Once Upon a December

Ballo di Natale ─ ufficiale.

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    LOKI NORMAN – 16 ANNI – SERPEVERDE (IV)

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    Sta per incrociare le braccia al petto, osservando senza eccessivo interesse il direttore un po’ troppo giovane dell’orchestra impegnata a suonare una sorta di walzer, quando una voce famigliare gli giunge all’orecchio, facendolo voltare subitaneamente, mentre interrompe il movimento delle mani. Gli occhi si prendono un breve momento per scansionare SKYLEE dalla testa ai piedi, e quando ritornano al punto di partenza, un angolo della bocca si solleva appena, accompagnato dall’alzarsi delle sopracciglia. [Chi devi conquistare?] insinua, fingendo una consapevolezza sull’arte della seduzione che in realtà gli è completamente estranea. Però, se letto fra le righe, vale senza ombra di dubbio come complimento indiretto. Il fatto probabile che la Caposcuola abbia intenzione di selezionare un partner migliore per la serata vagliando fra le alternative che si presenteranno al suo cospetto, non pare essere una prospettiva eccessivamente fastidiosa per il piccoletto, che, cavallerescamente, allunga il braccio a lei più vicino di modo che possa agilmente agganciarvisi. [Milady.] il gesto viene seguito da un breve inchino del capo che permane poi rivolto nella sua direzione. Per fortuna che piega imbarazzante che stava per prendere quello scambio di convenevoli d’alto borgo viene spezzata dalla decisione della Corvonero di stilare una lista di norme comportamentali, comprendenti… una singola regola precisa. Sufficiente se non altro, a farlo rientrare nel suo comodo mondo di apparente apatia. [Non ti facevo una fomentatrice di risse…] commenta allora scherzoso, sebbene come sempre non vi siano indizi di ilarità sul suo viso, per poi stringersi fra le spalle subito dopo, fornendo la sua risposta definitiva: [Ricevuto]. Condivide la scarsa propensione a buttarsi nella mischia, e di sicuro non gli sarebbe mai baluginata neanche l’idea di chiederle di sottoporsi alla tortura della danza, cui non è avvezzo lui per primo. Però è ancora parzialmente incuriosito dalle mire di una ragazza che dubita vorrà accompagnarlo fino al termine di quella festa, perciò, con un po’ di incertezza, si arrischia ad allungarle una domanda: [Vale anche se ti piacesse il richiedente?]. Forse, nel suo profondo, un po’ spera in una risposta affermativa. Non tanto perché gli prema tenersela tutta per sé, non è di sicuro la compagnia migliore cui lei possa aspirare; piuttosto questo evento si sta rivelando un ottimo palliativo alle sue angosce interiori, e la possibilità di perdere il contatto con una persona amica in questo frangente, in parte, la teme. Solo in parte, però, come una punta di spillo pronta a premere sui suoi nervi appena ne paventa lo scenario. Di sottecchi le lancia un’ultima occhiata fugace, prima che a quella venga la pensata di trascinarlo di peso fino allo stand delle bevande. E lui che credeva che avrebbe dovuto guidarla almeno per le prime tappe dell’incontro, si ritrova ad essere quello che viene sballottato dagli umori della biondina. Scontato come risvolto, dopotutto, considerando che durante lo scorso ballo la dinamica era stata pressappoco la medesima. Si vede che non era stato attento la prima volta. Poco male, in ogni caso. L’unica perplessità che potrebbe esternare è quella relativa alla scelta della destinazione, che gli regala l’ennesimo dejà vu, menzionato di lì a poco dalla stessa SKYLEE. Invece [avevo solo avuto un incidente di percorso] protesta pacato, andando a scegliere un paio di ampollette contenenti del liquido colorato non meglio identificabile, una per sé e una per la ragazza. [Piuttosto ancora mi sfugge perché eri partita in quarta, quella volta… e a che ora sei rientrata in dormitorio, ammesso che tu lo abbia fatto] la stuzzica di