Lezione di Trasfigurazione A.S.2022/2023Ammessi solo studenti fino al 3° anno

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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

    jaemin-na-jaemin
    L’occhiata di ALEXIS viene percepita dalla sua visuale periferica, subito recettiva nei confronti qualsiasi segnale di attenzione ricevuta. Dunque torna a sollevare un poco la testa, ricambiando per un istante lo sguardo della Grifondoro, interrogativo, prima di venire intercettato dal commento finale di una KENYA a metà fra il confuso e l’intimorito, stante di fianco a lui. Il busto allora si protende in avanti, sbilanciato nella sua direzione, così da poter ruotare il collo e piazzare il suo bel faccione esattamente davanti a quello di lei. Seguono interminabili secondi di suspence, in cui si limita a fissare gli occhioni a mandorla sui suoi, insistente e smanioso di sapere se ha dell’altro da aggiungere sul suo conto, per poi annuire debolmente con il capo e concludere con il proprio personale punto di vista a riguardo: [sexy]. Che non significa proprio niente, ma è tutto ciò che ha da dichiarare, ed è peraltro la stessa identica cosa che riferirà a RAIN a seguito della sua minaccia, a cui apparentemente non è affatto interessato. Saranno anche fattacci suoi se a scuola non riesce a rendere come si conviene, non gli serve una mamma “bis” a fargli la predica. Torna dunque al posto solo per abbandonarlo il minuto successivo, riportando il proprio culetto sodo alla prima fila con l’aria da funerale, ma non prima di averlo spinto indietro in direzione di CARRIE, così da permetterle di apprezzarne meglio la consistenza. Qui tenta di dare prova di grande maestria con la bacchetta (ma quando mai), cercando anche di ricostruire mentalmente la struttura di un pinguino, ma le distrazioni sono dietro l’angolo – anzi, precisamente dietro di sé – sicché finisce per deconcentrarsi e puntellarsi sulle gambe posteriori della sedia, dondolando fino al banco di HARRY. [Ouh, fa parte dell’esercizio!] ribatte fintamente piccato, prima di sfoderare un altro dei suoi migliori sorrisi. [A parte che mi piace il cazzo] ci tiene a sottolineare, abbassando la voce, prima di riportare il peso in avanti e sbattere sul pavimento le zampe anteriori della sua seduta. Ops. Ad ogni modo, con il cervello sovreccitato da tutti gli stimoli che lo circondano, fra balocchi ballerini e animaletti coccolosi, il suo esercizio non fa che rimarcare impietosamente quanto lui sia poco portato per la materia. Tant’è vero che quando si avvicina la PROFESSORESSA a controllare il suo operato, si sente in dovere di cercare un riparo oltre la schiena di SEAN, nascondendoci il viso, pronto a ricevere l’ennesima strigliata. Che però non avviene. [Ah…] ne è sorpreso, mentre riemerge dal suo nascondiglio efficacissimo, occhieggiando la donna incerto. [Yes, madame!] aggiunge però, sollevando il pollice della mancina. Ma… aspetta un attimo! C’è un pinguino rosa su quel banco! Quasi si schiaffeggia con ambe le mani sulle guance, incapace di contenere l'entusiasmo per la visuale celestiale di quell’esserino perfetto sotto qualsiasi aspetto – almeno per quel che ne pensa il coreano, che scatta infatti in piedi, per poter raggiungere ALEXIS appena dopo che la stessa è stata superata dalla docente. [Wooooooah!!!] sospira pure, gesticolando delle vampate d’eccitazione che dal petto salgono verso l’alto, mentre sposta le iridi dall’animale alla sua creatrice alternativamente, incapace di parlare per diversi momenti. [Come hai fatto? E’ fantastico, bellissimo, favoloso, superlativo!] sono solo alcuni dei complimenti che gli vengono alle labbra. Si accascia estasiato, cercando allora un sostegno – sia fisico che emotivo - direttamente sulla GRIFONDORO, cui circonderebbe le spalle con un braccio. [Ne voglio venti! …Me li regali?] chiede facendosi un po’ più piccolo e gonfiando guance e occhioni, ora unicamente rivolti verso la ragazza. [Oppure puoi portarmeli in visita al nostro covo segre…]. Bof. La Huxley ha finito il giro di ricognizione e ha ricominciato a spiegare, quindi gli tocca lasciare in sospeso tutti i suoi affari. Però, già che si trova lì, si mette a sedere direttamente sulle ginocchia della biondina (o per terra se questa dovesse scacciarlo via). Tra l’altro non è che riesca molto a seguire il filo del discorso, perché i suoi occhi e la sua mente sono ancora catalizzati dal pinguino, e inoltre di lì a una manciata di istanti deve spostarsi per l’ennesima volta, portandosi contro il muro. In punizione, tutta la classe. Brutti str… Ah no. E’ per il prossimo esercizio.
    Neanche qui presta la dovuta attenzione, però, perché si perde a giochicchiare con la staccionata, su cui si arrampica svariate volte, prima di puntare gli occhi sulla linea del collo, delle spalle e soprattutto sul culo di Marcel, dal quale non si distaccheranno fino al suo rientro fra i ranghi della squadra, accolto dal sincero giudizio del coreano: [Sei il più figo, saranghae!]. Quindi quando arriva il momento di scendere in campo non ha chiarissimo come debba svolgere il compito. Trasale con un’espressione sperduta sul viso che viene presto portato a fare una panoramica dei colleghi del suo lato, a cominciare da KYNTHIA, la più prossima a lui. [Mica hai capito cosa devo dire?] le domanda, porgendole l’orecchio sinistro, con la stessa mano che va a coprirlo lateralmente, a conchiglia. Dal compagno successivo, invece, si fa dare rapidamente delle dritte sul movimento della bacchetta, iniziando ad incamminarsi all’interno del recinto. Prima di sistemarsi a fronteggiare RAIN, comunque, scrutandola con aria di sfida e teatrale atteggiamento da cowboy pronto alla sparatoria più veloce del West, si gira per un ultimo istante alla volta del proprio team. [Allo’, gioco di squadra: se dovesse partire prima la sua, dateci di falsabuca, Impedimenta, quellochevivieneinmente] che lui non è mica sicuro di spuntarla. La cosa, in generale, non gli procurerebbe grossi disagi. Non è un tipo competitivo, ad eccezione che per le attenzioni di cui è costantemente alla ricerca, sicché di per sé se la prenderebbe pure comoda lasciando alla rossa la corsa per la vittoria. Tuttavia vuole sentirsi ispirato, e cosa c’è di meglio di un po’ di scompiglio casuale per gasarlo come si deve? E poi è stato detto di giocarsela sportivamente. Il gioco di squadra è il fondamento e apice dello sport. Quindi tutto regolarissimo, e ora che ha dato le sue personali istruzioni, può definitivamente concentrarsi sul blocco di legno che ha davanti. Chissà se Kynthia gli ha dato la formula corretta. Boh. Può sempre giocarsi la carta dell’imitazione della ragazza con cui si sta contendendo il successo di questa gara, aspettando di vederla in azione per poi emularla in tutto e per tutto. Specularmente. Visto? È pure intelligente…
    Insomma, è il momento cruciale. I piedi si ancorano bene sul terreno, la mano dominante porta la punta del catalizzatore nei pressi del legno, mentre le sinapsi cercano di convergere i pensieri in un’unica figura. Buoni, lo so a cosa state pensando, ma questa volta è sul pezzo. Partendo dall’impalcatura delle spesse corna, discende sul muso allungato, con grosse narici dalla sommità rossa e luminosa (Rudolf the red nosed reindeer), occhi piccoli e vispi, e una simpatica barbetta verso la parte bassa del collo. Segue la costruzione mentale del corpo massiccio e della codina a sbuffo, per terminare sulle zampe. Solo che qui ha la bellissima pensata di metterci del suo: al posto degli stinchi e degli zoccoli, dalle ginocchia si sviluppano quattro grosse ruote da cross collegate all’albero a gomito che dovrebbe trasferirne l’energia del movimento contemporaneamente a tutte e quattro le estremità. E’ talmente fiero del suo lavoro d’alta ingegneria (?) che si appresta a disegnare un’enorme W con la punta della bacchetta, articolando [Rangifer platyrhynchus] con trasporto e enfasi.

    Jaemin Wan – III anno – Serpeverde
    Vicino a Sean - davanti a Harry
    La prima parte è un veloce recap dell’interrogazione e del primo esercizio, durante i quali interagisce brevemente con: ALEXIS, KENYA, RAIN, CARRIE, HARRY, KORE.
    Dopodiché si sposta vicino alla parete di destra, gioca con la staccionata, interagisce con TUTTA LA SQUADRA (direttamente con KYNTHIA) e infine si butta nel tentativo del secondo esercizio su cui però lavora di fantasia, perché sì.


    Edited by Personaggio casuale - 16/12/2022, 22:41
     
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    ”Veramente ottimo, signorina Scamander. Continui così.” La Professoressa si sbilanciò in seguito al risultato ottenuto dalla rossa. Il pinguino se ne stava lì, davanti ai suoi occhi castani, ballonzolando allegramente e facendole venire voglia di abbracciarlo dolcemente. Rimase lì, a fissarlo per qualche istante, completamente rapita da cotanta tenerezza e, alla fine, allungò la mano, prestando attenzione a non spaventarlo, e con estrema delicatezza passò l’indice sulla sua testolina. “Sarà fatto, Signorina Huxley.” Rispose educatamente alla donna. Sì. Nonostante non nutrisse speranze per quella lezione, Rain, dovette ammettere che non era poi così male. Aveva sempre sottovalutato quell’ambito della magia ma, da quel giorno, sicuramente, si sarebbe impegnata ad apprendere più nozioni possibili per aggiungerle, poi, alla sua conoscenza generale che le sarebbe stata utile in futuro. Con la coda dell’occhio cercò di comprendere cosa stesse accadendo intorno a lei, senza porre attenzione sui particolari, avendo la terribile paura di incontrare la figura di qualche povera bestiolina trasfigurata male o malamente mutilata. No, il suo tenero cuore non avrebbe retto ad una visuale così tremenda. Sbuffò. Le energie che aveva speso, sia mentali che fisiche, l’avevano ripagata a, per questo, l’umore della giovane Serpe, migliorò particolarmente, permettendole di approcciarsi all’esercizio successivo in modo sicuro. Credeva nelle sue capacità ma, fino alla fine, non avrebbe mollato nulla. Neanche un centimetro e, soprattutto per il fatto che di lì a poco si sarebbe consumata una sottospecie di gara ed, in ogni cosa, lei avrebbe giocato per vincere e non di certo per partecipare. Tutte cazzate, visto e considerato che in ballo ci sarebbe stato anche un voto che sarebbe finito dritto a fare media con il resto. Rain aveva sbagliato parecchie volte, allontanandosi dalla scuola, studiando da privatista e perdendo un fottuto anno per la sua testardaggine. Mai più. Quella deviazione non avrebbe dovuto segnare il suo futuro. Tutto sarebbe stato diverso. Diede un piccolo buffetto al suo nuovo amichetto e si soffermò sulla spiegazione della docente che, con molta calma, scese nei particolari, sbattendole sotto al naso che avrebbe dovuto competere contro colui che, poco prima, aveva deciso di mostrare tutta la sua idiozia. Non poteva credere che facesse sul serio. Roteò gli occhi e seguì Alexis e il suo gruppo sul lato sinistro, arrendendosi al fatto di non potersi sottrarsi a quella specie di competizione voluta per testare, ancora una volta, la loro preparazione accademica.
    La dimostrazione fu alquanto avvincente. Le due piccole renne si diedero battaglia, fino all’ultimo respiro, per raggiungere quello che bramavano ardentemente. Carine, davvero tanto carine.
    Che Merlino gliela mandasse buona. Perdere contro a una persona che godeva nel rendersi ridicola, non poteva essere contemplato perché, semplicemente, non se lo sarebbe mai perdonata. Parola di Rain. Amen.

