Lezione di Astronomia A.S. 2022/2023

ammessi studenti FINO AL 3° ANNO.

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  1. seán
     
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    serpe
    18 anni
    III anno

    Astronomia

    Contrariamente alle mie aspettative, la lezione di astronomia mi stava piacendo, forse perchè amavo l'argomento, l'avevo sempre amato e perchè c'era così tanto da dire che era impossibile rimanere in silenzio. Ascoltai le risposte dei miei compagni, lanciando loro di tanto in tanto degli sguardi eloquenti quando la risposta data mi piaceva o quanto meno mi interessava. Un po' meno piacevole fu l'occhiata ricca di sarcasmo e saccenza dello studente corvonero, che mi fece storcere il capo e mi fece domandare cosa, esattamente, volesse da me. In silenzio, ricambiai l'occhiata non gradita. Dopo aver chiamato "tirata mitologica" ciò che io avevo detto, ero sicuro ed a tratti speranzoso che se ne uscisse con una perla che avrebbe illuminato tutti noi poveri umani, così che sarei stato felice di dirgli chapeau. E invece... Trovavo la risposta del compagno corvonero, Anal-qualcosa, decisamente inutile, di sicuro ancor più della mia, che per lo meno aveva portato con sè nozioni e curiosità che secondo me erano anche interessanti. E mi sarebbe rimasto totalmente indifferente, un punto di vista come tanti, se non mi avesse lanciato quello sguardo, colmo di sarcarsmo e saccenza, come se io fossi un povero idiota. Riflettei sulla sua risposta, e mi domandai cosa, il suo pensiero, apportasse di nuovo a tutta la classe: il nulla assoluto. Il fatto che fossimo un granello di sabbia in una spiaggia, se considerato l'intero universo, era una cosa ovvia. E quindi? Così come mi domandavo perchè avremmo dovuto partire a parlare proprio della Stephenson 2-18 e non di tutte le altre ipergiganti rosse della via lattea, invece che del nostro sistema solare, luogo che grazie ad una combinazione rarissima di fattori, aveva dato la possibilità a Marcel Anhalt-Dessau di sparare la sua minchiata. Accavallai una gamba sull'altra, con fare assolutamente rilassato, ed anzi, un mezzo sorriso sulle labbra, e mi rivolsi direttamente a Marcel non appena finì il suo sproloquio sull'ipotizzato antropocentrismo, sproloquio del tutto svalutante il sistema solare che ospitava il suo inutile deretano. Non mi trovo d'accordo con il tuo pensiero. Fine, non che avessi molto da aggiungere, non in quella sede per lo meno. Anzi sì, ciò che aggiunsi fu un: obiezione ben udibile, inarcando le sopracciglia e disegnando contorni immaginari con la mia penna, sul foglio riportante una riproduzione in scala del sistema solare, quando la prof Garcia pronunciò la frase "ma se non ci fosse (ovvero, se Marcel fosse sparito), a tutti noi mancherebbe quel qualcosa che servirebbe a mantenere un equilibrio stabile" Chiaramente a me non sarebbe mancato nulla.
    Rimasi seduto composto, tenendo sulle cosce il foglio che ci era stato assegnato, ed ascoltando la prof continuare a spiegare ciò che riguardava il sistema solare. Non morivo dalla voglia di essere suddiviso in un gruppo, in particolare se ci fosse il rischio di finire con persone che avevano un carattere totalmente opposto al mio, ma mi sarei adattato, ovviamente. Avevo sempre preferito i compiti in solitaria, credendo di non essere in grado di rapportarmi con gli altri come un essere umano funzionale, ma mi ripromisi di sforzarmi di esserlo, e di collaborare anche e soprattutto per la riuscita dell'eventuale compito. Scoprire di trovarmi in gruppo con la Maffei e la Blanchard non mi disturbò più del necessario, anzi. Mi avvicinai alle ragazze, prendendo posto nei pressi di uno dei telescopi che avremmo condiviso, presentandomi con un cordiale Piacere, Seàn. Dopo che Giuggis ebbe usato il telescopio per individuare la stessa citata dalla professoressa, io feci lo stesso, provando a rintracciare il corpo celeste seguendo le indicazioni della Garcia, dunque puntando leggermente a sinistra rispetto alla luna. Sì, mi sembra sull'arancio...interessante sapere di aver appena osservato l'allineamento di due astri. Ogni quanto avviene questo allineamento, prof? Domandai, incuriosito. Lasciai il telescopio ad Arya, accennando un sorriso verso di lei, mentre prendevo posto poco distante, ed osservai la professoressa. Bè, è convinzione popolare che iniziare la preparazione di qualsiasi pozione di lunedì, garantirà la riuscita della stessa, poichè il lunedì è il giorno collegato alla luna e come sappiamo la luna influenza in vari modi i processi di produzione di alcune pozioni, basti pensare al fatto che durante le fasi di luna nuova o luna piena non è consigliato iniziare una pozione Guaritrice! E che invece, sia consigliato iniziare qualsiasi tipo di pozione nella fase di luna crescente. Ma per quanto riguarda il lunedì, ho sempre avuto il dubbio che si trattasse solo di una tradizione antica e non proprio esatta, lei cosa ne pensa? Quanto c'è di vero?


    -Parlato-Pensato-Parlato altrui-
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    Credits: Eltanin17



    Seán Hardice, III anno, Serpeverde, Gruppo E.
    Vorrebbe distruggere Marcel, ma non gli sembra nè il luogo, nè il lago.
    Risponde alla prof e pone delle domande perchè è incuriosito dalla questione "realizzazione pozioni il lunedì"
     
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    tasso
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    II

    Status : Attenta e imbarazzata

    Amanda quando sentì la professoressa dirle che aveva risposto giusto sorrise felice guardando la sua unica amica che aveva in classe.
    Poi la spiegazione iniziò, subito al volo prese calamaio e rotolo di pergamene e con diligenza iniziò a prendere appunti, cercando di seguire al meglio la lezione.
    Notò diverso chiacchiericcio tra i suoi compagni, ma nulla che la coinvolgesse, fino a quando la professoressa non divise in gruppi la classe, e lei fini con un certo Ryuu.
    Guardò la sua amica Ivory e gli disse
    < Speravo di finire in coppia con te, ma nessun problema!.
    A Dopo.>

    Così si sistemò con la mano sinistra leggermente i capelli e si alzò per avvicinarsi al suo compagno di lavoro.
    Quando gli fù vicino timidamente gli porse la mano e facendo un sorriso gentile disse
    < Ciao!
    Piacere io sono Amanda Mcmillan la tua compagna.>

    Poi aspettò che si mise in fila e si mise ad ascoltare gli interventi che avevano detto i suoi compagni e fu li che lei andò un pò in crisi, quasi tutte le risposte che sapeva erano già state dette da altre persone ma una la sapeva e prima di guardare al Telescopio alzò la mano e disse in tono gentile
    < Amanda Mcmillan , Tassorosso , II anno
    Una delle pozioni influenzate dagli astri sicuramente sono tutte le pozioni riguardanti la cura dei capelli, da quel che so, l'influenza della luna è molto importante per anche la loro crescita.>

    Si volto verso Ryuu e disse a bassa voce
    < Scusami è l'unica risposta che sapevo!.>
    Si sentiva abbastanza curiosa in quella lezione e quando toccò il suo turno osservò il telescopio e qui rimase stupefatta.
    Vedeva la luminosità del pianeta e gli stava piacendo guardare i pianeti e le stelle.
    Si sentiva bene in quella lezione.
    E cercava di dare il meglio di se, o almeno ci provava.
    Di certo non voleva prendere un brutto voto in questa lezione.
    Dopo che ebbe finito di vedere fece cenno al compagno di guardare anche lui.

    -Parlato-Pensato-Parlato altrui-
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    Credits: Eltanin17
     
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    corvo
    18 Anni
    III Anno

    Status: Abb Tranquillo

    Molti furono gli studenti che si susseguirono dopo di me, alcuni dando risposte abbastanza corrette ed altri dandole completamente fuori tema. Infondo, non ci voleva un Corvonero per capire ch'eravamo a lezione di Astronomia e non di Storia dell'Antica Grecia, vero Sean? Inutile dire, quindi, che mi trovai completamente d'accordo con Marcel, quando espresse il suo commento a voce alta. Peccato abbia poi rovinato la sua arringa, iniziando anch'egli a proferire informazioni completamente fuori tema.
    Sembri la mia povera nonna quando le chiedevano la ricetta dei Tortellini: iniziava a raccontare vita, morte e miracoli del casaro che le aveva venduto il Parmigiano.
    Sbuffai, piuttosto tediato dall'inutile dimostrazione di conoscenza del fenomeno che non sapeva proprio dare risposte pertinenti al tema. L'universo osservabile, poteva contare su miliardi di galassie e, quindi, su altrettanti soli; chiunque di noi poteva scegliersi la propria stella preferita, confrontarla con il nostro Sole e uscirsene a testa alta. Ma la docente ci aveva chiesto di parlarle del Sistema Solare (e da cosa fosse composto), non di confrontarlo con altre galassie. Scossi il capo in segno di dissenso, mentre il mio sguardo ricadde sulla ragazzina al suo fianco che sembrava complimentarsi con lui (probabilmente) per il fatto che aveva usato paroloni inutili, almeno quanto quella faccia da schiaffi. Stavo per fare un commento probabilmente molto pungente, quando vidi qualcosa sbucar fuori dalla borsa della ragazza che stavo squadrando male.
    Aspetta un attimo, ma quella non è...
    Le mie sopracciglia s'inarcarono, dando origine ad un'espressione in curiosita, ma bastò un battito di ciglia per far svanire quella che battezzai come una mera allucinazione. Anche perché non ci era permesso portare animali a lezione o si rischiava di trasformare ogni aula in uno zoo. Certo, se quella che avevo visto era una zampina felina, avrei potuto anche chiudere un occhio. Distratto da quella visione, mi accorsi solo in un secondo momento che la professoressa aveva iniziato a fare le sue conclusioni sull'argomento, esponendoci un riassunto esemplificativo che andò ad accorpare tutte le nozioni più importanti. Inutile sottolineare la mia sorpresa, quando venni a conoscenza dell'increspatura tra il mondo babbano e quello magico, riguardo l'opinione su Plutone: per il mondo magico, difatti, era ancora considerato un pianeta come tutti gli altri. Ci suddivise poi a coppie, svelandoci il vero soggetto di quella lezione: Marte. Avevo visto il pianeta rosso solo attraverso le molteplici foto che venivano effettuate dai vari rover stanziati dall'ESA e dalla NASA ma, per quanto strano, non m'era mai capitata l'occasione di vederlo direttamente dalla Terra, attraverso un telescopio. Ascoltate con attenzione le indicazioni, mi avvicinai ad una delle diverse strumentazioni assieme a Will, il quale mi diede il privilegio di osservare per primo.
    Grazie.
    Non mi prolungai oltre, avvicinando il viso all'oculare, così da osservarvi attraverso – seguendo chiaramente le istruzioni della signorina Garcia. Fu come immergersi (con la mente) in un mare che sconfinato che non aveva alcun orizzonte a delimitarlo. La ricerca della piccola sfera color arancione scuro, non fu affatto difficile, grazie alle indicazioni dell'insegnante; la vera difficoltà, almeno per me, fu il dover cedere quell'ammaliante visione al mio compagno. Scostatomi dal telescopio, portai lo sguardo sulla professoressa, la quale ci chiese se fossimo a conoscenza di pozioni influenzate dagli astri.
    Sempre Alexander Reid, professoressa.
    Richiamai la sua attenzione alzando la mano, rispondendole non appena la sua attenzione fu su di me. Lasciai emergere un sorriso ricolmo di sicurezza per ciò che le avrei detto di lì a poco, portando le mani dietro la schiena nell'assumere una postura da cicerone.
    Parlerò degli effetti che la Luna (Astro privo di luce propria) ha sulla realizzazione delle pozioni. Prima di tutto, è bene sapere che è buona cosa realizzare pozioni guaritrici durante le fasi di Luna Crescente, contrariamente dai veleni che beneficiano dell'influenza del nostro satellite quando è in fase Nuova o è "Piena"; nella fase di Luna Calante, invece, sono consigliate tutte quelle preparazioni che danno origine ad antidoti o che necessitano di essere lasciate a riposare tra un passo e l'altro.
    Interruppi per un attimo il discorso, riprendendolo poi qualche attimo più tardi, così da creare un po' di suspense.
    La Pozione Polisucco. Per quanto non abbia ancora avuto modo di crearne una, ho sentito dire (da alcuni corvonero del quinto anno) che necessita di un'erba che viene raccolta solo durante la luna piena...non vorrei sbagliare, ma credo si tratti dell'Erba Fondente.
    Spiegai alla docente, sperando di ricevere un feedback positivo da parte sua, allargando – in tal caso – il sorriso sul mio viso per poi farmi da parte, così da dar modo anche ai miei compagni di rispondere alla prof.


