Once Upon a December

Ballo di Natale ─ ufficiale.

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  1. Mikhail
     
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    Quella cinquina, malgrado non fosse riuscita a smuovere il mio volto, provocò nel mio animo una malsana eccitazione. Fu come se, con quel gesto (dovuto indubbiamente a motivi differenti dai miei), la ragazza avesse iniziato – inconsapevolmente – una partita a scacchi con il sottoscritto. Quel tocco, accarezzò il mio cuore, accendendolo malgrado fosse così gelido da rasentare lo zero assoluto. A differenza dei miei, i suoi sentimenti furono così cristallini che sarei riuscito tranquillamente a vederci attraverso, fino a scorgere i suoi pensieri; ciò nonostante, se pensava davvero d’essere difronte ad uno di quei principi azzurri descritti nelle favole, di quelli che (magari) s’inginocchiano pure o dicono tutte quelle mielose quanto stucchevoli frasi banalotte, solo per compiacere la ragazza che aveva davanti, beh…aveva sbagliato genere di persona. Solo una sciocca (o un’ingenua) si sarebbe aspettata una simile galanteria dal sottoscritto, specie dopo essermi stata accanto in più frangenti di tempo ed aver avuto modo di saggiare il mio carattere tagliente.
    I giorni, ad ogni modo, trascorsero come gocce d’acqua di un ruscello. Nei giorni seguenti all'uscita della notizia in bacheca, iniziai a ricevere diversi inviti da parte di ragazze facenti (quasi tutte) parte della mia piccola cerchia di sgherri. Decisi di accettare l’invito di una di quelle esterne alle mie conoscenze, sia perché di bell’aspetto e sia perché (magari) non mi avrebbe servito come tutte le altre.
    Pochi giorni prima della fantomatica serata in Sala Grande, elaborai diverse miscele sia a base d’alcol che a base d’oli essenziali: tra esse, ne avrei scelta poi una, andandola poi a utilizzare come profumo d’accompagnamento per la serata. M’incontrai con la ragazza che mi avrebbe accompagnato la sera del giorno successivo, facendole sentire tutte le essenze ideate, così da avere un suo parere su quale – delle tre – fosse la migliore e alla fine vinse quella avente spezie, rum e tabacco come note di test; iris, cuoio e tuberosa come note di cuore; infine fava tonka, legno di guaiaco e benzoino come note di base. Nel complesso, si trattava di una fragranza dai toni caldi e afrodisiaci, i quali avrebbero (quantomeno) attirato l’attenzione delle malcapitate che si sarebbero ritrovate nei pressi della sua scia.
    Trascorse un giorno e, con esso, il pomeriggio antecedente la Cena della Vigilia. Lune ed io, c’eravamo dati appuntamento ad una manciata di minuti prima dell’inizio dei festeggiamenti, nei pressi del quadro della Grande Natura Morta: l’accesso alla Sala Comune dei Tassorosso. Consapevole che sarebbe uscita a breve, aprii il flaconcino, per poi andare ad inumidire polsi e collo con il suo contenuto, così da essere pronto per il divertimento che mi avrebbe sicuramente regalato quell'evento. Non appena sbucò fuori, si avvicinò al collo mettendosi in punta di piedi, nel sorridermi con fare piacevolmente soddisfatto, unendosi poi a me verso l'entrata della Sala Grande. V'erano addobbi ovunque e la prima cosa che pensai fu un lampante "Che Schifo" che mi tenni – ovviamente – per me, per non spezzare l'atmosfera.
    Credo sia giunto il momento d'indossare le maschere.
    La tassina sciolse la presa sul mio braccio per il tempo necessario a collocare l'accessorio dorato col piumaggio nero sul viso, sistemandosi l'acconciatura con la bacchetta così che l'elastico si perdesse tra le lunghe chiome lisce, pioventi fin oltre le spalle. Allo stesso modo feci io, collocando la replica della maschera in avorio di Apollo sul volto, rendendomi cieco, sebbene il materiale fosse decisamente più leggero dell'originale. Attraverso i due fori lasciati per gli occhi, i due abissi iniziarono a sondare la zona circostante, abituandosi in pochi secondi a quella vista limitata dal volto divino che ora indossavo.
    Come sto?
    Una voce, quella di Lune, attirò la mia attenzione. Il mio volto si mosse di poco verso di lei, osservandola dall'alto verso il basso, facendo appena più attenzione alla maschera che aveva appena indossato.
    Sei davvero...graziosa, mia cara.
    Lei sorrise, senza (probabilmente) cogliere l'assenza di coinvolgimento in quel commento, probabilmente a causa della maschera che rendeva la mia voce appena comprensibile. Grazioso era il perfetto complimento una bambolina come lei...pareva essere stata realizzata da un geniale artigiano di bambole che, grazie all'uso della magia, riusciva a far loro dono del cosiddetto soffio vitale.
    Tu invece sei affascinante come quando non la indossi.
    Ridacchiai da sotto l'accessorio, malgrado fosse più un sogghigno che una vera e propria risata, tornandomene poi serio nell'alzare il gomito così che potesse aggrapparvisi. Uno affianco all'altro, iniziammo così a colmare gli ultimi metri che ci separavano dall'entrata, io con un sobrio outfit elegante, dalle tonalità prevalentemente chiare; leicon un vestito nero da serate di gala, con vari accessori in argento che le donavano un tocco di finezza senza pari. Le scarpe di entrambi erano nere ed eleganti, ma le sue montavano un tacco che l'avrebbero aiutata a colmare una manciata di centimetri, permettendole così di superare le mie spalle.


