Million reasons

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  1. -Nox-
     
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    Nathan Knox | III | Grifondoro


    S8Oys
    Aveva sempre avuto un debole per Astronomia, una materia che sapeva non gli sarebbe servita poi a molto nella vita in generale anzi, forse affatto, con i suoi pianeti, le sue mappe del cielo che mai più, uscito da Hogwarts, avrebbe considerato. Lo rassicurava, immaginare la vastità dell'Universo di cui faceva parte lo faceva sentire piccolo e, di conseguenza, i suoi problemi risultavano ancora più infimi e più superabili. Un pensiero scontato come i panettoni dopo Natale, banale, però era vero. La confortevolezza di quei pensieri mediocri lo faceva sentire leggero e, nonostante non fossero una brillante dimostrazione di spiccata fantasia, gli stava bene ugualmente. Gli andava bene risultare convenzionale se questo voleva dire sentirsi un po' più frivolo, nonostante fosse una sensazione passeggera, della durata di una lezione al massimo, prima di tornare al mondo reale dove ogni cosa sembrava un problema insormontabile.
    -Soprattutto da te! Non si sa mai cosa potrebbe venirti in mente- continuò a sorridere per sottolineare che stesse scherzando, ma nemmeno troppo. Grace sapeva essere una sorpresa continua, sempre piena di energie come la sua degna compare, pronta a trascinarlo come aveva sempre fatto con quella sua costante energia che non sapeva dove tirava fuori. Insieme sembravano il nonno pensionato con la nipotina che se lo portava appresso. Doveva tanto a Grace, lei non se ne rendeva nemmeno conto, ma era stata quel pilastro principale che lo aveva tirato fuori da quella depressione che, inesorabile, lo aveva avvolto ed incupito lasciando che si isolasse da tutti annaspando nella solitudine, la voce silenziosa che aveva infranto il silenzio assordante di cui si era circondato, e non aveva avuto ancora l'occasione di ringraziarla come meritasse
    -Lo avevo il libro!- si sporse di nuovo oltre il cornicione osservando il prato al di sotto della torre -Mi è scivolato, tu lo vedi?- strinse di nuovo gli occhi per mettere a fuoco i dettagli sottostanti ma, ancora una volta, non trovò traccia del tomo che, come uno sciocco, aveva lasciato che gli sfuggisse dalle dita per lo spavento -Chi mai ruberebbe un libro di Astronomia?- e perché, soprattutto. Si voltò di scatto verso la biondina con occhi leggermente sgranati temendo che fosse davvero li per portarlo al campo da Quidditch -Dillo che vuoi farmi venire un infarto- si lasciò andare ad un sospiro sollevato, finendo poi per mettersi comodo poggiando le spalle contro la fredda pietra -Ti prego, non dirlo nemmeno per scherzo. Se non vincessimo ci farebbe allenare anche di notte- ma la Jhonson non era li per conto di Halley e, tanto meno, per allenamenti dell'ultimo minuto. No, era li per quello che era successo al falò, premuroso da parte sua, ma anche difficoltoso da spiegare per lui. Aveva ormai appreso che tra la biondina e Rain non corresse buon sangue, proprio per niente, creandogli così quel disagio che gli impediva di parlare all'una dell'altra. Non riusciva a capacitarsi di come, due persone che gli piacevano così tanto, non riuscissero a trovare nessun punto in comune per sotterrare l'ascia di guerra e, chi lo sa, diventare amiche magari. Entrambe caparbie, entrambe forti, in realtà avevano diversi lati in comune nonostante le diversità fossero comunque maggiori. Aveva spesso desiderato poter nominare la Grifoncina in presenza di Rain senza che questa storcesse il suo adorabile naso, così come avrebbe voluto sentirsi libero di parlare della Serpe a Grace, magari rivelandole anche i suoi dubbi e i suoi timori, ma aveva sempre evitato l'argomento. Tra le due, credeva che la Cacciatrice fosse quella che sapesse meno della situazione, non avendole mai rivelato quali fossero i suoi sentimenti per la verde-argento ma, come c'era da aspettarsi, era riuscita a scoprirlo da sola arrivando a preoccuparsi per quello che era successo al falò, mettendo da parte ogni frizione con la rivale, se così si poteva definire, per sincerarsi di come stessero le cose. Dolce da parte sua, o almeno questo era ciò che aveva capito Nathan. Come un abile monologhista, l'americano si dilettò in un breve riassunto degli avvenimenti di quella festa di rientro, sorridendo di se stesso e delle sue insicurezze che erano venute tutte a galla non appena aveva creduto di averla persa. Lei lo fissò, stranita, quasi sorpresa di quella rivelazione, facendogli inclinare la testa di lato confuso per quella reazione
    “Tu e Victoria vi siete baciati?!” Come, scusa? La bocca di Nathan si aprì per lo stupore richiudendosi subito dopo e raccogliendo i pensieri per collegare i puntini che credeva di essersi perso
    -Aspetta, cosa? No!- rizzò la schiena sporgendosi in avanti verso la biondina -Che cosa c'entra Victoria?- più si sforzava e meno capiva, dei tasselli mancavano ad ogni ragionamento che provò a fare ma nulla sembrava tornare
    -Rain, io stavo parlando di Rain- si passò una mano tra i capelli accennando un sorriso impacciato. Per un momento si era sentito sollevato di non dover rivelare quel trasporto che sentiva verso la Serpeverde, come se Grace lo avesse già scoperto, invece eccolo a doverlo ammettere apertamente senza sapere che reazione avrebbe potuto avere lei
    -Non.. non stavi parlando di lei? La tensione nell'aria, non era per lei?- corrucciò le sopracciglia tornando serio. Le domande di Grace, la sua curiosità, erano evidentemente rivolte a qualcosa che lui non era stato in grado di cogliere e, come un ciucco, ci era cascato con tutte le scarpe arrivando, poi, ad interpretare quella commedia degli equivoci che in quel momento gli fece tingere le gote di un rosso tenue -É successo qualcosa a Victoria quando ci siamo separati? Sono, si insomma, mi sono spostato per parlare con Rain e l'ho persa di vista, sta bene?- qualcosa doveva essere successo per forza. Non conosceva la ragazza, aveva avuto modo di scambiarci poche parole in ancora meno occasioni, ma sembrava una brava ragazza e gli sarebbe dispiaciuto se le fosse successo qualcosa -Le hanno.. fatto qualcosa?- abbassò la voce, quasi fosse un segreto inconfessabile. Deglutì sporgendosi in avanti, incatenando lo sguardo cristallino in quello di lei, intenzionato a venire a capo di quel rompicapo che ora lo tormentava. Se non si fosse fatto affossare dalle paranoie, se fosse rimasto li con lei, Rain e quel maledetto biondino, magari le avrebbe risparmiato un brutto momento -É stato coso, Aiden, per caso?- non era mai stato una persona violenta, ma con la scusa giusta avrebbe potuto improvvisare.

     
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