Lezione di Trasfigurazione A.S.2022/2023Ammessi solo studenti fino al 3° anno

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    Kore Huxley | Adulta | Hufflepuff

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    Kore era consapevole del fatto che i suoi giovanissimi studenti poteva essere davvero brillanti quando volevano, in quei mesi passati con loro glielo avevano provato più volte, persino quando loro stessi non se ne rendevano conto.
    Ma cielo se potevano essere stupidi.
    Sperava solo che non tentassero stupidi giochini come quelli con un vero tasso del miele. Dubitava che quelli sarebbero stati pazienti quanto lei.
    Tornata in forma umana Kore lanciò un’occhiata leggermente preoccupata ai giovani Jaemin, Carrie e Harry.
    Signori, mi preme raccomandarvi di non avvicinare o tentare di prendere un braccio un tasso del miele, sono estremamente aggressivi, territoriali e resistenti. Potreste perdere un dito o peggio.” Peggio era l’opzione più probabile in realtà, ma lo tenne per sé “E signor Barnes, un libro non la aiuterebbe.”
    Era comunque piuttosto positivamente colpita dal fatto che diversi tra loro sembrasse aver intuito la sua vera natura. Brillanti appunto, talvolta senza rendersene del tutto conto.
    Sedetevi ora, iniziamo la lezione.” Indicò agli ultimi studenti ancora in piedi, prima di chiedere le porte con un vago cenno della bacchetta.

    Seduta alla cattedra lasciava che le iridi azzurre scorressero tra i ragazzi davanti a lui, interessata a cosa avevano da dire.
    La prima a rispondere ovviamente fu la giovane Kenya, il cui volto assunse rapido una tonalità vermiglia che rivelava il suo imbarazzo, Kore le sorrise in modo incoraggiante, annuendo con il capo mentre questa forniva la sua risposta.
    Corretto, signorina Singh, i miei complimenti.” Le rispose, il suo sorriso che si faceva più ampio, scoprendo appena i denti bianchissimi oltre il confine delle labbra rosee.
    Era stato un buon inizio e se avessero continuato su quella pista la mattinata sarebbe passata veloce, piacevole e produttiva. Peccato che non fosse andata ad andare così.
    La risposta del giovane signor Wan quasi la spinse a mettersi le mani in faccia in un momento di stanchezza e frustrazione. A fermarla fu solo il pensiero delle precise linee di eyeliner che le ornavano le palpebre.
    Signor Wan, crede davvero che questa sia una cosa appropriata da dire durante una lezione? La pregherei di riflettere di più prima di parlare in futuro. Nel frattempo sono costretta a togliere 30 punti a serpeverde.” La sé ragazzina – quella che dieci anni prima aveva preso posto tra i banchi che era le stavano davanti – sarebbe impazzita di gioia all’idea di togliere punti a serpeverde. Era davvero passata una vita.
    Fortunatamente, dove il signor Wan non aveva saputo rispondere, alcune mani si alzarono nella classe rispondendo al posto suo e la lezione poté continuare.
    Signor Wan, le consiglio di rileggere Guida pratica alla Trasfigurazione per principianti, scoprirebbe che uno scambio simile non è possibile e che si tratta letteralmente di una delle cinque Leggi di Gamp.” Si trattava delle leggi base che regolavano la materia ed erano parte del programma del primo anno, il giovane coreano avrebbe dovuto conoscerle.
    Fortunatamente lo studente successivo era decisamente più accomodante.
    La giovane insegnante ascoltò con attenzione e un sorriso il serpeverde Hardice rispondere alla sua domanda. Una risposta praticamente perfetta.
    Kore ne era impressionata e il suo volto sorridente trasmetteva chiaramente la sua soddisfazione di fronte a una risposta tanto perfetta.
    Una risposta perfetta, signor Hardice. Mi sento solo di aggiungere che nella quasi totalità dei casi la forma animagus corrisponde al patronus del mago, ma per il resto assolutamente perfetto. Dieci punti a serpeverde e i miei complimenti.” Era uno studente brillante, lo sapeva, ma da quel momento l’avrebbe tenuto d’occhio con maggiore attenzione, decise.
    Anche la serpeverde successiva, la signorina Scamander, rispose alla domanda postale in modo brillante.
    Corretto, i miei complimenti anche a lei signorina Scamander.” Le disse, un sorriso a illuminarle il volto mentre annuiva lievemente con il capo biondo.
    L’ultima interrogata, la signorina Lloyd, era un caso particolare. Liv l’aveva presa come sua assistente e Kore si era trovata alquanto incuriosita dalla cosa e si aspettava molto da lei.
    Corretto. Ma non solo ne avremmo l’intelligenza e l’intelletto, ne avremmo anche le capacità manuali.” Niente bacchetta insomma e con l’assenza di essa anche tornare nella forma umana sarebbe stato virtualmente impossibile.
    I miei complimenti ragazzi, tornate pure ai vostri posti.” Li congedò con un sorriso luminoso, indicando con un gesto del capo la zona dei banchi e osservandoli tornare poi tornare al loro posto, prima di iniziare a rispondere alle domande degli altri studenti.
    No, signorina Marshall. L’animagia fa parte del programma scolastico solo in modo teorico, tuttavia per quegli studenti maggiorenni e talentuosi che vogliano cimentarsi e apprendere l’animagia è possibile frequentare delle lezioni private con me, impararla da soli è teoricamente possibile ma davvero complesso, quasi impossibile.
    Ovviamente non è comunque un percorso facile o veloce, ma non è impossibile riuscirci da giovani, certamente richiede molto talento e moltissimo impegno.
    ” Rispose con un sorriso, scegliendo volontariamente di sorvolare sulla questione dell’età.
    Non era vecchia e non si sentiva tale, aveva 27 anni in fondo, ma dal punto di vista di quei ragazzini era già un’adulta fatta e finita, ed era giusto così.
    Ottima domanda. La metamorfomagia appartiene sempre al reame della trasfigurazione ma differisce molto dall’animagia per due fattori: il primo è che si tratta di un’abilità innata che non si può imparare, la seconda è che la metamorfomagia consente di cambiare il proprio aspetto, acquisendo magari anche alcuni tratti animali, ma richiede comunque che si mantenga un aspetto per lo più umano. Inoltre, al contrario dell’animagia, è influenzata severamente dalle emozioni del mago e dai suoi trascorsi.” Replicò con un sorriso in direzione della giovinetta.
    No, l’elemento chiave dell’animagia è la volontà del mago. Il mago che la pratica con soddisfazione ha pieno controllo sulla sua abilità. Al contrario un mago trasfigurato da altri rischia di restare bloccato nella forma trasfigurata.” Nel rispondere alla domanda del signor Barnes esitò per un momento, prima di riprendere a parlare, lo sguardo leggermente perso in un ricordo.
    Quando lavoravo al ministero, ho lavorato al Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici per quasi dieci anni, mi è capitato più volte di dover soccorrere maghi rimasti trasfigurati o semitrasfigurati in forma animale, non una di queste volte si trattava di un animagus, sempre di trasfigurazioni interspecie.
    In generale non consiglio di trasfigurare esseri umani in animali senza buone ragioni, soprattutto voi ragazzi dovreste pensarci due volte. Le conseguenze possono essere anche fatali.
    ” Era una nota forse macabra su cui terminare, ma era suo dovere avvisare gli studenti sui rischi concreti.
    Se non ci sono altre domande passerei alla parte pratica della lezione di oggi. Come avrete intuito il tema di oggi è la trasfigurazione animale e la preparazione ad essa per gli studenti più giovani.” Con un gesto della bacchetta richiamò a sé una… palla di pelo? Direttamente dal retro della scrivania era volata fin nella mano dell’insegnante.
    No, non una palla di pelo bianca, ma un roditore, un cincillà per essere precisi. Il grazioso animaletto sedeva ora rilassato sul palmo della sua padrona, tra le zampette quello che sembrava un seme di girasole.
    Questa è Mercoledì e mi aiuterà con le spiegazioni di oggi.” Spiegò con un sorriso, carezzando con un dito la testolina dell’animale.
    Finora avete fatto pratica con trasfigurazioni come questa” e nel dirlo, con un singolo colpetto di bacchetta trasfigurò il tranquillo roditore in una coppa d’argento “Da oggetto complesso come un animale a oggetto semplice, come una coppa appunto. Non avete dovuto davvero tenere conto dei sistemi cardiocircolatori o neuronali di un essere vivente, oggi tutto questo cambierà.
    Con un secondo colpo della bacchetta ritrasfigurò la coppa nella forma di un grazioso cincillà, la palletta di pelo che impassibile continuava a stringere tra le zampette il proprio snack, come se nulla mai fosse successo. La giovane insegnante la posò poi sulla cattedra, l’animale che emetteva un piccolo squittio prima di tornare a dedicarsi al suo seme.
    Oggi invece si affaccerete al percorso opposto: da questo...” E nel dirlo richiamò a sé una palla di cristallo dal grande albero illuminato, il cristallo che le si posava sulla mano con un tintinnio argenteo dovuto all’incontro tra il materiale e gli anelli che portava la giovane insegnante “a questo” con un colpo di bacchetta la palla scomparve, lasciando spazio con un vago contorcersi a un secondo cincillà, anch’esso candido come il primo ma dall’aria molto più spaesata.
    Kore posò anche il secondo cincillà di fianco al primo, era quasi impossibile distinguerli al colpo d’occhio, solo le movenze nervose del cincillà di destra rivelavano la sua passata natura di decorazione.
    La trasfigurazione da oggetto ad animale, per quanto complessa, è il primo step che vi porterà ad apprendere la trasfigurazione animale. Successivamente toccherà a quella animale-animale e a quella uomo-animale e infine, per quelli di voi con questo desiderio, potrete apprendere l’animagia. Ma non prima di allora.
    Ma perché questa gradualità di difficoltà? È molto semplice: la trasfigurazione richiede un’immagine chiara del risultato desiderato perché sia funzionale, pertanto ricreare con la magia un animale dotato di organi complessi e capacità di movimento è molto più complesso che ricreare un mero oggetto fatto di un solo materiale.
    Trasformare Mercoledì in una coppa è semplice, l’argento è un metallo semplice e stabile, al contrario trasformare una palla in una copia di Mercoledì è più complesso perché Mercoledì ha organi e necessità che la rendono più complessa
    .” Si girò a quel punto e con pochi gesti della bacchetta il gessetto volò verso la lavagna e da una parte scrisse la parola Mercoledì e dall’altra quella coppa, prima di disegnare due frecce circolari che puntavano verso il nome l’una e verso l’oggetto l’altra. Su quella da animale a oggetto aggiunse la parola “complesso” e sull’altra quella “semplice”.
    Questa difficoltà raddoppia quando ci sono le complessità sia del soggetto di partenza che di quello di arrivo da tenere in conto.
    Aggiungete a queste difficoltà specifiche quelle generiche della trasfigurazione, come la questione della massa e della sua conservazione, e vi troverete davanti un bel percorso ad ostacoli.
    Inutile dire che se il primo soggetto è umano la difficoltà sale ancora.
    ” terminò con un sorriso, lanciando ai suoi studenti un’occhiata per assicurarsi che la stessero seguendo.
    Questo ovviamente è il programma per gli studenti del terzo anno, gli studenti del secondo anno svolgeranno invece un’attività propedeutica alla trasfigurazione di forme viventi e quelli del primo si dedicheranno alle trasfigurazioni elementari. Prima di cominciare con le prove pratiche però chiedo agli studenti del secondo e primo anno di occupare le ultime file e a quelli del terzo di spostarsi nelle prime file, dopo capirete perché.” Il sorriso sul volto angelico della professoressa Huxley però non prometteva nulla di buono.

    Cominciamo dagli studenti del primo anno. Per loro è ovviamente necessario partire dalle trasfigurazioni più semplici ma ho preparato comunque qualcosa di carino.” Gli studenti del primo anno erano forse quelli che mettevano Kore più in difficoltà, erano piccoli e sinceramente inesperti, ogni parola con loro andava semplificata, cercando però al contempo di non banalizzarla. Quel giorno però non voleva farli sentire esclusi dal tema della lezione quindi aveva messo insieme qualcosa che fosse appropriato alla loro giovane età e al tema del giorno.
    Con un gesto della bacchetta una piccola truppa di candy cane, i tradizionali bastoncini di zucchero, si staccò dall’albero, fendendo allegramente l’aria sopra la testa dell’insegnate e degli studenti più grandi per andare a posarsi esclusivamente di fronte agli studenti più piccoli, quelli del primo anno.
    Il primo incanto di oggi sarà l’incanto Chocolus, che permette di trasformare la materia in cioccolato, ovviamente la materia iniziale si rifletterà sul cioccolato prodotto quindi usatelo solo su materiali edibili, mi raccomando.” Spiegò con un sorriso rassicurante.
    La formula è Chocolus e il movimento è questo.” Descrisse quindi con la bacchetta puntata verso il basso un piccolo cerchio nell’aria, terminando il movimento con un piccolo sbuffo della bacchetta, vagamente somigliante al movimento finale di una sac-a- poche.
    Vi chiedo inoltre di non mangiare il cioccolato, sarà necessario per l’esercizio successivo.” Avrebbero potuto portare a casa, se fosse stato edibile, il risultato finale ma per il momento avrebbero dovuto resistere alla loro gola.
    Potrete cominciare quando ve lo dirò, fate con calma e ragionate, non tentate solo di buttare lì la formula.”

