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.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Mercel, se lo bacia con piacere (LOL) e quando vede Will baciare Mack, decide di salvare la ragazza (?) da quella farsa, portandola via. Quindi interegisce con Mack e con Will.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagito con Mac, Rain, citato Marcel..
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.Il bacio, quel momento intenso e piacevole che entrambi avevano vissuto qualche attimo fa, venne interrotto dall'arrivo di Rain. Il suo arrivo fu come un fulmine al ciel sereno. «Rain cosa...?» Il tempo di porre quella domanda non lo ottenne perché si ritrovó a dover assistere ad uno scontro senza eguali, dove la terza in comodo era proprio lei. Le parole di entrambi arrivarono alle sue orecchie facendo crollare, pezzo dopo pezzo, tutto ció che si era costruito durante quella festa: il legame con Will, la loro connessione, la gioia di aver partecipato a quella festa a cui teneva cosí tanto, l'atmosfera, il bacio con il tassorosso. Tutto era stato ridotto in brandelli, un po' come si sentiva anche lei. «Will che cos'é questa storia?» Domandó incredula dep fatto che uno come Will potesse fare una cosa del genere, cercando un appiglio nei suoi occhi. L'aveva usata. L'aveva usata perché nella sua testa c'era un'altra ragazza, perché il suo cuore apparteneva a Rain, perché la serpeverde aveva scelto un altro piuttosto che Will.
«Non ci credo.» Mosse un passo all'indietro, fermandosi vicino alla ragazza dai capello rossi a cui rivolse uno sguardo dispiaciuto. La guardó forse a lungo, prima di allontanarsi anche da lei. Se soltanto avesse saputo, non l'avrebbe mai tradita, non si sarebbe mai palesata al ballo con Will. Lei non voleva essere quel genere di amica e avrebbe fatto di tutto pur di farsi perdonare da Rain. Voleva creare un rapporto duraturo e leale ma come poteva farlo se l'aveva tradita? «Dio, che disastro.» Commentó a se stessa mentre si passó una mano tra i capelli in maniera distratta. Le sembrava di essere tornata alla sé di Ilvermony e anche se quello che aveva fatto nella sua precedente scuola era di gran lunga peggiore rispetto a quanto successo qui, si sentí comunque uno schifo. Devo andarmene. Si, doveva andarsene perché non ne poteva piú di quello stupido ballo. Ma chi gliel'aveva fatto fare di parteciparvi? Chi? E quando Will la mise davanti ad una scelta, fu quello il momento in cui non capí piú nulla. La testa inizió a vorticare precipitosamente, dei tremori si espansero dalle mani lungo tutto il braccio, il battito cardiaco aumentó i battiti giá agitati della corvonero mentre le mani presero a sudare. Stava per avere un attacco di panico e non sapeva come gestirlo perché quella era la prima volta che ne aveva uno. Era giunto il momento di filarsela. «I-io voglio stare da sola.» Fu l'unica cosa che riuscí a dire prima di iniziare a correre verso l'uscita della sala grande, senza rivolgere uno sguardo a nessuno. Come poteva scegliere tra chi aveva tradito e chi l'aveva usata? Non poteva. Arrivata all'uscita, appoggió una mano al muro per facilitare i suoi tentativi di liberarsi da quegli stupidi tacchi prima di riprendere con la sua corsa verso la salvezza. Speró vivamente che in camera non ci fosse nessuna delle sue compagne perché non voleva che la vedessero in quello stato. Si chiuse la porta alle sue spalle e finalmente riprese a respirare normalmente, un pó affannata per via della corsa appena compiuta. Lanció le scarpe contro la parete opposta e si tolse la collana, lanciando anch'essa per terra in un momento di frustrazione. «No, no, no. Accidenti!» Esclamó quando vide la collana rompersi a metá. Si piegó sulle sue ginocchia, raccogliendo l'oggetto ormai perduto che si strinse al petto. Poi si rialzó e andó verso la scrivania, aprí il cassetto e prese un pezzo di carta: doveva scrivere alla madre e raccontarle di come stavano le cose. Mamma odio questa scuola, non c'é niente che vada bene. Le mie compagne di stanza sono fredde e non c'é nessun modo per parlare con loro, non riesco a fare amicizia con nessuno perché tutti sembrano essere troppo impegnati con se stessi e vuoi sapere come é andato il ballo? Una delusione totale. Sono stata usata da un ragazzo per far ingelosire quella che dovrebbe essere una mia amica. Mi sento sola, anzi, sono sola. Portami via, ti prego. Una lacrima rigó il suo volto, cadendo proprio sulla parola 'sola'.SPOILER (clicca per visualizzare)Mackenzie Rosier, III anno, corvonero.
