Runeclub - Atto IAppartamenti privati della docente

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    Lady Elena Dragonova di quando in quando alzava gli occhi per osservare annoiata gli elfi terminare di addobbare il modesto – quantomeno per gli standard di una donna come la Dragonova – salotto da ricevimento che le sue stanze al castello di Hogwarts le consentivano.
    Marmi splendidi e quadri dai luminosi paesaggi adornavano ogni dove, mentre splendidi tappeti dell’inconfondibile manifattura persiana ornavano gli altrimenti freddi pavimenti.
    Un basso tavolo di legno pesante e scuro era posto al contro di una piccola cerchia di basse poltrone imbottite, il legno scuro del tavolo era riproposto nei dettagli lignei delle poltrone, ma smorzato dal morbido e prezioso tessuto delle poltrone, di un verde incenso ma scuro, quasi ottanio.
    I vasi di fiori freschi recisi disposti per la stanza riempivano la stanza di un delicato profumo floreale che si mischiava a quello più impercettibile ma setoso della proprietaria di quelle stanze. Una musica, dalla fonte sconosciuta, suonava bassa nell’aria profumata del tardo pomeriggio, il rumore che copriva il suono basso del leggero piovigginare esterno.
    Seduta di una morbida chaise longue sotto una delle ampie finestre della stanza e già avvolta nell’elegante abito scuro scelto per l’occasione, Elena leggeva svogliatamente un libro in tedesco, l’attesa che le impediva di concentrarsi anche solo superficialmente su ciò che aveva davanti.
    No, ovviamente non era l’attesa del piccolo rinfresco di quella sera, che idea ridicola, ma l’attesa che giungesse infine un aggiornamento sull’uomo alla cui vita puntava in quel momento.
    Ma, dopo i primi contatti, dalla Cecenia – o da chissà dov’era quel folle coi suoi uomini – non era giunta alcuna notizia interessante.
    Ridicolo.” Borbottò Elena, sollevandosi graziosamente e gettando il libro sul divanetto che aveva occupato fino a poco prima; gettando un’occhiata piena di disprezzo agli elfi, che parvero farsi più piccoli e veloci nelle loro mansioni.
    Sbrigatevi voi, vi voglio fuori di qui in fretta.” Era intollerabile che quella scuola avesse solo elfi come servitori, anche l’ultimo dei folli sapeva bene che ogni casa o istituzione di livello necessitava di personale umano che svolgesse quantomeno i compiti di rappresentanza.
    Farsi servire direttamente da quelle creature era disgustoso, Elena rimpiangeva così amaramente il suo stuolo di leali servitori umani, chissà se il preside avrebbe acconsentito a farle avere almeno una segretaria o una cameriera?
    Non sembrava il tipo da capire simili necessità. Il vicepreside forse avrebbe capito, ma sembrava un uomo ligio alle regole ed Elena dubitava avrebbe approvato.
    Sotto la sua guida, o forse per terror di lei, gli elfi terminarono rapidi i loro lavori e abbandonarono la stanza, solo tre di loro – i meno ripugnanti – rimasero, Elena li aveva personalmente selezionati per servire loro il rinfresco e per badare alla porta.
    Mentre l’ora si avvicinava i ragazzi iniziarono ad arrivare, ognuno di loro annunciato dall’elfo della porta e poi introdotto dall’ingresso al salottino, dove Elena li accoglieva con un sorriso, parole di cortesia e l’invito ad accomodarsi, gli occhi apparentemente gentili che li esaminavano con cura.
    Ma di quella piccola coorte di ragazzi, due ne attendeva con ansia: Skylee e Axel.
    Non credeva suo figlio si sarebbe davvero presentato, ma Skylee recava in sé il potenziale del cavallo di Troia e la medesima utilità.

    ––––––
    scheda | mailbox | memo


    Finalmente dopo la lunga attesa ci sono! Si apre il primo rinfresco del RuneClub.
    Non ci saranno turni prestabiliti e potrete rispondere quanto e con i tempi che vi vanno, ma la role si concluderà tassativamente il 31 dicembre, quindi tenete conto di questa cosa!
    La lunghezza ideale dei singoli post è sulle cinquecento parole per cercare di tenere un ritmo più veloce, ma siete liberi se ve la sentite di provare a fare post più lunghi, il vostro nemico più grande è il tempo!
    Non dimenticate gli spoiler, pls

    Lo stile della festa è indicativamente cocktail chic, quindi siete liberi di giocarvi abiti più particolari della solita divisa, evitate comunque di vestirvi come fosse una serata di gala, la prof vi giudicherebbe e voi non lo volete.
    Il cattivo comportamento non sarà consentito.
    A ritmo regolare mi inserirò per aggiungere dettagli al contesto o situazioni che stanno avvenendo, come il fatto che venga servito il cibo o che - se siete sfortunati - avete involontariamente attivato o scoperto uno dei segreti di queste stanze.

    Divertitevi e ricordate che siamo qui per giocare e creare connessioni o spunti nuovi <3


    Veniamo ai fatti che avverranno in on:
    Arrivando agli appartamenti della Dragonova vi troverete davanti la porta d’ingresso, apparentemente simile alle altre porte di pesante legno scuro del medesimo corridoio.
    Busserete e vi aprirà un elfo, la creatura vi chiederà di fornire una copia del vostro invito o il vostro nome, per accertarsi che siate tra gli invitati. Se siete in gruppo lo farà per tutti i presenti.
    Una volta entrati vi troverete in un ingresso ben arredato, sui colori del verde e del mogano, cornici dorate alle pareti e soprattutto una grande porta a vetri dai motivi floreali, non potrete vedere oltre.
    Vi verrà richiesto di lasciare eventuali soprabiti o accessori esterni, quali borsette e altre suppellettili, che andranno nel guardaroba.
    L’elfo quindi busserà alla porta e vi annuncerà uno per uno, solo allora avrete accesso al grande salotto descritto sopra.
    All’interno troverete già almeno una decina di studenti, principalmente del sesto e settimo anno, già seduti o impegnati a conversare in piccoli gruppi in piedi. Ovviamente troverete anche chi è già arrivato prima di voi.
    Due elfi si aggirano per la stanza con un vassoio di bicchieri per uno, al suo interno si trova un analcolico, non vi preoccupate.
    *La Dragonova vi accoglierà con un sorriso e vi chiederà come state, per poi invitarvi ad unirvi agli altri studenti già seduti o che stanno conversando. Potrete provare a parlare con lei o unirvi direttamente ai presenti.