    Parlato Pensato
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    Credits: Eltanin17


    Alexander Reid
    III anno, Corvonero
    Gruppo B
    Paragona Marcel alla sua defunta nonna :pipa: , intravede la zampina di Coco :cuore: e ringrazia Will per farlo andar per primo.
    Quindi risponde alla prof


    Edited by Andréas - 13/9/2022, 18:29
     
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    Serpeverde
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    Voltò lo sguardo, attirata da una voce familiare. Will aveva preso la parola, spiegando ciò che sapeva in merito all’argomento. Non riusciva a comprendere come, una materia simile, suscitasse cotanto interesse a ragazzi della loro età. Eppure, doveva ammettere che, dopo un superficiale primo approccio, un certo grado di curiosità venne smossa anche in lei. Più o meno. Tutti parlavano troppo, come se fossero delle macchinette saccenti. Pffff. Si era limitata a rispondere alla semplice domanda posta dalla Professoressa Garcia che, nonostante avesse puntualizzato che ci sarebbe stato qualche cosa da aggiungere, affermò che si trattava di una delle possibili risposte esatte, contornando il tutto con un occhiolino. Ebbene, non poteva che esserne grata per non aver fatto una figura di merda davanti all’intera classe. Alzò la mano e salutò il biondo tassorosso, apparentemente rapito dalla sua figura, facendogli segno che, in seguito, avrebbe avuto bisogno di parlargli. Per dire cosa? Non sapeva neanche lei del perché, ingenuamente, si mosse in quella direzione. Niente panico. Si sarebbe risolto tutto, in un modo o nell’altro. Certo, non era il momento di focalizzarsi su cose che le avrebbero, letteralmente, fuso il cervello, rendendolo poltiglia inutile. Sì. Quel Tasso. Tutta colpa sua. Maledizione.
    “Parker. Mi vuoi lusingare. Avrai una schiera di ragazze ai tuoi piedi, con questi modi cavallereschi!” Lo stava sfottendo ma, il giovane, sicuramente, avrebbe trovato il tutto divertente, prendendo spunto per un vanto futuro. Il bello che non balla, così diceva sua nonna ma, in realtà, Kai aveva del potenziale, solo non con lei. Lo osservò mentre raggiungeva Will che, da quel che poteva immaginare, non sarebbe stato così felice di essere accanto a un serpeverde pieno di sé. Sbuffò, di nuovo.
    “Dipende da te, Watanabe. Posso essere un dolce e piccolo pasticcino, come posso essere il tuo peggior incubo. Lo scoprirai!” Pensare che le ispirava simpatia. “Diamond Rain Scamander. Puoi chiamarmi Rain.” Rispose alla sua domanda mentre, il giapponese, probabilmente si interrogava sulla natura dei suoi capelli. Ma perché tutti pensavano che fossero tinti. Assurdo. Non le avevano viste le sopracciglia, prima di sparare sentenze? “Sono naturali. Sì.” Tagliò corto, prima che potesse fare domande indiscrete. Cosa che forse non si poteva dire della ragazzina che era appena entrata nel suo campo visivo. Finta.
    Una serie infinita di bla bla bla da parte dei sapientoni e, alla fine, vennero divisi in coppie. Che grana. Non amava i lavori di gruppo, tantomeno se il compito non prevedeva il ruolo da leader a cui ambiva sempre e comunque.
    Roteò gli occhi, cercando di mascherare il suo disgusto a causa di quella notizia. Le cose peggiorarono quando venne a conoscenza del nome di colei che avrebbe dovuto condividere, da vicino, il suo prezioso ossigeno: Amelie qualche cosa. Interessante. Avrebbe potuto studiarla da vicino per poi esprimere un scontato parere negativo.
    “A quanto pare dovremo condividere l’attrezzatura.” Piacere un cazzo, insomma. “Rain. Tu sei Amelie. Convenevoli fatti. Iniziamo?” Disse, cercando di non perdere molto tempo. La Garcia era stata chiara ”Prestate attenzione alle attrezzature!” Dovevano valere molto e ci voleva un bel fegato a darle in mano a dei mocciosi alle prime armi. Si avvicinò cautamente e si posizionò in modo tale da avere una visione abbastanza nitida della volta celeste. Rimase piacevolmente colpita e iniziò a muoversi verso quello che, fin da bambina, l’aveva affascinata maggiormente per via del suo colore rosso. La luna, eh. Passo qualche istante prima che riuscisse ad orientarsi decentemente, non avendo mai avuto la possibilità di utilizzare quel tipo di strumentazione e, quindi, pregando Merlino di non arrecarle nessun tipo di danno: “Piano piano, verso sinistra e…eccolo lì. Molto bene. Ci Sono. Osservarlo da qui è tutta un’altra cosa.” Nelle serate limpide, infatti, si poteva avere la fortuna di intercettarlo anche ad occhio nudo ma, così chiaramente suscitava tutt’altra sensazione. “Scudo e lancia del dio Marte. Il simbolo sai? L’hanno chiamato così per il suo colore che è anche il mio preferito.” Domandò alla sua compagna di disavventura, dilungandosi nello spiegare cose che non fregavano a nessuno. La mitologia le era sempre interessata, più dell’astronomia, ovviamente e qualche cosa le era rimasta impressa, senza dover faticare molto per ricordare.
    “Ho sentito dire che è caratterizzato da violente tempeste di sabbia.” Mentre parlava a bassa voce, come se stesse recitando il Rosario, Rain, si interruppe per ascoltare gli interventi dei compagni, sulle pozioni. Non ne sapeva molto e trovava la cosa utile per ampliare il suo bagaglio culturale che, sicuramente, in un futuro sarebbe tornato utile. Infine prese in considerazione la questione sollevata da una Grifondoro della quale non aveva compreso il nome e si rivolse ad Amelie: “Marte ha domicilio in Ariete e Scorpione, modestamente.” Scorpione ascendente Scorpione. Che poteva esserci di peggio al mondo?
    Per il resto non poté aggiungere nulla in quanto risultava completamente ignorante in materia. Già. Doveva ammetterlo.


    Diamond Rain Scamander; Terzo anno, Serverde.
    Salutato Will da lontano e invitato a vedersi dopo la lezione u_U
    Interagito con Kai, con Ryuu ed infine con Amelie e borbottato qualche cosa sul pianeta rosso. Lei è ignorante in materia, sorry u_U
     
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    Amelie Von Nassau | II anno | Tassorosso


    Amélie aveva la netta impressione che quella lezione sarebbe stata più lunga e noiosa del previsto. Non impazziva per quella materia, per lei era già chiaro; preferiva rimanere sugli affari che riguardavano il piano terrestre: tutto ciò che andava oltre le nuvole, non era semplicemente di suo interesse. La rossa ascoltò con un guizzo d’attenzione solamente le nozioni riguardanti miti greci o segni zodiacali, tornando a spegnere lo sguardo celeste non appena la professoressa ricominciò a parlare, introducendo l’argomento di quel giorno: Marte, il pianeta rosso.
    Dividersi in gruppi per guardare al telescopio, almeno per il momento, sembrava la parte più divertente; quindi affiancò l’unica altra testa rossa che aveva intravisto al castello: Rain Scamander.
    Non aveva la minima idea di che tipo fosse, ma non si aspettava di certo di venire accolta dalla compagna con un tale tono di magra accondiscendenza. Amélie, infatti, le si avvicinò con un largo sorriso che venne presto spento.
    – Uhm, certo… vai pure… per prima… – espresse con un tono di appena velato sarcasmo, quando vide la Serpeverde impossessarsi dell’arnese di gran carriera.
    Amélie ebbe l’impressione che non fosse affatto contenta di stare in coppia con lei, e si strinse nelle mani tutta tesa, guardando Marcel e pensando che avrebbe preferito di gran lunga dividere il telescopio con il fratello. Ma quello, pensò fra sé e sé, sarebbe equivalso a rimanere chiusa nella propria comfort zone; invece doveva farsi forza e affrontare anche le situazioni – e le persone – meno simpatiche.
    Si stupì, comunque, quando la Scamander le rivolte la parola, mentre quella era impegnata col telescopio; magari non era poi così scocciata di esser finita con lei, per quanto il motivo di quella prima impressione non le fosse ben chiaro.
    – Il Dio della guerra… anche detto Ares, se non erro. È affascinante pensare che il colore del pianeta possa rappresentare il sangue… – anche un tantino inquietante, in effetti – ma è solo ferro ossidato. Bello, quindi sei appassionata di Mitologia? Io amo le storie, i miti e le leggende… di gran lunga più interessanti del sistema planetario, non pensi? – si assicurò di sussurrare solamente quelle parole alla ragazza, per non farsi sentire dalla professoressa Garcia.
    – Insomma… all’uomo è sempre piaciuto creare una storia dietro a ogni cosa; forse proprio per memorizzarla meglio. Se rendi familiare qualcosa, ti assorbirà di più – forse quello era un punto comune, a parte il colore il colore dei capelli… l’amore per le storie.
    Amélie annuì, immaginando come dovesse essere trovarsi in mezzo a una tempesta di sabbia su Marte.
    – Sai che i tramonti, su Marte, sono blu? Devo averlo letto da qualche parte… insieme al fatto che un tempo il pianeta presentava enormi risorse d’acqua, ormai cristallizzate… – poi si voltò verso la professoressa, rivolgendosi ad essa – Marte dovrebbe essere il pianeta più simile al nostro. È vero, per questo, che un giorno gli umani potrebbero davvero vivere sul pianeta rosso? Lei cosa ne pensa, professoressa? Che genere di vita sarebbe, lassù? – indicò il cielo con gli occhi, speando che la domanda non risultasse troppo sciocca, imbarazzata dal percepire gli eventuali sguardi su di sé.
    – Hai un carattere forte, si vede – sorrise con un angolo della bocca, di nuovo rivolta alla Scamander. – Io sono Cancro ascendente Gemelli… tutta un’altra stori- – stava per puntare lo sguardo attraverso il telescopio, quando si interruppe improvvisamente volgendolo distrattamente verso la cartella… che ora era aperta.
    Momenti di panico, mentre lo sguardo di Amélie guizzava da un punto all’altro della torre, in cerca della grassa gatta rossa… solo per trovarla ai piedi del Corvonero Alexander. Più precisamente, era nascosta dietro alle sue gambe; quel dettaglio, assieme al fatto che la luce fosse estremamente soffusa, potevano forse salvarla ancora dall'attenzione della professoressa.
    Non sapeva cosa fare. Non poteva attirare l’attenzione della professoressa sul gatto… così cercò di fare dei cenni della direzione del moro, bisbigliando un leggerissimo – Pssss! –
    Solo quando quello l’avrebbe notata, lei avrebbe cercato di fargli segno verso il suo gatto, indicandogli con gli occhi l’uscita; in breve, il messaggio sarebbe dovuto essere “cerca di allontanare il gatto, in modo che possa andare verso l’uscita!”, ma non era per niente sicura dell’esito.


