Posts written by Amon Spike Giles

  1. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Forse sto correndo troppo.
    Dopotutto quel ragazzo l'ho appena conosciuto. É normale che non si fida ancora di me e, naturalmente, nemmeno io dovrei fidarmi di lui. Però, se decido di spiegargli perché vorrei che facesse questo per me, potrebbe aver fiducia in me...
    Le mie dita si muovono su quel bicchiere, con fare pensieroso, ancora indeciso se dire ciò che voglio fare oppure no. É il primo studente di Hogwarts con cui dialogo, dopo anni lontano da quel castello. Qualcosa mi fa pensare che in quella scuola ci sia qualcosa o qualcuno che sappia qualcosa su di lei...che so...un ex compagno, un archivio dove io possa leggere informazioni su di lei e sui suoi compagni. Qualsiasi cosa potrebbe essermi utile. Devo dirgli tutto? Mi devo fidare?
    Quel ragazzo intanto mi rivolge ancora la parola, dicendomi che dopotutto non sono tutti cattivi. Annuisco, senza guardarlo ma fissando quel bicchiere che dondola tra le mie dita. “Sì..non tutti sono cattivi...” mormoro distrattamente. Mia sorella non lo era. Parlo sempre di lei, lo so. Perché io ho conosciuto solo lei. L'unica persona buona con cui interagivo. Il mio esatto opposto. “Conosci qualche cattivo?”. Chiedo, voltandomi finalmente verso di lui.
    Non sono ancora convinto a dirgli tutto. Dovrei dirgli la verità...tutta la verità.
    Aiden mi chiede anche cosa ci guadagnerebbe se facesse ciò che gli ho chiesto. E non ha tutti i torti, anche in questo caso. É pur sempre un rischio che correrebbe.
    Continuo a stare in silenzio. Anche quando mi chiede se sappia qualcosa che lui non sa. In realtà non so nulla, sto sempre nel mio negozio e non amo parlare.
    Le mie dita afferrano il bicchiere vuoto, cerco di trovare una soluzione. Chiudo gli occhi, rilassandomi e cercando di annullare il rumore attorno a me. Devo pensare...devo pensare. Se parlo, lui saprà tutto di me. E potrebbe riferire tutto ai docenti e al preside. Se non gli dico nulla, avrò perso una possibilità per avere informazioni su mia sorella quando frequentava Hogwarts...
    Ho deciso. Dopo alcuni minuti di silenzio, apro gli occhi. Poggio il bicchiere sul tavolo e poso la mano aperta sul legno.
    Mi volto di nuovo a guardarlo “Va bene, ragazzo. Facciamo finta che oggi non ti abbia chiesto nulla. Ti voglio raccontare tutto e ciò che ho in mente di fare. E soprattutto, ti dirò perché mi servi tu per questa cosa.” Mi fermo un secondo, mi guardo intorno. La gente continua a fare festa.
    “Ma non lo farò qui. Se vorrai aiutarmi, potremo incontrarci in un luogo meno affollato e meno...luminoso. Ti dirò io dove, magari ti manderò un gufo. Non sei costretto a venire e nemmeno ad accettare la mia proposta, ovviamente. Se verrai ci accorderemo su tutto, anche di quello che guadagnerai tu se accetterai. Va bene?”
    Spike Giles

    "
    Animal I have become
    "

