I will follow you into the dark

Nathan.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. -Nox-
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★★

    Group
    Grifondoro
    Posts
    857

    Status
    i'm sleeping

    Nathan Knox | III | Grifondoro


    3e73227d0f81dd16c3f27495effd8bba
    Rain era una stronza. O meglio, faceva la stronza, ed era ben diverso. Lo sapeva, era stata proprio lei a metterlo a parte di quel suo modo di fare per non permettere a nessuno di avvicinarsi abbastanza da scorgere cosa nascondesse sotto quell'armatura di indifferenza e sdegno verso il prossimo, ma mai, prima di quel falò, era ricorsa a quell'espediente con lui -Non lo negherò- l'accenno di un sorriso si disegnò sulle labbra del biondino che, seppur aveva faticato a farsi passare quel fastidio, era riuscito a gettarsi quella storia alle spalle fidandosi delle parole dell'ammaliante ragazza a cui, aveva scoperto, era facile far perdere le staffe e farla tornare alle vecchie abitudini -Anche se non ho capito il perché- era sempre andato tutto bene, anzi, più che bene. Poi, quel colpo basso che non capiva da cosa fosse dovuto che lo aveva lasciato interdetto e infastidito come un bambino che non riceve le giuste attenzioni. Ci aveva ripensato più volte di quanto gli piacesse ammettere e, alla fine, era riuscito a trovare solo una motivazione plausibile per quanto assurda fosse secondo lui -Senti, non è che eri gelosa?- sollevò le sopracciglia, ora divertito da quel paradosso. Tuttavia il divertimento passò in secondo piano quando si andò a toccare l'argomento che più gli premeva da quando aveva parlato con Grace quel pomeriggio alla torre: Dragonov. Il seme del dubbio era stato piantato in lui ed era cresciuto indisturbato senza aver mai trovato il coraggio di rivelare alla ragazza quelli che erano i suoi timori ma, solo perché non ne parlava, non voleva dire che non vi fossero. Dire che lui e il bestione di Serpeverde fossero simili sarebbe stata una bella cavolata, nulla avevano in comune tranne quell'ascendente che una certa rossa aveva su di loro e, per la cronaca, a Nathan andava bene così. Lo aveva osservato in giro per il castello quando ne aveva avuta l'occasione, sempre arcigno, sempre musone tranne quando riusciva a farsi spuntare qualche ghigno beffardo sul viso. Non poteva dire gli facesse simpatia, con la sua faccia arcigna ed imbronciata, soprattutto ora che era a conoscenza di quel passato nemmeno troppo lontano in cui si divertiva a fare bisboccia sotto la doccia con la ragazza per cui, ormai era innegabile, provava dei sentimenti. Per lui, oramai, riusciva solo a provare fastidio ed astio ingiustificati, senza nemmeno conoscerlo e senza che ci fosse interesse nel farlo, solo per quella gelosia nata dall'insicurezza che faceva parte del suo essere e che dubitava, nonostante tutto quello che Rain potesse dirgli, sarebbe mai passata. Non era mai stato un presuntuoso o un arrogante, uno di quei ragazzi sicuri di sé che se la cantavano e se la suonavano da soli, così convinti di essere i migliori da risultare, infine, solo ridicoli. A volte li invidiava, avrebbe voluto avere quell'ingenuità per potersi dichiarare meglio di altri, avrebbe vissuto sicuramente meglio, come uno sciocco ignaro del mondo intorno a loro, più tranquillo, con meno paranoie. Invece era un pensatore seriale, si faceva mille problemi anche quando non ce n'era bisogno e finiva sempre per non sentirsi mai all'altezza. Persino in quel momento, davanti a quella ragazza dall'animo libero, non capiva perché stesse scegliendo lui quando avrebbe potuto avere chiunque in quel fin troppo popolato castello. Ma lo stava facendo, sceglieva lui invece che quello strano rapporto libertino che aveva condiviso fino a quel momento con quella montagna umana. Che poi, come faceva ad essere così grosso? Era forse incrociato con un gigante? Condivideva il DNA di un minotauro? Era cresciuto ad omogenizzati e steroidi? O cosa? Che vita ingiusta.
    -Un problema no, certo non faccio i salti di gioia, ma non arriverei mai a dirti di chi essere o non essere amica- geloso si, possessivo no. Era abbastanza evoluto da ripudiare qualsiasi comportamento tossico, non avrebbe mai nascosto Rain dietro ad una teca di vetro come fosse un suo oggetto, da tenere lontano da chiunque, nonostante avrebbe voluto farlo per proteggerla da altro schifo che la vita avrebbe potuto gettarle addosso. Non era la vita che la serpe avrebbe voluto, né quella che si sarebbe meritata. Il suo spirito libero sarebbe dovuto rimanere tale, restare con lui doveva essere una sua scelta, e di nessun altro -E poi è così raro sentirti parlare di amici, dato che tieni tutti a distanza, qualcosa di positivo dovrà pur averla.. ma non voglio sapere cosa!- serrò gli occhi mentre le immagini peggiori a cui potesse pensare gli si palesarono davanti agli occhi. Maledetti pensieri intrusivi e fervida immaginazione. No, non voleva sapere quali erano questi aspetti di Dragonov tanto apprezzabili da fargli meritare un posto tra le rare persone degne di considerazione per la rossa. Era già un conforto sapere che era disposta a cambiare i paradigmi di quel rapporto, era molto più di quanto si sarebbe aspettato.
