Lezione di Difesa Contro le Arti Oscure A.S. 2022/2023 - II

ammessi studenti FINO AL 3° ANNO.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. .Cielo.
     
    .
    Avatar


    ★★

    Group
    Member
    Posts
    93

    Status
    i'm sleeping
    lee-tae-yong-nct
    Ryuu pensò attentamente alle domande fatte dal professore, chiedendosi se si sarebbe mai sbarazzato di quello strano essere nascosto tra le mura di casa sua. Da una parte, finché sarebbe rimasto in un punto non utilizzato, senza infastidire nessuno, non ci sarebbe stato nemmeno motivo liberarsene. In fin dei conti ad Hogwarts si doveva avere a che fare con Pix, molto più molesto di un molliccio nascosto in una soffitta, e nessuno faceva niente per liberarsene. Odiava quel poltergeist. D'altro lato, come faceva notare il vicepreside, il non-essere si sarebbe nutrito di ciò che temevano e, a lungo andare, sarebbe diventato ben più che un disturbo quindi si, a ben vedere era logico sbarazzarsene e sperare che non si riformasse tuttavia, non tanto per una questione di proprietà, come l'uomo sottolineava, quanto più per non subirne l'influsso dato dalla vicinanza.
    Annuì, quindi, quando l'algido prof terminò la sua risposta -Giusto- concordando con quanto detto e appuntandosi come la dimensione del molliccio influisse sulle conseguenze. Molto interessante. Gli venne naturale chiedersi cosa il professor White avrebbe visto se messo davanti ad un molliccio, non sembrava il tipo che avesse paure tangibili. Il concetto di tangibilità gli fece scattare un'altra domanda e, dato che nessuno sembrava sollevare la questione, si ritrovò di nuovo a far scattare la mano verso l'alto. Temeva che troppe domande potessero indispettire, ma era fermamente convinto che prima di affrontare una situazione ci si dovesse preparare, e sapere quante più informazioni possibili era quanto di più intelligente si potesse fare, almeno secondo lui. Non era uno spregiudicato Grifondoro che si buttava nelle situazioni a testa bassa, lui studiava e poi pregava un Dio in cui non credeva di uscirne vivo.
    -I mollicci hanno la capacità di modificare il loro aspetto, come già detto, ma non l'ambiente circostante, per cui se avessi paura di un ragno si trasformerebbe in quello, ma se la mia paura non fosse una “cosa” specifica? Se avessi paura delle altezze per esempio, o se soffrissi di claustrofobia, che succederebbe?- si immaginò un mago che soffre di vertigini mettersi davanti un molliccio e, questo, trasformarsi in una scaletta per richiamare l'altezza. Molto poco pauroso, al massimo sarebbe stato usato per raggiungere qualche ripiano più in alto.
    Arrivarono i momenti dei dolori. La tanto temuta -dal nipponico- parte pratica. Ok, l'incantesimo era abbastanza semplice, sarebbe bastato trasformare la paura in qualcosa di divertente. Facile, sulla carta. Il problema è che non aveva idea di quale fosse la sua più grande paura! Si alzò dal suo posto e si unì alla fila ordinata che si stava formando, serio in volto, cercando di ragionare su quelle che potevano essere le sue paure e su come poterle rendere divertenti. Di cosa aveva paura? Non ci aveva mai veramente pensato. La sua vita era sempre stata tranquilla, non aveva grossi traumi a cui appigliarsi e che potessero fargli venire gli incubi di notte. La fila scorreva, mentre altri studenti prima di lui svolgevano l'esercizio con risultati più o meno buoni, e Ryuu osservava l'immagine della loro paura cercando di scorgervi qualcosa che avesse potuto risvegliare in lui qualcosa, ma sembrava che nulla facesse scattare quella scintilla che gli facesse capire qualcosa in più di se stesso. Pareva avrebbe dovuto improvvisare.