    Massima sportività? Meh.
    Fece un passo avanti in modo riluttante verso il recinto. Ben presto si trovo faccia a faccia con il coreano che, per un istante, le parve riservarle uno sguardo di sfida. Iniziò a dare aria alla bocca, invocando il gioco di squadra. Dissentì con il capo, glissando su tutta quella sceneggiata. Quel ragazzo non era degno della sua attenzione, soprattutto dopo aver fatto perdere alle Serpi così tanti punti che, se solo avesse potuto, li avrebbe vendicati a sberle –una per ogni punto-. Inutile. Chi nasce tondo, non muore quadrato. Ma ti fa perdere concentrazione, cretina! Giammai. Socchiuse gli occhi e liberò la mente da ogni insidioso pensiero che sarebbe potuto esserle d’intralcio nell’esecuzione dell’incantesimo. Come per il pinguino, si focalizzò sulla questione della complessità della materia. La Trasfigurazione e la sua poca precisione avrebbero potuto minare il risultato, portandola ad una possibile mezza riuscita che, per sua sfortuna, avrebbe fatto soffrire tremendamente la bestiola. Ancora una volta davanti al suo punto debole. Che dramma. Insomma, ci era riuscita poco prima, perché mai avrebbe dovuto fallire? Quando sollevò le palpebre, le sue iridi puntarono il blocco di legno che di lì a poco, puff, avrebbe cambiato forma se avesse avuto un briciolo di fortuna. Una renna. Oh, oh, oh… ovviamente alla mente balenò l’immagine classica delle renne di Babbo Natale. Quelle simpatiche bestiole, ridotte in totale schiavitù e costrette a tirare quell’omone e i suoi sciocchi regali. Ma davvero i bambini ci credevano? No. Lei aveva avuto modo di osservare da vicino quei maestosi animali, grazie ai lunghi viaggi intrapresi nei luoghi più improbabili (come la Norvegia), in compagnia dei genitori in tenera età, prima che l’abbandonassero a sé stessa. Pensa alla renna. La renna delle Svaldbard. Usa questo vantaggio e ricorda i particolari tipici do quell’animale. Più piccola di quelle normali.
    Testa arrotondata e sulla sommità vi sono posizionate le corna rivestite da peli. Il muso abbastanza grande nella zona delle narici e occhi piccoli.
    Il loro corpo era robusto, ma viste le dimensioni del blocco, il tutto sarebbe dovuto essere in proporzione. Certo, questo non prescindeva dal fatto che avrebbe potuto donare alla sua nuova creazione una muscolatura importante, capace di mantenere un passo spedito verso il suo premio finale. Nella sua mente, quindi, si immaginò le quattro zampette che, aveva ben presente non essere così lunghe –le quali terminavano con zoccoli di colore bianco- anzi, tutt'altro. Piccole dolci patate che già immaginava ballonzolare verso la meta. Insomma, poteva dire di essere abbastanza certa del suo pensiero. Nonostante pensasse che il colore non fosse così rilevante, Rain, pensò il simpatico animaletto munito di un folto mantello bruno e, sul collo, si allungava una specie di criniera. Chiaro?” Si stava auto convincendo della cosa, motivandosi e spronandosi verso la sicurezza che, vista la situazione, sarebbe stata necessaria. Ok. Ok. L’idea c’era, in fin dei conti, rimaneva solo mettere in pratica le direttive dell’insegnante per dare vita a quel blocco.
    Per la seconda volta estrasse la bacchetta, impugnandola come se fosse l’unica sua ragione di vita, una specie di ancora di salvezza che l’avrebbe portata al successo. Nella sua testa solo la figura che si era sforzata di ricreare. Il suo blocco era lì, davanti a lei. Immobile, inerme. Alzò il braccio con disinvoltura e, con destrezza –o, almeno, così pensava- disegnò quella che somigliava molto ad una W nell’aria mentre, la sua voce solenne, andava ad enunciare la formula: “Rangifer Platyrhynchus!” Stoccata secca, decisa. Rimase lì, in attesa. Era certa di aver fatto del suo meglio anche se, come nell’esercizio precedente, non riusciva a dare nulla per scontato, non quando si trattava di qualche cosa di necessario per lei. La speranza stava sempre nel vedere la sua creaturella, trotterellare verso la vittoria e, quindi, verso un ristoro meritato.


    Diamond Rain Scamander - III anno - Serpeverde.
    Interagito con la professoressa.
    Interagito con Alexis e, una volta raggunto il recinto, si schiera con la sua squadra e ignora totalmente Jaemin, fingendo che non esista. Si concentra e inzia il suo esercizio.


    Edited by black diamond. - 18/12/2022, 02:03
     
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    Alexis Pierce

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    Guardai il mio pinguino vivo e vegeto agitarsi stranito e cercare di annusarsi il manto che - a differenza dell'originale - era di un orrendo colore rosa acceso. Sprofondai nel mio banco, nello stesso momento in cui la professoressa si complimentò del mio risultato, divertita. Sospirai. «Ce l'avevo quasi fatta, ero a tanto così dal riuscirci!» dissi ad alta voce, tra me e me, prima di spostare lo sguardo sull'animaletto perfetto di Rain. Incredula, alzai le mani a mezz'aria come a volerle chiedere spiegazioni. «Come diamine ci riesci?» Non sapevo la rossa fosse tanto abile nella trasfigurazione, ma me ne sarei sicuramente ricordata, nel caso in cui avessi avuto bisogno di qualche chiarimento. Non che la professoressa Huxley non fosse disponibile, tutt'altro, però ci tenevo davvero a non sembrare totalmente negata in quella materia, specialmente davanti a quella docente.
    Ad ogni modo, malgrado la mia prima reazione, dovevo ammettere di sentirmi abbastanza soddisfatta del risultato ottenuto. Poteva persino ritenersi il pinguino più figo della classe (contando che era l'unico ad avvicinarsi allo stile di Avril Lavigne in The Best Damn Thing). Ero sicura che Carrie avrebbe apprezzato e sperai proprio che lo avesse visto. Anche perché, a giudicare dalla reazione di Jaemin, non era decisamente passato inosservato. Quando il ragazzo mi si avvicinò con gli occhi che brillavano dall'emozione, non riuscii a non trattenere una mezza risata. «In realtà, io..» provai a dirgli, ma quello stava già programmando quello che sarebbe diventato un giro illegale di pinguini rosa che avremmo forse spacciato insieme, dopo aver dato il via alla nostra nuova attività illecita. Sorressi il suo peso sulle spalle e stavo giusto per dirgli che non avrei saputo come replicare l'errore, quando - un colpo di bacchetta - e la professoressa Huxley fece sparire tutti i pinguini che tornarono ad essere delle semplici sfere di cristallo. Prima che potessi impedirlo, il coreano si era piazzato sulle mie gambe. Scossi il capo divertita e anche un po' destabilizzata da tutta quell'energia. Restai ad osservare la professoressa che - passeggiando tra i banchi - valutava l'esercizio di ogni studente con estrema attenzione. Dovevo ammettere che, malgrado la mia antipatia per quella materia, la Huxley sembrava particolarmente appassionata mentre parlava. Infondeva delle ottime vibes e i suoi incoraggiamenti non facevano altro che spronarci a fare meglio, cosa che personalmente presi molto sul serio. Nonostante fossi nata e cresciuta in una famiglia di babbani, non volevo assolutamente essere da meno a maghi e streghe della mia età, ma anzi. Essere nata babbana significava avere una grossa responsabilità sulle spalle, un peso che portavo con consapevolezza e che mi spingeva a fare sempre meglio, un po' per dimostrare a tutti quegli stronzi purosangue che il privilegio potevano pure ficcarselo nel cu...ehm. e un po' per dimostrare a me stessa che da sola potevo farcela. Sì, sarei potuta diventare chiunque io avessi voluto e i miei genitori non avrebbero avuto proprio nessun merito. Improvvisamente mi ridestai dai miei pensieri e riflettei su qualcosa che avevo sentito pronunciare dal coreano solo pochi momenti prima. «Ehi, di che covo parlavi?!» sussurrai, cercando di ricordare le parole esatte che aveva utilizzato, prima di essere zittito dalla voce della Huxley. Ma vidi il Wan fuggire fino a raggiungere la sua postazione appena in tempo per essere valutato dalla professoressa. Mentre la osservavo dare consigli ai ragazzi del secondo anno, la ringraziai mentalmente per essere stata esonerata dal fare qualcosa di così stupido come riprodurre due ballerini come quelli che loro, invece, avevano dovuto duplicare. La cosa più divertente di tutte, poi, fu notare Michael Harris doversi concentrare sulla trasfigurazione di una ballerina. Senza volerlo, mi lasciai sfuggire un sorriso. Non mi sembrava proprio il tipo che giocava con le bambole da piccolo.
    Terminato il giro, la professoressa si complimentò con la classe per l'impegno e ci invitò ad essere fieri dei nostri risultati, vista la complessità della materia. Feci quindi un cenno a Rain e, sorridente, tornai a prestare attenzione alla donna. A chi di voi piacciono le ciocorane? Esatto, oggi vi farò trasfigurare il cioccolato appena creato in deliziose e agilissime ciocorane. Spalancai la bocca e sbuffai. Perché a noi non toccava un esercizio attrettanto divertente? Tra l'altro non conoscevo nessuno al primo anno, quindi avrei sicuramente rubato la ciocorana di qualcuno, prima della fine della lezione. Ai ragazzi del secondo sarebbe toccato un esercizio noioso quanto il precedente, mentre a noi del terzo...ci toccò alzarci.
    Sistemate tutte le mie cose nella tracolla, feci come aveva detto la Huxley e, bacchetta alla mano, mi disposi al lato sinistro dell'enorme recinzione che la donna fece apparire al centro della stanza. Scambiai un'occhiata con Rain che mi raggiunse e, curiosa di scoprire cosa avremmo dovuto fare, osservai attentamente la simulazione del nuovo esercizio. Si trattava di una competizione: avremmo dovuto trasfigurare i blocchi di legno in due renne e, il primo che sarebbe riuscito a farlo, avrebbe dovuto sperare che l'animale fosse persino intelligente al punto di capire che aveva un compito: quello di mangiare i frutti posti nel piedistello di legno in mezzo alla recinzione. Beh, che dire...La Huxley aveva sicuramente delle aspettative molto alte. Forse troppo...
    Quando fu il mio turno, annuii alla professoressa ed inspirai profondamente, mentre fissavo intensamente il blocco di legno scuro la cui grandezza aiutava a immaginare l'animale in cui avrei dovuto trasformarlo. Avevo poche informazioni sull'animale in questione, ma mi concentrai sull'esemplare che la Huxley aveva evocato per noi e, fissata quella figura nella mente, agitai la bacchetta, muovendola fino a formare una W in aria. «Rangifer platyrhynchus!» pronunciai, secca, senza esitare. Incoraggiata dal successo precedente, decisi di crederci veramente e sperai di non aver sbagliato niente, perché l'ultima cosa che volevo era far soffrire una creatura indifesa. Tanto ero concentrata sull'incantesimo, che quasi non mi resi conto del mio avversario, Alex, un corvonero dall'aria familiare, dove l'avevo già visto?

    Alexis Pierce, III anno, Grifondoro.
    - Alexis ripassa il calendario per essere arrivata ad un soffio dal successo, senza raggiunerlo davvero;
    - Interagito con Rain e Jaemin, citata Carrie, Mike Harris e Alex, ovviamente;
    - Fatto l'esercizio nella più completa concentrazione, tanto da non notare che l'avversario corvonero, Alex, è lo stesso che Alexis ha ucciso ad Halloween :mmh:


    Edited by camden. - 19/12/2022, 11:40
     
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    La domanda di Mackenzie venne accolta dalla professoressa che rispose subito, colmando i dubbi che la giovane Rosier in merito all'argomento. Spiegò che durante le prime trasfigurazioni e anche subito dopo è possibile provare del fastidio, soprattutto ai muscoli e alla ossa, ma che il dolore non dovrebbe essere provato. «Grazie, professoressa.» Le sorrise mentre nella sua mente pensò a quanto appena detto dall'insegnante. Se lei avesse intrapreso quella strada, avrebbe provato fastidio nelle prime trasfigurazioni ma successivamente sarebbe passato tutto. E lei sarebbe riuscita a sopportare quel fastidio? Era una ragazza abbastanza fragile e che non sopportava tantissimo il dolore, la sua soglia di sopportazione era praticamente impercettibile se non inesistente. Ancora ricordava quanto aveva sofferto quando, durante una lezione di danza, era scivolata sul pavimento di legno e si era graffiata il ginocchio. Non era uscito nemmeno un po' di sangue ma lei aveva pianto per una buona manciata di minuti. «Un colibrì dici? Effettivamente ti si addice molto, ti ci vedrei in quelle vesti.» Riuscì a cogliere anche il collegamento con il quidditch al quale, il ragazzo, le aveva raccontato che era molto legato. Quando le fu rigirata la domanda, la corvonero rimase in silenzio per qualche secondo. Fissò un punto preciso della stanza e provò ad identificare i vari animali in cui credeva di rivedersi maggiormente. Pensò immediatamente a due animali: un cigno e un fenicottero che seppur avevano numerose cose in comune, si differenziavano in alcuni aspetti. «Direi che mi trasfigurerei in un cigno reale per via del suo portamento elegante e anche perché è un animale molto legato al suo habitat, quindi alle sue origini o alla sua famiglia come lo sono anche io.» Ci sarebbero tante altre cose da dire al riguardo come al tempo che sia il cigno che la giovane corvonero, dedicavano alle pulizie o come al fatto che il cigno era un animale silenzioso come lo era la Rosier. Insomma lei sarebbe un cigno più che perfetto. Ma in quel momento doveva focalizzarsi sulla realtà e sulle cose concrete come il risultato del suo esercizio che era quasi perfetto. Osservò la sua sfera trasformarsi in un pinguino dalla tonalità di blu troppo chiara e si chiese cosa avesse sbagliato. «Professoressa come posso migliorare?» Il quasi perfetto per Mackenzie era inconcepibile e siccome sapeva che avrebbe influito sul suo risultato finale, voleva mettersi ai ripari e magari anche chiedere di recuperare in separata sede. Voleva essere impeccabile ed evitare il più possibile il margine di errore che si era autoimposta. Sbuffò scoraggiata, posando la bacchetta sul banco e fissando un punto vuoto nella stanza. Perché aveva sbagliato? Perché il suo incantesimo non era andato a buon fine? Non si era concentrata abbastanza, era stata distratta dalla presenza di Alex oppure le sue abilità magiche iniziavano a scarseggiare? Dubbi che, probabilmente, qualsiasi altro studente che avrebbe ottenuto un risultato simile a quello della Rosier non si sarebbe posto. Quando l'insegnante iniziò a spiegare l'esercizio successivo, Mackenzie iniziò a prendere appunti, a riscrivere per filo e per segno tutto ciò che usciva dalle labbra dell'insegnante. Si alzò in piedi e raggiunse le pareti della stanza come le era stato chiesto, disponendosi sul lato sinistro insieme a quelli che sarebbero stati i suoi compagni di squadra. «Rain siamo di nuovo insieme in squadra.» Sorrise entusiasta mettendosi al fianco della ragazza con i capelli rossi. Ascoltò cosa avrebbero dovuto fare nel prossimo esercizio che si trattava di una competizione. Osservò i blocchi che comparvero nella stanza e che avevano il compito, per l'appunto, trasfigurarli in un animale. Questi ultimi saranno al centro di una piccola sfida e vincerà l'animale che per primo mangerà la bacca. Mackenzie si morse il labbro, al quanto pensierosa. Aveva immagazzinato l'errore dell'esercizio precedente e quando fu il suo turno, cercò di pensare a come non ripetere lo stesso errore. Ciò che aveva in mente era quello di trasformare il blocco nella stessa razza di renna che l'insegnante aveva mostrato loro, si trattava di una renna delle Svalbard, la specie di renna più piccola che era intelligente e famelica. Quella razza era molto orientata alla ricerca del cibo e quindi poteva puntare prima alle bacche. Mackenzie si ritrovò a dover sfidare Harry, un serpeverde che stava creando molto scompiglio in quella lezione. «Che vinca il migliore.» Gli disse porgendogli la mano come aveva visto fare in molte competizioni sportive, poi puntò il suo blocco osservando la sua forma e immaginandolo nelle sembianze di una renna di piccole dimensioni. Impugnò la sua bacchetta e prese un respiro profondo pronta ad agire. La scaltrezza e la velocità erano molto importanti in una competizione ma anche la concentrazione e Mackenzie era focalizzata sia ad ottenere un ottimo risultato che a vincere la gara per riscattarsi dell'errore fatto nell'esercizio precedente. «Rangifer platyrhynchus!» Pronunciò l'incantesimo con estrema fermezza mentre con la bacchetta disegnò nell'aria una W. Osservò il blocco di legno che si scuoteva pronta a trasformarsi, Mackenzie sperò, nella renna che lei aveva disegnato nella sua mente. Se l'esercizio sarebbe andato a buon fine, il blocco della corvonero si sarebbe trasformato nella stessa tipologia di renna che la professoressa aveva mostrato loro e sarebbe andata spedita nella direzione delle bacche, pronta a mangiarle.

