Posts written by Phoebe Emily Smith

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    Phoebe Emily Smith

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    Gli gnomi sembravano non finire mai. Pensavo di esser caduta in una maledizione. Mentre cercavo di liberarmi di loro. un uccello, precisamente un corvo arrivo di gran carriera e lasciò cadere verso di me un bigliettino. Era la Professoressa che mi stava suggerendo la soluzione «Grazie professoressa! Pensavo che così facendo, gli gnomi avrebbero avuto meno dolore che lanciarli in aria.» scoppiai a ridere e poi realizzai che in realtà stavo parlando con un corvo «Beh si certo! Grazie a te !» aggiunsi verso il volatile. Non me lo feci ripetere due volte che con grinta iniziai dal primo gnomo che avevo nelle vicinanze, lo presi per una gamba e iniziai a farlo roteare sopra la mia testa e poi lo lascia andare, lanciandolo con velocità nella direzione opposta a me e al Clabbert. Il primo volò via e così man mano sembrò che anche quelli che erano nascosti iniziarono a venir tutti fuori. Andai con il secondo e poi ancora con il terzo «Siete dei bei tipetti voi eh?» dissi con un poco di fiatone. Avevo perso il conto di quanti ne stavo facendo roteare e poi lanciare lontano da me ma un occhio era sempre sul mio Clabbert per essere tranquilla che, almeno lui, fosse al sicuro. «Via anche tu!» Ci misi un pochino ma finalmente stavo facendo volare via l’ultimo gnomo. Ero sfinita. Sudata e con le braccia doloranti. Mi sedetti solo qualche secondo a terra per prendere fiato e mi voltai verso il mio animaletto «Mi gira la testa. Che fatica!» Non ci misi molto a rialzarmi in piedi e ad avvicinarmi nuovamente al cucciolo. Con la stessa tecnica iniziale afferrai un'altra lucertola e controllai che nessuno gnomo uscisse da nessuna parte della foresta. Mi avvicina molto lentamente e gli lasciai nelle vicinanze la mal capitata, colei che era il pasto del Clabbert. «Bene! Adesso posso pensare totalmente a te!» Lo sguardo si alzò verso gli alberi ed erano dei maestosi alberi con rami pendenti «amico mio… Questi alberi sono meravigliosi!»Mi stavo guardando intorno sia in alto, nella fitta vegetazione fatta dalle chiome degli alberi, sia in basso. Stare in guardia era necessario dopo quello che era successo. «Che ne dici… la facciamo una bella casetta per te?» La voce calma e dolce ma con la solita energia che mi distingueva. Qualche piccolo graffietto sulla braccia e uno sulla guancia, faceva intuire che la mia battaglia era stata intensa. I capelli biondi arruffati mi davano un'aria da ragazzina che ne aveva combinata qualcuno e in mezzo a tutto ciò i miei occhi celesti spiccavano con due gemme luminose.
    Iniziai a muovermi nella zona raccogliendo dei rami che erano in torno e delle foglie degli stessi alberi rampicanti. Andai vicino a un tronco e iniziai a costruire come una culla accogliente.. «Locomotor ramo!» dissi a uno di esso leggermente spostato da me e lo avvicinai lentamente. Continuai così e poi con alcuni rami messi in posizione verticale, e alcune fronde lunghe degli alberi intrecciate velocemente tra di loro creai anche una piccola copertura, adatta a tenerlo a riparo ma allo stesso tempo visibile per gli altri amici della sua stessa “razza”.
    Ci volle un bel po’ ma alla fine mi allontanai leggermente per vedere se la tana poteva andare bene. «Mi sembra così bella ed accogliente! Che ne dici?»riferendo la domanda al mio amico Clabbert. «Bene ora tocca a te!» Mi spostai leggermente e mi misi in una posizione adatta per guardare il tutto e non essere di intralcio allo stesso tempo. Il cuore mi batteva a mille e quando vidi il mio amico iniziare ad andare verso la tana il respiro mi si fermo e un enorme sorriso mi si dipinse sia sulle labbra ma anche negli occhi. Quando entrò nella tana , solo per un momento si voltò verso di me come se volesse salutarmi e istintivamente alzai la mano in segno di saluto «Buona vita! E fai attenzione…» Un piccolo rumore mi fece alzare gli occhi verso la chioma dell’albero dove avevo fatto la tana e vidi spuntare un esemplare di Clabbert. mi guardai intorno e capii che non eravamo mai stati soli. «Credo di aver finito qui!» dissi a bassa vpce. Guardai un’altra volta il mio amico e poi mi voltai per prendere la via del ritorno. Non feci nemmeno due passi che in un secondo mi ritrovai al punto di inizio lezione e a quattro zampe. Ci volle un secondo per capire che ero ritornata sana e salva, ma quando ebbi riconosciuto i miei compagni mi misi in piedi e in velocità corsi verso Grace e Mike, i primi che vidi davanti a me. In un salto mi lanciai ad abbracciare Grace e poi mi guardai intorno salutando anche chi scambiava uno sguardo con me. «Grace tutto bene vedo! E anche a te Mike!» capelli arruffati, viso sporco di terra e piccoli graffietti (nulla di che). «Ci sono riuscita anche io! Sono così felice!» Mi spostai leggermente con il busto e mi rivolsi alla Professoressa «Professoressa! Grazie! E’ stato davvero bellissimo poter aiutare qualcuno! E il luogo era magico davvero! Ne rifaremo altre lezioni così?» Chiesi entusiasta e piena di voglia di fare. «E’ stata un'avventura bellissima. » conclusi rivolta ai miei amici e in tono sostenuto da far sentire anche alla Professoressa. Non mi importava del mio aspetto, ero davvero felice così, anche se stanca e disfatta!


    Phoebe Emily Smith, II anno, Grifondoro.
    Direzione numero 2 CENTRO
    Animale CLABBERT.

    Interagito con: Michael, Grace e la Professoressa.

    Ho eseguito il compito che la professoressa mi ha scritto nel bigliettino ed eliminato gli gnomi. (finalmente)
    Ho creato la tana e il Clabbert ci è andato tranquillamente
    Ho salutato lui e mi sono resa conto dei suoi amici sugli alberi
    Sono tornata al punto di partenza e ho interagito con Mike, Grace e la Professoressa.
    Sono un pochino devastata ma sempre piena di entusiasmo.
    Grazie per la bella lezione <3



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      3/6/2023, 18:47
      Phoebe Emily Smith
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    Phoebe Emily Smith

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    Si mise a ridere mentre Phoebe rimase a guardarlo. Lo vide avvicinarsi ma lei non si spostò. «Vuoi vedere?» disse senza batter ciglio. Oh oh… Non sfidarla sulla sua stessa parola che la ragazzina ha fegato da vendere.
    Il dito di Phoebe era li e non faceva male o altro avevo solo avuto quella “trasformazione”. Nel mentre anche Aaron aveva deciso di provarla come segno di “scusa” verso la grifondoro. Alla sua affermazione Phoebe fece spallucce e poi aggiunse «Non lo so, credo che facciano così!» Beh, a meno che uno scienziato o inventore non avesse delle cavie, faceva tutto da se quindi, forse si, provavano da soli le loro invenzioni a volte con risultati non del tutto ottimali.
    Era chiaro che Phoebe non voleva combinare guai me le veniva spontaneo crearne, era come se non potesse restarne lontana. «No,no, non voglio spodestare te, ma spostati leggermente più a destra che ci sediamo in due sul trono.» Lo guardò un secondo e poi scoppiò anche lei in una risata sonora e allegra.
    In tutta quella strana e bizzarra situazione, sembrava che Arron fosse riuscito a comprendere una lezione e che forse in minuscola parte era stata proprio Phoebe ad insegnarla a lui. «Si, conviene avere un piano alternativo, almeno quando è possibile averlo.», perchè non era sempre facile avere un secondo piano per poter sopperire al primo in caso di problemi, ma nelle pozioni avere un antidoto o qualcosa che possa risolvere in parte la situazione era la cosa sicura da fare, così aveva insegnato il Professore Fletcher. Un secondo dopo il Grifondoro era alla ricerca del suo libro di pozioni, non ci mise nemmeno molto a trovare l’antidoto. Nel mentre, pur di tranquillizzare il compagno, Phoebe accettò il suo invito ad uscire. Sarebbe stato divertente, o almeno sarebbe potuto accadere qualcosa di strambo e particolare visto i due soggetti che erano entrambi i ragazzi. Quindi accettò e Aaron ne sembrò entusiasta.
    Aveva anche trovato la giusta pagina per l’antidoto e si accingeva a leggere quello che serviva. Man mano che procedeva nel leggere gli ingredienti, Phoebe rimaneva sempre di più allibita dagli stessi «Ma cosa? Serve tutta l’aula di pozioni per questo antidoto.»E no lei nei guai ulteriori non voleva proprio ficcarsi. La proposta di Aaron la fece diventare pensierosa ma la sua seconda proposta le sembrò quella adatta «Si dai restiamo e nel mentre potresti prendere appunti e vedere quanto tempo dura effettivamente l’effetto. Così potrai avere un quadro completo dell’oggetto che andrai a creare.» Ehi ehi, Phoebe da quando era così attenta e coscienziosa? Va bene, sicuramente un attimo di distrazione ecco. E così che Aaron propose un attività per passare il tempo di attesa. Phoebe sorrise con grande allegria e fece un mezzo saltello senza staccare le punte dei piedi dal pavimento. «Benissimo! Si mi piace la tua idea!» Si guardò in torno e poi si spostò verso una delle grandi vetrate che davano dentro al lago «Vieni, sediamoci qui…» Quella stanza era qualcosa di troppo bello e Phoebe ci sarebbe ritornata sicuramente, ormai ne era rimasta affascinata. «Dai, Spara. Che gioco hai in mente?» I suoi occhi celesti brillarono di curiosità e si mise in ascolto del Grifondoro. «Ci sto! Mi piace questo gioco!» Battè una volta le mani e si mise nuovamente in ascolto del ragazzo. “ Ho dato il mio primo bacio all'età di cinque anni.” Il sorriso di Phoebe si allargò e iniziò a fissare il volto del ragazzo come a scoprirne ogni singolo movimento. Si mise a riflettere, non lo conosceva bene, ma vedendo come si era comportato quel giorno pensò che forse non era così impossibile. «Sai cosa ti dico? Che è vero! Hai dato il primo bacio a cinque anni.» Si mise in ascolto della sua risposta e poi fece lei una domanda, essendo il suo turno. «Mi sono nascosta e non mi hanno trovata per un giorno intero!» Era vero! Il Padre e i suoi fratelli l’avevano cercata per tutta casa ed erano riusciti a trovarla solo la sera, pochi minuti prima di chiamare le forze dell’ordine. Phoebe si era nascosta in soffitta dentro un vecchio armadio e alla fine si era addormentata, erano riusciti a trovarla la sera perchè la piccola aveva fame e cercando di uscire fece cadere degli scatoloni. Finì in punizione per una settimana, ma adesso quella giornata la raccontano con il sorriso.
    Tra una risata e un altra, tra un vero e un falso e qualche sprint di energia dei due ragazzi il tempo trascorse, cambiarono gioco e mangiarono delle caramelle che la piccola aveva con se. Allo scoccare delle quasi tre ore Il dito dei ragazzi iniziò a tornare normale. Phoebe saltò in aria urlando dalla gioia. Finalmente potevano ritornare nel dormitorio. Avevano anche saltato la cena e questo era una disgrazia per Phoebe, ma aveva del cibo nella sala comune così lo disse anche al ragazzo. Con calma e cautela, tornarono fin sulla torre di Grifondoro, e per fortuna non furono scoperti da nessuno. Phoebe prese dalla sua stanza dei muffin e tornò in sala comune. Offrì il cibo anche al suo amico e dopo aver riempito la pancia, salutò con grande entusiasmo «Grazie per questa bella avventura Aaron! Co vediamo domani! Buonanotte!» e prese le scale della parte femminile per poter tornare nel suo dormitorio. Che bell’incontro inaspettato che aveva avuto quella sera e che bell’avventura. Si addormentò felice ed esausta con un enorme sorriso.