    Non appena entrammo, notai fin da subito lo sfarzo nonché la cura maniacale dei vari addobbi natalizi, ma la cosa mi lasciò impassibile almeno quanto la vista della Johnson accanto allo studente del II Anno della mia casa.
    Ti và di bere qualcòsa?
    Chiesi alla mia accompagnatrice, nell'esatto istante in cui passai alle spalle della grifondoro, in modo da attirare prima la sua attenzione con il riconoscibilissimo accento russo (malgrado fosse ovattato dalla maschera) e poi lasciarla con un pugno di mosche in mano, passando oltre in compagnia di Lune. L'unica cosa che le lasciai fu il ricordo di quel profumo ammaliante che si sarebbe disperso nel corso di pochi attimi.
    Certo, molto volentieri!
    Mi sarei così incamminato verso il tavolo che ritraeva le sponde del Lago Nero e la Rimessa delle Barche, ciascuna delle quali era riempita da un differente succo o bibita – rigorosamente analcolica.
    Tieni.
    Dissi a Lune allungandole una barca con all'interno quello che sembrava essere succo di melograno, mentre alzavo la maschera per poter bere io stesso il succo contenuto nella medesima barca che la stessa ragazza mi offrì.
    Estratto di Melograno, a quanto pare.
    Sorrisi con fare compiaciuto, volgendo poi i due abissi verso Grace nell'allargare di poco il sorriso che venne coperto qualche attimo più tardi con la maschera.
    Guarda, Mik: del vischio!
    Volsi il viso verso di lei, in silenzio, venendo poi trascinato verso il portico dalla tassorosso che, a quanto pare, aveva piani ben delineati da portare a compimento.



    Mik arriva accompagnato da Lune (PNG - Personaggio casuale), indossando questa maschera, nonché un profumo dalle tonalità afrodisiache. Passa alle spalle di Grace, chiedendole se voleva qualcosa da bere, ma se e quando la grifa si volterà noterà che non era rivolto a lei l'invito, venendo raggiunta dal profumo di Mik che - nel mentre si allontana. A che tavolo? Ovviamente ad uno molto familiare...
     
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65 replies since 8/12/2022, 12:00   2035 views
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