    Mackenzie Rosier, III anno, corvonero.
    In coppia con Harry.
    Ha interagito con la professoressa, poi con Alex, con Rain e successivamente con Harry.
    Per riparare al risultato dell'esercizio precedente, Mackenzie si è concentrata al massimo per portare a casa un vero e proprio successo.
     
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    Kai sbottò quando vide che l’incantesimo ebbe un parziale successo, in pratica era riuscito a trasformare la sfera in una forma pinguinoide ma facendola restare nel suo materiale originale, ovvero il cristallo. Ma vaffanculo! In uno scatto d'ira, lanciò la bacchetta e nel farlo urtaò leggermente il banco che fece rovesciare il pinguino di cristallo che si frantumò non appena toccò il pavimento. Kai si sentì un perfetto idiota, se non riusciva a compiere degli stupidi esercizi nella materia che preferiva cosa poteva aspettarsi dalle altre? Era negato per la scuola e tutte le cose a lei annessa come gli esercizi, studiare o anche semplicemente concentrarsi su una singola pagina. Per lui era tutto così complicato, non riusciva a concentrarsi per più di due minuti e memorizzare i vari capitoli che gli insegnanti gli assegnavano, era un'impresa impossibile. Ogni volta che si sedeva a quella scrivania e si cimentava nello studio, l'entusiasmo svaniva non appena apriva il libro. Era come se le parole si intrecciassero tra loro, formando frasi di senso incompiuto o parole che non esistevano. Come poteva a studiare in quel modo e dimostrare a se stesso che se si impegnava poteva anche lui riuscirci, in qualche modo? Si guardò intorno frustrato e si sentì in difetto perché persino gli studenti più idioti erano riusciti nel loro schifosissimo esercizio. “Signor Parker ho osservato il suo movimento e temo sia stato quello il problema, le rivolgo lo stesso invito del signor Wan, se non capisce l’esercizio o è incerto mi chieda spiegazioni senza problemi, va bene? Non è un problema per me rispiegare qualcosa, anzi.” Nemmeno le parole della professoressa e il suo sorriso di rassicurazione, riuscì a calmarlo. Non ho bisogno della sua pietà. Disse più a se stesso che alla professoressa, in un disperato tentativo di far sfociare tutta la sua frustrazione fuori dal suo corpo. Odiava sentirsi in quel modo, poteva già immaginare i suoi dietro di lui che scuotevano la testa e che lo rimproveravano per non essere come suo fratello. Inoltre poteva vedere la faccia del suo gemello gongolare per la riuscita del suo esercizio, se solo fosse stato in classe con lui. Kai non era come gli altri e per lui ogni insuccesso, era l'ennesima prova che non ci fosse nulla di salvabile in uno come lui. Se solo avesse visto il suo risultato da un'altra prospettiva, avrebbe visto che non era poi andata così male ma il giovane Parker aveva la tentazione di guardare il bicchiere sempre mezzo pieno. Alla notizia che la professoressa aveva in serbo per loro un altro esercizio, Kai roteò gli occhi al cielo. Se il primo era già andato male, il secondo non poteva che andare nello stesso modo. Seguì la massa di studenti con cui era finito in squadra sul lato sinistro e provò a seguire ciò che avrebbe dovuto fare. L'unica cosa che poteva risollevare il morale e anche a spingerlo a fare del suo meglio, era una po' di competizione. Per quanto l'idea di dover trasformare quel cubo in una renna gli era parsa davvero ridicola, si cimentò comunque nell'impresa cercando di memorizzare i movimenti dell'insegnate per ripeterli per filo e per segno. Ti avviso non sono uno di quei ragazzi che lascia vincere le donne per dovere morale. La grifondoro non doveva prendersela per il suo modo brusco di agire, era semplicemente incazzato per com'era andato l'esercizio di prima. Tuttavia, avrebbe utilizzato quella rabbia per far in modo che la sua renna vincesse la gara. Con una presa forte e salda, puntò la bacchetta in direzione del cubo e lo osservò attentamente prima di copiare ciò che aveva fatto l'insegnante. Rangifer platyrhynchus! Pronunciò l'incanto con sicurezza e con fermezza mentre con la bacchetta disegnava un movimento a W nell’aria. Vide il blocco muoversi, tremare e sperò che si trasformasse in una renna agile, veloce e soprattutto con un ottimo fiuto e appetito. Lui si era impegnato, anche troppo, ora toccava alla sua renna compiere il miracolo. Se avesse fatto un altro buco dell'acqua, avrebbe mandato tutti a quel paese e avrebbe abbandonato l'aula all'istante. Non poteva fallire, non di nuovo.

    Kai Parker, III anno, Serpeverde.
    In coppia con Kynthia.

    Kai è un po' deluso, incazzato per come è andato l'esercizio. Cercate di compatirlo, per quanto sia possibile.
    Ha interagito indirettamente con la profff (<3) e poi con Kynthia.
     
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    Kai. Il solito rabbioso ed Harry? Il solito coglione. Il cugino non differiva molto dal suo caro fratello maggiore. Indisponente, privo di cervello e totalmente abbandonato all’istinto. Una fottuta mina vagante, pericolosa per chiunque entrasse in contatto con lui. Come potrete capire, Mike, non nutriva nessun tipo di buon sentimenti nei suoi riguardi e, dopo l’uscita contro la McMillan, roteò gli occhi azzurri per poi puntarli dritti contro il coso che, per qualche motivo, faceva parte del disastro che era la sua famiglia. Quella fogna non mancava mai di aprirsi a caso, così da non smentirsi mai. Palesare il suo vero Io attraverso quegli atteggiamenti misogini era troppo anche per lui. Mike, d’altra parte, non era il paladino di stocazzo giunto in sella a un cavallo per salvare la dolce Tassorosso ma, per lo meno, si sforzava a non apparire più indisponente del dovuto, tanto da passare sopra anche all’ovvia repulsione che percepiva da parte della ragazzina con la quale avrebbe dovuto compiere l’esercizio assegnato dalla Huxley. Il lavoro di squadra, da che mondo era mondo, lo aveva sempre messo a disagio e per lui, leader naturale, risultava difficile prendere in considerazione l’operato altrui anche se fosse servito alla causa finale in comune. La ballerina danzava ancora davanti a lui quando, la professoressa, con fare affabile gli regalò un complimento sul risultato ottenuto. Piegò le labbra, lasciando trapelare quello che sembrava un gesto di ringraziamento. Insomma, non si sarebbe lasciato andare a niente di eclatante ma, un minimo di soddisfazione la stava vivendo. Osservò per un istante Amanda che, al contrario, non sembrava essersela cavata per nulla. Il suo calamaio era rimasto invariato e la sua espressione interrogativa lo spiazzò. Porca troia, ok, sono uno stronzo ma potevo capitare con una cazzo di secchiona? Minimo sforzo per un risultato eccellente. Invece no. A quanto pareva sarebbe stato lui a dover prendere le redini della situazione non molto allegra e tentare di aiutare, per il bene di entrambi, la Tassorosso in seria difficoltà. Il fottuto buon samaritano. Se David fosse stato lì, lo avrebbe preso per il culo da lì all’eternità, senza contare che il padre lo avrebbe diseredato. Non gli importava un cazzo di niente. Da quando aveva messo piede in quella scuola, Mike, aveva promesso a sé stesso di impegnarsi in ogni singola, anche insignificante, materia così da riuscire ad apprendere più nozioni possibili da utilizzare, poi, al momento giusto quando, finalmente, avrebbe estirpato la sua stessa stirpe. “Non piagnucolare e cerca di concentrarti, per favore!” Per favore. Stava davvero pregando quella ragazzina. Che cosa patetica. Ascoltò con attenzione le disposizioni della docente e, alla fine, quando i due calamai tornarono ad essere dei semplici oggetti. Serrò la mascella e sbuffò. Quella trappola mortale non avrebbe mai avuto fine. Da capo ma, stavolta, i due ballerini avrebbero dovuto dare vita a uno stralcio dello Schiaccianoci. Bella merda, davvero. Sicuro non era dello stesso avviso Amanda che, probabilmente, avrebbe avuto piacere osservare i due fantocci, esibirsi in quel teatrino patetico. A lui? A lui interessava meramente il voto. Terra a terra il ragazzo.

    “Io non ti piaccio e non hai tutti i torti, non sono un tipo accomodante. Ma fattene una ragione!” Iniziò, ponendosi proprio davanti alla sua compagna. Stessa formula, stesso esercizio, con la differenza che da quel momento i due calamai, una volta trasformati, si sarebbero dovuti intrecciare in un gioco di passetti e interazioni a tratti molto complicate. “Almeno non devo indossare il tutù.” Che poi, per una E l'avrebbe anche fatto, puttanella da strapazzo che non era altro. Che tormento. Una magra consolazione. I suoi gelidi occhi si posarono sulle figurine, studiandole nei minimi dettagli, come fosse un dannato coreografo improvvisato. Di danza, uno come lui, poteva saperne meno di zero ma se voleva uscire da quell’ora di lezione con un minimo di dignità, si sarebbe dovuto applicare. ”Non sarà poi così difficile, no?” L’unica complicazione arrivava dalla collaborazione con una perfetta sconosciuta. Non aveva la minima idea di chi fosse, del suo grado di preparazione. Niente. Tabula rasa e, di certo, non era tipo da dispensare fiducia in chiunque. Mmmmmm. I passi del ballerino Hans che nome del cazzo erano quelli di colui che avrebbe avuto il compito di portare la sua dama nei suoi leggiadri movimento. Insomma, un bel fardello da portare. Scontrarsi con quella materia, non era certo facile. La precisione e il grado di concentrazione sarebbero stati i punti cruciali per non combinare un totale disastro. Richiese una, due, tre volte ai gentili performer di ripetere i passi, fino a quando non chiuse gli occhi e, con naturalezza, i passi si incisero perfettamente nella sua mente, senza aver più sorbirsi la patetica manfrina. Seguì la musicalità con un leggero movimento del capo. Si prese del tempo e ancora un po’. Infine, senza distogliere lo sguardo dal suo futuro Hans -e memorizzando anche il suo perfetto costume di colore rosso, bianco contenenti alcuni particoalri blu, per riproporlo pari pari-, Mike, rivolse la parola ad Amanda che, obiettivamente, non vedeva pronta a fronteggiare il compito. “Prenditi tutto il tempo necessario.” Affrettare le cose non avrebbe giovato a nessuno dei due, portandoli ad un fallimento. Ne approfittò e, con astuzia, per ripassare ancora i passi. Alloooooora: un, gamba dietro e braccio opposto su… tre quattro braccio su e gira gira, baby. Piedi a papera. Ricorda. Ricongiunzione, sguardo languido e braccia su. I brividi. Ok. Doveva ammettere che prima pareva più facile, senza dover per forza pregare che al di là della barricata non ci fosse un perfetto idiota. “Questione di conti. Un, due. Tre, quattro. Ok?” Le chiese con un certo grado di indisposizione. “Né troppo lento, né troppo veloce.” Ma davvero stava tenendo una lezione di danza classica. La reputazione, per Merlino. “Ci siamo? Non perdere di vista i passi. Tienili a mente.” Suggerimento da buon amico. Ahhhhh, quanto sforzo che manco per cagare. Anche i passi del confettino erano entrati, inesorabili nella sua testa –così da poter far affidamento sull’armonizzazione dei movimenti- e, per questo, riusciva ad immaginarsi completamente quel fluire musicale che ne sarebbe derivato da un esercizio formulato in modo decente. Con la mano strinse la bacchetta e fece leva sulla sua memoria a breve termine per aver ben chiaro il movimento che il braccio avrebbe dovuto compiere ancora una fottutissima: una N e una specie di K, chiaro, no? Più semplice di così…
    Ultimo sguardo al calamaio inerme. “Al mio tre, McMillan!” Socchiuse gli occhi. Dalla mente eliminò ogni possibile fonte di disturbo e poi iniziò il conteggio che sarebbe terminato con il lancio dell’incantesimo.
    Alzò il braccio dominante in direzione del suo obiettivo e: ”Uno… due… tre…" Con un movimento sicuro andò a disegnare armoniosamente, in aria, quella che tanto ricordava una N ed, in seguito, senza esitare, seguì la costruzione immaginaria di una K questa volta la bacchetta si mosse in verticale. Il tutto accompagnato dal tono di voce profondo che, con fermezza, enunciò la formula già conosciuta in precedenza, facendo attenzione di porre i giusti accenti sulle lettere dovute, così da riprodurre alla perfezione quello che gli era sembrata la giusta pronuncia utilizzata dalla biondissima professoressa: “... ARGENTI SALTI!” Terminò con lo sguardo fisso, lo stesso che fino a quel momento non aveva lasciato trasparire alcun segno di debolezza o preoccupazione. Una maschera? No. Il suo viso mono espressivo e perennemente annoiato, denotava una certa propensione ad allontanare il prossimo anche da semplici interazioni con lui. Rimase in attesa, zitto. Non sarebbe servito aggiungere nulla al compiuto a meno che la Huxley non l’avesse richiesto espressamente.