    Passiamo agli studenti del secondo anno, per loro ho preparato un esercizio che sia propedeutico alla trasfigurazione animale. Una delle differenze principali tra la trasfigurazione animale-oggetto e oggetto-animale è il movimento del prodotto finale.” Creare un prodotto in movimento richiedeva una certa comprensione dell’ingegneria e della natura del movimento, bisognava capire come e perché un oggetto poteva muoversi.
    Oggi vi concentrerete quindi sul trasfigurare oggetti in grado di muoversi in modo complesso e aggraziato. Per farlo vi dividerete in gruppi e lavorerete su di un progetto comune. Sceglierò io le coppie e non voglio sentire rimostranze.” Ogni tentativo di rimostranze sarebbe stato prontamente messo a tacere con un’occhiataccia, prima di procedere ad elencare le varie coppie che avrebbero lavorato insieme per completare l’esercizio.
    Attese che ogni coppia avesse preso posto assieme prima di procedere.
    Colpevole la moltitudine di decorazioni, nessuno degli studenti aveva fatto caso alle figurine di metallo smaltato che danzavano sui ripiani di marmo di caminetto, be, in quel momento li avrebbero certamente notati perché eccoli moltiplicarsi e farsi strada danzando fin sopra ai banchi degli studenti, risalendo sui piani dei tavoli come mossi da un vento invisibile.
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    Una volta sui piani le figurine, quella maschile in divisa rossa e quella femminile con un grazioso tutù roseo, si divisero e si piazzarono ognuno davanti a uno studente, prima di esibirsi in un piccolo inchino seguito da un breve ma aggraziato ballo solitario prima di fermarsi di nuovo, come in attesa di ulteriori istruzioni.
    Non sono graziosi? Sono una mia creazione.” chiese quindi la professoressa Huxley con una punta di divertimento nella voce argentina “Il vostro compito per questa prima parte di lezione sarà ricrearli partendo dai calamai sui vostri banchi. Non solo dovranno somigliare alle figurine che avete davanti, ma dovranno anche ripetere il passo di danza.
    È un compito difficile, ma se vi ho assegnato questo compito è perché ho la massima fiducia nelle vostre capacità.
    ” Era semplice? No, ma era alla loro portata, inoltre un piccolo fallimento di quando in quando faceva solo bene al carattere.
    La formula è argenti salti, mi raccomando ragazzi di pronunciarla esattamente come la sto pronunciando io, se non la pronunciate correttamente non avrà effetto.” Una g dura alla latina e l’accento sulla a di salti erano fondamentali per la corretta pronuncia della formula.
    Il movimento è questo, cercate di eseguirlo correttamente.” Bacchetta alla mano, eseguì il movimento due volte, prima piano e poi a velocità normale, non si trattava di altro che di un primo movimento ad onda orizzontale, simile ad una N, seguito immediatamente da un secondo movimento ondulatorio verticale che poteva ricordare una K.
    Ripeteranno il ballo per voi se ne avrete bisogno, basta chiederglielo. Prendetevi tutto il tempo che vi serve, mi raccomando. Osservare è fondamentale.

    Quelli del terzo anno erano gli studenti per cui però Kore era maggiormente emozionata, era un grande passo per loro.
    Tocca ai ragazzi del terzo anno. Inutile dire che mi aspetto molto da voi e che entro la fine dell’anno voglio vedervi padroneggiare perfettamente quantomeno la trasformazione oggetto-animale. Come minimo.” Kore non era una donna aggressiva, non con gli studenti quantomeno, ma era risoluta e non aveva alcuna intenzione di puntare in basso con loro.
    Con un gesto della bacchetta fece comparire dal nulla una manciata di palle di cristallo – prese in prestito dall’aula di Divinazione – e le fece posare con delicatezza sui banchi dei ragazzi del terzo anno; solo una, solitario, si librò verso di lei e si posò sulla cattedra, poco lontano dai cincillà.
    Uh, tu è meglio che torni nel trasportino.” Mormorò, quasi tra sé e sé, recuperando il proprio animale domestico e rimettendolo nel trasportino posato dietro la cattedra.
    L’altro cincillà, quello trasfigurato, fu invece riportato alla sua forma di ornamento natalizio e rispedito sull’albero natalizio.
    Osservate bene adesso. Eudyptulus minor” pronunciò la formula con sicurezza, accompagnando le parole con un ampio gesto della bacchetta, disegnando nell’aria un doppio semicerchio impilato connesso, simile a un tre rovesciato o a una E corsiva maiuscola.
    La sfera tremò e si trasformò, quasi si fosse schiusa, in un piccolo pinguino bluastro alto non più di quaranta o trenta centimetri, assolutamente adorabile.
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    La creatura scosse il manto e la piccola coda, prima di emettere un basso vocalizzo nasale.
    Quello che vedete è un esemplare adulto di pinguino minore blu o pinguino delle fate, trasfigurare la vostra sfera in una di queste adorabili creature è il vostro compito di oggi.
    Prestate attenzione nel farlo, molta, o creerete un animale deforme e sofferente e non volete assistere a una scena così terribile, credetemi
    .” Avrebbe pianto, strepitato e sofferto e per quanto rapido potesse essere un suon intervento, il povero animale trasfigurato rischiava comunque di soffrire inutilmente.
    Ci sono domande? Anche dei ragazzi del secondo e primo anno?” avrebbe lasciato passare un lungo istante, assicurandosi che non ce ne fossero o rispondendo alle domande prima di continuare.
    Potete iniziare.”


    Benvenuti nel secondo giro della lezione di Trasfigurazione!
    Inizio complimentandomi con tutti voi per i post iniziali e ricordandovi di leggere ancora una volta il regolamento della lezione presente nel primo post.
    Ricordate di castare l’incantesimo e lasciarvi aperti il finale, potrete descrivere il vostro successo o insuccesso nel post successivo dopo aver ottenuto i miei responsi.
    Vi rimando anche al regolamento generale delle lezioni e vi ricordo che lo spoiler è obbligatorio e deve essere corretto.

    In questo secondo giro gli studenti del primo anno dovranno trasfigurare un bastoncino di zucchero in cioccolato; quelli del secondo anno il proprio calamaio (o la propria penna se il vostro pg preferisce metodi babbani) in una delle due figurine danzanti mentre quelli del terzo anno dovranno trasfigurare le sfere di cristallo in adorabili pinguini.
    Ricordate che si tratta di una materia difficile e i vostri pg potrebbero volersi prendere qualche istante per riflettere al meglio.

    Serpeverde acquisisce 10 punti ma ne perde 30, trovandosi con un totale di -20. Le altre case non guadagno punti.

    Per il secondo anno: le coppie sono composte da Carrie e Kenya e Amanda e Mike, Carrie e Mike avranno la figura femminile mentre Kenya e Amanda quella maschile.

    La scadenza è per mercoledì 14 alle 23:59, per chiedere una proroga potete scrivermi direttamente in privato.
    Per qualsiasi domanda, richiesta o chiarimento mi trovate in pvt e su Telegram.
    Buon divertimento!
     
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    JAEMIN WAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (III)

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    Ammicca in direzione dell’amica, sorridendo compiaciuto all’entusiasmo da lei dimostrato per la neobattezzata mascotte della classe. [Te l’ho detto! Ho sempre ragione] commenta gongolante, osservandola avvicinarsi alla bestiola con l’intenzione di prenderla in braccio. Le sue, di braccia, vengono al contrario portate sopra la testa, non sa bene nemmeno lui se per stiracchiarle o per ripararsi dalla zampata che con ogni probabilità arriverà dritta in faccia a CARRIE (e dunque lui non c’entra niente, ma i neuroni specchio giocano anche questi brutti scherzi, talvolta), per poi ricominciare ad alzare la voce sovreccitato. [WOOOOOAH!!! C’ERI QUASI!] si complimenta, molleggiando verso l’albero di Natale da cui vorrebbe sgraffignare una decorazione da usare come esca per distrarre il tasso, mentre HARRY si fa sentire alle loro spalle. [Ma no, ma no, dobbiamo solo addomesticarlo! Come in quella storia del Piccolo Principe e la volpe, hai presente?] domanda allungandosi sull’abete. [Io no. Non l’ho mai letto, ma tutti i boomer la usano sempre come esempio di perseveranza] svela con un’alzata di spalle, prima di riportare l’attenzione sull’AMICA. [Prova a prendergli il fiocco, CU…!] tuttavia non fa a tempo a completare la frase, tantomeno il gesto di sfilare la palletta, perché è costretto a rivedere tutti i piani nel momento in cui la PROFESSORESSA si palesa. Una gran bella figura di merda, che passa anche tramite l’imbeccata della donna nei loro riguardi, a cui non può che annuire, chinando la testa. Salvo poi rialzarla di scatto, come colpito da una folgorazione improvvisa. [E la storia della volpe, allora?] della serie che la bionda dovrebbe avere un’età consona a dichiarare Il Piccolo Principe la più grande opera d’insegnamento per grandi e piccini, e lui, che non capisce le norme del buon senso se si applicano in maniera contrapposta come in questo caso, vuole proprio che gliela spieghi. O si ammansisce O ci si sta alla larga. Aut aut. Come funziona ‘sta cosa degli animaletti, allora? Bah, meglio se se ne torna al posto a farsi gli affaracci suoi, incassando una risposta che certamente lo lascerà più in confusione di prima. La tregua, ad ogni modo, non dura più di dieci minuti, perché, ahi lui, gli tocca pure tornare al cospetto della dolce HUXLEY, interrogato. Il pizzicotto di CARRIE gli fa istintivamente sporgere le chiappette un po’ più verso di lei, quasi a incentivarla a tastare meglio la merce, che reputa piuttosto pregiata vista la solidità del muscolo allenato e una linea impeccabile, voltandosi a farle un occhiolino flirtante con tanto di incisivi che si premono sul labbro inferiore mentre blandamente si allontana dalla postazione. Vuole favorire? Purtroppo dovrà aspettare un momento più propizio. Ora urge, invece, fare una tacita richiesta di aiuto all’intero studentato quivi riunito affinché gli si diano suggerimenti. Che non arrivano. Maledetti secchioni gelosi delle proprie competenze. I peggiori. Va beh, lui comunque crede nel cuore dell’arte dell’improvvisazione e se ne esce con le uniche associazioni mentali che riesce a concepire in quei secondi spiccioli che seguono la domanda dell’INSEGNANTE, che gli fruttano la decurtazione di altri trenta punti sonanti dalla clessidra. Occhi al cielo, e spalle che si abbassano assecondando un sospiro contrariato. Come se gliene fregasse davvero qualcosa. [Che ho detto? Non ho detto niente]. Di certo niente di così terribile alle proprie orecchie, cosa che gli impedisce di cogliere il significato del rimprovero, facendolo tornare al banco con un’espressione stranamente seria. [Hanno seri problemi relazionali, in questa scuola. Sarebbe da coniare un termine apposta, perché “bigotti” sta per diventare un nuovo complimento] borbotta incrociando le dita di ambe le mani al petto, spingendo le spalle contro lo schienale e allungando i piedi davanti a sé. Ora il suo interesse per la lezione è drasticamente calato, in virtù anche del fatto che, nonostante l’effetto sorpresa dell’inizio dell’ora, l’animagia non sarà parte del programma pratico. Tch. Nemmeno Mercoledì riesce a ridestarlo dall’apatia del momento, sebbene cerchi di riprodurne stancamente il movimento del nasino a contatto con il suo seme di girasole. [Secondo te sono il suo cibo per quando è in forma tasso?] chiede sovrappensiero, indicando con un cenno della testa anche il secondo cincillà ora comparso, per poi tornare a occuparsi della disposizione dei propri averi. [Noooooo!!!] non può però trattenersi dall’esternare, spingendosi sul proprio tavolo e facendo così cadere gran parte di ciò che vi sta sopra, per tentare di aggrapparvisi e farsi trattenere da una CARRIE che dovrà nuovamente abbandonare per raggiungere i posti delle prime file. Lui davanti alla cattedra per la terza volta in una sola mattina? E’ come un film di orore. Lascia tutto così com’è, fra pergamene, piume e libri sopra al tavolo e a terra, allontanandosi con la morte nel cuore e l’unica cosa che non ha potuto lasciare affianco alla GRIFONDORO – la bacchetta – ora stretta nella mano destra. Prima di sedersi, però, non si esime dallo sgomitare contro il braccio più a portata di SEAN, sporgendosi e portando le labbra verso l’orecchio di lui corrispondente.[Ma secondo te glielo pagano il comodato d’uso di ‘ste sfere, al prof. di Divinazione?] sottovoce, stendendo poi un sorrisetto amabile nel momento in cui torna a drizzare la schiena. [Cerchiamo di romperne un’altra, così facciamo altri dieci punti facili facili] suggerisce scherzoso subito dopo, riprendendo un po’ del buon umore che aveva perduto alla sola immagine mentale della scena. Questo per di più viene anche galvanizzato dalla visione di quei quadretti danzanti, soprattutto per quelle col tutù rosa che per quanto non siano destinati a lui, attirano tutto il suo stupore facendogli venire il torcicollo a furia di girarsi verso il fondo dell’aula. [Dopo ci addobbo il comodino con quella roba] così è deciso. Ammesso che gli riesca mai. Detto questo è l’ora che conceda una seconda chance all’argomento del giorno, tirandosi su le maniche di maglione e camicia alla bell’e meglio, e impugnando con più convinzione il proprio catalizzatore d’innanzi alla sfera che gli è finita davanti al naso. C’è solo un piccolo, insignificante problema, al quale risponde riabbassando la bacchetta con aria spaesata. [Ok, google: com’è fatto un pinguino?] convintissimo, per poi fissare lo sguardo vacuo sulla lavagna, il muro dietro di essa e infine sulla DOCENTE. [Ah, no, giusto. PROF! Ma c’hanno lo scheletro anche nelle ali o è cartilagine? Hanno le ginocchia? I piedi sono palmati? Quanti stomaci hanno? E lì sotto… insomma… com’è che…?] gli mancano anche le informazioni più basilari, e non ha neanche idea da dove pescarle. Attenderebbe quindi di essere vagamente istruito, prima di prendere un grosso respiro, trattenere l’aria nei polmoni per qualche secondo di concentrazione – che per la verità è già perduta dopo mezzo istante per buttare l’occhio al collega vicino - e indirizzare la punta della bacchetta sulla sfera. Il movimento a tre rovescio è morbido e sicuro, mentre incanala la propria energia al baccio dominante per scandire infine la formula magica: [Eruditus Mino]. Come, non era così? E’ che fra una cosa e l’altra, se l’è bella che dimenticata. Però ci è andato vicino, dai (?)


    Jaemin Wan – III anno – Serpeverde
    Ultima fila > Vicino a Sean

    Cazzeggia con Carrie e Harry, fa la sua figura barbina durante l’interrogazione e poi contrariato torna il banco per spostarsi, pochi minuti più tardi, nuovamente alle prime file. Commenta dunque le decorazioni danzanti e le sfere di cristallo con Sean, per poi tentare di svolgere l’esercizio con l’unico neurone rimastogli. Infatti sbaglia la formula.

