Posts written by Justapoint

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    Microfono
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    LOKI NORMAN – 17 ANNI – SERPEVERDE (IV)

    jvIGvM
    Fa caldo, sì. Fa caldo eccome, e se ne accorge ancora di più quando ROSE si volta verso di lui, sorridendogli. L’imbarazzo allora è tutto suo, e non per l’abbigliamento dell’una o dell’altro, a cui fa caso solo marginalmente. Per fortuna che nessuno gli può leggere la mente, qui, perché altrimenti i commenti rivolti a Barnes sarebbero solo di sfondo a quelli che farebbero a lui. Lui che ha l’attenzione quasi completamente diretta al panorama e non alle bellezze che lo circondano. Lui che si è seduto di fianco alla ragazza che gli fa smuovere qualche farfalla nello stomaco, ma che non pensa neanche lontanamente di voler toccare con le manacce luride che si ritrova. In senso metaforico, naturalmente, perché sanno ancora di sapone, fissato com’è con l’igiene. [Sì… Ammetto che mi piace molto] in generale, quindi presumibilmente pure il fatto che ci sia l’afa non gli dà eccessivo noia, prendendola come parte integrante dell’esperienza. [Non avevo mai visto il mare. Non ero neanche mai stato in gita. Tu?] aggiunge sollevando gli angoli della bocca in un sorriso pacifico. [Comunque… Mi fa piacere essere venuti qui tutti insieme] conclude, scostando le iridi dall’acqua cristallina, per ricambiare lo sguardo della Tassorosso, un po’ impacciato. Insomma, le sta implicitamente dicendo che è felice di essere lì con lei. O con loro, dato che una fugace occhiata raggiunge anche SKYLEE. Skylee che avrebbe salutato brevemente con un cenno del capo e l’allargarsi del sorriso, se solo non avesse improvvisamente cambiato i suoi piani dirigendosi alla volta di Harry. Ma che diavolo…? Era rimasto che i due fossero ai ferri corti da Natale, dove per giunta l’aveva pure importunata. Dunque indugia molto più a lungo del previsto su quel quadretto strampalato, passando in rassegna anche il ragazzo dall’espressione irritata. La cosa lo avrebbe allarmato se non avesse notato il cambio di atteggiamento del BARNES nell’ultimo periodo, a cui può facilmente attribuire una motivazione, come pure un volto, lo stesso che manda in subbuglio pure lui. Quindi, forse, può anche comprendere cosa si smuova nei suoi intestini al solo ricordo di quanto gli è accaduto (seh). Ma questo non lo aiuta di certo a fraternizzare. Al contrario, per qualche “assurdissimo” motivo, la cosa gli dà piuttosto un gran fastidio che gli si legge subito sul viso, ora con la mascella visibilmente irrigidita. Chissà come mai. Meglio se ritorna a guardare l’orizzonte sbrilluccicante, ascoltando il dire del DOCENTE, rispondendo alle sue domande e predisponendosi ad accogliere ulteriori spiegazioni sul tema odierno. Poi, già che è concentrato sulla lezione, velocemente dà una curiosata al resto della classe, soprattutto al Corvonero che si prende l’imbeccata di Blackwood. Non commenta, né giudica le opinioni altrui, per quanto gli occhi resi fessure dal forte sole potrebbero dare l’impressione di star giudicando chiunque gli capiti sotto la visuale. Tra l’altro, prevedibilmente, torna spesso su ROSE che inizia a cambiare umore di lì a breve. Ne segue la linea delle pupille, individuando a sua volta DAVID, mentre gli sfugge un sospiro sconfitto che prosegue fino a quando la sua testa non ritorna indietro, sulla Caposcuo… hey, ma…? E’ partita. Per un momento crede che sia solo impaziente di cominciare la parte pratica della lezione, così da levarsi di dosso i pensieri relativi a Harris, ma è costretto a ricredersi appena capisce che i suoi passi marziali sono diretti proprio su quest’ultimo. Allora scatta in piedi, con la mano destra che si porta istintivamente a estrarre la bacchetta in Biancospino dalla fondina in cuoio, legata alla coscia corrispondente alla mano dai due legacci appositi. Pronto a intervenire dalla distanza, qualora al collega dovesse venire la malsana idea di rispondere alle “offese” del tutto meritate. Non si avvicina solo perché è convinto che ROSE sappia il fatto suo, soprattutto in questo momento di rivincita personale che lo inorgoglisce al punto da fargli alzare il mento e rizzare la schiena, così da sporgere il petto lievemente in fuori. Ma la prudenza, con certi individui, non è mai troppa. Quindi quel catalizzatore lo stringe ben bene fra le dita, frattanto che lo sguardo severo si stabilizza sul volto del mannaro. Attende così, immobile, finché lei non si sposta alla volta di MARS, permettendogli di abbassare la guarda. E di rivolgerle un sorriso radioso e soddisfatto, naturalmente, che le potrebbe far intendere quanto si stia tacitamente congratulando con lei. Peccato che nessuno faccia partire un applauso, perché sarebbe il primo a parteciparvi con entusiasmo. Invece niente, ci si deve accontentare di sguardi luminosi e piccoli gesti di complicità; senza contare che poi a lui tocca pure sorbirsi l’energumeno (?) per il resto dell’ora, dato che sono finiti a fare coppia. Che sfiga. Con tutta la gente riunita in questa spiaggia, proprio Harris gli dovevano appioppare. Accoglie il sacchettino di algabranchia che gli viene porto nella mancina, unica mano libera, poiché la bacchetta rimane per un po’ trattenuta nella destra, anche mentre si muove sulla battigia e comincia a immergersi nell’acqua salina. La sabbia innalzata dalle piccole onde gli solletica le caviglie, e poi gli stinchi, e poi le ginocchia. Il costume si gonfia prima di attecchire sulla pelle. Tutte sensazioni piacevoli, sporcate dalla presenza troppo vicina e ingombrante del compagno che gli è stato affibbiato. Che non guarda neanche più, tra l’altro, indegno delle sue attenzioni. Se non con la coda dell’occhio per capire cosa accidenti abbia intenzione di fare, dato che attende di capire da quale parte si voglia immergere lui… per poi prendere, per partito preso, la direzione opposta. Fanculo, che si fotta. I brividi sulla schiena vengono ignorati alla stregua di DAVID, mentre si tuffa di testa immergendosi del tutto, per, infine, andare a infilare in bocca l’intera algabranchia datagli in dotazione. Il sapore disgustoso gli pizzica le papille gustative, creando l’immediato riflesso di sputarla fuori. Ignora anche questo, inghiottendo il boccone viscido mentre i piedi iniziano a perdere il contatto con il pavimento. Poi i lati del collo si squarciano per far posto alle branchie, e piccole membrane compaiono fra le dita di piedi e mani, rendendogli la presa sulla bacchetta un po’ più difficoltosa. Fa nulla, lui ha una missione da compiere, e per quanto una delle direttive sia stata bellamente rimandata al mittente - con tanti cari saluti e un dito medio figurativo e una T sulla pagella) - mantiene il proposito di portarla a termine spingendosi a ispezionare il fondale.