    Michael Harris - II anno - Serpeverde.
    Citati Kai e Harry. Interagito con Amanda e compiuto l'esercizio cercando di collaborare il più possibile. Scusatelo è un po' cacchina <3
     
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    Harry Barnes

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    17 anni - III anno
    mood: concentrato

    Harry aveva la bocca semi spalancata, sconvolto dall’aver perso la bellezza di trenta punti con effetto immediato, solamente per aver detto la pura verità. La McMillan era africana? Sicuramente di origini. Quel color cappuccino non era certo di natura inglese. Dopodiché, starnutendo si portano germi. Cosa c’era di offensivo in questo? Come se l’essere africani fosse un’offesa, poi… cioè, per Harry sicuramente lo era, in quanto la sua indole razzista mal considerava una pelle con una tonalità che andasse dall’ambrato in su, ma era nient’altro che ipocrita da parte della professoressa, che evidentemente credeva fermamente nel “siamo tutti uguali”, e nel “abbiate rispetto per il prossimo”. L’intera famiglia di Harry avrebbe considerato un discorso del genere semplicemente ottuso, da perbenisti di ‘sto sfintere, che portava solo ad abituare la gente inferiore – per provenienza, razza, orientamento sessuale ecc – a credere di essere ciò che non era, e a farli crescere senza un minimo di spina dorsale. Il mondo non era gentile, e Harry avrebbe dovuto ricordarglielo, aiutandola a costruire una corazza non scusandosi proprio per nulla. Nella vita, e nel mondo degli adulti, se qualcuno l’avesse offesa, non ci sarebbe stata la mammina o la professoressina dei suoi stivali a difenderla. Sarebbe stata sola. E Merlino solo sapeva quanto quella ragazzina coi riccioli pieni di pidocchi avrebbe avuto bisogno di temprare il proprio carattere, piagnucolosa com’era. A quell’età, poi, era del tutto accettabile. Fosse stata nei panni dei professori, avrebbe risposto con un ceffone ad ogni lacrima di coccodrillo.
    Però doveva, doveva scusarsi. I punti tolti alla sua casata erano assolutamente inaccettabili, e lui non valeva certo quanto quello stupido aspira-salsicce di Wan. No: lui era un signore, e lo avrebbe dimostrato raccogliendo ora tutta la falsità che aveva in corpo e alzarsi dal banco unicamente per dirigersi davanti alla McMillan ed esibirsi in un profondo inchino.
    – Perdonami, Amanda. Non sei africana, e i tuoi starnuti non portano germi. È stato terribile da parte mia assumere questo. La tua razza non è inferiore: siamo pari, e mi scuso se ti ho mai fatto pensare il contrario. Ho solo un brutto modo di scherzare, perché da piccolo non sono stato amato abbastanza. – concluse, agitando la bacchetta e facendo apparire una rosa bianca che cadde debolmente sul libro di testo della ragazza. – In segno di scuse – aggiunse a quel gesto, tornando lentamente al suo posto. Non poteva proprio fare meglio di così. Se la professoressa non lo avesse ritenuto abbastanza, avrebbe ripetuto le stesse parole al vicepreside, che di certo avrebbe reputato quella della Huxley un’assoluta esagerazione (e magari gli avrebbe restituito persino i punti).

    “A parte che mi piace il cazzo” espresse Jaemin, allungatosi verso il banco del Barnes, e procurandogli una paralisi facciale ferma in una smorfia. – Mi dispiace per te. – si limitò a scandire poi a bassa voce, con un certo sforzo nel non aggiungere oltre e nel convincersi ad ignorarlo, pregando il cielo che perdesse l’equilibrio su quella sedia tanto da sfracellarsi il cranio al suolo.
    Con sua grande irritazione, la professoressa non si risparmiò dal rimbeccarlo anche una seconda volta, prendendosi gioco del suo patetico risultato nell’incantesimo, nonché della sua gracile provvista di pazienza. – Ha perfettamente ragione. Farò del mio meglio la prossima volta. – sibilò fra i denti, delusissimo da sé stesso, in quanto il motivo del suo scarso impegno fosse l’ambire al risultato di uno di quei pinguini monchi che emettevano versi terribili sugli altri banchi; invece non era apparso proprio nulla. La sfera era rimasta una sfera. Morgana sapeva quanto ne avesse abbastanza di quelle sfere.
    Eppure non era stato il solo a fallire miseramente, e ciò lo rincuorò: non aveva attirato l’attenzione a sé in negativo, in quanto il suo risultato non facesse parte della sfortunata minoranza. Harry credette, tuttavia, che la Huxley stesse per punirli in qualche modo, quando costrinse i ragazzi del terzo anno a mettersi al muro in fila come dei ricercati.
    Si illuminò, invece, quando sentì le parole “competizione” e “sportività”: oh, sì, Harry era un vero sportivo. Li avrebbe schiacciati tutti con sportività. Sportività era il suo secondo me. Non importava neanche se dovesse andare a creare un secondo animale di merda. Il suo animale sarebbe stato fortissimo. Avrebbe ripreso i punti per serpeverde, sì. Era deciso.
    Un occhiolino incoraggiante fu riservato alla Saint-Clément quando fu chiamata in causa per l’esercitazione; il serpeverde applaudì calorosamente quando quella vinse la sfida contro quell’altro frocetto di Corvonero: Harry avrebbe voluto sconfiggerlo personalmente. Erano una vera piaga.
    Ammiccò alla Lloyd, quando le fu accanto, per poi rivolgere uno sguardo truce a Wan, che gli stava nuovamente tra i piedi.
    – Vedi di dare del tuo meglio, anziché pensare a incularti con la staccionata: abbiamo dei punti da recuperare. – avvicinò le labbra all’orecchio dell’asiatico, assicurandosi di usare un volume di voce solo appena percettibile.
    Quando fu il suo turno, con schiena perfettamente dritta e passo sicuro, si diresse verso la corvonero, sua avversaria per quell’occasione, stringendo la sua mano delicata, – Vinca il migliore, dolcezza – ripeté, con un sorriso mezzo di scherno e mezzo provolone (impossibile dire con certezza cosa prevalesse), accarezzandole il dorso col pollice prima di lasciarlo andare. “Cioè io”, aggiunse mentalmente. Dopodiché si posizionò di fronte al blocco di legno e fece ruotare il collo, prima di estrarre la bacchetta dal legno scuro, con rune incise e il manico impreziosito, deciso a dare il meglio di sé.
    Fece quasi l’amore con quel blocco di legno, fissandolo con forte intensità e concentrandosi mentalmente su ogni sua curva, ogni dettaglio che andasse a formare la trama di quella superficie imperfetta, immaginando che ogni sua particella cambiasse sotto il suo volere, tramutandosi nella versione più perfetta possibile della renna che la professoressa mostrò durante la presentazione della lezione: immaginò arti particolarmente lunghi, che avrebbero potuto compiere passi più ampi e, per questo, raggiungere il cibo in meno tempo; il corpo, nella sua immaginazione, sarebbe stato leggero e agile; si concentrò perfino a immaginargli le corna, che sarebbero state più imponenti di quelle di qualunque altro esemplare creato in quell’aula. Il pelo sarebbe stato scuro, con sfumature più chiare, visibilmente lucido e in salute, le zampe biforcute dalla punta scura, le narici umide. Harry ambiva all’assoluta perfezione, ed era convinto che l’avrebbe ottenuta.
    Eseguì il movimento a W con polso leggero ma il più possibile preciso, esclamò la formula – Rangifer platyrhynchus! –, e un lampo di luce guizzante andò a colpire il suo blocco di legno, con una piccola scintilla.




    Interagito con la prof, con Amanda, Jaemin, Kenzie, citati Kynthia, Viole (con le quali interagisce con un cenno) e Marcel.
     
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    Carrie Marshall

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    16 anni - II anno

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    Non importava quanto la Singh cercasse di condurla sulla retta via: quando Carrie si metteva in testa qualcosa, doveva essere quella.
    La fortuna nella sfortuna fu che, quando Carrie aprì gli occhi, l’espressione che si dipinse sul suo volto fu di assoluta delusione. Tutte le sue buone intenzioni andarono sprecate, lasciandola con in mano un pugno di mosche; o, insomma, un calamaio intatto. Poteva solo limitarsi a osservare il ballerino della compagna di banco con amarezza e forse un pizzico di invidia, desiderando che per lei fosse andata lo stesso. La Marshall si sentiva una totale inutilità, in quei momenti: una strega a metà, che non era in grado di riuscire in una cosa che per la giovane Singh sembrava così semplice. Al contrario suo, infatti, sembrava così a suo agio nel padroneggiare la sua energia, nel movimento sciolto della sua bacchetta, e il modo in cui mormorava quel motivetto a bocca chiusa rendeva il complesso di quell’immagine assolutamente incantevole. Guardando lei, le sembrava di vedere tutto ciò che lei non era. E che avrebbe voluto essere…
    – Sei stata eccezionale, K… – mormorò in un soffiò leggermente rattristato, poggiando la bacchetta sul tavolo in segno di resa, dopo le parole inutilmente incoraggianti della Huxley, che come le entrarono in un orecchio le uscirono dell’altro: era una materia complicata, sì, ma Kenya c’era riuscita. Altri c’erano riusciti. E lei no. Con le consolazioni non ci avrebbe fatto un bel nulla…

    Ma Kenya non era l'unica brillante della classe. Carrie si voltò infatti a osservare adorante il pinguino di Alexis, che aveva l'aspetto e le movenze di un pinguino a tutti gli effetti. Si piegò a scriverle perfino un bigliettino, che arrotolò attorno al manico di una scopa di liquirizia messaggera (una di quelle che vendevano al negozio di scherzi), e la direzionò alla compagna. Srotolando in pezzetto di pergamena, avrebbe letto "Il pinguino più bello di tutti" con tanto di cuoricino finale.