    CHIUSA :cuore:
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    Phoebe Emily Smith

    Ero arrivata alle spalle del Signor Harris, in tempo a sentire mezza frase rivolta alla mia amica Grace e non potei far altro che sorridere. Avrei voluto dire qualcosa ma per la prima volta mi trattenni e cambia discorso parlando dell’avventura che dovevamo affrontare. Per le pulci di un troll, forse stavo diventando più giudiziosa? No! Non credevo proprio.
    Comunque la via era stata presa e la fitta foresta era davvero interessante. Sentivo che qualche sorpresa poteva sbucare da un momento all’altro mentre il mio modellino continuava ad indicarmi la strada da prendere.
    Si stava sbottonando sempre di più il serpeverde, certo non saltava come facevo io ma era proprio quel lato che lo rendeva divertente. Sapevo di essere esuberante a volte e i miei fratelli non mancavano occasione per farmelo notare anche se a volte confermavano con gesti o con parole, poche parole, che quella mia allegria non era poi così male. Non penserete che sia sempre così allegra? No, no, ho avuto anche io i miei momenti no ed erano veramente no ma preferisco essere così allegra che pensare a qualcosa di triste e brutto.
    Torniamo a noi e alla lezione.
    Mentre cercavamo la via giusta, mi ero messa a pensare, grazie a Michael e alla sua idea di prendere del cibo per l’esserino che aveva in mano, come potevo acchiappare una lucertola. In un secondo vidi Mike prendere la bacchetta eh..! Non potevo crederci. Rimasi a fissarlo per qualche secondo mentre prendevo l’esserino in mano tenendolo ben saldo. «Grazie davvero! No! Non la lascio andare…» aggiunsi corrucciando la fronte. «Bene, bene!» Nel mentre ognuno di noi sembrava aver trovato il luogo in cui dirigersi, così ci allontanammo tra di noi per procedere con la lezione.
    Mi ero inginocchiata a terra e mi stavo avvicinando al Clabbert con grande cautela, gentilezza e pazienza. Mi sorprese questo lato paziente che mi stava uscendo ma ero così emozionata che se volevo portare una conquista a casa avrei dovuto far così. Avevo iniziato a parlare all’animaletto con calma e dolcezza e sembrava che quella tattica messa in atto casualmente e nella speranza di non finire nei guai stesse dando i suoi frutti. Il Clabbert sembrava iniziare a fidarsi, la sua “bolla” in testa non si stava accendendo, dovevo continuare in quella direzione. Così presi la lucertola che mi aveva catturato Michael e la misi nelle sue vicinanze per far si che potesse mangiare e rimasi ferma qualche istante. «Che ne dici, Amico, ne vuoi altre?» Così mi alzai lentamente senza fare gesti bruschi e mi spostai nei dintorni per cercare qualche lucertola. «Ok! Il tuo cibo è composto da lucertole ed uccellini. Ora non me ne volere, caro Amico, se non cerco di catturare gli uccellini…»Continuavo a comunicare con il mio animaletto come se potesse capirmi e rispondermi. Mentre con passo felpato cercavo vicino a dei cespugli, vidi una lucertola, mimetizzata, nelle vicinanze. Ed ecco che senza muovermi molto e avendo dimenticato di prendere la bacchetta in mano, mi lanciai a terra come un tuffo in piscina. Un bel tuffo di pancia. La lucertola scappò e io mi ritrovai a terra con le mani piene di terra e una guancia sporca allo stesso modo. Mi rialzai e questa volta presi la bacchetta. Mi misi alla ricerca con calma ed eccola lì sopra il tronco di un albero «Impedimenta!» dissi decisa. Riuscì a colpire la piccola lucertola, così mi avvicinai e la presi in mano, poi mi voltai verso il mio animaletto e alzai la preda «Eccola!» Iniziai ad avvicinarmi al mio Amico, quando qualcosa mi si avvinghiò alla caviglia. «Ahi! Ma che cosa…?» Un esserino mi si era appiccicato, non feci in tempo a notarlo che ancora un’altro arrivò di gran carriera, e poi ancora uno. «Ehi cosa volete da me! Lasciatemi!» Presi la bacchetta e in un impeto la puntai su quello alla caviglia che mi stava facendo cadere «Flipendo!» Sembrò che l’essere si sentisse strano e lasciò la presa ma come fare? Presto avrebbe ripreso controllo di se. Continuavo a lanciare Filipendo cercando di muovermi verso il mio amico, che non sembrava proprio contento. Presto capì che gli gnomi, si avevo riconosciuto l’esserini che mi stavano attaccando e la Professoressa li aveva spiegati, attaccavano me, non il Clabbert. Così al posto di avvicinarmi a lui mi spostai leggermente tenendo sempre un occhio anche sul mio amico, ma adesso la situazione non era delle migliori per me. Caddi in ginocchio «Ma insomma, vi ha dato di volta il poco sale che avete in zucca? Flipendo!» Dovevo trovare un modo per allontanarli, ma la mia mente non riusciva a essere del tutto lucida. Dovevo trovare un barlume di lucidità ma l’unica cosa che mi venne in mente fu un momento particolare. Avevo usato un incantesimo su mio fratello qualche mese prima che lo aveva fatto volare lontano e ridere a crepapelle lasciando il tempo a me di prendere il suo dolce e lasciando lui sfinito a terra per diverso tempo. Che cosa c’entrava questa cosa in un momento simile? «Ma che vado a pensare!» Poi mi fermai un secondo mentre l’ennesimo gnomo si rialzava da terra dopo essere stato spinto da me e mi acchiappava i capelli. «AHI!» Mi voltai in velocità verso uno di loro e: «Rictusempra»Lo vidi volare lontano da me mentre una vocina si innalzava. Non so se avrebbe funzionato e non sapevo nemmeno se fossi stata in grado di allontanarli tutti, ma continuai a lanciare quell’incanto su ognuno di loro, come un piccolo tornado impazzito. Piccolo dettaglio che non avevo tenuto conto, iniziavo a stancarmi. Guardai il mio amico Clabbert e con un mezzo sorriso aggiunsi «Non verranno vicino a te… tranquillo…»[/colore] Mi sarei fatta inseguire per tutta la foresta pur di mettere in salvo il mio animaletto. La stanchezza iniziava a farsi sentire. [color=#cd5c5c]«Suvvia, sparite! Flipendo! Rictusempra!»



    Phoebe Emily Smith, II anno, Grifondoro.
    Direzione numero 2 CENTRO
    Animale CLABBERT.

    Interagito con: Michael. Nominata Grace!

    Ho ascoltato la fine di una frase di Mike rivolta alla mia amica Grace,
    Dopo aver seguito la direzione della mia miniatura, aver ringraziato Mike per una lucertola e aver trovato il mio amico Clabbert, sono riuscita ad entrare in una mezza confidenza.
    Per essere ancora più amica mi sono messa a cercare delle lucertole, uno dei suoi cibi preferiti.
    Alla prima mi sono lanciata tipo tuffo in piscina, senza prenderla
    la seconda ho usato Impedimenta e l’ho acchiappata, ma in quel momento gli GNOMI mi hanno attaccata lanciandosi sulle gambe e uno anche sui capelli, che dolore!
    Qualcuno potrebbe sentire il mio dimenarmi e qualche urletto!
    Per liberarmente sto usando Flipendo per stordire e Rictusempra per allontanarli e tenerli occupati per un bel po’ tramite solletico.
    Avrà funzionato?
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    CITAZIONE (-RedFlag- @ 24/5/2023, 22:01) 
    Appoggio qui Phoebe Emily Smith




    Harris Jr.