    *Quest’ultima parte non sarà valida per alcuni pg per cui invece l’accoglienza della Dragonova verrà ruolata direttamente. Contatterò i diretti interessati via mp domani.
     
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    VANESSA CHAQUETTE – 15 ANNI – SERPEVERDE (V)

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    E insomma quella megera della Dragonova ha spedito inviti per un ritrovo di gentaglia ad alto rango e non si è presa il disturbo di farne recapitare uno anche a lui, il più qualificato per l’evento. Quanta dilettanteria (?). Probabilmente se l’avesse ricevuto ci si sarebbe amabilmente pulito il culo dopo una sonora cacata, ma siccome non ne è stato reso partecipe, allora l’offesa è tutta sua. Quindi è corso ai ripari, ordendo un piano studiato a puntino e ricco di dettagli precisi al millimetro (…) che si potrebbe stentare di attribuirlo a lui. E a CARRIE, naturalmente, complice (e vittima) di tutte le sue pensate migliori. Le due menti diaboliche si sono impegnate a forgiare di proprio pugno delle missive, muniti di carta carbone e in combinazione con l’incanto Effingo Manus, che hanno poi indirizzato alle vittime designate per lo scopo, ovvero due gemelline del quinto anno, ospiti della serata: Vanessa e Melissa Chaquette. La lettera, firmata “Elena Dragonova”, informava loro che l’incontro aveva subito uno slittamento di orario e si sarebbe dunque tenuto quella sera stessa ma più tardi di un paio d’ore a causa di impegni improrogabili da parte della docente. Il piano prevedeva poi che il coreano, concasato di una delle due ragazzette, si appostasse in Sala Comune, in attesa della consegna della busta così da sorbire un piccolo sorso dalla Pozione Doppleganger e assumere le sembianze della smorfiosissima biondina, colpevole peraltro di essersi vantata per una settimana buona con le sue amiche (oche come lei) di essere stata scelta, manco fosse stata eletta direttamente dal Signore come sua portavoce. Se l’è meritato. Comunque sia, fin qui non gli sembra che vi siano stati intoppi. Tutto si è svolto nei termini e nelle condizioni più favorevoli, e lui se n’è potuto sgattaiolare fuori dalla tana delle serpi, per raggiungere il punto dell’incontro mediano con l’amica Grifondoro. Un lungo mantello copre tutta la sua figura ad eccezione della testolina dai capelli lunghi dorati e dalle curve morbide, e degli stivaletti neri in pelle muniti di un piccolo tacco largo. Il sorriso sornione che lo accompagna è del tutto simile a quelli che è solito elargire l’orientale, ma si stanzia ora su una faccetta decisamente più tonda, dal nasino all’insù, con piccole labbra rosate e occhi d’un intenso azzurro cielo… a mandorla. Eh già, la pozione non è riuscita a togliere del tutto il “fascino asiatico” dai lineamenti del ragazzo. Cioè, della ragazzina. Avete capito. [Il trucco oggigiorno fa miracoli, mia cara] si giustifica, sollevando le spalle, giunto d’innanzi a CARRIE, magari in risposta proprio alle sue perplessità in merito, verbali o meno che siano. [E poi sono FA-VO-LO-SA!] continua, civettuolo, facendo un giro su sé stesso, per far sì che mantello e gonnellina plissettata si sollevino ad ombrello regalando una visuale d’insieme sulle gambe snelle. [Meglio dell’originale! Guarderanno tutti il mio cul… croc top rosa confetto, non ci faranno neanche caso!] accenna con un indice al proprio maglioncino corto e vaporoso, per poi estrarre da una tasca interna del mantello la fiala con la Pozione da offrire all’altra bionda. [Hai controllato che la dolce Melissa sia rimasta alla Torre? Cioè quella vera, intendo…] chiede frattanto, lisciandosi la gonna, concitato. Ad ogni modo, convenevoli a parte, non sta più nella pelle di raggiungere anche l’unica altra portatrice-sana-di-vagina che gli sta a cuore, seppure sotto copertura. Chissà che faccia farà IVORY quando le dimostrerà di essere al corrente di segretucci peccaminosi, o quando nei prossimi giorni sciorinerà una conoscenza impeccabile degli eventi sulla sua uscita speciale! Infatti è a passo decisamente più spedito del normale che si fionderà verso il luogo deputato a riunire i rampolli della scuola. [Vanessa Chaquette!] si presenterà all’elfo in ingresso, sgomitando poi eccitato alla volta della compagna al suo fianco, nonappena viene concesso loro di entrare nell’anticamera per i soprabiti. Anche perché, diciamocelo, un po’ di strizzatura di chiappe la sente pure, quando gli viene chiesto se sia in possesso dell’invito, nonostante la poker face - pure un po' strafottente - mostrata alla creatura.


