Accordi tempestosiValentine Bonebird Espinoza

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  1. Kaeris
     
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    Kaeris Duval

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    Aveva detto assassino, vero? Non sapevo se crederci o meno, siccome le apparenze spesso possono ingannare. Certo, indossava abiti in stile dark, sarebbe stato un soggetto interessante?
    Dovevo rimanere sulla difensiva, non potevo permettermi di abbassare la guardia.
    Probabilmente mi aveva semplicemente osservata abbastanza da capire che ero interessata a quel genere di cose. In fin dei conti bastava guardare il mio aspetto e tirare le somme per capire i miei gusti, anche se non si dovrebbe giudicare un libro dalla sua copertina. La mia paura era quella di potermi fare illusioni nel pensare che potesse essere "simpatico". È un termine usato dalla maggior parte delle persone attorno a me, perciò per una volta posso anche utilizzarlo, pur essendo una parola così noiosamente normale.
    Chissà, forse aveva inventato una storiella buttandola sul ridere per poi rimangiarsi tutto al primo accenno di non gradimento. Dovevo rimanere vigile anche se l'idea dei genocidi mi riempí i pensieri.
    Rimisi in tasca Kuro, che nel mentre guardava male il ragazzo per il fatto che non fosse stato colpito dal suo dramma. Era proprio ferito nell'orgoglio.
    Il fatto che potesse davvero essere un assassino, comunque, mi incuriosí. Dovevo ammetterlo, malgrado tutto era probabilmente la prima persona dopo tanto tempo ad essere leggermente interessante.
    Inoltre, il fatto che potesse cercare di uccidermi non mi spaventava, d'altronde, l'unica persona che ci aveva provato ora non riesce piú a camminare, e cosí sarà per il resto della sua vita.
    Però, il fatto di poter entrare nella mente di un serial killer mi incuriosí tantissimo, avrei potuto studiarlo per cercare di comprendere i suoi metodi di uccisione, e la cosa sarebbe andata solamente a mio favore.
    Se le cose fossero andate male e lui avesse deciso di attaccarmi, invece, ci sarebbe stato uno storpio in piú nel mondo e io avrei nuovamente cambiato scuola.
    L'unica cosa da fare era cercare di non spaventarlo e capire se avesse avuto del potenziale.
    Lo guardai intensamente
    «Cosa ti fa pensare che io voglia conoscerti? E cosa hai dedotto dal mio snaso, dunque? Inoltre, a me piacciono i genocidi, li trovo istruttivi»
    Dissi in tono ironico, non dovevo assolutamente spaventare un possibile esemplare di assassino.
    Magari avrei potuto inventare una battuta, ma purtroppo il mio senso dell'umorismo non era un granché. Anzi, sinceramente non ho mai compreso nemmeno una barzelletta, sinceramente.
    Dunque, andai dritta al punto, in fin dei conti c'era un temporale ad aspettarmi.
    «Anche a me piace molto la pioggia, infatti mi stavo proprio dirigendo all'esterno per ascoltare i tuoni e, magari, fare una passeggiata. Perciò, perché no, potrei anche lasciare che tu cerchi di uccidermi, anche se dubito tu possa anche solo riuscirci.»
    Indicai la porta che portava fuori dalla Sala Comune
    «Ah, che fine fece poi John?»
    Dissi prima di incamminarmi verso l'uscita fischiettando la canzone che aveva appena suonato il ragazzo.

     
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6 replies since 27/2/2023, 18:57   163 views
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