I will follow you into the dark

Nathan.

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  1. -Nox-
     
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    Nathan Knox | III | Grifondoro


    SidZF
    Più voleva non pensarci e più quel pensiero tornava, martellante, come un picchio che tamburellava il suo becco sul tronco di un albero. Sempre lì, costante, ai confini dei suoi pensieri che da giorni ormai lo tormentavano ogni volta che si trovava solo per abbastanza tempo da permettere ai pensieri di tornare sull'argomento. Fino all'inizio della scuola tutto sembrava stesse andando per il meglio, nonostante il senso di colpa che si presentava ogni qualvolta il suo cuore si sentisse più leggero, per la prima volta dopo molto tempo si era sentito felice. Nonostante quello che aveva perso, una famiglia, ciò che aveva trovato lo aveva riscaldato, riempito di sensazioni positive. Degli amici, un tetto sulla testa, un posto in cui tornare, un posto a cui appartenere, una ragazza che no, non era la sua ragazza, ma fino quel momento aveva pensato che la cosa non avesse importanza. In effetti, non aveva mai creduto che fosse rilevante darsi degli appellativi, stabilire a parole ciò che erano, ma nessun dubbio gli si era mai presentato a rovinare quel momentaneo idillio che stava vivendo. Questo, almeno, fino a quando non tornò ad Hogwarts. Avrebbe mentito se avesse detto che, ora, le cose stavano andando male per lui, anzi, tutto era perfetto, tutto progrediva senza intoppo alcuno ma, meschini, alcuni dubbi si erano insinuati in lui stringendogli il petto tra le spire soffocanti dell'ignoranza, del non sapere, lasciandolo a galleggiare inerme in quel lago di insicurezze che ora percepiva alle sue spalle. Prima Victoria, poi Grace, avevano contribuito a far nascere in lui il dubbio che, per Rain, non fosse altro che una frequentazione come tante altre che avrebbe potuto intrattenere. In effetti, mai si era parlato di esclusiva, forse perché per lui sarebbe stato assurdo pensare di frequentare qualcuno che non fosse lei in quel momento, ma non poteva essere certo che per la Serpeverde fosse lo stesso, e non avrebbe nemmeno potuto né voluto farle una colpa se, in effetti, oltre a lui avesse dedicato le sue attenzioni ad altri. Possibile che la capisse pure, per quanto non gli facesse affatto piacere, e il ricordo di lei e Aiden, mano nella mano, per quando avesse capito che non era quello che aveva creduto, gli aveva fatto intendere quanto sarebbe stato semplice, per la rossa, trovare qualcun altro. Cos'avrebbe dovuto fare lui, questo, non lo sapeva: parlarne con lei sarebbe sembrata la scelta migliore, anche se temeva che questo potesse risultare come un impegno a cui la ragazza non era pronta, aveva già i suoi problemi a cui pensare e sembrava meschino aggiungere le preoccupazioni del Grifondoro al carico. Frequentare altre ragazze? Impensabile per lui che, ogni volta che entrava in una stanza, finiva per cercarla tra la folla senza nemmeno rendersene conto, finendo per trovarla vuota ogni volta in cui non la trovava, non importava quante altre persone vi si potevano contare. Dubbi su dubbi, domande su domande, tutte cose per cui Halley lo avrebbe preso a bacchettate sulle dita se avesse saputo quale fosse la natura dei suoi pensieri invece di concentrarsi sugli allenamenti. Scese dalla scopa scambiando i soliti convenevoli con i compagni e, stanco, si incamminò vero gli spogliatoi dove lasciò che l'acqua calda gli scorresse addosso portandosi via fatica e stanchezza, ma i pensieri no, quelli rimasero esattamente al loro posto.
    -Andate pure, arrivo tra poco!- il tempo, nemico infame, era passato senza che ne avesse coscienza, lasciandolo ora solo nel suo tormento in uno spogliatoio ormai deserto in cui si rivestì di tutto punto e libero, in un certo senso, che il suo volto esprimesse al meglio ciò che erano le sue sensazioni. Si passò una mano sugli occhi chiari, ancora spossato, e finalmente si incamminò lungo il viale che riuscì ad infreddolirlo nel suo tragitto verso l'ingresso del castello
    -Ma che..- colto di sorpresa, abbassò lo sguardo prima sulle braccia che gli circondarono la vita e, solo in seguito, tentò di vedere chi si nascondesse dietro la sua schiena, non riuscendo a vederla in viso, ma finendo comunque per cogliere, con la coda dell'occhio, una folta chioma fulva che avrebbe riconosciuto tra mille
    -Ciao anche a te- sorrise mentre si chinava per lasciare che un bacio venisse depositato sulla sua guancia. Seguirla venne naturale, fidandosi dell'istinto che nemmeno lontanamente gli suggeriva che potesse finire in qualche pasticcio, ma comunque curioso di capire cos'avesse escogitato la sua mente contorta. Non fece domande, immaginando che non avrebbe ricevuto risposte, non esaustive per lo meno, limitandosi a seguirla stringendo la piccola mano della ragazza nella sua e lasciandosi guidare, osservandola di spalle con un mezzo sorriso, senza fare caso a come quei pensieri che poco prima lo stavano ammorbando, ora, non sembrassero più nemmeno suoi, dimenticati, pronti a saltar fuori al primo momento in cui le loro strade si fossero separate per tornare ai rispettivi dormitori. Si fermarono davanti ad una delle innumerevoli porte di quel luogo e, impaziente, allungò il collo per osservare l'interno non appena questa venne spalancata
    -Ah- la delusione lampante lasciò presto il posto ad un sorriso forzato -Voglio dire: un'aula! Che bello!- cercò di sembrare entusiasta ma la cosa era pressoché impossibile -Sei finita in punizione e vuoi che ti aiuti a ripulirla?- sollevò le sopracciglia facendo vagare lo sguardo sulla polvere che, come un manto immobile, preservava e nascondeva i colori dei mobili al di sotto. Con un braccio le circondò la vita sottile mentre, con l'altra mano, le scostava i capelli dal volto mentre le loro labbra si sfioravano, facendogli desiderare non interrompere quel contatto seppur leggero e delicato -Mi sei mancata anche tu- sorrise ancora, questa volta sincero, unendo di nuovo le labbra a quelle vermiglie di lei senza approfondire troppo quel gesto, senza rendere volgare quel momento in cui poteva sentirla sua -E hai scelto un'aula impolverata- ridacchiò, comunque lusingato che avesse scelto lui tra tutti -Non che mi lamenti, eh, apprezzo comunque il pensiero- scherzò lui esitando sul lasciarla andare ma non potendo fare altrimenti quando, seguendo lo sguardo della bella verde-argento, i suoi occhi incontrarono niente di meno che.. -Un armadio- constatazione sciocca -Cioè si, bello- corrucciò le sopracciglia avvicinandosi all'oggetto e scrutandolo più da vicino. Con le nocche della mano dominante batté un paio di colpi sul fianco dell'imponente scaffale -Ottima foggia, credo. Brava- con la mancina andò a fare un delicato pat-pat sulla testa rossa della Scamander, continuando a tenere gli occhi cerulei sull'armadio da cui ora si innalzava una piccola nuvoletta polverosa a seguito del suo bussare -Rain.. Perché stiamo guardando un armadio?-

     
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