Bene. Mackenzie ha ufficialmente lasciato il ballo dopo aver assistito alla sceneggiata tra Will e Rain. In camera, poi, si lascia andare ad un piccolo mental breakdown.
Edited by mackenzie. - 14/1/2023, 09:32. -
.Prendo molto sul serio quel che mi dice: la spiegazione sul perché delle maschere ad un ballo di Natale. Nello specifico, mi concentro per seguire il suo ragionamento. Assottiglio lo sguardo, inarco appena il sopracciglio, sollevo il viso un po' più a destra. Annullo ogni stimolo esterno per concentrarmi solo su di lei. La professoressa Vane parla senza guardarmi e nel frattempo mi racconta che, secondo il suo punto di vista, le maschere questa sera sono servite a tutti per nascondersi da una delusione cocente, distaccarsi da una serata dal risvolto terribile, alienarsi. Continuo a non capirne la ragione: perché prendere parte ad un ballo a coppie se non lo si vuole ricordare? Perché presentarsi con qualcuno se poi non si vuole averci avere più nulla a che fare? A maggior ragione, perché voler deludere qualcuno di proposito e usare una maschera come escamotage per la propria coscienza? A quale scopo? Sono confuso, più di prima se possibile. Boccheggio qualcosa, un "beh" incomprensibile che introdurrebbe nuove domande a cui non sono sicuro la professoressa sia disposta a rispondere. Ho poco tempo da dedicare a queste nuove perplessità filantropiche, comunque: le chiedo, alzando la voce oltre il mio normale, immediatamente di uscire dalla Sala Grande. Anche se non me l'ha chiesto direttamente, è evidente che anche lei voglia salvarsi da questa serata terribile. Deduco che sì, il Guaritore si sia rivelato un pessimo ballerino: per spingerla a voler dimenticare deve averle pestato i piedi chissà quante volte. Per avvalorare la mia tesi, abbasso lo sguardo verso le sue scarpe alla ricerca di qualche ammaccatura o macchia, mentre le porgo la mano ed attendo che accetti. E lo fa.
Le dita sottili si fermano sulle mie; scivolano delicatamente verso il palmo, in un tocco che, mi sorprendo, mi scalda. Le avvolgo con una stretta altrettanto leggera ma comunque salda, il pollice fermo sulle sue nocche. La guardo in viso: sorride.
Lo prendo come un buon segno: immagino sia felice di seguirmi e istintivamente lo sono anch'io.
C'è un istante in cui non so cosa fare: quando è in piedi di fronte a me e la sua mano è ancora nella mia. Mi sento preso in contropiede, sono titubante davanti alla prospettiva di perdere questo briciolo di calore piacevole e nuovo... Diventa inevitabile quando entrambi ci ritroviamo a guardare la stessa cosa e chiederci - io almeno lo faccio - se sia strano e, automaticamente, quanto. Ritiro la mano in uno scatto quasi repentino e la nascondo sotto il mantello, dietro la schiena. Le indico di precedermi allungando il braccio sinistro ma prima di seguirla mi concedo un secondo per schiarirmi la voce e, perché no, anche le idee.
All'interno della Sala Grande, le coppie superstiti avrebbero continuato a volteggiare e saltare a ritmo di musica fino a notte inoltrata; si sarebbero lasciati coccolare da morbide e ben assortite leccornie e, se abbastanza fortunati, dalle braccia della persona amata.
Altri invece avrebbero dovuto, loro malgrado, fare i conti con le dure conseguenze di un cuore spezzato.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce con Liv e insieme a lei esce dalla Sala Grande.
Edited by Il bibliotecario. - 14/1/2023, 14:46. -
.Convenevoli, convenevoli e ancora convenevoli. Viole era abituata ai convenevoli, una vita passata ad essere istruita per ricoprire un ruolo preciso, al punto che per lei era ormai una seconda natura.
Sorridere, annuire, il giusto cenno col capo e la giusta parola al momento giusto. Una danza su tempi precisi, quattro quarti che correvano rapidi tra armature di seta e taffetà.
E se quell’insegnamento le era servito a qualcosa, allora le era servito ad evitare che la sua faccia assumesse un’espressione corrucciata di fronte alle parole, piene di buone intenzioni, di Grace.
“Grazie.” Rispose con un’espressione inintelligibile, un lieve sorriso che nascondeva il suo fastidio.