    Le sorprese sembravano non voler finire e, ancora una volta, la Scamander riuscì a sorprenderlo. Quella stanza era un piccolo tesoro segreto, un luogo che in pochi avrebbero potuto osservare. Chissà in quanti, prima di loro, avevano messo piede in quello spazio nascosto, protetto, e lui era uno di quei privilegiati. Vagò per la stanza osservandone gli spazi e l'arredamento essenziale, in un posto del genere non serviva altro, quando i suoi occhi tornarono a soffermarsi sulla figura della ragazza che, rimasta in disparte, se la ghignava nell'osservare la reazione di lui. Doveva esserle sembrato un bambino in un parcogiochi.
    -Pagherò- sorrise appena prima di ricambiare quel bacio, stringendole le braccia attorno alla vita e limitandosi ad ascoltare il racconto di come, una giovane avventuriera dai capelli color del fuoco, era riuscita a scoprire un luogo così singolare e, a suo modo, magico “L’ho scoperto insieme a una persona che non è più tra noi” panico. Semplice e chiaro, era proprio quella la sensazione che traspariva dagli occhi chiari e ora leggermente sgranati del biondino che, boccheggiando, cercava qualcosa da dire che fosse adatto. Possibile che quella ragazza fosse circondata da perdite? Morte e disperazione sembravano inseguirla come se si divertissero a darle il tormento e, lui, da bravo incapace non sapeva trovare le parole adatte per consolarla. Forse la ragazza lo notò, tutta quella preoccupazione disegnata sul volto del Grifondoro non era stata ben mascherata, e fu abbastanza rapida da spiegare bene la situazione così che lui potesse trarre un sospiro di sollievo -Merlino, vuoi farmi venire un infarto?- sorrise sollevato della non morte della persona di cui stava parlando, anche se una partenza era pur sempre una perdita. Magari sentiva la sua mancanza, magari era un argomento delicato -Tu, in giro per il castello in cerca di avventure- sollevò un sopracciglio che svettò sul suo sguardo beffardo -Molto “Grifondoro” come cosa- in un certo senso si sentì fiero di lei, quasi quel modo di fare gliela facesse sentire ancora più vicina -Ti andrebbe di rifarlo? Potrebbero esserci altre stanze del genere!- in più, lui, sarebbe rimasto. Pazza era pazza, era un dato di fatto, ma non era sempre un male. Quel lampo di follia che intravedeva in Rain non era altro che la sua totale libertà nel suo modo di fare e di porsi, il suo modo di vivere senza freni totalmente opposto rispetto a quello del rosso-oro che, invece, aveva fatto del frenarsi la sua principale caratteristica -No, non credo tu nasconda qualcosa di bello. Ne sono sicuro- ne aveva la certezza perché era stata lei a mostrarlo. Per motivi inspiegabili, forse una strana combinazione, forse fortuna, forse destino, lei si era aperta con lui mostrandogli com'era davvero, dietro quella maschera di sarcasmo e pungente acidità, dietro la sua lingua serpentina che usava come arma per non permettere a nessuno di scorgere cosa nascondesse all'interno, per non rischiare che qualcuno percepisse quella fragilità che, invece, l'avvolgeva come una coperta. Era certo che vi fossero tante altre sfaccettature della ragazza di cui, ancora, non era a conoscenza, ma non aveva fretta. Avrebbe scoperto ogni lato di lei, poco alla volta, quando lei avrebbe deciso di mostrarlo, fiducioso che, presto o tardi, lo avrebbe fatto -Beccato! Lo ammetto, a volte è proprio divertente- non che apprezzasse quando diventava crudele con gli altri senza alcuna ragione apparente, ma la velocità con cui sembrava trovare una risposta a tutto, così piccata e serpentina, era a suo modo ammirevole. Portò il braccio sullo schienale del divano, poggiandovi contro il capo voltando il busto verso la ragazza per osservarla -Sono uno stronzo se dico che non vorrei condividerti?- onesto, non gli costò alcuno sforzo quell'ammissione sincera. Non gli andava che le confidenze che faceva a lui venissero fatte ad altre persone, era bello potersi sentire speciale in un certo qual senso, ai suoi occhi, quasi fosse lui l'unico meritevole di tale privilegio. Un po' infantile, per niente realista, ed era pure un controsenso perché in realtà gli avrebbe fatto anche piacere vederla sfilarsi l'armatura e vivere i rapporti in modo sereno, come qualunque persona della loro età avrebbe dovuto fare -Mi piace che con me sei diversa rispetto a come ti mostri agli altri. Immagino questo mi renda un egoista- con la mancina andò a sistemarle dei capelli fuori posto, soffermandosi poi a sfiorarle il volto con la punta delle dita -Mi fai venire voglia di essere egoista- se quello fosse un bene o meno non era dato saperlo. Nella sua testa, era solo la riprova che teneva davvero a lei, abbastanza da temere che qualcuno potesse portarla via da lui.

     
    .
9 replies since 7/12/2023, 02:40   330 views
  Share  
.
Top