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    Loki Norman – IV Anno – Serpeverde
    Loki – David
    Parla con Rose, saluta con un cenno Skylee e guarda male Harry. Osserva più o meno l’intera classe con uno sguardo che sembra incazzoso, poi fa davvero l’incazzoso verso David e si complimenta tacitamente con Rose, e infine decide di ignorare David per il resto del tempo, anche se sono in squadra insieme. Prende la direzione opposta a quella scelta da David. Quindi va a SINISTRA


    Edited by Justapoint - 16/3/2023, 13:35
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    LOKI NORMAN – 17 ANNI – SERPEVERDE (IV)

    joZ3K8
    [Ah!] è sospreso, gli occhi di ghiaccio che restano fissi su di lei, aprendosi più del normale. Non si aspettava una motivazione come quella, credeva più che fosse accaduto qualcosa di strettamente collegato alla loro amicizia, come un conflitto, una battibeccata su qualche argomento spinoso e su cui nessuna delle due era disposta a cedere a compromessi. Peraltro, se da parte di Skylee il discorso è più che cristallino, non arriva a afferrare invece altrettanto agilmente il punto di vista di Rose. Forse si sente messa sotto pressione dall’amica? O mal giudicata? O, ancora, non si sente accettata nelle debolezze da parte di chi penserebbe stare dalla sua parte? Tutto può essere. Quello che a lui viene spontaneamente da rispondere, allora è: [Sì. Ho capito cosa intendi. E’ comprensibile]. Comprende, questo è chiaro, ma non dice di condividere la riflessione di Skylee, e l’espressione permane del tutto neutrale a questo punto, come se non volesse sbilanciarsi oltre a questo. D’altro canto, anche lui ha detto alla Tassorosso una cosa simile, una volta. Perciò non può dire si essere del tutto in disaccordo con la ragazza che gli sta di fronte, anzi. Però… forse inizia a rendersi conto che ci sono dei limiti che per essere superati necessitano di una scala, o un spinta. E a quanto pare, Rose non è in possesso di quest’ultima. Inoltre, è meglio non tirare fuori l’argomento “David”, che per lui è ancora troppo fresco. Quell’idiota sa sempre come peggiorare la situazione. O almeno questa è l’idea che si sta facendo riguardo al ragazzo, non avendo avuto molte occasioni per approfondire la conoscenza con lui. Stringe le labbra per un po’, pensieroso e contrariato, ma poi il discorso per sua fortuna cambia e va a finire che le confida di essere fresco fresco di maggiore età. E, fra le righe, di sapere cucinare. E lei parte in quarta, cogliendo al volo l’invito di andare nel suo tugurio a festeggiare, non lasciandogli altra scelta che seguirla, cercando di restare al passo, seppure incespichi per qualche metro. Però le sorride, più genuinamente di quanto non gli abbia mai visto fare. [Si trova a Hogsmead, sopra al pub dove lavoro] replica tranquillamente, mettendosi finalmente al suo fianco, ora che è riuscito a rimettersi dritto. [Il proprietario è lo stesso, perciò… è più facile con l’affitto. Però non aspettarti una reggia] mette subito le mani avanti, che chissà che cosa si sta immaginando lei. Cioè, per come sta messo solitamente con abiti e materiale scolastico di quindicesima mano, sospetta che non sia difficile intuire come se la passi economicamente parlando. Tuttavia non si sa mai, meglio preparare gli ospiti e non dare la speranza di portarli in un luogo interessante. Poi, insomma… lo avete visto? E’ il tipo meno interessante di sempre. Di certo casa sua non può che essere in tema. Comunque ha fatto appena in tempo a pareggiarsi a lei che già si ritrova a frenare l’incedere, paralizzato dalla confidenza dell’amica su quanto accaduto con Harry la sera appena passata. Sbianca in volto, mentre gli occhi si fanno vitrei e il senso di colpa ritorna a prendere forma nella sua mente e nel cuore. [Cioè ti ha molestata?]. In soldoni, il messaggio che gli sta arrivando è pressappoco questo. Il terrore che gli si dipinge addosso la dice lunga su quel che gli passa per la testa. E lui non era lì con lei, come invece avrebbe dovuto fare, in veste di cavaliere. Ci mette un po’ a scuotere il capo, in segno di assenso alla proposta di non dire nulla ad Axel. Sarà muto come un pesce, anche perché non è proprio il tipo di persona da mettersi in mezzo alle questioni fra fidanzati o quel che siano. [Sei sicura che vada tutto bene?] ma è preoccupato, evidentemente. Lo si nota anche dal tono di voce che gli esce più urgente di quanto vorrebbe, oltre che dallo sguardo che passa in rassegna la sua figura dalla testa ai piedi e viceversa, più volte, come se questo potesse in qualche modo fargli individuare i segni della violenza. Non che si aspetti di trovarli, ovviamente. Ha inteso come si sia trattato di qualcosa che lei è riuscita a frenare prima che fosse troppo tardi, però… il check gli viene naturale, fosse anche per chiederle silenziosamente i dettagli del caso. E parlando di dettagli, può essere notato come gli occhi si mantengano bassi alla menzione di Marcel, restando dunque impigliati sui lacci delle scarpe altrui più a lungo del previsto, prima di risalire un’ultima volta. [Certo, figurati. Non preoccuparti] per quanto tutta la spiegazione di lei gli metta un dubbio. [Perché… di solito sta sulla