    Durante la successiva parte della lezione, avrebbero dovuto ripetere quello stesso esercizio, solo in maniera più complicata: le statuine, questa volta, avrebbero dovuto ballare insieme. A Carrie sembrava, a quel punto, una cosa impossibile. L’elemento positivo era che, questa volta, avrebbe dovuto unire le forze con quelle di Kenya. Magari il suo evidente talento avrebbe migliorato le prestazioni di entrambe.
    – Dài, Carrie, questa volta vedrai che ce la farai. Devi solo concentrarti – Kenya le sorrise, le guance naturalmente rosee che si gonfiavano come palloncini, e quasi si poteva percepire un calore emanare dal suo volto, luminoso come un piccolo sole.
    – Non so come fare… – Carrie ammise, abbattuta, tenendosi il capo con una mano, mezza distesa sul banco.
    – La tua mente dove va, quando provi a fare l’incantesimo? – incalzò la biondina, visibilmente decisa ad aiutarla nella realizzazione dei suoi intenti.
    – Io… credo… nel risultato finale. Pensavo a quanto sarebbe stato divertente vederlo ballare e fare il beatboxing – si limitò a dire, scrollando le spalle.
    Kenya spalancò gli occhi, accompagnando il movimento di una mano all’esclamazione: – Ecco! Vedi? È inutile pensare al solo risultato, quando c’è tutto un passaggio nel mezzo. –
    Carrie si limitò ad osservarla, confusa.
    – Devi far capire alla tua bacchetta cosa fare, passando mentalmente a rassegna i diversi passaggi: ti concentri sull’oggetto e sul processo di visualizzazione, non solo del risultato, cioè dell’immagine finale che vorresti, ma dell’intero processo di trasformazione: devi volere che l’oggetto cambi, con tutta te stessa. Io immagino come se le sue particelle ribollissero dall’interno… forse è una cosa stupida, ma mi aiuta –
    Carrie la guardava senza parole, pensando che per una ragazza della sua età sembrava davvero intelligente. – Wow, K, potresti fare la professoressa – rise, e Kenya si unì alla risata.
    – Ok, allora… credo di aver capito. Visualizzare il processo, immaginare che ribollisca… non sembra poi così difficile! –
    – Assolutamente no! – cercò di convincerla, ed entrambe presero in mano il catalizzatore, concentrandosi sui rispettivi calamai difronte a sé.
    Carrie fissò il calamaio, pensando che non avesse proprio niente in comune con l’oggetto finale. Inoltre, esso conteneva un liquido, mentre la statuina conteneva…plastica? Forse doveva concentrarsi sul cambio di sostanza: da vetro-inchiostro a plastica colorata, per non parlare del tessuto che la statuina doveva indossare. Ok, ora sembrava soltanto più complicato. Però se gli altri riuscivano, poteva farcela anche lei.
    Doveva “ribollire”, sì: il liquido sarebbe diventato plastica dalla forma umana, con un capo dal volto dettagliato, con neri occhi e lunghi baffi (i baffi ce li aveva aggiunti lei, a sentimento), un torso e lunghi arti; il vetro attorno, invece, sarebbe diventato il tessuto che la statuina avrebbe indossato: dritti pantaloni bianchi, alti stivali scuri al ginocchio, e un elemento superiore da soldato, concentrandosi perfino sulla tonalità precisa, che avrebbe dovuto essere cremisi, con dettagli e spalline dorati; sul capo non avrebbe avuto nient’altro che dipinti capelli castani, messi in piega come da un gel. Ma non solo: doveva concentrarsi anche sul movimento che lo avrebbe ravvivato, un movimento leggiadro ed elegante, che si sarebbe poi unito a quello della statuina femminile, come due pezzi di puzzle, come l’incontro di due anime gemelle…
    Annuii verso sé stessa, stringendo la bacchetta fra le dita: ce l’aveva. Poteva farcela.
    Mantenendo tutto quel procedimento in testa, lo fece srotolare un nastro cinematografico del suo film mentale, rilasciato mentre pronunciava le parole: – Argenti salti! –
    Dopodiché, avrebbe mosso la bacchetta spingendo il soldatino danzante verso quello della compagna, sorridendo allegramente se il risultato fosse stato positivo.




    Interagito con Kenya png e mandato un messaggio volante ad Alexis
     
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    Amanda sentendo le parole di Barnes stava per rispondere a Tono ma la professoressa intervenne prima che lei potesse dire qualcosa punendolo e togliendo punti a serperverde, cosa che francamente la rendeva felice.
    Ciò la porta a star meno concentrata nel esercizio che sbagliò completamente, la professoressa quando venne a controllare tra i banchi l'esito, le elargì un sorriso dicendole di non preoccuparsi che sarebbe andata meglio.
    Ricambiò il sorriso pieno di gratitudine,e dentrò di sè pensò
    < Speriamo.... >
    La lezione continuava e lei prendeva appunti, cercava di fare bella figura, anche se fino a quel momento non ci era riuscita.
    Ma la situazione peggiorò quando la professoressa chiese di lanciare lo stesso incantesimo insieme al proprio compagno.
    Alzò gli occhi al cielo, ma non poteva dir nulla, di certo lavorare con i serpeverde la innervosiva.
    In quel momento Barnes venne da lei e la insultò velatamente con fintissime scuse, lei alzò un sopraciglio e rispose a tono
    < Sono Nativa americana, e sono fiera delle mie origini, è inutile che prendi in giro quello che ha appena detto la professoressa, le tue scuse sono razziste Barnes!.>
    Quando vide la rosa la scansò dal suo libro e disse
    < Di certo non è una rosa che può cancellare i tuoi insulti...>
    Il razzismo non lo tollerava proprio e quando veniva fatto la faceva irritare tirando fuori il suo atteggiamento più aggressivo.
    Ebbe un altro starnuto, e subito si pulì con il fazzoletto il naso che ormai stava diventando rosso.
    Ma la situazione non migliorò di certo, poco dopo il suo compagno gli disse di non Piagnucolare.
    Lei lo guardò con uno sguardo feroce e sibilò
    < Qui nessuno piagnucola,
    Non ti ci mettere pure tu Harris.>

    Cercò di fare un respiro profondo per calmarsi, doveva riuscire nel esercizio.
    Poi tornò a guardare il suo compagno ascoltando il restante e lei rispose in tono tranquillo
    < E io non ti piaccio,senza averti fatto qualcosa...
    Comunque cerchiamo di collaborare su questo esercizio e non pensiamoci più.>

    Focalizzò il suo sguardo sui due ballerini cercando di studiare minuziosamente i passi, guardando ogni incrocio di gambe e quando finivano il balletto lei chiedeva sempre in tono gentile, e ciò lo fece un paio di volte
    < Gentilmente potete ripete le vostre danze?.>
    Quando li rivide per la terza volta, chiuse gli occhi concentrandosi e cercando di visualizzarli nella mente.
    Prima il soldatino che ripeteva lentamente i suoi passi, dopo anche la ballerina sempre singolarmente.
    Quando ebbe ben focalizzato le basi di entrambi, provò a ripetere nella sua mente i movimenti sincroni dei due ballerini, cercando di ripetere i loro movimenti mentalmente, ogni passo al dettagli, voleva essere minuziosa.
    Dopo di che dopo aver sentito il suo compagno con tono deciso e gentile rispose
    < Ok ci sono .>
    Soffiò prima il naso.
    Non voleva che la sua influenza fosse nuovamente d'intralcio, doveva riuscire nel suo intento a tutti i costi.
    Chiaramente mostrava la sua determinazione a non voler fallire.
    Ripetè con lui i passi a bassa voce, per ritenerli ben visualizzati cercando di stare al suo passo e rispondeva nuovamente
    < Perfetto, ora riesco a ricordarli bene.>
    Estrasse la bacchetta insieme al suo compagno , si rilassò concentrando la sua energia magica, quando il suo compagno gli disse di eseguire il suo incanto al tre seguì il numero .
    Con un movimento sicuro e dolce del suo polso provò a disegnare con armonia, in aria, il movimento che ricordava una N ed, subito dopo, senza esitazione, il movimento dolce di una K questa volta la bacchetta la mosse in verticale.
    Usando sempre il suo tono sicuro e dolce , enunciò la formula , facendo più particolare attenzione di porre i giusti accenti sulle lettere necessarie, in modo tale da riprodurre le stesse vocalità e tonalità della professore enunciando
    < Argenti Salti!.>
    Guardava quello che sarebbe successo sperando che la fortuna e la buona volontà questa volta sarebbero state dalla sua parte.
    Ci teneva tanto a prendere un bel voto, non voleva finire come la lezione di incantesimi che se anche aveva fatto l'esercizio giusto aveva preso una S+.
    Ma sopratutto gli piaceva quella lezione, così natalizia e tutto splendidamente armonico.
    Sicuramente apprendere quel incanto gli avrebbe permesso di ripeterlo e poterne creare qualcuna da regalare alla sua adorata nonna.

    Edited by Alejandro Hilltop - 22/12/2022, 19:10
     
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    Inutili le mie preghiere mandate a chissà quale Dio. La sfera si trasforma in un chiassoso, strillante e probabilmente anche dolorante pinguino mancante di un'ala "Cristo!" vuoi per il suono o per il risultato affatto gradevole, la prima reazione è scattare indietro con immagini corpo portandomi dietro la sedia che, con un suono acuto, trascina per terra. La tortura comunque, sia mia che della povera bestia, termina grazie all'intervento repentino della Huxley che lo fa tornare alla sua precedente forma di sfera. Io sto ancora fissando il vetro mentre l'insegnante si accerta del nostro stato, mio e di qualcun altro che ha ottenuto lo stesso risultato. Mi sento meno sola. Non posso fare a meno di irrigidirmi per via del contatto improvviso quando poggia la mano sulla mia spalla, per me quella è un'altra specie di prova da affrontare "no, è tutto apposto. È stato solo improvviso... sembrava facesse davvero male" rispondo forse un po' piatta, forse celando una sorta di preoccupazione sullo stato dell'animale "non si preoccupi, va bene cosi" accenno un sorriso all'insegnante, una delle più premurose quest'anno, senza dubbio "piuttosto non ho capito cosa è andato storto" non ho capito significa che potrei aver sbagliato ogni cosa, a partire dal movimento per terminare con il fatto che forse non ero concentrata abbastanza. Insomma, non ho molti elementi che mi aiutino a capirlo.
    Nel frattempo i punti di serpeverde continuano a cadere a picco, penso che con un po' di costanza riusciranno ad escludersi da soli dalla coppa delle case. Bravi così, avanti tutti verso i meno cinquanta punti. Che comunque sono anche stati sfortunati ad avere soggetti come Barnes, che perde punti ogni volta che sbatte le palpebre. Non me ne frega molto di questa competizione nello specifico, ma trovo tutto ciò decisamente ironico.
    Comunque non devo rilassarmi troppo in fretta, le esperienze con gli animali non sono finite per oggi. Anzi, andiamo a peggiorare. Già soltanto il fatto che dobbiamo alzarci per lasciare libero il centro della stanza mi perplime, mi fa dedurre che abbiamo bisogno di spazio. E infatti l'asticella si alza con animali più grandi e prettamente natalizi. Mi scappa una risatina nervosa che copro portandomi pollice ed indice alle tempie. Questa volta cosa verrà fuori, una renna zoppa? Oppure con cinque corni in testa, tipo albero.
    Raggiungo il lato destro dell'aula, esattamente come richiesto dall'insegnante. Forse dovrei dire a destra del recinto a questo punto, l'aula si è trasformata praticamente in una prateria. Ho il tempo di dare un'occhiata ai volti dei miei compagni di squadra prima che l'Huxley faccia la sua dimostrazione pronunciando una formula che... sembra uno scioglilingua vero e proprio. Capisco la difficoltà di Jaemin che, pensando che io abbia l'orecchio più fino, chiede conferma a me "mh, dunque" prima reazione perplessa "Rangifer plotyr... platyrhynchus...? Credo? " e gli rivolgo un'espressione che chiaramente si sta scusando per non poter fare di meglio. Ma cazzo, qua ci voleva un corso intensivo di latino prima di seguire la lezione. Passo oltre lo sguardo non meglio precisato di Barnes, trattenendomi dal chiedergli "che hai da guardare". Opto invece per una, spero, abbastanza esaustiva alzata di sopracciglia e mi faccio avanti quando arriva il mio turno. Che bello, l'ora della mia performance. Ormai la prendo con filosofia insomma, che se dovessi incazzarmi ogni volta che qualcosa va male morirei d'infarto. Chissà se la stessa cosa capita al serpeverde che mi ritrovo a sfidare, nel senso, frena un po' perchè mi sembri piuttosto irritato. Prima reazione, aggrottare le sopracciglia in espressione stranita. Seconda reazione, la risposta "oh no, deve essere il mio giorno sfortunato" metto su un'espressione drammatica portandomi una mano al petto, ironica chiaramente; che dovrei fare, andare a piangere all'angolino? "ma sono forte, penso di poter superare questo duro colpo!" termino con ulteriore ironia, che non fa mai male, sorridendo al serpeverde. Un sorriso rilassato comunque, niente di troppo impegnativo.Quindi vai tranquillo e pensa a fare il tuo incantesimo, che io penso al mio.
    Raggiungo il mio blocco a cui dovrebbero spintare quattro zampe, una coda e una testa. Che dovrebbe respirare. E soprattutto mangi le bacche poste al centro del recinto. Espiro nuovamente, mi concentro nuovamente ripetendo a memoria i movimenti che dovrei compiere. Questa volta si tratta di un movimento a W che mi sembra ad occhio più facile del precedente, ma non vorrei che mi uscisse un altro animale sofferente. Ok, ci siamo, punto la bacchetta in direzione del legno e "Rangifer platyrhynchus!”.

    Kynthia Lloyd, III anno, Grifondoro.
    Interagito direttamente con la professoressa e posta una domanda indiretta su cosa non ha funzionato nell'incantesimo.
    Ricambiato (con poca simpatia) l'occhiata di Barnes.
    Interagito direttamentecon Jaemin.
    Interagito direttamente con Kai tirando fuori una buona dose di sarcasmo.
    Eseguito l'incantesimo sul blocco di legno.