    Tanti bascetti! :cuore:

    Grazieeeeee mille! Bellissimeeeeeeeeeeeeeee! :kawaii: :cuore:
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    Phoebe Emily Smith

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    Quanto cibo! Ero proprio felice e il cibo migliorava le mie giornate. Ero anche fortunata avendo un metabolismo veloce e quindi non mi restava niente sui fianchi. Certo amavo correre e mi muovevo sempre e quello aiutava ma non dicevo mai di no al cibo, o quasi mai. Lo sguardo della serpeverde Victoria mentre continuavo a mangiare mi fece salire un brivido e la guardai di rimando facendole un sorriso senza timore, “forse ha la luna di traverso.” Pensai ma non ci feci molto caso. L’ennesimo morso e quasi mi strozzai nel saltare dallo spavento per una voce alle spalle. Mi voltai, prendendo fiato, e vidi Astrid: «Ehi! Buongiornoooo! Volevi ammazzarmi con un dolce?» dissi scherzando e sorridendole con grande allegria. Il commento della Tassorosso mi fece spalancare gli occhi ed annuire «Si. Tanti punti!» conclusi mentre i miei occhi seguirono Nathan mentre si muoveva verso la compagna.
    Fu in quel momento che Mike mi si avvicinò come a volermi dire qualcosa. Mi voltai e lo guardai sorridendo e poi vidi la sua mano alzarsi e puntare il dito sul mio viso “Sei sporca. Propio qui.” I miei occhi seguirono la direzione e la mia faccia prese una buffa espressione. Presi un tovagliolo dal tavolo e mi pulì il lato destro della bocca «Grazie Mike! Sei stato gentile. Non volevo di certo andarmene in giro come un pagliaccio! » Scoppiai a ridere piena di energia facendo una piccola smorfia simpatica.
    Ma come sempre nella vita le cose belle finiscono e mentre avevo preso del cibo e lo avevo infilato nella borsetta il banchetto sparì e la Professoressa prese a parlare. Rimasi un secondo ferma a fissarla mentre con lo sguardo serio rimproverava per quello successo prima tra noi studenti e poi mi concentrai sul suo discorso per la lezione.Fui felice di aver risposto bene e non so per quale motivo mi voltai prima verso Grace e poi verso Mike sorridendo, come se avessi vinto la coppa delle risposte.
    Le nozioni furono interessanti ma il mondo intorno era molto interessante e a volte la mia attenzione si spostava altrove. Quando la Professoressa parlò del problemino accaduto nella foresta proibita qualche giorno prima la mia attenzione ritornò alta e vigile. Delle creature erano state ferite e questo mi fece perdere il sorriso per qualche attimo e portare il mio viso in un’espressione seria ma quando la Professoressa spiegò che erano state tutte messe in sicurezza e curate, ecco che le labbra si curvarono nell’ennesimo sorriso. «Che bella notizia, Professoressa!» disse con allegria come a ringraziarla del lavoro.
    In quell’istante spiegò il compito che avremmo dovuto portare a termine. Il cuore mi balzò in petto perchè questo significava un’avventura nella foresta proibita. Quando il sacchetto volò vicino a me afferrai un’animaletto in miniatura e lo tenni nelle mie mani. L’osservai e riuscì a capire di quale creatura si trattasse.
    Ero felicissima e pronta ad andare, quando le parole della Professoressa mi bloccarono sul posto: “ Prima di andare, però, dovrete scrivere una relazione sulla vostra creatura” Mi votlai e le spalle scesero in segno di scocciatura «Uffa! Eh va bene… facciamolo!» dissi a bassissima voce.

    Phoebe Emily Smith, Secondo anno, Grifondoro.

    La creatura che la sorte ha scelto per me è il Clabbert.
    Sono delle creature arboricole, ciò significa che trascorrono la maggior parte del tempo sugli alberi. Lo si può trovare in tutto il mondo perchè è stato esportato ma è originario dell’ America meridionale. Ha la pelle di color verde chiazzato e liscia, senza presenza di peluria, le mani che i piedi sono palmati così e i suoi arti sia superiori che inferiori sono molto lunge ed elastiche per fa si che abbia il pieno controllo nell’arrampicarsi e spostarsi sugli alberi. La sua testa non è di bell’aspetto, ha delle piccole corna e la sua bocca che sembra sorridere è piena di denti affilatissimi. Al centro della fronte ha come una bolla chiamata pustola che lampeggia e diventa di un rosso acceso, scarlatto, se avverte un pericolo Si nutre di piccoli uccellini e lucertole.
    La sua classificazione è XX (due X ). E’ un animale innocuo e può essere anche addomesticato.
    La pustola sulla loro fronte è ricercata per diverse pozioni e per alcuni studi e viene venduta.


    Finì di scrivere, mi misi a rileggere in velocità e poi andai a consegnare con grande entusiasmo, da li a momenti avrei iniziato una nuova avventura e questo non mi faceva stare nella pelle.
    Mi spostai per capire quale direzione prendere e guardare chi aveva la mia stessa direzione.
    Vidi Mike avvicinarsi e Grace andare dall’altra parte. La salutai con la mano e mi misi in ascolto delle sue parole «Ci proverò! Sono entusiasta! A dopo Grace!» Finì la frase e vidi che la direzione era quella CENTRALE. Mike mi chiamò per iniziare ad incamminarci e mi avvicinai ancora un pochino con una piccola corsa. Mi guardai indietro e vidi che Madoka era li con noi. Il ragazzo mi sorprese e in bene, finalmente spiccicava delle parole con me e io ne fui davvero felice. «Oh si! Mi sento alla grande! Siamo nella foresta proibita ma che oggi per noi non è proibita. Non lo trovi eccitante? »chiesi di rimando facendo un piccolo saltello e poi risposi ancora «Mi è capitato il Clabbert! Lo trovo affascinante e super movimentato.» Ad un tratto il ragazzo si fermò per raccogliere dei vermetti, che sicuramente servivano per la sua creatura e poi ripresero a camminare «La tua idea mi piace ma come le raccolgo le lucertole?» chiesi cercando di pensare a una soluzione. Mentre pensava Mike aveva trovato il suo e quando si raccomandò mi misi sull’attenti «Si signor Mike Harris! Nel caso controlla gli alberi!» Finì la frase ridendo e facendo segno con l'indice sinistro verso l'alto della foresta. Poteva sembrare una battuta ma io amavo arrampicarmi e chissà se insieme al Clabbert non avrebbero trovato anche me appesa a testa in giù.
    Dopo pochi passi Anche io trovai il trasportino «Sono arrivata Madoka. A dopo, fa attenzione.» E mi allontanai leggermente.
    Bene adesso cosa fare?. Mi avvicinai lentamente «Ciao! Sono Phoebe… e sono tua amica…» iniziai parlando sottovoce e con gentilezza. «Ehi! Come stai? Va meglio? Io voglio aiutarti. Non sono tua nemica.» Mi avvicinai ancora un po’ e poi mi inginocchiai cercando di far sentire la mia presenza e poi piano piano iniziai ad allungare una mano con grande calma. «Ti trovo affascinante. E abbiamo in comune l’amore per arrampicarci sugli alberi, anche se di solito vengo sgridata per questo ma…» mi fermai e sorrisi «ma tu no… tu vivi così!» Feci un piccolo passo ancora da inginocchiata e allungai ancora un pochino la mano continuando a guardarlo senza sembrare aggressiva. «Vuoi essere mio amico?» Chissà se questo metodo avrebbe funzionato.





    Phoebe Emily Smith, II anno, Grifondoro.
    Direzione numero 2 CENTRO
    Animale CLABBERT.

    Interagito con: Grace, Michael, Astrid, Madoka e la Professoressa.
    Interagito da lontano con Victoria e Nathan.

    !
    Phoebe ricambia lo sguardo di Victoria e si spaventa al boom con astrid e ci scherza su.
    Guarda Nathan quando si sposta.
    Interagisce con Mike e poi con la professoressa durante la spiegazione.
    Fa la relazione e la consegna
    Interagisce con Grace e poi si dirige (Centro) per la via con Mike e Madoka, dove interagisce con entrambi.
    Prova un approccio socievole e calmo con il CLABBERT.
  6. .

    Phoebe Emily Smith

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    DRIIIIIIIN DRIIIIIN! La sveglia iniziò a suonare nella camera delle grifondoro senza cura, faceva il suo sporco lavoro, ma avevo aperto gli occhi da prima e mi ero messa seduta sul letto come una molla ad aspettare quel suono, cercando di non svegliare nessuno anche se era una noia restare zitte e ferme, così nel mentre mi ero andata a lavare e a preparare, con qualche piccolo rumorino quando la scarpa mi scivolò di mano, ma sembrò non destare nessuna dal loro sonno profondo «meno male…»dissi a bassissima voce controllando le compagne.
    Questa volta la lezione di Cura delle Creature Magiche era alle sei, orario leggermente anticipato ma ci stava, era una nuova avventura e le avventure non hanno orario. Mi guardai intorno e sembrava che le ragazze non volessero svegliarsi, soprattutto Grace. Così mi alzai dal letto e le saltai letteralmente sopra «Buongiornoooo! Svegliaaaa!» Ero letteralmente sopra Grace che saltellavo. No, non era pimpante e non voleva svegliarsi «Suvvia! La lezione ci aspetta… in piedi! SIiiiiiii!» Scesi da sopra Grace e andai verso il mio letto per sistemare le ultime cose prima di partire pimpanti.
    Bene, non sapevo quanti minuti furono passati ma eravamo pronte e stavamo scendendo le scalinate. «Chissà cosa faremo! Tu hai idee? Certo che alle sei… è emozionante no?» Ero presa a mille mentre cercavo di non inciampare nei gradini. «Oh Si! Ho fame anche io!» risposi alla mia compagna mentre dei passi si sentono echeggiare dalla parte opposta. I nostri sguardi si incrociano prima di voltarci a guardare chi fosse. Un bel sorriso si stampò sulle mie labbra «Buongiorno!» dissi allegra e poi in velocità mi aggiunsi a Grace porgendo la mano al ragazzo «Piacere mi chiamo Phoebe… e tu?» Ero allegra e con tanta energia anche se lo stomaco fece un piccolo rumorino da fame di fatti la domanda della mia amica capitò a fagiolo «Non lo so, ma ho fame!» dissi mentre ci stavamo affacciando verso alla sala grande che era spenta e vuota… «Questo non è bello…»aggiunsi al “morirò” detto da Grace. Continuiamo a camminare per raggiungere il luogo che la professoressa aveva indicato e arrivate nelle vicinanze rimasi qualche istante ferma senza parole. Grace inizia a tirarmi per mano e non me lo faccio ripetere due volte, la seguo senza sforzo e mi ci fiondo sopra un muffin guarnito. Mordo a pieno e riempio le mie guanciotte tenendo in mano il dolcetto. Mi volto verso la professoressa e le sorrido. Dopo aver ingoiato a fatica provai a parlare «Questo si che è un buongiorno Professoressa!» Arrivano gli studenti e alzai lo sguardo per un secondo «Ehi Buongiorno Michael, ti garantisco che sono buoni provali dai.» dissi con una piccola macchiolina di panna al lato destro della bocca mentre lo vidi non afferrare nulla. Mi fermai un secondo quando la voce della serpeverde di nostra conoscenza prese parola. Rimasi a fissarla ma avevo la bocca piena per poter parlare, ma intervenne Grace e quasi non mi andava di traverso un pezzetto, tossì e mi diedi qualche colpo sullo sterno prima di prendere aria e soffocare una risata. «Grace, sei bella attiva eh! La colazione ha avuto effetto!»
    La voce della professoressa mi riporta a ricordare che sono a una lezione e non a pic nic mattutino, così bevvi e mi misi in ascolto.
    Ascoltai gli interventi degli altri compagni e poi alzai la mano a molla quasi saltellando «Ci sono anche diversi tipi di piante curative e grazie agli alberi alti e fitti, più presenti in alcune zone, la luce fa fatica ad oltrepassarli ed a illuminare il luogo del tutto. La maggior parte delle creature presenti sono pericolose per gli studenti o per maghi non esperti.» Avevo provato a ricordare le diverse nozioni. Finito il mio intervento rimasi ad ascoltare gli altri e aggiunsi verso Grace a bassissima voce «credi che entreremo nella foresta?» i miei occhi si illuminarono pensando all’avventura e alle cose avrei potuto vedere e scoprire.





