Lezione di Trasfigurazione A.S. 2023/2024

Studenti ammessi dal V anno in su

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  1. Halley.
     
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    Halley Wheeler | quinto anno | prefetto grifondoro


    Osservò il giovane Corvonero accigliarsi. Stranito. Come se quanto proferito si discostasse dalla realtà dei fatti che, sfortunatamente per lui, erano sotto gli occhi di tutti. O quasi. Certo non se ne faceva un cruccio. Non le importava delle effusioni in pubblico ma, in quella particolare occasione, si risentì di quanto fosse stata ingiusta Daphne nei suoi confronti. Il ragazzo? Neanche aveva poi colpa. Fece spallucce, lasciando scivolare nel nulla quella sterile discussione, terminandola con un mentale: contenti voi… Lei di certo ci avrebbe dormito la notte, senza particolari problemi. Il fatto che avesse risposto in maniera poco simpatica a Freya, però, la lasciò alquanto stranita. Si era rivolta a lui con un tono giocoso, privo di alcun rimprovero. Una semplice battuta recepita malamente dal tipo che, in tutta probabilità si trovava sprovvisto del benamato senso dell’umorismo. Tornò a fissare la verde-argento, visibilmente sconcertata per poi ammutolirsi ancora una volta, come se reputasse le parole superflue quel giorno. Forse per colpa del suo umore altalenante, Halley, sentì il bisogno di rifugiarsi nel silenzio, solo per trovare la giusta concentrazione per affrontare ciò che la professoressa richiedeva ai suoi studenti. Che non fosse un asso nella materia, non era affatto un segreto ma il desiderio di applicarsi, forse, contava più dell’innato talento e, come sempre, quando si trovava la di fuori della sua comfort zone, l’impegno sarebbe stato doppio. Proprio per quel motivo, il suo primo passo fu un successo. Il piccolo draghetto sortì più vivo che mai, anche se pigro e, una volta uscito dal suo campo visivo, tornò ad essere il nulla. Così come doveva essere. Poco male. Sarebbe stato solo un imbroglio, visto l’esercizio successivo che l’avrebbe vista come potenziale vittima. Essere trasfigurati da un principiante non era certo ciò a cui aspirava ma, d’altra parte, a vegliare su di loro vi era la docente, pronta ad intervenire se qualche cosa fosse andato nel verso sbagliato. Con un po’ di timore prese il posto di Freya, la quale si era cimentata nell’esercizio, uscendone sconfitta a metà. Meglio di niente. Una coda, soffice all’apparenza, comparve al ricciolino che presto fu portato alla normalità. Interessante. Quel tipo di esperimento sarebbe servito, forse, un giorno. Andiamo bene. Se questo era il livello di conoscenza, forse non si sarebbe trasformata del tutto in uno stupido furetto. Beh, almeno lo sperava. Si portò di fronte al suo aguzzino che, dopo aver incassato le sue speranze, si rivelò indulgente. Meglio, comunque, prevenire che curare. Avvertirlo le sembrava il minimo sindacale, soprattutto contando che si trattava della sua prima volta. Hunter si concentrò. Puntò gli occhi verso la sua figura, studiandola nel dettaglio, così come doveva avvenire. Annuì alla sua promessa. Rimase immobile, preoccupata ma fino a un certo punto. Sapeva bene quanto fosse importante gestire le emozioni, soprattutto durante l’esecuzione di alcuni incantesimi. La stoccata fu decisa e la formula risuonò chiara tra quelle quattro mura. Per un attimo si sentì svuotata da qualsiasi pensiero e, subito dopo, un fascio di luce la investì in pieno petto, provocandole un senso di nausea –forse dovuta all’agitazione-. Quando si destò osservò con aria stranita la sua persona. Tutto sembrava al proprio posto. Alzò le iridi smeraldine verso colui che le aveva inferto quell’angoscia. Niente. Si tastò, palpeggiandosi il didietro alla ricerca di qualche escrescenza strana che segnalasse la riuscita, almeno in parte del tentativo ma non la trovò o, almeno, non in quel punto. Salì e, una volta raggiunta la testa, si trovò un bel paio di orecchie posizionate nel punto in cui sarebbero dovute, effettivamente essere. “Carine!” Esclamò. Al tatto risultavano morbide, alla fine. Se da un lato le dispiaceva che avesse fallito, dall’altro ne era grata a Merlino e a Morgana. Il fatto di finire in infermeria alle prese con violenti conati di vomito, non l’allettava affatto. “Andrà meglio la prossima volta!” Certo, l’arte del consolare non faceva parte del suo corredo genetico. L’avrebbe perdonata. Forse. I suoi occhi si illuminarono quando, da poco distante, la raggiunse la Signorina Lynch, pronta a riparare il “danno” subito. Pochi attimi e il contro-incantesimo si scagliò su di lei, lasciando che quelle cose si dileguassero nel nulla, esattamente come erano finite sulla sua testa. “La ringrazio, Professoressa!” Disse con tanta riconoscenza da sembrare disperata. Bevve avidamente un bicchiere d’acqua e, finalmente, i suoi nervi si distesero. La sua mente ritrovò quel minimo di equilibrio e, con un po’ di riluttanza, si diede la spinta ad avanzare, per provare in prima persona l’ebbrezza di fallire miseramente nel suo personalissimo lancio dell’incantesimo a lei assegnato dalla sorte, al momento della scelta del fottutissimo nastrino. Uno scarafaggio. Stentava a immaginare la compagna, così gnocca, prendere le sembianze di un insulso coso ripugnante. Dissentì con il capo e, malvolentieri, si portò proprio davanti agli occhietti vispi della Riis, reduce dal suo esercizio con il piccolo drago. “Te la sei cavata bene?” Prese tempo, convinta che potesse servire a rilassarla un attimo, prima di compiere ciò che le era stato intimato. Una brevissima pausa per ascoltare la spiegazione della docente e, dopo aver maledetto la sua scelta, si addentrò nei meandri di quel silenzio amico che, da solo, l’avrebbe indotta ad una concentrazione adeguata per adoperarsi in virtù di quanto richiesto. Calò le palpebre, sincronizzando il respiro al battito del suo cuore, leggermente accelerato e quando ritenne opportuno tornò vigile, puntando la sguardo –ora serio e privo di alcuna espressione- verso la figura longilinea davanti a sé, pronta a ricevere la sua punizione (?). La mano destra avvolgeva saldamente la bacchetta in legno di Corniolo -famosa per la sua vivacità nel farsi i cazzi suoi- e con decisione, Halley, alzò il braccio, compiendo con il polso due movimenti circolari in senso orario mentre, allo stesso momento, la sua voce andò ad annunciare: “Entomorphis!” La punta della sua arma si illuminò e la luce si sprigionò libra nell’aria, andando a mirare proprio la sua “avversaria” Mi dispiace. Sapeva di non avere colpe e che si trattava solo di un innocua esercitazione ma le dispiaceva in ogni caso, da brava altruista del cazzo.