    Vampiro

    code by ©#fishbone

  2. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    'Un alleato per cosa, esattamente?'
    Questa domanda me la aspettavo. Ed in effetti, è una domanda più che lecita a cui io risponderò senza mentire. Ma non subito...prima voglio sapere cos'ha da dire.
    Ascolto la seconda domanda, pensando alla mia proposta ed annuisco. “Dipende però dalla situazione. Ci saranno giorni, per cause di forza maggiore, che dovrò assentarmi per affari miei” qui rimango vago. Non sa ancora chi sono realmente, a meno che non lo noti dal mio aspetto. Quindi, quando sono stato io a porgere una domanda su di lui, quel ragazzo decide di rispondermi con cose pressoché banali e che non mi interessano così tanto. Ma un accenno di sorriso si disegna sul mio volto “Visto che siamo uguali? A parte l'arpa, abbiamo dei gusti simili.”
    Poi l'ultima risposta mi ha incuriosito. Le emozioni umane...e mi chiede, poi, se io le conosco. Qui i miei pensieri vagano, ritornando a secoli fa, quando ancora ero un essere vivente, e sottolineo 'vivente'. In quegli anni ho conosciuto davvero le emozioni che l'uomo era in grado di provare. Sia chiaro, ancora provo qualche emozione...ma sono solo emozioni oscure...diciamo così. “Le conosco...e le ho conosciute. Le provavo alcune, tempo fa. Adesso l'unica mia emozione è l'odio verso il genere umano. Rifiuto da anni provare altre emozioni. Tu, invece, quali emozioni hai scoperto?”
    Infine, decido di tornare alla prima domanda che mi ha fatto.“ Mi avevi fatto una domanda. Volevi sapere per cosa mi serve avere un alleato...o aiutante, che dir si voglia. Non volevo non risponderti, volevo solo sapere cosa avresti detto dopo.”
    L'ultima volta che ho visto Hogwarts è stata più di cento anni fa. Ero solo un ragazzino. Avevo mia sorella accanto, ero...ed è sempre strano dirlo...felice. L'unica ragione della mia vita era lei.. Poi un giorno maledetto me la portò via. Dovetti trasformarla per fare in modo che restasse con me, ma lei non voleva diventare un vampiro. Quindi mi abbandonò per sempre. Non ho più saputo nulla di lei ed io, adesso voglio cercarla. Non so da dove cominciare, però. Vorrei scoprire qualcosa su di lei ad Hogwarts. Ricordare, magari, anche qualcosa sui miei anni ad Hogwarts. Chi erano i miei compagni? Chi erano i compagni di Imogen? Magari quel ragazzo poteva aiutarmi, no?
    Dopo che il cameriere porta il bicchiere di whisky, io lo porto alle labbra e lo bevo tutto d'un sorso. Infine decido di rispondergli.
    “Non ho nessun contatto con la scuola ormai da...anni” comincio, evitando almeno per ora, di rivelare completamente la mia natura.
    “Mentre cerchi di studiare le emozioni umane, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a fare una cosa, che poi ti racconterò meglio con calma, appena sarò sicuro di potermi fidare di te. Intanto mi basta solo che tu mi riferisca almeno ogni settimana ciò che accade lì dentro. Qualsiasi cosa. Anche quante volte va in bagno il preside.”
    Osservo il ragazzo, in attesa di chissà quale segnale e continuo.
    “Se succede qualcosa di eclatante...di importante, dovrai mandarmi un gufo al più presto possibile. Muore il preside, un professore, uno studente...qualsiasi cosa di strano, devi riferirmela subito.”
    Do un'occhiata in giro. Mentre io sto escogitando i miei piani, la gente intorno a noi si diverte. Mi verrebbe da sputare sul pavimento, ma decido di voltarmi nuovamente verso il ragazzo. “Puoi anche rifiutare questa mia proposta, non importa. Troverò qualcun altro, nel caso. Accetti oppure rifiuti, quindi?”
    Il mio sguardo, rimane fermo, immobile sugli occhi del ragazzo, in attesa di conoscere la sua scelta. Potrebbe esserci una serie di incontri, dopo questo. Dipende tutto da lui.
    Spike Giles

    "
    Animal I have become
    "

