Once Upon a DecemberBallo di Natale ─ ufficiale.

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  1. Barnes is our king.
     
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    Harry Barnes

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    17 anni - III anno
    mood: galante


    – Allora? Come sto? –
    – Impeccabile, signore, assolutamente impeccabile. –
    Continua. –
    – Magnifico, affascinante, imponente, chic… –
    – Ma soprattutto? –
    – Sensuale. –
    – Ben detto, amico mio. –

    I lembi del blazer nero pece in mano, dando piccoli colpetti al tessuto per assicurarsi che fosse steso al meglio, Harry rimirava lateralmente la sua alta figura nell’ampio specchio da pavimento di fianco al suo letto, trasferito direttamente dalla sua camera da letto di casa Barnes, un dono di sua madre al compimento dei suoi otto anni. La caratteristica che lo rendeva tanto apprezzato dal ragazzo, era la sua capacità di espressione tramite una lontana voce servizievole, come una eco, con un dizionario vario quanto le lodi possibili; Harry, che già amava l’atto di specchiarsi di suo, adorava fare incetta di complimenti gratuiti al solo fine di accrescere il suo ego infinito; non che ne avesse bisogno, in quanto, ormai, fosse praticamente impossibile da accrescere, avendo già toccato l’apice. E chi avrebbe potuto dire il contrario? Mentre osservava il suo completo “total black” formato, oltre che dal blazer, da pantaloni perfettamente stirati, dal tessuto raffinato, scarpe stringate lucidate all’inverosimile, e una camicia sbottonata il giusto, mettendo parzialmente in mostra i suoi pettorali senza ombra di pelo, che vedeva un’abbronzatura ancora lievemente percettibile; la mascella, leggermente scolpita, era come sempre completamente glabra, la pelle luminosa; la chioma castana era stata stata lasciata indomabile, per un tocco selvaggio; importanti gioielli agghindavano polsi e dita, un anello dorato particolarmente grosso a richiamare, su tutti, l’attenzione. In realtà non c’era poi troppa differenza col suo abbigliamento normale, essendo lui un damerino di natura che amava mettersi in mostra e sbandierare i propri averi, ma probabilmente molti, al castello, non lo avevano ancora visto in vesti simili, essendo costretto ad indossare quasi sempre la divisa scolastica. Una gran noia. Quelle occasioni, invece, tiravano fuori il meglio del suo lato estetico, oltre a movimentare la routine e, per questo, iniettargli un umore particolarmente positivo. Stava canticchiando un motivetto a bocca chiusa, persino, mentre il suo pensiero volava su quella che sarebbe stata la sua dolce dama per quella sera: Violette Saint-Clément, l’adorabile Tassorosso che aveva conosciuto da poco sul campo di Quidditch e che lo aveva colpito così tanto. Il motivo non era semplicemente l’aspetto fisico, non solo, almeno; aveva un’aria particolare, ai suoi occhi, non gli sembrava scontata, ed Harry amava le cose non scontate. Avevano il fascino esclusivo dei pezzi unici.

    Natale, comunque, non lo aveva mai fatto impazzire. L’unica cosa positiva erano i regali. Harry era abituato a riceverne molti. Incredibilmente, non gli dispiaceva neppure farli, almeno quelli diretti al genere femminile: scatenare una reazione positiva, di meraviglia e gratitudine, gli conferiva una certa soddisfazione. Per quel motivo, non si era certo fatto mancare un regalo per Violette, he consisteva in un elegante abito che, sottilmente, avrebbe voluto indossasse per l’occasione: un abito che non sarebbe di certo passato inosservato, perché la sua dama non era mica una come le altre, una fra tante. No, avrebbe brillato come una supernova; almeno per quella sera. Sperando lo avesse indossato.

    Prima di incontrarla, però, doveva fare una cosa.
    Attraversò l’ingresso della sala grande in solitaria, dando qualche spallata a bersagli casuali che intralciavano il suo cammino; c’era una calza assurda, in più non tutti sembravano aver ricordato d’indossare il deodorante; Harry pensava che fosse un peccato non poter bruciare viva la gente che lo meritava, perché con tutto quell’acido non avrebbero potuto che bruciare meglio.
    Si diresse defilato al tavolo con le bevande, guardandosi intorno con circospezione; quando ritenne fosse il momento giusto per agire, spostò rapidamente il lembo destro della giacca, facendosi “scudo” con quello da eventuali sguardi inopportuni, ed estraendo una fiaschetta d’argento, la versò all’interno di ogni bevanda di trovasse a disposizione. Quando la ebbe svuotata del tutto, alzò la lunga tovaglia e si infilò sotto il tavolo.
    – Sblinx, Sblinx! – chiamò, e un elfo dalla orecchie particolarmente grandi non si fece attendere dall’apparire.
    – Eccomi, signore. Di cosa ha bisogno? – l’elfo domestico di casa Barnes (uno dei tanti), che ora lavorava lì “in incognito”, si esibì in un profondo inchino nei confronti del mago.
    – Tieni, falla sparire. Ti chiamerò se ne avrò nuovamente bisogno. –
    – Sì, mio signore, certamente. – l’elfo schioccò le dita e sparì con la fiaschetta, e Harry riuscì dal suo nascondiglio lisciandosi il completo. Ora sì che la serata avrebbe potuto farsi interessante.

    Conclusa la propria missione – e senza avere la minima intenzione di fermarsi a ciò –, adocchiò un volto conosciuto che gli fece comparire in volto un sorriso ampio quanto quello dello Stregatto.
    – Michael! – si avvicinò a grandi falcate verso il cugino, le braccia aperte in un segno d’accoglienza, – Sei così tirato a lucido che quasi non ti riconoscevo. – mentì, solo per mettere in luce la possibilità che di solito fosse uno sciattone; – Mi sarei aspettato che tornassi a casa, per Natale. È stata questa bella fanciulla a trattenerti? – si chinò gentilmente verso la ragazza castana al suo fianco, prendendole una mano e avvicinandola alle proprie labbra, soffiandole un bacio sfiorando solamente la sua pelle. – È un piacere. Io sono Harry. – le fece un occhiolino ammiccante, ancora piegato verso la sua mano, per poi lasciarla andare alla vista di Violette.
    Alzò una mano per farsi notare, attendendo che quella si avvicinasse.
    – Violette, eccoti qua. Vorrei presentarti mio cugino Michael e la sua ragazza, la signorina… uhm…? – attese che la ragazza si presentasse a sua volta, per poi cingere il fianco della Tassorosso senza troppi complimenti. – Questa splendida creatura è Violette, di Tassorosso. Sono qui con lei – ci tenne a precisare, qualora non fosse già chiaro, stringendola a sé con una certa possessività.




    Manomesso le bevande.
    Interagito con Micheal Harris, Grace e Violette.


    Edited by Harry‚ - 17/12/2022, 02:09
     
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