    Parlato con Rain, nominato Marcel, posto una domanda alla professoressa e cercato di attirare l’attenzione di Alexander, che ora ha la gatta ai suoi piedi


    Edited by little sunshine. - 14/9/2022, 00:11
     
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    “Puoi chiamarmi Rain” facciamo che invece non l'avrebbe chiamata affatto. I suoi capelli rossi, la sua aria sicura, i suoi capelli rossi, questo modo di parlare così strafottente, i suoi capelli rossi, la sua spavalderia, i suoi capelli rossi. Diciamo che così, su due piedi, la Scamander non gli fece una grande impressione, per nessun motivo in particolare, e magari si stava sbagliando ed era solo una prima impressione sbagliata. Le avrebbe certo potuto dare una seconda possibilità. Un giorno. Se si fosse tinta, cosa che, al contrario di quanto lei stessa sosteneva, lui continuava a credere che già fosse
    -Si, certo- le rispose a quest'ultimo commento per non approfondire il discorso, tagliando corto, proprio non gli andava di intraprendere una conversazione sui capelli di It il Clown.
    La lezione iniziò con le varie risposte dei suoi compagni, chi più chi meno, fino al punto di fargli alzare gli occhi al cielo quando uno di loro indispettì la professoressa. Ci mancava solo di vedersi privare del sabato pomeriggio per fare Astronomia, per di più da uno della sua stessa Casa! Vero era che questa cosa della divisione in gruppi per farli competere come cavalli all'ippodromo non aveva ancora molto senso nella sua testa, ma ormai ne faceva parte e non gli andava proprio di perdere per colpa di qualche ragazzetto ancora in piena fase di ribellione da pubertà.
    Intinse la penna nera nella boccetta d'inchiostro e la lasciò scorrere sulla pergamena dove, con calligrafia ordinata e precisa, cominciò a prendere appunti su quanto detto dalla professoressa. Purtroppo, nonostante l'impegno che ci mettesse quest'ultima, Astronomia era proprio una materia che non lo prendeva proprio. Aveva sempre trovato superflue quelle nozioni e, a meno che non gli avesse insegnato a tracciare la loro carta astrale, dubitava gli sarebbe mai interessato qualcosa della materia. Questo non era comunque un motivo sufficiente per per non impegnarsi o mettersi a dormire sul banco infischiandosene della persona che stava spendendo il suo tempo per loro. Rigore e rispetto erano due delle tante regole con cui era cresciuto, e non era nemmeno interessato a perdere questa abitudine, nonostante sembrasse che fosse uno dei pochi a pensarla così.
    Si alzò dal suo posto senza farsi pregare, allontanandosi così dalla Serpeverde palesemente tinta, ed avviandosi verso i telescopi messi a loro disposizione cominciò a guardarsi intorno per scovare la sua compagna di vedute (?).
    -Ciao- le sorrise a sua volta stringendole la mano, una cosa a cui ancora non si era abituato e che, probabilmente, non si sarebbe mai abituato. La quantità di contatto fisico giornaliero tra gli occidentali era proprio strano. Una mattina, tra una lezione e l'altra, aveva addirittura visto due studenti baciarsi. Davanti a tutti. Follia.
    -Sono Ryuu, ed essendo l'unico giapponese era facile da capire- si passò una mano dietro la nuca continuando a sorridere impacciato, prima di mettersi ad ascoltare quello che tutti sembravano avere da dire. Tutti preparati. Nessuno andava in vacanza in estate? Tutti a casa sui libri? Sembrava l'unico ignorantone a sapere poco e niente sull'argomento. Terminate le lezioni avrebbe dovuto rimediare.
    -Oh bhe, ne sai comunque più di me- sussurrò alla tassa appena conosciuta per non farsi sentire dalla professoressa -Prego, guarda prima tu- le fece cenno di avvicinarsi al telescopio per guardarvi attraverso. Prima le signore, sempre. Quando poi venne il suo turno avvicinò l'occhio a mandorla all'attrezzo sistemato magicamente e, ricordando le parole della prof, andò a cercare il puntino luminoso leggermente a sinistra rispetto alla Luna
    -Ovviamente arancione, magari tendente al rosso- parlò ma fu quasi inutile visto che già molti prima di lui avevano dato la stessa risposta. Continuò ad alternarsi con la compagna ascoltando gli altri ed aggrottando appena le sopracciglia quando questi si ripetevano tra loro riproponendo concetti già detti da altri. Tuttavia li poteva anche capire, non aveva gran che da rivelare che non fosse stato già spiegato ma, ad un tratto, si ricordò di qualche informazione appresa alla vecchia scuola, Mahoutokoro, e di nuovo alzò la mano attendendo il suo turno per prendere parola
    -Nel mio Paese si dice che ogni pianeta sia collegato ad un elemento in particolare- cominciò non troppo sicuro di non stare andando fuori argomento -Per esempio si dice che Marte sia collegato al fuoco, e quando questi si avvicinano alla Terra hanno il potere di influenzare l'elemento stesso che rappresentano e, di conseguenza chi è in grado di padroneggiarli- chiaro riferimento agli Elementalisti, peccato non ne conoscesse nessuno per poter chiedere se fosse vero -Pensa sia vero? O è solo una credenza popolare?- tanto delle pozioni avevano già detto tutto.


    Ryuu Sora Watanabe, Corvonero, III anno.
    Gruppo C
    Interagito con Rain e Amanda, si è alternato con quest'ultima per usare il telescopio e ha posto una domanda alla proffe.


    Edited by .Cielo. - 14/9/2022, 22:30
     
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    Marcel Anhalt-Dessau | III | Ravenclaw

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    Marcel si era aspettato quella reazione poco amichevole? Assolutamente, non dai alla gente dell’Antropocentrico aspettandoti poi di farci amicizia.
    Non che Marcel volesse fare amicizia, al contrario, a lui interessava solo intrattenere sé stesso abbastanza a lungo da far terminare quella lezione inutile senza addormentarsi.
    Be, quello nel caso migliore, nel peggiore si sarebbe messo a dormire e tante care cose. Ne sarebbe certamente stata contenta la sua guardia personale, la biondissima caposcuola di corvonero.
    Tranquillo.” Disse rivolto a Sean, un sorriso apparentemente cordiale in volto “Non tutti possiamo avere ragione. io sì, però era l’inespressa ma al contempo palese conclusione di quella frase “Sono sicuro tu abbia altre doti.” Concluse con un sorrisetto sfacciato, osservando brevemente l’altro ragazzo prima di strizzargli l’occhio.
    Marcel era, per molti versi, la personificazione del detto Fuck Around and Find Out, fieramente persino. Forse era anche per questo che la sua vita era al momento solo un cumulo di rovine polverose.
    Inarcò un sopracciglio alla risposta del tizio di corvonero, di cui ovviamente non ricordava il nome visto che be, il tizio non era esattamente una bellezza.
    Marcel non era granché a ricordare i nomi della gente, principalmente perché non gli importava, ma poteva fare lo sforzo per coloro cui avrebbe messo volentieri le mani addosso.
    Il tizio della sparata sulla mitologia? Sean; la rossa sexy e arrogante? Rain; il biondino con gli zigomi affilatissimi? Will; tutti gli altri? Bo, tabula rasa, i loro nomi dimenticati nel momento stesso in cui finivano di presentarsi.
    Non era però l’assenza di nome a far inarcare il perfetto sopracciglio lussemburghese, no.
    Cosa cazzo è un tortellino? Non aveva mai sentito quella parola prima in vita sua, ma doveva essere una cosa da mangiare visto il contesto.
    Bah, a Marcel il cibo interessava ben poco, avrebbe mangiato riso scondito e pollo per tutta la vita senza problemi, saltava i pasti senza problemi regolarmente.
    Non che avesse importanza, il tortellino in sé non ne aveva. Marcel del resto neanche si scompose, lanciando un’occhiata disinteressata al corvonero, soppesandolo per un lungo istante, palesemente insoddisfatto da quello che vedeva.
    Forse era troppo complicato per te, può succedere, lo scevro nozionismo è comunque meglio di nulla.” Rispose, ma con molto meno trasporto di quanto ne avesse dedicato a Sean, chiaramente meno interessato al concasato.
    In pochi minuti, forse persino meno, l’avrebbe archiviato in un angolo lontano della propria memoria, scordandosi completamente di lui come faceva con ogni cosa che non poteva fottere o che non gli tornava utile.
    L’insegnate sputò altre parole, ma l’effetto su Marcel fu solo quello di fargli alzare gli occhi al cielo.
    Certo, la palla di terra rossa lassù nello spazio ti rende irritabile, ma proprio a te, tizio random distante migliaia e migliaia di chilometri. Che palla dispettosa a star proprio a pensare a te.
    Mortalmente annoiato e infastidito da quella lezione che gli pareva senza capo né coda, sbuffò rumorosamente e maleducatamente dal naso nel sentirsi anche affibbiare un partner per osservare la suddetta roccia rossa al telescopio.
    Eh già, perché dover avere a che fare con la gente era esattamente quello che gli serviva, grazie mamma, era proprio quello che non volevo per Natale.
    Si alzò, il fastidio palese sul volto, la camminata impigrita e si avvicinò al povero stronzo che avrebbe malauguratamente condiviso l’attrezzatura con lui.
    Cerchiamo di finire in fretta, sì?” disse, a mo’ di saluto, squadrando brevemente e senza particolare interesse l’altro ragazzo. Il tizio doveva essere un purosangue, solo qualcuno figlio di cugini poteva pensare che chiamare il proprio figlio Malachai fosse una buona idea.
    Povero bastardo.
    Prego.” Disse all’altro ragazzo, indicando con un gesto distratto della mano la costosa attrezzatura cui la loro povera insegnante sembrava tenere tanto, neanche fosse stata la sua, invitandolo ad utilizzarla per primo.
    Non prestò praticamente nessuna attenzione alle parole dei suoi compagni, ascoltandoli blaterale di influenze e altre scempiaggini in questo o quel contesto. Persino di segni zodiacali, poveri noi.
    Quando fu il suo turno si avvicinò a sua volta al telescopio, dando però solo una breve occhiata prima di staccarsi con un “Yup, sempre rosso, sorprendente.” Dal tono sarcastico.