Non era servito a nulla prendere il boccino, quindi perché la grifondoro tirava fuori qualcosa di così inutile in quel momento? In realtà era colpa sua, in realtà, avrebbe dovuto fingere di non riconoscerla, sarebbe stato più semplice. Solo il timore di apparire scortese l’aveva fermata dal mettere su quella farsa.
Non perse neppure tempo a spiegare che no, non era più la cercatrice di tassorosso, aveva lasciato il ruolo – sebbene non ancora ufficialmente – ormai da settimane.
Una singola partita le era certamente bastata e avanzata per capire di non essere interessata a praticare quel particolare sport.
“Ti ringrazio, anche tu sei molto bella.” Avrebbe poi aggiunto, portando il discorso su argomenti più piacevoli e meno controversi, non c’era cosa più maleducata che essere gradevoli e controversi durante un’occasione mondana. O così la pensava la sua matrigna.
Sembrava però che nella famiglia Barnes non fossero dello stesso avviso. Viole e le sue sorellastre, per quanto profondo fosse il disprezzo tra loro, non avrebbero mai osato esporre i loro problemi familiari a quel modo.
La loro famiglia doveva essere molto più rilassata in quel senso.
Sfortunatamente la questione del quidditch, nonostante il suo tentativo di cambiare discorso, sembrò destinata a tornare quando Harry ritirò fuori la sua presunta bravura sulla scopa. Presunta, appunto, perché fosse stata capace davvero il boccino sarebbe stato suo più in fretta e così la vittoria.
Viole non era davvero tipo da prendere bene la sconfitta, neanche a distanza di mesi. In realtà, fosse dipeso da lei, avrebbe evitato di anche solo nominare il quidditch per il resto dell’anno scolastico. Avrebbe anche volentieri evitato le ragazze di grifondoro, ma sapeva di non poterlo fare e in fondo in fondo non era così rancorosa da non poter neanche tollerare la loro vista.
Due cose successero però a quel punto: la prima fu che Harry allungò la mano per scostarle i capelli, un gesto sorprendentemente intimo che non mancò di sorprendere Viole, al punto da farla leggermente arrossire e rivolgere al ragazzo una rapidissima occhiata sorpresa, rapidissima sì, perché subito la sua attenzione fu rapita da un fascio di luce che si accese sulla grifondoro di fronte a loro.
Una serenata in stile babbano, qualcosa che Viole aveva visto solo nei film babbani di Yvonne e mai dal vivo.
Il colpevole – se così lo si poteva definire – era una faccia nota, Mars, anche lui un tassorosso, ma con cui Viole non si era mai associata in alcuna maniera, il ragazzo era troppo eccentrico per la timida concasata, inoltre qualcosa in lui gli ricordava la sua ex – sono i tatuaggi, pensò – e lo spingeva ad evitare anche solo di guardarlo per caso.
La scena, per quanto romantica, era anche imbarazzante. Lei era lì con un altro, perché mettere su quello spettacolino? Se anche Grace e Mike fossero stati lì come amici sarebbe comunque stato… poco carino? Forse era una qualche battuta tra loro?
Viole non ne aveva idea, ma a giudicare dalla reazione del serpeverde la cosa non era stata recepita troppo bene. Lanciò quindi un’occhiata a Harry, come a chiedergli di allontanarsi, possibilmente in fretta.
Fortunatamente anche il suo accompagnatore sembrava essere dello stesso avviso perché insieme si diressero verso il tavolo delle bevande, non prima però di aver brevemente salutato chiaramente.
“Oh, no, non preoccupati. Ero solo un poco sorpresa dalla situazione.” Lo rassicurò con un mezzo sorriso, accettando al contempo però il bicchiere che lui le offriva.
Un primo sorso però quasi le fece perdere la compostezza, il sapore di alcol a buon mercato – quantomeno per gli standard della francese – che le inondava il palato.
Qualcuno aveva corretto le bevande e il gusto, be, ne aveva estremamente risentito.
“Ti ringrazio.” Disse comunque con un piccolo sorriso, decisa a berlo comunque, Harry infatti aveva agito con le migliori intenzioni e sarebbe stato scortese da parte sua gettare via la bevanda.
Inoltre – quando ancora si trovava a frequentare i locali con la sua ex – le era capitato di bere molto di peggio.
“Sì, ho notato che tra voi il rapporto è movimentato.” Non le era chiaro perché tra i due paresse esserci una simile inimicizia, Harry poteva essere un po’ distratto e sicuro di sé, ma non sembrava un cattivo ragazzo. Che Mike fosse davvero così problematico? Aveva sentito di un ragazzo problematico di nome Harris, che fosse Mike? O si trattava, come nel caso di suo padre Aster e sua zia Lis, di una questione di eredità? Sembravano tutte spiegazioni logiche.