    Interagito con: CARRIE, HARRY, KORE, SEAN


    Edited by Personaggio casuale - 9/12/2022, 20:15
     
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    Tutti secchioni in quella cazzo di classe. Sbuffò, dopo aver sentito quella carrellata di idiozie volte ad entrare nelle grazie della bionda professoressa che, a suo parere, non sarebbe mai cascata in quelle finte moine. Senza contare le stronzate uscite dalla bocca di gente che avevano un culo scorreggiante al posto del cervello, facendo così perdere punti importanti per la casata, guadagnati con fatica da Hardice. Che idiota. Neanche gli undicenni, porca troia! Sapeva di non poter dare voce al suo pensiero in quanto, astutamente, aveva preso l’ardua decisione di mantenere un basso profilo, apparendo uno studente come tanti altri. Fuori da lì? Beh, il desiderio di cambiargli i connotati si sarebbe fatto largo e, magari, avrebbe dato libero sfogo a quella natura che non avrebbe potuto mantenere nascosta fino alla fine dei suoi dannati giorni. Atroce. Un incubo. Tra l’atmosfera zuccherosa e quegli ornamenti, a Mike, sembrava di tornare indietro nel tempo quando, da piccino, aveva anche apprezzato quel periodo dell’anno ricco di doni e amore familiare o, almeno, amore materno. Una specie di fantasma del Natale passato e che, fortunatamente, sarebbe rimasto tale in quanto, attualmente sia lui che il fratello si trovavano a fronteggiare coloro che li avevano messi al mondo per puro capriccio. Auguri a loro, insomma. Forgiare due caratteri mostruosi, in fondo, non era roba che si vedeva spesso. Un record degno di nota. Si guardava intorno con una faccia schifata che, ad occhio attento, non sarebbe mai sfuggita. Il sistema nervoso stava, lentamente, andando a puttane. Tentò di isolarsi, immaginando intorno a sé una specie di bolla che lo proteggesse dalla possibilità di entrare in stretto contatto con qualcuno di quelle persone così, come dire, ordinarie e lontane dall’Harri’s mood quotidiano. Così allegri, felici ma quale strana sostanza usavano per mantenere quell’equilibrio mentale che, lui, aveva perso da anni. Quei profumi gli mettevano la nausea e, allo stesso tempo, lo indisponevano non poco. Niente, rimaneva un giorno da cancellare ma, di certo, avrebbe tentato di portare a termine la lezione senza uccidere nessuno e, soprattutto, senza combinare qualche stronzata che gli avrebbe assicurato una T. I voti erano l’unico, valido, motivo che portavano Mike sulla retta via, portandolo a mantenere una condotta accettabile anche nei confronti del fratello maggiore –che in caso contrario avrebbe già pugnalato a morte-. Ci teneva a un ipotetico futuro lontano da quei genitori psicopatici che lo avevano cresciuto come se fosse un bambino speciale. Finalmente la professoressa/tassa –in tutti i sensi- prese la parola, andando a complimentarsi con coloro che, alla fine, avevano sostenuto una perfetta interrogazione. Ripeto: secchioni di merda.
    Ed eccola lì, la fregatura dietro l’angolo. Le vittime sacrificali non sarebbero bastate a placare la sete di vendetta della docente che, subito dopo, andò a spiegare ciò che TUTTI avrebbero dovuto affrontare durante il resto della durata della lezione. E lui che pensava di aver scampato il pericolo. No. Soffri, stupido Harris Jr. Portò gli occhi al soffitto, arrendendosi amaramente a quel destino infame. In fondo ci era abituato. Ai ragazzi del primo anno andò un compito, relativamente semplice da svolgere. A quelli del terzo, invece una roba che si era addirittura rifiutato di seguirne la spiegazione.
    Mentre a loro? La morte sarebbe stata più dolce. Primo punto a sfavore: lavoro di coppia. Nessuna rimostranza, Mike. Nessuna. Si portò la mano alla fronte, gesto plateale e melodrammatico e fece lo sforzo di raggiungere la sua “compagna di merende”. Un cazzo di cavaliere. Zitti tutti.
    “Sei la McMillan, giusto?” Domanda retorica. Certo che si trattava della Tassorosso, l’aveva appena indicata la Prof. Sbuffò, senza aspettare che rispondesse a quello stupido quesito. La osservò mentre, con fatica, tentava di esprimersi. Doveva essersi presa qualche cosa di fottutamente virale e ciò lo portò a fare un passo indietro, preoccupato per la sua salute. “Cazzo.” Si lasciò sfuggire. Possibile che non avesse avuto la brillante idea di recarsi in infermeria? “Mai sentito parlare della Pozione Pepata?” La base, gente. La base. Tralasciando quel dettaglio, influenza o meno, avrebbe dovuto mettercela tutta, volere o volare. Perdersi in quei dettagli li avrebbe portati fuori strada e no, non aveva nessuna intenzione di metterci una vita per un esercizio che, nonostante la complessità, sarebbe dovuto essere abbordabile per chi, come loro, si trovava al secondo anno. Rimase sorpreso quando, improvvisamente, due figurine in metallo smaltato si posizionarono davanti ai loro occhi, cimentandosi a quello che, per molti, sarebbe stato un bellissimo spettacolino. Spoiler: non per lui.
    La figura femminile fu assegnata proprio a lui. Quel tutù, per la miseria. “Carinissimi!” Mentì spudoratamente, con un sorriso tirato stampato in quella faccia da ebete.

    E via. Elaborò mentalmente le istruzioni impartite dalla Huxley e tentò di estrapolarne le info più importanti, secondo il suo modesto punto di vista.
    Studiava quella ballerina nei minimi particolari, così come i movimenti che, elegantemente andava a sfoggiare. Armoniosa e schifosamente fine, con quei tenui colori che gli ricordavano il servizio da tè della madre, amante del rosa pastello. Sciocca umana.
    Come era stato detto inizialmente, Trasfigurazione risultava essere una delle materie più complicate tra quelle di curriculum e, per riuscire in questa arte ci sarebbe voluta un’estrema concentrazione, mista a precisione per non rischiare di fallire su ogni fronte quel compito. Si prese del tempo per comprendere a pieno ciò che si aspettava da loro e poi, quando più o meno ebbe la sensazione di aver raggiunto la pace dei sensi, decise che era arrivato il momento di agire o, per lo meno, tentare di riprodurre quelle immagini. Con lo sguardo passò, repentinamente, dalla figurina al calamaio e viceversa, beh, in un certo senso la ballerina ricordava l’essere longilinea della penna. Sì, ma… Il movimento era tutta un’altra storia. Prima di afferrare la sua bacchetta in legno di Carpine, Mike, prese tempo, convinto di non essere ancora del tutto certo che la sua concentrazione fosse all’apice. No. Non lo era affatto. In lui si era fatta largo il timore di fare una bella figura di merda, fallendo miseramente. Soprattutto dopo quanto detto della docente: ”… ho la massima fiducia nelle vostre capacità!” Porca troia. Perché l’aveva detto? Spesso aveva deluso le aspettative di coloro che riponevano in lui fiducia e la cosa, per un attimo, lo gettò nello sconforto più totale. Passò qualche minuto e con uno sforzo non indifferente, tentò di allontanare quelle infondate paure e, con un’autoconvinzione marcata, riuscì a scovare il modo per darsi una botta di ottimismo. Annuì e, finalmente, si impossessò di quella che una volta, per Mike, altro non era che un’arma difensiva e che, ora, corrispondeva a colei che avrebbe decretato la riuscita del suo esercizio –o forse la sua disfatta, chissà-.
    Nella sua mente contava i passi della biondissima danzatrice (alla quale aveva chiesto di nuovo di proporre il passo di danza), come fosse lui stesso il coreografo. Lasciare al caso anche un singolo movimento, avrebbe voluto dire non dare il meglio. Ehhh uno, ondeggia le braccia. Eeeee dueee su le braccia, treeee e gira gira eeeeee quattrrrro. Muovi sti piedini. Il movimento della testa si armonizzava con i passi, seguendoli minuziosamente.
    L’aveva studiata abbastanza da poterla ripetere, addirittura lui stesso, munito di tutù. Immagine un po’ creepy ma divertente.
    Non aveva idea di cosa stesse combinando la sua compagna con la quale era stato accoppiato ma, di certo, non avrebbe distolto la sua attenzione dal suo obiettivo per assicurarsi che facesse bene lei. Troppo egoista, per farlo.
    Con la mano dominante iniziò a seguire le direttive sull’incanto da eseguire, non prima di aver ripetuto la formula nella sua mente. Alzò la bacchetta quanto bastava e con un gesto sicuro, in orizzontale, andò a disegnare una specie di N, tentando di porla in modo più armonioso possibile, seguita, subito dopo da un movimento simile ma verticalmente, ricordando vagamente, la lettera K. Nel mentre la sua voce, per molti versi grottesca e profonda, andò a pronunciare con attenzione la formula: “ARGENTI SALTI"” Tentò di riprodurre il suono che, poco prima era fuoriuscito dalle labbra della Huxley. La punta della bacchetta scagliata contro il calamaio e sguardo fisso. Cosa sarebbe successo, dopo quella pagliacciata?

    Michael Harris - II anno - Serpeverde.
    Interagito con Amanda e poi compiuto l'esercizio della ballerina carina, sperando di non dover mettere il tutù al prossimo giro <3
     
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    Aveva preso quell’interrogazione come fosse una sfida con sé stessa. Quella materia, per lei, era da sempre un limite che piano piano, si sarebbe impegnata a superare, studiando e ristudiando quei concetti che faticavano a entrarle in quel casino che era la sua mente. Quel piccolo passo, quindi, non poté che spronarla nel fare sempre meglio e il complimento della docente la portò a una sensazione di pace interiore rovinata solo dalla notizia che erano stati sottratti punti alla sua casata per colpa di… Jaemin. Sempre. Sempre lui. Una vero riccio nelle mutande per coloro che, giorno dopo giorno, si sbattevano per tentare di riempire quella fottuta clessidra. Regalò un sorriso garbato alla Huxley e, come ordinato, si incamminò verso il banco accanto ad Alexis ma, prima di giungerci, a bassa voce sussurrò una specie di avvertimento verso il coreano: “Stai rischiando, Wan. Dico sul serio. Cresci.” Il suo tono pacato, denotava un certo livello di irritazione che, però, non sarebbe trapelato al punto di portarla a una scenata vera e propria. No. Non era di certo il tipo ma quegli atteggiamenti urtavano la sua sensibilità tanto da renderla indisponente, soprattutto verso chi perpetrava alcune azioni, diventando ripetitivo e fastidioso.
    Oltrepassò il compagno a passo spedito ed, infine, giunse alla meta, sedendosi, convinta di aver dato il meglio in quell’ambito a lei ostico. Cercò di tranquillizzarsi e di riprendere in mano le redini della concentrazione, andando ad annotare sulla sua ordinata pergamena, le risposte alle domande poste agli interrogati, così da brava alunna diligente. Da quando aveva rimesso piede ad Hogwarts, il suo rendimento aveva subito un incremento notevole, spronandola a dare sempre di più anche se, ancora, dipendeva molto dalle materie in questione. Di certo non poteva lamentarsi ma l’impegno era una costante nella sua noiosa routine che caratterizzava, oramai, la sua esistenza tra quelle mura che, tutto sommato, considerava come un rifugio sicuro.
    Le prove non erano finite anzi, da quel momento, l’intero corpo studentesco presente in aula avrebbe dovuto affrontare una sorta di esercitazione per mettere alla prova le loro capacità pratiche nella trasfigurazione. Un conto era la teoria ma lavorare sul campo? Sarebbero davvero stati in grado di portare a termine quello che era stato assegnato? Ahhhh, quanto avrebbe voluto essere nei panni delle matricole, così ingenue e troppo poco studiati per affidargli argomenti che andassero oltre alle loro poca esperienza. Sì, beh, non che quelli del terzo anno fossero delle gran cime ma, il tempo passato a relazionarsi con quel tipo di arte, era di certo a loro favore. Prese fiato e con i suoi grandi occhi castani, indugiò sulla Grifondoro a pochi centimetri da lei, palesando una profonda preoccupazione. Che poteva fare? Fingere un malore e scappare in infermeria? Proprio ora che aveva avuto successo nella parte orale? Che stronzata. Cacciare i coglioni era pur sempre una sua prerogativa, un segno distintivo che le aveva permesso di essere lì quel giorno, scansando l’oscuro destino che la sua famiglia le aveva riservato a sua totale insaputa. E ora? Aveva davvero timore di non riuscire in quella prova? No. Neanche per scherzo.

    Attese le istruzioni che, in ordine, arrivano in seguito a quelle dei primi anni. Semplice un cazzo. Le aspettative, da quel che aveva potuto comprendere dalle parole della Professoressa, erano molto alte. Come darle torto? Lei ce l’aveva messa tutta per far apprendere il giusto alle loro poveri menti semplici. Padroneggiare la trasfigurazione oggetto-animale non era una richiesta così assurda, in fin dei conti. Certo, le difficoltà erano evidenti a tutti i sani di mente ma si trovavano in quel posto proprio per imparare ad utilizzare la magia nel migliore dei modi.
    Dal nulla, la Huxley, fece comparire alcune sfere di cristallo, le stesse che era certa di aver visto durante le lezioni di Divinazione, e una fluttuò delicatamente davanti al suo sguardo vigile e incuriosito da quella bizzarra scelta. Si accorse, inoltre che uno di quegli oggetti era appena atterrato sulla cattedra, così da poter dimostrare loro cosa avrebbero dovuto compiere per raggiungere un risultato, quantomeno, accettabile. Seguì con gli occhi il movimento della bacchetta e, in pochi attimi, la sfera si era tramutata in un… cazzo, un pinguino. Adorava quelle piccole bestiole, gli sarebbe corsa incontro per abbracciarlo prepotentemente ma contenne i suoi slanci di coccolosità che l’avrebbero fatta sembrare un semplice, stupido, umano semplice. Fanculo.
    Un punto debole aveva Rain: gli animali. Sì, loro erano in grado di mandarle il cervello in pappa e dopo le raccomandazioni, un’immagine tremenda si impossessò dei suoi pensieri, provocandole un brivido di disgusto. Tremendo, davvero tremendo. Accidenti. No, non se lo sarebbe mai perdonato ma tutto dipendeva dal grado di abilità, di precisione e di concentrazione. Tutto un dire.
    Nessuna domanda. Il silenzio. La prova poteva avere inizio. Socchiuse lentamente gli occhi e, con tutta la buona volontà, cercò di allontanare ogni pensiero superfluo che avrebbe potuto offuscare e compromettere il suo tentativo.
    Studio attentamente la forma e le dimensioni della bestiola apparsa pochi attimi prima. Più facile a dirsi che a farsi. Aveva letto da qualche parte di quell’esemplare e, vista la sua passione sfrenata per gli animali, sapeva bene che quella specie era diffusa nelle Coste sud-occidentali dell’Australia. Non doveva essere particolarmente pesante anzi, secondo la sua stima quel piccino corrispondeva a un peso che si aggirava si e no sui due kg per una lunghezza pari ai 30/40 cm. Un piccolo e tenero cucciolo da coccolare. Le loro piccole ali, altro non erano che delle pinne mentre, il loro apparato scheletrico, permetteva loro di adattarsi meglio in acqua che in aria.
    Sapeva bene che nella trasfigurazione il peso e la forma erano fondamentali per riuscire ad ottenere qualche cosa e, fortunatamente, la sua passione l’avrebbe aiutata ad avere una mezza idea di come fosse un pinguino in carne ed ossa, senza rischiare di vedere soffrire un povero animaletto innocente.
    Estraniata, lontano dal resto dei compagni. Come se non esistessero. Rain estrasse dalla manica la sua bacchetta di Pioppo Bianco e, cercando di riordinare la miriade di informazioni impartite poco prima, si apprestò ad emulare le linee mostrate dall’esperta. La mano salda sull’impugnatura, decretò l’inizio dell’azzardo. Non ti farò soffrire. No. La speranza era pur sempre l’ultima a morire, no? Con fare armonioso e con attenzione estrema, alzò il braccio e disegnò in aria quella che somigliava a una E maiuscola, scritta in corsivo. Nel contempo, la sua voce ferma e decisa, andò a proclamare la formula che avrebbe reso possibile quel piccolo miracolo: “Eudyptulus Minor!!!” Dai, trema! Maledizione… L’imprecazione era rivolta alla sfera che, come quella dell’insegnante, avrebbe dovuto prendere la forma dell’animaletto munito di becco e tutto il resto. Ti prego, ti prego. Ce l’aveva messa tutta e, quindi, avrebbe accettato qualsiasi responso, anche negativo se necessario.


