i wanna be yours.

with Hunter, Francia.

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    Serpeverde
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    Ricambiò il bacio non appena le sue labbra si posarono sulle sue e liberò il polso dalla sua presa, intrecciando le dita e sospirando pesantemente mentre cercava di calmare i battiti del suo cuore impazzito. Non era passato molto da quando l'aveva fatto suo, lo voleva ancora, e Hunter aveva espresso, senza troppi giri di parole, il suo stesso desiderio. Tuttavia, Daphne aveva preferito darsi un contegno almeno per adesso. Volveva riprendere il controllo di sé stessa perché per il modo in cui si era lasciata andare, con lui, non sembrava neanche più lei. Si era lasciata travolgere da una passione che nemmeno sapeva di avere, urlando, e a volte sussurrando, il suo nome, finendo anche per dar voce ai sentimenti che, per mesi, aveva cercato di sopprimere. Era tutto così perfetto da sembrare irreale. Eppure, mentre respirava il suo profumo, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, si convinse della veridicità di quello che era successo, perché la felicità che stava provando non poteva essere falsa. Gli diede un leggero bacio sulla spalla quando pronunciò il suo nome, detto da lui aveva un suono più bello. Coprì entrambi con una coperta mentre lo ascoltava raccontarsi. Le parlò del padre, della sua passione per il basso e di come gli avesse insegnato a suonarlo, magari proprio in questo cottage di montagna in cui l'aveva portata. Si fece più vicina e gli accarezzò un braccio, incantata dal suono della sua voce che la cullava insieme al vento gelido che soffiava fuori. Stava così bene che sorrise senza motivo, stringendosi ancor di più a lui e sollevando il viso per guardarlo diritto negli occhi. Istintivamente gli tirò un riccio e lo baciò sul mento, per il semplice gusto di farlo. «Adesso direi che lo sai suonare piuttosto bene.» Ricordava ancora il suono basso e malinconico di quella canzone alla Stanberga che, poi, aveva cantato svelando il suo segreto, qualcosa di cui neanche sua nonna era a conoscenza. Era stato per puro caso, però, ripensandoci adesso, era felice fosse stato lui a scoprirlo visto i recenti risvolti. «Ci torneremo presto allora.» Si sporse leggermente in avanti e sancì quella promessa con un bacio. Sembravano pensarla allo stesso modo su tutto e il fatto che anche lui vedesse un futuro con lei, le riempì il cuore di gioia. Da quanto tempo non mi sentivo così? Aveva quasi dimenticato quanto bella potesse essere la felicità, la spensieratezza e l'avere qualcuno con cui condividere qualcosa. I suoi genitori l'avevano trasformata in una bambola priva di sentimenti e, probabilmente, se non si fosse aperta in quel modo con Hunter sarebbe annegata completamente nell'oscurità, perché l'odio che provava nei confronti di sua madre era talmente forte da accecarla. Quella era l'unica emozione che, in anni, era prevalsa. Per il resto aveva vissuto la sua vita nell'indifferenza più totale da quando sua nonna era morta, e solo dopo essersi trasferita ad Hogwarts aveva iniziato a essere meno sulle sue e più aperta verso il prossimo, anche se faceva ancora molta fatica a fidarsi delle persone. E c'era il rischio che un ennesimo tradimento l'avrebbe trasformata completamente in una statua di ghiaccio. In quel rapporto che stava costruendo con lui stava rischiando, si era resa vulnerabile sotto molti aspetti, ma era sicura che Hunter non l'avrebbe ferita, almeno non di proposito. Forse anche per questo si era sentita libera di raccontargli del suo passato, poco per volta, anche se molte cose le avrebbe comunque tenute per sé. Non era facile dire a qualcuno che sua madre era un'assassina, persino lei che l'aveva vista uccidere due persone in prima persona, spesso, faceva fatica a crederlo.
    Non rispose alle domanda di Hunter, si alzò per prendere il suo regalo e quando si voltò per tornare da lui, i suoi occhi verdi si soffermarono su varie parti del suo corpo. Conosceva bene quello sguardo, quell' intensità e le venne naturale inumidirsi le labbra mentre faceva lo stesso. Rimase immobile a fissarlo per qualche secondo, poi scosse leggermente la testa per uscire da quella specie di ipnosi in cui era caduta e lo raggiunse. Non si aspettava un regalo di compleanno e la sua espressione sorpresa ne era la conferma. Gli fece cenno con la testa di aprirlo e, quando lo fece, sorrise. Doveva essergli piaciuto. «Non so se ne hai già una, nel caso puoi conservarla. Dentro c'è anche un plettro blu.» Che adesso stava rigirando tra le dita. Suo cugino aveva seguito alla lettera le sue indicazioni e aveva scelto bene, ma non si aspettava niente di meno da un musicista. Hunter era rimasto senza parole, non sapeva cosa dire. Allungò una mano e gli spostò una ciocca di capelli, accarezzandogli delicatamente una guancia con il pollice. «Sono contenta che ti piaccia.» Lo era davvero. Quel momento sospeso venne interrotto quando il corvonero si avventò sulle sua labbra con una certa foga, costringendola a sdraiarsi e a poggiare la schiena contro il divano. Era di nuovo sopra di lei e Daphne, senza attendere oltre, affondò le mani nei suoi capelli e ricambiò il bacio con la altrettanta intensità. «Fai pure.» Gli sussurrò prima di tornare a baciarlo. Gli cinse la vita con le gambe e si lasciò travolgere dalla passione ancora una volta.

