Million reasons

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  1. -Nox-
     
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    Nathan Knox | III | Grifondoro


    Sibe9
    A volte erano proprio i guai a cercare lui, non sapeva come o perché, ma sembrava proprio che ad ogni passo vi fosse in agguato qualche calamità pronto a coglierlo in fallo. Era da un po' che ci pensava, ma aveva come l'impressione di essersi soffermato fin troppo ad attendere questo guaio, questo qualcosa, che oramai si presentava ad ogni occasione come un vecchio amico: che fosse la morte di qualcuno, un incontro strano o uno fortunato. Per quanto fosse confortante trovare la certezza dell'ignoto che questo avrebbe rappresentato, Nathan era anche molto stanco. Stava sprecando la sua vita in attesa, tergiversando senza mai agire in prima persona e preparandosi solo a reagire a ciò che il fato avrebbe avuto in serbo per lui. Che stava facendo? Spettatore passivo dei suoi anni migliori, se li sarebbe visti scorrere davanti agli occhi senza mai far sentire la sua voce che, pur se nascosta, sapeva di avere. Calmo, tranquillo, pacato, sempre cordiale con tutti finché avesse potuto, erano caratteristiche avrebbero sempre fatto parte di lui e gli stava pure bene, ma sapeva che c'era anche dell'altro, una parte di lui che non era ancora riuscito a lasciare andare, che nemmeno vedeva, e che avrebbe tanto voluto venisse fuori per conoscersi meglio. Posò gli occhi cerulei sulla figura minuta della sua compagna scuotendo la testa e ridacchiando di quel suo fare teatrale. La invidiava. Immaginava che anche Grace avesse le sue insicurezze, come tutti d'altronde, dubbi e domande che si poneva da sola e che le arrovellavano la testa, ma non lo dava mai a vedere. Era sempre allegra e vitale, coinvolgente, non restava in panchina a crogiolarsi nei suoi pensieri. Correva il rischio, si lanciava, sbagliava e rimediava, cambiava strada e trovava la sua, lui avrebbe potuto dire lo stesso? No. Avrebbe voluto, questo si, solo che non sapeva come si faceva.
    -Te lo giuro, Grace!- il volto dubbioso della ragazza era lecito, sotto quella torre non vi era nulla oltre al verde prato che stava già perdendo d'intensità, pronto a venir coperto dal bianco manto innevato che era solito invadere i territori del castello ad ogni inverno -Mi è scivolato e poi, beh, è sparito!- portò la mano destra sul cuore, quasi a giurare che stesse dicendo il vero mentre, con la sinistra, indicava di nuovo fuori dal cornicione dove la biondina aveva già controllato. Inspiegabile come ci fossero persone pronte a sgraffignare persino un libro di scuola, come se loro non ne avessero, degli sciacalli in tutto e per tutto.
    -Non sono così masochista, li evito proprio questi discorsi con lei- parlare di Quidditch con Halley era come darsi la zappa sui piedi da solo. Non sapeva dire perché ne fosse diventata così ossessionata, o almeno questa era l'impressione che ne aveva avuto, qualcosa gli diceva che usasse lo sport come paretaio per svagare la mente e alleggerire lo spirito
    -Spero solo che stia bene- l'aveva vista turbata, era sotto gli occhi di tutti che ci fosse qualcosa che disturbava la grifoncina e, se gli allenamenti erano un buon modo per lei per distrarsi allora erano ben accetti, ma nel limite dell'umano consentito. Ormai annaspava per le scale del castello come fosse zoppo, tenendosi persino il fianco a corto di fiato, non era quella la fine che aveva immaginato per lui, troppo giovane per un'esistenza così fisicamente sofferente. La mente era già stata messa fin troppo alla prova, che almeno i muscoli avessero qualche attimo di riposo.
    Ciò che, il rosso-oro, non si sarebbe aspettato, fu la premura con cui Grace tornò a parlare della giornata del falò. Era stata una giornata divertente per certi versi e stressante per altri, aveva incontrato vecchie conoscenze che non vedeva da mesi e ne aveva conosciute di nuove, aveva chiacchierato come un normale ragazzo come aveva sempre voluto essere, almeno fino a quando il suo cuore già mal ridotto non ebbe un fremito nel vedere Rain con qualcun altro. Ricordava bene come la cosa fu un duro colpo, come in un attimo aveva messo indubbio ogni relazione instaurata dal suo arrivo, persino la stessa con Grace, e si sentì un cretino per come poi la stessa Scamander gli aveva spiegato stessero le cose. Non avrebbe saputo dire se la sua fosse stata semplice gelosia o più che altro dispiacere, magari entrambi. Geloso di quella che aveva scambiato per intimità e dispiacere nel vedere sfumato qualcosa di bello, qualcosa a cui, già quell'estate, aveva dato un valore diverso. Erano giovani, non si erano mai dati etichette, persino ora non sapeva cosa fossero, ciononostante, seppur per pochi minuti, si era sentito di nuovo messo da parte senza nemmeno la grazia di averlo informato a priori. Sapeva che la Johnson e Victoria erano amiche, e Nathan si trovava proprio con quest'ultima quando la ragazza dai capelli fiammeggianti aveva fatto la comparsa nel suo campo visivo, era scontato per lui credere che fosse stata lei ad informare Grace del suo evidente disagio e della sua maleducazione per essersi allontanato con Rain, mollando Vic con quel tipo che ora, per lui, appariva come poco raccomandabile. Invece no. Incomprensioni, equivoci, tutto ciò che la Grifondoro aveva chiesto e a cui lui aveva dato la sua versione non erano stati altro che un enorme malinteso.