     
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    Astrid guardò amareggiata il cioccolato che aveva davanti a sé. Non aveva molto un bel aspetto, o almeno non quello che si era immaginata. Già eseguiva quell'esercizio con poco entusiasmo. Avrebbe di sicuro preferito concentrarsi su un qualcosa di più interessante. Il fatto che un incantesimo così semplice non le sia riuscito bene le faceva venir voglia di abbandonare quella lezione seduta stante. Il commento della professoressa non aiutò di certo i suoi nervi, anzi, il sentirsi rimarcare il fatto che aveva fatto schifo nell'esecuzione la innervosiva di più. Ma fece finta di niente, sorrise gentilmente all'insegnante, nonostante volesse mandare a cagare lei e i suoi inutili incantesimi, rispondendole. Al prossimo esercizio ci metterò più impegno. Anche se lei pensava di essersi concentrata abbastanza nell'esecuzione dell'esercizio. Pensava che l'esperienza a Durmstrang le avrebbe dato una marcia in più rispetto ai suoi compagni di anno, e invece non era così. E la cosa non le procurava soddisfazione.
    Guardò il resto dei suoi compagni notando che l'esercizio più interessante se lo erano beccato quelli del terzo anno. Anche quello del secondo anno era abbastanza inutile e ridicolo. Forse quel giorno la norvegese avrebbe fatto bene a restarsene a letto.
    Il prossimo esercizio era forse più interessante. Non perché la Serpeverde fosse ghiotta di ciocorane, ma perché già provare a trasformare un oggetto anche solo nella forma di un animale, era un primo passo per imparare a trasfigurare un oggetto in un animale vero proprio. Ignorò l'ennesima perdita di punti che la sua casa aveva appena subito e si concentrò sul suo pezzetto di cioccolato. Impugnò la bacchetta guardando attentamente quel piccolo pezzo di cioccolata cercando di immaginarselo con la forma di una rana. Stavolta non devo sbagliare. Pensò. Se avrebbe sbagliato ancora avrebbe finito davvero per mandare a cagare la lezione e tutti. Come poteva sbagliare un incantesimo tanto semplice?! Si diede del tempo, per visualizzare nella sua mente una rana di cioccolato mentre osservava quel bastoncino di cioccolato al suo posto mal riuscito. Cercò di assentarsi dal resto della classe raffigurando nella sua mente la ciocorana. Anche se le risultava complicato considerando il vociare dei ragazzini del suo anno accanto a lei. Ranae Chocolus. Scagliò l'incanto non appena si sentì pronta di farlo, sperando che questa volta abbia esito positivo.


    Astrid Hansen, primo anno, Serpeverde.
    Si è innervosita per non essere riuscita nell'incantesimo ma fa finta di niente e prova ad eseguire il prossimo.
     
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    Kore Huxley | Adulta | Hufflepuff

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    Signor Barnes, le sue scuse erano a dir poco imbarazzanti, non le ho chiesto di essere supponente, le ho chiesto di scusarsi.” Lo gelò immediatamente, posando sullo studente serpeverde uno sguardo che non prometteva nulla di buono.
    Lei ha tenuto un comportamento assolutamente inaccettabile e indegno di queste mura – non solo nei confronti della sua compagna ma anche nei miei - non solo le toglierò i trenta punti, signor Barnes, ma riferirò di quanto successo al vostro capocasa, il professor White, e del cattivo comportamento dei suoi studenti. Mi riferisco anche a lei signor Wan, non mi sono dimenticata di lei.” Risolse per un breve istante la sua attenzione all’altro serpeverde, che del resto sembrava assolutamente distratto “Gli chiederò esplicitamente di ricordarvi quale sia il comportamento corretto da tenere durante una lezione, perché evidentemente non lo conoscete.” L'uomo era molto severo e Kore non dubitava che li avrebbe sgridati a dovere.
    Se i due studenti avessero osato provare a rispondere qualcosa, allora avrebbe inevitabilmente dovuto togliere ancora punti ed assegnare ancora punizioni, qualcosa di cui a questo punto aveva piene le tasche. Non chiedeva molto, solo che si comportassero in modo adatto al contesto scolastico, non le pareva di chiedere poi molto.

    Le reazioni degli studenti furono prevedibilmente molto varie, alcuni erano felici e fieri, altri non così tanto.
    E’ comunque un risultato di cui essere fiera, signorina Pierce.” Rassicurò la giovane l’insegnate, prima di passare agli studenti dopo di lei.
    Con la pratica signorina Rosier, ma non si cruci, questo è un inizio molto più che ottimo.” Cercò di rassicurarla Kore, alcuni di quei ragazzini pretendevano davvero troppo da loro stessi! Non potevano pretendere di essere perfetti in tutto sin dal primo tentativo.
    Signor Parker!” sbottò Kore, sentendo la volgarità del ragazzo “Non mi costringa a mandare anche lei dal professor White. Consideri la perdita di dieci punti un avvertimento, capisco la sua frustrazione ma non è il modo corretto di reagire.
    Al ché prese un mezzo sospiro, cercando di non arrabbiarsi. Erano anni che dei serpeverde non le facevano quasi perdere le staffe, era possibile che gli anni non avessero fatto niente per migliorare i membri di quella casata?
    Perché crede che dovrei avere pietà di lei, signor Parker? Non c’è nulla in lei e nel suo imparare qualcosa di nuovo, perché fallire è parte dell’imparare, che sia miserevole. Le chiedo di non pensare a se stesso in questa maniera.
    Alzò la voce rivolgendosi questa volta anche al resto della classe.
    Non dovete pretendere troppo da voi stessi, ragazzi. Siete solo studenti e siete qui per imparare, mettendovi troppa pressione addosso finirete per crescere diventando adulti cinici.E al mondo non ne servono altri.
    Kore Huxley raramente si ritrovava ad essere a corto di parole, ma di fronte a quelle di Kynthia Lloyd si ritrovò per un momento a non sapere ben cosa rispondere. Non poteva certo mentire, ma neanche voleva aggiungere ulteriori danni a quello che era già successo.
    Signorina, può succedere, non deve rimuginarci sopra troppo, era il suo primo tentativo con questo incantesimo, nessuno di noi è nato perfetto.” Propose, cercando di rassicurarla “Si sforzi di non lasciare che questo intoppo influenzi il resto della lezione.

    Rain – Dado 3
    Ottima esecuzione e buon dado, il tuo incantesimo riesce alla perfezione
    Jae – Dado 4
    Buona esecuzione e buon dado, ma la renna non sa cosa farsene delle ruote e rimane perplessamente immobile.
    Vincitore: Rain
    Harry – dado 3
    Ottima esecuzione e buon dado, il tuo incantesimo riesce alla perfezione
    Mackenzie – dado 3
    Buona esecuzione e buon dado, il tuo incantesimo riesce alla perfezione
    Vincitore: Mackenzie (Harry pari – Mackenzie dispari, 6 pari; dado: 1)
    Kai – dado 5
    Esecuzione accettabile e ottimo dado, il tuo incantesimo riesce alla perfezione.
    Kynthia – dado 6
    Esecuzione accettabile e dado perfetto, il tuo incantesimo riesce alla perfezione.
    Vincitore: Pareggio (Kynthia pari – Kai dispari, 6 pari; dado: 6)
    Alexis – dado 6
    Buona esecuzione e dado perfetto, il tuo incantesimo riesce alla perfezione.
    Vincitrice: Alexis


    Un piccolo sorriso soffocato sfuggì alle labbra della giovane docente quando il suo giovane studente coreano, uno dei due problemi di quel giorno, produsse una magia a dir poco originale.
    Signor Wan, posso suggerirle che forse se le renne non hanno le ruote c’è un motivo? A parte questo un lavoro più che discreto.” decretò, prima di voltarsi verso l’altra giovane serpeverde, che invece aveva prodotto un perfetto incantesimo “Un secondo lavoro perfetto, assegno dieci punti a serpeverde e le faccio ancora i miei complimenti.
    Sorridendo chiamò la coppia successiva, questa volta si trattava di una corvonero e di un terzo serpeverde, l’altro piantagrane del giorno.
    Entrambi produssero risultati più che soddisfacenti, ma la renna della Rosier si rivelò leggermente più veloce.
    Ottimo lavoro signorina Rosier.” Si complimentò per prima con la corvonero “Come vede, signor Barnes, concentrarsi sul dovere e non su ridicole sciocchezze la aiuta ad ottenere risultati migliori. Le suggerisco di tenerlo a mente per il futuro.
    La successiva sfida vedeva ancora una volta coinvolto un serpeverde, ma questa volta contro una grifondoro.
    Ragazzi, ricordate che ho la massima fiducia in voi.” Ricordò ai due sfidanti, memore dei loro precedenti insuccessi.
    Insuccesso che non era destinato a ripetersi: entrambi produssero renne perfette, con somma gioia dell’insegnante che subito produsse un piccolo applauso pieno di contentezza quasi infantile, la stessa soddisfazione che le si rifletteva sul volto sorridente.
    Ve lo avevo detto che potevate! Ottimo lavoro entrambi!” si complimentò con un sorriso. Nel frattempo i due animali si diressero verso il centro dello spazio a loro disposizione, arrivando alle bacche virtualmente nello stesso momento.
    Oh, be, direi che è un pareggio.” Decretò Kore senza smettere di sorridere “Ottimo lavoro, ragazzi, non farsi prendere dallo sconforto è una dote fondamentale per un buon mago e questa ne è la riprova.
    Lo scontro successivo vide ancora una volta schierarsi una grifondoro, ma questa volta l’avversario era un ragazzo corvonero.
    Non fu un match particolarmente lungo: la trasfigurazione della grifondoro era superiore e raggiunse la vittoria con facilità.
    I miei complimenti signorina, un ottimo lavoro.” Si complimentò Kore con un sorriso.
    Terminati gli incontri, giunse il momento di far sparire recinti e simili, riportando l’aula al suo stato originale, sedie e banchi che riprendevano i loro posti.
    Chiedo ai ragazzi del terzo anno di riprendere le loro cose e tornare a sedere, non tornate ai vostri posti però, sedete con il vostro sfidante. Poi potrete riposare per qualche istante mentre controllo i vostri compagni, non fate baccano però.” Precisò, prima di raggiungere gli studenti più piccoli per controllare i loro lavori.

    Astrid – Dado 2
    Esecuzione accettabile e dado non eccezionale, l’incantesimo riesce ma la cioccorana è lenta.
    Mike e Amanda – dadi 6/6
    Le vostre figurine si muovono con grazia perfetta, ma la ballerina è un po’ scolorita.
    Carrie 5/1
    Le vostre figurine si muovono con grazia e hanno i giusti colori e movimenti, più i baffi extra.


    Tra gli studenti del primo anno, prevedibilmente, i risultati erano stati non troppo omogenei, alcuni erano riusciti altri non proprio.
    Già meglio, signorina Hansen, serve solo un po’ di pratica.” Commentò brevemente prima di passare allo studente successivo.
    Tra gli studenti del secondo anno invece sembravano esserci risultati già più soddisfacenti.
    Un risultato eccellente.” Commentò avvicinandosi alla coppia serpe-tasso composta da Mike e Amanda, osservando le loro figurine con un sorriso “Il lavoro di squadra si vede e prima ho notato che avete comunicato molto, bravi ragazzi!
    Visto anche il suo risultato precedente, signor Harris, assegno dieci punti a serpeverde, i miei complimenti.” Aggiunse all’indirizzo del serpeverde “E sono lieta di vedere i suoi progressi, signorina, complimenti.”
    Ma Amanda non era l’unica ad avere avuto un miglioramento sostanziale: anche la giovane Carrie e la sua compagna Kenya avevano avuto un risultato a dir poco eccellente.
    “Ottimo lavoro, ragazze.” Si complimentò, gli occhi azzurri che esaminavano con cura i dettagli, non mancando di cogliere il dettaglio dei baffi “Non sono una fan dei baffi ma sono un dettaglio non semplice da replicare. Ha fatto un grande passo avanti signorina Marshall, complimenti.”
    Ma se il risultato ottenuto dalle due era molto positivo, la giovane Kenya sembrava aver perso molto del suo colore, che si fosse sforzata un po’ troppo?
    Signorina, non ha una bella cera, credo sia il caso che lei vada in infermeria per un controllo.” Si guardò brevemente attorno prima di puntare gli occhi su un corvonero del terzo anno “Signor Reid, accompagni lei la signorina Singh, grazie.” Del resto neanche lui sembrava avere una bella cera.
    I due quindi lasciarono insieme l’aula seguiti fino alla porta dallo sguardo preoccupato dell’insegnante.
    Va bene, continuiamo pure con la lezione.” Disse infine, tornando alla sua cattedra e prendendo posto dietro di essa.
    Per concludere la lezione vi chiedo di scrivere una tesina comparativa finale assieme al compagno che vi ho assegnato, scriverete un solo testo per ogni coppia: parlerete delle prove individuale e di quelle che vi hanno visto collaborare o scontrarvi, di come le vostre esperienze si sono soprapposte o differenziate.” Spiegò con aria calma “Ovviamente gli studenti del primo anno lo faranno singolarmente. Avete fino alla fine della lezione.” Non era moltissimo tempo, ma abbastanza per scrivere una prova finale soddisfacente.
    "Oh, ma ora le signorine Pierce e Marshall sono prive di partner." realizzò, piegando le labbra con espressione pensosa "Va bene, vi chiedo di farlo tra voi, terrò conto della differenza di anno quando andrò a correggerlo, non preoccupatevi."



    Benvenuti a questo nuovo e ultimo giro di trasfigurazione, complimenti! Vi siete liberati dai dadi per un po'!

    Serpeverde perdere altri 30 punti, ma ne guadagna ben 20, arrivando a -60. Le altre case non perdono né guadagnano punti.

    La prossima prova è semplice: dovrete scrivere un breve saggio - ovviamente mi bastano i punti salienti - sulla vostra esperienza assieme al vostro compagno del turno precedente. Quelli del primo anno lo faranno da soli ovviamente.

    Avete fino alle 23.59 del 30 dicembre.

    Terminata la lezione potrete scrivere di aver ricevuto - al 23 dicembre - uno dei regali sotto l'albero della Huxley, al suo interno troverete un bel maglione caldo del vostro colore preferito e il vostro snack preferito!

    Buon divertimento e Buon Natale!
     