    Daphne dormiva beatamente tra le braccia di Hunter. In realtà, era già sveglia ma non le andava di aprire gli occhi, voleva godersi il calore del suo corpo un altro po'. Ieri notte non le aveva dato un attimo di tregua, l'aveva fatta sua a più riprese e solo alle prime luci dell'alba avevano smesso di nutrirsi di loro stessi. Sentì il suo tocco delicato e sorrise appena, muovendo leggermente la guancia contro il suo petto. Il grattare di una porta e l'ululare di un cane, le fecero aprire gli occhi, i quali si specchiarono in quelli verdi di Hunter. Con la luce del sole erano ancora più chiari. «Mmh.» Era ancora assonnata, ma accolse di buon grado il suo bacio del buongiorno. «Anche a te.» E tornò ad appoggiare la testa sul petto pronta a riaddormentarsi, stava così bene che qualche altra ora di sonno se la sarebbe fatta volentieri. I suoi piani, però, andarono in fumo quando la sua principale fonte di calore cominciò a muoversi, ritraendo il braccio da sotto al suo collo e mettendosi a sedere. A quel punto riaprì gli occhi e si raggomitolò sotto le coperte mentre Hunter si alzava. Lo osservò camminare per la stanza, perfettamente a suo agio e quando aprì la porta per far entrare Whisky, sorrise nel vederli interagire tra di loro.
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    Poco dopo l'husky andò a fare le feste anche lei, così non ebbe altra scelta che buttare le gambe fuori dal divano e sedersi per accarezzarlo. «Che entusiasmo!» Rise di gusto e affondò anche l'altra mano nel suo morbido pelo. «Assolutamente sì, dammi due minuti.» Si rivolse a Hunter che era già sparito in cucina. Si alzò, camminando a piedi nudi in quell'immenso soggiorno e aprì la sua valigia per prendere della biancheria pulita. Indossò un paio di slip, un reggiseno e una camicia oversize e dopo aver fatto un'ultima carezza a Whisky, si apprestò a raggiungere... il suo ragazzo? Poteva definirsi tale? Ci avrebbe pensato più avanti, adesso non era il caso. Passando di lato ad una grande libreria, si accorse di una foto rovesciata. Non voleva invadere la sua privacy, ma la sua curiosità ebbe la meglio, così la sollevò e la studiò con attenzione: al centro c'era una bellissima donna con gli stessi colori di Hunter, anche il sorriso era simile. Sua madre. La osservò qualche altro istante prima di riabbassarla. Ci sono ancora così tante cose che non so di te, ma posso aspettare. Abbiamo tempo. Con quel pensiero in testa, entrò in cucina e gli gettò le braccia al collo, baciandolo con dolcezza.



    Role conclusa. <3


    Edited by Daphne. - 18/4/2023, 01:26
     
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30 replies since 14/12/2022, 00:39   697 views
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