    Jaemin Wan Vanessa Chaquette – V anno – Serpeverde

    Si stanzia in Sala Comune Serpeverde per osservare il recapito della lettera scritta da lui e Carrie, assumendo così le sembianze del target – tale Vanessa, ospite del Runaclub – grazie alla Pozione Doppleganger in suo possesso, prendendone il posto.
    Dunque si incontra a metà strada con Carrie a cui offre la fiala con la pozione, chiacchierando. Dopodiché insieme si recano all’ingresso della sala adibita all’evento, accedendo all’anticamera per i soprabiti.
    Interagito con: Carrie
    Citate: Elena e Ivory

    Pozione Doppleganger: “Per quindici deliziosi minuti, assumerete le sembianze di chi avrete di fronte. Fatta eccezione per un dettaglio, da quello si potrà facilmente capire che non siete gli originali ma solo degli sporchi cialtroni.”
     
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    Skylee Metis

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    Merlino solo sapeva quanto avessi tentato di convincere Axel a presenziare assieme a me a quello stupidissimo evento di sua madre. Sapeva bene quanto odiassi quel genere di eventi e quanto non volessi rimanere mai troppo a lungo assieme a lei da sola, mi metteva soggezione e ancora non riuscivo a capire se i suoi modi di fare nei miei confronti fossero sinceri o se invece aveva in mente un qualche secondo fine che ancora non mi era chiaro, ma Axel era stato irremovibile e servendosi del ricordo dell'ultimo evento sociale al quale avevamo partecipato assieme, mi aveva praticamente costretta ad accettare la sua rinuncia all'invito. A differenza sua io non avrei mai potuto rifiutare un tale invito tanto ambito da molti e per quanto mi sarebbe piaciuto farlo sapevo bene quali sarebbero state le conseguenze e sia mai che un'ereditiera tanto brava e ligia alle regole deluda in alcun modo le aspettative della sua tanto rispettabile famiglia. Questa opportunità è irripetibile Aradia. Il prestigio di avere una nipote invitata a simili eventi è un vanto non indifferente, non vorrai certo privarci di una simile cosa, vero? Questo era quello che quella spocchiosa di mia nonna mi avrebbe detto se solo avessi osato esporre le mie riserve sul presenziare a una simile festicciola di élite scelta. Quello che invece mi avrebbe detto mio nonno nemmeno osavo immaginarlo, per quanto non temessi il suo giudizio temevo la sua posizione all'interno della società e sapevo bene quanto avrebbe potuto rendermi la vita un inferno se solo avesse sospettato che la sua cara e posata nipotina non fosse in realtà poi così fedele alla famiglia e al suo credo. Non era cosa per me e mai lo sarebbe stato ma dovevo mentire e fingere che nulla di tutto quello che mi ordinavano di fare mi desse fastidio. Dovevo essere un falso perfetto e diamine se ero diventata brava ad esserlo nel corso del tempo. Sapevo fingermi con grande facilità una persona molto diversa da quella che ero in realtà e sapevo bene cosa fare o non fare per compiacerli. Quella del matrimonio organizzato con Axel era una di quelle cose, ma seppure per il momento avevamo deciso di portare avanti quella farsa e, ironia della sorte, avevamo iniziato a nutrire entrambi sentimenti sinceri l'uno per l'altra, ancora faticavo a farmi andare bene una simile imposizione. Ero decisa a far saltare tutto in un modo o nell'altro, perché quello che avevo detto al Bulgaro era vero, se mai mi fossi sposato lo avrei fatto per amore e non per coronare delle stupidissime imposizioni di persone tanto vili e meschine. Un modo per farlo prima o poi lo avrei trovato, ma non sarebbe stata quella la sera e finché dalla mia non avrei avuto un piano geniale e infallibile, avrei dovuto portare avanti quella farsa fatta di cordiali sorrisi e presenze imposte a stupidissimi eventi. A tal proposito la stupidissima camicetta color perla con un elegante fiocchetto nero all'altezza del colletto che avrei indossato quella sera avrebbe fatto proprio a caso mio. Quale persona con addosso un simile capo tanto costoso quanto curato nei minimi dettagli avrebbe mai potuto deludere la propria famiglia con la puzza sotto al naso? Per non parlare poi della setosa gonna in pendant col fiocchetto che mi ricadeva morbida sulle ginocchia, quella urlava "snob" da ogni sua dannatissima cucitura e per non farsi mancare nulla si ultimava il completino con delle eleganti scarpe di vernice nera con un leggero tacco. Vestita in quel modo ero la perfetta trasportazione di come i miei parenti avrebbero voluto che fossi e dopo ciò tante care cose alla mia reputazione scolastica. Se già prima molti pensavano che ero una presuntuosa maniaca del controllo e pure un po' palo in culo, dopo quella sera alla lista avrebbero sicuramente aggiunto che me la tiravo e che in realtà ero uguale a tutte quelle persone che si credevano migliori di altre solo perché provenienti da una famiglia così conosciuta da garantir loro un posto al tavolo dei cocchi dei professori. Fanculo.
    Non bastarono tutte le scalinate dalla torre fino alla stanza adibita a sala banchetti snob per terminare gli insulti e le maledizioni che lanciavo mentalmente ad Axel per avermi lasciata sola ad affrontare una simile tortura, ma quando giunsi sulla soglia degli appartamenti di Elena un nodo allo stomaco mi fece contorcere le budella. Potevo ancora fuggire e spacciarmi per malata forse, magari la donna mi avrebbe pure creduto o almeno avrebbe finto di farlo per non rovinare il nostro apparente rapporto idilliaco, peccato solo che come la punta delle mie scarpe sfiorò la soglia della porta un elfo agghindato di tutto punto annunciò la mia presenza a tutti gli invitati scortandomi verso l'interno della sala. Fanculo.

    ★ ★ ★
    Caposcuola Corvonero | Scheda | Mailbox | Pensatoio

    Arrivata alla festicciola maledicendo Axel per averla abbandonata nella tana del drago (ehehe capito il gioco di parole? *si schiaffeggia*)

    P.s Aradia è il nome de merd con la quale la famiglia di Sky ama chiamarla, perché secondo loro il suo nome non suona abbastanza purosanguoso e rispettabile.
     