    Diamond Rain Scamander - III anno - Serpeverde.
    Minacciato un pochino Jaemin per la perdita dei punti (<3) ti uccideremo, prima o poi XD
    Interagito indirettamente con Alexis e svolto l'esercizio, pregando di non far soffrire il piccolino (sì, ha una passione per gli animali e tratta, sicuramente, meglio loro delle persone v.v Loro non si toccano.)
     
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    Ascoltò la professoressa parlare dell’animagia, rapita da quella branca della trasfigurazione che non aveva mai preso in considerazione finì ad allora. Chissà in che animale si sarebbe potuta trasformare la giovane Rosier che custodiva in sè un sacco di personalità ben distinte tra loro. Forse era la caratteristica più presente in lei che sceglieva l’animale in cui trasformarsi. Doveva essere così. Prese un foglio e si mise a disegnare alcuni degli animali in cui si sarebbe potuta trasformare: un cigno, dato dalla sua eleganza, un leone dato dal suo coraggio o ancora un gufo vista la sua intelligenza o anche una volpe perchè no. E sarebbe potuta andare ad oltranza prima che un dubbio si insidiasse nella sua mente. Alzó la mano e aspettó che la professoressa le concedesse di parlare. «Professoressa, so che l’anima già non è l’argomento di questa lezione ma volevo sapere: è doloroso trasformarsi da umano in un animale?» Chiese, poi, anche se poteva immaginare la risposta. Doveva esserlo perchè la tua genetica di tramutava per prendere quella del tuo animagus. Prese in considerazione la professoressa: lei era alta mentre il tasso in cui si era trasformata era decisamente più piccolo di corporatura, doveva sentire dolore. Per forza. Si ritrovò a pensare che sarebbe stato bello poter imparare l’animagia e sfruttarla nel suo lavoro futuro. Un Auror che poteva trasformarsi in un animale, sarebbe stato utile nelle missioni di perlustrazione. Devo imparare come si fa, disse tra sè e sè. Forse la professoressa poteva accettare di aiutarla in questo, era vero che frequentava il terzo anno ma ad Ilvermony lei era quasi in dirittura d’arrivo e quindi non poteva essere considerata come una strega alle prime armi. Smise di fantasticare nel momento in cui l’insegnante fece comparire su ciascun tavolo degli studenti una sfera presa in prestito dall’aula di divinazione e spiegò loro cosa avrebbero dovuto fare. Sembrava più complicato di quanto sembrava ma per Mackenzie quella non era la prima volta che si interfacciava con un simile incantesimo. Ad Ilvermony, l’insegnante di trasfigurazione, aveva fatto esercitare abbondantemente gli studenti con ogni genere di trasfigurazione possibile e immaginabile, doveva farcela. Anzi, poteva farcela. Si concentró sull’oggetto davanti a lei e ne studiò la forma e la dimensione per poter capire come meglio indirizzare la propria magia per far sì che il risultato finale fosse ottimale. Così, sollevò la bacchetta in aria -poco più in alto della sfera- e disegnò un tre rovesciato mentre pronunciava la formula con voce ferma e decisa. «Eudyptulus minor.» Nel pronunciare l’incanto tenne fissi gli occhi sulla sfera e cercò di non perdere di vista l’obbiettivo fino a quando non vide la sfera trasformarsi nell’animale richiesto.

    Mackenzie Rosier, III anno, corvonero.
    Ha posto una domanda alla professoressa e poi si è dedicata all’esercizio.
     
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    Trasfigurazione lo affascinava da sempre, fin da quando era più piccolo. Il merito era stato della tata alla quale i suoi lo affidavano quando non c'erano, cioè mai. Era una donna davvero singolare in quanto utilizzava vestiti abbastanza particolare e accessori fuori dal comune che il piccolo Parker si divertiva a sfilarle per nascondere tra i vari vasi da collezione che appartenevano alla sua famiglia da generazioni. Si chiamava Giselle ed era proprio un animagus e Kai ricordava i pomeriggi in cui si trasformava in lupa e correva dietro i gemelli Parker per giocare ad acchiapparella oppure quando le salivano in groppa e lei faceva le acrobazie più paurose come saltare le scale con un solo balzo. Il piccolo serpeverde si divertiva un sacco quando c'era lei a casa, inoltre la ricordava sempre con piacere perché con lei aveva un rapporto ben più profondo di quello che aveva con i suoi genitori. Lei era l'unica che credeva nel piccolo Parker e che lo spronava a non arrendersi, specialmente quando i suoi erano i primi a non farlo. Avrebbe voluto rivederli e dirgli che non era così difficile smettere di credere nelle capacità del loro figlio se soltanto avessero avuto davvero a cuore il suo bene e avessero smesso di preoccuparsi della loro stupida immagine di facciata. Idioti, si ritrovò a pensare mentre il vociferare degli studenti si alzava man mano che la sua attenzione si spostava su di loro e non sui suoi pensieri. Fu incuriosito poi dall'affermazione della professoressa in generale non consiglio di trasfigurare esseri umani in animali senza buone ragionima il suo cervello omise il resto. Se soltanto avesse saputo come fare, avrebbe escogitato un piano per vendicarsi dei suoi genitori. Se ci fosse stata anche la più piccola possibilità di riuscire a trasformare i suoi in un piccolo animale, magari in due luridi ratti, Kai non ci avrebbe pensato due volte nel cimentarsi in quell'impresa. Però per una vendetta degna del suo nome, doveva puntare in alto e non limitarsi ad una piccola trasfigurazione che non avrebbe soddisfatto a pieno l'odio che covava per i suoi. Perso tra i suoi pensieri non ascoltò molto attentamente l'esercizio che la professoressa diede loro di eseguire e si maledì mentalmente perché lui non è che spiccasse come studente e quindi dare la prova di sapere portare a termine un esercizio poteva dargli una grossa mano con i suoi voti. Ma come poteva farcela se ogni cosa era buona per distrarsi? A volte voleva non essere lui ma assumere le sembianze di suo fratello che, al contrario suo, eccelleva nello studio. Perché non potevano essere uguali anche in questo oltre che nell'aspetto? Con un po' di rabbia nel corpo, tentò di eseguire al meglio l'esercizio e a sfruttare a pieno le sue capacità. Prese la bacchetta e tenendola stretta, disegnò con la bacchetta una specie di E rovesciata, poi a voce alta pronunciò l'incanto con la speranza di ottenere un risultato decente. Eudyptulus Minor.

    Kai Parker, III anno, Serpeverde.
    Ha cercato di eseguire al meglio l'esercizio.
     
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    Seduta al mio posto, seguii attentamente le interrogazioni, appuntandomi non solo le nozioni che man mano i miei compagni recitavano a memoria, ma anche i commenti della professoressa, che sicuramente mi sarebbero serviti.
    Crumena Effecio = trasformazione (di oggetto inanimato in foglio di carta). appuntai su un foglio, poi alzai lo sguardo quanto bastò per riconoscere la ragazza che aveva risposto alla domanda della prof. Quasi mi venne un colpo nell'apprendere di chi si trattava: bionda, dagli occhi chiari, la pelle diafana e l'aspetto innocente. Deglutii e tornai a fissare la mia pergamena, incapace di osservare ancora una delle tante vittime dei miei incantesimi, la notte di Halloween. Era passato un mese ormai ed era stato messo in chiaro, da parte dei vertici della scuola, che si era trattato di un brutto scherzo collettivo, insomma lo sapevo io e lo sapeva lei, ma non potei evitare di sentirmi in colpa, vedendola in carne ed ossa, in piedi a pochi metri da me.
    Il tono che la professoressa riservò al Serpeverde Wan, amico di Carrie, nonché altra vittima della mia spietatezza, mi riportò al presente. Ascoltai la Huxley ammonire duramente il coreano e non potei fare a meno di cercarlo con lo sguardo. Malgrado la strigliata, non sembrava poi così dispiaciuto, ma piuttosto infastidito. Figli di Salazar... non c'era una volta che si facessero un esame di coscienza. Non che a me interessasse, se facevano perdere punti alla loro casata, facevano solo un favore a Grifondoro.
    Animagus = mago capace di trasformarsi in animale a proprio piacimento, senza utilizzo della bacchetta. (Abilità non innata, ma predisposizione naturale aiuta!). Non si può scegliere l'animale in cui ci si trasforma, ma dipende dalla propria personalità. Scrissi, sottolineando quell'ultimo concetto un paio di volte. E stavo per posare la piuma, quando il Serpeverde riprese a parlare come una macchinetta, ripetendo così perfettamente il concetto che dovetti resistere alla tentazione di controllare che non stesse pronunciando per filo e per segno le parole del libro. Cristo quanto vorrei avere anche io la memoria fotografica... E invece mi toccava leggere e rileggere le stesse cose mille volte nella speranza che almeno l'1% mi entrasse in testa.
    Appuntai anche la risposta di Rain su ciò che riguardava la mezza-trasfigurazione. Più ne sapevo e meno quella materia mi intrigava. Era davvero complessa, sia nella teoria che nella pratica e se era vero che bisognava essere portati per riuscire a trasfigurarsi concretamente, allora potevo dirmi bella che finita. Per fortuna, appresi, l'animagia era materia d'esame, ma solo oggetto di studio teorico. Al contrario, trovai curiosa e piuttosto interessante la Metamorfomagia, ma - al contrario della precedente - quella era un'abilità innata, ereditaria. Che fregatura!
    Quando finalmente la professoressa mandò a posto i ragazzi oggetto delle interrogazioni, sorrisi lievemente a Rain. Lei, al contrario di me, sembrava notevolmente portata o quantomeno preparata sulla materia, per cui fui piuttosto felice di poter sbirciare i suoi appunti, di tanto in tanto. Per una volta, collaborare con una Serpeverde avrebbe avuto dei vantaggi.

    Quando finalmente ci addentrammo nella lezione del giorno e apparve un cincillà nella mano della Huxley, il mio primo istinto fu di ridere per via dell'espressione buffa dell'animaletto. E non fui l'unica, a giudicare delle risatine che giunsero dai banchi retrosanti. Ad ogni modo, seguii attentamente la spiegazione della professoressa che fece una sorta di riassunto su quelle sarebbero dovute essere le nostre abilità fino a quel giorno e quali, invece, si aspettava che apprendessimo durante quella lezione in particolare: trasfigurazione da oggetto ad animale. Spalancai gli occhi e presi un profondo respiro, cercando di captare quante più informazioni possibili affinché potessi eseguire l'esercizio nel migliore dei modi (se sul risultato non potevo garantire, non era lo stesso sull'impegno). Appuntai quindi l'importanza di fare attenzione alle caratteristiche fisiche dell'oggetto di partenza, ma soprattutto di quelle dell'animale in cui avremmo tentato di trasfigurarlo. Massa, peso, altezza: tutto aveva la sua importanza.

    Seguii le istruzioni della professoressa che voleva tutti quelli del terzo anno nei primi banchi e, mentre insieme a Rain avanzavo di qualche banco, fui felice di incontrare lo sguardo di Carrie che salutai agitando le dita della mano, senza emettere fiato (quella storia del tasso del miele mi aveva abbastanza scoraggiata dal fare qualsiasi cosa potesse urtare la prof). Una volta sedutami nuovamente accanto alla rossa, le feci un cenno di intesa e, pazientemente, ascoltai le spiegazioni della Huxley. La quale - pazza - voleva che trasformassimo una sfera di cristallo in un pinguino. Un pinguino vero. Scambiai uno sguardo terrorizzato con Rain, percependo anche la sua lieve preoccupazione e tornai ad osservare l'animaletto che scodinzolava felice ed emetteva versi. Scoraggiata, scrissi prontamente tutte le informazioni che potei sulla razza di pinguino in questione e lo osservai lungamente, cercando di registrare anche la particolare colorazione del suo manto - blu scuro sulla parte superiore e posteriore, bianco per tutta la parte inferiore - o quello che ipoteticamente poteva essere il suo peso e la sua altezza. Così, dopo aver dettagliatamente descritto l'animale nei miei appunti, aprii il voluminoso manuale di Trasfigurazione e feci una ricerca sull'anatomia degli uccelli, più in particolare ricercai informazioni sulle varie famiglie di pinguini, avrei sicuramente trovato qualcosa che potesse fare al caso mio e che mi avrebbe indirizzata su quali sarebbero stati i dettagli a cui dare maggiore importanza, affinché la trasfigurazione riuscisse.
    Quando finalmente mi sentii pronta, avevo quasi terminato il tempo a mia disposizione, ma non me ne preoccupai. Piuttosto, estrassi la bacchetta e mi concentrai sulla sfera di cristallo che avevo posizionata sul banco. Mi schiarii la voce, cercai di visualizzare nella mente il risultato sperato: un bel pinguino minore blu, di piccola statura e dal cuore pulsante. «Eudyptulus minor!» pronunciai, scandendo bene le parole e accompagnando l'incantesimo con un gesto del polso - che mi ero curata di provare più volte prima di giungere al tentativo definitivo. Concentrata sulla parte degli organi interni e dei vasi sanguigni che avrebbero permesso al mio pinguino di apparire reale, mi augurai di essere stata abbastanza accurata da non far soffrire quella povera creatura.
    Alexis Pierce, III anno, Grifondoro.

