Lezione di Cura delle Creature Magiche A.S. 2023/2024

Ammessi tutti gli studenti fino al IV anno

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  1. Aiden;
     
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    Una volta usciti da quella strana foresta, Kynthia gli lasciò immediatamente la mano. Aiden la guardò con i suoi imperturbabili occhi neri per qualche istante, studiandone il comportamento. A differenza di Freya, la grifondoro non aveva mai invaso il suo spazio personale e, dal gesto che aveva appena compiuto, ipotizzò che un contatto prolungato di qualsiasi tipo avrebbe potuto darle fastidio. Fece, dunque, un passo indietro, tenendo ben a mente che al suddetto caso studio non piacevano le persone troppo fisiche. Dopo aver consegnato l'uovo alla professoressa, gli pose una domanda strana. Perché avrebbe dovuto scomporsi? Aveva subito di peggio. Essere rincorso da un Occamy era stato divertente. «In questo momento le sto studiando, quando le avrò capite, lo farò.»Kynthia aveva utilizzato un'espressione gergale molto interessante per riferirsi ad una persona che, solitamente, non mostra mai quel che prova o che, a giudizio del parlante, è sgombra di emozioni. Aiden sapeva di dare l'impressione di essere un robot, il Sig. Depp glielo diceva sempre, ma che poteva farci? Niente. Doveva ancora ambientarsi in quella strana società, in fondo, era solo da qualche mese che aveva iniziato a rapportarsi con i suoi simili. Ci voleva tempo e lui, di certo, non aveva alcuna fretta. Di dati raccolti velocemente, senza criterio, solo per imitare alla perfezione gli altri non se ne faceva niente. Doveva capire ciò che stava raccogliendo, analizzarne ogni singolo dettaglio, solo così avrebbe potuto comprendere, almeno in parte, l'irrazionalità umana.
    Annuì alle parole della docente che, dal nulla, fece apparire una gabbia con all'interno un Mooncalf. I suoi occhi vuoti incrociarono quelli della creatura che, tremante, si guardava attorno impaurita. Si sentiva in trappola. Non aveva vie d'uscita. Proprio come lui, rinchiuso in quella fredda stanza dalle pareti bianche. Sbatté le palpebre e tornò al presente. Non era il momento di pensare al passato, aveva un compito da portare a termine. Non gli piaceva vedere quel piccolo animale dagli occhi enormi richiuso in una gabbia, ma non disse nulla al riguardo, astenendosi persino dal rispondere alla domanda della Lancaster e dall'ascoltare le risposte degli altri. Questa emozione la conosco. Si chiama fastidio. La sentiva, la stava provando, eppure, l'espressione sul suo volto, non cambiò di una virgola. Forse non era abbastanza forte. Non aveva il tempo per analizzare tutta quella situazione, era tempo di passare all'azione. Erano anche i primi a partire. Si assicurò che la sua partner fosse pronta, poi, con sicurezza, entrò all'interno del recinto che, questa volta, aveva assunto la forma di un labirinto pieno di rovi, simile a quello del Torneo Tremaghi. La luna splendeva alta nel cielo, luminosa e rassicurante, al contrario dei rumori che si udivano in lontananza. Aiden stese le labbra, divertito da quella situazione. Dovevano risolvere un'enigma: trovare il Mooncalf e una via d'uscita visto che, l'arco da cui erano entrati, non c'era più. Applicando la regola del wall-following, poggiò la mano alla parete coperta di rovi e arbusti e allungò l'altro verso la grifondoro. Solitamente avrebbe mantenuto le distanze, ma per non perdersi la cosa più logica da fare era stabilire un contatto. «Potremmo perderci.»Nel caso, le fornì anche una spiegazione. La scelta era sua. Poco dopo, continuarono ad avanzare in silenzio senza una destinazione precisa. Camminarono per un po', svoltarono due volte a destra e una a sinistra, seguendo