Lezione di Cura delle Creature Magiche A.S. 2023/2024

Ammessi tutti gli studenti fino al IV anno

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  1. aquamärine
     
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    L'umiliazione è bruciante. L'ultima cosa che mi aspettavo era di finire pietrificata dalla paura e alla totale mercé di un occamy imbestialito; avrebbe potuto uccidermi, smembrarmi o divorarmi ed io non avrei mosso un muscolo per difendermi. Neanche il fuoco s'è presentato, il che mi lascia pensare. Cos'ho che non va?
    Pur essendo consapevole del mio limite in quanto a coraggio, ho sempre creduto che con un pizzico di furbizia e di conoscenza sarei stata capace di tirarmi fuori dai guai; il più delle volte, almeno. Invece alla prima occasione utile ho dimostrato l'esatto contrario. Proprio con la Lancaster, poi, che non perde occasione per sottolineare sbagli e debolezze davanti a tutti. Maledizione. Mentre raggiungo l'uscita fianco al fianco con il Grifondoro, stringendo tra le braccia l'uovo d'oro, è proprio a lei che penso; al momento in cui ci troveremo l'una di fronte all'altra, i compagni a fare da spettatori della mia disfatta accademica. Potranno anche non avere assistito direttamente ma lo sapranno, perché sarà lei a dirlo. Sei stata bravissima prima, senza di te non avremmo mai trovato il nido la voce è lontana, capisco a malapena quello che dice. Sono ancora stordita da ciò che ho vissuto, intenso come lo strano e iper realistico sogno di Halloween dell'anno scorso.
    « Cosa? » non credo fosse qualcosa di cattivo perché quando lo guardo la sua faccia non me lo trasmette, ma ormai siamo fuori e non c'è più tempo per approfondire. Tuttavia mi sento un po' meno ostile nei suoi confronti.

    Consegnato l'uovo, è pallida come la morte che ascolto il commento della professoressa sulla mia performance. Effettivamente non dice nulla di particolare, non fa riferimento al fatto che sia rimasta inerme di fronte a una minaccia vera e tanto meno infierisce sul mio colorito cadaverico, ma io la vivo come una sconfitta. Dentro sento davvero ardere le fiamme dell'inferno. Detesto non essere la migliore, detesto non spiccare.
    Abbasso lo sguardo ed incasso giurando a me stessa che questa è stata l'ultima volta; una promessa che, per una (in)giusta legge karmica, trova immediatamente la strada per compiersi: ci tocca rientrare nello spazio magico di simulazione per una nuova prova. Sembra quasi un accanimento, potrei prenderla sul personale. Guardo allora di fianco, scocciata, incrociando la sagoma del grifondoro che mi ha accompagnato prima e mi domando: se prima abbiamo seriamente rischiato la vita per un uovo, cos'altro di diabolico e pericoloso avrà escogitato la sadica professoressa? La Lancaster avvicina una gabbia, nascosta da un telo, che cela una delle più tenere creature che conosco: un Mooncalf. Diciamo che la sua vista funziona come un video di gattini nei momenti tristi: è rincuorante. Lo guardo meravigliata, attratta dalla sua figura oggettivamente dolce e dai suoi lineamenti particolari, mentre gli altri spiegano le sue caratteristiche; addirittura sorrido osservando la lucentezza dei suoi grandi occhi e le sue orecchiette prima di spegnermi all'istante. Non vorrà liberarlo dentro quella specie di foresta infestata da qualche predatore, riservando a noi il compito di condurlo in salvo? Avanzo di mezzo passo quando apre la gabbia e lo lascia andare via, terrorizzato, oltre l'ingresso.

    Appena Aiden e Kynthia fanno ritorno, mi muovo d'impulso senza aspettare Kai.
    « Tocca a noi, andiamo » gli dico sbrigativa. Sono proiettata sui risultati da portare a casa, su quella che a tutti gli effetti è una rivalsa. (Soprattutto devo capire se davvero il Mooncalf è in pericolo, là dentro). Passo di fianco a Grace e Rain e mormoro un ci vediamo dopo, rivolto alla Grifondoro, prima di inoltrarmi nel nuovo, misterioso progetto.