    - Citato e Interagito con Rain e Carrie;
    - Eseguito l'esercizio con cura, nella speranza di non far soffrire l'animaletto.
     
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    Amanda era influenzata e mentre stava prendendo appunti per le risposte dei suoi compagni notò lo sfarzo del aula, tutta decorata per natale.
    Ciò gli fece venire un sorriso ma subito dopo, sempre per via del influenza Starnutì
    < EEEECIùùù.>
    Subito si girò e soffiò il naso con il fazzoletto.
    Detestava essere influenzata ma per sua sfortuna non aveva avuto il tempo di passare in infermeria, bastava una pozione semplice per guarire.
    Tornò a guardare gli addobbi che la lasciarono estasiata e pensò
    < WOW!!!
    Ma è bellissima!
    Peccato che non me ne sono accorta prima di questa bellezza.
    Ti fa sentire quasi confortata in mezzo a questi addobbi>

    Ma rinsavì quando sentì parlare nuovamente la professoressa.
    La professoressa aveva in mano un piccolo topo bianco, che fece sorridere Amanda per la tenerezza del animale, dopo di che la vide trasfigurarla sia il topo sia una palla di cristallo in un cincillà.
    Rimase estasiata dalla cosa e senza esitazione iniziò a prendere nuovamente appunti di quello che stava spiegando.
    Gli piaceva come materia Trasfigurazione, e voleva diventare brava in quella materia.
    La prof chiese di spostarsi, ma per sua fortuna si trovava nella penultima fila quindi non avrebbe dovuto cambiare posto.
    Un altro starnuto gli scappò e sempre con il viso paonazzo si nascose per soffiare il naso, per sua sfortuna gli lacrimò l'occhio destro, ma con un abile gesto della mano sinistra, riuscì a tamponare in fretta le lacrime evitando che finissero sui preziosi appunti che aveva preso.
    Vennero divisi in coppie e lei finì con un Serpeverde di nome Michael Harris.
    Non amava i serpeverde, spesso la prendevano in giro perchè non era molto sociale e di solito se la prendevano con i Tassorosso, infatti alzò gli occhi al cielo pensando
    < Proprio con i serpeverde?...
    Va bè... farò del mio meglio.>

    Continuò ad ascoltare la professore che spiegò l'esercizio da svolgere per loro del II anno.
    Il compito consisteva nel trasfigurare il loro calamaio in un soldatino che si muoveva a passo di danza.
    Vide arrivare il compagno che gli chiese se era lei Mcmillan, con un sorriso un po tirato rispose
    < Sì, sono io...>
    Vide la sua reazione al suo raffreddore e la battuta se conosceva la pozione pepata, lei di rimando fece un debolissimo sorriso e rispose sempre con il suo tono gentile ma questa volta ci aggiunse una piccola punta di acido e ironia
    < Si la conosco grazie per avermelo fatto ricordare.
    Purtroppo sta mattina non aveva tempo di andare in infermeria a curarmi, sai non vorrei arrivare tardi a lezione.>

    Si girò verso il soldatino e per sua sfortuna gli scappò un altro starnuto infastidente.
    Nuovamente si sistemò cercando di risultare alla meglio la sua presenza.
    Si mise a studiare il balletto del Soldatino e con tono gentile verso a quest ultimo disse
    < Gentilmente caro soldatino potresti rifare il tuo bellissimo ballo?.>
    Se avesse acconsentito lo avrebbe studiato cercando di memorizzare i movimenti.
    Dopo di che prese nuovamente il fazzoletto e soffiò il naso pensando
    < Mi libero ora così non dovrei avere problemi con l'incanto.>
    Dopo di che prese la bacchetta e mentre lacrimava iniziò a fare il movimento ad onda orizzontale, seguito immediatamente da un secondo movimento ondulatorio verticale.
    Enunciando purtroppo con voce non troppo cercando di imitare l'accento della professoressa
    < Argenti Salti!.>
    Guardando verso il calamaio e sperando di aver ottenuto il risultato che voleva, ci teneva tanto a fare una buona impressione.





    Amanda McMillan Tassorosso II anno
    Amanda rimane estasiata dagli addobbi in ritardo .
    Ascolta la professoressa con attenzione prendendo diligentemente appunti, mentre lotta con il raffreddore.
    Interagisce con Michael e il soldatino ed eseguo l'esercizio.
     
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    Malgrado avessimo fatto già diverse lezioni con la professoressa Huxley, quella fu la prima volta che ci svelò il suo segreto. Restai con espressione sbigottita per diversi secondi, fino a che non venni poi raggiunto dalla Rosier, la quale mi chiese (circa) se si fosse potuta sedere accanto a me.
    Ciao Macky! Certo, siediti pure.
    Le sorrisi, confermandole che mi avrebbe fatto piacere seguire l'intera lezione in sua compagnia o, se non altro, fino a quando ce lo avrebbe permesso l'insegnante.
    In che animale dici?
    Rimasi per qualche secondo a riflettere, mentre Harry finì – in quell'istante – di rispondere alla docente, la quale se ne stette in silenzio per alcuni secondi, permettendomi così di rispondere alla ragazza accanto a me con tono quieto.
    Credo un colibrì: sono rapidi, precisi, con straordinarie capacità di volo e somigliano tantissimo ai golden snidget...dai quali s'ispira il boccino del quidditch.
    L'entusiasmo col quale risposi a quella domanda, fu palese allo sguardo attento della corva seduta al mio fianco, la quale non avrebbe faticato poi così tanto nel riscontrare gli aspetti in comune tra il sottoscritto e quella creatura.
    Tu invece?
    Le ribaltai la domanda, curioso di scoprire in quale animale si sarebbe sentita più vicina e per quale motivo, malgrado avessi già una mia idea a riguardo (il cigno) ma, non volendo influenzare la sua risposta, me ne restai semplicemente in silenzio. La nostra attenzione, venne poi calamitata dal successivo aneddoto dell'insegnante, con il quale ci mise in guardia sugli incantesimi volti alla trasformazione degli esseri umani in animali. La osservai con aria preoccupata, iniziando ad accantonare l'idea di trasformarmi in un bellissimo trochilide, in seguito ad un lungo quanto meticoloso studio dell'animagia. Sarebbe stato sicuramente molto figo, ma anche molto pericoloso ed io non volevo certo finire magicamente intrecciato con una specie animale, per quanto carina. Ad ogni modo, dopo aver commissionato un incanto da eseguire agli studenti del primo nonché del secondo anno, venne infine il nostro turno. Ci aveva chiesto di spostarci nelle prime file ma, per mia fortuna, mi ero già precedentemente posizionato nei primi posti, da bravo corvo. Dovetti dunque attendere gli altri studenti e, non appena fummo in pole position, l'insegnante iniziò a illustrarci i vari compiti. A quelli del mio anno toccò, giustamente, l'esercizio più impegnativo: trasformare una delle sfere di cristallo di Divinazione in un animale. Prima di rivelarci quale, la professoressa ci fornì tutti i dettagli necessari per eseguire in modo impeccabile la trasfigurazione. Inutile dire che avevo già il quaderno degli appunti aperto e la penna (con la punta imbevuta di inchiostro) nella mano dominante, pronto a scrivere tutto nero su bianco. Il mio polso si fermò solo quando l'oggetto inanimato iniziò a creparsi, dando origine a piccole alette, zampette palmate ed una testolina avente un beccuccio fino. Ma la parte del corpo che più attirava la mia attenzione, era quel buffo codino che si muoveva animosamente di qua e di là. Trattenni una risata, parecchio divertito da quella bizzarria, iniziando poi a tracciare una bozza dell'animale, accanto al quale andai ad inserire le quote delle sue dimensioni.
    Direi si aggiri sui 30-40cm di altezza.
    Feci poi un elenco di tutti gli organi vitali che avrebbe dovuto avere, malgrado non avessi mai avuto modo di studiare l'anatomia dei pinguini (probabilmente solo gli aspiranti magizoologhi ne avrebbero potuto sapere qualcosa a riguardo), facendo infine un ripasso di tutto. Non appena mi sentii pronto, sostituii la penna con la bacchetta, immagazzinando quanto più ossigeno possibile nei miei polmoni. Tracciai dunque nell'aere il doppio semicerchio impilato e connesso, visualizzando nella mia mente la figura dell'animaletto con al suo interno tutti gli apparati e gli organi che gli avrebbero permesso di vivere felicemente, colorando il piumaggio in modo da somigliare quanto più possibile all'esempio che avevo difronte a me. Un rigolo di madore scivolò giù dalla tempia sinistra, ambasciatore dello sforzo impiegato per far in modo che l'esercizio riuscisse in modo quanto più preciso possibile. Non appena fu tutto delineato, pronunciai il nome dell'incanto con il corretto accento.
    Eudyptulus minor.
    Puntai il catalizzatore in direzione della sfera di cristallo, nella speranza di vederla schiudere a favore di un bellissimo esemplare di pinguino delle fate, chiaramente provvisto di coda ballerina.




    Alexander Reid, III anno, Corvonero.
    Saluta Macky e le risponde in merito al quesito sull'animale in cui si sarebbe trasformato, qualora fosse divenuto un animagus, proponendo alla corva la medesima domanda. Quindi ascolta interessato la spiegazione della docente, prendendo appunti su ciò che avrebbe dovuto fare successivamente, oltre che disegnare una bozza dell'animaletto apparso. Non appena avrà fatto mente locale, effettuerà il suo tentativo!
     
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    Feci una piccola smorfia quando la Huxley tolse addirittura trenta punti per un’interrogazione di Jaemin andata abbastanza male; per quanto fosse off topic, comunque, credevo nella sua ingenuità (tra ingenui, d’altronde, ci si capisce) e buone intenzioni, dunque inutile dire che a me parve alquanto esagerato. Amavo il modo in cui quel ragazzo portasse brio nella scuola, il modo in cui ravvivasse le lezioni che, per quanto interessanti, talvolta avevano comunque dei momenti noiosi, per forza di cose; se non altro per la mia capacità d’attenzione sempre tendenzialmente sotto le scarpe.
    M’illuminai, comunque, alla possibilità che la Huxley mi insegnasse come essere una formidabile animagus in tempi record (almeno nelle mie più fervide fantasie), tanto che le indirizzai uno sguardo intensissimo, carico di una silenziosa promessa: sarei piombata nel suo ufficio il prima possibile. Poi, però, fui costretta ad abbassare tristemente le mie orecchiette metaforiche da San Bernardo quando, più avanti, precisò i vari step che mi dividevano da quella che sarebbe diventata la mia nuova ossessione: trasformarmi in un animale quando mi pareva, magari un bel furetto che poteva infiltrarsi ovunque come una scheggia senza essere troppo notato! Che pizza, io avrei voluto fare tutto subito! Certo che, più conoscevo la magia, più realizzavo che non era come avevo sempre immaginato: la vita diventava ben più complicata di quanto non venisse semplificata.
    Incrociai dunque le braccia sul banco, mezza delusa e mezza irritata, proprio come una bambina capricciosa offesa per non aver ottenuto la caramella di troppo, senza dare troppo ascolto alla spiegazione successiva (quella che avrebbe dovuto servirmi maggiormente), anche perché, a un certo punto, la mia attenzione fu rapita totalmente da Mercoledì, una meravigliosa cincillà super vaporosa. La fissavo con occhi adoranti, i palmi a reggere il mento, fino a quando con la coda dell’occhio non vidi delle statuine danzanti, che mi ricordarono terribilmente Barbie e lo Schiaccianoci, uno dei milioni cartoni della mia infanzia. Non che andassi poi pazza per le Barbie, né per gli schiaccianoci o i tutù, ma il modo in cui danzavano aveva fatto attivare il mio neurone pazzerello, costringendomi ad improvvisare un balletto che vedeva una notevole coordinazione di capo e busto, facendomi partire una musichetta rap nel cervello, non chiedetemi perché… ma era sempre uno sfondo musicale più interessante della letargica quanto irritante melodia da carillon, o del nulla completo. Dobbiamo colorare la vita mettendoci del nostro; così dice sempre la mia progenitrice.
    Diedi una pacca incoraggiante a Jae quando tornò al proprio posto, solo per abbandonarlo tristemente, dandomi una strisciata con l’indice sotto all’occhio destro, ad imitazione di una lacrima, con tanto di broncio (– Mi mancherai ogni minuto! –) e braccino proteso verso il suddetto, raggiungendo il banco della mia concasata Kenya Singh, con cui condividevo anche l’anno di frequenza; mi scocciava vedermi divisa dagli studenti dell’anno successivo, ai quali era toccato un compito di gran lunga più interessante: trasfigurare una sfera in uno stupenderrimo pinguino! Cioè, io amavo i pinguini. Era una vera ingiustizia!
    – BOO! – misi di colpo due mani sulle spalle della bionda, dandole una vociata nell'orecchio sinistro tale che non poteva non farla saltare in aria per il mio goliardico divertimento. – Singh, so che sei una canterina: potremo coronare la nostra coppia di ballerini gay con un bel sottofondo impegnato da parte tua, così, magari, faremo qualche punto per impegno e originalità! – Sì, perché io, in ogni caso, mi presi la libertà di andar contro le indicazioni della Huxley, perché sappiamo tutti che sono una ribelle: avrei trasfigurato il calamaio in un soldatino, in quanto l’alternativa era fin troppo da femminuccia per i miei standard.
    Estrassi la bacchetta tutta convinta, realizzando solo un istante prima del movimento di polso un problema essenziale: non ricordavo per nulla i passi di danza. Uno dei motivi per cui non avevo mai studiato danza.
    – Uhm, riccioli d’oro..? Tu te li ricordi i passi? Eh?? Eh??? – mi sporsi invasiva verso il suo spazio di lavoro, in attesa di vedere una soldatino da imitare (“la sua memoria sarà certo migliore della mia”, mi dicevo). Tuttavia, presa dall’ispirazione del momento, che mi portava una curiosa sicurezza al centro del petto, agitai la bacchetta con un unico obiettivo: creare un soldatino che balla la breakdance.
    Perché sì.
    Mi concentrai, facendo un gran respiro, ed esclamai — Argenti Salti! — con una certa allegria.
    Strinsi gli occhi all’ultimo, i tratti spremuti come un limone, riaprendoli uno alla volta dopo qualche secondo, incerta ma, infondo, impaziente di vedere la mia creazione.
    Se fosse riuscito a dovere, mi sarei portata le mani davanti alla bocca e mi sarei messa a rumoreggiare con la bocca un accattivante motivetto beatbox.
    Con la coda dell’occhio, a un certo punto, avrei anche cercato lo sguardo di Alexis – di cui ricambiai il saluto poco prima – per vedere se ero riuscita a farla ridere.