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    Dopo aver applicato il gloss e averlo posato sul mobiletto del bagno alla sua destra, diede un' ultima sistemata ai capelli, lasciandoli sciolti e mise gli orecchini di diamante di famiglia, regalo della sua bisnonna, guardandosi poi allo specchio per accertarsi che fosse tutto in ordine. Il tailleur bianco che indossava era perfetto per il rinfresco organizzato dalla professoressa di Rune Antiche, Elena Dragonova, per gli studenti più meritevoli. Quando aveva ricevuto l'invito era rimasta leggermente sorpresa, sapeva che non era facile ottenerlo e aveva la vaga idea che ci fosse anche lo zampino del vicepreside, motivo in più per fare bella figura e non deluderle le sue aspettative. Non poteva permettersi distrazioni di alcun genere, doveva restare concentrata. Dylan White era esigente, nelle lezioni per il controllo del mentalismo la faceva sudare, ma a Daphne non dispiaceva anzi, era felice di essere seguita da un mago del suo calibro e poi, per sfruttare a pieno il suo potere, era necessario. Non vedeva l'ora di schiaffare in faccia a sua madre gli obiettivi che aveva raggiunto e dirle che, tra le due, era lei ad aver fallito. Le torture fisiche e psicologiche che aveva subito l'avevano resa solo più forte, non si sarebbe mai più piegata al suo volere. E anche la lettera che le aveva mandato qualche giorno fa, dove le comunicava che presto si sarebbero incontrate, non le aveva fatto né caldo né freddo. Se voleva vincere contro di lei doveva mantenere il controllo e provocarla il giusto, per come stavano le cose ora era meglio non farla arrabbiare perché avrebbe avuto la peggio, ne era consapevole, ma era anche vero che, da tempo ormai, non era più la sua marionetta. E glielo avrebbe fatto capire.
    Uscì dal bagno, prese le ultime cose e si diresse verso gli appartamenti privati della docente. I corridoi erano vuoti, dovevano trovarsi tutti in Sala Grande per la cena, lui compreso . O almeno sperò che ci fosse. C'erano alte probabilità che anche lui avesse ricevuto l'invito, infondo si stava parlando di uno degli studenti più brillanti del suo anno, nonché membro di un' importante famiglia. Le voci girano e quelle le interessavano particolarmente visto che riguardavano il suo mistero. Dopo quella sera era stata sfuggente, le serviva del tempo per riflettere e due giorni non bastavano, gliene servivano di più. Non l'aveva ignorato, quello mai, però troncava la conversazione sul nascere dicendo di essere occupata e fuggiva. Aveva perso il conto di quante volte si era dovuta trattenere dal toccarlo, quel ragazzo l'attirava come una calamita e adesso che conosceva il calore del suo corpo, i suoi baci e la delicatezza con cui la sfiorava, mantenere le distanze era una tortura. Voleva toccarlo. E questa cosa non le andava per niente bene. Doveva mantenere il controllo e, visto come si era lasciata andare, era ovvio che, con lui, non lo avesse. Per questo doveva stargli lontana per un po', altrimenti il desiderio di sentirlo ancora avrebbe preso il sopravvento. Non avrebbe ceduto a quelle mani, a quegli occhi, a quelle labbra. A niente. Hunter Moore era un campo minato e lei non sarebbe stata così stupida da andarci. Il sentire il suo nome pronunciato dall'elfo che faceva da guardia alla porta la riportò con i piedi per terra. Con andatura decisa, entrò nella sala e salutò cordialmente la docente.«Buonasera professoressa, grazie dell'invito.» Lady Dragonova era una donna di classe e, per certi versi, le ricordava sua madre. Non era a disagio con lei, era abituata a quel modo e sapeva esattamente cosa andava o non andava fatto. L'alta società era il regno di Ellen Balckwood e, ovviamente, aveva insegnato a sua figlia come muoversi. Quella stronza ne sapeva una più del diavolo, gliene si doveva dare atto. La sala era stata curata nei minimi dettagli, niente era stato lasciato al caso e gli ospiti erano a loro agio. Le dispiacque che il vicepreside non fosse presente. Nel mentre fece due chiacchiere con un serpeverde del settimo anno che conosceva di vista, Mattew Scott, un purosangue irlandese che eccelleva in Trasfigurazione. Si offrì di darle delle lezioni private, ma Daphne declinò gentilmente l'offerta. Preferiva cavarsela da sola e, nel caso, avrebbe chiesto direttamente alla Huxley di aiutarla. Dopo aver salutato il ragazzo, si accorse della presenza di Skylee e le si avvicinò. «Skylee, ciao. Mi fa piacere vederti.» Erano rimasti in buoni rapporti, ma era da tempo che non parlavano e si era un po' raffreddata. Cosa del tutto normale se non si frequentava una persona. «Ti sei ripresa dopo la lezione di Pozioni? In qualche modo finiamo sempre con l'essere avvelenate.» Ed era stato proprio a causa di quel veleno che ,due giorni fa, si era ritrovata stesa su un prato mentre quelle mani la toccavano ovunque. Ed ecco che l'elfo annunciò quel nome. Cazzo. Si voltò in sua direzione, era dannatamente affascinante. Le prudevano le mani, era passato troppo tempo da quando lo aveva sfiorato. Si, come no. Due giorni e già sto così. Quanto lo odiava. Non volendo, incrociò il suo sguardo e lo sostenne, salutandolo con un cenno del capo. Indugiò sulla sua figura un secondo in più prima di tornare a parlare con la caposcuola. Dall'esterno appariva tranquilla, a tratti indifferente verso quello che stava accadendo in quella sala, ma la verità era che era un fascio di nervi. Ed era tutta colpa di Hunter Moore.