    So che il muro di rovi e foglie si chiuderà alle nostre spalle quando saremo dentro - l'ho visto succedere con la prima coppia - ma non posso evitare di voltarmi quando accade, per il rumore e per l'intimo disagio che naturalmente provo. Mi fa sentire in trappola. Impugno subito la bacchetta, sentendola vibrare sotto di me per l'emozione e il desiderio di dimostrare di cosa siamo capaci, e ne accendo la punta con decisione. Qui dentro è buio: un secondo fa era mezzogiorno, ora sembra mezzanotte.
    « Lumos » e così, facendo luce sull'ambiente che ci circonda, scopriamo di trovarci in un vero e proprio... labirinto.
    « Fantastico. » inarco scettica un sopracciglio prima di rivolgermi a Kai.
    « Come te la cavi con i labirinti? » io discretamente. Sono stata in un solo labirinto, nel 2002 più o meno, quello di casa Croft e mi ci sono voluti due giorni per memorizzare il percorso andata/ritorno - soprattutto riuscire a completarlo nei tempi previsti per scoprire il passaggio segreto. Finivo sempre col perdermi. Questo, però, non credo sia un aneddoto da tirare fuori: ne va della mia immagine di strega, dopotutto. L'unica cosa che ricordo è la regola della sinistra: di girare sempre a sinistra (o a destra, non credo faccia differenza) toccando la parete con una mano per non perdere l'orientamento finché non si trova l'uscita. Ma non ha senso, senza il Mooncalf.
    « So che se manteniamo sempre la sinistra, tenendo il contatto con la parete per non perdere l'orientamento, sarà più facile trovare l'uscita. La speranza è quella di trovare il Mooncalf senza inoltrarci troppo nel labirinto... » corrugo la fronte, pensierosa, prima di guardare in alto verso il cielo scuro e far cenno al mio compagno di proseguire. Il piccolo Mooncalf potrebbe essere in pericolo! Allungo quindi la mano verso la parete alla mia sinistra, dimentica che questa sia in parte costituita da rovi: la conseguenza è che mi pungo e poi graffio la mano nel ritrarla di scatto; me ne lamento, perché del tutto inaspettato.
    « Argh! Accidenti! » Com'è che non me ne va una giusta? Questa prova vuole proprio vedermi a terra e sanguinante! La stringo nell'altra, senza avere modo di illuminarla a dovere e capire cosa sia successo, e incasso nelle spalle.
    « Siamo ancora all'inizio e già mi sono fatta male, prima ho rischiato di morire. Inizio a credere che la Lancaster voglia farmi fuori! Col dovuto rispetto » la professoressa è una spettatrice nell'ombra, non ce lo dimentichiamo, e la mia nient'altro che una banale lamentela. Non si può negare però che ultimamente al castello sembri essere diventata una moda quella di morire. L'ultima vittima? La Lovecraft. Siamo ancora tutti basiti, in Sala Grande a cena non si parla d'altro.
    A smorzare un po' il tono terrifico di questa lezione di cura delle creature magiche ci pensa Kai, con un gesto del tutto inatteso. Mi porge una cuffietta e mi invoglia a prenderla; inarco il sopracciglio un po' scettica, guardando prima l'oggetto piccolissimo e poi il suo volto, prima di accettare: credo voglia risollevarmi il morale, a modo suo e senza parole che forse peggiorerebbero solo le cose, ed io confesso di averne davvero bisogno. La indosso e avvio la riproduzione senza star lì a scegliere, lasciando che tutta la mia perplessità si palesi man mano che la canzone va avanti. Non per dire ma la sua persona, la sua apparenza, mi ispirava tutt'altro. Di certo non una canzoncina così tanto orecchiabile, simpatica ed infantile.
    « Davvero ascolti questa roba? » lo sguardo mezzo divertito. Tocco ancora un po' la mano, ora fasciata con un incantesimo molto utile, e riprendiamo la marcia.