difensiva?] non lo avrebbe mai detto, di un tipo come Axel. D’altronde la bionda sa essere un tipetto intrigante, perciò non gli riesce nemmeno difficile crederci, e gli rende pure più simpatico il bulgaro. [Anche Harry fa parte dei tuoi protetti?] non ne era al corrente, e se ne interessa, perché gli interessa tutto ciò che coinvolge la Caposcuola. Fa per riprendere a camminare, dopo averle fatto un ulteriore gesto di intesa con la testa, ma inciampa prima ancora di partire. [Ah…] di nuovo spiazzato. E di nuovo impallidisce, di fronte ad una possibilità che non aveva ancora preso in considerazione: bacia davvero di merda. Il che è abbastanza probabile, vista la scarsa esperienza. Torna quindi nel regno di mezzo, fra la vita e la morte, senza riuscire a muovere un muscolo, sentendosi rimpicciolire più di quanto non sia già di natura, frattanto che Skylee si lascia andare in quella risata sguaiata. Gli ci vuole qualche attimo per riprendersi dalla botta all’autostima, cosicché la Corvonero ha tutto il tempo di sfogarsi. [No, non ha ricambiato…] di questo ne è più che sicuro, e la dice pure lunga. [E’ rimasta stranita, credo. Però poi mi ha chiesto qualcosa che non ricordo di preciso. Era preoccupata di come stessi, ma forse perché Barnes mi è venuto incontro… non saprei. E’ tutto confuso] spiega, unendo i frammenti che gli vengono alla mente.
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    Neve (al sole)
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    LOKI NORMAN – 17 ANNI – SERPEVERDE (IV)

    jioCmz
    L’idea di uscire dalle mura del castello, per quanto affascinanti che siano, non gli dispiace affatto, seppure non sappia cosa aspettarsi dalla lezione. Le poche informazioni che ha potuto estrapolare dalla richiesta di un vestiario casual oltre che un costume da bagno, non lo hanno aiutato a giungere a conclusioni più articolate di una gita in una località solitamente frequentata dai Babbani, come conferma pure la presenza della professoressa Holm al fianco di Blackwood, mentre si avvicina ai confini della scuola con andatura spedita e regolare. Una sacca in cuoio morbido è gettata sulla spalla destra, e contiene i pochi averi del piccoletto, che constano in un cambio di camicia e pantaloni scuri (praticamente identici a quelli che indossa) e le ciabatte, oltre al pranzo al sacco gentilmente offerto dagli elfi. Con lo sguardo fa un rapido check dei presenti, quasi fosse lui a volersi assicurare che siano tutti radunati nel luogo adibito per il ritrovo prima della partenza, e un angolo della bocca si solleva verso l’alto quando le sue iridi finiscono su ROSE. Non sa se sentirsi più emozionato di poter condividere con lei un’attività fuori dal comune, o se iniziare a preoccuparsi per quando sarà costretto a denudarsi e mettere in mostra quei ridicoli boxer blu con le palme e le noci di cocco verdi che ha trovato nell’unico negozio fornito di indumenti per l’estate, in questo periodo dell’anno. E che potesse permettersi con la manciata di spiccioli rimasti a seguito dei pagamenti di affitto e utenze. Annuisce ai DOCENTI, sovrappensiero, con la punta delle orecchie che comincia lentamente a scaldarsi prima ancora di essersi spostato nella zona più temperata, e poi allunga una mano verso il cerchio porto da BLACKWOOD, avvicinandosi quanto basta ad agganciarvisi con una salda stretta delle dita. Sa abbastanza sulle passaporte da sapere come comportarsi durante il teletrasporto. Ma non ne ha mai utilizzata una in prima persona, perciò inizia anche a percepire una debole morsa alla bocca dello stomaco. Però è davvero di buon umore. Merda! Un viaggio! E lui può parteciparvi. Incredibile. Non lo avrebbe mai creduto possibile, date le sue più che umili origini. E questo lo pone per la prima volta in vita sua in uno stato di interiore euforia, che non mostra all’esterno perché non ne è capace, certo, ma anche perché conosce un po’ i suoi professori ed è abbastanza sicuro che questa sovreccitazione sarà soltanto una sensazione passeggera, prima di tramutarsi in incubo. Sospira, cercando di non perdersi nemmeno un prezioso istante di quest’emozione sconosciuta. La quale, neanche a dirlo, cede il posto nel giro di pochissimi secondi ad un senso di nausea diffuso, mentre tutto attorno a lui comincia a vorticare, come anche le sue viscere, e la sua testa, fino a che non riesce a vedere più nulla. E poi… viene scaraventato al suolo con violenza, facendogli mancare il fiato per l’improvvisa compressione dei polmoni. Bocceggia. Le sue mani si stringono sul terreno che però non offre la stabilità che va cercando, risultando farinoso. Sabbia. E’ piacevolissima al tatto. La fa scivolare fra le dita, per poi sollevare lo sguardo sul mare e restare senza fiato una seconda volta. Una lieve brezza marina gli scompiglia i capelli. Le narici respirano presto l’odore della salsedine, frattanto che gli occhi vengono abbacinati dal riflesso del sole sull’acqua, con lo sciabordio delle onde stanche che si infrangono sulla costa a fare da dolce accompagnamento. Preso com’è dal bombardamento dei sensi a questi stimoli del tutto nuovi, si sposta decisamente in ritardo verso gli spogliatoi. Non che debba farci poi tanto, comunque, a parte togliersi