    -Ma che cosa c'entra Victoria con la tensione che c'è stata al falò?- le sopracciglia si corrucciarono, spontanee, mentre mille dubbi si palesavano dai suoi occhi espressivi. Per tutto il tempo aveva creduto volesse sapere di Rain, dando sfogo a quelle che erano state le sensazioni di quel momento ormai passato, quindi perché la Johnson si riferiva all'altra serpe? Era evidente che gli mancasse un pezzo di quell'intricato passaggio. Le sopracciglia si rilassarono e le spalle si abbassavano mentre Nathan apriva per poi richiudere definitivamente la bocca, stringendo le labbra tra loro, alla reazione di Grace davanti al fatto che fosse Rain la ragazza che aveva baciato. Sapeva che non erano amiche, che non si piacessero proprio, ma quella reazione disgustata non lo lasciò affatto indifferente. Nonostante i pregiudizi, sperava in una reazione diversa. Avrebbe compreso la sorpresa, di certo era qualcosa che la biondina avrebbe non potuto immaginare, ma lo sdegno dimostrato lo ferì.
    “Stai scherzando spero! Sul serio?! Rain?!” abbassò la testa trovando un momentaneo interesse per le pietre che formavano il pavimento. Dall'amica avrebbe desiderato un po' di sostegno, anche se non condivideva la scelta, persino se non si potesse definire esattamente una scelta, non era qualcosa su cui aveva controllo e, Grace più di ogni altro, credeva che sarebbe stata in grado di capire che certe attrazioni nascevano e basta, che non si potevano comandare, a volte, anche quando si era già impegnati con qualcun altro
    Siz2k
    -N-no, non sto scherzando- rialzò il viso questa volta più sicuro, pure se la voce lo tradì, non era giusto chinare il capo come se si vergognasse della Scamander o di quello che poteva provare per lei -Lo so che non la sopporti, sei stata molto chiara, ma nemmeno la conosci. Non come la conosco io almeno- e lui la conosceva? In parte poteva affermare di si, ci sarebbe stato molto altro da scoprire, e la speranza era proprio che la rossa le desse la possibilità. Poi, ecco il tassello mancante che andava a completare quel puzzle mentale che avrebbe collegato ogni puntino. Un'ondata di disagio lo travolse, facendolo arrossire all'istante da capo a piedi, un peperoncino in piena regola mentre sgranava gli occhi per lo stupore davanti quella rivelazione su Vic che lo colse impreparato -Ti prego, dimmi che sei tu che stai scherzando- cieco ed insensibile. Era per questo, quindi, che la ragazza si era innervosita quel famoso pomeriggio? -Io non lo sapevo, dovrei scusarmi? Dovrei parlarle? Grace, che devo fare?- si portò le mani a coprirgli la bocca mentre implorava tacitamente all'amica un aiuto per risolvere una situazione a cui, di certo, non era abituato. Amica che, invece, sembrava non avesse alcuna intenzione a smettere di rigirare il coltello nella piaga
    “Dimmi che scherzi per piacere. Quella va con tutti!” il colorito scemò dalle guance mentre le braccia ricadevano lungo i fianchi. Si voltò puntando lo sguardo verso il panorama che la torre offriva, concentrandosi sulle fronde ondose dei sempreverde che riempivano la Foresta Proibita
    -Mi piace, Grace, cosa ci posso fare? Tu avrai tutti i tuoi motivi per avercela con lei o trovarla odiosa, ma non è quello che vedo io- tornò ad osservare la compagna con un sorriso appena accennato pensando a Rain. Era stata sempre gentile con lui, e divertente, sorprendente e mai banale, di sicuro gli aveva movimentato gli ultimi mesi -Non ti so dire esattamente cosa, magari ci vedo tutto quello che non riesci a vederci tu- e, lo ammetteva, una parte egoista di lui apprezzava anche che fosse così: se era riuscito a scovare nella Serpeverde qualcosa che nessuno aveva scorto, allora voleva dire che vi aveva trovato qualcosa che era solo suo -Non è lo stesso con il tuo Mike? Non che mi sembri un cattivo ragazzo, ma quanti a parte te possono vantarene una conoscenza? Non potrebbero farsi idee sbagliate su di lui come tu te ne fai su di lei?-
    Scoppiò persino a ridere quando la paragonò ad Harris, un paragone assurdo a suo dire. Halley avrebbe avuto bisogno di un trattamento sanitario d'urgenza in psichiatria, e forse anche Grace se credeva che Rain fosse uguale a David
    -É stata la prima persona che ho incontrato quando sono arrivato, abbiamo chiacchierato di tanto in tanto e poi sai, da cosa nasce cosa, e credo di essermi preso una cotta- sorrise apertamente con gli occhi cristallini che luccicavano per quell'ammissione che era la prima volta che veniva fatta ad alta voce. Non raccontò che, da quell'estate, le cose si erano fatte ben più intime di qualche chiacchierata perché rimaneva comunque un cavaliere, ma il sorriso, poco alla volta, cominciò a spegnersi
    -Quella cosa, insomma, quella che va..- con tutti -Quello che hai detto- deglutì a fatica mentre la bocca si prosciugava per il nervoso -Victoria, al falò, credo abbia alluso a qualcosa del genere. Tu, beh, davvero lo pensi?- non si sarebbe perso una virgola mentre, fissandola con occhi da cucciolo bastonato, sperò che la risposta fosse negativa. Pure fosse stata una bugia.

     
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