il muro. D' un tratto, vide qualcosa muoversi davanti a loro. «Forse è lui» Sussurrò a bassa voce alla sua compagna. Insieme, si avvicinarono lentamente all'obiettivo, peccato che Aiden, non volendo, calpestò i rami di una pianta che aveva tutta l'aria di essere il Tranello del Diavolo. E infatti, subito dopo, i suoi viscidi rampicanti si strinsero attorno alle sue gambe. Non si mosse, non parlò, non fece niente, si limitò ad alzare la bacchetta per generare un fascio di luce ma Kynthia fu più rapida. «Così hai saldato il tuo debito.» Provò a scherzare. Non sapeva se ci era riuscito. Vabbè, pazienza, andiamo avanti. Ripresero a camminare, ma il buio insieme alla foschia che aleggiava nell'aria non erano proprio le condizioni ideali per vedere una creatura che, al minimo sentore di pericolo, scappava via. Cosa potevano fare? Non c'era un incantesimo, a parte il Lumos, che potesse migliorare la loro visuale? Non ebbe neanche il tempo di formulare quel pensiero che Kynthia risolse il problema. Voltò meccanicamente il capo verso di lei e la fissò. «Devo imparare anche io questo incantesimo, mi piace.» Senza aggiungere altro e con la mano ancora poggiata alla parete, Aiden avanzò, deciso, verso il centro del labirinto finché non giunse ad uno spiazzo con una grossa roccia in mezzo. Poco distante, il Mooncalf osservava malinconicamente la luna. Che aveva? Gli mancava sua madre, per caso? Se era così, non poteva capirlo. Lui, della sua, non ne aveva mai sentito la mancanza, non sapeva nemmeno chi era la donna che lo aveva messo al mondo. Ma andava bene così, la sua scelta l'aveva fatta e Aiden l'avrebbe rispettata. Però non doveva tornare da lui, per quanto gli riguardava era morta nel momento stesso in cui l'aveva lasciato davanti alle porte di quell'inferno. «Giù.» Nel modo più silenzioso possibile, si stesero per terra e, lenti, iniziarono a strisciare verso la creatura che, ignara, continuava a fissare il satellite. Non voglio metterla nel sacco, dev'esserci un altro modo...Ah sì, giusto. Ora ricordo. Stese il braccio e con voce decisa pronunciò: «Imaginem.» Accanto al Mooncraft apparvero delle proiezioni dei suoi simili. Non appena li vide, iniziò ad eseguire una complicata danza sulle zampe posteriori. Era uno spettacolo meraviglioso, quasi si incantò a guardarlo. Le creature erano davvero affascinanti, tutte, non solo i serpenti. Si scambiò uno sguardo di intesa con la ragazza che aveva di fianco prima di strisciare come una lumaca verso quel piccolo animale così simile ad un vitello. Questo fu quello che fece lui, almeno, visto che Kynthia si era appena alzata in piedi per mettere nel sacco, anzi no, per far lievitare il povero malcapitato. A quel punto, si alzò anche lui, guardandolo mentre si dimenava a mezz'aria. C'era qualcosa che non andava. «Portiamolo fuori di qui, non gli piace questo posto.» O, forse, a non piacergli erano proprio loro. Aveva i suoi dubbi a riguardo; prima l'Occamy e adesso il Mooncraf, qual era il collegamento tra loro?



    Aiden Walker, III anno, serpeverde
    Interagisce con Kynthia. Insieme sono i primi ad andare nel labirinto. Prima si imbattono nell'Tranello del Diavolo che carinamente inizia a stritolare le sue gambe, viene, però, salvato dalla sua compagna che lancia un altro incantesimo per vedere meglio di notte. Camminano ancora, poi arrivano dove sta la pietra. Davanti ci sta il Moon. A quel punto, Aiden lancia un imaginem per trarlo in inganno, si avvicinano e poi Ky lo fa fluttuare in aria . Lui, intanto, fa le sue congetture e.e


    Edited by Aiden; - 25/1/2024, 00:06
     
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30 replies since 2/1/2024, 10:12   881 views
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