i quattro stracci che ha addosso, lasciando solo quei bermuda per nulla nel suo stile. Chissenefrega, a questo punto. Vuole solo tornare a godersi lo spettacolo. La pelle diafana evidenzia i muscoli di un fisico asciutto ma inaspettatamente tonico, e riluce sotto i raggi del forte sole, dando un effetto bagliore, quando raggiunge i colleghi già disposti sugli asciugamani. Probabile che ne uscirà scottato e rosso come un gambero se non provvederà a proteggersi con della crema solare, ma spoiler: non ce l’ha. Che ne poteva sapere, lui. Inoltre sono ormai a tutti visibili le innumerevoli cicatrici che “adornano” il suo corpo, alcune più vistose di altre. Specialmente una, lunga e spessa, sul costato. Di sicuro non se ne fa un cruccio. Prende posto, neanche a dirlo, accanto a ROSE, un po’ defilato, ma più interno alla classe rispetto a lei. [Che spettacolo] commenta enigmatico (sta parlando di lei o del posto?), sorridendole appena, prima di concentrarsi sul dire dell’INSEGNANTE. [Permette anche una termoregolazione adatta a sopportare la temperatura fredda dell’acqua, e pare che i suoi effetti siano più duraturi in acqua dolce] risponde a quel punto, ritrovandosi a pensare con un certo divertimento che, in fin dei conti, la tenuta estiva del professore non gli stia affatto male. Magari potrebbe provarla pure lui, un giorno.


    Loki Norman – IV Anno – Serpeverde
    Arriva vestito da becchino come al solito quando non è in divisa, e segue le istruzioni. Giunto sulla spiaggia ne rimane letteralmente incantato, e, sfoggiando il suo costume con le palme e i cocchi, prende posto sul telo di fianco a ROSE, rispondendo alla domanda.
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    arcobaleno
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    Ma spiegaci! Dicci almeno se sta fra i grandi o i "bimbi"!!!
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    Ciaoooo! Benvenuto ❤️
    Io sono Leo e muovo principalmente questo nanetto qui (e un altro tipo strano)!
    Sono in fase down dove non mi sento all'altezza di nulla, quindi ti faccio compagnia sull'autocritica ma non preoccuparti, già dalla presentazione scrivi bene, perciò non hai nulla da temere!
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    Ciaoooo! Benvenuto ❤️
    Hai fatto bene a buttarti e son sicuro che ti troverai bene qui!
    Io sono Leo e muovo principalmente un Serpeverde di nome Loki ❤️
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    LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)

    jvrn3X
    La risata di Skylee non lo coglie di sorpresa. Diciamo che si aspettava una reazione del genere e non può far altro che lasciarle il tempo di terminarla, fingendo di guardare chissà dove, chissà cosa. Se non altro lo rassicura il fatto che lei non stia dando un grosso peso a quel “limone”. Come è giusto che sia. Perché qui il primo ad avere dei dubbi a riguardo è proprio lui. Torna quindi ad avvicinarsi ai due quando le acque sembrano essersi pressappoco acquietate, sebbene la battutina della Caposcuola si prenda per tutta risposta un’occhiataccia. Certo che non ha intenzione di ripetere l’esperienza! Per chi lo ha preso?! Non ci va affatto lontana a crederlo incapace di affrontare effusioni spontanee, come d’altro canto sono stati rarissimi i casi in cui si è trovato a doverlo fare. E infatti “tremava come un verginello, adorabile”. Cazzo. Non c’era bisogno di raccontarlo ai quattro, venti, per la miseria. [Vaffanculo] gli esce dalle labbra, incapace di sopportare oltre i pungolamenti di quel ragazzo ingestibile. E poi non è nemmeno vero che è vergine, ma ha il sentore che se si azzardasse a rivelare questo dettaglio finirebbe per ritorcerglisi contro nella peggiore maniera possibile. Meglio che se lo tenga per sé e che faccia orecchie da mercante alle successive esternazioni di Marcel, che per sua fortuna vengono indirizzate principalmente a Skylee. Da qui può dedurre che l’atteggiamento stuzzicante del compagno sia costante, qualsiasi sia la persona a cui si rivolge. Se lo segna mentalmente, provando un sentimento confuso che va dal sollievo di non essere sotto il mirino del Corvonero, al fastidio di vedere la propria amica sottoposta allo stesso trattamento riservato a lui. [Sono solo dei guanti…] merda, non aveva appena fissato l’obiettivo di ignorare i punzecchiamenti altrui? Invece ha perso l’occasione di starsene zitto, servendogli con ogni probabilità il prossimo assist su un piatto placcato in oro, assieme all’occhiolino malizioso. Che razza di imbecille. Si concentra allora sul cane, osservando con più attenzione del necessario la sua coda scodinzolante, mentre annuisce alla risposta di Skylee riguardante la bestiola. Tant’è che perde la presa sul proprio mantello, che finisce a terra prima che lui riesca a agguantarlo, aggiungendo un ulteriore carico di frustrazione a quella già in corso. Lo lascia lì, perché cazzo farebbe ancor più la figura dell’idiota se desse l’impressione di esserselo perso, e fa invece per allungare le mani verso le protezioni che gli vengono offerte… ma è lì che inciampa e rovina col culo a terra in un arbusto di Lonicera Detonatrice. Perfetto. Il coronamento della sua bellissima giornata di merda.
