San Vale Who? 2

Festa aperta a TUTTI (multiverso incluso!)

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  1. Dragonov
     
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    «Mi sto già spaccando dal divertimento.» Aveva replicato lugubre e con il muso lungo alla Corvonero che, euforica, non vedeva l’ora di andare ad un qualsiasi evento che non fosse uno di quelli imposti dalle loro famiglie, finalmente una cosa normale dove avrebbero partecipato insieme, come una vera coppia. Già, perché dopo il ballo estivo di fine anno scolastico tra i due non c’era più stata occasione di presenziare ad eventi simili, solo, appunto, le cose noiose da duca che riguardavano il bulgaro per lui, o le feste organizzate da Stramonia atte ad esibirli unicamente come trofei ostentando il titolo nobiliare che avrebbero presto acquisito con l’unione dei due ragazzi. Tutte chiacchiere, tutta apparenza a loro dire importante. Maschere da sfoggiare per quel maledetto circo rappresentato dalla società magica. Quanto odiava quelle esposizioni forzate dove doveva darsi una ripulita, il che voleva dire togliere tutta la miriade di orecchini e anelli per indossare unicamente quello di famiglia – l’unico concesso – ed infilarsi in uno di quegli stretti completi scomodi sorridendo ed annuendo a questo o quell’altro vecchio mago dall’alito pestilenziale ed ora, lei, voleva trascinarlo ad una festa, ma non una festa qualunque dove avrebbe anche partecipato di buon grado ma alla seconda edizione del fottutissimo “San Vale Who” che si sarebbe tenuta al discobar di Hogsmeade. Axel era già andato a quella dannata festa e non era rimasto per un cazzo affascinato da quella pagliacciata, anzi, all’epoca aveva quasi finito per pestare uno dei baristi dietro il bancone. Questo perché l’anno precedente aveva invitato e accompagnato la Wheeler per quell’occasione, occasione che si sarebbe rivelata la tomba del loro rapporto. Axel reputava d’essere stato un cavaliere con la Grifondoro che, alterata dai fiumi dell’alcool mixato a sconosciuti intrugli magici, aveva cominciato a svalvolare dichiarandogli con una certa teatralità amore eterno. Per tutti i goblin, anche no! Lui voleva solo portarsela a letto, mica sposarsela che cazzo! Invece si era dovuto sorbire un’imbarazzante sceneggiata di una che palesemente non reggeva l’alcool e poi, come se ciò non fosse bastato, all’indomani, la Grifondoro aveva bellamente deciso di renderlo invisibile ai suoi occhi ignorandolo fin quanto aveva potuto senza nemmeno ringraziarlo per non aver approfittato di lei o averle rinfacciato la pessima figura che aveva fatto. Per mesi la Grifondoro lo aveva ignorato non rivolgendogli nemmeno lo sguardo più remoto salvo poi, per colpa di sfortunata coincidenza, trovarselo di fronte alla rimessa delle barche. Lì Axel aveva sfruttato l’occasione per mettere un punto. Se la ragazza aveva pensato di poterlo trattare a quel modo si sbagliava di grosso, era finita dritta dritta nel suo personalissimo elenco di persone verso la quale provava rancore (e astio) eterno. La regina di quel podio era sua madre, Elèna.

    Quindi aveva accettato, seppur controvoglia, e puntuale attendeva la Corvonero all’ingresso del castello mentre aspirava il fumo dall’ennesima sigaretta che aveva arrotolato personalmente. Un rumore di passi, silenzio, i passi si fecero più felpati fino a raggiungerlo completando l’opera saltandogli in groppa. «Hei!» L’ombra di un sorriso gli sollevò gli angoli delle labbra mentre si sporgeva a rubarle un bacio nel primo punto raggiungibile. Si piegò permettendole di scendere più agevolmente. «Davvero dobbiamo? Più di tutta la scuola è a quello stupido evento... avremmo il castello tutto per noi. Per esplorarlo...» E trovare nuovi luoghi in cui scopare. Sapeva quanto la Corvonero fosse curiosa di natura ma più in alto in classifica rispetto a quell’aspetto c’era la sua testardaggine e Axel sapeva che per quanto ci avesse provato, rigirandola anche nei modi più astrusi, se Skylee si era messa in testa una cosa nulla l’avrebbe distolta dall’averla portata a termine. Sbuffò. «Vabbè. Andiamo a ‘sta rottura di cazzo ma evita di bere visto che non ne sei capace» bofonchiò rassegnandosi e mettendo su il suo caratteristico broncio. «Dai, critica i miei pantaloni super attillati, così indossarli per tutta la serata sarà un vero piacere!» Mh? Voltò il capo inclinandolo a osservare finalmente i capi di vestiario che aveva scelto ed emise un fischio. Cazzo se era figa. Le prese la mano costringendola gentilmente in un volteggio che gli permettesse di ammirare tutta la sua figura. «Okay, davvero adesso. Sono serio. Dobbiamo proprio?» Stringendole la mano l’avvicinò a sé poggiandole entrambi i palmi suoi fianchi per avvicinarla a sé. «Sei davvero bella stasera e vorrei davvero, davvero toglierti di dosso questi pantaloni», le mormorò abbassando il tono di voce insieme allo sguardo che ora puntava con ardore alle labbra carnose della bionda. Ma Skylee non si lasciò abbindolare e in una risata si divincolò dalla sua stretta obbligandolo a cominciare a camminare verso i confini del castello dalla quale poi si sarebbero smaterializzati per raggiungere il locale. Presto detto Axel si trovò a seguirla giù per le scalinate del Wonderland guardando con ribrezzo tutti quei palloncini richiamanti la metà di un cuore e fu contento di appollaiarsi sullo sgabello nei pressi del bancone dove la voce suadente della Corvonero gli arrivò all’orecchio. «Questo locale ha delle camere veramente stupende... sarebbe un peccato arrivarci da sobri, tu non credi?» No, lui non credeva. A differenza della bionda non era un fanatico dell’ebbrezza per il semplice motivo che non poteva permettersi il lusso di perdere il controllo. Socchiuse gli occhi osservandola. «Per me potremmo iniziare proprio da lì», sentenziò mentre la stretta sul suo fianco si faceva più presente fintanto che le labbra della ragazza andavano a solleticargli la mandibola. Lo stava facendo impazzire prima del tempo. «Due grazie!» La guardò torvo. «Ti ricordi che l’anno scorso li drogavano, vè? Ti sembra saggio prefetta perfetta Lì c’era appunto tutta la scuola che avrebbe potuto vederla e giudicarla se fosse uscita dai gangheri. Ma non sembrava importarle. Sospirò afferrando spazientito il bicchiere e lo fissò per qualche attimo, annusandolo con il suo senso dell’olfatto sovra sviluppato – non trovandovi nulla – e ancora contrariato mandò giù alla goccia il contenuto. «Contenta?» Lui affatto ma bastò qualche istante perché il suo piede cominciasse sempre più freneticamente a tenere il tempo fino a che non afferrò la ragazza per il braccio spronandola a scendere in pista. Forse si sarebbe divertito quest’anno.

    Interagito con Skylee, citata Halley.

    Arriva alla festa in compagnia di Sky e del suo muso lungo. Fa il guasta feste cercando di smorzare o deviare l'entusiasmo della Métis verso altri lidi ma bevendo il cocktail numero 17 si lascia assalire da un'irrefrenabile voglia di ballare che lo porta a trascinare la Corva in pista. Si aprono le danze!
     
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