    Si prepara per la festa, nei corridoi pensa a quello scemo di Hunter, arriva alla festa e poi interagisce con Sky. Arriva Hunter, lo saluta, lo maledice e torna a guardare Sky.


    Edited by Daphne. - 29/11/2022, 22:13
     
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    Al fine di evitare di farmi fregare dalla mia memoria precaria, controllo una volta in più l'invito ricevuto dalla professoressa Dragonova. Gli occhi mi corrono sull'orario, alle diciassette, sono leggermente in anticipo e quindi mi prendo tutta la calma del mondo per prepararmi all'evento. La professoressa deve aver saputo dei buoni voti e probabilmente anche della mia famiglia, o quantomeno, di quella metà di famiglia a cui piace stare in prima linea ed essere riconosciuta come una delle famiglie di maghi più influenti d'America, auror da generazioni. Se avesse visto l'altra metà della mela, quella marcia, non so se avrei ricevuto un invito a partecipare al suo club esclusivo per giovani brillanti e promettenti. Quella metà per fortuna resta nascosta sotto al tappeto, gli affari scomodi restano in famiglia insomma.
    Sono le cinque del pomeriggio, non è di certo una cena di gala quindi indosso la giacca blu scuro sopra una t-shirt non troppo impegnativa per smorzare l'eleganza dell'abito. Chiudo l'unico bottone della giacca guardando il mio riflesso nello specchio. Improvvisamente ho un dejavù, come se questo momento lo avessi già vissuto esattamente come lo sto vivendo adesso. Non mi ci vuole molto per ricordare anche quando è stato: il funerale di mio padre. Distolgo lo sguardo prima che possa distrarmi troppo, prendo l'invito ed esco dalla stanza.
    Mi sembra strano camminare per i corridoi della scuola tirato così a lucido mentre gli altri studenti camminano in abiti molto più comodi, da sabato pomeriggio insomma. Ne scruto un paio con lo sguardo come se stessi cercando qualcosa, o per meglio dire qualcuno. La fortuna non sembra volermi assistere, incontro solo facce perlopiù sconosciute o perlopiù curiose di capire dove mi sto dirigendo, tutta colpa dell'outfit. Gli incontri della Dragobova probabilmente diventerano famosi, chissà, è probabile che facciano scattare una certa invidia in alcuni. Noncurante, proseguo per la mia strada fino a ritrovarmi nel corridoio che mi interessa. Non sapevo bene che aspettarmi, ma sinceramente una presentazione da gran galà stava in fondo alla lista delle cose che avrei immaginato. Lo sguardo vaga per la stanza notando come tutto sia perfettamente in ordine, perfettamente abbinato. Il verde fa da padrone e io non posso che apprezzare la scelta cromatica. Gli occhi continuano a muoversi mentre lentamente supero l'ingresso e si fermano solo quando la individuano fra gli altri studenti. Quel completo bianco le conferisce un aspetto etereo, non permettendole di passare inosservata. Sono in qualche modo sorpreso di vederla nonostante dentro di me sappia che questo posto e questa situazione, le si addicono molto. Ma non sarebbe accaduto neanche se avesse indossato la divisa della scuola; sono due giorni che sono diventato ipersensibile alla sua presenza, sono due giorni che quando i nostri sguardi si incrociano come stanno facendo adesso, accade qualcosa di diverso rispetto al solito. Mentre io cerco di mantenere un aspetto rilassato e naturale sorridendole appena, lei sembra... rigida. Ancora.
    - Professoressa Dragonova, buonasera - il secondo sorriso, per educazione, spetta all'insegnante che ha organizzato il tutto - la ringrazio per l'invito, lo apprezzo molto- sfodero quelle buone maniere e quel tono di voce che si sfrutta nelle situazioni importanti, sicuro ed immensamente cortese, qualcosa per cui la mia famiglia sarebbe fiera. Preferirei essere la loro più grande delusione, almeno la spetterebbero di riporre vane speranze in me.
    Ho una metà da raggiungere, mi ritrovo a fissarla nuovamente come se volessi capirci qualcosa. Non si offenderanno se mi intrometto nella loro chiacchierata, no?
    Giungo a metà sala e vengo intercettato da Jude, il grifondoro casinista che apparentemente non si capisce cosa ci stia a fare qui, lui si che mi sorprende davvero vederlo. Salvo poi ricordare i suoi successi sportivi già in giovane età, ad ognuno il suo insomma. Sono ad una distanza minima da lei, ci separano giusto un paio di persone e nonostante mi ritrovo ad annuire alle parole del grifondoro, quello che faccio nella pratica e guardare oltre la sua spalla in direzione della serpeverde che noto con poacere essere impegnata ora a chiacchierare con la caposcuola di corvonero. La serata è lunga, è l'occasione perfetta per avvicinarla: non può andarsene dopo due parole per via di qualche impegno in giro per la scuola.


    Arrivato agli appartamenti dell'insegnante, consegna l'invito all'elfo e prende parte alla serata. Osserva Daphne da lontano rivolgendole un sorriso (anche se non se lo merita).
    Si è fermato a parlare con un grifondoro, ma si guarda sempre intorno 👀



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    Edited by .Moore. - 30/11/2022, 13:57
     
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    Melissa Chaquette – Corvonero – V anno