    Sta per puntare i piedi sul terriccio, infastidito, voltando il viso alla foresta come a volerla maledire, o a evitare gli sguardi altrui, quando Skylee gli suggerisce di non muoversi, permettendogli di avvedersi delle bacche della pianta di cui è totalmente circondato. Non gliene va dritta una, e chissà pure perché. [Roger.] dice ed esegue, immediatamente, in direzione della ragazza, scorgendo frattanto un Marcel in procinto di spogliarsi. Fermi tutti. Perché si sta spogliando? E perché lui non riesce a togliergli gli occhi di dosso mentre lo fa? Le parole di Sean gli rieccheggiano nelle orecchie assieme a un urlo di disperazione che può sentire solo lui. Cazzo, sta davvero diventando così squallido? [Ci sto provando...] a non fare stronzate, o a ripetersi “no homo” come un mantra, non si capisce. Sicuro con le cazzate per oggi ne ha avuto abbastanza e farebbe volentieri a meno di combinarne altre, ma non sembra che il suo volere risponda alle aspettative.
    La camicia inumidita e ormai trasparente di Marcel lascia intravvedere sempre più distintamente la muscolatura del ragazzo a cui afferra la mano come da istruzioni impartite, venendo così attirato - più in fretta di quanto possa processare - addosso a lui. Alla sua pelle in evidenza. Al calore che emana. Al suo odore. Ai suoi dannatissimi fermoni. E’ una sua impressione o all'improvviso fa un caldo infernale? Deve esserci stata una qualche folata di vento del Sahara, o qualcosa del genere. Senza ombra di dubbio. E quindi il fatto che il viso gli stia prendendo fuoco, sia nella temperatura che nel colore, è da imputare solo a questo. Trattiene il fiato per un lungo istante, ancorato con forza al polso di Marcel, nonostante il pericolo scampato. L’impennata dei battiti cardiaci, rimbomba nella cassa toracica dandogli l’impressione che il cuore stia cercando di scappare. Esattamente come vorrebbe fare la sua mente. E come vorrebbe fare lui tutto, nel suo insieme. Sarà l’adrenalina che inizia a calare, dopo lo spavento. Palesemente… Che poi, tutta questa storia che debba impegnarsi a fornire giustificazioni a ogni pensiero o reazione scaturiti dalla presenza del Corvonero, inizia a risultargli sfiancante. Non può, Cristo santo, smetterla di guardarlo in quel modo? Per qualche motivo sconosciuto (o che si racconta essere tale) quello sguardo lo manda ai matti. E infatti ne rifugge, come sempre, girando la testa di lato e abbassandola un po’, mentre compie un passetto tattico per distanziarsi quel tanto che basta a interrompere l’incontro dei loro corpi bagnati. [Ti… ti ringrazio…] imbarazzato oltre ogni misura, riprende a respirare, seppure con fatica. Le spalle incurvate assecondano il movimento della cordicella legata al collo che, smossa dal trambusto, sfugge oltre l’orlo del maglione, lasciando oscillare in bella vista il ciondolo runico. Lui non ci fa caso, però, troppo preso a riprendersi dal trauma (e probabilmente non ci riferiamo all’essere finito in mezzo a un albero di bacche esplosive), con la mano libera che sale a pizzicarsi il pomo d’adamo nervosamente, frattanto che l’altra scioglie la presa sul braccio dell’altro e ricade lungo il fianco.
    Inizia a intravvedere uno schema nel comportamento di Marcel. Nel suo essere sempre così dannatamente fastidioso, dimostrandosi però completamente affidabile nel momento del bisogno. Merda, è in debito con lui per la seconda volta. Eppure è grazie a questo che sta cominciando a scorgere frammenti dell’identità più intima del ragazzo. Forse, allora, può anche sopportare con meno fastidio i tratti ruvidi del suo carattere, come prezzo da pagare per ammirarne i lati migliori. Emette un sospiro profondo, accettando internamente questa conclusione, che sigilla con il pugno destro portato contro l’omero sinistro del collega, a dargli un leggero colpetto. Gli invia anche un breve sguardo d’intesa. Rapido e indolore. Almeno così spera, nonostante le pupille gli si dilatino sufficientemente da rendergli l’occhiata ben più intensa di quel che vorrebbe. E che svela parte della sua stessa anima. Solo allora si ricorda che c’è anche Skylee (cerchi di capire, è rimasto scombussolato dagli gli eventi infausti!) ed è a lei che va ad appoggiare la stessa mano destra su una spalla, stringendola appena. [Avrei potuto fare un bel botto… Grazie anche a te]. La voce gli trema debolmente, spingendolo a schiarirsela prima di tornare d’innanzi alla pianta da cui è stato appena salvato. Ha recuperato anche i guanti dell’amica, che si sta infilando con cura, mentre i suoi ingranaggi mentali tentano di rimetterlo in carreggiata. [Quantomeno non dobbiamo cercarla] non fa ridere neanche a lui, ma in qualche modo dove pur farsi perdonare per le figuracce fatte finora. [D’accordo, allora… se vuoi prendere il sacco, io comincio a raccogliere le bacche] propone in direzione di Marcel, decisamente più gentile di quanto non sia mai stato con lui. D’accordo, lo sa che probabilmente sono premure che cadranno nel vuoto, accolte con il solito piglio giocoso e strafottente dell’altro. Ma va bene così.