    Carrie Marshall, II anno, Grifondoro.
    Cito la prof (ma dai?), Jae&Kenya (coi quali interagisce) e infine Alexis, nell’ultima parte, in caso l’incantesimo fosse riuscito.





    Edited by Lesbikerrie. - 16/12/2022, 00:37
     
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    A proposito della partita, ruoto il collo quando vengo attirata dalla voce di un serpeverde, Hardice. Le volte in cui ci ho parlato si contano sulle dita di una mano e comunque si è sempre trattato più che altro di un "mi passi quell'ingrediente lì?" e robe simili strettamente collegate alla lezione in corso. Però nonostante le nostre interazioni siano state così scarse, molto sportivamente, sembra che abbia voglia di congratularsi per la vittoria dei grifi "oh, grazie” non devo suonare particolarmente entusiasta, nonostante ciò mi sforzo di allungargli un sorriso di cortesia “speriamo vada bene anche la prossima” possibilmente, meglio. Ma è un gioco idi quadra, no? Vince la squadra, quindi mi prendo il complimento e me lo porto a casa. Devo continuarmi ad allenare con costanza, o continuerò a fare schifo. L'ultima volta ci ho messo fin troppa rabbia. Ovviamente so perchè, ma credo che la colpa sia anche da attribuire alla notte di Halloween... gli eventi di quella serata hanno risvegliato in me delle sensazioni sgradevoli di agitazione misto rabbia che avrei preferito tenere sopite. Forse questo è solo sintomo del fatto che non sono mia sparite del tutto.
    Ok, pianeta terra chiama Kynthia e tutte le cose che mi ricordo sull'argomento chiesto dalla giovane insegnante di trasfigurazione. Quindi via, cominciamo questo magnifico giro di interrogatori che prosegue in parte bene in parte in maniera piuttosto, boh, strana, bizzarra, forse secondo alcuni fuori luogo. Sicuramente la Huxley la pensa così, guarda com'è cambiata la sua espressione. Non serve un mentalista per capire cosa le passa per la testa. Quanto a me stringo le labbra e abbasso lo sguardo verso il pavimento in un tentativo di tenere in piedi la mia poker face e non far trasparire alcuna reazione. Sono sicura che un angolo della bocca si sia lievemente alzato.
    Alcune risposte sono ben più complete della mia, alcuni sembrano essersi mangiati un libro intero e infatti li guardo anche un po' stupita. Ma alla fine mi difendo con la semplicità della mia risposta. Magari non è molto, ma è un lavoro onesto. Il sorriso dell'insegnante è rassicurante, mi conferma che questa specie di interrogazione me la sono portata a casa per oggi.
    Con la teoria sono sempre stata pigra, lo ammetto, ma il modus operandi delle lezioni ad Hogwarts è sempre lo stesso: dopo la teoria, arriva la pratica. E allora me ne torno al mio posto per la parte di lezione in cui, di norma, riesco meglio. Poi si presuppone che tutte queste cose io le abbia già fatte ed essere avvantaggiati in una materia complessa come questa, è scuramente un bene.
    Entra in gioco un cincillà, una specie di criceto grosso e dalle orecchie grandi. Insomma, è un peluche che respira. Però, purtroppo, non dobbiamo accarezzarlo, serve soltanto come cavia per gli incantesimi della Huxley. Prendo appunti con tanto di freccette e cerchi, un po' come i disegni fatti alla lavagna. E poi eccoci al momento clue, quello dell'esercizio, in questo caso differenziato per ogni anno. Ammetto che a quello che devono fare gli altri non presto chissà quanta attenzione. Guardando fra i banchi mi limito solo ad incrociare lo sguardo di Carrie, le guardo le gambe e noto che indossa le calze. Scuoto la testa fra lo sconsolato ed il divertito chiedendomi questa volta a chi le abbia rubate. Chissà se ci farò mai l'abitudine. Poco più dietro c'è anche Alexis, insomma, siamo sempre tutte qui.
    Questa lezione inizia a somigliare sempre di più ad una lezione di cura delle creature magiche, quando dopo i movimenti della bacchetta dell'insegnante spunta una specie di piccolo pinguino in sostituzione della sfera. “Carino” mi sfugge il commento sull'animale, vabbè. Pazienza insomma. Adesso è questa sfera che dovrebbe diventare carina quanto lui, dovrebbero spuntargli le piume ed un becco. L'idea che possa diventare una palletta deforme e sofferente, mi disgusta un po' facendomi arricciare un lato delle labbra. Sfiga vuole che non mi sembra che questo incanto ci fosse nel programma dell'anno scorso: o non c'era, oppure ho saltato a piè pari la pagina in cui veniva citato. Comunque sia, con il ripetere del terzo anno mi sembra quasi di sentir suonare un disco rotto, la sostanza resta sempre la stessa.
    Quindi, intanto visualizzo la brutta palletta deforme che NON voglio ottenere. Ok, ce l'abbiamo.
    Adesso guardo bene la sfera, la prendo fra le mani studiandone un po' i riflessi e poi passo a posare l'attenzione sul piccolo pinguino dal piumaggio di un particolare blu. Lo osservo bene. Sono consapevole però che normalmente non eccello chissà quanto in questa materia, non mi distinguo insomma. Per questo mi accontenterei di ottenere anche un pinguino normale. Basico. Pure fosse soltanto grigio.
    Impugno la bacchetta, ho seguito il movimento dalla Huxley, adesso c'è solo da riprodurlo. Agito la bacchetta un paio di volte a vuoto per fare delle prove e dopo essermi schiarita leggermente la voce, vado per il colpo definitivo “ Eudyptulus minor” un pinguino normale. Basterebbe quello.

    Kynthia Lloyd, III anno, Grifondoro.

    Interagito con Sean.
    Ha ascoltato le risposte dei suoi compagni, in particolare quella di Jaemin.
    Interagito a distanza (abbastanza a distanza) con Carrie e Alexis.
    Provato l'incantesimo sulla sfera sperando che quantomeno diventi un normale pinguino.



     
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  12. Kenya
     
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    Il mio sorriso si spalancò, quando ricevetti i complimenti della signorina Huxley, svelando un'espressione tra l'imbarazzato e l'entusiasta per l'elogio. Non ero abituata a stare al centro dell'attenzione, ma sapere che ero preparata in una materia difficile come trasfigurazione m'inorgoglì!
    Grazie mille, professoressa!
    Esclamai allegra, nel portare le mani dietro la schiena, iniziando a dondolare sul posto con un sorriso che nessuno sarebbe riuscito a levarmi, in un momento come quello. Beh, con tutta l'ingenuità del mondo, ascoltai anche il discorso degli altri al mio fianco, esibendo un'espressione confusa quando Jaemin alluse ad uno scambio senza definire il soggetto. Lo guardai, poi feci lo stesso con la docente vedendola mettersi le mani davanti al volto.
    Ma di cosa stai parlando, Jaemin? Il tuo...“cosa”? Prof.?!
    Non stavo mica fingendo o aizzando il coreano ad essere volgare, semplicemente nel mio mondo puerile e casto, da famiglia della Mulino Bianco, certi discorsi non si facevano propriamente con la medesima leggerezza del ragazzo del terzo anno. Inutile dire che i miei occhi turchesi si spalancarono, quando udii le parole di ammonimento dell'insegnante, seguite – per giunta – da una mazzata in termini di punti tolti. Solo allora, quando mi venne sbattuta in faccia la gravità dell'allusione, realizzai (o se non altro intuii) a cosa si stesse riferendo quello sporcaccione dai tratti asiatici.
    Sei un pervertito, Wan!
    Meglio chiamarlo per cognome o chissà quali confidenze si sarebbe potuto prendere nei miei confronti. Eppure me ne restai lì, malgrado i possibili risvolti che iniziai ad immaginarmi nella mia poco perversa testolina, dando prova di quanto ci tenessi a non sfigurare difronte alla docente. Restai dunque lì, ascoltando curiosa le parole di Sean, le quali vennero scandite in modo semplice e chiaro, tanto che ne compresi il significato senza alcuna difficoltà. Allo stesso modo, ascoltai lo scambio tra le due studentesse e la professoressa, riuscendo a seguire con attenzione tutto quanto. Fummo poi invitati a ritornare al posto e, ricevuti nuovamente i complimenti, mi esibii in un piccolo inchino col capo, ringraziandola con un filo di voce talmente basso da farsi passare per labiale. Restai profondamente attenta alla risposta che mi diede l'insegnante, in merito alle differenze (nonché somiglianze) tra gli animagus e i metamorfomagus.
    Grazie mille prof.!
    Un nuovo sorriso apparve sul mio volto, decisamente più contenuto rispetto a quello di prima ma non per questo meno solare. La lezione, ad ogni modo, proseguì; sorvolato l'argomento degli incidenti magici (ansia allo stato puro!) fummo infine catapultati su quello che avremmo appreso quel giorno, ovvero la Trasfigurazione Animale e/o la preparazione ad essa. Prima di iniziare, ci venne tuttavia presentato una bellissima cincillà di nome Mercoledì. Inutile dire che morivo dalla voglia di avvicinarmi a lei per accarezzarla, considerato lo sconfinato amore che nutrivo nei confronti degli animali. Essendo una lezione importante, tuttavia, mi sforzai a restarmene ferma così da non compiere inutili gaffe. Vidi così l'insegnante compiere diverse trasfigurazioni interessanti sì, ma – considerata la velocità nonché la fluidità nei movimenti della bacchetta, mi resi conto fin da subito di non essere ancora pronta per un simile esercizio.
    Eh, si...buonasera!
    Riflettei dentro di me, manifestando il senso d'inadeguatezza che provai in quei secondi con una leggera grattata di capo, alla base delle mie lunghe chiome dorate. Tirai un immenso sospiro di sollievo quando, poco più tardi, la docente specificherò che sarebbe stato compito degli studenti di terza mettere in pratica il difficile esercizio.
    Chissà cosa dovremo fare noi(?)
    Pensai, mentre mi dirigevo in fondo all'aula come richiesto dalla professoressa, attendendo quindi il turno degli studenti del secondo anno e (quindi) anche del mio. Rimasi un po' stranita dall'esercizio che avremmo dovuto eseguire: ero abituata a stare in mezzo alla natura e agli animali, dunque mi sentii come privata di qualcosa, quando ricevetti altro da trasfigurare. Accettai comunque di buon grado la richiesta della Sig.na Kore, concentrandomi fin dal primo istante sulla spiegazione dell'esercizio che saremmo dovuti andare ad eseguire. Venni accoppiata con Carrie: la ragazza che dimorava nel dormitorio stante difronte al mio. Non avrei avuto problemi con lei, considerata la sua indole casinista e alla mano.
    UAH!
    La mia schiena s'irrigidì, mentre la nuca si abbassò in avanti in un chiaro movimento istintivo dovuto allo spavento che mi causò Carrie con quel gesto alle spalle.
    C-Ciao!
    Balbettai appena, svelandole un sorriso sommerso da un'espressione (ancora) allarmata, mentre alcune statuette iniziarono a danzare e a moltiplicarsi.
    Lasciami riprendere fiato e ne possiamo di-discutere.
    Proprio un cuor di leone, non trovate? Seh, come no! Nel fare diversi lunghi respiri, inspirando ed espirando a pieni polmoni (nel tentativo di disperdere la tachicardia), vidi due delle varie bamboline presentarsi difronte a noi: davanti alla mora si sarebbe esibita la bambolina con il tutù; davanti alla sottoscritta, invece, il soldatino in rosso. Il nostro scopo? Prendere spunto dalle figure animate, per crearne una copia fittizia dal calamaio davanti ai nostri occhi. Inutile dire che tutte le informazioni elargite dall'insegnante vennero segnate sui miei appunti, così come le bozze delle varie posture che avrebbe dovuto assumere il soldatino che avrei ottenuto, trasfigurando il contenitore con l'inchiostro.
    Argenti Sàlti, Argenti Sàlti, Argenti Sàlti.
    Ripetei a voce passa la formula, imprimendo nella memoria la corretta fonetica per l'esecuzione di quell'impervio incantesimo, rivolgendomi poi verso la mia compagna.
    Carrie, io non credo sia una buona idea andar contro alla professoressa...
    Spiegai con tono di voce accomodante e dolce, sperando che la spiegazione che le avrei dato di lì a poco le avrebbe fatto cambiare idea.
    Hai visto quanti punti ha tolto ai Serpeverde? E se li togliesse anche ai Grifondoro? Davvero non te ne importa?
    L'osservai negli occhi, sperando di riscontrare un briciolo di buon senso, ma risultò piuttosto impervio con uno tsunami umano come lei.
    Puoi chiamarmi “K” se ti fa piacere...ora osserva.
    Chiusi per un attimo le labbra, mentre – schiarita la voce – andai ad intonare alcune note che, assieme, diedero vita ad una piccola melodia.


    ♫ Mmm ♫ Mmm ♫ Mmm ♫ Mmmm ♫
    Fissai negli occhi entrambe le bamboline che, come incantate dalla serie di note emesse, presero a danzare l'una accanto all'altra. Nel vederle danzare, mi andai a disegnare su carta le varie posture che avrei dovuto far compiere al soldatino, mostrandole poi alla ragazza al mio fianco, così che potesse anch'ella memorizzarsele. Non appena mi sentii pronta, smisi di canticchiare il motivetto per poi muovere la bacchetta cercando di compiere movimenti fluidi quanto precisi.
    Argenti Sàlti!
    Esclamai in direzione dell'oggetto da trasfigurare, proiettando in esso tutte le movenze danzanti che avevo visto nella replica davanti a me, sperando che il mio soldatino fosse altrettanto agile quanto quello dell'insegnante...




