragazzina appartenente alla casa di Godric Grifondoro che si aggirava per il castello con lo sguardo corrucciato, il labbro sporto in fuori ed una raccolta di due grossi volumi scolastici stretta al petto con l’aggiunta di una pergamena arrotolata incastrata sottobraccio. La giovane Grifondoro camminava pensierosa poiché, in seguito al falò d’inizio anno, i primi grattacapi avevano cominciato ad arrovellarsi nella sua testa e necessitavano d’essere sbrogliati. Si era augurata che il nuovo anno fosse più tranquillo, ricco di gioia e con la tranquillità in più data dalla convinzione, almeno superficiale poiché in fondo al suo cuore la verità era un’altra, di un rapporto stabile eppure, sin dal primo giorno d’arrivo, le cose avevano cominciato a complicarsi. Dapprima proprio con il bel Serpeverde con la quale non aveva ancora trovato occasione e voglia per sedersi e parlare ma parlare davvero e come ci si sarebbe aspettato da parte di entrambi poiché da ambo le parti c’erano dei conti in sospeso e rispettive omissioni che avrebbero richiesto una presa di posizione e soprattutto della sincerità o il loro rapporto ne avrebbe risentito a lungo andare. Troppi non detti e troppe omissioni nascoste dietro un “è tutto okay” o un caldo sorriso seguito da una carezza. Grace di questo ne era stanca: i silenzi avrebbero ammazzato ciò che avevano che sapeva essere speciale e lei aveva già visto una storia – la sua – finire proprio per colpa di questo e di ideali con la quale l’altra parte l’aveva rivestita. Non avrebbe più commesso gli stessi errori uno perché teneva a Michael più di quanto fosse in grado di concepire e due perché si reputava migliore di così, degna davvero delle confidenze dell’altro altrimenti, il loro, che diamine di rapporto sarebbe stato? E proprio per questa ragione, in parte, era arrabbiata proprio con il Serpeverde. Al falò aveva fatto un casino seguendo Victoria, scegliendo di occuparsi di lei e del suo cuore infranto, scegliendo di mettere da parte colui per la quale il suo di cuore faceva le bizze ogni qual volta si rivolgesse a lei o la sola presenza si manifestasse all’interno di una stanza. Invece lo aveva piantato in asso, lì, al falò, e per questo forse era stata effettivamente pessima e degna del fastidio dell’altro ma quando era tornata del ragazzo per cercare di scusarsi e chiarirsi dell’altro non c’era stata traccia così come nei pochi giorni trascorsi da quel momento. Michael, non aveva provato a cercarla. O almeno questo era ciò che aveva percepito lei osservando la sua algida figura – di nascosto – a lezione. Che fosse così arrabbiato? Lo capiva ma solo in parte. Se da un lato si malediva per aver incasinato le cose tra loro dall’altro le dava rabbia il modo in cui lui aveva scelto di starsene per conto suo sparendo dai radar e non provandoci nemmeno. Tutte quelle belle cose che le aveva detto allora? Chiacchiere? Più pensava a questo e più avvertiva le mani prudere, pizzicare. Era stata una scelta così imperdonabile “salvare” un’amica? Perché questo aveva fatto con la Serpeverde. Victoria aveva avuto – lo aveva sentito – bisogno di lei e dentro di lei era nata come una forza inspiegabile ed innegabile che l’aveva spinta al di sopra della sua volontà a raggiungerla obnubilando i sensi e mettendo qualsiasi altra cosa in secondo piano persino lui, il ragazzo dei suoi sogni.
    «Mmmh!» Esordì in uno sbuffò deciso piantando il piede e di riflesso la sua persona nel bel mezzo del corridoio ricevendo l’urto di chi le era immediatamente dietro e non aveva avuto modo di deviare all’ultimo secondo. «Eccheccazzo oh!» Fu la reazione del tizio che spalancò le braccia in sua direzione esprimendo dei sottintesi abbastanza palesi nella sua posa ed espressione. «Scusami!» Replicò di rimando la Grifondoro sbarrando gli occhi quasi si fosse appena svegliata da quell’incanto che erano i suoi pensieri. Si era chiusa nella sua dimensione. Si spostò a lato del corridoio guardando sfilare le persone e, mordicchiandosi il labbro inferiore, sbuffò indecisa sul da farsi salvo individuare poco più avanti la scala che portava ai piani superiori e alla torre di Astronomia; lì se fosse stata fortunata avrebbe trovato della vera pace e avrebbe potuto riflettere su quale sarebbero state le mosse migliori da portare avanti.
    Si buttò nel marasma “navigando” controcorrente fino a raggiungere la scalinata e lì, con un po’ di buona lena, si lanciò verso gli infiniti scalini prendendo la salita come un aggiuntivo allenamento cardio che avrebbe potuto vantare alla sua despota preferita che già non vedeva l’ora di ricominciare gli allenamenti della squadra di cui programmava il calendario serrato. Dovevano rimanere campioni, certo, corretto, ma avrebbe voluto arrivare viva ai diciott’anni!
    «Oooh!» Esclamò in uno sbuffo una volta giunta alla fine della faticata e senza preoccuparsi che il posto potesse essere occupato – non aveva sentito la voce della Garcia – aveva spalancato la porta gettando i suoi averi sul primo banco salvo poi fermarsi quando aveva individuato la figurati di Nathan seduta sul cornicione.
    «Tu!» Esordì ricolma di stupore ma riprendendosi subito aggiunse «ecco dov’eri finito. Ti stavo cercando!» Non era vero, almeno inizialmente, ma lo era diventato nel momento in cui la Johnson aveva riconosciuto la figura del compagno Grifondoro in quanto nei suoi programmi ed arrovellamenti era anche previsto un consulto ed un confronto con l’amico. «Che ci fai quassù tutto solo?» Lo affiancò prendendo deliberatamente posto di fronte a lui sul cornicione a strapiombo verso il vuoto ed il Lago Nero, «fuggi da Halley e dai suoi programmi d’allenamento? Perché io sì!» Rise allargando un caloroso sorriso verso il ragazzo. «A parte gli scherzi… mh…» Corrucciò la fronte indecisa sul come affrontare l’argomento senza aggredirlo o che. «Non so come iniziare o come dirlo, per cui prendi con le pinze il modo» mise le mani avanti e chinando il capo sollevò lo sguardo negli occhi limpidi del ragazzo. «Mi spiegheresti cos’è successo alla festa?» Una pausa. «Ho notato una certa tensione nell’aria» dove quella tensione prendeva il nome di Victoria Crain ma giudicando che non fosse, almeno inizialmente, il caso di fare il nome dell’amica avanzò il discorso rimanendo generica. Per cominciare. Aveva sentito la campana, sconvolta, della Serpe ma ora necessitava anche di avere il suo di punto di vista per capire appieno cosa fosse successo e perché davvero era coinvolta quella stronza di Rain Scamander. Lui, con Rain… giammai!


    Edited by Dragonov - 28/10/2023, 20:45
     
    .
11 replies since 18/10/2023, 06:43   271 views
  Share  
.
Top