    Vampiro

    code by ©#fishbone

  3. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Straniero. Quel ragazzo, poteva chiamarmi come voleva. Il fatto che gli abbia detto di chiamarmi Spike e non Amon, stava a significare che trovavo simpatico, quell'Aiden. Perché solitamente Spike è il nome con cui preferisco farmi chiamare da chi mi sta vicino...e sono davvero pochissimi.
    Qualcosa mi fa pensare che lui somigli molto a me per tante cose. L'ho conosciuto oggi...però sembra una persona di cui potrei fidarmi.
    E ovviamente mi fido di pochissime persone.
    Quel ragazzo mi rivolge una domanda, osservo il suo sguardo, fisso su di me, sena muovere un muscolo, proprio come me. Sembra incuriosito da ciò che voglio dire.
    I miei occhi sono fissi sui suoi, allo stesso identico modo. Alzo leggermente gli angoli della mia bocca in un impercettibile sorriso. “Sei uguale a me. Hai questo, di diverso dagli altri. Ho notato il tuo comportamento. Il tuo sguardo fisso, senza alcun tipo di espressione. Senza far trasparire una qualsiasi emozione. Sono come te. E forse potresti essere un buon alleato.”
    Non mi importa affatto dell'età, del fatto che frequenta ancora Hogwarts. Quel ragazzo ha un atteggiamento che mi piace.
    Adesso che ci penso l'unica persona di cui mi fidavo era solo mia sorella...
    Pensandoci in quel momento, mi viene in mente che pur avendola salvata...l'ho persa. L'ho trasformata e dopotutto mi merito il suo odio. Forse avrebbe preferito morire, invece di vivere una vita dannata come la mia...
    Scuoto la testa, cercando di scacciare via quel pensiero (anche se continua a torturarmi da secoli e non riesco a toglierlo via dalla mia mente) e chiudo gli occhi. Poco dopo, sento quel giovane riprendere a parlare. Un'altra domanda. Perché si riuniscono tutti qui? La risposta è semplice.
    Riapro gli occhi, rivolgendoli verso il giovane. “Perché qui c'è svago. Felicità. La gente è spensierata. La testa di porco è solo un locale dove i peggiori individui concludono i loro affari illegali. Lì non c'è tutta questa insensata felicità. Ti chiederai, forse, del perché uno come me abbia deciso di venire a bere in questo posto, che è l'esatto opposto di me. La risposta è...perché avevo voglia, almeno per questa sera, di essere diverso dal solito. Volevo cercare di capire perché tutta questa gente si diverte a ballare, a ridere e a chiacchierare. Non so te, ragazzo...ma qui sembro l'unico punto nero in una tela piena di colori sgargianti. Infatti l'unica cosa che mi tiene fermo a questo tavolo è perché sto parlando con te...e, soprattutto, perché il whisky è meglio di quello della testa di porco.”
    Credo di non aver mai parlato così tanto, in vita mia. Forse quel posto riesce a tirar fuori il buono da chiunque?
    Chiedo al cameriere di portare un bicchiere di Whisky anche a me e nel frattempo giochicchio distrattamente col bicchiere vuoto.
    “Tu che cosa mi dici di te?” chiedo infine, senza pensarci troppo. Ecco un'altra prima volta dopo anni: Io che faccio una domanda per conoscere meglio il mio interlocutore. Quel posto cambia la gente. O forse è l'alcol?
    Spike Giles

    "
    Animal I have become
    "