    Interagito con Sean e Alexander, è andato a svolgere il compito con Kai, interagendo con lui il minimo indispensabile.
     
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    Sorrise alla risposta della rossa al suo commento da vero idiota. Sapeva che non fosse interessata a lui ed era per questo che si divertiva a punzecchiarla senza che lei se la prendesse o meno. A volte era davvero piacevole trovare qualcuno con cui scherzare senza che quest'ultimo se la prendesse per le cose che usxivano dalla sua bocca e Rain era una di queste. Ad ogni modo cercava di non andarci giú pesante perché sapeva che sarebbe potuto risultare in pó troppo invadente. Eddai rossa, non farmi arrossire proprio davanti a tutti. Scherzó ancora una volta e poi proseguí alla ricerca di un posto libero che non fu difficile da trovare, visto che era stato uno dei primi ad arrivare. Strano. Kai Parker non era tipo da rispettare gli orari scolastici ma quella sera non aveva niente di meglio da fare prima che la lezione iniziasse e cosí si era diretto velocemente a lezione. Si andó a sedere accanto ad un ragazzo. Io e Rain dici? Si rivolse al ragazzo uscendo dai suoi pensieri che in quel periodo non lo lasciavano in pace. Sí, ci conosciamo da un pó. É stata una delle prime che ho conosciuto qui al castello. Non ricordava il come si fossero conosciuti, probabilmente a leziome, ma riteneva Rain una persona affidabile con cui si sarebbe potuto aprire se non fosse cosí incline a queste cose. Osservó ancora per pochi istanti il ragazzo domandandosi il perché di quella domanda. Decise peró di non dire nulla anche perché non era mininamente interessato all'argomento. Tornó a focalizzarsi sulla lezione osservando e ascoltando le varie risposte che i suoi compagni stavano cercando di dare alla professoressa. Dopo la risposta della rossa, il volto della professoressa cambió. Will, il suo vicino di banco, si beccó una bella cazziata per aver utilizzato i telescopi. A suo avviso la professoressa aveva avuto una reazione esagerata. Non darle retta, probabilmente non avrá preso le sue dosi di calmanti giornaliere. Sussurró per non farsi sentire dalla professoressa. Se i telescopi erano stati messi lí in quella stanza, era perché venissero usati e perció non capiva il motivo di tanto scalpore. Ti ci abituerai, qui sono tutti cosí. Disse lamentandosi del corpo docenti. Kai non aveva mai avuto un buon rapporto con i suoi insegnanti, aveva sempre avuto a che fare con adulti che si divertivano ad umiliare chi non eccelleva in qualche campo come se amdare bene a scuola, fosse sinonimo di intelligenza. Gli adulti per lui rappresentavano un vero e proprio tabu. Non riuscivaad andarci d'accordo e nemmeno voleva provarci. Tutte le persone adulte con cui aveva avuto a che fare, non avevano fatto altro che abbandonarlo a se stesso. Nessuno si era mai interessato realmente a lui ma continuavano a trattarlo come uno scarto della societá. Kai cosí aveva imparato a cavarsela da solo e a fare affidamento solo ed esclusivamente su se stesso. Tornó a perdersi nei suoi pensieri e ad ascoltare passivamente ció che i suoi compagni avevano da dire in merito alla lezione. Mentre scarabocchiava distrattamente il foglio notó con la coda dell'occhio che qualcuno lo stava osservando. Si voltó verso la ragazza in questione e gli rivolse uno dei suoi soliti sorrisi. Hai bisogno di qualcosa? Le porse quella domanda senza preoccuparsi minimamente della possibilitá che la ragazza potesse sentirsi in soggezione o a disagio. Ma in fondo era pur sempre Kai Parker e il tatto o l'empatia non facevano parte del suo DNA. La lezione proseguí e la professoressa approfondí gli argomenti che avevano tirato fuori i vari studenti fino a quando non arrivó ad annunciare quale sarebbe stato l'argomento della lezione: Marte. I vari pianeti del sistema solare avevano sempre suscitato un certo interesse in Kai che fin dalla tenera etá aveva sempre amato osservare il cielo attraverso il telescopio. La professoressa annunció quale sarebbe stato il loro lavoro per quella serata e il serpeverde non poté che esserne felice, era un esperto in quel campo e per una volta non avrebbe avuto tanta difficoltá nell'eseguire un esercizio. Il suo entusiasmo terminó con l'arrivo del suo compagno. Inarcó il sopracciglio nel sentire il tono che il ragazzo aveva utilizzato per rivolgersi verso di lui. Partiamo male. Frena il tuo entusiasmo, cosí é davvero troppo. Disse con tono ironico e forse leggermente provocatorio. Aveva pensato ad un modo -decisamente poco elegante- per definire i ragazzi come lui ma decise che al momento non lo avrebbe detto al diretto interessato. Oh grazie. Alzó gli angoli delle labbra in un sorriso forzato e si dedicó al compito. Giratosi di spalle, alzó gli occhi al cielo. Si curvó sul telescopio e seguí le dritte della professoressa: prima la luna, poi spostarsi leggermente a sinistra ed eccolo lí Marte, il pianeta rosso. Era da tanto che non passava il suo tempo ad osservare il cielo e a scrutare il movimento dei pianeti e in quel momento era come se fosse tornato indietro nel tempo quando nella soffitta di casa sua passava le ore ad osservare il cielp stellato. Poteva dire di sentirsi felice. Nel tema natale, Marte rappresenta il nostro modo di agire. Ad esempio quando Marte esercita un’influenza positiva simboleggia spontaneità, sincerità, forza, spirito collaborativo e coraggio. Mentre quando esercita un’influenza negativa rappresenta la violenza, l’aggressività, l’impazienza, la collera e la distruzione. Anche se non credo che l'uomo possa essere influenzato dal semplice avvicinamento di un pianeta all'orbita terrestre. Ammise conscio del fatto che poteva essere l'unico nel vederla in quel modo. Continuó ad osservare il pianeta per poi lasciare il microscopio al suo compagno di progetto che aveva un carattere non propriamente in linea con quello di Kai. Devi essere proprio frustrato, eh. Incroció le braccia al petto e osservó il ragazzo.


    Kai Parker
    III anno, Serpeverde
    Gruppo D

    Interagito con: Rain, Will, Giuggis e Marcel.
    Ha provato a rispondere alla domanda.
     
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    Susan Garcia | Professoressa di Astronomia