    Phoebe Emily Smith, II anno, Grifondoro.
    Interagito con: Grace, Nathan, Michael e la Professoressa.
    Fissata Rein.

    Buongiornoooo popolo di Hogwarts!
    Phoebe si sveglia e salta sul letto di Grace per svegliarla.
    Scendono dopo un po’ di tempo e incontrano Nathan che viene salutato con allegria.
    Si dirige con i compagni verso il punto stabilito per la lezione e quando vede la colazione non può che fiondarsi insieme a gli altri per mangiarne. Saluta anche Michael e gli dice che è tutto buono su quel tavolo e poi fissa Rein mentre un pezzo di muffin le va quasi di traverso.
    In fine prova a rispondere alla Professoressa con altre nozioni oltre a quelle dei suoi compagni.
  7. .

    Phoebe Emily Smith

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    La domanda stupita del ragazzo fece voltare Phoebe e il suo sguardo si fece leggermente serio, per poi ritornare nella normalità «A cosa hai pensato Aaron… ci rivedremo a prescindere non credi? Siamo Grifondoro e siamo nella torre.» Una risata spontanea fuoriuscì con intensità per poi riascoltare l’altra domanda ma la ragazza non rispose subito perchè attenta ad altro. Una volta entrati successe l’inevitabile. La curiosità di Phoebe la mise nei guai e così il suo dito divenne squamoso. Dopo aver fatto notare ad Aaron la riuscita della pozione il ragazzo ebbe un'esplosione di gioia. Phoebe lo guardò leggermente divertita ma quando disse che le avrebbe potuto dare un grosso bacio, la piccola fece un piccolo passetto indietro e lo fissò. Alzò un sopracciglio alla sua altra affermazione ma lo lasciò terminare mentre metteva le braccia incrociate davanti al busto «Stai tranquillo… prima dei miei fratelli, te lo rovino io il faccino!» finita la frase fece una linguaccia e si voltò. Cosa pensava che avesse bisogno dei suoi fratelli per potersi difendere? Ah non sapeva che la piccola non si sarebbe di certo intimorita.
    Un attimo dopo, Phoebe sentì che Aaron l’aveva presa per mano, così il broncio si sciolse e lo seguì senza indugio. Lo vide tirar fuori un fazzoletto e con movimenti leggeri, il grifondoro le stava pulendo il dito. Rimase a fissare i movimenti della mano e beh, non si può certo dire che non le faceva piacere avere attenzioni «Va bene! Attenderò che passi l’effetto…» Disse cercando di capire cosa fare nel mentre ma poi si voltò verso il ragazzo che senza pensarci andò a toccare la sostanza con un dito «No! Ma cosa fai?» Il ragazzo mostrò l’effetto anche sul suo dito e Phoebe non potè proprio restare seria o triste, così un enorme sorriso le apparve sul suo viso; «Sei pazzo! Adesso siamo in due. Però, si, non mi sento sola adesso!» Eccola di nuovo frizzante «Combino sempre qualche guaio!» era nella sua natura a quanto poteva capire, infilarsi in alcuni guai e crearne altri.
    Si mise in ascolto di Aaron «Sai che non sono molto affidabile… però se la fai tu ed io ti aiuto forse non combino disastri!» Feci spallucce e passai il libro al compagno di dito blu «Insomma il tempo lo dobbiamo passare comunque, quindi se possiamo sfruttarlo per qualcosa, direi che è meglio!» Quel ragazzo la faceva ridere e di gusto anche «Vedi? Ti avevo detto di avere un piano B! Se fai dei disastri come me devi avere sempre o quasi sempre una scappatoia!» Ancora una risata e poi si alzò in piedi con grande energia, mentre il ragazzo continuava a scusarsi. Così la piccola Grifondoro si mise le mani ai fianchi e si avvicinò in velocità al Grifondoro «Punto uno mi sono intromessa io qui; Punto due: ho toccato io la pozione e Punto tre: smettila di scusarti sto benissimo dobbiamo nel caso estremo solo aspettare no? E così passerà tutto.» Gli occhi celesti di Phoebe erano puntati in quelli di Aaron come quando la mamma ti guarda per rimproverarti ma in realtà dentro sta ridendo come le matte perchè non può rimproverare nulla, ma poi aggiunse «Se proprio ci tieni a farti perdonare, facciamo così, accetto il tuo invito ad Hogsmeade. Ho il permesso di mio padre firmato per poter uscire da Hogwarts. Ecco fatto, va meglio?» chiese cercando anche di tranquillizzare il grifondoro. Non era mica colpa sua, almeno non del tutto e la maggior parte era colpa della grifondoro che aveva toccato, senza pensarci su, il composto. «Bene! Allora proviamo a fare la pozione? In caso contrario avremo comunque passato del tempo facendo qualcosa!» Si guardò intorno e poi guardo il ragazzo «Che cosa ci serve per l’antidoto? E…» l’indice dell’altra mano non contaminata andò a grattare la testa ricoperta dai suoi biondi capelli «Soprattutto, abbiamo tutti gli ingredienti? Perchè in caso contrario come facciamo?» Phoebe continuava a fissare Aaron con aria interrogativa e vivace. «Dai! Leggi e vediamo se qualcosa anche nella stanza sarà utile… Cosa dice il libro?» chiese pronta a scattare a destra e a sinistra per scovare qualcosa di utile nella stanza, se ma ci fosse stato e se non l’aveva Aaron.


  8. .

    Phoebe Emily Smith

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    La ragazzina sentì lo sguardo di qualcuno nella sua direzione, aprì gli occhi e vide Victoria fissarla. Lei rallentò il movimento del pestello e sorrise leggermente in imbarazzo alla ragazza.
    La situazione continuò con un pochino di confusione e nel momento dell’aloe sente ancora una voce gridarle “Attenta”. Appena afferrato l’ingrediente in un salvataggio estremo guarda la serpeverde e le sorride ancora «Si! Va tuuutto bene! L’ho presa!»Alza l’aloe come un trofeo mentre i suoi capelli sembrano aver preso la corrente elettrica e essersi sporcati di diverse sostanze.
    Procedette cercando di salvare la situazione e finì il composto. Sembrava non essere diverso da quello del professore e dopo tutto quello passato non si poteva che complimentare con se stessa. In quel momento voltò lo sguardo e vide una Grace disperata che guardava il composto della grifondoro. Phoebe fece lo stesso e non erano per niente simili e rimase a fissare la sua amica avvicinandosi leggermente. Voleva consolarla ma era meglio evitare un abbraccio nelle condizioni in cui era. In quel momento Grace pronunciò la frase “Ho sbagliato tutto” La ragazzina sgranò gli occhi «Ehm… potrebbe essere brutto fuori ma funzionare…a volte con le ricette succede così. Brutte fuori, buone dentro.» le disse incerta anche lei dei risultati ma non voleva buttare giù, ancora di più, il morale della sua amica. «Comunque, sembra il fango in cui è scivolato mio fratello quest’estate. Dovevi vederlo aveva tutti i capelli marroni…» fece una piccola risata «Io gli ho detto che le maschere di fango sono prodigiose, ma lui si è arrabbiato ancora di più e nell’alzarsi è caduto anche di faccia!» Trattenne una risata con le mani, mentre sperava di aver tirato un piccolo sorriso a Grace e a chi era vicino a lei.
    Il professore prese a spiegare nuovamente come si doveva proseguire con la lezione. Prima spiegò ai ragazzi del terzo anno e poi arrivò il momento di quelli del secondo anno. Dovevano farsi male per poi guarire con il loro unguento preparato. Phoebe era eccitata e spaventata allo stesso tempo, era un avventura e non sapeva come sarebbe andata. Poteva finire in infermeria con una mano malconcia? Certo che no l’unguento del professore era pronto all’uso. Quindi nessuna preoccupazione. Fece un bel respiro e con i capelli a nido di Poiana e un visetto furbo si avvicinò ancora una volta alla piantina. Guardò per un secondo il professore e poi con la mano sinistra sfiorò la foglia della pianta come le era stato indicato. Appena sfiorò la pelle un bruciore colpì la mano, quindi il punto toccato dalla piantina maledetta. Phoebe si trattenne ma i suoi occhi si inumidirono leggermente, ma nemmeno una lacrima fuoriuscì anzi il suo viso divenne duro e resistente. «Accidenti… come brucia!» Tornata al posto in velocità, guardò l'unguento e adesso si che aveva dei dubbi. «Ti prego fa che funzioni!» Se ne spalmò una bella dose sulla mano ricoprendo il punto. Per la barba di Merlino quanto puzzava! Allontanò leggermente la mano ricoperta di sostanza da vicino il suo viso e dopo qualche attimo qualcosa iniziò fare reazione.
    Un piccolo verso di dolore fuoriuscì da lei. Mentre la voce di Mike le arrivò alle orecchie. «Ehm! Non lo so, pizzica… sembra leggermente fresco ma pizzica! Forse qualcosa non va?» La frase fu ben udibile, non era detta sottovoce anzi fu detta a voce sostenuta. Quel pizzico durò un bel po’ e sembrava non finire mai… «Professore… deve durare ancora?» chiese preoccupata… ma mentre porgeva la domanda il pizzico sembrò calmarsi, sembrava che stesse funzionando «Professore forse funziona…» L’abrasione sembrò ritirarsi e la sua mano sentiva solo un leggero frescore. Fece un piccolo salto e poi si voltò verso Mike e a chi era nelle vicinanze, cioè mezza classe, «Ha funzionato non posso crederci!» Era senza parole, ormai pensava di dover usare l'unguento del professore e di aver combinato un vero disastro, invece… aveva funzionato.
    Era felice anche se sporca e stanca… ma l’idea di esserci riuscita le aveva dato la carica, Phoebe sembrava andare a molla. Finalmente la lezione sembrò terminare, si avvicinò alle sue compagne e disse «Ci vediamo alla prossima lezione… vado a darmi una velocissima sistemata. Arriverò in tempo credo!» Disse la grifondoro prendendo le sue cose e lanciandole nella tracolla. Passò vicino al professore e lo salutò «Arrivederci Professore!» per poi scappare correndo fuori dall’aula.