    Vampiro

    code by ©#fishbone

  4. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Quel ragazzino vorrebbe iniziare a dialogare con me. Io non sono uno che ama parlare. Sono un solitario, odio la compagnia, odio la confusione e il chiasso. Eppure sono qui, in questo locale. In mezzo alla musica, al chiasso e alla confusione. Oggi, qualcosa nella mia mente ha voluto che venissi qui. Su questo tavolino, con un bicchiere di whisky in mano ed un giovane ragazzo seduto di fronte a me che vuole parlarmi.
    La gente normale, di solito è così: Ama la socialità. Io non l'ho mai amata, nemmeno quando ero un semplice ragazzo. Dell'età di questo...Aiden. Anche da giovane la mia voglia di avere una vita sociale era pari a zero. L'unico luogo che mi rendeva sereno era il cimitero. Essere nato vicino al cimitero di Highgate, forse mi ha reso così. Aggiungiamoci anche il fatto di essere nato il 2 novembre, la commemorazione dei defunti per la religione Cristiana e i genitori completamente assenti. Insomma, forse quello di essere un vampiro era sempre stato il mio destino. A scuola la docente di divinazione aveva paura di me. Più degli altri, in realtà. Nel castello non avevo legato con nessuno. I professori mi detestavano, i compagni anche e il direttore della scuola non poteva espellermi, solo perché me la cavavo bene alle lezioni e non facevo nulla di eclatante o pericoloso per rischiare l'espulsione. Non me la passavo comunque bene, lì dentro. L'unica con cui parlavo era mia sorella. Ho sempre avuto un rapporto piuttosto stretto con lei, finché non feci l'errore di trasformarla in vampiro. Mi odiò per questo...e così sparì per sempre dalla mia vita. Adesso non so se è ancora viva, cosa fa e non so nemmeno dove si trova.
    La mia mente vaga nei ricordi per nulla felici, fino a quando quel ragazzo non mi riporta nel presente.
    «Provo questo allora. Ma come dovrei chiamarti? Di solito le persone si presentano per educazione, sbaglio?»
    Saranno passati pochi secondi, nella realtà, invece a me sembra siano passati secoli. Osservo Aiden, bevendo un sorso di quel whisky. Poso il bicchiere sul tavolo e picchietto le dita sulla superficie di legno. “Chiamarmi...perché dovresti chiamarmi? Forse, dopo questo incontro non ci rivedremo più. È inutile sapere il mio nome.”
    mi volto ad osservare la gente allegra. Il rumore sembra ovattato, come se mi trovassi dentro ad una stanza chiusa con le mura trasparenti. Io vedo loro...loro non vedono me...
    Riallaccio lo sguardo su quello del ragazzo e alla fine decido che dopotutto non fa nulla che lui sappia il mio nome. Tanto non uso mai il primo nome. “Mi chiamo Spike. Adesso sai il mio nome.”
    Mormoro, riportando il bicchiere alle labbra e sorseggiandone il contenuto.
    Quel ragazzo mi rivolge un'altra domanda. Io lo osservo e infine poggio le braccia sul tavolino per avvicinarmi un po' di più al ragazzo. Voglio osservarlo meglio, in mezzo a quel locale poco illuminato. “Tu sembri un ragazzo diverso dagli altri. O mi sbaglio? Esci di sera dalla scuola, frequenti questo posto. Immagino che tu abbia anche frequentato la testa di porco. Ho conosciuto un sacco di ragazzetti di quella scuola ed erano diversi da te.”
    I miei occhi rimangono fissi su di lui e poi continuo “Non sono un assiduo frequentatore di questo posto, ma lo conosco. Sono secoli che vengo a bere qui. Cosa vuoi sapere?”
    Svuoto finalmente il mio bicchiere, posandolo per l'ultima volta sul tavolino e alzo di nuovo la mano verso il cameriere, chiedendogli di portarmene altri due. “Se è 'non male', allora te ne berrai un altro bicchiere”
    aggiungo, infine. Quel ragazzo comincia ad incuriosirmi. Forse conoscerlo meglio potrebbe tornarmi utile, nel futuro.
    Spike Giles

    "
    Animal I have become
    "

    Vampiro

    code by ©#fishbone

  5. .

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Mi ritrovo in un luogo piuttosto conosciuto ai maghi. Una sera normale, una notte sempre tranquilla per i miei gusti. O forse mi va bene così? Forse un po' di tranquillità farebbe bene anche a me. Sono solo, come sempre, ad un tavolino di quel pub molto affollato. Quel giorno non cerco vittime. Non cerco sangue di cui dissetarmi. L'ho già fatto prima, in realtà, ma non ho ucciso. Può ritenersi fortunata, quella persona, a parte il fatto che al suo risveglio si ritroverà due piccoli buchi sul collo.
    Ho ordinato un wiskey, un alcolico molto forte tanto per rilassarmi momentaneamente.
    Non c'è nessuno che mi disturba, che cerca di cominciare un dialogo con me. E non avrei desiderato di meglio. Dopotutto sono riuscito a trovare un tavolino abbastanza appartato, senza che l'euforia che invadeva quel locale mi scalfisse o mi recasse fastidio.
    Però li osservavo, solo per capire che motivo avessero per fare quel casino.
    “Quando il cielo basso e opprimente grava come un
    coperchio su lo spirito gemente in preda a lunghe noie, e
    abbracciando tutto il cerchio de l'orizzonte ci dà un giorno
    nero ancor più triste de le notti;”

    Mormoro, osservando quella gente intenta a divertirsi, a svagarsi. A ballare senza una musica in sottofondo.
    Bevo il mio wiskey, appoggiato allo schienale della sedia, che ho spostato verso sinistra per poter osservare al meglio quella gente. Il braccio destro appoggiato sul tavolo, l'altro braccio con la mano occupata dal bicchiere, appoggiato sulla gamba sinistra che è a sua volta adagiata sulla destra.
    “quando la terra è cambiata in umido carcere, dove la
    Speranza, come un pipistrello, va battendo con la timida
    ala i muri e urtando la testa nei soffitti tarlati;”