    Jaemin ha vari talenti, tra cui quello di star bene con ogni colore di capelli possibile e immaginabile. Il maggiore, però, era la sua capacità di manipolare il prossimo a proprio piacimento. Per quanto fossi convinta che mi volesse bene – circa? così mi piaceva credere, almeno –, sapevo bene di essere la sua "pedina" preferita per i suoi piani sensazionali, ma il fatto era che... mi piaceva! Eravamo una gran coppia che scoppia, noi due, ficcati nella stessa stanza. Noi due ovunque. E quindi, insomma, quando si era presentata l'occasione di sfruttare quella mirabolante pozione acquistata al Magi Festival, non gli avevo proprio potuto dire di no. Il piano era perfetto: ci saremmo trasformati nelle gemelle Chaquette, due smorfiosette del quinto che avevano ricevuto l'invito per il prestigiosissimo – e chiacchieratissimo – Runeclub, per infiltrarci e fare incetta di segretucci frizzantini; facevamo pur sempre parte del giornalino della scuola, dunque chi più di noi avrebbe dovuto approfittarne?? Ne sarebbero usciti degli articoli del tutto esclusivi. Tanto ci firmavamo anonimamente, e nessuno avrebbe mai scoperto chi fosse stato.
    Mi assicurai che la cara Melissa Chaquette ricevesse delle pasticche vomitose travestite a deliziosi cioccolatini da parte in un ammiratore segreto (inesistente), e di sicuro, mentre attendevo Jaemin nel luogo prefissato per l'incontro, stava già vomitando l'anima. Oltre quello, le gemelle avevano ricevuto anche un secondo invito, con la calligrafia falsificata della prof di Rune Antiche, che le avvertiva che l'inizio della cena fosse posticipata di ben due ore, dunque non ci sarebbero dovuti essere problemi. Nulla poteva andare storto!
    Indossavo un vestito bordò preso in prestito dal baule di Halley: lei sì che aveva dei vestiti da zozzona! Vederlo sul mio corpo mi faceva sentire abbastanza a disagio, non era per nulla il mio stile... ma sul corpo di Melissa sarebbe stato a dir poco perfetto!
    Mi venne un colpo quando mi vidi spuntare davanti Vanessa, o Melissa... insomma... una delle due! Ma poi mi accorsi degli occhi a mandorla, molto differenti da quelli enormi e tondi delle gemelle, e mi resi conto che non poteva che essere lui!
    – La povera Melissa starà vomitando l'anima sulla torre dei corvonero. Sì, cara, sei assolutamente favolosa! – gli feci un occhiolino e risi di gusto, vedendolo fare la piroetta su sé stesso, in quelle nuove vesti così curiose. – Hai indossato questi abiti sul tuo corpo originale, Jae?? Morirei per vederti davvero conciato così... beh, suppongo che capiterà entro...quanto, un'oretta? Diamoci una mossa! – presi la pozione dalle sue mani e ne trangugiai il rimanente. Percepii quasi subito un brivido che mi scosse, misto a un calore diffuso in tutto il corpo. Per un momento mi sentii girare la testa, quindi mi misi una mano sulla fronte e mi appoggiai una colonna, ma il tempo di togliere la mano dal volto, che ne avevo già uno nuovo di zecca!
    – Allora, io ho tutto a posto??? – mi misi a tastarmi un po' ovunque; non sembrava ci fosse nulla di strano, almeno finché non mi toccai le orecchie con entrambe le mani. Ouch. – Uffa, speravo che almeno da Melissa non avrei avuto le orecchie a sventola... beh, pazienza, li lei ha i capelli più lunghi e mossi dei miei, saranno ben coperte. Sembriamo delle cazzo di modelle! Forza, gnoccona, hai il blocchetto in borsa? Andiamo a prenderci questi scoop! – la presi – lo presi – a braccetto e sfrecciammo di gran carriera verso le stanze private della Dragonova.
    Arrivati, mi sistemai i capelli davanti alle orecchie, assicurandomi che fossero ben coperte.
    – ...E Melissa Chaquette! – conclusi la frase della mia nuova gemella, imitando i loro modo solito di parlare in coppia.
    Uno sguardo eloquente a Jae-Vanessa diceva tutto: stavamo rischiando di fallire ancora prima di entrare, per colpa di quegli stupidi inviti. Lui, però, esibiva la sua solita sicurezza, che mi rassicurò di riflesso, imitando la sua espressione impettita.
    – Siamo sulla lista sottolineai, con un largo sorrisetto smorfioso, agitando una mano verso l'elfo, come a dichiarare che non ci fosse il minimo bisogno di ulteriori pezzi di carta. Avevamo il nome, avevamo la faccia... forza, fateci entrare!!!



    Si è trovata con Jae e ha trangugiato la pozione, prendendo le sue sembianze da gemella Chaquette. L'unica cosa che ha di diverso Carrie sono le orecchie a sventola, ben coperte dai capelli biondi. È arrivata a braccetto di Vanessa, senza invito, ma cerca di mantenere calma e sicurezza rivolgendosi agli elfi.
     