    GARCIA
    La lezione proseguì. Ero soddisfatta del fatto che la maggior parte di loro era attiva e interessata, non era un fattore da poco se si parlava di adolescenti ed io, vedendoli così convolti, sentivo d’aver fatto centro. Dopo il rimprovero al signor Singh, il ragazzo in questione si scusò ed io, in risposta, reagii sorridendo per poi dedicargli un lieve cenno del capo atto a significare che avevo gradito ed accettato le sue scuse. Ma nemmeno il tempo di sedarne uno che nuova tensione contaminò l’aria dell’aula costringendomi ad una presa di posizione più dura e allo stesso tempo diretta. «Calmatevi. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione in quest’aula nel rispetto verso il prossimo e verso il contesto. Smettetela di battibeccare», conclusi senza ammettere repliche fissando a turno i diretti interessati del mio rimprovero. Riportato l’ordine, o almeno una parvenza tale, mi dedicai all’ascolto delle nuove risposte concedendo con compostezza la parola ai vari studenti.
    «Sì, signorina Maffei. Vorrei collegarmi alla sua risposta per una precisazione: quello che sta dicendo è vero. Anche le costellazioni, indifferentemente dalla distanza che ci separa da esse sono in grado d’influenzarci ma il concetto è molto più ampio di così. Noi maghi, streghe, creature e la natura stessa siamo influenzati dall’energia che scaturisce proprio dai pianeti e a seconda della loro distanza o di alcuni eventi particolari ne assorbiamo l’energia. Questo può modificarci. Diciamo che non è del tutto sbagliato quello che lei dice ma è un modo semplificato molto comune tra i babbani. Perciò non è sbagliato dire che Marte influenzi altre costellazioni o corpi celesti ma è necessario specificare ed essere coscienti che questo pianeta influenza anche direttamente noi e parlo dei segni zodiacali. Se lo desidera magari in futuro potremmo approfondire questo argomento.» Ero molto contenta di vedere gli studenti attivi, questo era fondamentale e per continuare ad incentivarli ad intervenire diedi anche la parola al Tassorosso che pochi attimi prima aveva creato trambusto. «Bene signor Singh! Vero, Marte influenza la crescita di alcune piante ed erbe proprio come quelle che ha appena citato. Molto bene.» Elargii al ragazzo un sorriso. Nella mia classe vigeva la meritocrazia nonostante la gaffe di poco prima. Mi spostai leggermente di lato mentre continuavo a muovermi su e giù lungo una linea immaginaria posta dinanzi a loro. Camminare mi aiutava a riordinare i pensieri ed i passi scandivano il ritmo dei pensieri e delle nozioni che andavo snocciolando. Mi fermai davanti al signor Hardice per concedergli la parola. Lo ascoltai attentamente, aveva molte curiosità il ragazzo e dal canto mio mi presi il giusto tempo per elaborare una risposta soddisfacente. «L’allineamento non è una cosa rara ma avviene occasionalmente, dipende da diversi fattori che spiegherò in una lezione a parte che vedrà la stella Aldebaran protagonista insieme alle altre stelle del firmamento.» risposi elargendo un nuovo sorriso per poi avvicinarmi ulteriormente per rispondere alla sua seconda domanda «Io penso non ci sia una verità assoluta. È una credenza popolare sicuramente ma... chissà!» Sollevai le spalle insieme ai palmi verso l’alto, «forse il lunedì ha qualcosa di speciale per le pozioni.» Sollevai le sopracciglia con fare eloquente, il mio obiettivo era lasciarli con un barlume di sana curiosità, di stimolarli. «Vi invito a tenere questo quesito per il professor Fletcher, lui saprà sicuramente darvi una spiegazione!» Conclusi pensando ad alcune pozioni che a mia volta avevo provato a preparare proprio due lunedì prima. Nemmeno a dirlo mi erano fallite entrambe le preparazioni. Sorrisi alla signorina Mcmillan e poi passai ad ascoltare le osservazioni del Reid annuendo di tanto in tanto accompagnando il tutto con una mimica corporale che gli lasciasse intendere la mia approvazione. Continuai a passeggiare non mancando di ascoltare i commenti che e le piccole discussioni che i ragazzi imbastivano tra di loro come, ad esempio, la signorina Von Nassau che si domandava in merito alla possibilità di vita sul pianeta rosso. «Un giorno, con molte accortezze e strumentazioni forse sì. Ci sono diverse problematiche come lo sbalzo termico tra il giorno e la notte, le radiazioni, la mancanza di ossigeno... chissà?! Un giorno forse, con il progredire delle conoscenze tutto è possibile ragazzi miei.» Con un cenno della mano diedi la parola ad un Corvonero. «Penso, signor Watanabe, che ci sia una verità di fondo perché è vero che alcuni incantesimi appartenenti all’elemento fuoco ne vengono influenzati. Lo stesso deriva a volte da rabbia o da impulsi interni molto intensi. Certamente poi le diverse culture ci hanno ricamato un pochino su ma ci sta.» Cercai di comprendere se la mia risposta fosse soddisfacente prima di battere sonoramente le mani al terminare delle loro curiosità. Ero entusiasta di loro.
    «Molto bene ragazzi! Esattamente: Marte accentua diverse caratteristiche in noi e come avete accennato la più comune ad essere influenzata è la rabbia. In alcuni accentua le caratteristiche da leader mentre in altri incrementa l’energia, l’entusiasmo. Ogni reazione è strettamente soggettiva e personale, perciò, non sbagliata.» Mi posizionai al centro della stanza tra il banchetto con le fialette e i gruppetti dei ragazzi.
    «Ora faremo un piccolo esercizio per dimostrare quanto abbiamo appena appreso teoricamente. Fate attenzione perché non mi ripeterò.» Feci sollevando l’indice, guardando con attenzione i ragazzi perché capissero che non stavo scherzando. «Qui ho due pozioni preparate dal professore Fletcher. Una è stata preparata dieci giorni fa mentre l’altra solo qualche ora fa, sotto l’influsso di Marte. Non vi dirò qual è l’una o l’altra, sarete voi a doverlo indovinare. La pozione è innocua, non vi accadrà nulla di grave e l’effetto terminerà in cinque minuti circa. Dopo questi cinque minuti al massimo potreste avvertire una leggera stanchezza che passerà con una bella dormita.» Le pozioni presenti sul tavolino erano appunto di due tipi. Sul lato destro vi era schierato un porta-fialette contenente per l’appunto fiale dal tappo marrone mentre alla sinistra il medesimo ma il tappo era nero.
    La pozione dal tappo marrone accentuava solo leggermente alcuni tratti del carattere, un incremento del 25% a voler quantificare mentre l’altra dava una buona spinta di poco superiore alla metà (50%). I tratti caratteriali che avrebbero subito l’influsso sarebbero stati chiaramente quelli legati al pianeta in studio: Marte, e ognuno di loro si sarebbe sentito differentemente in base alla propria peculiarità caratteriale. Estrassi la bacchetta e con un movimento aggraziato del polso comandai le varie fiale di distribuirsi in maniera del tutto causale ai ragazzi. «Afferratela e stappate delicatamente. Non preoccupatevi non ha né odore né sapore. È come bere dell’acqua ma di colore arancione.» Attesi che tutti avessero bevuto la pozione. Mi serviva un presupposto per farli interagire e sapevo come fare! «Bene! Adesso prendete il foglio con il sistema solare che vi ho dato a inizio lezione. Ne basterà uno per ogni gruppo! Insieme ai vostri compagni cercherete di trovare e segnare Marte e non solo! Vi chiedo di disegnare approssimativamente anche la posizione della stella Aldebaran. Mi raccomando, collaborate! Avete il permesso di usare il telescopio. Aiutatevi con righelli e squadra per le misurazioni» Mi fermai un secondo riflettendo sulle informazioni da passare loro ed aggiunsi: fate attenzione! Sia il righello che le squadre sono suscettibili... potrebbero non collaborare facilmente e spostarsi se non vengono trattate bene!» Sorrisi. «Un’ultimissima cosa. Vi chiedo di scrivere poche righe sull’influenza che sentite la pozione abbia avuto su di voi e sui vostri compagni di gruppo.» Mi fermai e con un colpo di bacchetta ripresi le fialette vuote e le posizionai sul tavolo. «Bene! Iniziate!» Conclusi iniziando a muovermi tra di loro.



    Prossima data di scadenza il 22/9 entro le 10. Riceverete il mio post il 23/9.

    Vi ricordo, come sempre, di scrivere nello Spoiler:
    Nome, Cognome, la casa di appartenenza e l’anno frequentato. In più, una breve descrizione delle vostre azioni nominando i pg con cui avete interagito o solamente citato e il gruppo di appartenenza.
    Attenzione! n#1: in merito a questo punto, per incentivarvi e movimentare le cose, potremmo decidere di inserire dei malus per ogni spoiler dimenticato o scritto in maniera errata. A buon intenditor... 👀

    Gruppi:
    Gruppo A: Diamond Rain Scamander (tappo marrone); Amelie Von Nassau (tappo nero)
    Gruppo B: Alexander Reid (tappo marrone); Wilder Singh (tappo nero)
    Gruppo C: Ryuu Watanabe (tappo nero); Amanda Mcmillan (tappo marrone)
    Gruppo D: Marcel Anhalt-Dessau Pozione (tappo marrone); Malachai Parker (tappo nero)
    Gruppo E: Seán Hardice e Giuggis Maffei (tappo nero); Arya Blanchard (tappo marrone)

    I tratti che verranno accentuati sono collegati a Marte, quindi, potrebbe essere la rabbia, come grande entusiasmo oppure la voglia di comandare. La voglia di agire subito o ancora, una forza interiore che dà coraggio e può far sì che la persona sia schietta nel bene o nel male. Questo dipenderà dallo stato emotivo dello studente. A seconda di quello che prova in quel momento avremo la loro reazione accentuata.

    Promemoria! n#2: come da regolamento in caso di giri saltati e/o recuperati o meno, si applicheranno le riduzioni di punteggio.




    Edited by Dragonov - 16/9/2022, 08:55
     
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    Giuggis Maffei | II anno | Grifondoro


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    L'agitazione era tanta soprattutto quando mi veniva in mente solo una frase «Hai bisogno di qualcosa?» con una voce calda che ero già in "brodo di giuggiole". Così si diceva nel mondo Babbano, o almeno così dicevano i suoi nonni. Ma ritornando a Kai non gli risposi, anzi ho iniziato ad ignorarlo anche se aveva una forte attrazione verso di lui. Ero concentrata sulla lezione e solo a quello pensai.
    "Se potessi fare qualche pozione...ma non ha senso perchè ad un ragazzo devo piacere così come sono..” pensai, ma distolsi subito il pensiero.

    Sèan si presentò e gli risposi di cortesia «Piacere mio, io sono Giuggis» sfoderando uno dei miei soliti sorrisi. Era carino e sembrava anche simpatico ma non ebbi tutta questa conversazione. Forse nemmeno io ero molto capace ad interagire.
    Finalmente tutti risposero e ricevetti anche un esito positivo, ma ovviamene non era completo proprio perchè io parlavo per il mondo Babbano e non per il mondo magico. Così la ringraziai accentuando un sorriso, poi toccò a Kai e lì andai prontamente in "brodo di giuggiole". Penso che la bava la bocca era un eufemismo, ma mi ripresi subito. Oltre che a osservarlo ogni tanto non feci di più. Non so cosa mi prendeva, ero molto nervosa e agitata anche se sapevo che non ce n'era la necessità.
    CITAZIONE
    «Ora faremo un piccolo esercizio per dimostrare quanto abbiamo appena appreso teoricamente. Fate attenzione perché non mi ripeterò.[...]Qui ho due pozioni preparate dal professore Fletcher. Una è stata preparata dieci giorni fa mentre l’altra solo qualche ora fa, sotto l’influsso di Marte. Non vi dirò qual è l’una o l’altra, sarete voi a doverlo indovinare. La pozione è innocua, non vi accadrà nulla di grave e l’effetto terminerà in cinque minuti circa. Dopo questi cinque minuti al massimo potreste avvertire una leggera stanchezza che passerà con una bella dormita.»

    Ecco ora dovevo agitarmi. Odiavo non riuscire a contenere le mie emozioni. Odiavo che gli altri mi guardassero nelle mie sensazioni più deboli. Eppure dovevo farlo. Alla fine pensai che poteva essere una cosa positiva per conoscere un pò di persone, ma come potevo reagire alla pozione? Nessuno poteva saperlo.
    Era il momento di prendere la fiala ed io presi quella con il tappo nero. Era molto strano quel colore ma non attesi ulteriormente, così l'aprì delicatamente e la bevvi tutta d'un sorso. Non sentì nulla subito, come aveva detto la Professoressa non aveva nè odore e nè sapore, ma appena presi il foglio con il sistema solare iniziai a sentirmi bene. Era molto strano ma le sensazioni che avevo di timore erano svanite, così dissi ad Arya e a Sèan «Ragazzi ma non vi sentite bene anche voi? Io mi sento stra bene!
    Vado un attimo a dire una cosa a Kai.»
    sorridendo. Così nel mentre gli altri finivano di prendere la fialetta mi avvicinai a Kai, sapendo che non faceva parte del mio gruppo, e gli appoggiai una mano sopra la spalla e appena si voltò provai ad allungargli un bacio sulle labbra. Molto leggero, molto dolce. «Quando vuoi possiamo vederci.» dissi allungando un sorriso.
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    Ritornai al mio posto felice e contenta.
    «Forse ho fatto una cazzata, ma la più bella.» dissi parlando con Arya. Non la conoscevo, ma in quel momento lì mi sentì come la conoscessi da tempo.
    Ora ci toccava trovare e disegnare Marte e anche la stella di Aldebaran. «Ragazzi come ci organizziamo? Io se volete provo a capire bene dove è posizionata, ma non sono molto pratica. Mi riuscite a dare una mano voi?» dissi cercando con lo sguardo Kai.
    Ascoltai attivamente i miei compagni di Gruppo e provammo insieme a segnare sulla mappa quello che ci fu chiesto.
    Come ultima cosa presi il foglio di pergamena e pian piano la mia felicità stava svanendo ma non me ne accorsi più di tanto.
    Sulla pergamena scrissi: L'influenza della pozione credo sia stata fortemente bellissima. Non mi sono mai sentita così viva e felice. Forse mi ha aiutato nel mio percorso, ma credo che dipenda molto da me e da come agisco. Spero di poter capire molto da questo esercizio. così scrissi e firmai infine.
    Speravo così tanto che quella lezione potesse far iniziare nei migliori dei modi quell'anno scolastico.

    "Pensato«Parlato» «Citazione parlato altro PG»
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    Giuggis Maffei, II anno Grifondoro, Gruppo E.
    Giuggis beve la Pozione con il tappo nero e prova a fare un gesto molto movimentato per la sua emotività. Cerca di baciare dickhead Kai. Durante la lezione cerca anche il suo sguardo.
    Per il resto si confronta con il suo gruppo e prova a parlare sia con Sèan che con Arya.
    Rispetto all'esercizio in gruppo cerca approvazione e condivisione dai suoi compagni.
     
