Once Upon a December

Ballo di Natale ─ ufficiale.

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  1. Harris Jr.
     
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    Che fantastica idea del cazzo, Mike!” La convinzione di aver compiuto un passo falso, continuava a martellargli in testa. Quella sua debolezza l’avrebbe pagata da lì all’eternità, probabilmente ma, in fondo, dopo tutto lo sforzo che aveva fatto per riuscire ad ambientarsi lì dentro, lo portava a pensare che presenziare a uno degli eventi sociali, sarebbe stata la cosa migliore per mascherare il suo essere schifosamente dispotico. Se ne stava disteso a letto mentre, dall’altra parte della stanza il fratello scemo e Parker si davano da fare con i preparativi per la serata. Tutti in tiro, tutti così splendenti e irriconoscibili. Pronti a tentare di portarsi a letto le povere malcapitate che, quella sera, avrebbero condiviso il magico momento con loro. Due povere sfigate, senza dubbio. Sbuffò e si girò su un fianco. La sua strategia confidava nel fatto che i compagni sarebbero usciti in anticipo, così da lasciargli abbastanza tempo per tirarsi a lucido, in totale solitudine, così da evitare scomode domande alle quali non avrebbe mai voluto rispondere. Così fece. Rimase immobile, lasciando credere che, quella sera, sarebbe rimasto lì, balzando l’evento e aspettando l’indomani, tra le braccia di Morfeo. La porta si chiuse, senza neanche un saluto e, subito dopo, Mike si portò a sedere, stiracchiandosi le braccia. Raggiunse l’armadio e ne estrasse il completo che aveva, rigorosamente, scelto per l’evento in questione –con la stupida maschera annessa-. Il rosso, porca troia. Mi fa pure cagare. Sapeva che quel dettaglio sarebbe stato necessario e, con molta fatica, aveva accettato di vedersi addosso quella dannata camicia –gentilmente rubata offerta dal fratello, grazie ai suoi gusti di merda- rossa. Sistemò al meglio il colletto e dopo aver infilato un paio di pantaloni neri di jeans, abbastanza eleganti, acchiappò al volo la sua giacca di pelle rimasta inutilizzata per troppo tempo. Passò una mano tra i capelli, spettinandoli al punto giusto ed, infine, dopo aver decretato che tutto fosse al suo posto, si lasciò alle spalle il dormitorio, facendo attenzione a non incrociare sguardi indiscreti che avrebbero potuto rovinare il suo piano. Sì. Qualche giorno prima, infatti, durante una delle tante obbligatorie sessioni di studio, il suo sguardo glaciale, aveva indugiato su un volto femminile che, senza un vero perché, era riuscito a catturare la sua attenzione. Si era preso tempo e, dopo aver calcolato pro e contro, si era deciso a fare un passo più lungo della gamba e, così, utilizzando la scusa dell’evento di Natale, l’aveva invitata a presenziare in sua compagnia così da approfondire un’eventuale conoscenza che sarebbe potuta nascere. Quel castello era pieno di bei culi, certo, ma le brave ragazze lo attizzavano molto di più delle sfacciate e lei sembrava proprio il tipo capace di accendergli la passione tipica di coloro che possedevano il gene della licantropia. Non si era fatto problemi quando, prepotentemente, si era intromesso nella discussione con l’amica e, alla fine aveva ottenuto ciò che voleva: il suo dannato appuntamento.
    Ed eccolo lì. Splendente come un raggio di sole. Nessuno si sarebbe aspettato una sua partecipazione ma, in fin dei conti, si era evitato giorni e giorni di domande inutili sulla sua accompagnatrice della quale, tra l’altro, sapeva ben poco. Percorse la perfetta penombra dei sotterranei e, con passo tranquillo, raggiunse la superficie. Si respirava profumo di festa e, grazie a Merlino, la folla riuscì a nasconderlo per bene, permettendogli di raggiungere la meta che si era prefissato fin dal principio, improvvisandosi galantuomo che non era affatto. Salì le scalinate fino a raggiungere il settimo piano e, contro voglia, fece un appena accennato cenno del capo alla Signora Grassa, il ritratto che nascondeva la Sala Comune dei Grifondoro. Minuti interminabili, costellati da mille ripensamenti e dubbi che la ragazza in questione, avrebbe, all’ultimo cambiato idea, prediligendo la compagnia di un Tassorosso sicuramente più stabile mentalmente di lui. Sarebbe stata furba, senza dubbio. Nessuno avrebbe voluto lui come ipotetico compagno e, infatti, era certo che avesse accattato solo per la sua fisicità ma non di certo per il suo carattere tutt’altro che docile. Si era ripromesso di comportarsi bene e di non cercare di uccidere David. Era pur sempre Natale, i buoni propositi potevano considerarsi quasi d’obbligo, no?
    Pochi istanti e da dietro il dipinto fecero capolino due ragazze. Sgranò gli occhi e rimase impressionato dalla bellezza della giovane donna. Porca troia. Sentiva lo sguardo dell’altra addosso, come se volesse affondargli un coltello nella giugulare da un momento all’altro. Percepiva un certo livello di astio ma, d’altro canto, di quella cretina non gli importava un cazzo di niente. Non era lei il suo bersaglio. “Avevi capito bene!” Iniziò con tono pacato. “Ma ero certo che avresti apprezzato!” Tirò un sorriso, nonostante la fatica in quei comportamenti normali. Le offrì il braccio e, con stizza, si rivolse all’altra ragazza che, nel frattempo aveva riconosciuto. “Sei sollevata dal tuo incarico, mi prenderò cura io di lei, da ora!” Quella mocciosa doveva essere l’amichetta di giochi di Kai, il suo compagno che da bravo coglione, non stava nella pelle a causa del suo desiderio di infilarsi nella sua camera dei segret. Attese che la Wheeler si levasse dai coglioni e, poi, finalmente, rivolse gli occhi azzurrini alla sua dama: “Sei bellissima! Non te l’ha mai detto nessuno?” Cazzo se ho bisogno di un po’ di erba. Non era abituato a tutte quelle smancerie, piuttosto gli riusciva meglio calarsi le braghe e fare ciò che ogni uomo sa fare meglio ma non era il caso. No, il contesto lo vedeva come una persona normale, in grado di controllare i suoi impulsi e a ribellarsi alla sua natura, finché avrebbe potuto. “Ti ringrazio di aver accettato il mio invito. Ero convinto che la tua amica avesse la meglio, persuadenti ad evitare un tipo come me.” Sicuramente, la stronza, ci aveva provato. Raggiunsero la Sala Grande e fecero il loro ingresso. Finalmente poteva palesarsi, senza troppi problemi. Non aveva paura del giudizio altrui anzi, al contrario, aveva solo paura che, da un momento all’altro, esplodesse la sua rabbia e, quello avrebbe dato inizio a uno scenario non propriamente consono a una serata volta a festeggiare il Natale.


    Micheal aspetta che i due compagni siano fuori dalle palle e inizia a prepararsi. Una volta fatto esce dal dormitorio e si reca a prendere la sua dama proprio davanti alla Sala Comune Grifondoro. Una volta prelevata intereagisce con lei e con Halley, liquidandola e invitandola poco gentilamente a levarsi dalle palle. Poi raggiungono la Sala Grande, chiacchierando allegramente.


    Edited by Harris Jr. - 14/12/2022, 23:31
     
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