    Quando anche la persona davanti a lui si spostò, lasciandogli campo libero, prese un bel respiro e fece un passo avanti, entrando così nel raggio d'azione del molliccio. Nella sua mente si erano aperti diversi scenari, dal Preside che lo informava di essere stato bocciato in tutti gli esami, al cadavere di uno dei suoi genitori a terra, ma era tutto così assurdo che non potevano essere davvero paure reali. Quindi espirò, osservando il non-essere vorticare su se stesso mentre leggeva nell'orientale la paura che nemmeno lui sapeva, quindi finì. Watanabe rimase stupito, per un paio di secondi restò immobile sul posto ad osservare il grosso, grasso clown con gli occhi rossi che aveva di fronte, che lo fissava e rideva con una risata sinistra. Ma che cazzo. Come aveva fatto a non pensarci? Si, non era una paura seria e chissà quanto condivisibile, ma era qualcosa di irrazionale e non poteva farci nulla. Strinse la bacchetta con la mano dominante smaltata di rosa, deglutendo in modo rumoroso, nonostante la tentazione di indietreggiare fosse tanta. Fin da bambino ne era rimasto spaventato, e da allora si portava dietro quell'immagine nei suoi peggiori incubi. Era la cosa più insensata ci potesse essere, eppure quei vestiti ridicoli, quel trucco inquietante e, per qualche motivo, i suoi denti appuntiti nemmeno fosse un vampiro, gli mettevano i brividi. Era ovvio che fosse stata la sua mente di bambino a modificare l'immagine di un banale clown in qualcosa di pauroso, eppure non se ne era ancora liberato. Che fosse arrivato il momento? Si chiese come avrebbe trasformato qualcosa che nasceva già per far ridere, in qualcosa che avrebbe potuto trovare divertente anche lui e, istintivamente, un'immagine prese piede nella sua testa. Non sapeva se sarebbe stata divertente per tutti, lui ci vedeva del potenziale. Puntò la bacchetta verso il clown dai capelli rossi e, tenendo bene a mente l'immagine che avrebbe voluto replicare, enunciò l'incantesimo con voce sicura
    -Riddikulus- un raggio colorato partì dalla punta del catalizzatore per andare a colpire la pancia del pagliaccio che cominciò a mutare. I vestiti rimasero gli stessi, sempre colorati e ridicoli, persino i capelli, rossi e ricci ma solo ai lati, lasciando una grossa pelata centrale, ciò che cambiò fu il soggetto. Dall'essere un orribile uomo di mezza età, si trasformò in una giovane ragazza che ormai tutti conoscevano. La rossa della scuola, che in più occasioni gli aveva messo i brividi, se ne stava ora al centro della stanza con abiti larghi e colorati e quelle scarpe di almeno sei numeri in più, e quella pelata centrale che rifletteva la luce delle torce, mentre un grosso naso rosso rimaneva il punto centrale del suo viso truccato in modo buffo. Dopo quell'immagine, osservare la ragazza nei suoi abiti normali sarebbe stato molto meno spaventoso. Una risatina gli partì spontanea, dapprima divertita, poi nervosa, mentre il giapponese si voltava, ricordandosi solo in quel momento della presenza della vera Rain nell'aula a pochi passi da lui. La risata nervosa non si placò, si limitò a portare una mano alla nuca per poi, dopo essersi spostato per lasciare il posto allo studente dopo di lui, mimare uno “Scusa” con le labbra in sua direzione. Fortuna che l'anno scolastico sarebbe finito a breve.


    Ryuu Watanabe, III anno Corvonero.
    Ascolta la risposta del proffe e poi pone un'altra domanda perché non si fa i fatti suoi. Svolge l'esercizio facendo comparire un clown inquietante e lancia l'incantesimo che funziona, trasformando il clown in Rain (love u) mantenendo però trucco, vestiti e capelli! Chiede scusa a Rain (png).
     
    .
28 replies since 1/3/2023, 08:30   748 views
  Share  
.
Top