    Phoebe Emily Smith - II anno - Grifondoro

    Interagito con Victoria, Grace, Mike e chiunque voglia visto che non parla proprio sottovoce.
    Ha eseguito il compito, sfiorando la pianta e poi ha provato l’unguento che ha avuto un piccolo strano effetto, il pizzico, e ha avuto di più tempo per reagire anche se alla fine ha funzionato. Nel mentre preoccupata ha chiesto “aiuto” al Professore.
    Finita la lezione si è avvicinata alle compagne, ha salutato il Professore ed è corsa via a darsi una sistemata prima della prossima lezione.

    Uscita correndo come un fulmine.
    Grazie per la bella lezione e per il divertimento! Ci si incontra alla prossima *-*
  9. .

    Phoebe Emily Smith

    Non poteva crederci la Grifondoro quando la pianta rimase ferma e non la ferì. Chissà cosa era accaduto ma era completamente immobile e ferma come se fosse un essere umano che tratteneva il respiro pur di non muovere una minima parte del suo corpo. Prima di rispondere alla compagna tassorosso, Phoebe con delicatezza avvicinò la mano con i guanti e la forbice cercando di prelevare le foglie che le sarebbero servite, precisamente tre. Era concentrata e continuava a parlare mentre la sua faccia continuava a fare espressioni strane come a voler davvero ipnotizzare quella piantina. Appena anche l’ultima foglia fu prelevata non fece nessun movimento brusco e rivolgendosi alla tassorosso aggiunse «Sembra che stia buona buona… vai adesso chissà che non si lasci coccolare anche da te…» Sorrise sia alla compagna che all’affermazione del Professore e si spostò delicatamente come se stesse camminando su un pavimento così malconcio che non poteva creare dislivello di peso. Una volta fuori dalla portata si alzò e dirigendosi verso il suo banco esultò «SI!» Non fu detto a voce altissima ma ben udibile. Era fiera del suo lavoro e soprattutto di non aver combinato guai almeno con la pianta. Phoebe posò le sue foglie sul banco e si voltò alle sue compagne «Ci sono riuscita e la pianta è ancora viva!» disse voltandosi verso Grace e urtando divertita Alexis. A Grace non sembrò andare meglio e quando il professore la mise in “coppia” momentanea con Michael, Phoebe si rese conto che la sua compagna avrebbe preferito affrontare una tempesta al posto di finire con lui. La piccola si avvicinò ad Alexis e sottovoce aggiunse «Dici che andrà bene questa lezione?» spalancando i suoi occhioni celesti come a presagire un vero disastro proprio a livello scolastico. La situazione tra i diversi studenti e la pianta sembrava veramente tesa e i rapporti non sembravano buoni in nessuno dei due versi, nemmeno con gli ingredienti. Ritornò al suo posto velocemente e attese la compagna. «Si abbiamo tutto! Tu stai bene?» le chiese di sfuggita prima di ritornare concentrata sul Professore che stava iniziando proprio a spiegare la pozione.
    Si mise in ascolto e con i suoi occhioni celesti fissava ogni movimento che le veniva mostrato.
    Eccola li, apparve in meno di un secondo la sua faccia schifata da quello che stava vedendo e che doveva replicare. Deglutì la piccola biondina e prese la lumaca con le mani cercando di non farsela scappare per quanto era viscida, la posizionò come aveva fatto il professore proprio sul tagliere e la fissò per qualche istante. La sua faccia, la sua faccia era davvero così espressiva e forse vista all’esterno poteva sembrare super divertente ma lei non si stava divertendo. «Ok… uno, due e …tre!» disse sottovoce rivolta a se stessa e tolse la parte finale della prima lumaca e poi la gettò nel mortaio «Ma… perche…»disse a chiunque le era vicino e in quel momento poteva essere anche un fantasma ma lei era immersa nei suoi pensieri viscidi, ed era il caso di dirlo. Fece lo stesso procedimento con la seconda lumaca e la mise nel mortaio. Si avvicinò ma la mano rimase sollevata per qualche istante. Perché doveva pestarle povere creature vive, almeno fossero morte ma così… Voltò leggermente la testa di lato e inizia a pestare con violenza, senza guardare e qualche schizzo va qua e la «lo sto facendo…» continuava a picchiare nel mortaio ma non riusciva a voltare la testa, mentre il suono echeggiava nell’aula, fino a che non si sentì stanca e si fermò. Guardò con la coda dell’occhio e vide che era diventata una poltiglia ma non era finita li. Adesso toccava al pus. «Ma dai!» sbuffò cercando di trattenere il respiro mentre aggiungeva quel coso orribile. «Sto per sentirmi male…»disse con un colorito biamco. Lo step successivo sembrava normale: doveva sminuzzare le foglie e lo fece con movimenti non super veloci ma con occhi lucidi per la sensazione di conato che aveva in gola. Aggiunse anche quello ma l’odore almeno sembrò migliorare leggermente, così le sembrò, e le sue guanciotte ritornarono di un leggero rosa. Prese la foglia di aloe e seguì le istruzioni ma nel tagliarla la parte superiore le partì sul bancone fermandosi in tempo prima di precipitare solo perché Phoebe si lanciò sopra al bancone e l’afferò «Ma dove credevi di andare!» Prese la parte interna gelatinosa e si accorse che c’era come della polvere sopra, ci soffiò con violenza ma nulla, allora prese la spatolina e cercò di togliere quello sporco ripulendo la spatola su un tovagliolo. Le sembrò di averla pulita bene e solo allora la inserì nel mortaio. Prese il pestello e guardò quella cosa orribile… girò due volte a destra e due a sinistra. Aveva finito? Forse… aveva fatto tutto e non sapeva dire se la situazione era decente, o un vero schifo. Sapeva di avere piccoli schizzi di lumaca spiaccicata sulla divisa e un po 'di aloe tra i capelli biondi.





    Phoebe Emily Smith - II anno - Grifondoro

    Ha interagito con Astrid vicino alla pianta, con Grace e con Alexis.
    Ha guardato più volte Michael.
    Fatta la pozione più o meno.
    Si è letteralmente disgustata con le cornute amiche lumache e per pestarle ha schizzato un pochino lei e se qualcuno vuole anche i vicini.
    Aggiunto anche il pus di bubotubero e stava per dare di stomaco.
    Ha triturato le foglie ed aggiunte e infine ha tagliato a metà L’aloe, ma le è sfuggita la parte superiore e Phoebe si è lanciata per afferrarla, (sporcandosi anche i capelli) Nel farlo si è lanciata sull’altra metà sporcandola di “polvere”. Ha cercato di pulirla con una spatolina e poi l’ha messa nel mortaio e crede di aver girato il numero giusto di volte, due a destra e due a sinistra.
    A volte parla a se stessa ma con voce udibile.
  10. .

    Phoebe Emily Smith

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    Si stava divertendo davvero tanto la grifondoro, quel ragazzo era divertente. La proposta di Aaron per l’aula di pozioni incuriosì molto la ragazzina e i suoi occhi si spalancarono, ma il suo viso fece un cambio espressivo repentino «No, no ti credo. Verrei pure ma oggi meglio evitare altri guai… o questa volta me la dovrò vedere con i miei fratelli e sono peggio di una squadra di caposcuola e prefetti insieme!» sbuffò e il ciuffo biondo davanti al viso si mosse in avanti. «Chissà, le avventure a volte ci trovano direttamente loro!» Sorrise con grande emozione e si spostò leggermente. Quando vide il ragazzo in difficoltà sulla questione della “verità” si misi a ridere. «Sei così divertente!» non riusciva a fermarsi e quella risata vera e cristallina era contagiosa, di solito chi era vicino a lei non poteva far a meno di sorridere. Phoebe fece una piccolissima giravolta e poi un piccolo inchino verso Aaron: «Oh certo, sei un galantuomo! Pensa a cosa direbbero di voi nel caso scoprissero che avete lasciato una povera indifesa ragazzina vagare per il castello!» Scherzava naturalmente e si divertiva molto, di fatti aggiunse velocemente e con fare sicuro: «Io, però non sono indifesa…» Oh no, non lo era. Era tranquilla e carina ma se l’attaccavi sapeva difendersi, lo sapeva bene Chris, dopo avergli rubato l’ultima fetta di dolce il suo braccio sinistro aveva subito un pugno arrabbiato e ben piazzato dalla sorellina. Mai togliere il dolce a Phoebe!
    Ed eccolo qui, il Signor Grifondoro cedere alla trappola di Phoebe e lei non potè non sorridere ancora, «Oh, io non ho fatto nulla. Sarà un mio Supeeer Potereeee!» disse mettendosi in una posa da supereroe, posizionando le mani ai fianchi, allargando le gambe, assumendo una posizione eretta e uno sguardo fiero e con forza. Abbandonò la posa quando Aaron cambiò tono di voce e le chiese fedeltà per quella verità che stava andando per raccontare. Phoebe annuì e quando il grifondoro le prese la mano per condurla al calderone, la ragazzina sembrò darsi una calmata ma se Aaron si fosse voltato avrebbe visto un viso luminoso e pieno di curiosità. Phoebe ascoltò con attenzione la spiegazione del compagno di serata e poi esclamò: «Uno scherzo!» Non si preoccupò minimamente del braccio del ragazzo che si era andato a posare intorno alla sua spalla, a lei non infastidiva il contatto fisico, e poi aggiunse: «Hai pensato alla durata? Oppure a un rimedio… sai se nel caso finisse male, hai il piano B per non finire totalmente nei guai!» Ecco, un’altro piccolo scorcio del carattere della grifondoro, pensare a un piano B per togliersi dai guai o almeno provarci. Da li il discorso variò su pozioni e quando il ragazzo le fece un esempio lei si fermò a riflettere, «Certo! Sarei super felice di aver fatto un ottima pozione. Mi sentirei … Capace!» Sorrise felice ma non sapeva cosa aggiungere altro su come si sarebbe sentita. «Facciamo così, se mi uscirà una pozione nelle prossime lezioni, penserò a questo e ti farò sapere!» Sembrava andare tutto bene, fino al momento dopo che il calderone prese a ribollire. Aaron si affrettò a capire cosa stava accadendo mentre Phoebe era anche incuriosita. A un certo punto la ragazza si sentì nuovamente afferrare la mano e tirare. Guardò il ragazzo e lo seguì velocemente. Uscirono dalla porta e lo vide accovacciarsi e sentirsi tirare, fece lo stesso mentre restò a tenere la mano di Aaron. Phoebe alzò lo sguardo verso Aaron quando si sentì chiamare e rimase a fissarlo con i suoi occhioni celesti. «Suvvia! Non dire così… non moriremo! E se proprio vuoi ti posso importunare altri giorni con la mia parlantina» disse decisa come se lei sapeva bene cosa stava accadendo e invece ne capiva meno di lui. Non si sentiva nulla da dietro la porta, così Phoebe si alzò di scatto, senza lasciare la mano di Aaron e appoggiò l’orecchio al legno della porta «Sembra sia tutto nella norma! Certo dobbiamo entrare!» E così con movimenti lenti aprì la porta e si affacciò nella stanza. In quel momento lasciò la mano di Aaron per andare avanti: «Tutto okay!» disse avvicinandosi al calderone. «E’ solo strabordato un pochino di liquido…» avvicinò la sua mano e con fare curioso toccò con l’indice destro il composto che era fuoriuscito continuando a parlare: «Forse aveva bisogno di più spazio, un calderone diverso…» Si era voltata verso Aaron sorridente, e fece spallucce non sapendo preciso quale fosse stato il problema che aveva fatto ribollire la pozione; all’improvviso un piccolo solletico sull’indice la portò a grattarsi e a guardare il dito e fu li che i suoi occhi si spalancarono: «Aaron! Ti farà piacere sapere che il tuo intruglio funziona alla grande!» Dicendo questo mostrò l’indice al ragazzo, e il dito di Phoebe era diventato bluastro e squamoso. Rimase con il dito alzato mentre i suoi occhi cercarono lo sguardo del grifondoro per avere conforto: «Ehm… dimmi che sai come far cessare l’effetto o nel caso dimmi che dura poco tempo…» la fortuna della ragazza fu non aver messo tutta la mano in quel composto. Adesso, aveva davvero bisogno del suo compagno Aaron sperando fosse a conoscenza di una soluzione.