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    Serpeverde
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    Una scenetta del tutto deplorevole. Era a conoscenza delle marcate turbe mentali del povero cugino ma, per un certo verso, non aveva ancora la gravità della sua situazione psichica. Babbeo. Si morse la lingua, non era il contesto adatto per esternare il suo disappunto verso quella personalità tossica e disturbata. Non proferì parola. Zero. Neanche un minimo cenno per non conferire troppa importanza a colui che era stato l’artefice di quello show improvvisato. Che stava accadendo? Sembrava una partita a battaglia navale dove, purtroppo, a farne le spese altro non era che l’intera casata di Serpeverde. Roteò gli occhi azzurri e maledì mentalmente anche il compagno di stanza che, dopo un gesto di stizza, aveva rischiato un viaggio verso la Presidenza. La lucidità, questa sconosciuta. Sapeva bene che tipo fosse. Alcuni tratti era simili a quelli del fratello maggiore. Animaleschi, dettati dal puro istinto, senza mischiarci insieme neanche una briciola di buon senso, sempre che ne avessero avuto. Non poteva fare altro che incassare e tentare di scostarsi da quel branco di incapaci. Rimase composto, come se niente lo potesse scalfire, nemmeno quell’ondata di idiozia che si era appena infranta su tutti loro. Dopo l’esercizio, osservò la Professoressa muoversi da un banco all’altro, portando le dovute correzioni ai compagni che, come lui, si erano cimentati negli esercizi assegnati. Pian piano, giunse a loro con aria soddisfatta o, almeno, così sembrò al giovane Harris. Un appena accennato sorriso accolse le parole che, la Huxley, aveva riservato a loro come coppia e a lui come individuo, premiandolo con ben dieci punti che sarebbero andati ad aggiungersi al totale contenuto nella clessidra, posizionata in Sala Grande. Vabbe, insomma, convenevoli che, nonostante la sua misantropia, fu lieto di ricevere. Annuì con il capo, mostrando quel guizzo di gratitudine di cui era capace. Insomma, niente di esagerato, considerando che aveva solo portato a termine il suo dovere da studente. “Non è vero che ce l’ho con te, McMillan. Non ho abbastanza informazioni sul tuo conto per esprimermi in merito. Non mi chiamo Barnes,” Grazie al cazzo, se portassi quel cognome mi sarei già impiccato alla prima trave. Riprese il discorso che, qualche minuto prima dell’inizio di quella collaborazione, la Tassa, aveva iniziato senza alcun motivo apparente. Sembrava di aver iniziato con il piede sbagliato ma, sostanzialmente, Michael, poteva ritenersi soddifatto del lavoro svolto anche sul piano umano se, poi, il messaggio non fosse stato recepito dall’altra parte, forse, il problema non era suo. Un taglio netto. Quella discussione doveva giungere al termine, non aveva né tempo, né voglia di passare il resto della lezione a sindacare sul fatto che l’empatia non fosse un suo tratto caratteristico. Bella scoperta, tesoro. Sapeva comportarsi, certo, ma non si classificava come martire, pronto a sacrificarsi per il prossimo. “Ce l’hai fatta. In fondo il mio consiglio ti è servito, no?” Domanda retorica. Poteva pensare come le pareva, basta che non si fosse distratta dietro a questi futili motivi. L’ora della bionda professoressa non si era ancora esaurita ed, infatti, le istruzioni circa l’ultimo atto, giunsero tra capo e collo, lasciandolo interdetto. E io che pensavo fosse terminata questa assurdità che è il lavoro di gruppo. Si trattenne, sospirando e arrendendosi all’evidenza delle circostanze. “A quanto pare, mia cara, la tua tortura personale non finisce qui!” In fondo poteva capitarle di peggio. Un Harry, ad esempio. Pronto a smontare il mondo fatto di amicizia e unicorni, tipico dei Tassorosso.

    Un breve saggio. In coppia. Non era abituato ad esprimere le sue idee così, ai quattro venti, esponendole a chi, come Amanda, altro non era che una pseudo sconosciuta. Una fatica in più per chi, come lui fatica ad esprimersi e a gettare nero su bianco le proprie esperienze. Quasi aveva trovato meno insidioso il compito portato a termine con l’aiuto della sua fidata bacchetta. –quella di legno, si intende-. Di male in peggio, proprio. Come sottrarsi al proprio dovere, proprio a un passo dal traguardo? Rendere tutto più complicato non conveniva a nessuno dei due, ostacolarsi, quindi, non valeva la pena. La pergamena se ne stava lì, inerme davanti a loro, in attesa di essere utilizzata per il nobile scopo. Una tesina, Mike. Non un trattato di pace, non dovrebbe essere un problema! Un gioco da ragazzi. Poggiò i gomiti sul banco, pensieroso e determinato a cominciare per primo a buttare giù qualche frase di senso compiuto che avrebbero avuto il potere di esaltare le sue imprese di quel giorno. Da brava primadonna che era. “Se non ti spiace…” Afferrò la piuma sprovvista di tutù e abbassò il capo, regalando un mezzo sorriso tirato alla compagna.

    ”Michael Noah Harris, Serpeverde. In coppia con Amanda McMillan, Tassorosso.

    Partendo dalla salda consapevolezza che Trasfigurazione è una delle materie più complicate e pericolose insegnate, ho tentato un approccio basato sull’estrema concentrazione. Allontanando tutto ciò che sarebbe potuto essere di intralcio come, ad esempio, pensieri che si discostassero dall’obiettivo principale.
    Per quel che concerne la mia esperienza personale, posso affermare con assoluta certezza che per portare a termine l’esercizio ho avuto bisogno di grado di freddezza e di isolamento dal mondo circostante. Il tutto, fortunatamente, è stato reso possibile dalla mia naturale indole scarsamente emotiva. Durante l’esecuzione del primo esercizio, in solitaria, mi sono affidato totalmente alle mie capacità di osservazione e di memorizzazione dei dettagli anche più insignificanti all’apparenza ma anche, non meno importante, del movimento da riprodurre con il braccio dominante. Ho studiato attentamente forme, colori e così via. Il tutto svolto, forse, in modo più disinvolto, vista la consapevolezza riguardo al doversela cavare da soli."


    La piuma arrestò la sua corsa, cessando di scrivere. Quel che aveva appena scritto era ciò che lo riguardava ma, la consegna, chiaramente, richiedeva –oltre a ciò- anche l’esperienza condivisa. Che cazzo. Poi? Un rene? Che fatica. Alzò lo sguardo azzurrino e lo puntò verso Amanda. Se da un lato disprezzava chiunque non rientrasse nelle sue grazie, quella ragazzina sembrava abbastanza tranquilla da non aver reso impossibile la sua permanenza in quell’aula. La carenza era sua. Le relazioni umane non erano il suo forte e, ogni volta che apriva volta, sembrava essere lo stronzo di turno. Sbuffò. Decise di provarci, al massimo, poi, sarebbe toccato a lei aggiungere qualche cosa e integrare quel breve elaborato. “Ci sto provando ad essere decente.” Già. “E per la cronaca, mi sono sforzato a credere nelle tue capacità.” E ora voglio una E. Tagliò corto, riportando l’attenzione altrove.

    "La seconda parte dell’esercizio ci vedeva impegnati a collaborare. Il risultato raggiunto è stato possibile solo grazie ad una sorta di fiducia nelle capacità dell’altro, nonostante l’estraneità di base. Mentre per quanto riguarda la tecnica i punti salienti, sono gli stessi dell’esercizio svolto individualmente."

    Mise un punto, andando a rileggere velocemente ciò che aveva riportato. “Ecco a te.” Le passò la pergamena, così che potesse avere chiaro quel che era riuscito a spiegare. “Faccio schifo con le parole!” Era abituato a dimostrare le cose con i fatti e non di certo con due parole gettate lì, senza un perché. “Sistemalo a tuo piacimento. Quel che dovevo dire, l’ho detto.” Gli pareva anche fin troppo ma si era sforzato di non apparire la solita merda incapace di interagire con il prossimo. Che volete? Ci aveva provato. Ai posteri l’ardua sentenza.

    Michael Harris - II anno - Serpeverde.
    Citati Kai e Harry. Interagito con Amanda e scritto la sua parte di esperienze più un pezzo di quella condivisa.
     
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    Aveva assistito a quello scempio in silenzio, recitando qualche imprecazione nell’intimità della sua privacy mentale. Una renna con le ruote. Una pensata davvero geniale se solo avessero avuto, chessò, due anni. Puntò i suoi grandi occhioni color nocciola verso la docente, con la speranza che prendesse la parola e smontasse, pezzo per pezzo, la boriosità del giovane Wan. Una personalità particolare la sua e, durante tutta la lezione, non aveva perso occasione per sbatterlo sotto al naso a chiunque, ancora, non si fosse accorto della cosa. Una vera disgrazia. Tralasciò il tutto quando, la professoressa, si rivolse a lei, assegnandole dieci punti per il suo operato. Bene, molto bene. “La ringrazio, Signorina Huxley!” Affermò educatamente. Quella materia la stava, pian piano rivalutando e, nonostante fossero argomenti tosti, si era ripromessa di applicarsi il più possibile. Insomma, non finiva mai di scoprire lati nuovi del proprio Io e talenti nascosti. Ne aveva di strada da fare. Il suo futuro sembrava ancora lontano, sfocato. Non aveva ben chiaro cosa volesse fare nella sua vita, una volta terminato il percorso accademico ma, di certo, si sarebbe discostata da ciò che le era stato insegnato da coloro che avevano deciso di abbandonarla a sé stessa.
    Credeva di aver finito. Che il peggio fosse passato e che si potesse riaccomodare, togliendosi dalle palle quel tipo assurdo e le sue manie di protagonismo. Beata ingenuità. No. Per niente. Quel disastro sarebbe stato coronato con un elaborato scritto, riguardante l’esperienza appena vissuta, prima singolarmente ed, in seguito, in compagnia del simpatico personaggio uscito da un qualsiasi anime giapponese. Uno strambo. Farsene una ragione, a quel punto, sembrava l’unica soluzione possibile, considerando il fatto che l’unica cosa che contava era la valutazione finale. L’anno da privatista l’aveva portata a dover rimboccarsi le maniche per colmare tutte le lacune che si era trascinata appresso. Una scelta davvero idiota che, giorno dopo giorno, aveva rimpianto sempre più. Il suo ritorno ad Hogwarts, infatti, era stato una sorta di boccata d’aria fresca, così come il fatto di aver “riabbracciato” le sue compagne che, in un modo o nell’altro, si erano rivelate figure molte importanti, le più vicine a quelle che potevano definirsi “amiche”. Con queste premesse, la Scamander, decise di non partire in quinta, sul piede di guerra.

    “Wan.” Richiamò la sua attenzione mentre, lentamente, lo raggiungeva per quella bizzarra collaborazione che si fosse mai vista. Lei, così impostata e palo in culo e lui? Beh, di certo non si faceva problemi a sfoggiare la sua natura discutibile. “Per favore. Cerca di contenere la tua indole e portiamo a termine questa cosa. Rapido e indolore.” Uno strappo secco, così che nessuno potesse soffrire tanto per la presenza dell’altro. Prese la piuma e assunse un’aria del tutto pensierosa, come se non avesse la benché minima idea di come trovare le parole adatte per esprimere quel che si era consumato tra quelle quattro mura. Difficile, Molto difficile. Un breve riepilogo sui fatti avvenuti, punto per punto e si dedicò al compito.

    “Diamond Rain Scamander, Serpeverde – Jaemin Wan, Serpeverde.

    Prima di oggi non aveva mai compreso, a pieno, la complessa natura che caratterizza questa affascinante materia. L’esercizio svolto con l’ausilio della sfera, è stato più complesso in quanto si trattava della prima volta in assoluto nella quale mi cimentavo in questo tipo di compito. Fortunatamente, durante la mia vita, ho avuto modo, con la mia famiglia, di viaggiare parecchio ed entrare in contatto con diverse specie animali, del più svariato genere. Questa elemento mi è stato di estremo aiuto nell’immaginare, perfettamente, la forma che gli oggetti avrebbero dovuto assumere, una volta trasfigurati nell’animale decretato in precedenza. Altro aspetto fondamentale è stato l’alto livello di concentrazione che sono riuscita a raggiungere, cercando di estraniarmi dal resto del mondo. Il pinguino è stato il successo più grande, nonostante il mio terrore di fargli del male in seguito a una possibile mezza trasfigurazione. Per quanto riguarda la trasformazione del blocco in una renna e conseguente gara, mi sono trovata a disagio in quanto abituata a lavorare in solitaria, senza distrazioni. Anche in questo caso, però, l’unica mia preoccupazione era riversata sull’aspetto che la piccola creatura potesse prendere, portandola a soffrire, in caso di un mio errore. Questa volta, forse dopo aver preso più confidenza con l’incanto, mi sono focalizzata maggiormente sul movimento della bacchetta che, nonostante tutto, è riuscito più automatico della prima volta.
    La competizione tra le renne, non credo sia degna di nota, visto e considerato che il mio compagno è riuscito nell’intento per metà e, anche se la tecnica poteva essere accettabile, la sua colorata fantasia non ha permesso alla bestiola di raggiungere la meta e sfamarsi, lasciando campo libero a quella trasformata da me."