    Da buon vampiro della notte non posso non apprezzare Baudelaire e i suoi versi. Li ripeto quasi sottovoce, come se la stessi recitando all'orecchio di una persona.
    Noto un po' di uomini crollati sul proprio tavolo pieni zeppi di alcol. Scuoto la testa disgustato. Penso che siano la feccia della popolazione. Uomini depressi, senza alcun obiettivo nella vita. Inutili alla società. Mi chiedo come fanno a pagare.
    “quando la pioggia spiegando i suoi immensi strascichi,
    imita le sbarre d'una vasta prigione e un popolo
    muto d'infami ragni tende le sue reti in fondo ai nostri
    cervelli,”

    Non c'è un motivo preciso per il quale stia ripetendo questi versi. Sono semplicemente versi che mi sono venuti in mente in questo esatto momento. Niente di più, niente di meno.
    Un'anziana signora si diletta in quel ballo silenzioso. Allegri. Mentre io recito una poesia per niente allegra.
    “de le campane a un tratto scattano con furia e lanciano
    verso il cielo un urlo spaventoso, come spiriti erranti
    e senza patria che si mettano a lamentarsi ostinatamente,”

    Poco dopo noto un ragazzo avvicinarsi al tavolo vicino al mio e sedersi. Non gli rivolgo lo sguardo, non ho intenzione di parlargli.
    I miei pensieri sono diversi. Non possono che essere indirizzati esclusivamente a mia sorella. Mi chiedo spesso se sia ancora viva, se non abbia deciso di suicidarsi con un paletto nel cuore. O se magari abbia accettato il fatto che sia diventata un vampiro. Non so più niente di lei.
    «Ciao.» Ecco, come temevo quel ragazzo aveva provato a rivolgermi la parola. Non rispondo al suo saluto, mi volto un attimo per guardarlo e poi torno a guardarmi intorno.
    “e lunghi carri funebri, senza tamburi nè musica,
    sfilano lentamente ne l'anima mia; la Speranza, vinta,
    piange, e l'Angoscia atroce, dispotica, pianta sul mio
    cranio curvato il suo nero vessillo.”

    Finisco di ripetere quella poesia angosciante e subito dopo il ragazzo mi pone una domanda.
    «È la prima volta che vengo qui. Se non ti dispiace, potesti dirmi cosa vale la pena provare?» Ancora una volta, mi giro e lo osservo. Deve essere un ragazzo molto giovane. Ma sinceramente, che mi interessa di che età abbia? Mi rigiro e cerco il cameriere. Appena lo trovo, cerco di farmi notare e alzo il bicchiere, lo indico e alzo l'indice e il medio, per indicargli quanti bicchieri deve portarmi. «Sono Aiden comunque.» Il ragazzo si presenta. Aiden, nome semplice.
    Porto lo sguardo sul ragazzo, sposto la sedia, rimettendomi di fronte al tavolo e non più di fianco. “Tu non dovresti essere a scuola?” mi sembra davvero giovane. Non credo proprio che sia un adulto. A meno che non mi sbagli di grosso. “Sei un ragazzino.” finisco il mio wiskey e poggio il bicchiere sul tavolo. Intanto il cameriere mi porta i due bicchieri che avevo ordinato. Indico al cameriere di darne uno al ragazzo. Lui obbedisce e poi va via.
    Lo guardo, riportando il bicchiere pieno alle mie labbra e sorseggiando il wiskey.
    Mettendo giù il bicchiere faccio cenno al ragazzo di bere. “Volevi sapere cosa vale la pena provare qui, no? Ecco. Prova questo. E dimmi che cosa ne pensi.”
    Cosa voglio fare con quel ragazzo? Ucciderlo? Berne solamente il sangue, solo per il gusto di sapere com'è? Oppure lasciarlo in pace, senza toccarlo nemmeno? Non credo di saperlo. Dipende tutto da come si comporterà.
    Spike Giles

    "
    Animal I have become
    "

    Vampiro

    code by ©#fishbone

  6. .
    Questo vampiro ha bisogno di vittime conoscere nuova gente...
    a lui va bene chiunque. Magari troverà la sua vittima, magari invece troverà un alleato?
    Chi si vorrebbe proporre??
    Scrivetemi su telegram nel caso :) @Lovegood94 è il nick u.u
  7. .