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    La cosa che poteva rendere quella giornata diversa e non noiosa era proprio vicino a lei, le sue amiche!
    Phoebe era partita con il piede sbagliato pensando alla solita lezione noiosa ma già da principio non si dimostrò così. Seguì Grace al posto che aveva visto e quando si avvicinarono alla pianta successe qualcosa di non assurdo ma prevedibile l’unica cosa imprevedibile era che la piccola disavventura non era successa a Phoebe ma a Grace. Il Professore fu veloce ad aiutare la Grifondoro e quando Grace fece ritorno al posto lo sguardo di Phoebe era un misto tra preoccupato e leggermente curioso «Tutto bene? Accidenti ha davvero un bel caratterino quella pianta…» aggiunse provando a stemperare la tensione. In tutto quel piccolo trambusto non vuoi che i soliti serpeverde non aprissero bocca per dire le loro solite cavolate? Phoebe guardò verso Victoria da dietro le spalle della sua mia amica e poi le poggiò unaa mano sulla sua spalla per farla girare e avvicinandosi le sussurrò «Lasciala perdere, devono dare aria alla loro bocca!» Mai una volta che tacevano, mai! Phoebe notò anche Harris muovere le labbra ma non sentì quello che stava dicendo perchè troppo impegnata a cercare di capire cosa stava dicendo il professore. La risposta del serpeverde alla sua domanda/ complimento le fece alzare un sopracciglio «Accidenti! Ti sei sprecato in allegria! » finì la frase con una piccolissima risata per poi tornare alla lezione non prima di rivolgersi alle sue compagne «Ma hanno ingoiato un succo di zucca acido? » fece una piccolissima linguaccia alle compagne e poi cercò di concentrarsi ancora una volta.
    Bene il professore Fletcher aveva sentenziato e quindi non restava che cercare di prendere questi ingredienti. «Uffa… dobbiamo anche cercarli nella dispensa…» disse sottovoce rivolgendosi a Grace e ad Alexis. Phoebe si avvicinò a Grace e iniziò ad osservare i suoi movimenti con il libro mentre anche lei cercava la pagina che il professore aveva enunciato «Ehm… Grace calmati o da un foglio ne farai cinque…» le diede una leggera gomitata facendole un sorriso. «Eccola qua!» disse muovendo le due mani verso il libro come ad indicare un qualcosa di spettacolare dopo aver raggiunto la pagina esatta.
    Quando la Grifondoro prese parola il volto di Phoebe si illumina di felicità «Oh si! Certo! In due sarà più divertente, non mi sentirò da sola… allora vado a recuperare per entrambe quello che tu non prendi…» E così le due grifondoro si divisero per recuperare gli ingredienti. Phoebe andò verso le lumache cornute e non si sa per quale motivo quel nome la faceva ridere, ne servivano due per pozione e quindi lei ne doveva prendere quattro, due per Grace e due per se stessa. Attese con calma il suo turno e quando toccò a lei si fermò un secondo ad osservarle per poi prendere gli ingredienti e ritornare al posto per capire cosa aveva racimolato Grace. Mentre faceva ritorno al posto e continuava a fissare quelle lumache cornute, sorridendo e viaggiando con la fantasia, con delicatezza urtò la tassorosso del terzo anno «Scusami! Ero sopra pensiero.»Phoebe si spostò leggermente per farla passare sorridendole leggermente imbarazzata mentre si rigirò verso le sue compagne e fece una smorfia strana, come a dire “ne ho combinata una delle mie”.
    Ritornata al posto, notò gli ingredienti che aveva preso Grace «Bene! Abbiamo tutto… anche le signore cornute! Adesso manca la signora pianta… Andiamo a parlare con quell’essere!» Era ironica chiaramente si divertiva e cerca di rendere un pochino giocoso quel tempo passato li. Lasciò andare avanti Grace e poi, mettendosi in fila, attese il suo turno. Si avvicinò al carrellino e prese i guanti infilandoli e poi, rimase un secondo ad osservare gli strumenti, «Bisturi dottore…» disse a bassissima voce mentre un sorriso si disegnava sul suo viso angelico e i suoi occhioni blu si puntarono sulla pianta. Prese anche la forbice e si avvicinò del tutto al soggetto «Salve!» disse guardandola «Non guardarmi così eh, mi servirebbero le tue foglie…» Phoebe allungò la mano sinistra verso le foglie della pianta per provare a prenderle mentre cercava di parlarci a bassissima voce «Sei aggressiva, mi piace il tuo attaccamento alla sopravvivenza!» disse ancora ma il suo viso era serio mentre osservava la peluria sulle foglie con occhi che quasi si incrociavano rendendole l’espressione davvero comica.




    Phoebe Emily Smith - II anno - Grifondoro

    Cari amici! Ho interagito in un modo o nell’altro con tutti ( credo)
    Allora interagito da subito con Grace e Alexis
    Guardato di traverso Victoria
    Ho risposto ancora ad Harris
    Mi sono divisa i compiti degli ingredienti con Grace e nel recuperare le lumache cornute, al ritorno, ho urtato Astrid involontariamente.
    Mi sono diretta verso la pianta indossando i guanti e afferrando le forbici ma, come detto dal nostro Prof., ho lasciato in sospeso e vado a tirare il dado!




    dado per la piantina carina: 5
    • 1d5
      5
    • Inviato il
      15/4/2023, 22:57
      Phoebe Emily Smith
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    Phoebe Emily Smith

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    Ah il pranzo era uno dei momenti che Phoebe amava di più. Arrivava sempre affamata e divorava ogni cosa che poteva, tranne i cibi piccanti. Non si direbbe dalla sua stazza ma il suo organismo era fatto così. Forse quel giorno aveva esagerato approfittando del buonissimo dessert, il Famosissimo budino al cioccolato di Hogwarts. Fatto sta che arrivò a lezione con un piccolo abbiocco, cosa che le sarebbe passata in fretta ma la sua entrata in classe fu qualcosa di magnifico. La prima lezione del pomeriggio era quella di pozioni quindi non era molto entusiasta. Oddio dire di lei che non era entusiasta era un utopia ma non era proprio felice all’idea di dover attendere minuti o tagliuzzare cose minuscole che sfuggivano di mano come pietre ricoperte di olio. Eccola lì l'aula di pozioni mentre rivolta a una delle sue compagne si stava lamentando «Dovrebbero dare un’ora di svago dopo pranzo! Oppure abolire certe lezioni…» vederla in quello stato fece scoppiare la sua amica in una risata fragorosa. Finalmente erano arrivate sulla porta e nell’entrare Phoebe si guardò intorno come a cercare un tavolo preciso ma in realtàstava guardando il vuoto. «Buon pomeriggio Professore!» disse passando vicino al professore Fletcher e superandolo, andando poi a posizionarsi a una delle postazioni pronte all’uso.
    Posò la borsa a terra con poca curanza e appoggiò i gomiti sul tavolo restando in piedi per poi posare il suo viso sulle mani e attendere che qualcosa si muovesse per poter alzare la sua asticella di energia. Il ronzio dei compagni sembrava una ninna nanna e quasi si stava per addormentare quando la voce del professore la fece scuotere e alzare lo sguardo verso di lui mentre si sedeva comoda al suo posto e dalla sua borsa tirò fuori la ricerca che le era stata richiesta. Aveva passato un intero pomeriggio, fino alla chiusura della biblioteca a fare quella ricerca e lamentandosi del fatto che era un bel pomeriggio soleggiato e avrebbe potuto andare a scorrazzare per Hogwarts. Il bibliotecario l’aveva anche rimproverata due volte perche Phoebe non riusciva a stare zitta oppure ferma facendo un rumore, con il tacchetto delle scarpe, insopportabile. Era comunque riuscita a portare a termine quel fastidioso compito ed ora lo vedeva volare attraverso l’aula e andare verso il Signor Fletcher. «Uff!»sbuffò in modo silenzioso ma facendo muovere il ciuffo di capelli che le penzolava davanti il viso. Chissà quale pozione aveva in mente il professore per quella giornata e chissà quale ingrediente assurdo avrebbe richiesto di sbriciolare.
    La piccola grifondoro ritrovò un bagliore di curiosità alle parole del professore e così si sporse con la testa per guardare oltre gli studenti che erano davanti a lei. ”Come avrete sicuramente notato, oggi abbiamo un'ospite." Ehm, si ma… Phoebe era così intenta a cercare un posto e così presa a pensare a quanto non le sarebbe passato il tempo che aveva notato la pianta strana ma pensava che fosse una decorazione della stanza e non ci aveva fatto molto caso. Adesso però la sua attenzione era stata attratta e la stava osservando dalle teste dei suoi compagni, muovendosi a destra ed a sinistra con la testa. Quando il Professore disse che potevano avvicinarsi ordinatamente, si guardò in torno e poi saltò giù dalla seduta. Voleva avvicinarsi e non vedeva l’ora. Quando toccò a lei si avvicinò all’esemplare con curiosità osservandola. La mano si stava per alzando per toccarla ma la faccia di suo fratello che le diceva “Ecco, le cose che non conosci non si toccano!" le venne dinanzi agli occhi e la ritrasse velocemente facendo una smorfia con il viso al pensiero di quello che aveva passato a casa sua toccando una pianta del fratello Chris. Squadrò la pianta piegando la testa e poi girò in velocità su se stessa e ritornò al posto. Non conosceva quell’esemplare e quindi non provò a rispondere ma le sembrava davvero interessante quell’esserino di pianticella. A ogni risposta dei compagni si girava con curiosità verso colui che stava parlando e così fece anche con il serpeverde che prese parola fissandolo e annuendo come a prendere quelle nozioni e imprimere ognuna di esse in se stessa. Phoebe era una ragazza particolare e questo si poteva capire, bastava poco per farle accendere la sua curiosità e con essa l’attenzione. Adesso doveva sperare che le restasse alta o almeno accettabile per tutta la durata della lezione di pozioni. Per il momento quando il ragazzo serpeverde fu vicino a lei, si sporse con il viso e il busto verso di esso e sussurrò piano «Ehi.. Ehi! Accidenti! Sei un esperto di questa pianta! Wow!» finì la frase con un sorriso e due occhioni celesti super curiosi e luminosi.