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    Una giornata in apnea! Ecco come descrivere quel giorno. Qualche giorno prima avevo ricevuto l’invito da parte della Professoressa Dragonova per prendere parte a un rinfresco nel suo studio. Era un qualcosa di esclusivo e solo per alcuni studenti e anche in questo caso rimasi sorpresa di ricevere tale onore. Si, certo, era un onore essere invitata a tale evento ma... il momento non era quello giusto. Non ero molto in vena di affrontare discorsi e destreggiarmi tra alunni che conoscevo e non. Si, ero agitata ma non avrei mai potuto rifiutare un tale invito e non avrei potuto farlo per diversi motivi tra cui mio Padre.
    Ed eccomi pronta a dirigermi verso l’ignoto, passo una mano tra i capelli che ho lasciato sciolti ma leggermente ondulati e tenuti solo davanti da due piccole mollettine e poi controllo il mio abito semplice ma allo stesso tempo da donnina per bene”, così come avrebbe detto Amelia. Gli occhi si inumidirono a quel pensiero ed asciugai una piccola lacrima per poi prendere un bel respiro. L’abito color verde petrolio con maniche lunghe che si stringevano sui polsi e si arricciavano leggermente. Lungo fino a coprire il ginocchio ma non oltre e con un nastro di velluto nero che circonda il sotto seno e finisce con un piccolo fiocco ben curato dietro la schiena, anche l’orlo presenta il bordino fatto dello stesso nastro di velluto. Mi avvicinai allo specchio con l’intenzione di guardare la mia intera figura ma lasciai stare, meglio non guardare il disastro che ero o meglio per come io mi vedevo. Era arrivato il momento di andare eppure i passi sembravano così pesanti come se qualcosa come un peso mi tenesse ancorata al pavimento e mi faceva faticare a camminare. «Suvvia! Puoi farcela!» Mi incoraggiavo lasciando la sala comune alle spalle e prendendo la via per il luogo dell’evento.
    Eccolo li la porta in legno scuro. I miei piedi si fermarono prima di avvicinarsi del tutto e nel mentre feci ancora un altro respiro. Mi avvicinai ed alzai la mano per bussare e al primo suono la porta si aprì. Un elfo mi si palesò davanti e io feci un piccolo ma dolce sorriso «Buonasera! Sono Rose Mia White!» dissi porgendo la lettera/invito della professoressa. L’elfo controllò il tutto e poi mi fece entrare ed aspettare qualche attimo «Grazie...» aggiunsi verso il piccolo aiutante che sembrò leggermente sorpreso da ciò, continuò quello che doveva fare prima di annunciarmi al resto del gruppo... Chi c’era dall’altra parte? Il cuore mi batteva come non mai... Perché dovevano fare queste cose così plateali? Un piccolo respiro silenzioso ed entrai a passo lento mentre i miei capelli si tinsero di nero e gli occhi di uguale colore tanto che la mia pelle candida sembrava ancora più chiara, quasi illuminata. La Professoressa era li pronta ad accogliere gli invitati «Buonasera Professoressa! La ringrazio per l’invito!» dissi con un timido sorriso prima di spostarmi ed addentrarmi completamente in quella stanza che sembrava un mondo a parte. Non riuscivo a posare gli occhi su nessuno ma alcuni volti familiari li riconobbi. Mi misi leggermente in disparte per provare ad ambientarmi. La timidezza in queste occasioni non era di aiuto anche se cercavo di nasconderla ma non ero proprio brava in questo.






    Rose Mia White - Tassorosso – IV anno
    Sono arrivata all’evento, ho salutato la Professoressa e poi timidamente mi sono messa leggermente in disparte. Se a qualcuno va sono di avvicinarsi può farlo benissimo. ^^
     
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    Giunta l’ora gli studenti accuratamente selezionati da lei avevano iniziato ad arrivare, in piccoli gruppi da due o tre persone o da soli, popolando il suo salottino privato con la loro presenza e le loro chiacchiere. Elena li aveva accolti tutti con un sorriso e un saluto, indirizzandoli poi verso il resto dei presenti o fermandosi a parlare con loro, questo però senza mai perdere d’occhio la porta.
    Quando finalmente l’elfo annunciò l’arrivo di Skylee Metis, Elena si scusò rapidamente con gli studenti con cui stava parlando per andare ad accoglierla, un sorriso perfetto a piegarle le labbra vermiglie.
    Signorina Metis, sono lieta di vederla.” Le disse, una volta che furono abbastanza vicine. Al di fuori della scuola l’avrebbe chiamata per nome e avrebbe insistito perché l’altra facesse altrettanto – non perché le interessasse, ma perché sapeva di doversi ingraziare quella biondina se voleva un’alleata nel cuore di suo figlio.
    Immagino neanche lei abbia potuto convincere Axel.” Continuò, con una punta di pacato rammarico, ovviamente non si era aspettata davvero che suo figlio venisse, ma quella consapevolezza non le aveva impedito di sperare.
    No, non aveva importanza, per quella sera poteva concentrarsi su Skylee, suo figlio avrebbe seguito a ruota senza dubbio.
    Sono comunque felice che almeno lei sia riuscita a venire.” Aggiunse poi pacatamente, un sorriso affascinante sul volto.
    Avrebbe voluto aggiungere altro che l’elfo alla porta annunciò due nomi insieme. Gli altri due nomi che stava aspettando, ma per ragioni totalmente diverte.
    Un lampo gelido comparve nei suoi occhi mentre le figure di due bionde studentesse varcavano la soglia, mentre sopra le loro teste, sull’architrave della posta, comparivano alcuni segni luminosi e animati da un lieve bagliore rossastro. La porta si richiuse alle loro spalle con un sonoro click, come di una serratura chi si chiude di colpo.
    Continueremo dopo, devo risolvere un piccolo problema.” Si scusò con la futura nuora, prima di dirigersi verso la porta, afferrando nel tragitto un bicchiere da uno degli elfi.
    Le sorelle Chaquette, che gioia vedervi” le accolse Elena con un sorriso “Unitevi a noi, stavo proprio per dire due parole.” E nel dirlo le condusse con sé verso il centro della stanza.
    Prestatemi un po’ di attenzione ragazzi, grazie.” Disse, la voce alta abbastanza alta da far tacere le conversazioni attorno a lei e richiamare l’attenzione dei presenti su di sé.
    Sono lieta di avervi qui questo pomeriggio, ho riunito qui alcuni tra quegli studenti che mi hanno dato prova di qualità rimarchevoli e personalità impeccabili.” Con un sorriso lasciò che il complimento fosse recepito dagli studenti prima di continuare.
    Tuttavia, non tutti gli studenti riuniti in questa scuola hanno dato prova delle medesime qualità, dimostrandosi invece sciatti, arroganti e incredibile stupidi.
    Ma non solo. Due di questi individui hanno creduto quest’oggi di poter prendersi gioco di un’insegnante, forse convinti che le loro misere abilità magiche e intellettive potessero competere con quelle di un insegnante. Ovviamente vanno incontro a una sonora delusione.
    ” Un vocio si levò tra gli studenti, mentre Elena si chinava appena in direzione delle “gemelle”.
    Credevate davvero che avrebbe funzionato?” chiese con divertita e malevola freddezza “Il primo di voi due che confessa non verrà punito severamente, non è gentile da parte mia?