    Non mi scrivete.

  8. .
    Scoperta e Progressi Abilità/Talenti/Maledizioni::



    Oggetti Magici sbloccati:



    Incanti Avanzati:



    Carica:



  9. .
    ▸ Nome e cognome: Amon Spike Giles
    ▸ Link scheda: qui
    ▸ Ruolo richiesto: Se fosse possibile Proprietario.
  10. .
    Amon Spike Giles
    Ebano x corda di cuore di drago x 13 pollici x rigida
    2 Novembre 1897 x Vampiro
    descrizione fisica & segni particolari
    Skull Mi dicono sempre che sono un molto magro. Il classico tipo che non ingrassa mai. La mia faccia sembra il cranio di uno scheletro di circa 700 anni (si, lo so...è un'esagerazione)... molto asciutto, quasi scheletrico, appunto. Come il resto del mio corpo, in realtà. Sono un tipo molto alto ed il fatto che mi si dica che sembri uno scheletro, non mi infastidisce, anzi...mi fa sorridere.
    Un altro segno evidente della mia magrezza sono le mie mani che hanno dita sottili e lunghe. Insomma, se non fosse per i capelli biondo scuro, che porto all'indietro con del gel, potrei sembrare davvero uno scheletro.
    Ciò che fa “rassicurare” (si fa per dire) la persona che parla con me del fatto che non stia parlando con uno scheletro, sono anche gli occhi verdi (Non credo abbiate mai visto uno scheletro con degli occhi, no?). Ma tutto questo, aggiunto al mio modo di guardare la gente, con la capacità di tenere gli occhi senza battere le palpebre per un periodo di tempo innaturale, al modo di muovermi ed al modo di parlare sempre calmo, come se parlassi sempre in un sussurro, mi rende una persona piuttosto inquietante.
    Aggiungiamoci anche il modo di vestire. I miei vestiti sono sempre di un unico colore:il nero (raramente uso anche il grigio).
    Sono un tipo tradizionale, non posso negarlo. Mi piace il nero, il buio. Giro spesso con un lungo cappotto di lana nero molto, molto antico, un berretto Newsboy oppure un cilindro e mi piace portare con me anche un bastone con una testa di corvo intagliata sull'estremità. Il bastone era di un uomo di cui mi ero nutrito tempo fa. Non c'è un vero motivo per il quale me lo porto con me.
    E non pensate affatto che la mia espressione sia solo una, seria. Certo, non rido di gusto ormai da secoli, però mi capita spesso di sorridere. Non è un sorriso di felicità, ma un sorriso ironico, beffardo.
    Insomma, non sono affatto la persona adatta per fare il clown in una festa per bambini...a meno che non voglia farli spaventare...
    Io... io sono... niente. Senza vita. Senz'anima...
    descrizione carattere
    Dark Il mio carattere...beh, è difficile definire il mio carattere. Da quel che ricordo, sono sempre stato una persona schiva, poco socievole. La mia voglia di intraprendere conoscenze è pari allo zero, se non di meno. La gente mi evita non solo per il mio aspetto fisico, non che mi importi, in realtà. Il mio modo di pormi è sempre tranquillo...forse un po' troppo, in ogni situazione. Non amo parlare, non mi piace raccontare la mia vita agli altri, non sono simpatico, non mi piace scherzare o ridere.