    Kenya Gaia Singh, II anno, Grifondoro.
    È entusiasta per gli elogi della prof, anche se rimane un attimo interdetta dall'allusione di Jaemin sullo scambio di....
    Segue con entusiasmo la lezione, venendo spaventata a morte da Carrie che cercherà di portare sulla retta via, passando probabilmente per noiosa. Si sforzerà di legare con lei, esaudendo il suo desiderio ma, al termine dell'esecuzione, verrà ignorata dalla grifondoro per un'altra ragazza.
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    Harry Barnes

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    – Eppure parlate sempre del potere della cultura... – ironizzò il serpeverde, quando la Huxley lo rimbeccò, per contrastare la presa in giro percepita. Vista la condivisione delle caratteristiche fra animale e mago nell’animagia – un po’ come per i patronus –, si sorprese nel realizzare che quelle elencate dalla bionda insegnante dovevano, in qualche modo, appartenere anche a lei; delicata com’era, almeno basandosi sul suo aspetto, trovava difficile associarla a una tale energia aggressiva.
    – Dovevi per forza portarci i tuoi germi africani, McMillan? – si voltò di scatto per lanciare quella frecciatina alla Tassorosso, distratto da un suo potente starnuto, con fare tagliente come un’ascia appena limata. L’epidemia di pelli scure e finocchi in quella scuola era a dir poco raccapricciante: Harry si chiedeva come facesse il vicepreside Dylan a permettere la loro presenza. In una scuola importante come Hogwarts sarebbe dovuto essere assolutamente inaccettabile.
    Visto comunque l’effetto ai paesi bassi che facevano alcune studentesse, Harry riusciva a chiudere occhio su ragazze come la Lloyd e la Scott, per quanto non facesse mancare loro battute razziste che cercassero di mascherarlo. Proprio in quel momento incrociò lo sguardo di Kynthia, giusto per un attimo, dedicandole il gesto molto poco elegante di due dita a “V” con una linguetta iperattiva nel mezzo, dopo – ovviamente – essersi assicurato che la professoressa non stesse guardando.
    – Molto virile, non c'è che dire. Non mi sorprendo – prese in giro il Corvonero, Alexander, avendo per caso ascoltato il discorso che stava intrattenendo. Harry faticava ad associare un animale alla propria persona, ma certamente non avrebbe scelto una cosa patetica, femminile e terribilmente debole come un colibrì.
    – Che brutta storia, prof. Non riesco ad immaginare scenario peggiore di rimanere bloccati in quel modo per sempre. Devono essere state delle vere sfide, per lei. – farsi vedere interessato e lodare i professori, specie se di sesso femminile, era la tattica Number One del serpeverde per lavorarseli al fine di ottenere buoni voti. Al contrario di quanto si potesse pensare, vedendolo fuori dalla classe, Harry non era uno studente casinista, o per lo meno cercava di non esserlo davanti ai professori; erano ben consci dei suoi precedenti e dei suoi atti di bullismo sempre attuali, ma proprio per quello voleva che lo ritenessero talmente bravo ed educato da non credere a ciò che, eventualmente, venisse raccontato; voleva, in particolare, che credessero che fosse in qualche modo cambiato, pentendosi dei propri peccati e divenendo uno studente modello. Beh, forse “modello” è dire troppo… ma sicuramente più diligente.
    Tuttavia non riuscì a trattenere una smorfia di disgusto alla vista di tutta la scena del cincillà pidocchioso, di quelle stupide bamboline danzanti e, orrore dell’orrore, la richiesta di tramutare la propria sfera in un pinguino affetto da evidente nanismo. Il suo labbro superiore era talmente sollevato da mostrare il canino destro, in un’espressione che denotava una repulsione palpabile e totale mancanza di meraviglia, specialmente a contrasto con le faccette intenerite dei compagni, manco fossero una classe di scuola elementare.
    “Lo renderebbe molto più interessante…” pensò, con un piccolo ghigno malefico, immaginando un pinguino con arti tranciati che mugolava sofferente.
    – Wan, la tua fissazione per i peni è raccapricciante. Risparmiaci almeno certe immagini zoofile. – “e poi non credo avrebbero l’energia di scopare…” aggiunse mentalmente, impiegando un certo sforzo per immaginare la scena da circo.
    Non si preoccupò troppo di osservare il pinguino; era blu, nanico e osceno, con il becco, i piedi palmati e le braccia più inutili che il creatore potesse inventare: non ci voleva poi molto.
    “Avanti, facciamo ‘sta stronzata”… sbuffò, pensando che almeno non gli erano toccati i mostriciattoli ballerini.
    Eudyptulus minor pronunciò in maniera chiara e sicura, imitando il movimento della bacchetta piuttosto efficientemente.




    Interagito con un mucchio di persone, quali: la Huxley, Amanda, Kynthia (a distanza), Alex e Jaemin.
     
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    Astrid si appuntò i punti interessanti di quella lezione. Non era una gran studiosa, detestava passare ore sui libri, ma solo quello che non le interessava. Al contrario, per quello che le interessava desiderava apprendere più nozioni possibili. In quel caso imparare a padroneggiare bene la sua bacchetta e diventare forte abbastanza per ottenere potere e far si che la gente la temi. La sconfitta subita quella notte ad Halloween da una ragazza Grifondoro non l'aveva ancora digerita. Si era fatta uccidere, e questo dimostrava che era ancora debole. Il fatto che fosse al primo anno non aiutava di certo, ma Astrid odiava perdere e di quella notte preferiva dimenticare tutto, il suo egocentrismo ed orgoglio ne risentivano.
    Alzò gli occhi al cielo alle idiozie tirate fuori da uno dei suoi compagni di casata. Quelli che giocavano a fare i pagliacci irritavano la norvegese. Pensavano che in quel modo attirino l'attenzione su di sè ma l'unica cosa che riuscivano ad ottenere erano conseguenze, come quelle che il ragazzo aveva appena procurato alla sua casa con un abbassamento di punti. Sia chiaro, ad Astrid importava poco e niente di quella stupida competizione. Non amava il gioco di squadra, lei amava vincere da sola. Il merito doveva essere solo suo e delle sue capacità. La sua irritazione era solo dovuta alla stupidità del Serpeverde.
    L'argomento della lezione era molto interessante. Astrid avrebbe voluto imparare a trasformare la materia in un animale, ma si rendeva conto che era un argomento abbastanza complesso e seppur delusa, si aspettava che non avrebbe partecipato a quell'esercizio. Doveva portare pazienza e aspettare anche lei nei passaggi d'anno. Il primo anno le serviva ad imparare a controllare la sua magia e purtroppo doveva partire da esercizi semplici come quello che la professoressa aveva assegnato a quelli del suo anno. Cercò di raggiungere sorridente nel tentativo di fare buona impressione sull'insegnante il gruppetto formatosi del suo anno insieme a quelli del secondo. Attese il suo bastoncino da trasformare osservando i vari compagni del suo anno. Si rese conto di essere l'unica del primo anno ad avere l'età di una del sesto e questo la metteva estremamente a disagio. Sospirò tornando a concentrarsi sul suo bastoncino. Doveva semplicemente trasformarlo in cioccolato. Astrid un po' di esperienza a Durmstrang l'aveva fatta. Pensava e sperava che un incantesimo del genere potesse riuscirgli. Con la bacchetta puntata sul bastoncino si concentrò cercando di immaginarsi quella piccola striscia di legno in una deliziosa striscia fatta di cioccolato, nonostante mantenesse la stessa forma. Tonalità di colore leggermente diversa, leggermente meno rigida e più lucida. Chocolus.




    Astrid, Hansen, primo anno, Serpeverde.
    Ha preso appunti per tutta la lezione per poi svolgere il suo esercizio.
    Citato Jaemin.
     
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    Kore Huxley | Adulta | Hufflepuff

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    Assolutamente no, signorina Rosier, durante le prime trasfigurazione e subito dopo è possibile provare del fastidio, soprattutto ai muscoli e alla ossa, ma non dolore.” Non era una domanda sciocca, e anzi, Kore era felice di vedere gli studenti prendere coraggio e parlare, soprattutto quelli che non avevano preso la parola fino a quel momento come la Rosier.
    I pinguini hanno un sistema osseo che si estende anche alle ossa, corretto, signor Wan.” Rispose alla domanda di Jae con un sorriso ed un cenno del capo.
    Furono tuttavia le parole di un altro studente ad attirare immediatamente la sua attenzione, voltandosi di colpo verso il malcapitato signor Barnes, lo sguardo colmo di furia gelida.
    Signor Barnes! Ciò che ha appena detto è razzista, bigotto e incettabile.” Enunciò con furia a stento trattenuta, il gelo e la furia sul volto altrimenti dolce “Serpeverde perde altri 30 punti con effetto immediato e lei passerà l’intera settimana in punizione, non solo, si scuserà immediatamente con la signorina McMillan. Se non lo farà raddoppierò la sua punizione, toglierò altri 30 punti a serpeverde e informerò il preside dell’accaduto. Provi ancora a dire qualcosa del genere e la sbatterò fuori dalla mia aula.” Nei suoi occhi solitamente gentili ora si leggeva chiaramente una rabbia profonda, il tipo di rabbia che l’aveva trascinata in più di una rissa nel corso della sua vita.
    Kore Huxley poteva sembrare una dolce creatura, ma come la sua forma animagus nascondeva una natura feroce e aggressiva.
    E voglio che sia chiaro a tutti.” Si rivolse questa volta all’intera classe, lo sguardo che scorreva tra i vari studenti “che in questa classe non sarà accettato o tollerato alcun riferimento razzista, omofobo o classista. Sono stata chiara?
    Terminato di assegnare l’esercizio la giovane docente abbandonò il confort della sua cattedra per dirigersi tra gli studenti, esaminandone man mano i lavori.

    Jae - Dado: N\c
    La formula scorretta fa sì che l’esercizio non abbia alcun effetto.
    Mike – Dado: 4
    Buon dado e buona concentrazione, l’incantesimo ha una riuscita perfetta, il calamaio si trasforma in una danzante Barbie ballerina.
    Rain – Dado: 3
    Dado discreto ma ottima concentrazione, l’incantesimo ha una riuscita perfetta, la sfera si trasforma in un adorabile pinguino.
    Mackenzie – Dado: 6
    Ottimo dado, avrei preferito vedere un esercizio più corposo ma il dado compensa, l’incantesimo è quasi perfetto, la sfera si trasforma in un pinguino ma il blu è leggermente troppo chiaro.
    Kai – Dado: 3
    Un’esecuzione molto incerta e un dado non abbastanza favorevole fanno sì che l’incantesimo abbia parziale successo, la sfera assume una forma pinguinoide, ma rimane di cristallo.
    Alexis – Dado: 2
    Concentrazione molto buona ma dado scadente, l’incantesimo ha successo ma il manto del pinguino è di un bel rosa vivace.
    Amanda – Dado: 1
    Esecuzione molto incerta e dado pessimo, l’incantesimo non ha successo e il calamaio rimane solo un calamaio.
    Alex – Dado: 1
    La concentrazione c’era, ma il dado ti butta giù, il tuo incantesimo ha successo parziale e produce un pinguino privo di ali che pigola penosamente.
    Carrie – Dado: 1
    La concentrazione non era tantissima ma il dado ti butta giù definitivamente, il tuo incantesimo non ha successo e il tuo calamaio rimane solo un calamaio.
    Kynthia – Dado: 1
    L’esecuzione forse poco corposa ma sufficiente viene affossata da un dado tremendo, l’incantesimo ha effetto ma il pinguino creato è privo di un’ala e lancia dei gemiti disperati.
    Kenya – Dado: 5
    Concentrazione sufficiente e ottimo dado, il tuo incantesimo ha riuscita perfetta e il calamaio si trasforma in un soldatino danzante.
    Harry – Dado: 1
    La concentrazione non era sufficiente e il dado ti butta definitivamente giù, la cosa positiva è che il tuo incantesimo non ha successo e la sfera rimane solo una sfera invece di un pinguino deforme.
    Astrid – Dado: 3
    L’esecuzione non è molto corposa ma il dado è abbastanza favorevole, il tuo incantesimo ha successo parziale e il cioccolato del tuo bastoncino risulta essere striato e bianco e molto, troppo, dolce al palato.