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  11. seán
     
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    original
    serpe
    18 anni
    III anno

    Astronomia

    Mi tranquillizzai presto e ripresi il mio placido atteggiamento di sempre. Forse non sembrava, perchè ero parecchio discreto nel farlo, ma osservavo i miei compagni, non solo per sentire cosa avessero da dire in merito all'oggetto della lezione, quanto anche per studiarne le dinamiche interpersonali: mi affascinavano, e soprattutto finchè avessero interagito tra di loro, io ero salvo da questo genere di affari. Affari di cui, come detto, non mi sentivo partecipe.
    Avevo notato un'ombra muoversi e spostarsi dalle gambe di Amelie fino ad Alex, così come non avevo potuto non notare gli sguardi che la mia nuova compagna di gruppo continuava a lanciare a Malachai, quasi volesse mangiarselo con gli occhi. Ah, le cotte adolescenziali. Un po' la capivo, anche se dimostravo il mio interesse verso il prossimo in maniera differente. Ma potevo capirla, e la cosa mi spaventava davvero. Mi bastavano poche occhiate per inquadrare una persona, per inquadrarla secondo il mio personalissimo pensiero che, magari, a pelle poteva essere sbagliato, ma che nella maggior parte dei casi, nel tempo si rivelava fin troppo corretto. Ero abituato ad osservare gli altri, lo facevo anche forse per difesa, per capire chi mi piacesse e chi no, chi avrei lasciato avvicinarsi a me e chi al contrario avrei dovuto tenere alla larga. Lo studente corvonero che mi aveva dato contro, per esempio, rientrava nella seconda categoria: non c'erano le basi per un rapporto civile, e non perchè avesse un pensiero differente dal mio, ma perchè nonostante il buio dato dall'orario in cui ci trovavamo, riuscivo a percepire le fiamme che ardevano nel suo sguardo. Era incattivito e, sebbene all'apparenza apparisse cordiale e mi sorridesse, ero convinto che fosse solo apparenza, appunto. E che scambio di idee avrei potuto mai avere con una persona che avrebbe parlato solo per demolirmi e non per produrre qualcosa di costruttivo? Ma avevo un'onesta intellettuale abbastanza sviluppata da riconoscere che era okay non andare d'accordo, non avere le stesse opinioni, che non tutte le persone fossero uguali, che esistessero alcuni che erano fatti semplicemente così, che ardevano come ardeva Marte, il pianeta di cui stavamo parlando e che a mio parere veniva ben personificato negli atteggiamenti del Dessau. Se gli altri pianeti accettavano l'esistenza di Marte, chi ero io per non accettare Marcel? Forse era questo che intendeva l'insegnante, con il suo discorso sullo scomparire dalla classe all'improvviso e io lo capivo adesso. Tutto questo per dire che non avrei spinto il mio compagno giù dalla torre quella sera, per avermi provocato. Avevo un buon autocontrollo in genere, e sebbene non mi stesse simpatico, non avrei iniziato polemiche sterili con lui.
    Consapevole di possedere numerosi talenti, alle sue parole mi lasciai andare ad un sorrisetto divertito. Non sai quante, Dessau. Per me sarebbe finita là, in qualsiasi contesto, ed a maggior ragione davanti ad un'insegnante che aveva l'ingrato compito di valutarci e metterci un voto - voto al quale io tenevo particolarmente. Già mi rodeva il fatto che anche a causa sua la professoressa ci avesse ripresi.
    Proseguimmo nella lezione, e quando fu il mio turno presi tra le mani, con un po' tanta diffidenza, la boccetta ricolma di liquido che mi venne passata, ascoltando le indicazioni della professoressa. A me capitò la boccetta con il tappo nero, l'osservai in controluce studiandone il colore ambrato. La stappai, e l'avvicinai al naso constatando che non avesse un particolore odore, come la stessa prof aveva accennato. Ero curioso di sapere quale pozione mi fosse capitata, e quali affetti avrebbe prodotto su di me. Al tempo stesso, a tratti ne avevo timore.
    Aspettai un attimo prima di berla, attesi che i miei compagni bevessero per primi, poi bevvi anche io tutta la boccetta. Niente di troppo spaventoso, fin quando Giuggis, che aveva bevuto la mia stessa pozione, non si alzò ed andò direttamente a baciare Malachai. La cosa mi preoccupava perchè io avevo bevuto esattamente il suo stesso intruglio. Mi ricordai perfettamente di quel giorno in aula, quando sotto l'effetto della pozione abbellente, ci avevo praticamente dato dentro con Reina Scott. E non volevo ripetere quell'esperienza durante una lezione. Ma all'improvviso, mi sentii bene, ricco di energie e voglia di fare, ma soprattutto, voglia di tenere sotto controllo tutto ciò che riguardava il nostro compito. Mi sentivo il leader di quel gruppo, ed in quanto tale sentito di dover infondere sicurezza e forza nelle mie compagne. Mi sento da Dio. Risposi alla ragazza. Anche se fosse un errore, E non avevo idea di quanto lo fosse, ricordavo bene quanto Kai si fosse incazzato quella sera al ballo, quando aveva visto Halley baciare Ryuu, ma non potevo conoscerne i sentimenti. è giusto sbagliare, dagli errori si impara, e poi magari non lo è! Ottimo approccio però, brava Giuggis, batti cinque! E battei il cinque a palmo aperto sulla sua mano, per darle sicurezza, per poi tornare con lo sguardo sui nostri fogli. Allora, seguite me ed avremo una E. Presi possesso del foglio, lasciando che anche le mie compagne potessero vedere, ma tenendo io stesso in mano la matita per tracciare la posizione di Marte. Marte si trova sicuramente qui e presi la squadra, per posizionarla sul foglio ed aiutarmi con le misure. Dunque Aldebaran per logica si trova in questo punto. E tracciai delle linee sul foglio. Siete d'accordo? E non ammettevo nemmeno repliche, era così e basta. Ottimo lavoro ragazze. Avevo fatto tutto io, il maschio Alfa del gruppo. Così mi sentivo, anche se...consciamente sapevo che fosse sbagliato. Ma non riuscivo ad oppormi come avrei voluto all'influenza della pozione. Dunque, a questo pensiero, mi girarono le palle.
    Raccolsi pergamena e penna e scrissi.
    "Dopo aver bevuto la pozione con il tappo nero ed averne constatato gli effetti, sono sicuro nel dire che si tratti della pozione realizzata sotto l'influenza di Marte. In questo momento mi sento ricco di energie, voglia di fare ed anche propenso a prendere il comando ed il controllo del mio gruppo. Mi sento un leader, sento che posso affidarmi solo a me stesso ed alle mie capacità, ma che al tempo stesso è necessario che io dia fiducia ed infonda sicurezza nelle mie compagne. Nonostante questo, percepisco che la voglia di far prevadere le mie idee su quelle delle mie compagne sia tanta. Non mi piace come mi sento, mi sento il maschio alfa in un branco di lupi e mi vergogno di esserlo.
    Su Giuggis la pozione ha avuto un effetto diverso, lei appare più collaborativa riguardo il lavoro da svolgere, ma credo questa pozione abbia accentuato il suo desiderio sessuale ed il suo istinto, dunque ha compiuto azioni che non avrebbe fatto se non sotto l'effetto di questa pozione (baciare un compagno). Per quanto riguarda Arya, lei ha bevuto l'altro tipo di pozione, che sono sicuro non sia quella influenzata da Marte."





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    Seán Hardice, III anno, Serpeverde, Gruppo E.
    Citati: Amelie, Alex, Giuggis, Kai
    Interagito con: Marcel, Giuggis, Arya.

    Beve la pozione con il tappo nero (influenza di Marte), esegue il compito lasciando che le ragazze vedano e approvino. Si sente il leader di quel gruppo, come specificato nel post.
     
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    corvo
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    III Anno