    Camminiamo per lo più stando in silenzio, io non sono granché loquace e lui sembra viaggiare sulla stessa frequenza. Tuttavia dopo un po' gli faccio una domanda che riguarda proprio la cena di Natale con crimine.
    « C'eri anche tu la sera di Natale, quando è morta la Lovecraft, non è vero? » tra Prefetti le notizie girano veloci. Continuo ad illuminare il sentiero, stando bene attenta a sfiorare appena la parete sinistra. Io ero ad Hogsmeade, invece, a pulire tavoli e vomito ma anche questa informazione la tengo per me. Ormai non so più dove siamo né quanto ci siamo allontanati dall'ingresso ma all'improvviso non è più importante: allungo il braccio verso la fine del corridoio perché ho visto un'ombra muoversi.
    « E' lui! Andiamo Kai » e avanzo il passo nella direzione presa dall'ombra che ho visto. Dubito che un approccio simile possa essere però risolutivo: il Mooncalf in questione è alterato e spaventato, se capisse d'essere inseguito non farebbe altro che continuare a scappare rendendo lo scopo di questa missione più lungo e difficile di quel che in realtà dovrebbe essere. Infatti rallento fino a fermarmi.
    « Così non va... se lo rincorressimo, continuerebbe a fuggire. Dovremmo attirarlo, ma in che modo? Cibo? Beh, potrebbe essere un'idea: chi può resistere al richiamo del cibo. » faccio spallucce, voltandomi a guardare di nuovo il corridoio deserto del labirinto. Il problema è che io non ho niente da offrirgli, magari il Grifondoro invece...
    In qualche maniera, comunque, riusciamo ad ottenere un sandwich e riprendiamo la ricerca del Mooncalf.
    « Il fatto è che scappa solo al vederci... Potremmo usare un Wingardium Leviosa per fermarlo e poi, solo poi, cercare di tranquillizzarlo offrendogli del cibo. Nel migliore dei casi potrebbe scegliere spontaneamente di seguirci... Nel peggiore... » così è. Non camminiamo ancora molto, né giriamo a vuoto lungo i corridoi del labirinto, prima di vederlo di nuovo: lui sembra non averci percepiti visto che siamo piuttosto distanti, così dopo aver spento la punta della mia bacchetta faccio cenno a Kai di fermarsi. Punto alla creatura e sottovoce pronuncio:
    « Wingardium leviosa » credo di poterlo ufficialmente annoverare tra i comfort spells. La dolcissima creatura muove le sue zampette mentre viene sollevata dal freddo terriccio; immagino i suoi occhi, rotondi proprio come la luna piena, guardarsi intorno spaesati e impauriti per l'improvviso cambiamento e desidero per istinto di rincuorarlo e fargli capire che va tutto bene. Senza perdere il contatto visivo mi avvicino a lui, quasi innamorata.
    « Hei. Tranquillo, non siamo qui per farti del male. Ti va un... po' di sandwich? » ho lasciato il sandwich a Kai, che fine ha fatto?

    ––––––
    scheda | mailbox | memo


    Victoria Crain, terzo anno serpeverde

    Interagisce principalmente con Yuki, citati tutti gli altri.

    La prima parte è una conseguenza/risposta al commento della professoressa.

    Nella seconda, un po' preoccupata per le sorti del mooncalf, entra nel labirinto motivata a trovarlo e tranquillizzarlo. Nota importante: si ferisce alla mano sinistra per avere toccato i rovi, riesce a bendarsi e a continuare.
    Cercano la creatura con un obiettivo, ovvero quello di sollevarlo con un wingardium leviosa prima di tranquillizzarlo con del cibo (un sandwich che potrebbe avere kai come anche evocato con un accio o un generico incantesimo di evocazione.) e fare in modo che li segua con le buone verso l'uscita. Non mi sono spinta oltre ma, dopo, per ritrovare l'uscita seguirebbe la regola della sinistra spiegata a Yuki (di cui sbaglia ufficialmente il nome).

    Se qualcosa non dovesse andare bene, fate un fischio che modifico.
     
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30 replies since 2/1/2024, 10:12   881 views
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