    Ho dei pregi? Non do fastidio se non mi viene dato fastidio (a parte quando ho fame). Vale come pregio? Non mi importa saperlo. Tranquillo non vuol dire che sia un tipo buono. No, nient'affatto. Riesco a non far trapelare praticamente nessuna emozione, quindi non si capirebbero mai le mie intenzioni. Se ti sorrido, non sono felice, ma puoi star tranquillo, non ti uccido. Se non sorrido, a quel punto si, che puoi preoccuparti. Fammi incazzare e ti assicuro che sarà l'ultima cosa che farai, a meno che tu non sia abbastanza bravo (o fortunato) da evitarlo.
    Ma stai tranquillo che, in quel caso, difficilmente riuscirai a liberarti di me. Potrei essere la tua spina nel fianco per anni, se necessario.
    Può succedere che mi trovi d'accordo con qualcuno con le mie stesse idee o qualcuno come me, in tutti i sensi.
    Non chiamatemi codardo. Non lo sono. Se devo affrontare un pericolo, lo affronto senza se e senza ma.
    Sono un bastardo, anche con le donne. Non pensate che sia una persona gentile e premurosa, mi dispiace deludervi (anzi, non mi dispiace affatto).
    Presuntuoso? Beh, si, ammetto di esserlo un poco. Sadico... Dai, mi piace vedere gli altri soffrire.
    L'unica mia paura è la luce, naturalmente. Oh si...la luce è uno dei miei pochi punti deboli che mi infastidisce di più.
    Come ho detto all'inizio, il mio carattere è indecifrabile. Se dovessi spiegarlo in poche parole non ci riuscirei. E probabilmente ci saranno altre qualità di me che in più di un secolo non ho ancora scoperto.
    anagrafe
    Amon Spike Giles Il mio primo nome, Amon, secondo le mie dettagliate ricerche, pare che derivi dal nome greco Αμμων (Ammon) che a sua volta deriva dal nome egiziano Ymn (ricostruita come Yamanu) che significa "il nascosto". Nella mitologia egizia Amon era un dio dell'aria, della creatività e della fertilità, particolarmente venerato a Tebe. Il nome fu scelto dai miei nonni paterni, come la tradizione della famiglia Giles era solita fare per i figli primogeniti. Mia nonna, di origine greca e appassionata della mitologia egiziana decise questo nome da attribuire al primogenito del suo figlio più grande, Abraham, cioè quello stronzo di mio padre (capirete più avanti il perchè sia stato uno stronzo).
    Spike, invece è il nome che scelse mia madre. E preferisco essere chiamato in questo modo.
    Magie Sinister
    ex Serpeverde
    purosangue
    Caotico Malvagio
    curiosità
    [OH BENE, PURE LE CURIOSITÀ...[1] HO DIVERSE CICATRICI SPARSE IN TUTTO IL CORPO MA LA PIÙ VISIBILE SONO QUELLE DEL MORSO SUL COLLO [2]TENDO SPESSO A NON BATTERE LE PALPEBRE, QUANDO FISSO UNA PERSONA (MI CAPITA QUANDO HO FAME, NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI)
    L’Heautontimorumenos