    Quando fu di fianco allo studente coreano ne esaminò la sfera intonsa con aria poco convinta per un momento prima di rivolgersi a questi.
    Temo abbia sbagliato la formula, signor Wan, la prossima volta se ha problemi a ricordarla me la chieda di nuovo, va bene?” gli propose con un sorriso rassicurante, non era arrabbiata con lui, ma avrebbe preferito che l’altro chiedesse invece di andare allo sbaraglio.
    Poco lontana da questi, invece, un’altra serpeverde aveva avuto decisamente più fortuna, Kore si avvicinò con un sorriso ed esaminò l’allegro pinguino sul banco di Rain.
    Veramente ottimo, signorina Scamander. Continui così.” Le disse con aria fiera prima di passare allo studente successivo.
    O per meglio dire, alla studentessa successiva, la corvonero Mackenzie Rosier sul cui banco ora sedeva un pinguino quasi perfetto, il blu del piumaggio solo leggermente slavato.
    Davvero un buon lavoro signora Rosier, serviva forse un poco più di attenzione ma è un buonissimo lavoro.” Accompagnò quelle parole con un sorriso, nonostante le criticità era stato comunque un buon lavoro e se avesse continuato a quel modo non avrebbe avuto problemi per il resto della lezione.
    Lo studente successivo invece teneva davanti a sé nulla più che una statuetta di cristallo, il materiale che si era piegato in una forma animale, ma prendere vita. E Kore sapeva anche perché.
    Signor Parker ho osservato il suo movimento e temo sia stato quello il problema, le rivolgo lo stesso invito del signor Wan, se non capisce l’esercizio o è incerto mi chieda spiegazioni senza problemi, va bene? Non è un problema per me rispiegare qualcosa, anzi.” risolse comunque un sorriso al giovane, più per rassicurarlo sul fatto che comunque non era arrabbiata con lui.
    La studentessa successiva era una grifondoro ma anche lei sembrava aver avuto qualche problema, il pinguino era vivo e in salute ma il manto era be… sbagliato.
    Davvero originale, signora Pierce.” Commentò con un sorriso divertito, osservando la buffa creatura “La prossima volta cerchi di concentrarsi di più, va bene? È comunque un buon risultato, ci è andata molto vicina.” Si complimentò comunque.
    Lo studente successivo era invece Harry Barnes, di cui Kore era immensamente insoddisfatta al momento, sia sotto il punto di vista umano che professionale.
    Se si fosse concentrato sulla lezione invece di dire sciocchezze avrebbe ottenuto risultati migliori, signor Harris.” Lo riprese, osservando la sfera immutata con un lieve scuotere del capo biondo.
    Fu in quel momento che, poco distanti, due incantesimi ebbero proprio l’effetto che Kore aveva sperato di evitare: una trasformazione parziale.
    In un baleno la docente sollevò la bacchetta riportando le due creature apparse sui banchi di Kynthia Lloyd e Alexander Reid in forma di sfera, terminando il loro misero pigolare.
    Rapida l’insegnante raggiunse prima la giovane studentessa, un’espressione preoccupata in volto.
    Si è spaventata, signorina Lloyd?” chiese in un tono che doveva essere calmante, posandole una mano sulla spalla “Non deve scoraggiarsi, capita a tutti almeno una volta questo tipo di incidenti, la prossima volta andrà meglio, va bene? Vuole un po’ di tea, magari?” chiese in tono incoraggiante, pronta a chiamare uno degli elfi e farne portare loro un po’.
    Lei invece lo gradisce, signor Reid?” chiese con aria incoraggiante anche all’altro studente “Vale anche per lei quanto detto, un piccolo incidente quando si è ai primi tentativi è assolutamente normale. E non dovete vederla come una sconfitta, una trasformazione per quanto parziale è comunque un risultato, va bene?” sorrise in modo incoraggiante ai due studenti, sperando che l’incidente non li avesse spaventati troppo.
    Una volta assicuratasi della cosa proseguì verso i banchi in fondo, quelli occupati dagli studenti più giovani.
    Quella che si trovò davanti per prima era una bionda serpeverde del primo anno, sul suo banco stava un pezzo di cioccolato discreto, ma striato di bianco e dall’aria non troppo appetitosa.
    C’era quasi signorina Hansen, se nel prossimo esercizio si concentrerà un po’ di più sono sicura che otterrà un risultato pienamente soddisfacente.” Le disse con un sorriso “Non si butti giù, va bene?
    Fu poi il turno di un altro giovane serpeverde, il signor Harris, il cui ottimo lavoro strappò all’insegnante un sorriso sincero.
    I miei complimenti, ottima trasfigurazione, signor Harris.” commentò trattenendosi appena dal dare una pacca sulla spalla al ragazzo, prima di passare alla sua vicina di banco che invece non aveva avuto alcun successo.
    Non ci siamo signorina McMillan, ma la trasfigurazione è un’arte complessa e che richiede molta attenzione e capisco che sia un po’ scossa.” Disse prima di rivolgere alla ragazza un sorriso consolatorio “Non si butti giù, se al prossimo giro si concentrerà di più sono certa che avrà un buon risultato.
    In un banco poco distante un’altra coppia di studentesse aveva portato a termine il proprio compito e Kore le raggiunse con un sorriso, già intravedendo il soldatino danzante di fronte a una di loro.
    Ottimo lavoro signorina Singh, un ottimo risultato.” Si complimentò con lei, prima di rivolgere le iridi azzurre alla sua compagna di banco.
    La signorina Marshall non aveva ottenuto lo stesso successo dell’altra studentessa e Kore poteva solo immaginare che fosse per colpa del suo agitarsi privo di concentrazione, cosa che ovviamente aveva notato, di poco prima.
    Cerchi di concentrarsi di più signorina Marshall, va bene? La trasfigurazione è una materia complessa.” Le disse con un sorriso di incoraggiamento “Si impegni al prossimo esercizio e vedrà che sarà un successo.

    Terminato quel primo turno con risultati altalenanti fu il momento di passare al secondo esercizio della lezione. Kore tornò quindi alla cattedra, pronta per la seconda parte della lezione.
    Vorrei fare intanto i miei complimenti a tutti voi, la trasfigurazione è una materia complessa, probabilmente la più complessa, e il vostro impegno nel praticarla è già qualcosa di cui essere fieri.” Esordì, rivolgendo un sorriso d’incoraggiamento all’intera classe.
    Proseguiremo ora con degli esercizi leggermente più complessi, sono certa che con un po’ di impegno anche chi ha faticato in questo turno passato potrà provare il proprio valore in questo.
    I primi a vedersi assegnata una prova sarebbero stati ancora una volta quelli del primo anno.
    Gli studenti del primo anno stanno per imparare un incantesimo alquanto utile e divertente, che produrrà sia qualcosa di buono per loro che un’introduzione alla trasfigurazione del movimento.” Prese un piccolo respiro, creando una pausa drammatica “A chi di voi piacciono le ciocorane? Esatto, oggi vi farò trasfigurare il cioccolato appena creato in deliziose e agilissime ciocorane. L’incantesimo necessario è il Ranae Chocolus. Mi raccomando, si tratta di un incantesimo da utilizzare solo sul cioccolato!” detto ciò mostrò loro il movimento necessario, un semplice movimento circolare che terminava con un secondo movimento verso l’alto.
    Sarebbe poi toccato agli studenti del secondo anno.
    Osservandoli Kore si trovò ad essere piuttosto felice degli abbinamenti creati in precedenza: ogni studente che aveva avuto difficoltà si trovava casualmente in coppia con uno che invece aveva avuto successo e che avrebbe potuto aiutarlo in caso di bisogno.
    Gli studenti del secondo anno invece questa volta dovranno mettere insieme le loro forze per ottenere un risultato comune.” Con un gesto della bacchetta riportò immediatamente al loro status originale i calamai trasfigurati, prima di proseguire “Dovrete utilizzare la medesima formula che avete utilizzato prima ma questa volta dovrete farlo insieme, creando una coppia di ballerini e non uno singolo, dovrete collaborare per riuscire. Vi faccio vedere.
    Con la bacchetta tracciò rapida nell’aria la N la K necessarie per l’incantesimo, in risposta al suo comando le figurine sui banchi – che fino a quel momento erano tornate immobili – si unirono in una danza di coppia, anch’essa tratta dallo schiaccianoci, la stessa che avevano precedentemente danzato sulle mensole dei camini.



    Dovrete utilizzare l’incantesimo allo stesso tempo e dovrete riflettere e comunicare per avere una speranza di successo.
    Un'altra cosa: per questo giro invertirete le figurine, chi prima aveva Clara ora avrà il principe Hans e viceversa. Anche in questo caso potrete chiedere ai ballerini di ripetere il loro esercizio, buona fortuna e restate concentrati
    .”
    Toccava ora agli studenti del terzo anno, quelli per cui Kore si trovava ad essere più preoccupata, avevano avuto dei successi alquanto altalenanti e non era sicura sarebbero riusciti al meglio nel prossimo esercizio.
    Con un gesto della bacchetta. non dissimile da quello che aveva fatto scomparire i due sfortunati pinguini dell’esercizio precedente, anche tutti gli altri animali furono riportati al loro status di sfere, prima di tornare lievitando nel borsone dietro la cattedra.
    Chiedo a tutti gli studenti del terzo anno di alzarsi e raggiungere le pareti della stanza, portate con voi i vostri oggetti personali, potrete appoggiarli temporaneamente per terra o sui davanzali delle finestre, l’importante è non lasciarli sui banchi.” Una volta che tutti gli studenti ebbero eseguito, Kore ne approfittò per far evanescere i banchi ora liberi, lasciando un ampio spazio libero al centro della già massiccia aula.
    L’incantesimo successivo creò al centro ora libero della stanza un ampio recinto rettangolare – lungo forse 30 metri - bordato da una staccionata bianca di legno alta fino al petto di un essere umano, circa un metro e venti, e anch’essa decorata, neanche a dirlo, da una ghirlanda a tutta lunghezza di agrifoglio e bacche rosse.
    Al centro del recinto stava un piccolo piedistallo di legno sul cui piatto erano posate un bel mucchietto di bacche rose simili a lamponi dal delizioso profumo dolciastro. Sui due lati del recinto, uno a destra e uno a sinistra, erano anche posati due blocchi di legno bruno.
    Vi chiedo ora di disporvi in due gruppi, uno sul lato destro e uno sul latro sinistro del recinto, nell’ordine che sto per dare. Wan, Barnes, Lloyd, Reid e (altri studenti) sul lato destro, mentre Scamander, Rosier, Parker, Pierce e (altri studenti) andranno a sinistra.” Avrebbe quindi atteso che i due gruppi si disponessero come richiesto prima di ricominciare. Lei invece abbandonò nuovamente la cattedra per avvicinarsi al recinto, ma invece di unirsi agli studenti si mise al centro del lato lungo della recinzione, in modo da trovarsi di fronte al piedistallo col cibo.
    Nel prossimo esercizio sarete in una piccola competizione, per così dire, vi prego comunque di prendere tutto con la massima sportività.” Parole vane, lo sapeva, ma un po’ di competizione poteva essere positiva o almeno lei sperava fosse così.
    Vedete quei blocchi? In questo esercizio non vi limiterete a trasfigurarli in un animale, ma gli animali che avrete creato saranno al centro di una piccola sfida, sarà vincitore l’animale che per primo arriverà a mangiare le bacche.
    Va da sé che perché sia interessato alle bacche sarà prima necessario che sia in grado di camminare, vedere e mangiare, quindi per avere una chance di competere dovrete compiere una buona trasfigurazione. Se poi entrambi i contendenti otterranno una buona trasfigurazione sarà semplicemente una questione di velocità dell’animale.
    ” Spiegate le regole base era ora giunto il momento della dimostrazione pratica.
    Rangifer platyrhynchus!” enunciò con fermezza, la bacchetta che compiva un movimento a W nell’aria, il blocco di legno di sinistra che si scuoteva andando a prendere la forma di una piccola renna adulta, completa di un piccolo palco di corna.
    Quella che vedete è una renna delle Svalbard, la specie di renna più picco- ehy, aspetta stavo ancora spiegando.” Si interruppe, notando come l’animale avesse già approfittato del momento per dirigersi verso le bacche ed iniziare a mangiarle con voracità.
    Come vedete è una renna piccola ma alquanto intelligente e famelica, non è aggressiva quanto altri tipi di renne ed è molto orientata alla ricerca del cibo quindi punteranno per prima cosa alle bacche, come avete visto.” Scosse piano il capo, rivolgendo un’occhiata divertita alla creatura nel recinto “Per questo esercizio chiamerò uno studente per gruppo, al mio via casterete l’incantesimo e poi vedremo quale renna arriva per prima al cibo, tutto chiaro?” concluse.
    Dal gruppo di destra comincerà Anhalt-Dessau e da quello di sinistra Saint-Clement. Sarà un po’ un giro di prova.
    Il corvonero e la tassorosso presero quindi posizione ai limiti del recinto, fronteggiandosi direttamente sebbene a metri di distanza, il primo con un’espressione vagamente annoiata in volto e la seconda con un’aria terribilmente seria.
    Pronti? Via.” Diede il via Kore. I due studenti pronunciarono l’incantesimo quasi insieme, due lampi di luce bianca che dalle bacchette si riversavano sui blocchi di legno che presero la forma di due renne, quella della francese era forse un po’ più piccola, ma nessuna delle due era esagerata dissimile da quella dell’insegnante.
    Le due renne si diressero rapide verso il piedistallo al centro della stanza, quella della francese che batteva la renna lussemburghese per un soffio, arrivando per prima al cibo.
    Vince la renna della signorina Saint-Clement, complimenti signorina.” Disse Kore, rivolgendo un sorriso alla timida francese, che dal canto suo rispose con un “merci” basso e un sorriso imbarazzato.
    Con un gesto della bacchetta Kore riportò tutto allo stato precedente: le due renne tornarono blocchi di legno alle estremità del recinto e il piedistallo fu di nuovo pieno di bacche.
    I prossimi ad essere chiamato sono Wan e Scamander, una sfida tutta serpeverde.” Chiamò con allegria, pronta a dare il via al secondo giro di esercizio.



    Benvenuti a questo nuovo giro di trasfigurazione, mi scuso per il ritardo ma ho avuto dei rallentamenti.
    Come avete visto i dadi non sono stati clementi, ma questo turno ha in serbo delle sorprese per voi!

    Serpeverde perde altri 30 punti, arrivando a -50. Le altre case non guadagnano né perdono punti.

    Ma andiamo per gradi:
    - Per gli studenti del primo anno le regole restano invariate rispetto al turno precedente, dovete trasfigurare la cioccolata in cioccorane mobili.
    - Per il secondo anno invece le regole cambiano, invece di un lancio di dadi personale avrete un lancio di dadi di coppia, ovvero il dado lanciato sarà valido per entrambi i membri di una coppia, l’eventuale differenza nel risultato sarà decretata dall’esecuzione personale del player.
    Per rendere le cose un po’ più semplici, visto che coi dadi siete sfortunati in modo quasi comico, per ogni lancio verranno lanciati due dadi e sceglierò quello col punteggio più alto.
    - Per gli studenti del terzo anno le cose saranno gestite in modo leggermente diverso. Per ognuno di voi sarà lanciato un dado che decreterà, assieme all’esecuzione, il successo o insuccesso della vostra trasfigurazione. Qualora entrambe le trasfigurazioni abbiano ottenuto il medesimo successo verrà lanciato un secondo dado a sole due facce che decreterà un vincitore tra i due contendenti.
    Va da sé che se uno dei due fallisce l’incantesimo e l’altro no il secondo dado non verrà lanciato, al contrario, in caso di successi anche parziali ma viabili (manti strani, corna assenti e simili) il dado verrà lanciato comunque.

    Le coppie che si sfideranno sono: Rain - Jae, Harry - Mackenzie, Kai - Kynthia e Alex - Alexis (giuro che è stato un caso).
    Spero che l’esercizio sia chiaro, ho cercato di farvi un giro di prova usando Marcel e Viole come png, cosa che spero abbia dissipato i vostri dubbi, ma se ne aveste ancora non fatevi problemi a chiedere in pvt o su telegram.

    La scadenza è a giovedì 22 dicembre alle 23.59, ma se avete bisogno di proroghe potete scrivermi in privato prima dello scadere del tempo senza incorrere in punizioni.

    Buon divertimento!


    Edited by Kore N. - 22/12/2022, 23:52
     
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53 replies since 1/12/2022, 16:39   1499 views
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