    ––––––
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    Accoglie Sky e vorrebbe parlare un po' con Sky ma l'ingresso delle finte gemelle, complice anche l'attivazione del sistema di protezione della camera, la costringe ad intervenire. Attira l'attenzione degli studenti e fa un breve discorso per smascherare i due falsi.

    Il click che si è sentito è stato ovviamente il chiudersi a chiave della porta, ormai non si esce finché non lo decide Elena.
    Se volete fare un post d'ingresso dovrete ora farlo narrando di essere entrati prima della chiusura delle porte.
     
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    Skylee Metis

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    Dopo che ebbi consegnato il mio invito all'elfo che controllava gli accessi alla sala non ci volle molto prima che il mio nome venisse annunciato a gran voce per attirare l'attenzione della "padrona di casa". «Professoressa Dragonova» Iniziai con fare cordiale seguendo la donna verso il centro del salottino. Quanto avrei pagato pur di poter fare dietrofront e allontanarmi a gran velocità da quel gruppetto di studenti d'elite scelti dalla donna. Non mi sentivo a mio agio a partecipare a simili eventi, ma quando la mia famiglia mi costringeva a presenziarvi almeno non avevo compagni di scuola fra i piedi che potessero notare la differenza dal mio solito comportamento freddo ma pur sempre stravagante rispetto a quello estremamente raffinato e contenuto che dovevo assumere quando nei paraggi si trovavano membri della mia famiglia o persone che avrebbero potuto riferire loro i miei comportamenti non consoni alla mia levatura sociale. «Purtroppo no, ci ho provato, glielo assicuro ma immagino conoscerà meglio di me suo figlio e la sua testardaggine» La conosceva davvero? Non ne ero convinta e sapendo a grandi linee i retroscena che riguardavano l'infanzia di Axel passata assieme a Ethan dubitavo lei gli fosse mai stata realmente vicino, ma Skylee, la brava, dolce e ingenua Skylee non ne poteva sapere nulla e quindi non mi sentii nemmeno troppo in colpa ad aver dato voce a un simile commento. Non era di certo colpa mia se sua madre sembrava essere la persona meno influente riguardo le scelte di vita del Serpeverde e non era mia la colpa nemmeno se suo figlio si rifiutava di stare nella stessa stanza dove si trovava lei se non strettamente necessario. «Mi ritengo onorata di poter far parte di un simile club riservato agli studenti più brillanti, spero solo non sia unicamente grazie al mio rapporto con suo figlio...» Affermai mentendo solo in parte mentre accennavo un flebile sorriso delicato. Se davvero fossi stata scelta unicamente per le mie doti mentali e per la mia brillante carriera scolastica forse ne sarei starà realmente onorata, ma ahimè dubitavo che la mia presenza in quella sala fosse dovuta unicamente a me e ciò mi infastidiva abbastanza. «Non si preoccupi» Esclamai facendo un passetto indietro rispetto alla posizione della donna che pareva essere non poco alterata per chissà quale motivo. Alzando lo sguardo verso il punto in cui pareva essersi soffermata riuscivo a vedere solo due ragazze identiche che immaginavo essere gemelle, una delle due era una mia concasata, ma le avevo sempre riservato così poca attenzione che non mi ero mai nemmeno accorta avesse una sorella gemella in giro per il castello, ora forse si spiegava il perché di tanto in tanto quando la vedevo per i corridoi mi pareva si comportasse in maniera diversa rispetto a quelle poche volte che mi ero ritrovata ad averci a che fare, semplicemente non era lei, bensì sua sorella. Trattenni una risata pensando a quanto a volte riuscissi ad essere totalmente disinteressata nei riguardi delle persone che non ritenevo importanti nella mia vita, ma tutto sommato non mi sarei mai sentita a mio agio a fingere di essere interessata a chiunque allo stesso modo. Per me c'erano persone di serie A e persone di serie B e non mi vergognavo affatto ad ammetterlo, ero fatta così, non chiedevo a nessuno di farselo andare bene per forza. «Hey, ciao Daphne, che piacere vederti qui» Sorrisi cortese avvicinandomi alla ragazza per prendere ulteriormente le distanze dalla madre di Axel. Quella donna mi metteva in soggezione e non sapevo mai cosa le potesse passare per la mente, non mi erano mai state chiare le sue intenzioni nei confronti miei e di Axel, né tantomeno la sincerità delle sue parole. «Hai ragione, però sì, mi sono ripresa e tu?» Ammisi lasciandomi andare a una leggera risatina nervosa, non era normale che ormai ritenessi usuale venire avvelenata. «Sai, mi manca essere assistenti della prof di pozioni, te ci hai provato a fare richiesta quest'anno? Io non ho ricevuto nemmeno risposta, pff» Sbuffai cercando di trattenere il mio disappunto riguardo l'essere stata totalmente ignorata da quel pesce lesso del professore di pozioni. «Mi manca la professoressa Stojnov...» Feci spallucce prima di essere distratta dalla voce della Dragonova che richiedeva la nostra attenzione. «Ora ci divertiamo...» Sussurrai malefica alla volta della biondissima Serpeverde. Quelle due ragazze avrebbero passato veramente un brutto quarto d'ora e l'unica cosa che mi rattristava era non poter avere dei pop con alla mano per godermi al meglio la scena. Compativo chi si credeva così furbo da poter ingannare il prossimo sopravvalutando le proprie capacità, era pietoso vederli poi fallire in quel modo, pietoso ma... divertente sotto certi punti di vista

    ★ ★ ★
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    Interagito con la professoressa e con Daphne
     
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8 replies since 19/11/2022, 01:25   300 views
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