    Status: Abb Tranquillo

    Lo sguardo stranito che si dipinse sul volto di Marcel, mi fece sorridere sempre più via via che la sua espressione trasparì quel velo d'ignoranza, in riferimento all'aneddoto che gli avevo fatto. Sapevo benissimo che non se ne intendeva minimamente di cucina, per questo scoccai quella frecciatina al suo orgoglio. La sua risposta? Riuscì appena a formulare un'arringa fragile quanto la sua speranza di ferirmi moralmente: se pensava di mettermi in soggezione in Astronomia, aveva decisamente sbagliato persona. Probabilmente la sua esigenza di nominare la stella più grande dell'universo (limitatamente alle conoscenze umane) serviva a compensare le carenze che aveva in altri ambiti; dunque, quando la professoressa provò a calmare gli animi un po' troppo accesi, evitai di rispondere al tronfio corvo così da non recar più disturbo all'insegnante. D'altronde, il motivo per cui mi trovavo lì era per ampliare la mia conoscenza di una delle materie che più m'interessavano ed in nessun caso al mondo, avrei compromesso il mio rendimento per colpa di un mio concasato, per giunta.
    Fu quando miss Garcia prese a rispondere a tutti gli altri che avvertii qualcosa adagiarsi all'altezza del polpaccio, arrivando a farsi sentire successivamente anche sull'altro. Conoscevo bene quel tocco, tendente allo strofinamento, malgrado quello di Creamy fosse più all'altezza delle caviglie – considerate le zampette che si ritrovava. Tuttavia, avendo gli occhi della Garcia addosso, non potei abbandonare lo sguardo dal suo...non fino a quando non fu lei a farlo migrare su uno degli altri studenti. Fu in quel momento che udii quel “pssst” provenire dalla rossa che avevo adocchiato poco prima e, volgendo la mia attenzione su di lei, la vidi indicarmi la gatta che mi aveva raggiunto. Gli occhi – così come parte del volto – s'abbassarono verso la mia gamba destra, notando una voluminosa coda rossa sbucar fuori dal mio arto inferiore; spostai subito lo sguardo dall'altra parte, notando immediatamente il paffuto musetto della gatta. Rivolsi nuovamente lo sguardo su quella che doveva essere la sua padrona, la quale mi fece cenno – con lo sguardo – di provare ad allontanarla dall'aula in cui ci trovavamo. Feci migrare lo sguardo sulla Garcia, la quale prese a spiegarci cosa avremmo dovuto fare in questa seconda parte della lezione. Restai immobile sul posto: per quanto il desiderio di chinarmi ad accarezzare la gatta fosse enorme, non potevo distrarmi. Osservai così le innumerevoli fialette collocate sul tavolo, facendo caso alle due tipologie di tappi che le identificavano come una piuttosto che l'altra.
    Tappo nocciola e tappo nero, chissà quale delle due è quella che ha subito l'influenza di Mart-...
    Venni interrotto (durante il ragionamento) dallo strofinamento della gatta, la quale arrivò persino ad appoggiare la sua zampina sulla mia scarpa nel provare ad attirare la mia attenzione. Mi ricordai solo in quel momento che mi era rimasta in tasca un po' di erba gatta, usata la sera precedente per far amicizia – in sala comune – con un bellissimo famiglio di chissà quale corvonero. Ahh! I gatti erano il mio amore, ma anche il mio punto debole. Iniziai a sudare freddo, resistendo con fatica a quella paffuta gatta desiderosa di coccole, mentre con la mano tremolante andai ad agguantare la fialetta che mi venne consegnata magicamente dalla prof. Non appena ci diede il permesso di togliere il tappo, lo veci andando – d'istinto – ad annusarne il contenuto, malgrado l'insegnante ci avesse detto per esplicito che la sostanza fosse inodore; dopodiché, andai a deglutirne il contenuto alla goccia. Scossi il capo, avvertendo un brivido pervadermi l'intero corpo e poi il nulla; strizzai un paio di volte gli occhi, andando a prendere i fili d'erba che m'erano rimasti in tasca così da infilarli all'estremità della fialetta vuota per poi richiuderla col suo tappo.
    Wingardium Leviòsa.
    Sussurrai con un filo di voce, muovendo la punta della bacchetta estratta in direzione della boccetta, la quale prese a levitare nel vuoto. Mi voltai quindi verso la proprietaria del gatto e, mirando alla sua borsa, lanciai la provetta privata del suo peso. Grazie ai filetti incastrati tra il vetro e il tappo, la gattona si attivò, seguendo la profumatissima fialetta fino all'interno dello zaino della studentessa. Sospirai, sentendomi sollevato nel non dover più soffrire la dolce presenza del felino – anche perché, di lì a poco, mi sarei sicuramente accovacciato ad accarezzarla, perdendo di vista la lezione.
    Se stendi la pergamena sul nostro tavolo e segni la posizione della Terra e della Luna, io intanto mi occupo di prendere le squadre!
    Dissi a Will, invitandolo a predisporre la “galassia cartacea”, mentre mi sarei prodigato a prendere la squadra, il righello e (perchè no?) anche un goniometro, così da riuscire a tracciare le traiettorie spaziali. Presa la strumentazione con estrema cura, andai ad adagiarla delicatamente sull'eventuale mappa spaziale aperta dal tassorosso, controllando che il nostro pianeta (e chiaramente il suo satellite) fossero stati indicati nella corretta posizione, correggendolo in caso contrario.
    Dunque.
    Posai delicatamente il righello sulla pergamena, in modo che la Luna e la Terra fossero sullo stesso asse, per poi tracciare una sottile riga con la matita così da avere un riferimento, qualora la strumentazione si fosse inavvertitamente/dispettosamente spostata.
    Puoi dare un occhio al telescopio e dirmi a quanti gradi a sinistra è posizionato Marte, per cortesia?
    Non appena ricevetti il dato, avrei usato il goniometro per allineare la squadra sulla corretta angolazione, per poi segnare un puntino nell'intersezione con la quarta orbita a partire dal Sole.
    Bene, il più è fatto.
    Sospirai, mantenendo lo sguardo sulla pergamena nel manifestare un sorriso nel mio compagno di classe; forse, v'era un po' troppo entusiasmo in me, ma i meriti dovevano essere senz'altro dell'intruglio bevuto.
    Vieni a vedere.
    Gli dissi con una punta di entusiasmo, mentre toglievo goniometro e squadra, lasciando solo il righello così da tracciare una linea che sarebbe uscita dal Sistema Solare, per poi offrirgli la matita.
    Vuoi avere tu l'onore?
    Tolto lo strumento, lasciai Will difronte alla linea che collegava la Terra a Marte, la quale sarebbe proseguita oltre in modo indefinito. Non c'era modo di indicare il punto preciso di Aldebaran, in quanto decisamente fuori scala (come distanza) rispetto al Sistema Solare. Gli sarebbe quindi bastato segnare un punto qualsiasi su quella rotta, purché fuori dal nostro Sistema. Non appena lo fece, avrei fatto due “S” parallele sulla linea, così da indicare che la misura sarebbe stata fuori scala. In ultimo, sarei andato a scrivere “dist. ~ 66 anni luce” sotto ad Aldebaran, così da essere quanto più preciso possibile.
    Siamo stati impeccabili.
    Un sorriso soddisfatto si dipinse sul mio volto, ma non era ancora giunto il momento di crogiolarsi sugli allori: dovevo ancora esprimermi in merito agli effetti della pozione assunta.

    Non mi sono sentito particolarmente diverso, rispetto al solito, probabilmente le provette con il tappo nocciola sono quella realizzate una decina di giorni fa, in quanto l'effetto pare leggero. Malgrado ciò, mi sono sentito più esuberante e reattivo del solito, tanto da ricordarmi al volo nozioni per le quali avrei sicuramente dovuto pensare diverso tempo. Gli effetti sul mio compagno, invece, sono stati decisamente più visibili – probabilmente per via dell'influenza di Marte sulla pozione.


    Conclusa la breve relazione, posai la matita sul tavolo, venendo colto da un lungo sbadiglio che andai immediatamente a coprire con la mano.


    Parlato Pensato
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    Alexander Reid
    III anno, Corvonero
    Gruppo B
    Lascia perdere Marcel e si concentra sulla lezione, venendo distratto dalla gatta che (per poco) non lo porta a perdere gli insegnamenti. Usa un Wingardium Leviòsa sulla provetta vuota, lanciandola verso la borsa di Amelie, così da far rientrare la gatta al suo interno dove resterà, grazie allo stratagemma dell'erba gatta. Infine, si concentra sul lavoro richiesto dall'insegnante, collaborando con Will.


    Edited by Andréas - 20/9/2022, 17:13
     
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    II anno

    Status: Attenta e rilassata

    Amanda ascoltò Ryuu notando che era simpatico e gentile, fù galante quando gli permise di guardare attraverso il binocolo per prima e con un sorriso gentile gli rispose
    < Ti ringrazio!.>
    Tornarono al loro posto e lei si mise vicino a lui in quanto facevano parte dello stesso gruppo, nel farlo diede un occhiata alla sua amica Ivory facendole un sorriso e dicendogli a bassa voce
    < Mi dispiace, sarei voluta stare in gruppo con te, buon esercizio.>
    Raggiunse Ryuu gli elargì un sorriso gentile mentre sistemava le cose.
    La professoressa iniziò a spiegare e subito lei si mise a prendere appunti mettendoli vicino al suo compagno in modo tale che avrebbero potuto consultarli se fossero stati utili.
    La professoressa diede delle pozioni ad ogniuno di loro con tappi di colore differenti, a lei tocco quella con il tappo marrone mentre al suo compagno Ryuu gli venne data quella nera, una volta che gli fù detto di bere alzò la fialletta verso il compagno e sempre sorridente disse a bassa voce
    < Alla salute!.>
    Stappò delicatamente la pozione, abbassò lo sguardo per vederne il contenuto e senza troppo esitazioni la bevve tutta in un sorso.
    Mise via la fiala e in quel momento si sentì strana, come se fosse entusiasta di fare quella lezione.
    Quando la professeressa disse che dovevano disegnare la stella Aldebaran disse
    < Dai prendo la mia mappa. >
    Prese la mappa e la mise in mezzo hai due.
    Quando Ryuu ebbe finito di prepararsi gli disse
    < Io mi occupo delle squadre e delle righe, tu pensi a disegnare ti va bene?.>
    Quasi senza attendere la risposta prese con molta cura gli strumenti necessari e iniziò a capire bene dove doveva posizionarli e disse
    < Allora Aldebaran forse e qui?.>
    Indicò con la riga il punto.
    Pose con molta cura gli strumenti cercando di trattarli il meglio possibile.
    Poi si mise ad aiutare il compagno in modo tale che lui potesse completare il resto del esercizio.
    Quando finì si accorse che il suo entusiasmo stava scemando e prese il rotolo di pergamena ed inizio a scrivere:
    La pozione nel mio caso ho notato che ha portato un buono stato di entusiasmo che mi ha portato a essere molto più partecipe al lavoro svolto.
    Mi ha permesso di essere anche meno timida socializzano un poco con il mio compagno di banco e la compagna di classe.
    Essendo una persona portata ad aiutare gli altri, credo che mi abbia permesso di togliere alcuni blocchi che normalmente ho.




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    Credits: Eltanin17


    Amanda McMillan II anno Tassorosso
    Gruppo C

    Amanda Si sposta nel gruppo con Ryuu, prende appunti della lezione e interagisce con il suo compagno per trovare una soluzione al quesito posto.


    Edited by Alejandro Hilltop - 20/9/2022, 18:48
     
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    Marcel Anhalt-Dessau | III | Ravenclaw

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    Nel mondo esistono persone che trovano godimento nell’infastidire gli altri, di questi la maggior parte smette una volta raggiunta la veneranda età di sei anni, altri, come Marcel, continuano a essere una piaga lungo tutto il corso della loro vita.
    Non fu quindi né stupito né impressionato dal richiamo della professoressa, era il suo pane quotidiano essere ripreso a quel modo.
    A bambocci come i suoi compagni poteva importare, dei voti e della condotta e di tutta quella montagna di minchiate, ma Marcel era già da un po’ molto oltre tutte quelle cose.
    Non c’era nulla, tranne forse cruciarlo, che uno di quei babbuini di professori potesse farlo per tirare fuori da lui un po’ di interesse o rispetto, certamente non riprenderlo a quel modo, come un normale scolaretto.
    Pertanto avrebbe indubbiamente continuato il suo battibeccare con quei due, in particolare con il serpeverde, ma i due ragazzi parvero essere ben più impressionati di lui dalla risibile autorità dell’insegnante di astronomia e si ritirarono nel loro silenzio, sebbene solo dopo un commento del serpeverde Sean, cui Marcel rispose solo con un sorrisetto enigmatico.
    Peccato, si disse il corvonero.
    Fortunatamente il suo compagno di… squadra? Tortura? Qualsiasi cosa fosse quello spreco di tempo, si affettò a raccogliere il testimone, per così dire, lasciato dal duo delle meraviglie.
    Vuoi fare qualcosa a riguardo, Bambie?” gli chiese Marcel con tono divertito e flirtante, in un volume basso abbastanza da far sì che l’insegnante non lo sentisse, un sorriso arrogante sul volto da autentico stronzetto.
    Per Marcel non c’era davvero differenza tra quella e una classe dell’asilo, si comportava nello stesso modo, magari se la lezione fosse stata diversa, più pratica o più complessa, il giovane Lussemburghese avrebbe mantenuto più alta la propria attenzione, ma quella? Quella era tutta nozioni elementari, concetti da bambini e chiacchiere infinite.
    Tornato a crogiolarsi nella sua noia, Marcel era davvero impegnato a ignorare le chiacchiere dell’insegnante e dei suoi compagni, ogni tanto lanciava un’occhiata ad Amelie, ma per il resto avrebbero potuto parlare di qualsiasi cosa, inclusi molluschi e zuppiere, e lui avrebbe mantenuto la stessa espressione annoiata.
    Perso nei suoi pensieri si perse molta della spiegazione dell’insegnante, ma capì che dovevano segnare Marte su un foglio, bersi una pozione e segnare Aldebaran.
    No problema, madame.
    Una volta ricevuta la propria fiala Marcel la stappò con forza, rischiando quasi di far cadere a terra il suo contenuto, e la inghiottì in un sol sorso.
    Come detto dalla professoressa non sapeva di nulla, sembrava acqua e colorante, e per un lungo istante Marcel pensò che fosse quello il caso. Avrebbe continuato a pensarlo se non fosse stato per l’improvviso alzarsi e avvicinarsi di una ragazzetta, di cui Marcel non ricordava il nome, che si avvicinò e diede a Kai un bel bacetto.
    Marcel ridacchiò, un certo senso di déjà-vu ad animarlo, ma almeno questa volta il molestato non era lui.
    Questo posto è un circo, e io non sono nemmeno l’unico clown.” Disse, con una bizzarra dose di sincerità.
    Una volta che la ragazza si fu allontanata, Marcel si rivoltò verso il suo compagno.
    Tieni tu il foglio, io scrivo male.” Gli disse, porgendogli il foglio con il resto del materiale scolastico. In realtà era tendenzialmente certo che se ci avesse provato lui le squadre, che apparentemente erano delle stronzette, avrebbero cercato di strappargli un’unghia o qualcosa del genere. E no, grazie.
    Io non sento praticamente nulla, nessun effetto, il che può essere perché la mia era quella vecchia o perché sono stroppo pesante per questa roba già di mio. Avevo quella col tappo marrone.” Non era sicuro di quale delle due, ma tendeva a propendere per la prima opzione.
    Il suo compagno aveva l’altra, quindi, se fosse diventato più stronzo di lui, avrebbero avuto la loro risposta.
    Marte dovrebbe qui, considera.” Gli disse, indicando il punto sulla mappa dopo un breve giro di calcoli e osservazioni.
    Marcel non era un granché nel lavoro di squadra, il che combinato con il suo assoluto disinteresse per la situazione, faceva sì che quel poco interesse e partecipazione da parte sua fossero già quasi un miracolo.
    Aldebaran è la testa nella costellazione del toro, 66 anni luce di distanza della terra, sud ovest rispetto alle pleiadi sul piano. Non dovrebbe essere difficile da piazzare su mappa stellare, su questa bisogna tenere a mente le proporzioni temo.” Snocciolò poi annoiato, più interessato a una pellicina sul proprio pollice destro che al compito.