    Phoebe Emily Smith - II anno - Grifondoro

    Si dirige verso l’aula parlando con una o più compagne.(se qualcuno vuole può aggregarsi)
    Arrivata a lezione e salutato il professore.
    Preso posto, consegnata la ricerca, alzata per osservare la pianta ma non conosce la specie.
    Interagito con Michael Harris richiamandolo a bassa voce e complimentandosi con lui per la spiegazione.
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    Phoebe Emily Smith

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    Phoebe rimase sorpresa e si chiedeva se davvero meritasse il suo rispetto per così poco. Sorrise raggiante ma con un pizzico di curiosità, quel ragazzo era strano ma non più di lei. in fondo chi non lo era. Era una battuta quella della ragazza, ma Aaron sembrava averci creduto così piegò di lato la testa ed alzò un sopracciglio: «Certo! Tutte quante!» disse con fare ironico e con un sorrisetto da piccola furbetta. I suoi fratelli con lei avevano un bel da fare, era difficile farla arrabbiare ma altrettanto difficile sembrava poterla prendere in giro; un bel tipetto la grifondoro. Phoebe a volte sembrava immersa nei suoi pensieri come se il mondo intorno a lei non esistesse ma bastava un nonnulla per riportarla alla realtà. Era quello che stava accadendo in quel momento mentre si guardava intorno, ma la voce del ragazzo la fece ritornare alla realtà «Hogwarts è magnifica! Chissà se esistono altri luoghi così o se sono stati scoperti!» Ed eccola lì la sua vena di avventure. I suoi occhi brillavano emozionati come il suo visino. Phoebe non era una che si metteva nei guai di proposito era che, a volte, ci si ritrovava e basta, la sua curiosità era un qualcosa che tendenzialmente la portava a ritrovarsi in situazioni strane. Aaron, il grifondoro davanti a lei sembra un tipo molto sicuro e ritornando con lo sguardo verso di lui la grifondoro fece una risatina «Certo che potrebbe essere pericoloso ma so cavarmela. E poi non esiste avventura senza un pochino di pepe, no?» Chiese con entusiasmo. Phoebe era così, genuina e socievole ed allo stesso tempo non si tirava in dietro all’esplorazione a meno che non avrebbe ritenuto che quello che stava andando a fare non fosse “Troppo” grande per lei ma anche in quel caso sarebbe rimasta a rifletterci. Il calderone del ragazzo sembrava iniziare a fumare e quando Phoebe si avvicinò anche lui lo fece. Si sentì leggermente studiata ma questo non le diede molto fastidio anzi girò in tondo su se stessa come stava facendo lui, mise le mani sui fianchi e l’osservò. «Ah! L’aula di pozioni chiusa?» riprese lei con fare spavaldo. «Strano, se così fosse qualcuno avrà combinato qualcosa.» Non volle non credergli ma era davvero strano che l’aula fosse chiusa, però non avendo controllato non poteva dire il contrario che lui stava affermando. Phoebe si avvicinò al suo viso e lui rispose subito «Verità? Quale verità? Se non stai nascondendo nulla non c’è bisogno di tirar fuori nessuna verità!» Ammettiamolo era davvero un bel tipetto la ragazzina. La sua vena di avventura veniva fuori minuto dopo minuto ma quello che non si aspettava era che Aaron le poteva dare corda. Una volta allontanata da lui si rivoltò seria per poi ritornare incuriosita e sorridente. «Verresti con me? Davvero? » lasciò le domande a mezz’aria il suo sguardo continuava a percorrere la stanza mentre pensava se avrebbe potuto fidarsi o se dopo un’avventura quel ragazzo avrebbe fatto la spia a qualcuno o semplicemente ai suoi fratelli. In un secondo però, pensò che non era proprio plausibile, fare la spia significava autodenunciarsi e quindi finire anche lui stesso nei guai, nel caso. Va bene, va bene, stava fantasticando, questo era un suo difetto.
    Quando la ragazza ritornò sul punto della pozione che il grifondoro stava facendo, lo vide avvicinarsi a lei nuovamente. Ascoltò le sue domande e affermazioni e poi fece un piccolo saltello battendo una volta le mani. «Ah Ah! Vedi? Non ho dovuto fare molto che mi hai confermato che stai facendo qualcosa e…» Si avvicinò di qualche passo verso il calderone ma rimanendo a distanza ed aggiunse «e se fosse qualcosa di banale non chiederesti se io sia affidabile e di ottenere qualcosa in cambio di una risposta!» Il suo tono era divertito e non arrabbiato o sfumature strane, era semplicemente divertito. Stava giocando con lui. In realtà le importava di quello che il ragazzo stava facendo ma solo per curiosità non voleva saperlo per forza, se ne sarebbe fatta una ragione, però si stava divertendo e quel ragazzo non sembrava prendersela perchè anche lui spingeva sulle battutine e Phoebe le interpretava scherzosamente. «Potente per una pozione? Non c’ho mai pensato. Certo sono felice e mi sento di non aver sprecato tempo, ma potente non saprei. » Fece spallucce osservando il ragazzo che si avvicinava al calderone e lo sfiorava delicatamente per poi ritornare con lo sguardo su di lei. «Oh, sembra sentire mio fratello!» scoppiò in una risata cristallina «Si, sono impaziente. Ho tanta energia e voglia di fare tante cose… E poi le attese, ecco…» si scurì leggermente in viso «Non le amo molto.»Aveva atteso sua mamma il giorno che se ne era andata per ore vicino alla finestra con le sue piccole manine appoggiate al davanzale e anche il giorno dopo e il giorno dopo ancora, ma non era mai tornata. Attendere per Phoebe stava a significare che poteva perdere qualcuno o qualcosa. Era una bambina paziente nelle attese o almeno così si deduceva quando era piccola, se il papà le diceva dopo non si metteva a piangere, ma dopo che la madre l’aveva lasciata con la sua famiglia qualcosa in lei era cambiato e le attese non erano ben viste dalla piccola. Il viso del ragazzo con la sua ultima affermazione cambiò e Phoebe si fermò sul posto «Non so cosa tu intenda dire ma non ho intenzione di farmi buttare fuori da scuola…» Il suo sorrisetto mi aveva allertato ma non in senso negativo, ma era giusto mettere in chiaro che lei non era una ragazza che faceva cose che potevano essere di dubbio gusto. «Però si, hai ragione… si potrebbe trovare qualcosa da fare in quel tempo. Nulla che faccia saltare la scuola in aria…» Nella sua testa si immaginò l’aula di pozioni completamente in aria e sottosopra e le venne da ridere. «Ehm… non vorrei dire ma… E’ normale che il calderone che hai spostato borbotti?» Uno strano rumore come di uno stomaco che brontolava ma forte, iniziò a sentirsi da esso. Poteva anche essere tutto nella norma ma era meglio esserne certe. «Dobbiamo scappare? Spero davvero tu non stia preparando una bomba o qualcosa di simile…» disse con un'espressione leggermente dubbiosa. Fece dei passi verso il calderone, così facendo si riavvicinò ad Aaron. «Sembra davvero strano… spero non dovrà berlo nessuno perchè se così fosse… avrà problemi di stomaco il poverino!» Una piccola risata le venne spontanea per la sua battuta mentre cercava di capire cosa stesse accadendo e si stava avvicinando al calderone senza pensare che poteva essere pericoloso. Un secondo dopo si voltò verso Aaron «Allora? Di che morte moriremo?»chiese in tono super ironico sperando in una risposta convincente e plausibile riguardo a quell’intruglio.


  14. .