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    LOKI NORMAN – 17 ANNI – SERPEVERDE (IV)

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    Il discorso di Skylee lo può tranquillamente comprendere, in linea generale, solo che gli sfuggono le motivazioni di una decisione così drastica. E’ difficile uscire dalle grazie del Serpeverde una volta che ci si è entrati, per quanto il rapporto possa divenire alla lunga difficile nel caso di scelte di vita in contrasto con le sue opinioni. Perciò preoccuparsi di qualcuno, pur non volendoci interagire direttamente, è una dinamica che può capire. Ciò che non gli torna, invece è come siano arrivate a questo punto le sue uniche amiche. [Rinsavirà?] ripete infatti, colpito da quella parola il cui significato lascia intuire quant’è profonda la frattura fra le due. Non riesce neanche ad immaginare quale sia lo sbaglio che la Corvonero imputa a Rose. A dire il vero, non riesce a immaginare che Rose possa commettere uno sbaglio, a prescindere, ma allo stesso tempo crede fermamente nelle capacità critiche della bionda che gli sta davanti. Quindi non si dà pace e tenta di lavorare di fantasia per cercare di darsi una spiegazione logica, fallendo miseramente nell’impresa e risolvendosi dunque a far emergere la sua curiosità. Anche perché si è accorto del gesto della mano di lei, e non è riuscito neanche a nasconderlo, dato che gli occhi gli si sono assottigliati in corrispondenza del fianco altrui, per poi risalire sul viso della ragazza, interrogativi. Cosa diavolo è accaduto fra quelle ragazze? [Credo di avere tutto il tempo necessario…] prova ad affermare, senza dare l’idea di essere perentorio. Infatti, a questo punto, il viso si rivolge al Thestral fingendo minore interesse all’argomento di quanto non ne abbia in realtà. Non vuole calcare la mano, questo è evidente.
    Peraltro il discorso cambia rapidamente, distendendo un po’ la tensione grazie alla battuta sui cocktail corretti. Questo offre un secondo assist per la rivelazione del giorno “particolare” in cui si trovano. A parte che è Natale, si intende. [Mh] conferma, apatico. E’ il suo compleanno. Fa finta di nulla, ma a quanto pare Skylee non è della stessa scuola. Anzi, l’entusiasmo con cui accoglie la notizia lo travolge in pieno. O per meglio dire, viene travolto letteralmente dall’amica, che gli si getta in braccio senza dargli il tempo di rendersene conto. Per fortuna che è abituato alle reazioni immediate, e anche se non sembra, ha una prestanza fisica che gli permette di reggere il colpo e di sorreggere la ragazza avvinghiatasi a lui a tradimento, ristabilendo l’equilibrio tramite un paio di passetti all’indietro. Solo che poi non sa che cosa fare. È impreparato a questo genere di esternazioni. Non sa dove mettere le mani. Non sa come comportarsi. E quindi se ne sta lì, come uno stoccafisso, con tutti i muscoli che vanno in tensione, a cercare con lo sguardo una risposta dall'ambiente circostante. Risposta che, naturalmente, non arriva. Però non gli dispiace quel torpore. Gli avvolge il cuore oltre che il corpo. Allora, con una cautela estrema, alza le braccia e va a stringerle la vita, aiutandola così a sostenersi in quell'abbraccio. E avvampa, impacciatissimo, prima di far uscire uno sbuffo di risata dal naso. [Se ci tieni tanto posso farla io…] la torta. Perché lui invece sa cucinare. La cosa potrebbe stridere completamente con l’immagine che si ha di lui, ma è così. D’altro canto, in qualche modo si è pur dovuto sostentare fino ad oggi, ragione per cui ha imparato molto presto a fare da sé anche il massaio. [Possiamo andare da me… ti mostro casa mia] propone, senza badare al dettaglio che questo sposti completamente il riflettore su di lei, come se dovesse essere lui a mettersi al servizio di lei e non viceversa in quanto “festeggiato”. Ad ogni modo, Skylee farebbe bene a reggersi forte, perché il taciturno inespressivo nanetto non ha ancora finito con le sorprese per oggi. Infatti sgancia la bomba poco dopo, ammettendo di aver baciato Rose. Prima di passare alle spiegazioni (o alle giustificazioni?), però, vuole capire cosa sia accaduto con Harry. Indaga ancora qualche momento, sia con le iridi che con domande pertinenti al tema, sebbene lei appaia sbrigativa sulla questione. Mah, chissà come mai. [Cos’ha fatto?] chiede neutro. Non lo sorprende troppo il fastidio causato dal collega, quanto più che la ragazza sostenga di averlo rimesso al suo posto “più o meno”. Che significa? Detta in quel modo rischia di risultargli ambigua. Anche se non gli viene concesso molto tempo per pensarci, arrivando troppo presto il suo turno di rispondere agli interrogativi spinosi della Corvonero, che lo riportano con la mente agli stupidi errori commessi alla festa. [Non lo so… Sono confuso. Ero confuso. E lei… era confusa anche lei, credo. Temo di aver combinato un casino] replica alla spicciolata, preso un po’ dal panico che ritorna a farsi sentire. [Non ricordo come sia successo. Si è avvicinata, un bel po’... voglio dire, me la sono trovata quasi addosso… ed ero ubriaco. Ho agito d’istinto] si sta sforzando di ricostruire una cronologia sensata degli eventi. [Però lei… lei ha pianto di nuovo]. Merda. Questo particolare non se lo ricordava. Gli è tornato alla memoria appena si è messo a raccontare i fatti, accoltellandolo dalle parti dello sterno e facendogli cedere un po’ le ginocchia sotto il peso delle responsabilità.
