Once Upon a DecemberBallo di Natale ─ ufficiale.

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  1. acid rain.
     
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    Diamond Rain Scamander

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    Ahhhhhhh, dolce vendetta. Nel suo antro tetro, Rain, per giorni, aveva atteso uno straccio di invito da parte di Will, il Tassorosso con il quale aveva avuto un incontro ravvicinato nel mese di luglio. Un pomeriggio davvero degno di nota che aveva aperto, nella rossa, una veduta differente, convincendosi che qualcuno potesse andare oltre le apparenze e provare un reale interesse nei suoi confronti, senza ridurla a un mero pezzo di carne succulento da addentare alla prima occasione utile. Il tempo era trascorso, inesorabile, senza, però, portare buone nuove da parte del biondino che, al contrario, pareva essersi chiuso in un silenzio che, a parer suo, non lasciava spazio a dubbi. La realtà le era stata sbattuta in faccia, così, senza pietà, lasciandola stranita. Se da un lato aveva un buon ricordo del giovane Singh, dall’altro non riusciva a capacitarsi come, in tutti quei mesi, avesse potuto mantenere le distanze da lei, tanto da neanche invitarla a un evento a coppie. Stupida idiota. Probabilmente si starà sbattendo qualche Tassa dall’aria stralunata. Niente di più facile, in fin dei conti e, a dirla tutta, forse avrebbe dovuto fare lo stesso, così da gettare nel dimenticatoio colui che aveva percorso la strada dell’indifferenza. Fanculo!
    Si era mossa, dunque, di conseguenza, giocando d’astuzia e mettendo in campo quello che poteva essere una strategia per comprendere la vera natura delle attenzioni che le erano state riservate a tempo debito. Così, dopo una breve consultazione con le amiche, la Scamander, uscì dal suo guscio –fatto della ferma convinzione che l’uomo avrebbe dovuto sbattersi per invitare la sua bella ad un appuntamento- e si apprestò a mandare un gufinvinto, nientepopodimeno, a Marcel Anhalt-Dessau, uno dei ragazzi più sexy dell’intera Hogwarts. Senza troppi giri di parole lo aveva esortato ad unirsi a lei e, fortunatamente, la risposta affermativa giunse a destinazione, accompagnata da uno stupore collettivo da parte delle sue compagne di stanza, scettiche per via del fatto che i due si erano giusto incrociati a lezione, senza mai avere un contatto diretto che li legasse in qualche modo. Dettagli insignificanti.

    Il ventiquattro dicembre giunse, finalmente, così da porre fine a quei giorni caotici, caratterizzati da improbabili inviti e ormoni in subbuglio. La Serpe, munita di tacco dodici, rigorosamente rosso fuoco, camminava su e giù per la stanza. Nonostante fosse abituata a quel tipo di eventi, mancava dal giro da troppo tempo per vantare la somma tranquillità che l’aveva sempre contraddistinta quando, in compagnia dei genitori, si trovava immersa in elevate dosi di galateo e discorsi che superavano il suo limite di tollerabilità. Insomma, la bambina educata e reverenziale, aveva lasciato spazio a una ragazza terra a terra, incapace di sostenere sermoni privi di senso e, quindi, fuori luogo. Certo, una serata al castello, non aveva a che fare con cene di gala, volte a derubare gente ignara dei suoi averi. Insomma, cosa poteva andare storto? Non si trattava di malavitosi.
    Posizionò la sua figura davanti allo specchio, ammirando l’outfit scelto per l’occasione. Niente di complicato o impegnativo ma, in fin dei conti, sapeva che non sarebbe passata inosservata neanche volendo. Un velo di tristezza scese nei suoi occhi castani quando, improvvisamente, un ricordo le balenò in testa. Doveva avere cinque o sei anni e, in compagnia della sua famiglia naturale, aveva avuto il piacere di presenziare a un evento di Natale, per una raccolta fondi. Aveva ballato e vissuto quella serata come una bambina normale, circondata dall’amore e dalla spensieratezza tipica di quella tenera età. La stessa bambina che, qualche tempo dopo, si era ritrovata totalmente sola ad affrontare avversità che mai e poi mai avrebbe immaginato. Sbuffò sonoramente e si pettinò i capelli come Merlino comandava. Non lasciò nulla al caso e, con un colpo di reni, chiuse il cassetto dal quale aveva prelevato la maschera che avrebbe utilizzato –anche se ancora non aveva capito cosa ci azzeccasse con quel tipo di occasione-. “So già che sarà una serata di merda!” Affermò mentre si voltava verso Reina, l’unica delle sue compagne rimaste a Hogwarts per il periodo Natalizio. Certo, Daphne era partita per chissà quale avventura ma, alla fine, da lei non si aspettava niente di diverso. La perfettina Prefetta, aveva qualcuno in grado di amarla, al contrario di loro due che, nella vita, erano state abituate a cavarsela con le proprie forze. Roteò gli occhi e immagino come avrebbe potuto prendere la visione di Will in compagnia di un’altra ragazza. Non bene, ovvio ma, allo stesso tempo, provava un certo grado di felicità per essersi assicurata Marcel al suo fianco. Chiusa una porta, si apriva un portone.
    “Sei pronta?” Chiese alla Scott e, insieme, lasciarono il dormitorio, immergendosi nel caos della Sala Comune. “Ci vediamo più tardi!” Non aveva fatto molte domande, non le andava di ficcare il naso sul chi potesse essere il suo accompagnatore. Aveva altro per la testa e, infatti, proseguì il suo cammino da sola, diretta dove si sarebbe consumato il pasto e il seguente ballo –almeno, così le sembrava di aver capito-.
    Non le ci volle molto per raggiunse la Sala Grande. Le coppiette erano già presenti. Si guardò in giro, così da riuscire ad intercettare visi familiari ma niente. Si intrufolò tra la folla e, finalmente, intravide la Pierce. Un volto amico. “Ehi. Sei davvero bellissima!” Non l’aveva mai vista sotto quell’aspetto ma doveva ammettere che si trattava davvero di una bella ragazza. “Stai aspettando la tua dolce metà?” Chiese. Non aveva la benché minima idea di chi potesse essere la sua conquista ma, probabilmente, l’avrebbe scoperto di lì a poco.
    “Oh, è arrivato!” Alzò la mano per segnalare la sua posizione. Marcel, un ragazzo che, oggettivamente, avrebbe fatto sesso a chiunque, si muoveva verso di lei. “Buonasera, tesoro.” Lo salutò con quella confidenza che, diciamocelo, se l’era presa con la forza e, così da non farsi mancare nulla, si allungò per schiaffargli un bacio sulla guancia. Che si poteva fare? Rain era stata disegnata così, in tutta la sua splendida sfacciataggine che, forse, non tutti avrebbero apprezzato a pieno. Specialmente una persona.




    Interagito con Reina in stanza (PNG) una volta arrivata in Sala Grande, interagisce con Alexis e poi con Marcel al quale da un bacino sulla guancia <3 tiè!
    Vestito
    Maschera
     
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