    Cessò di scrivere e posò la piuma ma, con la mente, ancora non era certa di aver riportato tutto su quel documento ma, in fin dei conti, Jaemin avrebbe dovuto completare con la sua esperienza il resto del testo. Passò la sua parte e si sforzò di sembrare ben disposta nei suoi confronti. Era certa che molti professori incentivassero la collaborazione per farli crescere anche sul piano umano e, nonostante la poca propensione alla sopportazione, Rain, sforzò a mantenere un basso profilo, così da riuscire a defilarsi una volta consegnato il loro scritto. “Credo che sia tutto, per quel che mi riguarda.” O forse no. Ma inutile tergiversare, non riusciva a snocciolare più nulla, niente che potesse arricchire ciò che già aveva riportato. Si appoggiò, con il volto tra le mani e attese che il compagno finisse la sua parte. Era curiosa di sapere se, in lui, ci fosse un lato saggio, forse nascosto nel più profondo abisso, capace di rimediare a quella serie di buffonate che aveva posto in essere. Scenette che, forse, in un universo parallelo avrebbe anche sopportato e trovato divertenti ma ad una lezione? Proprio no.


    Diamond Rain Scamander - III anno - Serpeverde.
    Interagito con la professoressa e ringraziata per i punti assegnati.
    Interagito con Jaemin e cercato di scrivere decentemente la sua parte. Prega in silenzio che Jaemin abbia una spinta verso la redenzione che non lo porti a fare qualche cazzata inutilmente.
     
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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    Si era finalmente fatto passare il malumore nonostante lo spostamento verso la prima fila, quando al richiamo nei riguardi di HARRY viene tirato in ballo nuovamente anche lui. Alza allora la testolina, con gli occhi allarmati che si puntano in direzione della PROFESSORESSA, mentre le labbra si premono l'una contro l'altra in un misto di contrarietà e confusione. Shock. Per quanto poco gli interessino le opinioni altrui, per non parlare del proprio rendimento scolastico, il Vicepreside riesce a mettergli addosso un’apprensione persistente e faticosa da scacciar via. Rappresenta, per lui, una sorta di “uomo nero”, o mostro sotto al letto, da cui il suo bimbo interiore scapperebbe volentieri. Per fortuna che si trova ancora nell’aula di Trasfigurazioni, e dunque può provare a non farsi prendere dal panico. Appone una mano davanti a sé sventolandola come se stesse scacciando una mosca, o, nel caso concreto, per togliere ogni dubbio sulle sue buone intenzioni: [...ma perché? Guardi che era solo un esempio! Non sono mai stato con il suo fidanzato!] Serissimo e convinto che il problema sia stato quello di un possibile tradimento, tanto più che la voce, dal volume leggermente più alto del normale (perché a dispetto delle apparenze, la minaccia sta sortendo esattamente l’effetto sperato: fargli venire la strizza all’interno chiappa), si mantiene calma e disponibile ad un dialogo civile. Insomma, sta dando per scontato che si tratti solo di una piccola incomprensione (?), e ci tiene a tranquillizzare la DOCENTE su questo punto, spiegandole il malinteso. D’altronde ci vuole pazienza con gli adulti, a volte fanno fatica a stare al passo con la frenesia mentale dei giovani. Però, adesso che si è prodigato per lei, un minimo di rassicurazione serve pure a lui. [Poi al signor White non piaccio molto, sa? Spesso mi fissa come se meditasse di uccidermi nel sonno. Lei vuole che mi uccida nel sonno, Prof?] o magari meglio da sveglio? Che ansia. D’accordo, la sta facendo un filino troppo melodrammatica con l’intento di far leva sul buon cuore dell’insegnante. O è semplicemente melodrammatico di suo. In ogni caso, fatta la sua doverosa parte sul frangente psicologico, è ora che si predisponga alla pratica del primo esercizio, che fallisce miseramente senza produrre nemmeno uno sbuffo dalla bacchetta. Inutile che ci soffi sopra, o che la sfreghi fra le mani nel tentativo di farla ripartire, la sua sfera permane una sfera. Se non altro, però, le soddisfazioni arrivano da un paio di banchi più in là, con quel pinguino rosa che cattura tutta la sua attenzione spingendolo a muoversi fino ad ALEXIS per poi prendere posto comodamente su di lei senza fare complimenti. Cioè, di complimenti dalla bocca gliene escono forse fin troppi, ma sono tutti indirizzati alla prodezza magica dell’altra, e non alle confidenze che si sta abilmente prendendo in autonomia assieme agli spazi personali della ragazza. [Oh, woah! Sei una volpona, ehn? Hai il fiuto per gli affari?] ribatte, con l’entusiasmo ridestato dalla richiesta di informazioni sul covo segreto, menzionato da lui stesso. Cioè, in pratica, sta facendo tutto da solo come al solito. […Mi piace! Però sai, essendo segreto, mi devi dimostrare che posso fidarmi di questa bella testolina bionda, mi capisci?]. E’ un vero peccato che la conversazione venga presto stroncata dal proseguimento della lezione. Si stava prendendo bene a immaginarsi uno spaccio di pinguini per tutto il castello, e prima di riuscire a concentrarsi nuovamente sugli argomenti accademici ha bisogno di sfogare un po’ di energie giocherellando con tutto ciò che gli capita a tiro, o partorendo fantasie ben poco adeguate all’ambiente appena Marcel gli finisce sotto lo sguardo. Niente di cui il Corvonero non sia stato reso partecipe ormai mesi addietro. Comunque ben presto arriva il suo turno sotto i riflettori dell’intera platea della classe, e quindi è il caso che si dia una regolata e corra ai ripari chiedendo ai colleghi che cosa si suppone che debba andare a fare. KYNTHIA gli dà delle buone vibrazioni, sebbene finisca per incasinargli le idee ancor di più. [Ragni platinati?] le fa eco, infatti, strabuzzando gli occhi e piegando all’ingiù gli angoli della bocca. Non è molto convinto che fosse quello il compito, però… [Sarebbero un bel business pure quelli. Apriamo una gioielleria di ragni a Hogsmead. Oppure una parrucchiera per ragni dalla folta chioma, se preferisci. Ricordamelo quando usciremo da qui]. Al di là delle idee per il dopo scuola, forse è meglio se per l’esercizio si affida alle capacità mnemoniche della sua controparte RAIN, per quanto si atteggi a fronteggiarla come se stesse per sfidarla in un duello all’ultimo sangue, dondolando a gambe aperte e scrutandola con occhi dardeggianti. Per la verità sta semplicemente temporeggiando, divertendosi in attesa che lei lo istruisca sull’incantesimo che poi andrà ad eseguire lui stesso. Peraltro, appena ha le basi per poterlo fare, ci si mette di grande impegno, aggiungendo il suo tocco personale alla struttura di quella povera bestiola partorita dalla bacchetta del coreano (vedi che allora funziona!). Eppur non si muove. Ma come?!? Nella sua testa tutto era studiato alla perfezione, il meccanismo delle ruote collegato a puntino, qual è il problema? “Signor Wan, posso suggerirle che forse se le renne non hanno le ruote c’è un motivo? A parte questo un lavoro più che discreto.” [E’ solo un po’ timida, ha bisogno di una spinta!] prova a indovinare l’inghippo, oltre a fare esattamente ciò che dice, mani sul sederone della renna, iniziando a premere con l’aiuto del busto per imprimere la dovuta propulsione. Purtroppo non può nulla per arginare la vittoria di RAIN, ma la cosa non lo tange affatto. Anzi, è più interessato a capire come migliorare la propria creazione, osservandola da ogni angolazione (anche da sotto), che a disperarsi per la perdita della sfida. E ancora, ritornando al di là del recinto, continua a rimuginare sugli aspetti meccanici del nuovo mezzo di locomozione da proporre a Babbo Natale, tant’è che è la stessa RAIN a riportarlo sul pianeta Terra con il suo richiamo. Lo sguardo inebetito che le rimanda indietro non promette niente di buono, ma lascia che lei si accomodi nel banco che preferisce, andando a sistemarsi esattamente di fronte a lei, in piedi, con le gambe tese e il petto parallelo al ripiano del tavolino. In quella posizione, oltre ad avere il culo sporgente in balia di chiunque gli passi da dietro, la sua testa è talmente vicina a quella della rossa che al minimo movimento inconsulto finirebbero per prendersi una craniata entrambi. Viscini viscini. Con somma gioia della ragazza. [Non ti preoccupare, è tutto sotto controllo!] solleva anche un pollicione mentre distende un sorriso a tratti malizioso. Il che potrebbe far presagire tutto il contrario di una buona condotta. Ti senti meglio, SCAMANDER? Segue ora con gli occhi il movimento della piuma prontamente impugnata dalla collega, tamburellando un motivetto allegro con una mano, prima che entrambe vengano portate a sostenere il mento, regalando una visione in primissimo piano del suo faccione alla concasata che gli sta di fronte. [Oh, sexy!] commenta anche di tanto in tanto, in punti più o meno casuali della tesina di lei, salvo poi afferrare la stessa piuma usata da lei (per forza di cose, dato che le sue cose sono ancora disperse da qualche parte sul fondo dell’aula) e andare a picchiettarsela sulle labbra pensieroso. [Ma quello è il tuo colore naturale o ti fai la tinta? Tra l’altro se ti serve qualcosa contro le doppie punte ho dei prodotti miracolosi che trattiamo in una delle aziende di famiglia]. Ah no, aspettate, deve concentrarsi sulle Trasfigurazioni. Cos’è che ha fatto dieci minuti fa? Carina la calligrafia di questa RAIN, magari potrebbe provare anche lui ad arrotondare un po’ di più il tutto.

    “Diamond Rain Scamander, Serpeverde – Jaemin Wan, Serpeverde.<3

    Prima di oggi non aveva mai compreso, a pieno, la complessa natura che caratterizza questa affascinante materia. L’esercizio svolto con l’ausilio della sfera, è stato più complesso in quanto si trattava della prima volta in assoluto nella quale mi cimentavo in questo tipo di compito. Fortunatamente, durante la mia vita, ho avuto modo, con la mia famiglia, di viaggiare parecchio ed entrare in contatto con diverse specie animali, del più svariato genere. *(Nota a margine: studiatissima. Ma gli animaletti li vivisezionavi anche? *faccina preoccupata*) Questa elemento mi è stato di estremo aiuto nell’immaginare, perfettamente, la forma che gli oggetti avrebbero dovuto assumere, una volta trasfigurati nell’animale decretato in precedenza. Altro aspetto fondamentale è stato l’alto livello di concentrazione che sono riuscita a raggiungere,**(è sempre molto stimolante osservare le persone concentrate, la mia compagna mi è stata di grande ispirazione.) cercando di estraniarmi dal resto del mondo. Il pinguino è stato il successo più grande, nonostante il mio terrore di fargli del male in seguito a una possibile mezza trasfigurazione. ***(Awww, cute!)
    Per quanto riguarda la trasformazione del blocco in una renna e conseguente gara, mi sono trovata a disagio in quanto abituata a lavorare in solitaria, senza distrazioni.****(Io infatti non ho fatto niente) Anche in questo caso, però, l’unica mia preoccupazione era riversata sull’aspetto che la piccola creatura potesse prendere, portandola a soffrire, in caso di un mio errore Questa volta, forse dopo aver preso più confidenza con l’incanto, mi sono focalizzata maggiormente sul movimento della bacchetta che, nonostante tutto, è riuscito più automatico della prima volta.
    La competizione tra le renne, non credo sia degna di nota,*****(Mi permetto di dissentire) visto e considerato che il mio compagno è riuscito nell’intento per metà e, anche se la tecnica poteva essere accettabile, la sua colorata fantasia non ha permesso alla bestiola di raggiungere la meta e sfamarsi, lasciando campo libero a quella trasformata da me. ******(La perdoni, non sa quel che dice!)

    Al contrario della mia eruditissima collega, io, Wan Jaemin, non ho mai avuto molto a che fare con gli animali, perché sporcano e i miei genitori non li volevano in casa. Però mi sono fatto dare degli indizi su come fosse fatto un pinguino delle Galapagos o quello che era, ma mi sono dimenticato la formula. Va detto, a mia discolpa, che chi dà i nomi agli incantesimi dovrebbe cambiare mestiere. Io sono Coreano, è già tanto che so pronunciare correttamente la “R” (mi sono allenato davvero tanto, e sono molto soddisfatto del risultato).
    Nel secondo esercizio, complessivamente, la gara fra renne è stata molto divertente. La mia compagna mi è stata molto d’aiuto e sono contento che abbia vinto la competizione, perché, senza offesa - qui si fanno solo critiche costruttive - ma diversamente da lei, sono bravo a riconoscere il talento degli altri. Anche io ho modestamente dato il meglio di me, dando vita alla mia bellissima RENault, affettuosamente chiamata René, con quattro ruote motrici. La professoressa mi ha anche fatto i complimenti, e ne vado molto fiero, quindi oggi nevicherà. Solo che devo aver sbagliato qualcosa sulla sinergia delle parti muscolari con quelle meccaniche. Forse dovevo farle il cuore a scoppio? Non avevo considerato questa versione del detto “avere il cuore che scoppia”, ma potrebbe essere una rivisitazione interessante. Le farò sapere.


    Deposita la piuma al termine delle sue fatiche, e si potrebbe quasi intuire il fiatone che gli è venuto per lo sforzo. Ma sembra orgoglioso del proprio lavoro, ripiegando finalmente le gambe per potersi concedere il meritatissimo riposo.


    Jaemin Wan – III anno – Serpeverde
    Davanti a RAIN
    Cerca di rabbonirsi KORE per non finire dal Vicepreside, e poi lancia il sasso e nasconde la mano con ALEXIS perché vuole incuriosirla. Progetta cose con KYNTHIA e poi si dà all’esercizio con RAIN, con commenti personali sul suo elaborato e la propria versione degli eventi che lo hanno visto protagonista.
     
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