Lezione di Difesa Contro le Arti Oscure A.S. 2022/2023 - IIammessi studenti FINO AL 3° ANNO.

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  1. camden.
     
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    Alexis Pierce

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    Lanciai pesantemente i libri nella vecchia tracolla di pelle, recuperai qualche pergamena nuova ancora in giro per la stanza e, cercando di non farmi sentire dalle altre, mi precipitai fuori dal dormitorio. Difesa contro le arti oscure era una delle mie materie preferite e generalmente nemmeno il fatto che fosse proprio l'intimidatorio vice-preside White ad insegnarla riusciva a scoraggiarmi dall'affrontare la lezione con entusiasmo, in quell'ultimo periodo - però - l'unica cosa che desideravo segretamente era di scivolare nelle vecchie abitudini, un'ossessione stupida che cercavo di scacciare ogni fottutissima volta che il nervosismo riusciva a prendere il sopravvento sul mio buonsenso. Dopo quella stupida festa di San Valentino alla quale avevo partecipato e che era finita - a dir poco - male (per diversi motivi), mi ero praticamente barricata nell'ultimo posto in cui le mie compagne mi avrebbero cercata: la biblioteca. Erano ormai dieci giorni circa che scivolavo fuori dal letto prima delle altre, la mattina e cercavo di rientrare più tardi possibile, la sera. Non ero arrabbiata con nessuno, in realtà, ma il modo in cui erano andate le cose con Carrie era davvero lontano da quello che mi ero aspettata. Stupida illusa.
    Persa nei miei pensieri, quasi travolsi un'altra povera studentessa che trovai lungo il tragitto per i sotterranei. «Cazzo. Scusami, stai bene? Non ti ho proprio vista.» dissi, afferrandole prontamente il braccio per evitare che quella finisse in terra. Fu proprio quando lei si voltò che ricordai di averla già vista. E come dimenticarlo...«Kenzie, giusto? Alexis, noi... - abbiamo limonato alla festa, stavo per dirle, poi abbassai lo sguardo per qualche secondo e quando tornai a guardarla incrociai le braccia al petto - ...stavi andando a lezione? Ti spiace se ti accompagno?» Magari avere un'alleata, avrebbe reso più leggera la lezione del professor White.

    La classe era immersa nel più completo silenzio. Non una mosca si sentiva volare nell'aula, solo qualche borbottio soffocato insieme al raschiare delle piume sulla superficie ruvida delle pergamene. Quella relazione a sorpresa era l'ultima cosa che mi sarei aspettata quel giorno, ma almeno potevo finalmente dire che le lunghe ore passate in biblioteca avevano acquistato un senso. Come tutti gli altri, non emisi un fiato, ma scrissi il mio elaborato cercando di non alzare la testa dal foglio: il professore era uno piuttosto attento e l'unica cosa saggia da fare era evitare il suo sguardo e dimostrare - con i fatti - di non essere un completo disastro, cosa della quale non ero certa, ma vabbè. Cercai di essere schematica e precisa nelle definizioni che conoscevo, il ché mi avrebbe permesso sicuramente di allungare il brodo, ma anche di far notare al prof. il mio reale interesse nei confronti della materia, dettaglio che quasi sicuramente non avrebbe notato e tutto per via dei colori della mia divisa scolastica. Pazienza: ero una Grifondoro e ne andavo fiera. «Tempo scaduto, su le piume dai fogli.» ordinò l'uomo, preoccupandosi personalmente - con un tocco di bacchetta - di sfilarci i fogli per impedirci di disobbedirgli. Da brividi.
    Sorrisi debolmente alla Corvonero seduta al mio fianco, la stessa che mi aveva fatto compagnia lungo il tragitto fino alla classe e tornai a focalizzarmi sul professore non appena lui fece levitare un grosso baule davanti ai nostri occhi. Lo osservai, trovandolo persino stranamente familiare. Qualunque cosa fosse, pensai, l'avevamo già affrontata, ma non ebbi il coraggio di arrischiare una qualche risposta, piuttosto mi limitai ad ascoltare l'ipotesi di Michael Harris secondo cui si trattava di Mollicci. Mi tirai sulla sedia, improvvisamente nervosa e mi schiarii la voce senza farmi sentire. Quella dannata scuola sembrava un corso di sopravvivenza alle proprie paure. E le mie, di paure, non desideravo altro che dimenticarle.
    Alexis Pierce, III anno, Grifondoro.

    - Citato in generale le compagne di stanza (primo paragrafo);
    - Urtato Mackenzie, Alexis le chiede di proseguire insieme verso l'aula;
    - Scrive la relazione in silenzio, e si limita ad ascoltare gli interventi degli altri.


    Edited by camden. - 1/3/2023, 22:28
     
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