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    LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)

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    Rose è più simile a lui di quanto si sarebbe mai potuto immaginare. Sembra avere la stessa pessima opinione di sé, gli stessi dubbi e forse anche gli stessi timori. Comprende dunque quanto per lei sia difficile vedere la ragazza splendida su cui si stanno posando i suoi occhi azzurri, e non può che lasciarsi sfuggire un piccolo sbuffo impensierito. Qualsiasi cosa le dica, viene preso come un punto di vista esterno, alieno e forse anche pietoso dalla dolce Tassorosso. Eppure lui ci crede davvero a quel che le sta dicendo, è convinto del fatto che Rose abbia in sé molte delle migliori qualità del genere umano, come la compassione, l’empatia, la gentilezza, la benevolenza… Forse gliene riconosce pure qualcuna di troppo, soprattutto ora che si trova in bilico fra l’affetto amichevole e una cotta madornale. Non può quindi fare a meno di rimarcare la propria posizione a riguardo, concludendo il discorso con un [a volte la difesa diventa un’arma a doppio taglio. Posso immaginare che tu tenda ad allontanare le persone perché non vuoi restarne ferita. In questo modo loro si sentono private della tua fiducia, e si finisce con una “profezia che si autoavvera”. Però ciò non vuol dire che tu non sia una bella persona. Semplicemente metti in atto un autosabotaggio] che se fosse così bravo a psicanalizzare anche sé stesso, probabilmente non commetterebbe gli stessi identici errori a sua volta. Lei, come c’era da aspettarsi, incassa i complimenti e ringrazia come se non fossero altro che una gentile cortesia inveritiera, rimandando a data da destinarsi il confronto con sé stessa. Ah, mentirosa. E’ chiaro come il sole che si tratta solo dell’ennesimo tentativo di chiusura verso di sé, tale e quale quello che mette in atto lui ogniqualvolta si trovi a dover affrontare le proprie preoccupazioni. Una giustificazione, quella di ripetersi che lo si farà in un secondo momento, per poi non riparlarne mai più. Almeno finché i propri fantasmi non bussano alla porta autonomamente, gettandolo nel panico e nello sconforto come al solito. Non commenta, tuttavia. Sono scelte sue, e di sicuro forzare la mano sull’argomento adesso non farebbe altro che agitarla senza motivo. Tra l’altro, non è proprio il momento di mettersi a indagare su personali grattacapi. L’invito era per una chiacchierata distensiva, non per una seduta da uno psicologo laureato all’università della strada, che di certe cose ne sa sicuramente meno di lei. Lascia che il tema della conversazione venga dunque spostato sulla scuola e lo scarso rendimento di entrambi, solo che, se lui liquida la faccenda in poche battute, lei sembra crucciarsi parecchio anche su questo punto, strappandogli un’occhiata perplessa. [Non credo che funzioni in questo modo. La carica te l’hanno data perché sei un esempio a livello di condotta e responsabilità. Nessuno si aspetta che tu eccella in tutto, Rose, anche perché non è umanamente possibile essere perfetti…] per quanto, lui forse inizi un po’ a pensarlo, ma questo si guarda bene dal farglielo sapere. […E se qualcuno invece lo fa… che ne resti deluso. I miracoli non li sappiamo ancora fare, oppure tu hai imparato anche questo?] aggiunge. Gli è venuto l’improvviso sospetto che potrebbe effettivamente esserci chi pretende da un Caposcuola qualcosa di simile allo studente modello che non ha mai un cedimento. Ma conoscendo Rose, una pressione del genere non può che produrre perenne frustrazione e aspra autocritica, quindi ci tiene a ridimensionare queste aspettative. Soprattutto in considerazione al fatto che gli è sempre più evidente che la ragazza sia divorata dall’ansia. Lo nota anche dal modo in cui rifiuta di mangiare quell’uovo, stuzzicato dalla forchetta come se questo potesse farlo scomparire. E glielo conferma, in ultimo, anche lei. “Lo stress”, lo chiama. [Sì… può capitare…] le concede, pur premendo le labbra dubbioso, prima di avvicinare a sé quel piatto, come a farle intendere che se lo mangerà lui. Rinuncia insomma, all’idea di farglielo assaggiare. Se non le va, non le va, inutile insistere. Sebbene lo stomaco si sia chiuso pure a lui, può fare questo piccolo sforzo. Tra l’altro, di lì a poco, le parti si invertono ed è Rose che parte in quarta a definirlo con parole che lui sente estranee, e che vengono accolte con la stessa esatta distanza che lei aveva mostrato in precedenza. [Non faccio sempre le scelte giuste, Rose. E mi sono anche sporcato le mani molto più spesso di quanto non mi piaccia ammettere. Non potrò mai essere una brava persona. Però non mi dispiacerebbe… e mi fa piacere che tu l’abbia pensato. Non ti devi scusare] si svela pazientemente, con la voce bassa e dispiaciuta. Per ciò che ha fatto in passato, sì, ma anche perché è consapevole di star mandando all’aria l’immagine positiva che lei si era fatta di lui. Ma glie deve. Non vuole che il giudizio dell’amica si basi su informazioni parziali o fallaci, su cui potrebbe costruire una persona che non gli somiglia affatto. Lui non è esente dagli errori. Al contrario, la sua stessa vita è un errore. Ed è bene che Rose lo sappia. Pure se dovesse diventargli ostile o rivalutarlo completamente. Cosa che, a giudicare da come si è irrigidita, sta effettivamente facendo, o perlomeno è ciò che crede lui notando il cambio di umore della ragazza. Non ne è nemmeno troppo sorpreso, infatti, ma lo diviene quando lei si scioglie in un nuovo sorriso, tranquillizzandosi. [M-mh… da quel punto di vista non ti do torto…] borbotta, imbarazzato, tornando a guardare altrove e rimpiendosi la bocca con le uova per non essere costretto a replicare alla sua carineria. Rischierebbe di invitarla pure a cena, ed è proprio meglio evitare. Che è pure sentimentalmente impegnata… o forse no? Che vuol dire che non lo sa? Non indaga oltre. Si limita a tornare con le iridi su di lei, interrogativo, per poi mandare giù il boccone assieme al rimanente succo di zucca. [Ok. Ti faccio da scorta per un pezzo se vuoi…] si propone, alzandosi in piedi, con una mano che si infila nella tasca dei pantaloni per entrarne il portafogli, e ponendo una mano in avanti come a fermarla dal fare altrettando. [Non ci provare. Ti ho invitata, offro io.] lapidario, così da farle passare ogni fantasia di fare altrimenti. Il viso, però, non è così severo come vorrebbe. Al contrario, appare piuttosto ingentilito dall’accenno di un sorriso.