    Marcel Anhalt-Dessau
    III anno, corvonero, Gruppo D

    Interagisce con Kai e di striscio con Giugis, osserva brevemente Amelie, prova a collaborare circa il compito.
     
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    La solita Arya! Si era seduta accanto alla ragazza di nome Giuggis senza neanche presentarsi. Fare amicizia non era sicuramente tra le sue priorità, e i suoi atteggiamenti purtroppo lo dimostravano, ma non disprezzava le persone che provavano ad interagire con lei. Forse a tratti le faceva pure piacere, voleva dire che qualcuno provava ad andare oltre quella sua corazza protettiva che di solito allontanava tutti. Oh scusami tanto Giuggis, ma non sono molto brava a fare amicizia. Io sono Arya. Ci saremo sicuramente incrociate in sala comune e ovviamente alle lezioni. Le disse sorridendo. No, non ricordava di aver avuto altre interazioni con la Grifondoro che le sedeva accanto, se non averla incrociata solo in sala comune ed ovviamente alle lezioni.
    Arya spostò poi lo sguardo verso la pergamena che era volata davanti a lei. I nomi associati ai vari pianeti indicati sulla mappa li ricordava, ma di preciso non aveva capito bene che cosa doveva farci. La sua attenzione fu di nuovo riportata poi a Giuggis che a quanto pareva si stava chiedendo la stessa cosa. Credo che ce l'abbia data per poterci orientare meglio e capire come è strutturato il sistema solare. Ma probabilmente vuole che individuiamo da soli quali sono i vari pianeti. Arya avrebbe tanto voluto ignorare il resto della conversazione successivamente. Non perché non le andasse di ascoltare gli avvenimenti nell'infanzia della sua compagna di casata, ma perché aveva involontariamente toccato un tasto delle vita di Arya che non le andava di condividere con nessuno. Io pure sono cresciuta tra i babbani, molte volte mi sento pure un pesce fuor d'acqua tra queste mura. Però anche in astronomia faccio schifo. Ridacchiò. Aveva evitato di dirle che lei non era nata babbana ma era una mezzosangue. Così avrebbe evitato di dirle che era cresciuta tra i babbani perché era cresciuta da sola con la madre, il suo genitore babbano, e che in realtà suo padre a lei non aveva potuto insegnare niente dato che l'aveva abbandonata anche prima che lei nascesse.
    La lezione a quanto pare quel giorno riguardava il pianeta Marte. Il cosiddetto pianeta rosso. Cercò di individuarlo sulla mappa per capirne la posizione. Arya non era un'esperta in pianeti e costellazioni ma ricordava l'aspetto dei pianeti, grazie ad una delle lezioni nel suo liceo babbano. Non gli fu quindi difficile individuare il pianeta tra tutti quelli presenti.
    A dir la verità non ci ho mai pensato. Disse riflettendo alla domanda della sua compagna. Forse ad affascinarla era sempre stato il pianeta Venere involontariamente. Per i personaggi mitologici associati, ciò che lo riguardava per l'astrologia ed anche esteticamente Arya lo trovava interessante data la sua luminosità. Forse Venere. Tornò a spostare la sua attenzione verso la mappa nel cercare di individuare proprio quest'ultimo pianeta menzionato.
    Immagino che tu invece ne avrai uno... Si voltò verso di lei sorridendole. Per forza di cose data la domanda, inoltre si percepiva la passione che la ragazza nutriva per quella materia.
    Arya continuava interrottamente a prendere appunti, limitandosi ad ascoltare le risposte che i suoi compagni davano all'insegnante. Essendo cresciuta tra i babbani ne sapeva poco riguardo la magia, e certamente non si sentiva neanche appassionata di astronomia da conoscere ogni dettaglio su essa.
    La professoressa in seguito li divise poi in gruppi. Era in gruppo proprio con Giuggis e un Serpeverde di nome Seán. Io sono Arya. Sorrise al saluto del Serpeverde quando le due ragazze l'ebbero raggiunto.
    Ignorò ancora una volta le domande dell'insegnante, dato che non ne conosceva le risposte, e si cimentò nella prima parte dell'esercizio, che consisteva nel trovare il pianeta Marte con il telescopio. Nonostante fosse la prima volta che utilizzava un telescopio e la prima volta che vedeva il pianeta non attraverso una foto o un disegno, grazie alle istruzioni della professoressa lo individuò subito.


    Terminata quella seconda parte dovevano ora cimentarsi nella terza. Arya ascoltò sia le domande poste dai suoi compagni, e le immediate risposte della professoressa, e sia le informazioni che rispondevano alle domande dell'insegnante. Si sentì nuovamente a disagio e fuori luogo, essendo una delle poche a non essere partecipe a quei dibattiti. Si aspettava di poterlo essere di più essendo una materia di argomentazione anche babbana, ma la verità è che oltre alle basi, di astronomia non se ne intendeva. Arya si impegnava, studiava, ma non si poteva definire una secchiona o una persona che si informasse su qualsiasi cosa. Si limitò quindi a prendere appunti e ad ascoltare. I suoi compagni di gruppo al contrario ne sapevano molto più di lei.
    A seguire fu chiesto ai vari gruppi di individuare sia Marte sulla mappa, e questo lei l'aveva già fatto anche solo con lo sguardo, e la stella di Aldebaran. Neanche sapeva cosa fosse. In più dovevano ingurgitare una pozione non ben identificata dalla Grifondoro stessa.
    A lei toccò quella con il tappo marrone. Si avvicinò quindi alla professoressa per recuperare a malincuore la sua boccetta, sperando di non essere avvelenata ancora una volta. Aspettò che a berla fossero per primi i suoi compagni, anche se entrambi avevano la boccetta diversa dalla sua. La Grifondoro restò letteralmente a bocca aperta alla reazione della sua compagna di gruppo. Si era avvicinata al Serpeverde, che praticamente prima stava consumando con gli occhi, e lo baciò. Lo sguardo di Arya vagava sorpreso dalla scena e dalla pozione che teneva tra le mani. Quasi avrebbe voluto evitare di berla se la reazione fosse stata quella. Lo sguardo si spostò poi verso Seán, che dopo che la Grifondoro fu tornata da loro, lui la incoraggiò per il suo gesto e notò che anche il Serpeverde aveva bevuto la sua pozione. Arya in seguito sorrise. In fondo era sempre meglio che continuare a sbavargli dietro. Gesto un po' estremo, ma ho ammirato il tuo coraggio. Sì, perché lei neanche morta avrebbe mai fatto un gesto del genere, ma con pozioni, incantesimi ed effetti di qualsiasi cosa appartenesse a quel mondo, tutto era possibile. Fu il suo turno. Arya stappò il tappo dalla boccetta e bevette il liquido ambrato al suo interno. Costatando che la professoressa aveva detto loro il vero, la pozione non aveva alcun sapore. Almeno quello l'aveva rincuorata.
    Si sentiva ancora stranamente normale, mentre Seán decideva da solo di prendere in mano le redini del gruppo. Bene allora proseguiam... Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Seán aveva già iniziato a tracciare la posizione di Marte e in seguito della stella.
    Sei sicur... Ci provava almeno ad esprimere il suo parere, ma il Serpeverde non gliene dava neanche modo. Alla fine accettò di buon grado il compito finito dal suo compagno, dato che lei non avrebbe saputo fare di meglio.
    Ehm... Hai fatto praticamente tutto tu. Rispose quando il ragazzo si complimentò con loro per il lavoro "svolto". E solitamente sei sempre così o è l'effetto della pozione? Chiese per capirlo. La Grifondoro era palese che quel gesto lo aveva compiuto a causa della pozione, ma non conosceva il Serpeverde per poterne valutare quei suoi comportamenti. Lei poi si sentiva stranamente bene, non avvertiva stranezze o malesseri. Niente di niente. Io sto bene comunque, non ho alcun effetto strano. E si preparò a scriverlo sulla pergamena dopo che l'ebbe fatto Seán, ma notò che quest'ultimo l'aveva già fatto per lei. Costatando però che Giuggis l'aveva scritto per sé, Arya ignorò stavolta il lavoro svolto dal suo compagno, prese piuma e inchiostro, ed iniziò a scrivere:

    Arya Blanchard. Ho assunto la pozione con il tappo marrone. Mi sento come sempre a differenza dei miei compagni di gruppo, che sono fin troppo euforici ed entusiasti. Penso che io a differenza loro abbia assunto la pozione non influenzata da Marte.



    Arya Blanchard, secondo anno, Grifondoro. Gruppo E. Tappo marrone.
    Interagito con Giuggis e Seán.
    Citato Kai.
    Ho recuperato il post precedente, scusate se non ho postato ma è stata una settimana bella impegnativa.
    Nella seconda parte ha bevuto la pozione senza avvertirne alcun effetto. Lasciato che Seán finisse il compito e scritto poi lei sulla pergamena gli effetti che la pozione ha avuto su di lei.


    Edited by Arya; - 21/9/2022, 14:45
     
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