    Phoebe Emily Smith

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    L’insetto mostro che era davanti ai due ragazzi era un qualcosa di grande, pauroso e disgustoso. Si muoveva come ad attaccare i due studenti, ma Phoebe questa volta era agguerrita e per quanto avesse paura non si sentiva sola e la condivideva con qualcun’altro al suo fianco. Questo gli provocò come un muoversi dentro di lei, non voleva fallire, non senza provarci almeno. Si concentrò e nella sua testa immagino una scena che le fece venire un sorriso sulle labbra mentre con gli occhi puntati su quella schifezza pronunciava l’incanto «Riddikulus!» Dalla sua bacchetta un leggero fascio di luce fuoriuscì e la sua idea sembrò prendere forma sul molliccio e funzionare. L’insetto si bloccò di colpo come a mezz’aria e alle sue orribili zampette apparvero delle scarpe nere da tip tap, mentre un papillon gli si posizionò tipo collare con una bombetta sul “capo”. Iniziò un ballo di tip tap ridicolo, scivolando di tanto intanto e incrociando le sue zampette pelose, mentre la sua forma strana con le ali, ormai in quella situazione sembrava una pagnotta bruciacchiata che saltellava e si muoveva cercando un equilibrio precario. Quando si trasformò Phoebe non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una risata allegra e di pancia, si voltò verso il compagno con i suoi occhioni celesti «Guardalo! E’ così imbranato e senza senso!» Non riusciva a non ridere e le sue gote si colorarono di Rosso. «Ci siamo riusciti!»
    All’ennesimo segno del professore Phoebe si spostò lasciando il posto a chi veniva dopo di loro. Si sentiva orgogliosa di se stessa e non perchè il suo incanto fosse riuscito, un pochino anche per quello, ma perchè non si era arresa e aveva dimostrato caparbietà e alla fine ci era riuscita.
    Si sentiva rilassata adesso, perchè aveva terminato il compito e poi sperava di aver anche fatto una nuova amicizia, ma la sua espressione mutò quando il professore White annunciò che non era ancora terminata la lezione. Il sorriso scomparve e ritornò attenta verso il volto dell’insegnante. Rimase un secondo sbalordita al suono della parola “duello” qualcosa scattò in lei e si sentiva davvero emozionata. Certo non era molto felice di dover affrontare il suo compagno ma bisognava anche imparare ed iniziare da qualche parte e facendo così erano al sicuro senza danni. Perchè erano al sicuro, no?
    Comunque era “pronta”, emozionata e un pochino titubante. In qualsiasi modo fosse andata avrebbe imparato qualcosa e non avrebbe di certo lasciato che la paura prendesse il sopravvento. Era più piccola ma questo non significava molto nelle emozioni.
    Guardò il suo compagno e fece un mezzo sorriso come a dirgli “scusami e so che anche tu lo fai per la lezione” Almeno lo sperava, in caso contrario non avrebbe trovato un amico ma qualcuno da tenere d’occhio.
    La sua curiosità si attivò, voleva sapere come sarebbe finita. Lei ce l’avrebbe messa tutta ma sapeva che poteva perdere, anzi la percentuale di perdita poteva essere alta nei suoi confronti.
    «Ok! Proviamoci? » Chiese sottovoce a Ryuu. Si posizionarono, fecero un inchino e poi erano pronti. Al via del professore non se lo fece ripetere due volte e la piccoletta scagliò il suo incantesimo: «Impedimenta Disse decisa mentre il colpo partiva dalla sua bacchetta e andava verso l’avversario. Qualora fosse andato a buon segno Ryuu si sarebbe trovato con movimenti rallentati, altro che bradipo. Chiaramente poi sarebbe toccato a lui e la piccola Phoebe avrebbe provato a difendersi tramite un incantesimo attuo a ciò, di fatti urlò con grande enfasi «Protego nel farlo con quella sua grande vivacità lo stesso l’avrebbe fatta scivolare leggermente indietro e goffamente perdere l’equilibrio, riuscendo a mantenere una posizione retta ma con gambe divaricate e braccia che cercano di mantenere l’equilibrio del suo corpo in perpendicolare al pavimento. «Fiù! stavo cadendo da sola. Che Forte! Non mi arrendo!» disse a bassa voce ma udibile. Si stava concentrando per quello che poteva e si stava divertendo allo stesso tempo perchè sapeva di essere in un luogo protetto. Adesso sarebbe dovuto toccare nuovamente a lei e non se lo sarebbe fatto ripetere due volte e con la grinta di Godric Grifondoro disse «Stupeficium!» Che grinta la ragazzetta. Non era una che le mandava a dire di certo e dai suoi incanti lanciati, si poteva dedurre che andava di attacco. Se l’incanto fosse andato a buon fine il povero Ryuu avrebbe avuto qualche problemino, in caso contrario, tutti avrebbero notato la delusione sul volto della piccoletta e la fronte corrucciata a modo di rimprovero contro se stessa e forse a "gambe all'aria" distesa sul pavimento o in qualche modo senza potersi muovere, insomma con l'effetto dell'incantesimo altrui. Avrebbe preso la decisione di allenarsi ancora di più per non perdere la prossima volta, ma avrebbe in quel momento accettato la sconfitta e si sarebbe complimentata con il suo degno avversario. In caso di un’ipotetica vittoria, avrebbe fatto un inchino finale e sarebbe corsa dal suo compagno a complimentarsi per il bellissimo duello e per la sua forza e ad aiutarlo in caso di bisogno. «Fantastico! In ogni caso mi sono divertita ed ho imparato che non devo distrarmi. Sei davvero un ottimo compagno!» Questo avrebbe detto al suo compagno di lezione per quella giornata a Difesa.
    Adesso però la ragazzina si sentiva abbastanza stanca e provata, ci aveva messo tutto l’impegno in quella lezione. Il suo corpo però chiedeva un attimo di tregua e alla fine della lezione sarebbe corsa per qualche attimo a sedersi e a mangiarsi una cioccorana che i suoi fratelli le avevano comprato da Mielandia.




    Phoebe Emily Smith, Grifondoro, II anno
    - Ryuu e Phoebe.

    Ha interagito con il suo compagno Ryuu.
    E’ riuscita a trasformare il molliccio/insetto in un insetto ballerino di tip tap strambo.
    Si è sorpresa della lezione non finita ed ha preso la notizia del duello con curiosità e grinta. Ha lanciato i seguenti incantesimi:
    Impedimenta
    Protego
    Stupeficium

    *Ho scritto un ipotetica reazione in entrambi i casi, sia di vittoria che di sconfitta al duello*
  15. .

    Phoebe Emily Smith

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    Il Professore White era intervenuto presto quando aveva compreso che Phoebe non sarebbe riuscita a fronteggiare il molliccio di sua madre per la prima volta. Così la ragazzina lasciò il posto ad un altro studente mentre cercava di ricomporsi e di non far vedere le sue lacrime che si erano ben posizionate all’attaccatura delle ciglia inferiori ma non andavano oltre. Prese un bel respiro mentre nella sua mente la confusione regnava da padrona. Era vero che era andata via a causa sua? Questo se lo chiedeva da sempre ed era una delle paure più grandi, in oltre non sapeva dove fosse, se fosse viva oppure no, se si fosse creata un altra famiglia. La cosa peggiore era che si sentiva responsabile senza sapere il motivo e che voleva sconfiggere e reprimere ogni brutta sensazione perché lei era forte, anche se oggi non aveva proprio dimostrato di avere tutta quella forza. Doveva migliorare e doveva sconfiggere quel mostro o forse doveva sconfiggere la sua paura. E come si sconfiggeva la propria paura?
    Tutti gli studenti avevano affrontato la prova e quasi tutti sembravano scossi, anche chi era riuscito nell’incanto sembrava comunque non essere al cento per cento. Phoebe prese un bel respiro per calmare i nervi e quando la voce del professore echeggiò nell’aula si rimise in ascolto e lo guardò con i suoi enormi occhioni.
    Non era finita, anzi avrebbero dovuto fronteggiare ancora il molliccio, all’inizio la grifondore rimase sorpresa poi pensò che forse era proprio il modo per affrontare qualcosa. Certo, non si sarebbe tirata indietro, voleva provarci e chissà se ci sarebbe riuscita, una cosa era certa non si sarebbe arresa, non era nel suo carattere, ci avrebbe provato. Quando sentì il suo cognome uscire dalla bocca del professore insieme a quello del suo compagno con cui avrebbe affrontato la prova, strinse la bacchetta nella destra e si guardò intorno. Lo individuò e andò a posizionarsi vicino a lui. «Dobbiamo riprovarci a quanto pare!» disse sottovoce la ragazzina sorridendo con curiosità. Questa volta erano in due chissà cosa sarebbe accaduto. Era spaventata, certo, ma la voglia di riprovarci stava superando la paura, almeno un pochino. «Voglio riprovarci, spero in bene, in caso contrario sarò triste ma mi allenerò.» Certo, dire a Phoebe di smetterla di provarci e arrendersi era un’impresa ardua. Poteva esser visto come un pregio ma a volte era un difetto come la sua enorme curiosità. Rimase così a guardare fissa il punto davanti a sé, sapeva bene che non sarebbe stato per nulla semplice e il risultato più scontato era la non riuscita ma, mai dire mai.
    Una volta arrivati vicino al baule entrambi, Phoebe guardò il suo compagno «Pronto?» chiese facendo un bel respiro, e qualche secondo dopo il baule si aprì e apparve un miscuglio. Il molliccio cercava di trasformarsi in qualcosa ma sembrava non riuscirci e non si comprendeva bene fino a quando un qualcosa apparve. Phoebe fece un piccolo balzo portando la bacchetta in avanti mentre la sua faccia gridava la parola “PAURA” insieme al “CHE SCHIFO”.
    Quello che apparve era un essere orribile. Una specie di Scarafaggio misto a una libellula. Un animale di colore marrone con zampe scarafaggiose e ali ed occhi enormi. Il cuore le batté in petto e trattenne il respiro. Bene, ecco l’ennesima paura, gli insetti, tra cui la più grande gli scarafaggi, almeno per lei.
    Il battito delle ali produceva il classico rumore delle libellule e quelle zampette erano decisamente spaventose, come la sua forma allungata e ovale, mentre i suoi occhi enormi e pieni di ommatidi proprio come quelli delle libellule ma sproporzionati alla forma del corpo che assomigliava allo scarafaggio, in più era enorme. Doveva ritornare in sé anche se un pochino le gambe le tremavano e la gola era secca. Non lo avrebbe ammesso ad alta voce ma era spaventata. «Co-cos’è?» chiese titubante al compagno. Non voleva voltarsi per non perdere di vista quell’insetto gigante. La grifondoro sembrava nuovamente pietrificata ma non poteva restare così e nemmeno provarci. «Dai… dobbiamo provarci! Te la senti adesso?»chiese con la sua vocina «Qualcosa di divertente… su!» cercava di darsi forza e di coordinarsi con il suo compagno «Quando sei pronto, ci-ci proviamoooo» Disse mentre quell’insetto aveva fatto un movimento brusco. Phoebe prese un bel respiro e «Dai… uno…» iniziò il conto alla rovescia e quando arrivarono al tre disse ad alta voce, quasi urlando, puntando la bacchetta contro l’insetto «RIDDIKULUS!» Non si sa come ne perchè ma si era ritrovata molto vicina al compagno come se cercasse protezione o meglio sostegno, era quello che di solito faceva con suo fratello maggiore.



    Phoebe Emily Smith, Grifondoro, II anno
    - Ryuu e Phoebe.

    Ha interagito con il suo compagno di paura Ryuu.
    Il molliccio si è trasformato in un insetto doppio mezzo scarafaggio e mezza libellula prendendo la paura di entrambi e unificandole. (Insetti Bleah!)
    Ha lanciato il Riddikulus! Attende il risultato lasciando sospesa la trasformazione dell'incantesimo nel caso riuscisse per il prossimo post!

    Dado:

    Risultato del Riddukulus: 4
    • 1d5
      4
    • Inviato il
      21/3/2023, 14:36
      Phoebe Emily Smith
23 replies since 24/4/2022
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