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    Avanza ancora di qualche passo prima di fermarsi a distanza ragionevole dalla ragazza e il suo destriero irrequieto. Non vuole che quest’ultimo se ne vada, e non vuole nemmeno costringere Skylee a occuparsi di un Thestral imbizzarrito che rischierebbe di caricare entrambi. Cerca anche di regolarizzare il respiro, rendendolo più profondo e disteso, per quanto l’ansia sia una compagna che non lo abbandona mai del tutto. [Avevo degli affari da sbrigare a Londra…] risponde, inscenando a sua volta un inchino del capo, galante, in reverenza alla sua gestualità da nobildonna d’altri tempi. Il fatto che, detta così, potrebbe passare per una semplice battuta, è qualcosa che viene tenuto in considerazione, e che per un attimo non sa se sfruttare a proprio vantaggio pur di evitare di sbilanciarsi in informazioni personali di cui non vorrebbe parlare. Non che voglia tenergliele nascoste per qualche motivo, al contrario. E’ solo poco motivato a tirarle fuori adesso che sta finalmente tirando il fiato dopo una prima mezza giornata tremendamente faticosa a livello emotivo. Per il momento lascia che sia lei a cambiare argomento, rassicurandolo sulle decisioni prese durante la sera precedente. Almeno per quanto riguarda la parte relativa a sé stessa e l’averla lasciata indietro. [E’ vero… ma non ti ho più…] concorda, ma avrebbe comunque di che scusarsi, se non venisse sorpreso dalla rivelazione che giunge a gamba tesa dalla stessa Corvonero e che gli fa sollevare le sopracciglia e spalancare gli occhi in un’espressione mista fra la sorpresa e il panico. E in effetti, l’agitazione si fa sentire anche a livello viscerale, contorcendogli un po’ di budella, e facendogli irrigidire i muscoli delle spalle e della schiena. Probabilmente è anche per questo che Cheescake comincia ad agitarsi maggiormente, seguendo gli umori del Serpeverde, ora preoccupato che l’amica possa aver assistito a tutta la patetica scena, con tanto di movimenti inconsulti, mentre credeva di essere solo con Rose. Le guance assumono un colorito rossastro, che viene alimentato dal calore improvviso suscitato dalle parole che Skylee rivolge alla creatura magica. Ci piace. China la testa, celando parte dell’imbarazzo, ma le labbra delineano un sorriso addolcito, e gli occhi si socchiudono a mezzaluna. E sospira, appena si ricorda di dover liberare i polmoni. Ma suona anche un po’ come l’accenno di una debole risata a quell’accusa di non aver rispettato i patti. [Colpevole, Vostro Onore. Speravo che avrebbe potuto dissipare un po’ di tensioni fra di voi, farle sapere che ci tenevi ancora. Anche se, effettivamente, non dovrei interferire nelle vostre questioni personali… Posso chiederti perché avete litigato o è qualcosa di strettamente privato?] prova a chiedere per la seconda volta, nel tentativo di arrivare a darsi una spiegazione a quella che, a pelle e da ignorante, chiamerebbe testardaggine da parte di entrambe le parti in causa. Risolleva la testa, andando ad osservarla interrogativo, prima che nuovamente le labbra curvino gli angoli verso l’alto per la battuta sugli alcolici. [Avrei potuto difenderti dichiarando di aver bevuto solo dopo la mezzanotte] ribatte scherzoso e allusivo, facendosi un po' più rilassato anche nella posizione del corpo, che passa il peso sul piede dominante, quello destro. Pazienza se il messaggio sottaciuto appaia un po’ criptico, perché aggiunge [Sono diventato maggiorenne] a scanso di equivoci, con un’alzatina di spalle. Come se non gli importasse, sebbene sia tutta una strategia per metterci un punto il prima possibile. Comunque almeno lei dice di essersi divertita, il che è una buona notizia. Sporcata dalla precisazione successiva. [“Intercettata”? Intendi da Barnes?] indaga, incuriosito. [Perché?] è un po’ infastidito da questa informazione. Sarà che il ragazzo gli è sembrato piuttosto alticcio quando si sono incrociati, ma non gli piace l’idea che questi abbia interferito con i piani di Skylee, anche in virtù del fatto che, da come si è espressa lei, pare che la serata si sia complicata successivamente al suo arrivo. Vorrebbe approfondire l’argomento, ma lei torna subito al topic originario. Pessima scelta. Lui, infatti, rimane in silenzio per un po’, premendo le labbra con forza mentre soppesa le varie opzioni che gli si stanno presentando. Skylee non ha visto, dunque. Potrebbe fingere di nulla, e rifilarle una frase generica come “ma sì, abbiamo parlato solo di quello stronzo di David”, e chiuso il discorso. Invece, dopo diversi istanti, si morde il labbro inferiore. [L’ho baciata.] una mano sale a coprirsi vergognosamente il volto, mentre incassa il collo fra le spalle, quasi volesse prendere le distanze da ciò che ha appena detto. Che è proprio quello che vorrebbe fare, se solo gli fosse possibile cancellare il passato. Invece sta lì, in attesa di una strigliata furiosa da parte dell’amica. La strigliata che non gli è arrivata la notte prima dalla diretta interessata, ma che meriterebbe. [Merda non lo so. Si è avvicinata e non so che cazzo mi sia preso]. Le iridi, sebbene un po’ impedite dalle dita della mano che ha posto a schermo, cercano di alzarsi su quelle della Caposcuola, per osservarne la reazione. A cui, in ogni caso, non opporrà resistenza. Qualsiasi essa sia.
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