    Ti colpirò, senza odio e senza collera,
    come un beccaio, come Mosè il sasso;
    e perché possa al fine dissetare
    il mio Sahara, le acque del dolore
    zampillare farò dalla tua palpebra.

    Rigonfio di speranza il desiderio
    andrà sulle tue lacrime salate
    come un vascello che si spinge al largo;
    nel cuore inebriato dei tuoi singhiozzi,
    che mi son cari, echeggeranno quasi
    un tamburo che batte la sua carica.

    Non sono forse un falso accordo nella
    divina sinfonia, grazie all’edace
    Ironia che mi scuote e mi morde?
    Tutto il mio sangue, tutto, è questo nero
    veleno; ed io non sono che lo specchio
    in cui si guarda la strega.

    Coltello e piaga, schiaffo e guancia, membra
    e ruota sono, vittima e carnefice;
    sono il vampiro del mio cuore, un grande
    infelice, di quelli a un riso eterno
    dannati, e che non possono più sorridere.
    (Charles Baudelaire)
    storia pg
    La mia vita. Qui arriva il momento più difficile. Dovrò parlarvi della mia fottutissima vita di merda. La mia data ed il mio luogo di nascita sono un po' particolari. Forse, era destino che diventassi un vampiro... Sono nato il 2 Noveembre 1897, in un sobborgo di Londra, su una collina: Highgate. Per la precisione, sono nato in una casa vicina al cimitero di Highgate. Il giorno della commemorazione dei defunti per la religione Cristiana, in una casa vicino al cimitero. Ironia della sorte, vero?
    I miei genitori erano un mago inglese, Abraham Giles ed una strega tedesca, Änne Krüger. Ho anche una sorella, di nome Evelyn e che io preferisco chiamare Imogen. Avevo un legame piuttosto...intimo con lei, finché non decise di partire via, lontana da me...perché pensava che il nostro tipo di legame fosse sbagliato...ma non voglio dire altro su di lei.
    I miei genitori erano degli stronzi a tutti gli effetti e, evidentemente, io ho preso da loro. Lui era un serpeverde, bastardo, misogino, troglodita e, a quano pare, odiava i babbani (come dargli torto, d'altronde). Mia madre, invece era una studentessa di Durmstrang, vecchia sostenitrice di Gellert Grindelwald e altrettanto stronza, forse più di mio padre.
    La mia infanzia fu davvero poco piacevole. Mio padre picchiava mia madre e me, era sempre ubriaco, non faceva un cazzo dalla mattina alla sera e non capirò mai come ha fatto mia madre a sposare un coglione come lui.
    Mia madre, però non era debole. Infatti, dopo l'ennesima violenza, decise di ucciderlo. Con l'anatema che uccide, tolse la vita a mio padre, ne trasfigurò il cadavere in un osso e lo nascose da qualche parte nel cimitero. Quello stesso giorno, io ricevetti la lettera di Hogwarts e venni smistato tra i Serpeverde. Ma la mia vita ad Hogwarts non fu molto felice. Ho sempre avuto un carattere scontroso, solitario e l'unica persona con cui parlavo era mia sorella, quando arrivo ad Hogwarts anche lei. Durante la mia permanenza a scuola, morì anche mia madre, ed ancora oggi la sua morte è un mistero. Non mi importava nemmeno saperlo, in realtà. Odiavo la mia famiglia.
    Appena finii la scuola cominciai a vagare per tutto il Regno Unito, mendicando e compiendo piccoli reati.
    Solita vita noiosa di un pezzo di merda qualunque, insomma. Ma La svolta arriva il 7 luglio 1917, avevo quasi venti anni, quando mentre vagavo in una strada di campagna venni aggredito e morso da un vampiro. Probabilmente sarei morto ma quello stesso vampiro decise di abbracciarmi, trasformando anche me in un vampiro. Il tutto avvenne contro la mia volontà, tra l'altro. Non ho mai saputo il nome di quel vampiro, non si fece più vedere e io non ho mai avuto intenzione di cercarlo. Non che non fossi grato di essere diventato un vampiro. Mi ha dato la quasi immortalità (basta evitare paletti, luce del sole e lame piuttosto taglienti da tagliarmi la testa), solo che...ecco, mi sarebbe piaciuto che questo individuo mi avesse dato la possibilità di scegliere, no?
    Dopo questo evento, comunque, oltre ai furti si aggiunsero anche diversi omicidi, dovuti alla mia incontrollabile sete di sangue dei primi anni da vampiro. Vagavo continuamente per le strade inglesi, senza una fissa dimora, senza nemmeno sapere che fine avesse fatto mia sorella durante quegli anni.
    Fino a quando, un giorno, lei non decise di venirmi a trovare dopo anni di distanza. Quando andò via, dalla casa che avevo occupato per poter stare con lei, sentii delle urla provenire dalla strada. Mi affacciai dalla finestra e vidi mia sorella a terra, immobile.
    Corsi verso subito fuori, verso di lei, vidi che era in fin di vita. Respirava a fatica e l'unica cosa che mi venne in mente per salvarla fu quello di abbracciarla. La trasformai in vampiro. Non potevo vivere ancora senza di lei. Ma forse, non fu felice di sapere che l'avevo dovuta trasformare...perché quella fu l'ultima volta che la vidi. Dopo essersi alzata dal letto in cui l'avevo adagiata andò via, senza mai più tornare.
    Infine, in questi ultimi anni, ho deciso di stabilirmi a Nocturn Alley, rilevando il negozio che un tempo era di Borgin e Burke, il magie sinister, divenendone proprietario, rimodernizzandola leggermente secondo i miei gusti.
    code by @codominance / gif by tumblr
12 replies since 8/1/2021
.
Top
Top