“La mia famiglia possiede una emh, non sono certa di come si chiami in inglese.” Esitò per un momento, cercando le parole “Abbiamo una società che possiede la banca di famiglia e quote di maggioranza di altre società, uh, una holding finanziaria. Il termine inglese è holding finanziaria. Mio padre però preferisce occuparsi di politica. La tua invece? Avete delle attività, giusto? Il cognome non mi è nuovo.”
I Saint-Clement potevano essere purosangue e antichi ma non erano una famiglia nobile o illustre, non ne avresti trovati cercando tra le cronache dei maghi più famosi e potenti, ma una cosa li faceva primeggiare su molte altre famiglie più nobili: il potere brutale di una ricchezza favolosa.
Partendo dal bisnonno di Viole, Aster Saint-Clement anche lui, la famiglia aveva iniziato ad accumulare sempre più ingenti capitali, non di rado a spese di altre famiglie di maghi di ben più nobili natali, portando avanti politiche commerciali senza scrupoli.
Ad oggi la SCBI, Saint-Clement Banque Industries, vantava un valore multimiliardario e persino un reparto, totalmente in mano a sua zia Lis, impegnato in affari persino coi babbani.
Tutto ciò che possedevano, dal loro posto in società alle antiche ville magiche, era stato acquistato col vile denaro. Persino lo stemma di famiglia – lo stesso che Viole portava impresso sulla collana che portava sempre – era stato creato ad hoc meno di vent’anni prima quando suo padre aveva sposato la figlia di un duca, in un flebile tentativo di camuffare la natura borghese della famiglia.
Nel frattempo la festa procedeva senza apparenti problemi – o quantomeno senza problemi che loro da quella distanza potessero notare – con tanto di balletti improvvisati.
“Io lo trovo senza dubbio originale.” Commentò invece la giovane, abbandonando su di un tavolo il bicchiere finalmente vuoto. Era strano per lei pensare di essere lì, la sua prima vigilia di Natale sola, bevendo squallidi alcolici e non champagne insieme a suo padre e al resto della famiglia.
Erano vigilie felici? No, ma erano tutto ciò conosceva. E le mancavano.
“Addirittura igienizzare?” chiese leggermente sorpresa, ma a quanto pareva tra grifondoro e serpeverde non correva buon sangue, quindi Harry doveva riferirsi a quello. Era certamente un tipo drammatico.
Nonostante ciò non esitò a seguirlo in pista, posandogli delicatamente le mani sulle spalle per ballare con lui, stando però ben attenta a lasciare sempre tra i loro corpi un po’ di spazio, era pur sempre un ballo scolastico, inoltre non erano così intimi.
Però era bello ballare con qualcuno liberamente. Viole aveva preso lezioni di ballo da sala e studiato danza classica per molti anni ma raramente le era capitato di ballare con qualcuno, solo con la sua ex in pratica, ma allora la musica era stata molto diversa.
Sorrise spontaneamente al ragazzo, incontrando il suo sguardo, forse, se avessero avuto più confidenza, avrebbe poggiato la fronte sulla spalla, appoggiandosi a lui.
Una volta terminata la canzone si separarono e Harry si allontanò per prendere da bere. Viole considerò l’idea di fermarlo, non aveva voglia di bere ancora quella spazzatura, ma scelse di lasciar perdere, ribattendo semplicemente che l’avrebbe aspettato lì.
Rimasta da sola, inevitabilmente la giovane si ritrovò a pensare. Quale sfortuna esistere a livello dello spirito quando la mente è inquieta e inevitabilmente ti trascina altrove.
Immersa nei suoi pensieri non notò subito la piccola bolla di caos, anzi, si accorse di cosa stava succedendo solo nel momento in cui la musica cessò e poté chiaramente udire il mormorio acuto dei folletti della Cornovaglia.
Una ventina, forse persino di più, di piccoli corpi blu volava nell’aria. Qualcuno doveva averli liberati per fare uno scherzo e causare un po’ di panico.
La serata era ormai ufficialmente rovinata e Viole – assieme a svariati altri studenti – si affrettò a lasciare la sala per lasciare i professori ad occuparsi di quel piccolo ma fastidioso problema.
Le sarebbe piaciuto quantomeno salutare Harry, ma nella folla non ebbe modo di trovarlo e alla fine decise di lasciar perdere, ci sarebbero certamente state altre occasioni.SPOILER (clicca per visualizzare)Interagisce principalmente con Harry ma deve andarsene quando i folletti inviati da Harry invadono la sala. -
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Il Ballo di Natale 2022 è ufficialmente
CHIUSO!.