    ***

    Quando tutto fu riportato alla normalità, la Wheeler si precipitò verso la compagna, al solo scopo di sincerarsi delle sue condizioni. Rendere Dragonov vedovo prima del dovuto, non rientrava nelle sue priorità e, sì, un po’ ci teneva a quella Serpe strana. “Se vuoi vomitare, fallo sui suoi piedi!” Indicò le scarpe immacolate di Hunter. “Scherzo, ovviamente!” Meglio le tue che le mie, che vuoi?. L’allegra compagnia si divise e ognuno tornò al proprio posto, pronto a svolgere, questa volta, un esercizio in solitaria –ciò che a lei andava più a genio-. Ognuno avrebbe giocato per sé. Niente di più entusiasmante. Forse. Piegò la testa di lato e la sua lunga coda di cavallo si posò poco delicatamente sulla sua spalla. “Ma…” Uno spettacolo raccapricciante. Davanti ai suoi increduli occhi apparve una povero coniglio con il corpo trasfigurato in un serpente. Poteva giurare di aver visto nei suoi piccoli occhietti un’ombra di terrore. E come dargli torto, si trovava ad essere un completo mostro. Cercò di non perdere tempo, così da poter ridurre al minimo quello strazio.
    Si posizionò, ancora una volta davanti al suo bersaglio, pronta a mettere in atto le direttive impartite dalla Lynch pochi attimi prima. Ripercorse mentalmente il procedimento, sperando di ricordare bene ogni particolare e, come per l’esercizio precedente, ricercò la concentrazione così come era solita fare. Socchiuse gli occhi, ricercando la calma interiore che trovò senza particolare difficoltà e, una volta ridestatasi, si trovò davanti la presa inerme in attesa del suo piccolo miracolo se fosse riuscito, ovviamente. Sfoderò la bacchetta e, un volta puntata contro la bestiola, il polso deciso compì un movimento che formava una U leggermente più ampia del solito. Stoccò senza troppi indugi e recitò la formula, con tono risoluto: “Reparifarge!” Tornò a respirare mentre cercava di individuare, tra la luce abbagliante, il risultato ottenuto.




    Halley Mia Wheeler - V anno - Grifondoro
    In gruppo con Freya e Hunter.
    Interagito con Hunter e poi, dopo aver subito la trasformazione (le sono cresciute le orecchie u.u) lancia l'incantesimo su Freya. Sarà riuscito? Lo scopriremo solo vivendo (?) Ringrazia la prof per averla riportata alla normalità. Alla fine intergaisce con Freya di nuovo e alla fine lancia il Reparifarge sul povero coniglio macabro. Che dire? Pronta a fare 1 -.-
    Ps: Nastrino Viola <3
    Entomorphis su Freya: 1
    • 1d6
      1
    • Inviato il
      27/2/2024, 01:02
      Halley.
     
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25 replies since 1/2/2024, 03:02   909 views
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