rimando. Per lei, opta per una boccetta dal contenuto semi-trasparente, onde evitare il ripetersi di tragedie passate, porgendogliela con assoluta cautela. Mentre per sé stesso seleziona una bevanda di un rosso-ambrato scuro, che lui spera ardentemente essere del banale thé nero. Prima che possa testarlo, però, le luci si spengono all’improvviso e quando si riaccendono attirano la sua attenzione verso il palco, decisamente più accessoriato che in precedenza. Peccato che, per il suo gusto personale, il fucsia degli armadietti rischi di bruciargli le cornee se solo si ostinasse a guardarlo troppo a lungo, sicché trova saggio riportare presto il focus sulla platea, intercettando un’appariscente RAIN tutta in rosso che ne cattura abilmente lo sguardo, conducendolo qualche momento più tardi sul suo cicerone. Anche l’eleganza di MARCEL non passa inosservata al Serpeverde, un po’ rintronato dall’insieme di tutti i dettagli – sia quelli menzionati fino ad ora, sia quelli presenti sull’outfit del Lussemburghese – che resta dunque inchiodato con le iridi sulla sua persona per un tempo ben più dilatato rispetto a quello concesso agli altri. Probabilmente è consapevole della cosa, però non sente la necessità di scostarle altrove, continuando invece a mantenere le pupille pensierose incastrate fra i lineamenti spigolosi del ragazzo. Se non ha capito male, i loro natali sono quanto di più distante possa esistere. Lui un bastardo partorito in un tugurio polveroso nella parte più malfamata della Londra magica, e l’altro discendente di qualche capostipite dell’aristocrazia Europea. Eppure, per quel che ha potuto conoscere del Corvonero, non ha propriamente l’atteggiamento che ci si aspetterebbe da un simile rampollo al più alto gradino della scala sociale. Che sia un contrasto solo apparente? Dopotutto, non se ne intende di principati e similari. Chissà. Quel che è certo, è che fatica a comprenderlo, dacché ne consegue un frequente cambio di opinioni sul suo conto, dissimulato sapientemente con espressioni di ghiaccio e una parvenza di fermezza costruita e perfezionata nel tempo. Sono queste le riflessioni sottostanti quegli occhi insistenti, che qualora dovessero incrociarsi con i suoi, verrebbero assecondati con l’innalzarsi della mano stretta attorno all’ampolletta, in un gesto simile ad un brindisi con la funzione di un saluto, portato infine alle labbra. Beh, diciamo che la boccetta prima o poi se la scola a prescindere dai saluti. Non si è mica incantato (?). Anzi, a quel punto la mano allontana rapidamente la fiala dalla bocca per andarla ad osservare contrito, con la fronte aggrottata. Ma che schifo! Non solo non è affatto la bevanda che sperava di godersi, ma questo intruglio zuccherato e fruttato ha addirittura un retrogusto alcolico. Puah! Sicuramente, essendo una festa scolastica, non può che trattarsi di un semplice aroma aggiunto per soddisfare i palati degli studenti maggiorenni. Ma lui non ha l’aria di aver gradito, al contrario, ne è piuttosto contrariato. Gli verrebbe pure da tossicchiare un po’, con la gola irritata dal passaggio del liquido forte, ma si contiene, esibendosi perciò in un’espressione che prende in parte di tratti del disgusto e in parte quelli di un pugno in faccia. E sfiga vuole che proprio in quel momento di scompostezza, rialzando la testa, si accorga del saluto di ROSE, al cui sorriso replicherà dunque con una specie di spasmo da colica e una mancina rigida come un pezzo di legno.

    Accoglie SKYLEE e si fa scortare (?) al tavolo di Pozioni chiacchierando. Occhieggia ciò che sta succedendo sul palco e poi la sua attenzione viene catturata da RAIN e MARCEL (che saluta con il bicchiere). Offre da bere alla propria damigella, e sorseggia una delle bevande a sua volta, accorgendosi del forte gusto di alcol che lo disgusta e gli fa rivolgere a ROSE un saluto imbarazzante.
     
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